Martedì 9 ottobre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 ottobre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Disabilità
Dislessia, stasera un seminario in via Nicolodi
 
Si parla di “dislessia, difficoltà di apprendimento e diritti degli studenti” stasera nell’aula magna di Giurisprudenza, in via Nicolodi 102. In programma c’è il seminario “Strategie e strumenti per il percorso universitario”, promosso dall’Ufficio Disabilità della Direzione didattica e orientamento dell’ateneo insieme alla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Appuntamento dalle 16 alle 19. Gli interventi previsti affronteranno il tema della dislessia nei percorsi di studio sotto diversi aspetti: dalle strategie messe in campo dall’Università, al Progetto Dislessia dell’Ufficio Disabilità, sino al punto di vista degli studenti. In una prospettiva comparativa, si discuterà anche del rapporto tra diritto all’istruzione e disturbi dell’apprendimento in Italia e in Spagna. L’Ufficio Disabilità garantisce consulenze, intermediazione e programmi di integrazione con l’obiettivo di consentire agli studenti con disabilità di portare a termine con successo il percorso di studi prescelto. L’incontro di oggi sarà l’occasione per fare il punto a dieci anni dall’attivazione del servizio. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Scuola “bocciata”: studenti in piazza
Manifestazione nazionale il 12 ottobre contro i tagli sull’Istruzione della spending review
 
Edifici insicuri e pericolanti, aule fatiscenti, banchi e sedie rotte. Libri di testo sempre più cari (circa 300 euro all’anno), così come i trasporti per raggiungere gli istituti (200 euro per un abbonamento all’autobus). Scuola “bocciata” da 76 mila liceali sardi: Cagliari (piazza Repubblica alle 9) e Oristano (piazza Roma alle 9, 30) saranno i punti nevralgici della manifestazione nazionale, il 12 ottobre, in cui gli studenti diranno «no» ai tagli su cultura e istruzione previsti dalla spending review.
DIRITTO ALLO STUDIO E lo striscione «Vendesi scuola pubblica», piazzato, ieri, davanti al Conservatorio di musica “Pierluigi da Palestrina” di Cagliari (scelta non casuale visto che proprio in mattinata l’istituto ha inaugurato l’anno scolastico), la dice lunga sul malcontento degli studenti delle scuole superiori dell’Isola.
L’associazione studentesca “Unione degli studi” ha rivendicato in piazza Ennio Porrino il diritto allo studio, «che deve essere garantito come sancito dalla Costituzione», ha puntualizzato Giacomo Dessì, coordinatore regionale dell’associazione: «L’Istruzione è un bene comune, ci aspettiamo che a difenderlo scenda in piazza tutta la società civile». Sul fenomeno della dispersione scolastica nell’Isola, Dessì, maglietta rossa (su cui c’è scritta una canzone di De Andrè) e jeans, snocciola dati poco incoraggianti: «Il 23% degli studenti abbandona gli studi con 18 mila ragazzi che finiscono in strada o entrano a far parte della criminalità organizzata». Sul banco degli imputati dell’“Unione degli studi” ci finiscono scuola digitale e Regione: «Sono stati stanziati più di 100 milioni di euro per la scuola digitale - tuona Dessì -. Mentre lì in Regione nessuno si preoccupa dei libri in comodato d’uso gratuito».
LA SPISA Replica il vicepresidente della Giunta Giorgio La Spisa, intervenuto all’inaugurazione dell’anno scolastico: «Sono per la precisione 119 e servono per migliorare la preparazione dei nostri studenti. Il prossimo passo è promuovere la formazione regionale». Gli studenti del liceo scientifico “Pacinotti” chiedono una palestra migliore. «Hanno ragione - ammette la Prof. di educazione fisica - i campi sportivi della sede in via Liguria sono ammuffiti». Giacomo Floris, piercing al naso, studente di grafica pubblicitaria all’“Azuni”, si lamenta dei computer rotti. «A scuola - confessa una studentessa - manca il gesso per scrivere sulla lavagna e gli insegnanti non sono granché».
Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Enrico Tocco scuote la testa: «La scuola sarda è ben rappresentata da insegnanti preparati». E minimizza l’allarme sul tasso di dispersione: «È fermo a 23, 4% mentre 10 anni fa superava il 30». (r.f.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 25 - Edizione OL)
Sassari
Over 45, università gratis
 
Le donne sopra i 45 anni potranno immatricolarsi gratuitamente ai corsi dell’anno accademico 2012/2013 dell’Università di Sassari per i quali non sia previsto il numero programmato. Resterà loro solo il pagamento del bollo virtuale e della tassa regionale. Possono godere di questa opportunità tutte le studentesse che non siano state iscritte all’Ateneo negli ultimi cinque anni. Le matricole si impegnano a conseguire almeno il 50 per cento dei crediti formativi universitari previsti nel piano di studio (sia con immatricolazione full time che part time). Diversamente, nell’anno accademico successivo, dovranno versare anche la tassa di iscrizione del 2012/2013. «Siamo convinti che attraverso politiche universitarie mirate sia possibile sostenere la ricollocazione femminile nel sistema produttivo», spiega il Rettore Attilio Mastino.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
Proposta Ue: separare i settori
Banche d’affari, addio ai mutui
Riccardo De Lisa *
 
Stop agli aiuti di Stato incondizionati alle banche e nuove regole per il comparto in Europa. È questo il cuore del mandato che il Commissario europeo Barnier ha assegnato all’inizio del 2012, a un gruppo di esperti, presieduto dal governatore della banca centrale finlandese Erkki Liikanen. E la scorsa settimana è arrivata la proposta di riforma del sistema bancario europeo, anticipando così la scadenza dell’incarico di oltre tre mesi.
La proposta è innovativa per molti versi, alcuni dei quali molto importanti. Primo, una banca non può erogare prestiti e fare trading (compravendita di titoli e derivati) allo stesso tempo. Si tratta di due mestieri molto diversi tra loro quanto a rischi, sostiene il gruppo Liikanen, e quando il trading diviene rilevante, la banca deve separare le due attività. La separazione dei due mestieri aiuterebbe (il condizionale è opportuno) a risolvere le crisi delle banche più grandi e a prevenire strette creditizie (credit crunch). In tal modo, la risposta Liikanen alla crisi finanziaria ricalca gli orientamenti di riforma sia degli Stati Uniti che del Regno Unito. In buona sostanza, si fissa la regola “semplice è bello”. Che ciò funzioni davvero, dicono in tanti (e mi associo), è da dimostrare.
Secondo, il gruppo Liikanen ci ricorda che in tutte le crisi recenti si trova una bolla immobiliare, in cui il credito per l’acquisto della casa è stato troppo generoso. Mutui al 100% o rate d’ammortamento troppo pesanti rispetto al reddito devono essere evitati e, a questo fine, si dettano nuove regole che fissano massimali di prestiti immobiliari e di rata sostenibile. Una terza, importante, misura di riforma riguarda i cda e l’organizzazione della banca. I requisiti di professionalità del management devono essere attentamente valutati e i sistemi di controllo devono davvero controllare.
Tempi duri pertanto per le leggerezze di gestione e forte richiamo all’assunzione di responsabilità. Con tanto di stretta sui super bonus ai manager. La proposta è ora nelle mani di Barnier.
* Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Studi sulle staminali: premiati Gurdon e Yamanaka
Medicina, il Nobel va alla cellula che viaggia nel tempo
 
È un Nobel alla medicina del futuro, quello assegnato al britannico John Gurdon e al giapponese Shinya Yamanaka. In epoche diverse e lavorando con strumenti differenti, i due ricercatori rappresentano le tappe cruciali del percorso che in poco più di mezzo secolo ha aperto le porte alla possibilità di far «viaggiare nel tempo» le cellule, facendole tornare immature.
Un traguardo che segna una profonda rivoluzione nella conoscenza delle cellule, il cui destino non è segnato una volta per tutte. Vale a dire che, contrariamente a quanto si è creduto fino a pochi decenni fa, il percorso di una cellula non è unidirezionale. Le ricerche premiate con il Nobel dimostrano che in particolari condizioni una cellula può tornare «bambina» e immatura anche quando è ormai adulta e specializzata per essere una cellula della pelle o del cervello.
