Lunedì 15 ottobre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 ottobre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Lavoro (Pagina 9 - Edizione CA)
Nata come spin off dell’Università l’azienda è ora un’eccellenza di Polaris
CON GEXCEL LA VITA IN 3D
Un’eccellenza per sviluppare software e offrire servizi per sistemi innovativi di rilevamento 3D per l’industria, l’ingegneria civile e le costruzioni, ma anche il monitoraggio delle scienze forensi, l’architettura e la protezione ambientale. Tutto questo lo fa una società bresciana (nata come spin off dell’Università) che da due anni ha sede nel parco scientifico di Pula. La Gexcel (Geomatics and Excellence) fa ad esempio i collaudi per Insula (la società di Venezia per le opere pubbliche) tramite il rilievo con laser scanner di tutta la città lagunare. L’azienda si occupa anche della supervisione topografica dei cantieri di Porta Nuova Garibaldi e di Porta Nuova Isola a Milano (per i grattacieli che dovranno sorgere) e il rilevamento 3D del lungo lago di Como.
NELL’ISOLA «La collaborazione tra Gexcel e i centri di ricerca della Sardegna è iniziata tempo fa, in particolare collaboravamo con il Visual Computing del CRS4 e con diversi dipartimenti dell’Università di Cagliari», spiega l’amministratore delegato di Gexcel, Giorgio Vassena. La società si è poi trasferita due anni fa nel Parco grazie a un finanziamento che voleva appunto favorire l’insediamento nell’Isola di sedi operative di aziende non sarde ad alto contenuto tecnologico. «Questo ci ha permesso di rendere stabili i rapporti di collaborazione scientifica, di ricerca e sviluppo. Un insediamento che oggi appare assai proficuo», continua Vassena. In particolare Gexcel porta avanti la ricerca con l’ateneo cagliaritano e con il radiotelescopio di San Basilio. «Inoltre siamo attivi nel trasferire le competenza tecnologiche sviluppate dai ricercatori e dalle spin off sarde che cercano di trasformare i risultati della ricerca in prodotti commerciali», conclude l’ad. La società realizza infatti l’80% del proprio fatturato verso l’estero, e ha una rete commerciale che permette di presentare i software e le proprie soluzioni hardware in più di 35 paesi. Un canale importante per far superare i confini nazionali anche ai prodotti delle aziende sarde. ( an. ber. )
 
 
2 - L’Unione Sarda / Lavoro (Pagina 9 - Edizione CA)
Start up innovative: parte la nuova sfida
Incentivi fiscali a chi investe nel capitale e benefici per chi si butta nell’impresa

Le Silicon Valley d’Italia sono pronte a raccogliere la sfida. Il pacchetto di norme approvate dal Governo per favorire la nascita e lo sviluppo di start-up innovative apre la strada, nelle intenzioni del ministro Passera, a un nuovo modello di sviluppo produttivo: l’obiettivo è aiutare le imprese a crescere favorendo l’ingresso di investitori esterni disposti a scommettere sulle neonate società che, proprio nella fase di start up, hanno maggiore necessità di capitali. Ecco perché le nuove norme, introdotte nel Decreto sviluppo 2.0, sono ben viste in ogni parte d’Italia, non ultimo in Sardegna che nel Parco scientifico e tecnologico vanta le sue eccellenze (Ict e Biotecnologie). «Finalmente avremo un contesto normativo, fiscale, economico in linea con gli altri Paesi europei sul tema delle giovani imprese ad elevato contenuto tecnologico e di innovazione», dice Giuseppe Serra, una delle “voci” di Sardegna Ricerche, che gestisce i programmi di incentivazione alla nascita di imprese innovative. «Incidendo in maniera consistente su fattori determinanti nella fase di start up di un’impresa, il decreto non fa che creare un contesto socio economico ideale per chi voglia cimentarsi in una nuova intrapresa innovativa».
REQUISITI Devono essere società di capitali con sede in Italia, controllate almeno al 51% da persone fisiche; fatturare non più di di 5 milioni di euro, investire in ricerca e sviluppo almeno il 30% del fatturato. Almeno un terzo della forza lavoro deve essere rappresentata da dottori di ricerca o ricercatori.
