Sabato 6 ottobre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 ottobre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
GUP. Falsi controlli al Policlinico
Università truffata, a processo i titolari del centro di vigilanza
 
Avrebbero costretto i vigilantes ha firmare gli ordini di servizio da cui risultava che avevano effettuato regolarmente i giri di controllo nella Cittadella universitaria e nel policlinico di Monserrato, dove invece non erano mai passati. Un escamotage grazie al quale i titolari della società cagliaritana “Vigilanza Centro Sicurezza” avrebbero indebitamente incassato dall'amministrazione dell'ateneo diverse migliaia di euro come corrispettivo di servizi mai effettuati.
Per questa ragione Giampaolo Lampis, 58 anni, originario di San Nicolò d'Arcidano ma residente in città, e Andrea Alfarano, 29 anni, rispettivamente titolare e direttore dell'istituto di vigilanza privata, sono stati rinviati a giudizio ieri mattina dal Gup Giovanni Massidda per truffa aggravata ai danni dell'Università e violenza privata nei confronti dei propri dipendenti. Il processo a loro carico inizierà il 22 gennaio davanti al giudice monocratico.
L'inchiesta era scattata nel 2009, in seguito a una denuncia che segnalava alcune anomalie nei rapporti tra i titolari della Vigilanza Centro Sicurezza e i propri dipendenti. Nell'esposto si parlava di ricatti e minacce, per costringere le guardie giurate a firmare falsi ordini di servizio. Dai documenti risultava infatti che avevano svolto regolarmente i controlli notturni stabiliti dal contratto d'appalto con l'Università. In realtà - sempre stando alle accuse - era solo un trucco per aumentare i guadagni perché con un'unica pattuglia si coprivano nello stesso momento più luoghi da sorvegliare.
Sempre stando alle accuse le guardie giurate erano a loro volta vittime del sistema messo in piedi dai titolari dell'istituto, difesi dagli avvocati Leonardo Filippi e Maria Chelo, in quanto sarebbero stati costretti a firmare i registri delle presenze anche quando erano assenti o impegnati altrove, con la minaccia di essere licenziati e perdere il lavoro. Una ricostruzione duramente contestata dalla difesa di Lampis e Alfarano, che al dibattimento è convinta di riuscire a dimostrare carte alla mano l'infondatezza delle contestazioni che si fondano principalmente sulle dichiarazioni di alcuni dipendenti.
L'indagine, inizialmente condotta dal pm Giancarlo Moi e poi passata al collega Guido Pani, è approdata ieri davanti al Gup Massidda che al termine della discussione ha rinviato a giudizio i due imputati. ( m. le. )
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Tumori, casi in aumento
In testa le neoplasie al seno e ai polmoni
SALUTE. Dati allarmanti al congresso nazionale degli igienisti
 