Si aprono quindi scenari completamente nuovi, con la possibilità di rigenerare cellule tessuti deteriorati da lesioni o malattie: è la cosiddetta «medicina rigenerativa».
Il britannico Gurdon, 78 anni, ha insegnato Biologia Cellulare nell’università di Cambridge e attualmente, sempre a Cambridge, dirige l’istituto che porta il suo nome. Usando aghi e minuscole pinze, nel 1962 ha eseguito il primo intervento di chirurgia cellulare su uova di rana. Il suo esperimento è stato il primo a rompere quello che allora era un dogma della biologia, ossia che il destino di una cellula era scritto una volta per tutte. La ricerca era stata accolta inizialmente con scetticismo, ma negli anni si sono succeduti molti esperimenti che ne hanno dimostrato l’attendibilità.
A quarant’anni di distanza il giapponese Yamanaka, 50 anni, nell’università di Kyoto ha compiuto un passo in avanti lungo la strada aperta da Gurdon. I suoi strumenti erano indubbiamente più sofisticati: virus resi inoffensivi e usati come navette per trasportare nelle cellule cocktail di geni capaci di spingere le cellule a riprogrammarsi. In questo modo ha ottenuto le cellule staminali pluripotenti indotte (Ips).
Grazie a queste ricerche sono stati riscritti i libri di biologia cellulare e, come ha detto recentemente Yamanaka in occasione di una sua visita in Italia, «le possibili applicazioni delle Ips sono molte, ma questa tecnologia è ancora agli inizi, dobbiamo lavorare ancora molto duramente per realizzare le prime applicazioni nello studio di nuovi farmaci e in campo medico».
Da alcuni considerato un riconoscimento all’approccio che privilegia la ricerca sulle staminali adulte rispetto alle embrionali, il Nobel assegnato alle tecniche di riprogrammazione cellulare sancisce piuttosto l’importanza fondamentale della medicina rigenerativa. Basti pensare che alla possibilità di prelevare cellule da persone colpite da una malattia e di utilizzarle come un laboratorio unico per studiare da vicino la malattia, con un dettaglio senza precedenti.
Presentando il risultato del suo esperimento Yamanaka aveva detto: «le cellule umane staminali embrionali potrebbero essere usate nella cura di alcuni disturbi come il Parkinson, lesioni al midollo spinale e il diabete».
La scoperta ha avuto un impatto notevole anche dal punto di vista etico poichè in passato la possibilità di utilizzare cellule staminali embrionali aveva suscitato un vivace dibattito.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Carbonia (Pagina 22 - Edizione PC)
Nel Sulcis il primo uomo
Scavi a Sirri: presenze umane già nel mesolitico?
Archeologi al lavoro a Su gorroppu dopo il ritrovamento di alcuni reperti
 
L’uomo si sarebbe insediato nel Sulcis duemila anni prima di quanto ritenuto sinora. Un salto indietro che significherebbe retrodatare dal neolitico antico al mesolitico la presenza umana nelle zone in cui, moltissimo tempo dopo, sarebbe sorta Carbonia. Si passerebbe, cioè, dal sesto all’ottavo millennio avanti Cristo.
L’IPOTESI È l’ipotesi su cui stanno cercando riscontri gli archeologi impegnati nella nuova campagna di scavi nel riparo sottoroccia di Su Gorroppu, il sito vicino al borgo di Sirri. Il riparo è una cavità piccola e poco profonda che domina una valletta. Il recupero di alcuni lembi archeologici non ancora violati da scavi clandestini ha permesso di documentare un orizzonte preistorico riferibile al neolitico. Tuttavia, non è da escludere l’uomo abbia colonizzato quei posti molto tempo prima. E se così fosse si tratterebbe di una delle prime presenze umane in Sardegna. A curare l’indagine autorizzata dal ministero dei Beni culturali è l’archeologo Carlo Lugliè, docente all’Università di Cagliari. «Intendiamo appurare - spiega - con relativa esattezza il periodo della prima occupazione del riparo e del territorio e poi valutare la possibilità che l’insediamento sia riferibile anche al mesolitico». È in corso una «revisione critica - riprende l’esperto - dei dati restituiti dalle passate ricerche fondamentali per le conoscenze delle prime fasi del neolitico sardo e quelle anteriori».