BENEFICI Il Decreto 2.0 non mira solo alle start up digitali. Si parla di imprese che operano in campo biomedicale, nel campo della robotica, dell’informatica, tutte quelle imprese insomma che fanno innovazione tecnologica. Diversi i benefici, a partire dagli incentivi fiscali per l’investimento in start-up: dal 2013 al 2015 è consentito alle persone fisiche e giuridiche detrarre o dedurre una parte (il 19% dall’Irpef e il 20% dall’Ires per le imprese) delle somme investite nel capitale sociale di una o più start up innovative. Previsto l’esonero dai diritti di bollo e di segreteria per l’iscrizione al Registro Imprese e dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio; un contratto di lavoro specifico che consentirà di instaurare rapporti a tempo determinato (da 6 a 36 mesi), con possibilità di rinnovi senza soluzione di continuità, prorogabili ulteriormente una sola volta fino al termine di applicazione della normativa specifica per le start up (che dopo 48 mesi diventano imprese come le altre, venendo a cessare il contributo statale). Decorsi i termini previsti, dunque, il rapporto di lavoro diventa a tempo indeterminato. Altri vantaggi: facilitazioni per l’accesso al credito (attraverso il Fondo centrale di garanzia per le Pmi) e al capitale di rischio e deroghe agli obblighi di ricapitalizzazione in caso di perdite, oltre all’esenzione dal fallimento (sostituito dal più snello procedimento del sovraindebitamento). Dulcis in fundo saranno erogati circa 200 milioni di euro, tra fondi stanziati dal decreto sotto forma di incentivi e fondi per investimento messi a disposizione dal Fondo della Cassa depositi e prestiti. «La palla passa ora ai singoli territori - spiega Serra - che potranno candidarsi come le Silicon Valley del nuovo millennio: l’area di Cagliari-Pula ha tutte le carte in regola per questa nuova sfida».
Carla Raggio
 
La guida
COSA SONO Le start up innovative sono società che hanno come oggetto sociale esclusivo lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico
LA SEDE Affari e interessi principali devono essere in Italia
IL CRITERIO Devono sostenere spese in ricerca e sviluppo in misura pari almeno al 30% del loro fatturato
IL PERSONALE La start up deve impiegare dipendenti altamente qualificati per almeno un terzo della propria forza lavoro
I TEMPI La società deve operare da non più di 48 mesi
IL VALORE La produzione annua a partire dal secondo anno di attività non deve superare i 5 milioni di euro
ALTRI LIMITI La start up non deve distribuire o aver distribuito utili e la maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto deve essere detenuto da persone fisiche
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
L’associazione dei malati Asmar. «Fuori dall’università non esiste una stuttura adeguata»
Reumatologia, il reparto che non c’è
«Fatta eccezione per il Policlinico universitario di Monserrato, in Sardegna, caso unico in Italia, non esiste un solo reparto di reumatologia che possa definirsi tale. Il risultato è che al Policlinico le liste di attesa sono inaccettabili: da 6 a 9 mesi».
L’assistenza è carente sia dal punto di vista ambulatoriale che soprattutto ospedaliero e sul territorio si registrano anche inquietanti paradossi. «Al Brotzu, solo per fare un esempio, la Reumatologia c’è ma a gestirla non sono reumatologi, bensì altri specialisti. È come se una donna si recasse in Ginecologia e trovasse soltanto urologi». A denunciare, con forza, le numerose criticità che caratterizzano la diagnosi e l’assistenza ai malati reumatici è Ivo Picciau, presidente dell’Asmar (Associazione sarda malati reumatici).
Ieri mattina, per il decimo anno consecutivo, i volontari dell’associazione si sono dati appuntamento in piazza del Carmine per dar vita a una giornata di informazione e sensibilizzazione. «Non era mai venuta così tanta gente», riferisce soddisfatto Picciau, «a dimostrazione delle dimensioni di un fenomeno che ormai è diventato una vera e propria emergenza sociale. Abbiamo faticato a far fronte al flusso ininterrotto di cittadini desiderosi di avere informazioni e parlare con i nostri medici».
Ad accogliere le persone all’ombra di un gazebo c’erano gli specialisti Enrico Cacace, Maria Del Piano, Alessandra Beccaris e Mariangela Pusceddu, Quirico Mela (nella foto). Tra le 9 e le 14 sono stati distribuiti depliant informativi sulle patologie reumatiche più diffuse: artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica, les, sclerodermia, osteoporosi, sjogren, artrosi, fibromialgia. «La Sardegna è una delle regioni con la percentuale più elevata di malati reumatici», sottolinea Picciau, «il 23 per cento dei sardi sono affetti da artriti e artrosi e l’8 per cento da osteoporosi, contro una media nazionale rispettivamente del 18 per cento e del 5 per cento».
