Domenica 28 ottobre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 ottobre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
LINUX DAY. La dodicesima giornata nazionale celebrata nella facoltà di Ingegneria
QUELLI DEL SOFTWARE LIBERO
I sistemi “open source” al servizio delle amministrazioni
Non ha deluso le attese la 12° edizione del “Linux Day”, campagna finalizzata a promuovere il sistema operativo e il software libero. Anche quest'anno sono stati organizzati centinaia di eventi nazionali. In città la manifestazione è stata ospite del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica.
SEMINARI Ieri le aule di via Is Maglias sono state prese d'assalto da centinaia di appassionati che hanno partecipato a seminari e attività pratiche nelle numerose postazioni allestite. L'evento si è aperto alle 10 ed è andato avanti fino alle 17. Il flusso è stato continuo tra studenti delle superiori, universitari e imprenditori. Promossa dalla Italian Linux Society, la giornata è stata coordinata da Romina Lobina, responsabile del Gruppo utenti Linux di Cagliari che vanta un centinaio di soci. «Abbiamo illustrato i vantaggi e i benefici di Linux. Si è parlato di licenze, codici, diritti e doveri degli utilizzatori». Di grande interesse le opportunità in ambito lavorativo, le applicazioni per Android e l'open source nei siti web dei Comuni.
GLI ESPERTI All'incontro sono intervenuti il vicesindaco Paola Piras e l'assessore ai Servizi tecnologici Pierluigi Leo. La sezione “Linux all'opera: azienda, scuola, ricerca e pubblica amministrazione” è stata aperta da Pino Degan, professionista informatico di un'azienda privata. Al piano terra Daniele Pantaleo, 23 anni, invitava il pubblico ad avvicinarsi per assistere a dimostrazioni pratiche. Al suo fianco un altro giovano mago del computer creava animazioni 3D col software Blender. Al primo piano Dina Baglioni e altri membri dello staff aiutavano gli interessati a installare e configurare Linux sui rispettivi pc.
(p.l.)
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 29 - Edizione OL)
UNIVERSITÀ.
Il rettore «Il concorso per i precari è regolare»

«Non c'è stata alcuna illegittimità»: è la risposta del rettore dell'università di Sassari Attilio Mastino al coordinamento precari. Questo, nei giorni scorsi,
aveva chiesto di rivedere i criteri di valutazione di un bando di concorso per 29 ricercatori, riferendosi in particolare a tre settori scientifici disciplinari: Zootecnia generale e miglioramento genetico, Diritto del lavoro, e Sociologia dei processi culturali e comunicativi.
Il bando è assolutamente regolare, ed è stato predisposto in assoluta osservanza ai criteri fissati per il finanziamento, ribatte oggi l'Università.
LA RISPOSTA «Le procedure in questione fanno parte di un progetto predisposto dalla Regione Sardegna nell'ambito del Por 2007-2013 e dunque sottoposto a specifiche indicazioni, vincolanti ai fini del finanziamento stesso», è scritto nel comunicato emesso dall'ateneo. Ancora, viene spiegato come «l'avviso regionale sulla base del quale il nostro bando è stato elaborato, fa riferimento a proposte progettuali le quali, citando testualmente, dovranno illustrare il progetto di ricerca». Secondo quanto emerge dal documento "il bando dell'Università di Sassari, peraltro approvato dalla Regione Sardegna, all'articolo 2 prevede, inevitabilmente, ai fini solo valutativi e non di ammissione, che il curriculum scientifico e formativo del candidato debba essere esaminato dalla commissione giudicatrice anche sotto il profilo della pertinenza al progetto di ricerca».
NESSUNA IRREGOLARITÀ Il rettore ha ribadito inoltre come non ci sia stata «la volontà di restringere eccessivamente il numero dei potenziali partecipanti al concorso. C'è invece l'obbligo la necessità di ottemperare alle disposizioni operanti in ambito comunitario rispetto ai possibili finanziamenti». Nel contestare il bando il comitato dei precari aveva richiamato il rispetto della Carta europea dei ricercatori che giudica irregolari quelli che «contengono criteri di valutazione troppo dettagliati e legati a un progetto specifico che risultano illegittimi».