I REPERTI Nel sito erano già stati ritrovati frammenti di strumenti in ossidiana e resti di pasti che documentano un’economia mista basata anche sulla caccia e pesca, ossa di animali selvatici quali il cervo, il cinghiale e il prolagus sardus, piccolo roditore ormai estinto. «Significativa - aggiunge l’archeologo - anche la presenza di conchiglie marine utilizzate per decorare la ceramica». Gli esiti della nuova campagna di scavi a Sirri potrebbero avere conseguenze scientifiche a livello regionale: se dovesse arrivare la conferma che l’Uomo del Sulcis ha mosso i primi passi già nel tardo mesolitico, a quel punto si rimetterebbe in discussione la cronologia della presenza umana nell’Isola.
IL COMMENTO «Resta il fatto - commenta il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti - che dal punto di vista degli studi archeologici, il 2012 si sta rivelando per noi un anno d’oro dato che alle campagne di Monte Sirai e del Nuraghe Sirai si aggiunge questa di Sirri e sta per scattare quella nella necropoli di Cannas di Sotto». Un patrimonio che il Comune cerca di valorizzare. «Sono in esposizione nel deposito del museo archeologico - conferma l’assessore alla Cultura Loriana Pitzalis - tre gruppi di reperti archeologici inediti recuperati a Monte Crobu, Cannas e Barbusi: vogliamo proseguire su questa strada».
Andrea Scano
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Ed_Cagliari
SOS ISTRUZIONE»Allarme tagli
Scuola e università, studenti in rivolta
Domani sit-in sotto il palazzo del consiglio regionale, manifestazioni e iniziative di lotta in tutta la Sardegna da nord a sud
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Scuola e università rischiano il kappaò. Si diffonde il malessere e, per non finire al tappeto, gli studenti di tutta l’isola rilanciano la mobilitazione. Domani il movimento UniCa 2.0 organizzerà un sit-in sotto il palazzo del consiglio regionale. Sempre a Cagliari e a Oristano, per venerdì, sono previste manifestazioni dei ragazzi delle superiori. Squilli di rivolta cominciano a sentirsi a Nuoro, Olbia, Alghero, Sassari. Nel capoluogo barbaricino continua la ribellione contro la crisi delle sedi accademiche gemmate. Nello stesso ateneo di Sassari non cessano le contestazioni per gli aumenti delle tasse e dei costi-mensa, oltre che per i tagli dei finanziamenti statali. Crescono le preoccupazioni per il futuro di Erasmus. E in molti istituti scolastici _ dalla Gallura sino alle Barbagie e al Goceano _ si succedono scioperi, cortei, marce, ribellioni aperte. A volte per situazioni derivate da contrasti con le direzioni. Altre per il sovraffollamento delle aule o per le sforbiciate alle classi. Altre volte ancora per le carenze strutturali degli edifici e la mancanza di adeguate misure di sicurezza. Se qualche giorno fa gli studenti e i professori dell’ateneo di Nuoro hanno convocato lezioni all’aperto per denunciare l’assenza di una continuità economica che assicuri prospettive certe ai loro corsi di laurea, nella sede-madre di Sassari gli iscritti nei 13 nuovi dipartimenti nati dalla rivoluzione Gelmini vivono tra mille ansie. Il perché lo chiarisce Gabriele Casu, nell’università turritana presidente del Consiglio degli studenti: «Le tariffe nazionali per l’Ersu sono quasi raddoppiate e le tasse d’iscrizione nonostante le smentite delle autorità accademiche sono aumentata del 20,67%: la matematica non è un’opinione e sui numeri non si può giocare, dato che a pagare siamo noi». «Per questi e altri motivi parteciperemo con una delegazione alle iniziative cagliaritane e stiamo organizzando le nostre nel territorio», fa sapere Casu . «Nei prossimi giorni ci riuniremo per definire il programma esatto delle manifestazioni _ spiega Camilla Sotgiu, che rappresenta i colleghi di Lettere _ Non c’è tempo da perdere e per capirlo basta fare un esempio: ogni pasto alla mensa, con la fascia di reddito