UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 20 settembre 2012

Giovedì 20 settembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 settembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 

L’UNIONE SARDA


1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
CAGLIARI. Il prof agli studenti: tirate su i jeans o niente esame
Mutande vietate in Giurisprudenza

Niente mutande fuori dai jeans agli esami. Gli studenti della facoltà di Giurisprudenza, a Cagliari, sono avvisati. A pubblicare l'annuncio sul sito internet della facoltà, Giovanni Cocco, ordinario di Diritto penale, che nella sua bacheca scrive: «Chi non rispetterà la regola non sarà esaminato». L'invito perentorio è rivolto a tutti, studenti e studentesse. Entrando nel dettaglio il docente parla di «pantaloni ampiamente calati a esibire pressoché integralmente le mutande». Commentando subito dopo, «pare che sia la penultima moda idiota». Un messaggio che non passerà inosservato tra i frequentatori dell'Ateneo cagliaritano. La polemica è assicurata.

Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Docente chiede agli studenti un abbigliamento più decoroso
«Niente slip in vista» Il monito apparso sul sito di Giurisprudenza 
«Preciso ai signori studenti che non verrà più tollerata la esibizione di mutande o altro abbigliamento intimo durante le lezioni o gli esami». Quello di Giovanni Cocco, ordinario di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza, è molto più di un suggerimento, praticamente un aut aut, perché se l'abbigliamento di studentesse e studenti continuerà a non essere «consono a un ambiente di studio e di ricerca» come quello universitario, allora niente lezioni e soprattutto niente esame.
L'ANNUNCIO Nelle aule di viale Fra' Ignazio, il professore, oltre che insegnare Diritto penale, ha quindi deciso di fare anche l'educatore, pubblicando sulla sua bacheca, nella sezione avvisi del sito internet della facoltà, un invito rivolto a tutti gli studenti perché si presentino alle lezioni o agli esami con un abbigliamento rispettoso dell'ambiente universitario, «che non è né una spiaggia, né una discoteca o la propria abitazione», scrive. Pertanto niente più abiti succinti, scollature mozzafiato e pantaloni a vita bassa che mettano in evidenza l'abbigliamento intimo.
GLI STUDENTI «Tutto vero», afferma Marco Meloni, coordinatore di Unica 2.0, associazione studentesca dell'ateneo cagliaritano. «Tuttavia riteniamo che una persona debba essere giudicata soltanto per la sua preparazione e non per il suo abbigliamento», aggiunge. «Va bene la decenza, anche nel modo di vestire, ma allora che sia decenza in tutto perché non ci si può scandalizzare per un pantalone a vita bassa se poi nessuno si pone problemi sui disservizi dell'università».
LE SPIEGAZIONI La questione, però, viene spiegata in un passaggio successivo della comunicazione del professor Cocco che fa riferimento a un recente episodio in cui qualche studente si è presentato «agli esami con pantaloni ampiamente calati a esibire pressoché integralmente le mutande». Commentando, tra parentesi «pare che sia la penultima moda idiota».
Il docente sottolinea anche di essere stupito di dover imporre, per l'abbigliamento, regole minime di rispetto. «A parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzione o affermare la propria personalità in e con le mutande, ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire, è il caso di sottolineare che il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza e d'ora in poi una siffatta mancanza impedirà che si proceda a esaminare l'autore, di qualsivoglia genere, di una siffatta esibizione, che dovrà ripresentarsi vestito in consonanza con le aule universitarie frequentate».
Mauro Madeddu
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
«Cagliari, la città del no» Pasquale Mistretta, ex rettore, illustre urbanista e mancato sindaco
parla della grave crisi e del futuro dell'Isola con un occhio al capoluogo  
Vedi tutte le 3 foto di Carlo Figari
La crisi del Sulcis e di tutta la Sardegna. Una mentalità, quella dei sardi, che ci impedisce di guardare oltre. Un futuro pieno di incognite, che fa paura, ma che può essere affrontato con nuove speranze. E poi Cagliari, eterna incompiuta in attesa di diventare quella capitale del Mediterraneo che ancora non è. Pasquale Mistretta è un fiume in piena quando parla di Sardegna, dei sardi e della sua città. Ex rettore "magnifico" lui che è stato a capo dell'ateneo cittadino per quasi vent'anni (1991-2009). Urbanista di prestigio, ha lavorato a molti piani di sviluppo dell'Isola. Politico di razza con un passato mai rinnegato di socialista del Garofano. E sindaco mancato: «Non mi hanno voluto», scherza. Alla soglia degli ottant'anni è ben lontano dal mettersi in pigiama a leggere L'Unione Sarda. L'ultimo anno lo ha passato a scrivere due volumoni che raccolgono mezzo secolo di saggi, articoli e interventi di ogni genere. «È la mia storia», dice. Ma è anche la storia della Sardegna ai raggi ics.
Professore, oggi siamo in ginocchio. Le statistiche dicono che stiamo precipitando.
«Alcuni dati sono frutto della situazione internazionale in atto da almeno 2- 3 anni che si è accentuata in quest'ultimo 2012».
Anche il turismo va giù.
«I turisti che venivano in Sardegna oggi hanno una gamma di scelte maggiore, grazie ai low cost. Poi hanno bisogno di risparmiare sulla durata del soggiorno. Rispetto al passato si sono accorciati i tempi».
I trasporti ci hanno dato la mazzata finale.
«Il caro trasporti non si è modificato granché, perché è vero che è aumentato il costo della vita, ma anche il benessere generale. Per cui mentre prima non viaggiava nessuno e non ci si accorgeva del costo, oggi viaggiamo tutti e quindi ce ne accorgiamo. Soprattutto per i traghetti».
Il problema però esiste.
«Qui in Sardegna dobbiamo distinguere due modi di leggere il problema: il primo è l'onestà dei dati e l'onestà di memoria storica. Cosa che spesso mettiamo in discussione. La seconda è una lettura di comodo che di solito può essere strumentalizzata per ottenere risultati di compassione e di rivendicazione che poi di fatto non siamo in grado di risolvere».
Che vuol dire?
«La domanda che mi pongo sempre è la contraddizione che esiste tra la voglia di indipendenza diffusa anche tra persone che stimo per onestà intellettuale, e la sudditanza economica di cui non possiamo liberarci nei confronti di Roma. Chiediamo continuamente a Roma risorse dovute di soldi, interventi per energia e per occupazione, per salvaguardare alcune realtà che non hanno senso di esistere».
Battiamo i pugni perché Roma non ci ascolta.
«Supponiamo che in un tavolo romano si decida di dare alla Sardegna tutto quello che chiede in soldi, ammettiamo che ci diano X miliardi. Primo: cosa ne facciamo? Secondo: come li spendiamo e quando li spendiamo? Terzo: servono per riconvertire il sistema che comunque ha bisogno di tempi per la riconversione?».
Insomma, con Roma dovremo sempre confrontarci.
«Dobbiamo dimenticarci una volta per tutte dell'indipendenza perché non possiamo essere indipendenti in quanto non abbiamo massa critica, risorse e interlocuzione internazionale. Penso alle macro aree che sono in forte competizione mondiale perché hanno le Borse e i mercati come Singapore, Hong Kong, Abu Dhabi. Ma noi con chi ci rapportiamo?»
Lo dica lei.
«L'unica possibilità è dialogare con l'Europa saltando l'Italia, facendo riferimento alle cosiddette realtà politiche minori come la Scozia o le Baleari. Bisogna valutare gli scenari possibili in cui potremmo inserirci. Difficile inventarsene uno nuovo».
Nel panorama continentale oggi contiamo poco o niente.
«Quale forza d'urto può rappresentare un milione e mezzo di abitanti in crisi di sistema e di identità, a prescindere dai balli sardi? Con quali credenziali ci presentiamo come risorsa credibile? Per questo sono favorevole a vendere a un emiro, magari mettendoci su la bandiera con i quattro mori».
Il Sulcis sta pagando questa situazione.