Tumori in città, dieci anni di analisi e numeri allarmanti. Dal 2001 al 2010 la Asl ha assistito oltre mezzo milione di pazienti. Sotto la lente i cinque distretti che compongono l'azienda sanitaria locale: Cagliari - Area vasta, Area ovest, Quartu-Parteolla, Sarrabus - Gerrei, Barbagia di Seulo e Trexenta.
Il distretto di Cagliari ha cifre da brivido, superiori alle altre aree. I numeri choc: ogni anno 782 nuovi casi ogni 100 mila abitanti. Al primo posto il tumore al seno, con il 14 per cento di incidenza su tutta la casistica. Seguono laringe, trachea, bronchi e polmone, 10 per cento. Cifre identiche per i casi di cancro al sistema linfatico ed emopoietico.
I NUMERI In dieci anni 551.809 ricoveri negli ospedali della Asl. Quanto alle neoplasie Cagliari occupa il primo posto con 893 casi all'anno, in coda Quartu - Parteolla, 661. L'incidenza varia a seconda del sesso. Tra i maschi i tumori maligni più frequenti sono alla laringe, trachea, bronchi e polmone (15 per cento). E poi prostata (12 per cento) e vescica (10 per cento). Per il 29 per cento delle donne il cancro al seno diventa un nemico difficile da combattere. Nettamente inferiori le patologie oncologiche al tessuto linfatico ed emopoietico (9 per cento) e alla tiroide (8 per cento). La frequenza cresce parallelamente all'età: tra i pazienti sotto i 34 anni sono stati riscontrati 82 casi ogni 100mila. Il numero diventa infinitamente più grande considerando la classe 35 - over 79: 3257 su 100 mila ricoveri. I dati sono emersi nella tre giorni che ha riunito oltre 1200 igienisti di tutta Italia al Forte Villagge di Pula, in occasione del quarantacinquesimo congresso nazionale "La prevenzione e la Sanità Pubblica al servizio del Paese: l'igienista verso le nuove esigenze della salute".
I TEMI Un dibattito aperto e un confronto tra realtà differenti. Dal caso Ilva, raccontato da Michele Conversano, nuovo presidente della Società italiana di igiene sino al tripudio di codici verdi e bianchi che ogni giorno congestiona il Pronto soccorso del Santissima Trinità e del San Giovanni di Dio. «Ogni 90 accessi 60 potrebbero essere evitati», spiega Rossella Coppola, coordinatore e anima del congresso. È risultato da uno studio condotto a maggio nei due ospedali cittadini. «Abbiamo distribuito 201 questionari». Sedici domande in tutto rivolte a 98 uomini e 103 donne, età media 48 anni. Cosa è emerso? «I cagliaritani ne fanno un uso improprio». Per il 77 per cento degli intervistati non si trattava della prima visita, il 43 per cento non ha aspettato nemmeno 24 ore per recarsi in uno dei due presidi ospedalieri. Il medico di base viene snobbato, ritenuto nel 34 per cento dei casi non in grado di risolvere il problema. Poi c'è un buon 20 per cento che utilizza l'accesso diretto al Pronto Soccorso come scorciatoia ai lunghi tempi per visite o esami specialistici.
PREMIAZIONI Si è parlato anche di prevenzione delle malattie infettive, screening oncologici, alimenti e salute. E c'è stato spazio anche per le premiazioni. Due borse di studio da 10mila euro ciascuna offerte da Kikita Serra, vedova di Lucio Pintus, padre degli igienisti sardi. Una è rimasta in città, l'altra è andata a Sassari. Ad aggiudicarsele Alessandra Zucca, 33 anni, cagliaritana e Maddalena Di Martino, 32 anni, sassarese.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 18 - Edizione NU)
Università, è bufera
Se l'Ateneo chiude a casa i 33 dipendenti di una coop
I sindacati di base contro tutti: accuse a Provincia, Regione e Comune
 
Sindacati in difesa dei lavoratori della cooperativa Ecotopia che opera all'interno dell'università: se l'ateneo nuorese venisse smantellato sarebbero tutti mandati a casa. È una vera e propria chiamata alla lotta: «Chiediamo ai lavoratori e agli studenti di occupare i locali dell'università, bloccare i servizi, sensibilizzare il territorio».
In un comunicato la Federazione sindacale di base di Nuoro sollecita alla Regione la liquidazione delle fatture emesse Ecotopia: «Al dramma si aggiunge la beffa», scrivono i delegati, «il dramma è che la chiusura dell'università aprirebbe le porte della disoccupazione per questi 33 operatori, la beffa è che non se l'amministrazione regionale non paga, mette la coop in condizioni di non poter più pagare gli stipendi e la costringe a licenziare».
Bacchettate a tutto campo dai sindacalisti che stigmatizzano: «Non si trovano 600 mila euro per sanare il deficit dell'università nuorese, però vengono investiti 12 milioni per costruire una caserma alle porte della città». Strali anche contro sindaco e presidente della Provincia: «Recitano un requiem condito di retorica politichese, per giocare a rimpiattino con la Regione e scaricare sulla stessa le responsabilità che pure ha. Ma avrebbero dovuto svegliarsi prima». (fr. gu.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione OL)
Così si diventa imprenditori
Una chance per i giovani, diciotto milioni in arrivo
Il programma di finanziamenti Por sarà presentato martedì all'Università
 
Pioggia di euro per l'imprenditoria, l'impresa, l'innovazione e la ricerca. Per questo motivo sono in arrivo oltre 18 milioni di euro da destinare a chi intende avviare un'attività d'impresa innovativa, lavorare sulla ricerca o dare sostegno a progetti già esistenti. Il programma, articolato in tre bandi e finanziato con i fondi del Por Sardegna 2007-2013, sarà presentato martedì prossimo dalle 15 nell'aula magna dell'Università di Sassari.
OPPORTUNITÀ Una cifra importante per trasformare in realtà tanti sogni che spesso rimangono nei cassetti. Soprattutto per coloro che mirano a sviluppare progetti d'innovazione nel settore della tecnologia, della ricerca industriale e dello sviluppo. Un'oasi in tempi di magra che sarà presentata nei prossimi giorni a Sassari.
Tutto passerà attraverso un percorso formativo che accoglie la nuova idea e ne valuta la fattibilità, la immette in business plan che poi raggiunge l'avvio dell'impresa e il successivo start up. È la finalità del primo bando che dispone di 800mila euro e mira a promuovere azioni innovative che valorizzino i risultati delle ricerche, sviluppando prodotti e servizi all'avanguardia.
CACCIA ALLE IDEE Le 25 idee, selezionate tra quelle presentate, seguiranno un percorso di accompagnamento per la predisposizione del business plan. A ciascuno sarà assegnato un contributo fino a un massimo di 100 mila euro. Potranno partecipare professori, ricercatori, personale tecnico e studenti che si impegnino a creare una piccola media impresa innovativa, aspiranti imprenditori, imprese già costituite e iscritte al registro. Aiuti per progetti di ricerca e sviluppo. Per questo, saranno a disposizione 2 milioni di euro. Tra le attività, lo sviluppo sperimentale e la ricerca industriale, dedicando il 60 per cento dell'importo ai progetti proposti dalle spin off degli atenei di Sassari e Cagliari, società di capitale create a partire da un'idea nata dentro il mondo della ricerca tecnologica universitaria. Il bando prevede la concessione a ciascun beneficiario di un contributo finanziario fino a 200 mila euro. Aiuti per nuove imprese innovative. È la voce più consistente del progetto, per la quale sono disponibili oltre 15 milioni di euro.
REQUISITI Servirà soprattutto per consolidare la crescita delle imprese sul territorio che intendono valorizzare i loro prodotti e servizi su tutta la regione. Potranno concorrere le aziende costituite da meno di 6 anni e che abbiano dedicato almeno il 15 per cento dei costi operativi a progetti di ricerca e sviluppo.
Le domande potranno essere presentate entro il 30 novembre per la prima chiamata, dal 3 dicembre al 28 febbraio 2013 per la seconda, dal 31 marzo al 30 aprile 2013.
Antonio Brundu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
Accertare e limitare le differenze tra Stati
Come ridare fiato alle trombe europeiste
di Gianfranco Sabattini*
 
Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, con il suo impegno da “consumato” statista (cioè da politico che decide oggi in funzione della soddisfazione degli interessi delle generazioni future), ha concorso a fare dell'istituto da lui presieduto un prestatore di ultima istanza che, con il possibile acquisto di bond a scadenza triennale, si è trasformato in scudo anti-spread a favore di tutti i Paesi dell'eurozona con i conti pubblici non in regola, disposti però ad adottare le riforme interne che verranno concordate di volta in volta.
In tal modo, Draghi ha agito, perifrasando un celebre aforisma di Barbara Wootton, da “campione dell'impossibile” piuttosto che da “schiavo del possibile”. Ha ridato forza alla prospettiva di un'evoluzione positiva di un'Europa politicamente unita e ridotto a niente più di una specie di rosario passatempo le litanie di tutti quei politici che, a volte, intendono esorcizzare la crisi sollecitando con superficialità la creazione immediata degli Stati Uniti d'Europa. Gli stessi che cercano di catturare il consenso abbagliando gli elettori con slogan obsoleti, utili solo ad evocare un possibile ricupero della piena sovranità nazionale, senza alcuna valutazione delle conseguenze negative.
Le iniziative di Mario Draghi sono valse a dimostrare che l'integrazione economica e quella politica degli Stati dell'Unione europea possono progredire parallelamente; ha così ridato fiato alle trombe dei filoeuropeisti, e l'ottimismo ha persino consentito di ricuperare alla causa dell'Ue un euroscettico come Niall Ferguson. Per il docente di storia moderna all'Università di Harvard, tuttavia, per salvare l'euro non è sufficiente lo scudo anti-spread; occorre tornare allo spirito del 25 marzo 1957, allorché a Roma i sei Paesi fondatori firmarono il Trattato CEE, per decidere come rimuovere i limiti che ancora permangono nei diversi trattati; in particolare, per ridefinire l'identità del nuovo soggetto politico che si vuole realizzare, partendo dall'accertamento delle differenze profonde ancora esistenti. Queste differenze non stanno solo nei numeri dell'economia, ma anche in altri standard che Ferguson, elencandone 15, trae dal World economic forum del 2011 (protezione dei diritti d'autore, efficienza anticorruzione, argini ai favoritismi politici, ecc.). L'Europa dovrebbe quindi adottare il metodo Draghi allargandolo però anche a tutti gli altri settori in cui permangono differenze profonde.
A tal fine, le istituzioni europee dovrebbero essere guidate da veri statisti dotati di lungimiranza e di grande capacità unificatrice per rimuovere le differenze territoriali residue. In questa prospettiva, conclude Ferguson, legando l'azione a breve a quella di più lungo periodo, gli aiuti ai Paesi dovrebbero essere distribuiti solo a fronte di progressi, non solo sulla contabilità di bilancio, ma anche sulla tutela dei diritti d'autore, sull'efficienza dei tribunali civili, sulla valorizzazione del merito e così via. L'azione per cambiare gli atteggiamenti euroscettici dovrebbe prendere perciò una forma molto diversa dai negoziati sui soli numeri dell'economia, per stimolare e potenziare i sentimenti pro-europei. Oggi questi sentimenti sono latenti e sopiti dall'incapacità dei singoli Stati di pervenire, ispirandosi all'azione di Mario Draghi, a una più approfondita unificazione delle politiche nazionali che più possono concorrere al ricupero di una condizione di stabilità e di ripresa della crescita dell'intera eurozona.
*Università di Cagliari

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Ed_Cagliari
L’UNIVERSITÀ DI NUORO È UN ARGINE
di PIETRO LUCIANO
 
Il 1° ottobre con un'irrituale lezione in piazza, per sottolineare la mancata erogazione dei fi-nanziamenti regionali, si è aperto a Nuoro il 20° anno accademico della sede gemmata dell'Università di Sassari. Viste le crescenti difficoltà, vale la pena chiedersi se è ancora utile proseguire questa esperienza. Personalmente sono convinto che le ragioni per le quali essa è stata avviata non solo non sono venute meno ma purtroppo se ne sono aggiunte delle altre. L'Università a Nuoro è stata voluta con l'intento di limitare il fenomeno del banditismo e di avviare la formazione di una nuova classe dirigente in grado di va-lorizzare le risorse naturali della Sardegna centrale.
L'apertura dei corsi di Scienze forestali e di Scienze ambientali gemmati dall'Università di Sassari doveva essere funzionale al progetto di trasformare il centro dell'isola in un grande parco naturale, immaginato come volano di sviluppo sostenibile e di nuova occupazione. I contrasti e le opposizioni, a volte violente, all'istituzione del Parco del Gennargentu hanno indebolito anche l'esperienza universitaria, che vedeva scemare quel legame stretto col territorio nel quale era stata chiamata ad insediarsi. A tale difficoltà si sono aggiunti il ritardo nella realizzazione delle residenze studentesche e del "campus" e, in seguito, l'emanazione di norme universitarie più restrittive, che hanno imposto la chiusura dei corsi di Scienze sociali e di Pubblica amministrazione (Università di Cagliari) e di Scienze Ambientali (Università di Sassari). Attualmente sono attivi i corsi di Scienze forestali e ambientali nonché il Dottorato di ricerca in Monitoraggio e gestione dei sistemi forestali; Nuoro è anche polo didattico dei corsi di Infermieristica e di Diritto delle Amministrazioni e delle imprese pubbliche e private che hanno sede rispettivamente a Cagliari e Sassari. In questi 20 anni la condizione economica e occupazionale della Sardegna centrale si è ulteriormente aggravata: - le zone industriali di Ottana, Macomer e Siniscola appaiono irrimediabilmente destinate alla chiusura; - continua ad aumentare il numero dei giovani che emigrano; - coloro che vanno a studiare in altre Università italiane o europee difficilmente ritornano. Si è accentuato quindi un altro e forse più preoccupante fenomeno: lo spopolamento del territorio. Il recente Rapporto Svimez ha confermato come le zone interne abbiano una ridotta densità abitativa e un elevato indice di vecchiaia in una Sardegna di per se stessa caratterizzata da un tasso di mortalità più alto del tasso di natalità. Chiudere l'Università a Nuoro significherebbe togliere un presidio culturale al servizio dei giovani meno abbienti e di molti studenti-lavoratori, privandoli della possibilità di accedere ad una formazione universitaria che può offrire loro nuove e più alte competenze insieme ad una visione diversa su come gestire un territorio fra i più ricchi di boschi e di bellezze naturali di tutto il Mediterraneo e dove decine di migliaia di ettari di terre pubbliche attendono di essere valorizzate, con soluzioni e criteri innovativi, a beneficio di tutta la collettività. Le Università sarde, che a Nuoro in questi anni hanno consentito a oltre 800 giovani di laurearsi e a 61 di diventare dottori di ricerca, hanno contribuito ad accrescere questa consapevolezza e ad incoraggiare attività imprenditoriali come argine all'emigrazione e allo spopolamento, che nel giro di una o due generazioni al massimo potrebbero farci perdere i nostri giovani e con essi la nostra cultura, le nostre tradizioni e il nostro territorio.
Dipartimento di Agraria
Università di Sassari
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
Erasmus, fondi garantiti dall’Università di Sassari
 
SASSARI Non è in pericolo la copertura finanziaria delle sovvenzioni programmate per tutte le mobilità approvate dall’Università di Sassari per il 2012/2013. Lo sottolinea l’ateneo. Gli studenti Erasmus e tutti coloro che si accingono a partire per le esperienze di studio all’estero riceveranno le borse a cui hanno diritto: in totale sono coinvolti circa 600 studenti. L’allarme lanciato dal presidente della commissione Bilancio del Parlamento europeo ha suscitato preoccupazione tra gli studenti e le famiglie. L’Università di Sassari, attraverso il delegato rettoriale, professor Piero Sanna, ha garantito la copertura e l’intero pagamento delle borse Erasmus per il 2012/2013.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Ed_Cagliari
«Senza Erasmus futuro amputato»
L’appello dei giovani di Confindustria. L’eurodeputata Costa: i fondi arriveranno
 
BRUXELLES Sale la preoccupazione per il destino del programma Erasmus, che sembra essersi ritrovato ostaggio della “guerra del bilancio” tra le istituzioni europee. Da una parte i paesi pro-austerità del fronte nordico, come Gran Bretagna, Germania e Finlandia, che in tempi di crisi vogliono tagliare i fondi all’Ue, e dall’altra Commissione ed Europarlamento che chiedono invece più risorse per finanziare i programmi per crescita, occupazione ed educazione. Strumento della partita, l’Erasmus, con tutto l’immaginario e le emozioni che porta con sè - il biglietto da visita migliore dell’Europa, condiviso da oltre 2 milioni e mezzo di studenti che dal 1987 sono partiti, andando a studiare in un’università straniera, per un’avventura che dura tutta la vita. La verità sta forse nel mezzo. E viene fuori dalle parole dell’eurodeputata del Pd Silvia Costa, membro della commissione Cultura dell’Europarlamento al momento al lavoro sul Programma per l’educazione 2014-2020, dove si prevede un aumento del 75% delle risorse a disposizione rispetto al 2007-2013. Visto l’allarme creato, è partita la verifica: contattata l’Agenzia Nazionale Erasmus, questa, ha raccontato la Costa, «pur ancora in assenza di una comunicazione ufficiale da parte della Commissione» ritiene che «si tratterà solo di un ritardo» e che «entro la fine dell’anno tutte le risorse programmate saranno erogate». Nel frattempo l’incertezza sul futuro del programma di scambio universitario ha già fatto mobilitare tutti, da Fli, che ha annunciato un’interpellanza urgente al governo, alla Lega Nord. Strasburgo si è attivata subito, e in commissione bilancio sono stati approvati emendamenti per evitare i tagli del Consiglio Ue sul programma Erasmus. Anche i diretti interessati hanno chiesto chiarezza a Bruxelles. «Abbiamo bisogno di una soluzione a lungo termine che garantisca i finanziamenti per tutte le prossime generazioni di studenti Erasmus», ha sottolineato la presidente dell’Unione degli studenti europei Karina Ufert, esortando i 27 a «riconoscere l’importanza dei programmi europei di mobilità». E nel frattempo, ha chiesto il coordinatore nazionale dell’Udu Michele Orezzi, «serve una risposta certa e immediata per garantire tutti gli studenti che già stanno pianificando e hanno il diritto di organizzare in tutta tranquillità il prossimo anno accademico». Perché, ricordano i Giovani industriali, «tagliare il progetto Erasmus significa amputare la possibilità di migliorare il nostro futuro».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
UNIVERSITÀ
Start up, 18 milioni per imprese innovative
Martedì prossimo saranno presentati i tre bandi Por Fesr Sardegna Ricerche
 