maggiore, costa 4,5 euro per gli studenti meritevoli e 5,5 per i non meritevoli: se si tagliano i fondi all’Ersu, qualcuno deve sopperire e quel qualcuno siamo noi». Critico Gian Mirko Ruiu, che a Scienze politiche rappresenta gli studenti sassaresi nel corso in Scienza dell’amministrazione. «Come se non fossero sufficienti i guai locali, da Bruxelles arriva questa tegola sulle prospettive di Erasmus _ dice _ Se è vero che l’ateneo di Sassari ha garantito la copertura per il periodo 2012-2013, è altrettanto vero che l’unico progetto d’integrazione giovanile efficiente e moderno concepito su scala europea un domani potrà venire messo in pericolo dai buchi lasciati dagli Stati membri». «Perché non ritoccano altre voci di bilancio, a partire da quelle sugli armamenti, anziché intaccare gli stanziamenti sull’istruzione?», si chiede Ruiu. Che aggiunge: «In realtà stiamo pagando le scelte della politica classista legata alla Riforma Gelmini, che l’attuale ministro Profumo si è ben guardato dal correggere: e allora a noi non rimane che reagire per fare in modo che gli investimenti sulla formazione siano di nuovi incentivati». Dopo gli ultimi scontri, nessuno parla più di corpo a corpo, ma la contrapposizione sarà dura. Le domande senza risposta agitano i sonni dei ragazzi di tante scuole. A Villacidro ci sono proteste contro il caro-bus e il rischio alluvioni nelle nuove sedi. Al Tecnico per ragionieri di Sassari quasi un’insurrezione: centinaia di studenti in piazza, accuse di rigidità nell’applicazione dei regolamenti, padri e madri che chiedono sostegno addirittura alla polizia per tenere le assemblee. «Solidarietà e adesione da parte nostra alle mobilitazioni appena proclamate: altre seguiranno nel nordovest dell’isola promosse dalla Rete delle scuole nelle prossime settimane, quando verrà completato il ricambio dei rappresentanti, tutti da rieleggere», sostiene Davide Marceddu, a Sassari ex dirigente regionale della Consulta sarda che si occupa dei guai segnalati alle superiori. E Massimiliano Lampis, iscritto allo Scientifico di Sorgono e delegato dell’Unione studenti Barbagia-Mandrolisai, rincara la dose: «I nostri istituti cadono a pezzi con crolli e intonaco che viene giù in continuazione _ osserva _ Intanto i pendolari devono vedersela con i continui rincari degli abbonamenti». «Grazie alle nostre rivendicazioni almeno il Convitto, a Sorgono, è stato riaperto e 43 nostri compagni hanno ricominciato a respirare, ma la lotta non si ferma qui: ecco perché con la Cgil stiamo organizzando un pullman che venerdì ci porterà alla manifestazione di Cagliari», conclude con estrema fermezza Lampis. Mentre la rivolta corre su Facebook e si moltiplicano le pagine del "Libro bianco" sulle carenze nell’edilizia scolastica in Sardegna, il disagio dei ragazzi s’incrocia con quello dei loro prof. Queste sono settimane di passione, soprattutto per i precari. Tanti sperano nel maxi-concorso per gli insegnanti appena bandito dal Miur, che però dovrebbe assegnare all’isola solo poche centinaia di cattedre e non certo riuscire a risolvere il dramma della disoccupazione dei docenti. Nel frattempo, per supportare la preparazione in vista delle prove pre-selettive, crescono le idee editoriali, con l’immissione sul mercato di opuscoli e guide destinate a migliorare i successi nei test. Invece, attentissimi al futuro che li attende già oggi in ateneo, sono gli universitari cagliaritani. «Non siamo tornati a sorridere, caro presidente», scrivono al governatore, Ugo Cappellacci. Per il momento, protestano per i servizi insufficienti, per le carenze delle mense e degli alloggi. «Pretendiamo che aumentiate il fondo destinato alle borse di studio e che l’importo rispetti quantomeno la soglia minima nazionale», è la richiesta. La stessa che domani, come l’uppercut disperato di chi è pressato alle corde, sarà ripetuta in via Roma con i megafoni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Ed_Cagliari