Il problema è che per scongiurare il rischio che la patologia diventi invalidante, è necessario che la diagnosi arrivi entro una finestra che va da tre a sei mesi, mentre nell’Isola, come detto, per accedere alla prima visita bisogna aspettare da sei a nove mesi. L’Asmar rilancia quindi il proprio appello alle istituzioni. «L’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci, ha manifestato un forte interessamento verso questa tematica e ci ha rassicurato», conclude Picciau, «per cui siamo fiduciosi. Non ci resta che aspettare che dalle parole si passi ai fatti». Da un’indagine del Censis risulta che il 42,9 per cento dei malati reumatici ha dovuto interrompere tutte le attività extra lavorative. Il 28,2 per cento sente di essere un peso per gli altri. Per il 26,7% la malattia ha avuto un impatto negativo sulla vita sessuale. Per il 16,2 per cento la malattia ha avuto un impatto negativo sulla relazione di coppia o ha interrotto una relazione affettiva. Il 9,1 per cento ha rinunciato al desiderio di maternità/paternità. Il 26,4 per cento non riesce a di guidare la macchina o a usare i mezzi pubblici. Infine, 7 malati su 10 hanno problemi a lavarsi e vestirsi, a portare la borsa, ad aprire un rubinetto o avvitare una caffettiera.
Paolo Loche
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Nuoro
Simannu, una palestra per interventi medici 
Il centro dell’Ailun riprende le attività con un corso di tecniche d’avanguardia per sanitari 
di Luciano Piras
NUORO Cateteri venosi centrali con l’ausilio dell’ecografia: è su questa pratica che i medici si esercitano e vengono messi alla prova. Supporto fondamentale per i pazienti che hanno bisogno di un accesso venoso per prelievi, terapie varie o nutrizione a lungo termine (vedi i malati oncologici). Una nuova frontiera della medicina che permette agli specialisti di evitare le vene degli arti. Lo scopo dell’iniziativa è aumentare la sicurezza della procedura e l’efficacia della terapia. L’ecografo serve per visualizzare la vena che verrà incannulata, individuando il punto esatto in cui pungere, senza ricorrere dunque ai tentativi sulla base delle conoscenze anatomiche. Riprende così, con questo nuovo corso di addestramento dei medici, l’attività del Simannu. Il Centro human factors di via Pasquale Paoli nato all’interno dell’Ailun per la formazione del personale che lavora nei sistemi complessi ad alta affidabilità come sanità, aviazione, marina, piattaforme petrolifere off-shore. Una vera e propria palestra tecnologica made in Barbagia per i professionisti della medicina e non soltanto. Ripartite sabato scorso, le lezioni teorico-pratiche verranno svolte utilizzando materiale sintetico che riproduce parti del corpo umano che porterà i medici ad acquisire le competenze e la manualità necessarie per intervenire sui pazienti in carne ed ossa. I corsisti potranno così ripetere la procedura, acquisendo informazioni utili anche dagli eventuali errori, in un contesto totalmente sicuro. Il programma di addestramento, almeno 25 corsi con dieci medici-allievi ogni volta, andrà avanti per tutto il 2012 e continuerà nel 2013, grazie anche alla recente acquisizione di un simulatore avanzato che permette di addestrare gli specialisti alle procedure endovascolari, utilizzate nella diagnostica e nella terapia dell’infarto del miocardio, nella terapia dei disturbi cardiaci del ritmo come pure delle ostruzioni dell’arteria carotide. A conferma della proiezione verso il futuro di questo centro che si avvale di collaborazioni nazionali e internazionali, in particolar modo con il centro di simulazione medica avanzata del Children hospital di Boston, della facoltà di Medicina di Harvard. Tant’è vero che «l’interesse insito nel progetto Simannu è collettivo e va ben oltre i confini della “nuoresità” e anche della “sardità”» dicono in coro un gruppo di sanitari dell’ospedale San Francesco. «Di fronte al richiamo della crescita abbiamo tutti l’opportunità di dimostrare a tutti la forza della sardità piuttosto che la debolezza della sordità» sottolineano i medici Michele Loi, Carlo De Nisco, Antonino Giunta, Domenico Scanu, Maria Paola Cadau, Gavina Porcu, Anna Sotgiu e Antonello Mura. Professionisti che promuovono a pieni voti il progetto scientifico pluriennale (e alquanto ambizioso) targato Nuoro Simannu-Ailun.
  
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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