Michele Cocchiarella
 


3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 57 - Edizione CA)
Convegno a Cagliari
Quando arabi e cristiani “dialogavano”
Furono secoli bui solo se ci si ostina a guardarli da un'unica e immutabile prospettiva. Le fonti arabe possono contribuire a illuminare il periodo in cui, dopo l'isolamento da Bisanzio, l'Isola partorì i regni giudicali. È quanto emerso nel convegno che, finanziato dalla Regione e coordinato da Rossana Martorelli, docente di Archeologia cristiana e medievale dell'Università di Cagliari, ha visto il contributo di decine di studiosi e ricercatori. Ciascuno - da storico, archeologo, architetto o storico dell'arte - ha fornito elementi nuovi per rileggere i secoli compresi tra l'VIII e il XII secolo d.C. e per riequilibrare le sorti del Mediterraneo attorno a un baricentro mutato rispetto al passato.
Donatella Salvi, già archeologo della Soprintendenza e Piero Fois, dottorando alla Sorbona, hanno presentato il ritrovamento di due iscrizioni islamiche, risalenti al X secolo e rinvenute nella chiesa di San Saturnino, a Cagliari. La loro collocazione all'interno del sito farebbe supporre l'esistenza di un uso “in condominio” tra cristiani e musulmani. Un'ipotesi che attende conferme e che contrasta con lo stato di distruzione dell'edificio, ma che stimola al riesame delle dinamiche insediative che interessarono città e insediamenti rurali. Altri dati, relativi a Tharros e al territorio di Cabras, ma anche frutto della rilettura di iscrizioni provenienti da Olbia e Assemini, invitano a riconsiderare la presenza islamica nella Sardegna medievale. «Il rapporto con gli arabi - ha affermato in merito Fabio Pinna, ricercatore di Archeologia medievale e cristiana a Cagliari - non si può ridurre solo a una sequenza di incursioni navali o al celebrato attacco da parte di Mujahid al Amiri, noto come Museto, ma si delinea come realtà fatta di scambi commerciali, di incontri, di presenza di piccole comunità sarde sul territorio sardo».
«Il convegno», dice Rossana Martorelli, «non ha risolto i dubbi, ma dato vita a un dibattito, aperto e sereno su un periodo cruciale e spinoso».
Manuela Arca
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
L'incontro in Olanda
Un astrofisico Cagliaritano da Napolitano

Era solo questione di tempo, ma che Gabriele Surcis, 31 anni, incontrasse il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, era nell'ordine naturale delle cose. Perché questo astrofisico di Sant'Elia, che ormai da quattro anni vive all'estero, ha, forse come pochi altri, la straordinaria capacità di studiare i campi magnetici nella formazione delle stelle “di alta massa”. Martedì scorso, in occasione della visita ufficiale del capo dello Stato in Olanda, l'astrofisico cagliaritano è stato ricevuto da Napolitano: «Un incontro davvero emozionante», spiega Surcis, visibilmente contento per l'esperienza vissuta «il presidente ha voluto incontrare la comunità scientifica italiana».
E lui, neanche a dirlo, di quella comunità è esponente di primo piano. Laureato in Fisica all'università di Cagliari, nel 2007, dopo un anno all'Osservatorio, Gabriele Surcis, papà poliziotto in pensione, mamma segretaria in un istituto scolastico, prima di andare in Olanda ha vissuto un'altra esperienza importante, vivendo tre anni in Germania per un dottorato all'università di Bonn. Da 12 mesi, invece, vive a Hogeveen, città che dista circa 100 chilometri da Amsterdam e lavora a Dwingelow, dove si trova il “Jiwe”, centro astrofisico dove studia l'orientamento del campo magnetico intorno alle stelle che «consente di comprendere come si formano», spiega Surcis. Utilizzando diversi Radiotelescopi in tutta Europa («adesso aspettiamo che sia operativo quello sardo»), Surcis è il primo astrofisico al mondo a essere riuscito a osservare più da vicino il fenomeno. Un lavoro di difficile comprensione per i comuni mortali. Non per lui che ha cominciato a scrutare il cielo fin da bambino, in Liguria, dov'è nato. Ha continuato a Sant'Elia, dove è arrivato a sette anni e da dove è stato “costretto” ad andare via 4 anni fa per realizzare il suo sogno.