il direttore regionale enrico tocco
«L’isola non ha subito ridimensionamenti»
 
«La dispersione scolastica rimane un problema ma è calata, gli edifici sono tutto sommato confortevoli mentre il numero degli insegnati è, di fatto, rimasto stabile». È, in estrema sintesi, la risposta alle accuse del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Enrico Tocco, secondo il quale «quest’anno la Sardegna non ha subito ridimensionamenti o tagli nella scuola». Tocco, parlando con i giornalisti a margine dell’inaugurazione dell’anno scolastico, ha risposto punto per punto alle contestazioni degli studenti che venerdì manifesteranno a Cagliari e Oristano.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Ed_Cagliari
«La protesta riparte da Cagliari e Oristano»
Venerdì mobilitazione in coincidenza con i cortei nazionali, ragazzi in piazza insieme con la Flc Cgil
di Bettina Camedda
 
CAGLIARI A difesa della scuola pubblica gli studenti di tutta Italia si preparano a scendere di nuovo in piazza questo venerdì. Due gli appuntamenti in Sardegna: a Cagliari si terrà la mobilitazione regionale con un corteo che alle 9 partirà da piazza Repubblica. Mentre un’altra protesta locale è prevista a Oristano, in piazza Roma. Già avviati i preparativi, con pullman provenienti da Isili e Sorgono. Un’azione doverosa secondo l’Unione degli studenti medi perché «nonostante in questi 8 anni si siano susseguiti 4 ministri l’istruzione continua a essere considerata sempre uno spreco da tagliare, un apparato da riformare». L’Unione degli studenti teme l’approvazione del disegno legge 953 (Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali, ex legge Aprea). Che – sostengono i ragazzi – «sancisce l’ingresso dei privati nelle scuole». Ma soprattutto chiede una «legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca a tutti borse di studio, un reddito per i soggetti in formazione, misure per l’integrazione e formazione permanente». Una scuola insomma a misura di studente e democratica con «un nuovo piano per l’edilizia, una didattica alternativa, referendum tra i giovani, valutazione narrativa, commissioni paritetiche studenti-docenti». In piazza con gli studenti la Flc Cgil che per venerdì invita docenti, personale Ata e dirigenti ad astenersi dal lavoro perché «sono tante le cose che non vanno». A partire dai tagli ai finanziamenti: la Cgil parla di altri 200milioni sottratti all’Istruzione. «Continua il disinteresse verso la situazione di precarietà della scuola, non abbiamo la stabilizzazione dei precari e il nuovo concorso è solo inutile e costoso – denuncia Peppino Loddo, segretario regionale della Flc – Insieme agli studenti rivendichiamo i il diritto al lavoro e a retribuzioni adeguate». E in riferimento agli scontri avvenuti durante le manifestazioni del 4 ottobre aggiunge: «Sono amareggiato per le cariche della polizia e i manganelli. Certo i violenti vanno fermati, ma pensare che gli studenti possano essere considerati tali mi pare fuori misura». Uno striscione provocatorio, ieri, davanti al Conservatorio con la scritta rossa «Vendesi scuola pubblica». E Giacomo Dessì, coordinatore regionale dell’Unione studentesca, spiega: «Con la scusa della spending review si nega sempre di più il diritto alla studio. La Regione non finanzierà l’acquisto di libri per il comodato gratuito alle superiori. Ha deciso di spendere 300 milioni per la ricerca, fondi che potrebbero garantire invece i testi per i prossimi 15 anni a tutti i ragazzi delle superiori». La scommessa della scuola digitale per ora non convince: «Si spendono 100 milioni, ma non è possibile - dice Dessì - nemmeno fare l’iscrizione on line. Ci servono, è vero, tecnologia e tablet, ma per il momento dobbiamo fare i conti con scuole a rischio e non a norma».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Ed_Cagliari
I sindacati: «Sanità, tagli rischiosi»
Oggi il ddl sulla rete ospedaliera ritorna in Consiglio: maggioranza blindata
 
CAGLIARI Il disegno di legge “taglia posti letto” negli ospedale ritorna oggi all’esame del Consiglio regionale e in serata potrebbe essere votato. La sua è stata però una vigilia tormentata su più fronti: sindacale e politico. Il no di Cgil, Cisl e Uil. Quello che si sapeva è diventato ufficiale ieri al termine dell’incontro fra l’assessore alla sanità Simona De Francisci e i segretari regionali Oriana Putzolu (Cisl), Marianora De Biase (Cgil) e Terenzio Calledda (Uil). La conferma delle critiche al decreto è stata sintetizzata nel documento firmato dai tre sindacati: «Non va bene il metodo usato e non condividiamo il testo neanche nel merito – si legge – Al di là della contestabile convocazione tardiva delle forze sociali su un argomento sensibile come quello sanitario, è forte il rischio che la rete ospedaliera sia stravolta attraverso frettolosi tagli ragionieristici senza che a monte ci sia stata una programmazione regionale condivisa dai territori. Oggi si fa fronte a un’emergenza, il decreto del governo sul risparmi urgenti nella sanità, ma è comunque inaccettabile il ritardo accumulato finora visto che il problema era noto da tempo». Il sindacato, come detto, contesta anche la sostanza del disegno di legge: «È grave – continua il comunicato – che sia affidato ai soli direttori generali delle Asl il compito di tagliare e che gli stessi manager siano chiamati a ridurre i posti letto solo secondo parametri numerici assolutamente inadeguati a interpretare i reali bisogni dei cittadini. Col pericolo evidente di un’offerta sanitaria alla fine disomogenea e senza alternative reali sul territorio». Dunque, i sindacati dal vertice sono usciti insoddisfatti, anche se nella serata di ieri c’è stata un’apertura dell’assessore: «Non appena sarà approvata – scrive Simona De Francisci – la proposta sarà portata all’attenzione delle forze sociali e avviata subito una discussione, territorio per territorio, sulle singole esigenze. Nel frattempo, la giunta solleciterà i direttori generali a sentire le organizzazioni sindacali periferiche, perché raccolgano le vari e istanze in via preliminare». L’assessore si è dichiarato disponibile anche presentare nuovi emendamenti che tengano conto delle istanze presentate da Cgil, Cisl e Uil. Sarà questa una promessa difficile da mantenere: il centrodestra pare si sia ritrovato in queste ore intorno a un testo sì corretto ma blindato. Maggioranza militarizzata. Sulla carta il dibattito di questa sera, in Consiglio, è annunciato come tempestoso e lungo proprio per l’alto numero di emendamenti presentati, sono 111, nel tentativo di correggere all’ultimo momento il testo licenziato dalla Settima commissione. Ma non sarà così. Una novantina di emendamenti (chiedono tutti l’abrogazione del disegno di legge: è illegittimo, dicono Pd, Sel e Idv) sono stati presentati dall’opposizione e dunque sono destinati a essere impallinati dalla maggioranza, a meno che un sempre possibile voto segreto non renda palesi malumori di parte del centrodestra. Diciotto emendamenti sono della giunta, che avrebbe assorbito nelle sue modifiche dell’ultim’ora gran parte delle osservazioni di chi nell’alleanza finora è apparso critico e indeciso sul da farsi. È il caso dei Riformatori: ritornati fedeli e che infatti non hanno presentato correzioni e dunque sembrano aver abbandonato l’aventino su cui erano saliti invece in commissione con la bocciatura di alcuni articoli. Un altro emendamento è stato depositato dall’ex relatore di maggioranza Giorgio Locci del Pdl sostituito all’ultimo momento da un altro pidiellino, Renato Lai, e anche questa correzione volante potrebbe essere letta come un possibile risarcimento danni. In altre parole, il centrodestra si è ricompattato nel giro di pochi giorni e la ritrovata