«Si doveva suonare solo la sirena di attenzione quando qualcuno ha inventato i progetti attuali. Si sono illusi molti giovani assunti 3- 4 anni fa. Oggi è tardi».
Il sogno industriale, nato negli anni Settanta, è definitivamente tramontato?
«La scelta della petrolchimica e della grande industria è stata dovuta perché senza quegli interventi-macro non si sarebbero affrontati i problemi della disoccupazione e del superamento dell'agropastorizia. La povertà produceva banditismo. Di fronte a questo scarto di memoria non possiamo dire che la colpa fu di Roma. Ciò ha funzionato sino a quando la petrolchimica è andata in crisi e la globalizzazione ha portato le industrie in zone dove la mano d'opera e l'inquinamento costano zero, l'energia e i trasporti costano sino a un certo punto».
I primi nemici dei sardi sono i sardi stessi. Che ne pensa?
«Lo ha scritto bene Massimo Crivelli su questo giornale mettendo il dito sulle verità di chi siamo, di come piangiamo, di come abbiamo fatto finta di non capire che il mondo stava cambiando. E aggiungo io che noi dovevamo cambiare aiutando il mondo sardo a cambiare insieme allo stato italiano e all'Europa. Invece abbiamo fatto di tutto per allargare la forbice con l'Italia e l'Europa che ci dicevano certe cose e noi che continuavamo a fare resistenza passiva».
Di chi la colpa?
«La classe politica siamo noi. Il responsabile è la società sarda, la mentalità del tutto è dovuto, di lavorare sotto il condominio, di non spendere per le cose dovute. È una mentalità che fa parte della mentalità sarda e di cui il politico è l'espressione. Poi ci mettiamo gli orticelli elettorali».
Esiste una via d'uscita?
«Credo esista una via da percorrere: la società sarda si deve rendere conto che il quadro è assolutamente diverso e deve cambiare la mentalità. È ovvio che la leadership politica farà parte di questa riconversione mentale. Secondo: intervenire con verità e certezze sull'esistente, sul macro industriale e sugli altri settori importanti cominciando dall'agricoltura».
Cagliari, la sua città. La nuova amministrazione sta lavorando bene?
«Non mi piace il comportamento fazioso di alcuni consiglieri comunali per il loro stizzoso rivendicazionismo. Per ora non sono in grado di valutare il lavoro di Zedda».
Il caso anfiteatro...
«Quando l'ex sindaco Delogu dodici anni fa avviò la messa in posa del tavolato si era riproposto di smontare a ottobre e di rimettere tutto l'anno successivo. Poi si è capito che costava troppo e che i cagliaritani si abituano a tutto. Sono passati gli anni e ora è arrivato l'ordine della Soprintendenza. La scelta non è di Zedda».
La telenovela dello stadio: una vergogna per tutti.
«So che Cellino deve un sacco di soldi al Comune perché c'è una convenzione. Si sono impegnati ingegneri e presentati progetti, dopodiché non se n'è fatto nulla. Questa vicenda fa parte di una storia di chi ha giocato sulla stadio. Anche i miei amici ex sindaci hanno le loro responsabilità».
Che fare di Sant'Elia?
«Lo stadio potrebbe funzionare anche diviso in due con setti mobili come avviene in altri impianti del mondo. Una parte si può coprire per fare dei gusci che possano ospitare orchestre e spettacoli. Non c'è dubbio, si deve salvare».
Parliamo del Poetto.
«Un'altra cosa ereditata. C'è chi deve ancora rispondere alla Corte dei conti per i danni causati dal disastroso ripascimento. Le colpe non sono solo del Comune, ma della Capitaneria e della Regione che del Poetto hanno fatto una cosa su cui non si decide mai. La triste realtà è che Cagliari e la città del no».
Chiudiamo con l'Università. Con i test si sta cancellando il diritto allo studio.
«Non è vero perché se si vuole fare una selezione di merito ci vuole pure un criterio per quanto discutibile e migliorabile. Preferirei per questione di stile non aggiungere altro sul nostro ateneo, non sarebbe corretto. Posso solo dire che sta subendo le grandi trasformazioni della legge Gelmini che io vedo in positivo».
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
CAPOTERRA. Frutti d'Oro, lavori rallentati dalla presenza in mare di tre dolia di epoca romana
Le anfore bloccano il ripascimento
Indagine archeologica subacquea prima di sistemare le dighe    
C'è uno stop sulla strada del ripascimento. Sott'acqua, a bassissima profondità, distante neppure cinquanta metri dalla costa erosa di Frutti d'Oro. Tre dolia, enormi anfore vinarie di epoca romana, seminascoste nella melma, scoperte una decina di anni fa, mai recuperate dagli archeologi e tornate ora prepotentemente a galla mentre ci si apprestava a far partire il progetto di ricostituzione della spiaggia ingoiata dal mare e di sistemazione delle barriere antiflutti. La Soprintendenza ai beni archeologici di Cagliari ha preso tempo. Prima che le benne a polipo piazzeranno in acque i macigni per costruire le sei massicciate lunghe ognuna 850 metri e realizzate obliquamente alla linea di costa (l'appalto è stato affidato al Consorzio Ciro Menotti di Ravenna), gli studiosi del mondo antico vogliono vederci chiaro sull'area interessata dai lavori. Intanto capire se quei grossi contenitori sommersi siano tre e soltanto tre. E ancora, se i facessero parte di un carico di bordo di un relitto inabissatosi in queste acque o se al contrario siano anfore di forma circolare che infossate sul terreno, magari di una cantina di duemila anni fa, conservassero il vino così caro ai Romani.
IN MUNICIPIO «Speriamo che non ci sia alcuno stop ai programmi di ripascimento che attendiamo da oltre dieci anni», dice il sindaco di Capoterra, Francesco Dessì. «In merito abbiamo notizie confortanti, i lavori non dovrebbero subire rinvii. Il sito archeologico sommerso lo si conosceva dal 2002, quando si tentò addirittura il recupero, poi rimandato. Non capisco perché in tutti questi anni non si sia intervenuti per studiare a fondo l'intera area».
GLI ESPERTI Lo faranno adesso i subacquei della Soprintendenza guidati dall'archeologo Ignazio Sanna. «Non si vuole bloccare nessun programma di ripascimento, con i progettisti tra l'altro abbiamo un confronto costante, l'indagine archeologica è però assolutamente obbligatoria, esattamente come quella, per intenderci, sugli ordigni bellici», spiega Sanna. «Dobbiamo conoscere l'entità del sito subacqueo e per questo completeremo l'indagine preliminare a largo raggio. Vogliamo acquisire maggiori conoscenze e capire se i tre contenitori siano manufatti appartenenti al relitto di una nave, magari naufragata più a largo, o siano “dolia de fossa”, cioè appartenenti a strutture terrestri». Alla luce anche di un insediamento (anche questo in parte conosciuto) che venne alla luce negli anni Cinquanta a Su Loi, dove emersero i resti di una villa romana e un bel mosaico. «Il primo dolia sporge appena dal fondale ad una quarantina di metri dalla costa e si trova ad una profondità di un metro e sessanta centimetri. Il secondo è distante circa cinque metri e il terzo e poco più fuori. Sono, grazie alla loro forma tondeggiante, ruzzolati verso la costa spinti dalle mareggiate? Lì sotto, nascosto dalla fanghiglia, c'è un relitto? Ebbene, è questo che dobbiamo capire. Però, ripeto, non ci saranno ritardi importanti per il progetto di ripascimento».
GLI INTERVENTI Un'ipotesi è che si proceda per gradi. Partendo dal versante ovest per iniziare a sistemare le dighe semisofolte mentre gli archeologi danno vita alle prospezioni subacquee.
Saranno sei i pennelli che dovranno smorzare le mareggiate e impedire alle onde di continuare a ingoiare la sabbia, la poca rimasta, ma soprattutto bloccarle prima che possano raggiungere le case. A dirigere il piano di ripascimento sarà l'ingegner Nicola Montaldo, docente di costruzioni idrauliche marittime all'Università di Cagliari e progettista del piano antierosione. Un progetto da un milione 335 mila euro.
Andrea Piras
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Oltre duecento studiosi di italianistica a confronto
All'Università di Sassari gli Stati generali dell'Adi

Da ieri 19 a lunedì l'Università di Sassari ospita gli Stati generali dell'italianistica per la XVI edizione del Congresso dell'Adi (Associazione degli Italianisti). Oltre 200 docenti, ricercatori, studiosi, si incontrano per la prima volta in Sardegna, a Sassari e ad Alghero, per l'evento scientifico più importante rivolto agli esperti di letteratura italiana. Promotori dell'iniziativa sono stati il professor Aldo M. Morace, docente di Letteratura italiana, e il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, che hanno collaborato con il Direttivo Adi e il presidente Guido Baldassarri dell'Università di Padova.
Il tema centrale è il rapporto tra scrittura e scena teatrale, dalle origini della letteratura, passando per il periodo rinascimentale e cinquecentesco, fino alle metamorfosi novecentesche e contemporanee, scaturite dall'invenzione del cinema che vide tra i protagonisti in numero significativo gli scrittori italiani. L'appuntamento è il quarto atto di una riflessione, avviata negli anni precedenti presso le Università di Foggia (2009), Genova (2010) e Torino (2011), in concomitanza con il triennio celebrativo in onore del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, dedicata alle relazioni tra la letteratura italiana e la costruzione di una identità e coscienza nazionale. Tra i partecipanti al Congresso 120 giovani studiosi, provenienti da tutta Italia, che avranno la possibilità di comunicare l'esito dei propri studi e delle proprie ricerche, di aprire dibattiti, di crescere e confrontarsi con i più prestigiosi studiosi della disciplina.
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
SASSARI. Il piano dell'organico si discuterà il 26 settembre nella sede del Rettorato
Via alle assunzioni in corsia
Mastino: l'Università ha sempre sostenuto i diritti dei lavoratori
L'atto aziendale dell'Azienda ospedaliero-universitaria approderà sul tavolo della prossima riunione del consiglio di amministrazione dell'Università di Sassari. La seduta si terrà il prossimo 26 settembre in rettorato per discutere la proposta di inquadramento del personale.
«L'Università di Sassari ha sempre sostenuto i diritti dei lavoratori - ha intanto ribadito il rettore Attilio Mastino rispondendo fermamente ai sindacati - e non si è mai sottratta al dialogo e al confronto per perseguire interessi generali, soprattutto su una questione delicata come quella sanitaria. Per questo affronteremo il tema e chiederemo all'azienda di applicare il contratto di lavoro secondo quanto già contenuto e previsto nel documento». L'argomento è stato oggetto di confronto anche con l'assessore regionale Simona De Francisci che convocherà l'Università anche su questa questione. «Stiamo completando la ricognizione del personale in servizio - ha concluso Mastino - per poter procedere a una proposta di inquadramento definitivo. Il personale universitario assegnato all'Aou deve avere ruoli e responsabilità adeguati alla professionalità di ciascuno».
Nei prossimi giorni, d'intesa con i vertici dell'azienda, si costituirà un tavolo tecnico di lavoro per la risoluzione di tutte le criticità. Proprio nei giorni scorsi, i sindacati avevano ritenuto illegittimo il documento perché contrario alle indicazioni del piano sanitario regionale. Una presa di posizione che aveva suscitato da subito mille polemiche.
A. Br.
 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Edizione CA)
NUORO Università e Ailun, primi fondi della Regione
Dopo l'annuncio di 33 licenziamenti per i mancati trasferimenti dei fondi al consorzio universitario e all'Ailun, la Regione ci ripensa. L'assessore alla Cultura Sergio Milia assicura che sono in arrivo un milione di euro al consorzio e 300 mila euro alla Libera università nuorese. Lo annuncia il consigliere regionale nuorese, Pietro Pittalis: l'erogazione è attesa la settimana prossima. Si tratta di una parte delle risorse assegnate per il 2011 ancora bloccate in Regione come quelle del 2012. I ritardi hanno lasciato vuote le casse del consorzio che dall'anno scorso non riesce a pagare i compensi dei docenti. Senza soldi anche la cooperativa Ecotopia che assicura tutti i servizi: da qui l'annuncio di 33 licenziamenti. Nella stessa situazione l'Ailun: i suoi sette dipendenti non percepiscono lo stipendio, né i docenti hanno avuto i rimborsi dovuti.

Nuoro e Provincia (Pagina 17 - Edizione NU)
UNIVERSITÀ. Scongiurati i licenziamenti e la paralisi dell'attività didattica
La Regione: soldi in arrivo Un milione al Consorzio, 300 mila euro all'Ailun 
Il grido di dolore del consorzio universitario e della cooperativa Ecotopia che, senza soldi, annuncia il licenziamento di 33 lavoratori fa breccia nella Regione. Pur con abbondante ritardo, ieri l'assessore Sergio Milia annuncia il trasferimento di un milione di euro. È l'anticipo dei due milioni 800 mila euro promessi al consorzio per il 2011. Non basta a risolvere la situazione, ma serve a evitare il peggio. In serata buone notizie anche per l'Ailun.
IN REGIONE L'università privata ha le casse vuote: in ballo sette dipendenti, borsisti e docenti che si ritrovano senza lo stipendio di agosto. Il capogruppo Pdl in consiglio regionale Pietro Pittalis annuncia: «Ho avuto assicurazione da parte dell'assessore della Cultura Sergio Milia che la settimana prossima la Giunta adotterà il provvedimento di liquidazione di un milione di euro a favore del Consorzio per gli studi universitari di Nuoro e 300 mila euro per l'Ailun. Ciò consentirà a entrambi di far fronte alle impellenti necessità e proseguire nell'attività programmata».
IL COMMISSARIO «Si tratta di un intervento parziale, ma è un primo passo», commenta Caterina Loi, commissario del consorzio universitario. Esprime soddisfazione dopo le assicurazioni dell'assessore Milia ricevute già ieri mattina sul milione in arrivo, anche grazie all'intenso lavoro di mediazione dei consiglieri regionali nuoresi. «Auspichiamo tempi certi - aggiunge - sul trasferimento del saldo del 2011 e anche di conoscere ciò che la Regione farà per il 2012». Anche perché - sottolinea - per quest'anno il piano di spesa previsto è di tre milioni 600 mila euro. Il milione in arrivo servirà a pagare gli stipendi dei docenti che attendono ancora i compensi del 2011, come pure a sostenere la cooperativa Ecotopia che con i suoi 33 dipendenti assicura tutti i servizi alle strutture universitarie. Ieri in un'assemblea i lavoratori della coop rinnovano la mobilitazione fino a quando la liquidazione dei fondi sarà cosa fatta.
CASO AILUN La situazione dell'Ailun è simile a quella del Consorzio e di Ecotopia. La libera università nuorese progetta corsi innovativi da proporre in tutta l'Isola, ma si ritrova senza soldi perché finora attende invano il finanziamento regionale di 950 mila euro previsto per il 2011. Men che meno ottiene acconti sui circa 900 mila euro del 2012. Negli ultimi tempi, per onorare gli impegni con i circa quaranta docenti coinvolti nei corsi e per pagare gli stipendi ai sette dipendenti, conta su anticipazioni bancarie. Ora però anche questa ultima possibilità è esaurita. Tutte le speranze per evitare il collasso sono riposte nella giunta regionale. In serata l'annuncio di Pittalis che allontana la possibile paralisi.
Marilena Orunesu
 
REAZIONI Mobilitazione in difesa dei corsi di laurea
Dopo l'Sos lanciato due giorni fa dalla cooperativa Ecotopia, dilaga la mobilitazione per salvare l'università. Iniziativa ricorrente negli anni, anche se i ritardi regionali sono sempre più pesanti, visto che prima le anticipazioni riuscivano a dare maggiore certezza alla gestione ordinaria. La commissione Ambiente del Comune, presieduta da Francesco Murgia, chiede un consiglio comunale straordinario sull'università mentre Rifondazione propone la riunione congiunta delle assemblee di Comune e Provincia e l'occupazione simbolica della sede universitaria fino a quando la Regione non erogherà i fondi.
Murgia esprime «il proprio unanime appoggio agli studenti, ai docenti e agli operatori che gestiscono i servizi logistici e amministrativi dell'università in ordine alla situazione causata dalle gravissime inadempienze della Regione relative ai finanziamenti dovuti e, a distanza di oltre un anno, non ancora erogati». Presidente e commissari parlano di «ennesimo atto che contribuisce alla marginalizzazione delle comunità del Nuorese» e stigmatizzano «la cronica tendenza della politica regionale a proseguire nel processo di centralizzazione di qualsiasi servizio nelle aree forti, destinando la Sardegna centrale ad una inesorabile desertificazione».
Il circolo Marx di Rifondazione appoggia la lotta dei lavoratori e chiede alla Regione il rispetto degli impegni della Finanziaria. «Forse siamo davanti a una strategia di abbandono al proprio destino e quindi di chiusura della sede nuorese», sostiene. E domanda: «Provincia e Comune come intendono rispondere a tanta prepotenza?».
 
 
 
7 - L’Unione Sarda / Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
SAN VERO. Campagna di scavi
Progetto Capo Mannu, archeologi al lavoro nel mare di Su Pallosu

Ultime battute per la conclusione dei lavori al museo civico. Un mese fa sono stati consegnati i lavori e nei giorni scorsi è partita l'opera.
Il progetto dell'importo di quattrocentonovantamila euro, finanziato con fondi regionali e comunali, prevede la realizzazione delle vetrine di esposizione, degli impianti per il restauro e la conservazione dei reperti subacquei e del montacarichi. Prevista anche la realizzazione degli impianti di climatizzazione e elettrico.
Al termine di questa parte di lavori si potrà aprire in modo definitivo la struttura che, finalmente, ospiterà l'esposizione dei reperti provenienti dagli scavi e dalle prospezioni svolte nel territorio del Comune.
«Nel frattempo il museo prosegue le attività scientifiche» spiega l'archeologo Alfonso Stiglitz, responsabile del museo, «con l'avvio, avvenuto agli inizi del mese di settembre, delle indagini legate al "progetto Capo Mannu"». Una iniziativa che si svolge sotto la direzione scientifica e la collaborazione di vari enti e studiosi, fra i quali i docenti Alessandro Usai (Soprintendenza archeologica), Alessandro Vanzetti (Università La Sapienza di Roma), Salvatore Carboni (Università di Cagliari), l'archeologo Alfonso Stiglitz (Museo Civico di San Vero Milis) e Giandaniele Castangia (Università di Cambridge).
«Le indagini, che proseguiranno per tutto il mese di ottobre» va avanti Stiglitz, «si svolgono nella regione del Sinis settentrionale e comprenderanno le prospezioni di superficie: lo scopo è quello di individuare e interpretare gli insediamenti archeologici, il rilevamento accurato di alcuni di essi, tra cui la zona delle domu de janas di Serra is Araus (che sorge all'interno di un fondo degli Evaristiani) e alcuni saggi di scavo nell'area di Su Pallosu».
Sono state inoltre realizzate alcune prospezioni subacquee nell'area antistante la zona di scavo, condotte da Ignazio Sanna della Soprintendenza archeologica coadiuvato dalla collega Anna Ardu. «Le indagini vedono inoltre la partecipazione di una decina di giovani archeologi provenienti da varie università italiane e straniere» conclude l'archeologo Stiglitz, «che con grande impegno rendono possibile l'iniziativa». ( pm )

CUGLIERI. Al lavoro studiosi dell'Università di Berlino e di Oristano: i primi risultati dello scavo
Cornus, alla ricerca della città
Sulla collina di S'Archittu ritrovato un muro romano di Età imperiale
Vedi la foto La distanza tra Berlino e Corchinas è colmata dal progetto di ricerca archeologica condotta dalla Freie Universität. L'ateneo della capitale tedesca e la collina di S'Archittu, dove presumibilmente ci sono le antiche vestigia della città di Cornus, sono legate dal filo comune della storia. È infatti l'équipe dello studioso Salvatore De Vincenzo, ricercatore di archeologia classica presso l'università berlinese che sta conducendo gli scavi a Corchinas con l'obiettivo di gettare luce sugli antichi insediamenti umani delle Coste Montiferrine. Il gruppo di lavoro di venti persone (15 studenti tedeschi, una ricercatrice abruzzese, una studente della Sapienza di Roma e tre allievi provenienti dalla facoltà di Archeologia di Oristano) ha fatto affiorare dopo i primi rilievi «un muro di pietre più o meno regolari unite da malta risalente verosimilmente alla medio-tarda età imperiale romana», spiega De Vincenzo. Una scoperta molto importante che prova a diradare le nubi sull'origine dei primi insediamenti umani del Montiferru: «Siamo qua dal 2010 - spiega De Vincenzo - abbiamo effettuato la stratigrafia del suolo ed è emersa questa interessante opera muraria. L'insediamento umano era sicuramente difensivo, sulla collina di Corchinas». Il progetto archeologico è sostenuto anche dal Comune, la giunta Loche ha deciso di concedere in comodato d'uso per 5 anni l'ex Convento dei Cappuccini per «il Polo museale gestito dall'Istituto Italiano di Archeologia, associazione senza scopo di lucro di cui De Vincenzo è presidente. Un volano per lo sviluppo turistico-culturale del territorio», spiega Andrea Loche.
Joseph Pintus
 
 
 
8 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 17 - Edizione NU)
Badu 'e carros
Diritto allo studio per un detenuto

È stato trasferito dal carcere di Spoleto a Badu 'e Carros. Ora il leader del movimento Diritti civili, Franco Corbelli, rivolge un appello al ministro della Giustizia, Paola Severino, perché il calabrese Santo Barreca, di 53 anni, da 22 anni in prigione, possa «continuare gli studi universitari brillantemente avviati presso l'Università di Perugia. Il trasferimento dal carcere umbro a quello sardo di fatto preclude al detenuto la possibilità di poter proseguire con gli studi universitari».
Il caso è stato segnalato a Corbelli dal difensore di Santo Barreca, l'avvocato Aurelio Chizzoniti, che ha scritto una missiva al leader di Diritti civili chiedendogli di intervenire «per sostenere l'ennesima causa giusta». Chizzoniti ha informato Corbelli di «aver presentato un'istanza alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e un'altra al Dap».
 
 
 

 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Prima Pagina
CAGLIARI Mutande in vista, niente esame 
Il docente di diritto penale: look più decoroso in facoltà 
Vietato mettere in mostra le mutande o altro abbigliamento intimo agli esami di diritto penale. Altrimenti, prego si accomodi: il candidato può ripresentarsi solo se vestito in maniera più consona. È il garbato, ma perentorio invito lanciato da Giovanni Cocco, ordinario all'Università del capoluogo, nella sua bacheca. AMBU A PAGINA 9

«Mostri le mutande? Non fai l’esame»
Cagliari, un docente universitario contesta il look degli studenti e li invita a vestirsi in maniera più decorosa
di Stefano Ambu
CAGLIARI Vietato mettere in mostra le mutande o altro abbigliamento intimo agli esami di diritto penale. Altrimenti, prego si accomodi: il candidato può ripresentarsi solo se vestito in maniera più consona.
È il garbato, ma perentorio invito lanciato da Giovanni Cocco, ordinario all'Università del capoluogo, nella sua bacheca, sezione avvisi, del sito internet della facoltà di giurisprudenza. Titolo dellacomunicazione: abbigliamento con cui presentarsi a esami e lezioni. Prima regola: niente mutande in vista. Non che gli studenti si presentino senza pantaloni o in costume da bagno, per carità. Mai successo. Nel mirino del professore c'è però quella, definizione dello stesso docente, che pare la "penultimamoda idiota". Ovvero: "Pantaloni ampiamente calati ad esibire pressoché integralmente le mutande". Il messaggio è molto chiaro. Ed è rivolto a ragazzi e ragazze. "A parte la ridicolaggine di chi pensa di fare la rivoluzioneo affermare la propria personalità in - e con le – mutande (ancorché acquistate a caro prezzo e con il marchietto da esibire) – spiega l'avviso scritto dal docente – è appena il caso di sottolineare che il rispetto reciproco è alla base di qualsiasi convivenza e d’ora in poi una siffatta mancanza di rispetto impedirà che si proceda ad esaminare l’autore (ovviamente di qualsivoglia genere) di una siffatta esibizione, che dovrà ripresentarsi vestito in consonanza con le aule universitarie frequentate".
Deve essere evidente a tutti il contesto di studio e di ricerca in cui ci si trova, non ludico quale la discoteca o la spiaggia o l’intimità della propria abitazione
Giovanni Cocco sottolinea in apertura di avviso di essere per primo stupito di dovere imporre minime regole di rispetto nei propri confronti e della commissione con riguardo all’abbigliamento. "Dovendo essere evidente a tutti – precisa – il contesto di studio e ricerca in cui ci si trova, e non ludico quali la discoteca o la spiaggia, o l’intimità della propria abitazione, preciso ai signori studenti che non verrà più tollerata la esibizione di mutande od altro abbigliamento intimo". La distanza d'età con gli studenti non è abissale, all’origine dell’invito non è una questione di generazioni: ma evidentemente c'è un andazzo che al docente di diritto penale proprio non va giù. E ora gli studenti si dovranno regolare di conseguenza, pena il rischio di doversi ripresentare, vestiti in maniera accettabile, all’appello successivo dell’esame. Giovanni Cocco, recita il curriculum, ha cominciato la sua carriera universitaria nel 1993 come ricercatore. E dal 2002 è professore di prima fascia (ordinario) nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università cagliaritana. Tra le altre cose, in diverse occasioni, anche recentemente, è stato il legale del presidente del Cagliari MassimoCellino. L’appuntamento ora è rimandato al prossimo appello di diritto penale: l'invito del professore ha già fatto il giro di Facebook e della facoltà. E ormai lo sanno tutti: nessuno studente (questo sembra garantito) si farà trovare impreparato. Almeno per quanto riguarda il look.
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Prima Pagina
De Moura, «L’architetto deve sfidare la crisi»
Tre concerti per altrettanti modi di intendere le risonanze in musica. A Quartu Sant'Elena ritorna "Not(T)e di Not(t)e", trittico di serate organizzato da Spaziomusica. Alla sua seconda edizione, battezzata “Risonanze”, nei locali dell'ex convento dei Cappuccini oggi alle 20,30, propone le risonanze della voce recitante di Marcello Enardu con la tromba e gli strumenti elettronici di Mario Massa, protagonisti di “Mammuscone”: musica e parole per raccontare leggende della Sardegna. Flauto e violoncello al centro della serata di domani con un programma che alterna pagine barocche di Johann Adolf Hasse, Francesco Geminiani e Georg Friedrich Händel alla contemporaneità dei brani firmati da Alan Hovhaness e dagli stessi interpreti del concerto: il flautista Andrea Ortu e il violoncellista Carlo Cabiddu riuniti sotto l'insegna di Maganos. Per l'ultimo appuntamento, sabato 22 (stessa ora), la scena si trasferisce all'interno della Chiesa di Sant'Agata, spazio ideale ad accogliere il Gruppo vocale Cantigos diretto da Barbara Mostallino. Il programma, anche in questo caso, spazia nel tempo, dall'ars antiqua di Perotinus al barocco di Monteverdi, al novecento e oltre con brani di Kodaly, Zecchi, Fenice, Klemetti e del sardo Francesco Marceddu. L'ingresso a tutti i concerti è libero e gratuito. di Daniela Paba wCAGLIARI La lezione magistrale che Eduardo Souto de Moura ha tenuto in chiusura della Scuola Estiva organizzata dall'Università, sabato scorso nell'aula magna della facoltà di Ingegneria, ha rappresentato, per i tanti giovani che affollavano la sala, l'incontro con un Maestro ricco di sapienza e di humor. L'architetto portoghese, vincitore dell’importante e prestigioso premio Pritzker, nato sessanta anni fa a Porto e per lungo tempo collaboratore del grande Alvaro Siza Veira (primo portogohese a conquistare il prestigioso Premio Pritzker, mentre Eduardo Souto è invece il secondo) ha presentato in questa occasione i suoi ultimi lavori raccontando, nel suo italiano sintetico ed efficace, la sfida del progetto, lo studio delle soluzioni, le difficoltà dettate dalla crisi, la necessità di trovare la modernità in armonia col contesto, l'ossessione delle finestre, la capacità di creare forme, adattare materiali e studiare il colore. Come esempio di architettura del futuro Eduardo Souto de Moura – che tra l’altro è visiting professor alle università di Parigi, Zurigo, Losanna, Dublino e presso l’Harvard University – ha mostrato il progetto di due torri in Cina: «Da noi non c'è lavoro e allora partecipo ai concorsi di quelle che chiamiamo economie emergenti». Del progetto collettivo, da realizzare con altri undici architetti, mostra i plastici, la rotazione delle forme, narra un ricordo infantile: «Non sono mai andato in Cina ma ricordavo un film di Jacques Tati, c'era un'agenzia di viaggi con le foto di quattro torri, sempre le stesse, e i saluti dalle diverse parti del mondo. Così ho lavorato tre mesi a Macao, sono partito dalle torri dei templi buddisti». Sullo schermo scorrono le diapositive dei templi, quelle del progetto, alcuni monaci in meditazione un una stanza di vetro e cemento con l'acqua che scorre lungo le pareti. «E' un interno vicino a Pechino - così ha spiegato l'architetto portoghese - peccato che l'immagine reale sia capovolta». Ed ecco che i monaci appaiono all'improvviso appesi all'ingiù come dei pipistrelli. «E' una differenza tra cultura orientale e occidentale» e il maestro spiega da qui la sfida al senso di gravità che le nuove tecnologie consentono. Dalla Cina si torna in Portogallo per un nuovo progetto collettivo: affianco alla biblioteca di Alvaro Siza, Souta deve progettare un impianto sportivo lungo il fiume di Viana do Castelo. «Ero intimidito– ha affermato Eduardo Souro de Moura – da Siza ho imparato molto e avevo una sorta di pudore a usare il mio linguaggio. Prima di decidere ho studiato tutti i linguaggi architettonici vicini all'acqua. Ho scelto la nave e il ponte: un edificio classico sospeso su quattro pilastri. Per non chiudere sul fiume ho usato tutte vetrate. Poi è venuta la crisi i lavori si sono bloccati. Il Portogallo è riuscito a farsi finanziare il completamento trasformandolo in un edificio culturale: un palazzetto da basket è diventato il Centro Culturale di Viana, quello con più bagni al mondo». Ma il progetto che incanta è il recupero del Monastero di Bernades in una piccola città a sud del Portogallo che guarda verso il Marocco. La sfida è quella di trasformare un edificio medievale, divenuto nell'Ottocento una fabbrica di farina, in un residence con 78 appartamenti, restando fedeli al luogo e alla città che si è sviluppata intorno. Le trattative con la committenza, la necessità di salvaguardare le mura di sabbia e contemporaneamente aprire in esse nuove porte e finestre, inserire nuovi elementi nei cortili interni senza stravolgere l'impianto originario. Il lavoro dell'architetto è questo, compreso il piacere di trasformare per un anno il proprio studio in un laboratorio di tinte fino a trovare il colore e la sfumatura più adatti. Se la Scuola Estiva che ha portato in una settimana Kounellis, Pirri, Lojodice, Joao Nunes, Pignatti, guarda al recupero dei paesaggi minerari del Sulcis c'è da augurarsi che tanti giovani presenti abbiano bene appreso la lezione.
 
 
 
11 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 33 – Nuoro
IL CASO >> L’ISTRUZIONE SENZA SOLDI
Università, si dimettono pure i docenti
di Valeria Gianoglio
NUORO Il giorno più lungo, negli ultimi 20 anni di storia tormentata, per l’università nuorese che rischia di chiudere causa fondi regionali che non arrivano, comincia con due docenti universitari che ieri mattina, di buon’ora, partono da Sassari, arrivano a Nuoro, e si trovano i cancelli di una delle sedi dell’ateneo, a Sa Terra mala, inequivocabilmente sbarrati. Pietro Luciano e Antonio Franceschini si conoscono da tanto e tante ne hanno viste in anni di onorata carriera, ma questa proprio mancava a entrambi. «Ma io devo interrogare diversi studenti» esclama il professor Luciano, stimato ex preside della facoltà sassarese di Agraria, docente di entomologia forestale, e vera memoria storica dell’ateneo barbaricino. Ma neppure il suo collega Franceschini, esterrefatto, sa cosa rispondergli. I due docenti non si perdono comunque d’animo e partono alla ricerca di un’aula nella quale poter svolgere gli esami. Capita anche questo, in tempi di mannaia spietata sui fondi per la cultura. I due chiedono aiuto persino al Comune, e al sindaco Sandro Bianchi. E qualcuno fa loro presente che la sede di Sa Terra mala è chiusa perché i 33 soci della coop Ecotopia che gestisce i servizi dell’ateneo barbaricino in quegli stessi momenti sono nel mezzo di un’infuocata assemblea convocata dopo una brutta notizia. Rischiano di perdere il loro posto di lavoro perché la Regione non ha ancora sganciato i 600mila euro di fondi dovuti per il 2011 al consorzio universitario. Sino a ieri mattina, gli stessi soci erano pronti a consegnare, e a farlo sul serio, le chiavi dei cancelli dell’università. Ieri sera, invece, questa forma di protesta rientra perché come per magia, la Regione annuncia di aver scovato almeno una parte dei finanziamenti e lo fa sapere al commissario del Consorzio universitario, Caterina Loi. Certo, verrebbe da chiedersi se era così facile stanziare questi finanziamenti perché non è stato fatto prima, ma la storia insegna che sono magie che capitano spesso.
L’EX NUMERO 1 DI AGRARIA In venti anni che insegno a Nuoro insieme ad altri colleghi giunti da altre province non avevo mai visto una situazione così grave
Il professor Luciano, tuttavia, ne ha viste davvero troppe in questi anni di carriera tra Sassari e Nuoro, per credere alle prime promesse. «Sono venti anni – dice – che con altri professori che come me operano in trasferta rischiamo in un certo senso la pelle percorrendo le strade pericolose dell’isola per insegnare nelle sedi staccate. Sono venti anni che qui a Nuoro sento parlare del campus e ancora purtroppo non lo abbiamo visto finito. Sono venti anni che ci sono difficoltà, ma lo stato nel quale siamo ridotti adesso non lo avevo mai visto».
SETTANTA IN SCIOPERO Finiremo soltanto le lezioni e i corsi del passato ma non ci presenteremo il primo ottobre all’avvio dei corsi 2013
Racconta, l’ex preside di Agraria, che sia lui sia gli altri quaranta docenti nuoresi insieme ai trenta colleghi di Oristano, non percepiscono la loro paga da ben due anni. Ma intendiamoci, lo precisa, non è che per questo stanno piangendo miseria, «ci mancherebbe, abbiamo il nostro stipendio nelle nostre sedi, i veri problemi in questo senso sono per i lavoratori della cooperativa». È solo, aggiunge, che non è giusto lavorare in condizioni simili, senza vedere la retribuzione dovuta, senza poter programmare con serenità l’attività tra lezioni, corsi, laboratori ed esami. «Per questo motivo – aggiunge il professore – noi docenti nuoresi, che siamo una quarantina, e i trenta docenti dell’ateneo oristanese, abbiamo deciso di dimetterci per protesta. Io l’ho già fatto da lunedì, e ho intenzione di chiudere gli esami dell’ultimo anno accademico, ma di non cominciare quello nuovo, dal primo ottobre. Una situazione così grave non si era mai verificata in tanti anni che seguo le sorti di questa università. Come docenti esprimiamo anche tutta la nostra solidarietà ai lavoratori della cooperativa e agli altri che comunque dipendono da questo ateneo».
 
Anche gli studenti pronti ad aderire alla protesta 
Studenti, ma anche semplici cittadini, e strenui difensori della cultura e della formazione: ci sono anche loro, ieri mattina, a manifestare piena solidarietà e vicinanza ai lavoratori della cooperativa Ecotopia, che rischiano il posto di lavoro a causa del taglio dei fondi all’ateneo nuorese, e ai docenti che portano avanti la battaglia per salvare l’università barbaricina. Tanti, infatti, sono stati gli universitari che ieri hanno fatto capolino all’assemblea convocata dai soci della coop per parlare del caso-finanziamenti e programmare le nuove azioni di protesta. «Saremo con voi, qualunque cosa decidiate» hanno detto gli studenti. Quest’anno l’ateneo nuorese, almeno sul fronte iscritti, era partito sotto una buona stella. Il corso di scienze forestali ha fatto il pieno di matricole. Per partecipare alla pre-selezione per il primo anno c’erano a disposizione 50 posti e si sono presentati 58 aspiranti. Segno evidente che l’ateneo barbaricino tira ancora, nonostante abbia subito ripetuti tagli nei suoi tormentati 20 anni di vita nel territorio. (v.g.)

Pittalis: Milia ha assicurato i fondi 
Ma la commissione Ambiente e il circolo Marx lanciano idee provocatorie 
NUORO Il consigliere regionale nuorese del Pdl, Pietro Pittalis, annuncia che ha avuto «assicurazioni da parte dell’assessore alla Cultura, Sergio Milia, che la settimana prossima la giunta adotterà il provvedimento di liquidazione di un milione di euro a favore del Consorzio per gli studi universitari di Nuoro e 300mila euro per l’Ailun». La commissione Ambiente del Comune di Nuoro lancia, invece, la proposta per convocare «con la massima urgenza, un consiglio straordinario monotematico» per discutere del caso università. Il circolo Karl Marx di Rifondazione comunista, si chiede, infine, come «la Provincia e il Comune di Nuoro, intendano rispondere a questa prepotenza» del taglio dei fondi? Come intendono rispondere, scrivono, «al di là dei loro programmi sulla costituzione della Fondazione che doveva risolvere i problemi?» «Non sarebbe il caso – aggiungono – di convocare congiuntamente le assemblee consiliari e proseguire con una occupazione simbolica a tempo indeterminato fino all’erogazione dei finanziamenti previsti?». Lo stesso circolo di Rifondazione aggiunge anche che «forse siamo davanti a una strategia di abbandono al proprio destino, e quindi di chiusura, della sede nuorese. Così potrebbero essere interpretate le dichiarazioni dell’assessore Milia quando sostiene che a causa del patto di stabilità gli accordi non potranno essere rispettati. Se ciò dovesse accadere, sarebbe di una gravità inaudita e allora la classe politica del territorio dovrebbe assumersi la responsabilità di un gesto simbolico: le dimissioni». (v.g.)


 
12 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Oristano
Università a misura di studente
di Michela Cuccu
RISTANO Frequentare l’università a Oristano? Non costa più che altrove. Anzi, per gli studenti fuori sede, che gioco forza devono trasferirsi in città, è persino possibile risparmiare. Basta affidarsi alla consulenza dell’Ufficio segreteria del chiostro del Carmine, dove gli impiegati, si rivelano una autentica miniera di notizie su costi, agevolazioni ed informazioni. Provare per credere, si potrebbe dire, ma una visita al primo piano della sede del Consorzio Uno, in via Carmine, a sorpresa, rivela che qua non ci sono le file chilometriche di fronte agli sportelli, ma che addirittura, se serve, gli addetti sono persino pronti a ricevere, per appuntamento, il singolo studente. «Da noi non si lavora allo sportello – spiegano dalla segreteria – ma con l’individuo». Diciamolo subito: se al Chiostro non si fanno le file chilometriche come altrove, molto dipende dai numeri, che qui, con un totale di 600 studenti, sono assolutamente lontani dalle realtà delle sedi centrali di Cagliari e Sassari. Subito dall’ufficio segreteria arriva una precisazione «I costi, ad esempio per quel che riguarda le tasse di iscrizione e frequenza, sono gli stessi delle sedi centrali. Insomma, questa non è l’università di Oristano ma l’università a Oristano». Così sono le quote fissate dai due atenei sardi ad essere in vigore, ma qui, lo studente ha la possibilità di avere una informazione puntuale. Così per quel che riguarda le tasse di iscrizione, gli importi possono variare da un minimo di 14euro e 62 centesimi, ovvero, il costo della marca da bollo, ovviamente per gli studenti con esonero totale, ad esempio, vincitori di borsa di studio oppure, provenienti da una famiglia senza reddito; fino ad un massimo di 2653 euro, per l’iscrizione alla facoltà di Economia. Quest’anno, inoltre, gli atenei hanno ampliato la forbice delle esenzioni, così, tenendo conto della crisi economica isolana, ecco le esenzioni per i figli di lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, ma anche di coloro che nel 2012 hanno perso il lavoro e, per gli studenti-lavoratori licenziati. Per i fuori sede, che devono sostenere le spese d’affitto, l’Ersu di Cagliari e Sassari, prevede inoltre un contributo a copertura delle spese d’affitto. In questo caso, la condizione essenziale, è quella di esibire un regolare contratto di locazione. Già, ma quanto costa un posto letto in appartamento? Le cifre sono in linea con altre città: si va da 150 euro al mese per la stanza condivisa, fino a un massimo di 350 per la singola. E per mangiare? Da anni fortunatamente, l’università dispone di un servizio mensa (presso il Dopolavoro ferroviario) i cui costi sono in linea con le tariffe di altre città (a partire da 3euro a pasto)e, anche in questo caso, chi ha presentato entro il 30 agosto domanda all’Ersu, può avere degli sgravi, anche totali. Ovviamente ci sono le spese per i libri, e qui arriva la nota forse più dolente. Perchè anche se in segretaria assicurano che i testi sono gli stessi adottati dalle facoltà “madri” di Cagliari e Sassari, il caro-libri è un problema reale. Che qui si “tampona” in biblioteca.
 
 
 
13 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
Aou, si discuterà di personale e ruoli nel prossimo Cda
SASSARI Il Rettore Attilio Mastino, all'indomani delle richieste avanzate dai sindacati di rivedere l'atto aziendale, interviene sulla vicenda e chiarisce la sua posizione. «L’Università di Sassari ha sempre sostenuto i diritti dei lavoratori e non si è mai sottratta al dialogo e al confronto per perseguire l'interesse generale, soprattutto su una questione così delicata come quello della sanità che interessa tutti i cittadini». E aggiunge: «Per questo affronteremo il tema dell'inquadramento del personale, all'interno dell'Azienda Ospedaliera, in occasione del prossimo Consiglio di Amministrazione dell'Università di Sassari il 26 settembre». L’intenzione da parte del Rettore è quella di chiedere all'Aou di applicare il contratto di lavoro secondo quanto già contenuto e previsto nel documento. L'argomento è stato già oggetto di un confronto nei giorni scorsi con l'assessore regionale Simona De Francisci, che si è riservata di convocare prossimamente l'Università anche su questa questione. «Stiamo completando la ricognizione del personale in servizio - ha concluso Attilio Mastino - per poter procedere a una proposta di inquadramento definitivo. Ritengo doveroso che il personale universitario assegnato all'Aou, con un grande sacrificio finanziario a carico dell'Ateneo, abbia ruoli e responsabilità adeguati alla professionalità di ciascuno. Soprattutto il Personale tecnico e amministrativo universitario deve ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti e deve conoscere esattamente il proprio inquadramento». Nei prossimi giorni, d'intesa con i vertici dell'Aou, si costituirà un tavolo tecnico di lavoro per la risoluzione di tutte le criticità.
 
 
 
14 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 24 – Agenda
Immagini fotografiche digitali
seminario al Crs4
CAGLIARI Oggi alle ore 17.30, presso la facoltà di architettura di Cagliari, il CRS4 presenta il nono appuntamento della “Collana dei seminari 2012”, rivolta al grande pubblico, agli studenti e alle imprese. L’incontro, dal titolo: “Archiviazione e catalogazione delle immagini fotografiche digitali”, sarà curato da Maurizio Agelli ricercatore del CRS4 che si occupa di tecniche per la gestione di contenuti multimediali. Il seminario verterà sulla gestione di archivi di immagini: come organizzarle, preservarle nel tempo e renderle fruibili in modo efficace. Problema di non poco conto nella società 2.0 se si pensa alla velocità con la quale la tecnologia modifica i supporti di lettura dei dati e a quanto la memoria storica sia fondamentale per la vita delle comunità. Ci si soffermerà su aspetti chiave quali i formati, i metadati, la catalogazione e il backup. Durante i lavori, sarà descritta NotreDAM, l’applicazione opensource sviluppata al CRS4 per la gestione immagini digitali.
Michele Ciampi
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
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Questionario e social

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