Mauro Madeddu
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Una tavola rotonda a Cagliari promossa da Università e Allianz
Assicurazioni ai tempi del web

Una riflessione sulla multicanalità nel mercato assicurativo italiano è stata al centro venerdì della tavola rotonda promossa a Cagliari dalle docenti della Facoltà di Economia Francesca Cabiddu e Maria Chiara Di Guardo in collaborazione con Allianz spa e il Gala (Gruppo agenti Allianz Lloyd Adriatico). Presente tra gli altri l'amministratore delegato della compagnia assicurativa, George Sartorel. «Le imprese assicurative hanno a disposizione diversi canali per rendere disponibili i loro prodotti», chiarisce Pasquale Laera, agente Allianz e past president Gala, impegnato in una stretta collaborazione con l'ateneo cagliaritano, «ad esempio il cliente può accedere ai servizi andando in agenzia o sul web. Oggi più che mai è necessario integrare queste diverse modalità sfruttando da un lato le possibilità (anche quelle di risparmio) offerte dalle nuove tecnologie, dall'altro valorizzando, anche con l'ausilio delle tecnologie stesse, la relazione tra il cliente e l'assicuratore».
Una sfida di non poco conto che deve tenere in considerazione un mercato in continuo cambiamento, o turbolento, come lo ha definito nel suo lavoro di ricerca (possibile proprio grazie a una borsa di studio garantita da Allianz) la dottoranda Paola Floreddu che si è concentrata sui vantaggi competitivi offerti dalla multicanalità evidenziando la necessità, da parte degli operatori, di affinare determinate competenze per affrontare i mutamenti. Il suo collega Manuel Castriotta ha invece analizzato i possibili rapporti tra compagnie assicurative e social media.
Le professoresse Cabiddu e Di Guardo hanno lavorato, insieme a Marco Galvagno, a una ricerca incentrata sul rapporto di fiducia tra cliente e assicuratore nel contesto multicanale: è emerso che gli utenti che hanno fiducia nei loro assicuratori non prediligono il web a cui fa invece ricorso chi ripone scarsa fiducia negli agenti. «Affrontare la multicanalità ponendosi dal punto di vista del cliente diventa quindi fondamentale», evidenzia Giovanni Trotta, presidente Gala, «i punti di accesso al mercato assicurativo sono molteplici, occorre dunque capire come entrare in contatto con i clienti perché non restino figure virtuali». Su questo punto si è soffermato anche l'amministratore delegato George Sartorel: «Attraverso la piattaforma digitale possiamo rispondere ai loro bisogni in tempo reale. E per affrontare meglio le dinamiche del mercato siamo pronti a lanciare un laboratorio di ricerca tra Università e imprese assicurative».
Carla Etzo
 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Casa e Risparmio (Pagina 32 - Edizione CA)
LA NOVITÀ. Il Governo non ritocca i bonus sugli interventi edilizi ed energetici
Casa, sconti fiscali confermati Ma la legge di Stabilità riduce le agevolazioni sui mutui
Vedi la foto L'Imu basta e avanza. Tassare ancora la casa sarebbe troppo, meglio cambiare rotta. Per una volta, dunque, il Governo decide di non calcare troppo la mano sul patrimonio immobiliare italiano, anche se qualche piccolo aggravio non manca mai. La legge di stabilità messa a punto dal Consiglio dei ministri, infatti, salva gli sconti fiscali destinati agli immobili, ritoccando però quelli che riguardano i mutui e salvaguardando anche l'Iva agevolata per l'acquisto della prima casa. A meno di modifiche del Parlamento, infatti, il tetto complessivo (vanno conteggiati tutti i possibili bonus fiscali) di 3.000 euro su deduzioni e detrazioni finirà per incidere sulla possibilità di scontare gli interessi sul mutuo.
I MUTUI Il disegno di legge è ora all'esame del Parlamento e non è escluso un chiarimento sulla questione mutui. A oggi, sembra che chi ha contratto un prestito per l'acquisto di una casa vedrà ridursi il bonus fiscale a sua disposizione: gli interessi versati alla banca potranno continuare a essere detratti dall'Irpef, ma la misura massima non sarà più di 4.000 euro, così come è oggi, ma sarà limitata dal tetto complessivo di 3.000 euro, se non ci saranno nuove modifiche. Anche se va ricordato che, per chi ha un mutuo cointestato, la soglia originaria di 4.000 euro può essere divisa tra i due coniugi, che così potranno eventualmente ancora avere altri mille euro da utilizzare per ulteriori deduzioni o detrazioni. A meno di interpretazioni diverse del Parlamento.