unità sarebbe stata ottenuta da chi fino adesso ha lavorato con l’abilità e la pazienza dell’esperto correttore di bozze, per evitare l’incubo accennato di troppi franchi tiratori. Questa sera si saprà se l’operazione taglia e cuci resisterà agli strappi, oppure è stata frettolosa. La «rete» – stando alle indiscrezioni – dovrebbe tenere: è questa la sicurezza dimostrata ieri dallo staff dell’assessore De Francisci, che però in aula sarà lasciata sola dal suo presidente, Ugo Cappellacci, volato a Bruxelles. Il Pd, con Francesca Barracciu, ha subito criticato la compattezza in stato d’emergenza della maggioranza: «È il risultato solo di spartizioni e ricatti» (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
IMPRESE PENALIZZATE
Le zone franche dell’isola escluse dal decreto crescita
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI La Sardegna è stata esclusa dalle agevolazioni per le “Zone franche urbane”, decise dal governo Monti con il decreto crescita. E’ un brutto colpo per le piccole imprese perché le zone franche urbane, che sono aree infra-comunali di dimensione minima prevedono agevolazioni sotto forma di defiscalizzazione. La Confartigianato lancia l’allarme: «Siamo preoccupati, la nostra regione è stata esclusa», afferma il presidente Luca Murgianu, «ed è impossibile inserire nelle riprogrammazione dei fondi straordinari sia quelle Zone franche urbane già selezionate, sia le altre otto ritenute coerenti per il sostegno all’imprenditorialità e all’occupazione». Le Zone urbane selezionate sono quelle di Cagliari (Sant’Elia), Quartu (Is Arenas) e Iglesias (centro storico e Serra Perdosa). Le altre zone che non avevano ottenuto i finanziamenti sono quelle di Carbonia, Assemini, Sassari, Nuoro, Olbia, Selargius, Alghero e Nuoro). La normativa consente di garantire incentivi automatici alle imprese con l’esenzione dalle imposte sui redditi, l’esenzione dell’Irap e dell’Imu, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Luca Murgianu ha scritto una lettera al presidente Cappellacci, agli assessori La Spisa, Zedda e Crisponi e a tutti i parlamentari. Nella decisione del governo ha prevalso l’idea di riprogrammare i fondi dell’area «convergenza», lasciando fuori dalla possibilità di farlo alla Sardegna. Per il senatore Francesco Sanna (Pd) la battaglia non è affatto persa e il Pd ha elaborato un emendamento per reinserire la Sardegna. «Si tratta di un errore rimediabile quando il decreto legge sarà convertito», spiega Sanna, «già in commissione i senatori democratici presenteranno gli opportuni emendamenti per un pieno reinserimento della Sardegna tra le regioni che potranno sperimentare la fiscalità di vantaggio delle Zone franche urbane». Intanto, a giudizio di Francesco Sanna, sarebbe opportuno che la Regione anticipasse la sua disponibilità a effetturae la rirpogrammazione delle risorse necessarie per finanziarie la misura. Proprio oggi a Bruxelles il commissario per le Politiche regionali, Johannes Hahn, cinontrerà i rappresentanti delle “regioni intermedie”, quelle uscite dalla principale fascia di aiuti. L’incontro si svolgerà durante gli Open days del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Attualita
Ateneo di Sassari, le over 45 non pagano le tasse
 
Per supportare l’accesso femminile al mercato del lavoro, l’università di Sassari mette in campo un forte incentivo. Le donne di età superiore ai 45 anni potranno immatricolarsi gratis ai corsi dell’anno accademico 2012/2013 per i quali non sia previsto il numero programmato. Resterà solo il pagamento del bollo virtuale e della tassa regionale. Possono godere dell’opportunità tutte le studentesse che non siano state iscritte all’ateneo negli ultimi 5 anni. Per maggiori informazioni: Ufficio gestione segreterie Studenti: 079 229789; e-mail: pdeledda@uniss.it.

Questionario e social

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