SASSARI L’Università mette a disposizione oltre 18 milioni per la creazione e il consolidamentodi nuove imprese innovative. Martedì 9 ottobre a partire dalle 15, nell'aula magna dell'Università saranno presentati i bandi Por Fesr Sardegna 2007-2013, pubblicati da Sardegna Ricerche. Si tratta di tre bandi relativi agli aiuti erogati per start up innovative, progetti di ricerca e sviluppo, nuove imprese innovative. I primi due fanno capo al progetto Innova.Re gestito dagli Uffici Trasferimento Tecnologico delle Università di Sassari e Cagliari assieme a Sardegna Ricerche. Il budget a disposizione è rispettivamente di 800mila euro, 2 milioni di euro e 15,5 milioni di euro per un totale di 18milioni e 300 mila euro. Il primo bando è per start up innovative: 800mila euro e mira a promuovere sul territorio regionale la nascita di start up innovative che valorizzino economicamente i risultati della ricerca sviluppando nuovi prodotti e servizi innovativi. E' prevista per ciascun beneficiario la concessione, con il regime ‘de minimis’, di un contributo finanziario a fondo perduto fino a un massimo di 100mila euro con una partecipazione finanziaria minima del soggetto proponente di almeno il 15 per cento. Possono presentare domanda professori, ricercatori, personale tecnico e studenti, aspiranti imprenditori. Le 25 idee d’impresa selezionate tra tutte quelle presentate seguiranno un percorso di accompagnamento per la predisposizione del business plan. Ai migliori business plan sarà assegnato il contributo finanziario per l’avvio delle start-up, per le quali è previsto un percorso di affiancamento di un anno finalizzato alla realizzazione dei piani di sviluppo aziendale. Aiuti per progetti di ricerca e sviluppo: 2milioni di euro. Il bando intende incrementare la propensione delle imprese del territorio a investire in attività di sviluppo sperimentale e ricerca industriale. Il programma prevede una riserva del 60 per cento della dotazione finanziaria pubblica, pari a 1milione e 200mila euro, per progetti proposti da spin-off dei due atenei sardi, cioè società di capitali create a partire da un'idea nata dal contesto della ricerca tecnologica universitaria. Aiuti per nuove imprese innovative: 15miloni e 500mila euro. Il bando è finalizzato a consolidare e favorire la crescita di nuove imprese innovative che intendono valorizzare a livello produttivo e commerciale i loro prodotti e servizi sul territorio regionale. E' indirizzato alle piccole imprese innovative esistenti, costituite da meno di 6 anni, e che, in uno dei tre anni precedenti la concessione dell’aiuto, abbiano dedicato almeno il 15 per cento dei costi operativi a progetti di ricerca e sviluppo. Il bando è organizzato in modalità sportello. L’agevolazione per ciascuna impresa non potrà superare un milione di euro. Le domande per Aiuti per nuove imprese innovative possono essere presentate per via telematica entro i seguenti termini temporali: prima call sino alle ore 12 del 30 novembre. Seconda call: dalle 12 del 3 dicembre alle 12 del 28 febbraio. Terza call: dalle 12 del 31 marzo alle ore 12 del 30 aprile . Il numero delle chiamate è legato al numero dei progetti presentati: non ci saranno chiamate oltre la prima nel caso in cui vengano assegnate tutte le risorse.

Questionario e social

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