ACQUISTO PRIMA CASA Niente cambia invece per l'acquisto della prima casa, che fino ad ora ha usufruito dell'Iva ridotta al 4%. L'incremento delle aliquote Iva deciso dal Governo, infatti, riguarda solo quelle al 10% (che passa all'11%) e al 21% (che sale al 22%), quindi non intacca quella prevista per chi compra un'abitazione per stabilirci la propria residenza.
RISTRUTTURAZIONI Non cambiano le regole anche per le ristrutturazioni edilizie. In questo caso, gli interventi di recupero sostenuti fino al 30 giugno 2013 sono detraibili fino al 50% della spesa. Il tetto però su cui si può calcolare la spesa detraibile non può superare i 96 mila euro per ogni unità immobiliare. Su queste somme, dunque, non ci sono cambiamenti, nel senso che non rientrano tra quelle su cui calcolare il tetto complessivo fissato dalla legge di Stabilità. Cambia invece l'aliquota Iva da versare per l'acquisto del materiale che passa dal 10 all'11%.
INTERVENTI ENERGETICI Lo stesso discorso si può fare, poi, per gli interventi di riqualificazione energetica. In questo caso la detrazione del 55% viene prorogata fino al 30 giugno 2013, senza alcuna modifica.
AGENTI IMMOBILIARI Attualmente è prevista la possibilità di detrarre le spese, per un importo non superiore a mille euro, pagate a un agente immobiliare per l'acquisto di una casa da adibire ad abitazione principale. In questo caso, la legge di stabilità non modifica il tetto massimo, fissato in mille euro, purché non faccia sforare il bonus del contribuente oltre i fatidici 3.000 euro. Per questo tipo di detrazioni, tuttavia, è operativa la franchigia di 250 euro. Dunque, la spesa può essere detratta soltanto se supera quella quota.
AFFITTI PER STUDENTI Prevista una franchigia e il tetto complessivo di 3.000 euro, infine, per coloro che pagano un canone di locazione per l'affitto di una casa destinata a ospitare studenti universitari fuori sede. La norma, già operativa, prevede che il canone possa essere detratto a patto che l'abitazione presa in affitto sia ad almeno cento chilometri e in una provincia diversa rispetto a quella di residenza.
Giuseppe Deiana
 
 
 
7 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 17 - Edizione CA)
COMMENTI L'indisponibile federalismo
Non sia argomento di un governo tecnico Buttare il bambino con l'acqua sporca è un rischio sempre presente nella politica italiana. In questi giorni sembra intenzione del governo sacrificare il federalismo sull'altare della lotta agli sprechi e al malcostume di certi politici regionali.
Il percorso del federalismo italiano inizia con la riforma del Titolo V voluta dal centrosinistra nel 2001. In quell'occasione si è cambiata la lettera della Costituzione, lasciando poi alla volontà delle forze politiche e all'interpretazione della Corte Costituzionale il compito di riempire di contenuti e definire la riforma. La presenza costante della Lega al vertice delle istituzioni ha poi alimentato la volontà di procedere in tale direzione, mentre il ministro Tremonti individuava nel federalismo fiscale la vera rivoluzione per le casse pubbliche, nonché l'anticamera per la riduzione della pressione fiscale. Negli ultimi vent'anni di storia italiana gli elettori hanno avuto più di un'occasione per bocciare o interrompere un percorso che ora rischia di venire seriamente compromesso dalle spinte neo-centraliste dell'esecutivo Monti. A ben vedere un governo tecnico non dovrebbe occuparsi di temi di rilievo costituzionale, in quanto privo della necessaria legittimazione politica. Se si vuole azzerare il federalismo lo si può fare solo in adempimento a un preciso mandato popolare, non utilizzando come pretesto il Fiorito di turno o la sempre valida scusa della crisi economica. A tal proposito, si è già detto come per Tremonti il federalismo fiscale fosse un modo per dare ai cittadini la possibilità di vedere più da vicino come vengono utilizzati i loro soldi. Di conseguenza, tornare al centralismo potrebbe essere un modo per aumentare ulteriormente gli sprechi. A chi altri, se non al Popolo sovrano, può essere affidata una decisione tanto importante?
Riccardo Delussu
(Università di Cagliari)
 
 
 
8 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 21 - Edizione NU)
La ricetta del professor Giuseppe Pulina, Università di Sassari, per salvare le zone interne
Barbagia a rischio estinzione
«La soluzione? Accogliere quindicimila coppie di immigrati» 
«Se va avanti di questo passo, le zone interne della Sardegna subiranno un'implosione demografica».
Si va verso l'estinzione delle comunità e della cultura della Barbagia (e non solo)?
«Si continua a parlare di spopolamento, a fare convegni e a lanciare l'allarme. Ma, tra tassi di natalità che sono i più bassi al mondo e giovani che emigrano; se non si interviene è quel che accadrà. Certo, devono essere attuate le politiche del lavoro e della famiglia; ma c'è un unico modo per invertire la tendenza...».
Quale?
«Entro il 2050, nell'arco di dieci anni, dovremmo accogliere 15 mila coppie fertili».
Coppie di immigrati?
«Coppie di immigrati».
Il professor Giuseppe Pulina, 56 anni, docente di Zootecnica speciale e di Modelli matematici e statistici nella Facoltà di Agraria dell'Università di Sassari, conosce bene le lande sperdute, i paesi e gli ovili del cuore dell'isola. Domani sarà a Lodine per il convegno (ore 16, sala polivalente) in tema di sviluppo delle zone interne organizzato dalle associazioni “Enrico Berlinguer” e “Nino Carrus”, da Confindustria e Università.
Professore, lei parla di un progetto di ripopolamento.
«Guardi che noi abbiamo lo stesso problema che c'era in Argentina e in Australia. Parlo di ripopolamento, certo. Ma gli immigrati dovranno poter contare su un progetto di vita. Per cominciare, occorrerà dare subito la cittadinanza italiana ai loro figli».
Ma non basta incentivare le giovani coppie a restare, con le politiche del lavoro, della famiglia, della casa?
«Va bene, ma sarebbe un progetto a lungo termine. Nell'immediato è più facile invertire quel che si chiama saldo artificiale, ovvero il rapporto emigrati-immigrati».
Con quali soldi?
«Ci sono fondi europei, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni e milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, ma la programmazione va fatta subito. La Sardegna ha l'occasione storica di avviare per prima un progetto di questo tipo. Potrà diventare l'isola dell'accoglienza e gestire un flusso immigratorio che può rivitalizzare una società che sta morendo, garantendo continuità, ad esempio, a lavori ormai abbandonati».
Ma se arriva una carovana di immigrati, non è che i barbaricini scompaiono prima?
«Questa è una prospettiva di esclusione, di chi sta sulla difensiva. Io parlo di inclusione, di integrazione culturale e di scambio. Non si perde la propria identità per questo. I sardi, solo per fare un esempio, hanno assorbito da altri popoli la cultura della pesca. E la fisarmonica? L'abbiamo presa in prestito dalla Germania 150 anni fa. Eppure è diventata uno dei simboli della tradizione, no?».
In tantissimi ovili c'è un servo pastore rumeno...
«Ma quanti pastori insegnano ai loro collaboratori a giocare a morra o a chiamare le pecore alla maniera antica? Nessuno. E questo è un problema».
L'integrazione, insomma, dev'esserci pure in campagna.
«Se non c'è uno scambio si ha quella che si dice una stratificazione. Ma di questo passo, ripeto, nel 2050 nelle zone interne ci sarà una popolazione di vecchi. E i mamuthones, a quel punto, diventeranno come gli indiani d'America».
Barbagia, riserva indiana.
«Appunto».
Per stare in tema di riserva, qualcuno torna a parlare di Parco del Gennargentu...
«Purché il parco non sia una griglia di vincoli calata dall'alto. Non c'è bisogno di guardie forestali. Il progetto ha un senso se nasce dal basso, dalle comunità».
Cosa pensa di un'iniziativa come Cortes apertas?
«Rispetto al niente, il poco è buono. Ma alla fine è solo l'occasione data ai cagliaritani per una gita fuori porta. Il problema è che i flussi turistici vanno incentivati quando ci sono».
Ma non si fa che parlare di bassa stagione...
«Allora la Sardegna deve diventare un punto di transito. Quindi parliamo di trasporti e di motivi validi perché il turista sia incentivato a venire nell'Isola. Altrimenti resta solo il folklore».
Piera Serusi
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie