UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 19 settembre 2012

Mercoledì 19 settembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 settembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Prosegue la battaglia degli universitari dopo la chiusura delle due Case dello studente in città
«I soldi dell’Ersu non ci bastano»
La protesta: 200 euro per l’affitto sono pochi, una stanza costa di più
Trovare una casa in affitto per tre mesi, con tanto di regolare contratto, è un’impresa impossibile. La pensano esattamente così gli oltre 40 studenti universitari che ieri mattina hanno partecipato alla prima di una lunga serie di assemblee in programma per dire «No alla chiusura delle case dello studente».
L’Ente per il diritto allo studio dopo la chiusura delle strutture di via Roma e via Montesanto, in accordo con i rappresentanti degli studenti, ha trovato delle soluzioni per far fronte alla temporanea riduzione degli alloggi: la sistemazione in strutture sostitutive o il rimborso di 200 euro mensili. «Noi pensiamo che l’Ersu non abbia esattamente capito in che condizioni si trovano gli studenti». Mauro prende parola per primo: «Trovare una stanza per 200 euro al mese è un miracolo. Senza considerare la caparra di tre mesi anticipati. Una spesa di partenza che ammonta a più di 600 euro». Una situazione che, a detta di tutti, «porta ad incentivare il mercato dell’affitto in nero». «Inoltre, chiediamo che ci venga riconosciuto un rimborso pari a quello che verrà dato al College Sant’Efisio per ospitare gli studenti - prosegue Mauro - soldi che andrebbero investiti meglio e in altri modi». Anche Enrico è dello stesso parere: «È ingiusto che venga finanziato il College Sant’Efisio, costruito con fondi regionali». Discutono per oltre due ore passando in rassegna diversi punti, non ultimo la carenza di fondi per le borse di studio.
Si rammarica Silvio, studente idoneo non beneficiario: «Ho tutto il diritto di avere la borsa di studio eppure mi viene detto che pur avendo diritto non mi verrà riconosciuto nulla». Domani, in concomitanza con la prossima riunione del Cda dell’Ersu, son pronti a far sentire la loro voce.
Veronica Nedrini
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Viale Sant’Ignazio
Orto botanico chiuso sabato e domenica: «Mancano i fondi»
È uno dei gioielli che Cagliari può vantare con orgoglio. Ma il sabato e la domenica l’Orto botanico è inaccessibile. Non può essere visitato, resta chiuso, colpa dei fondi, insufficienti a pagare il personale. «La convenzione con il Comune di Cagliari non è stata rinnovata: per questo mancano le risorse per pagare lo straordinario e garantire l’apertura anche nei fine settimana», spiega Giovanni Melis, rettore dell’Università.
I cinque ettari e mezzo di area verde in viale Sant’Ignazio sono gestiti dall’Università, che ne acquistò il terreno nel 1855. Attualmente è in corso un confronto tra il rettore e il sindaco Massimo Zedda per decidere le sorti dell’area verde. «Consapevoli dell’importanza della struttura, stiamo dialogando con l’amministrazione comunale per arrivare in tempi brevi a una soluzione strutturale del problema», aggiunge Melis. Anche il Comune garantisce massima disponibilità per risolvere il disservizio : «Abbiamo un dialogo costante con il Rettore», garantisce Enrica Puggioni, assessore alla Cultura. «L’Orto botanico è inserito in un un progetto più ampio che riguarda i beni ambientali e culturali, stiamo lavorando insieme per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile». I fondi sono insufficienti a pagare gli straordinari al personale. «Dobbiamo fare i conti con i tagli delle risorse, al di là della proprietà stiamo facendo di tutto per risolvere il problema», aggiunge l’assessore.
Quasi un secolo e mezzo di storia alle spalle, l’attuale Orto botanico fu inaugurato il 15 novembre 1866, dal professor Patrizio Gennari, su progetto di Giovanni Meloni Baylle, suo predecessore. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del ’43, ci vollero molti anni di lavoro per rimetterlo in sesto. Tra breve potrebbe sdoppiarsi. Tra i progetti del Rettore c’è anche quello di creare un altro orto botanico - in accordo col Comune di Monserrato - nei pressi della Cittadella universitaria. L’area verde di viale Sant’Ignazio potrebbe passere al Comune di Cagliari, nell’ambito della gestione integrata dei beni ambientali e culturali. Si creerebbe così un sistema organico con in testa l’Anfiteatro. Ma per ora è solo un’ipotesi, la realtà è che il fine settimana questo gioiello cittadino è inaccessibile ai cagliaritani.
Sara Marci
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
ALES. Dieci giorni di studi con professionisti in arrivo da Cile e Messico
Architetti in Marmilla
Inizia oggi “Arcilab”, un workshop internazionale
Arrivano anche dal Messico e dal Cile in Marmilla per elaborare un progetto di valorizzazione dei siti archeologici dei paesi del Monte Arci. Inizierà oggi ad Ales la nuova edizione di "Arcilab", worhskop internazionale di architettura voluto e finanziato dai Comuni di Ales (amministrazione capofila) e da Morgongiori, Pau, Usellus e Villaverde grazie al bando regionale Civis e che gode del supporto della facoltà di Architettura di Cagliari.
Ma quest’anno anche la Regione ha voluto sostenere il laboratorio con un accordo istituzionale sottoscritto fra Marco Melis, direttore generale della pianificazione urbanistica e territoriale dell’assessorato agli Enti locali, ed il sindaco di Ales Simonetta Zedda. Un patto nato nell’ambito del progetto di cooperazione con la Francia "Accessit. Itinerari del patrimonio accessibile" che coinvolge Corsica, Toscana, Liguria e Sardegna.
“Arcilab” inizia oggi alle 10,30 nella sala conferenze dell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla ad Ales. Sino a venerdì 28 ci saranno conferenze e lavori in gruppo nei cinque paesi con una quarantina di studenti isolani ma anche di Santiago del Cile, Salvador de Bahia, Messico, Granada, Barcellona, Roma e Pavia. Venerdì 28 inoltre alle 17 sempre nella sede dell’Unione alerese la conferenza finale con la presentazione dei risultati dei diversi gruppi.
Antonio Pintori
 
 
4 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
UNIVERSITÀ. Appello degli operatori e dei rappresentanti di Comune e Provincia: senza servizi finisce l’attività dei corsi di laurea
Consorzio senza soldi, a rischio 33 lavoratori

La cooperativa Ecotopia e il commissario Loi contro la Regione: ancora bloccati i fondi del 2011 Rischiano il licenziamento i trentatré i lavoratori della cooperativa Ecotopia che dal 1995 gestisce i servizi tecnici e amministrativi dei corsi universitari per conto del Consorzio. Simile prospettiva provocherebbe un terremoto anche nei corsi che, senza più servizi, rischierebbero se non la chiusura la sospensione di ogni attività, visto che anche i docenti da mesi non percepiscono un soldo. A denunciarlo la cooperativa Ecotopia che punta l’indice sui ritardi da parte della Regione: da otto mesi non paga le fatture.
LA DENUNCIA «Da mesi la cooperativa non riceve i pagamenti e, visto il perdurare della situazione, di fatto non può più corrispondere gli stipendi ai 33 lavoratori impiegati nei servizi. Si vedrà costretta, suo malgrado, a interrompere i servizi presso le sedi universitarie e iniziare le procedure di licenziamento per i dipendenti». I crediti di Ecotopia ammontano a 640 mila euro per quanto riguarda la bidelleria, la pulizia delle aule, dei laboratori, degli uffici, la gestione della segreteria e della biblioteca.
LA REGIONE «La mancata corresponsione da parte della Regione dei soldi del Fondo unico per il 2011 per le sedi gemmate, ripartito con cronico ritardo, a dicembre 2011 sta soffocando e umiliando i consorzi di Nuoro, Oristano, e Olbia - denuncia Ecotopia -. Le casse del consorzio sono vuote. La Regione si giustifica con il patto di stabilità, croce e alibi di ogni amministrazione pubblica; i politici giocano al rimpallo delle responsabilità, ma come cooperativa sappiamo di aver lavorato seriamente e professionalmente e che il nostro lavoro deve essere pagato. Pretendiamo un intervento immediato per far rispettare gli accordi».
L’APPELLO I lavoratori auspicano che il consorzio nuorese, la Provincia e il comune di Nuoro «prendano una posizione politica eclatante, come è stato fatto in altre occasioni, per salvaguardare i posti di lavoro e la sopravvivenza sociale e civile di tutto il nuorese».
IL CONSORZIO Non si fa attendere l’intervento del commissario del consorzio universitario Caterina Loi, dell’assessore comunale Paola Demuro e della delegata della Provincia Franca Carroni. Esprimono «viva preoccupazione» per i ritardi della Regione. «Il finanziamento, deliberato il 23 dicembre - sottolineano - non è ancora stato erogato. Neppure l’anticipazione, che avrebbe tamponato la situazione». A nulla sono serviti i solleciti del commissario del consorzio e dai rappresentanti delle istituzioni locali. Poiché l’esercizio di riferimento è trascorso da tempo, il consorzio ha dovuto sospendere da mesi i pagamenti ai docenti e alla cooperativa. Ora chiede agli assessori regionali alla Cultura e alla Programmazione e ai consiglieri regionali nuoresi di intervenire per porre fine a una situazione «ormai assurda» che rischia di dare il colpo di grazia all’università.
Fabio Ledda
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
SASSARI Borse di studio all’Università
Borse di studio dall’Ersu di Sassari per contribuire a supportare l’evoluzione dei paesi in via di sviluppo partecipare a programmi di collaborazione internazionale. Un’occasione importante per tanti studenti che dovranno partecipare al concorso, già indetto dall’ente universitario, realizzando tesi di laurea sulla conoscenza dei problemi della cooperazione allo sviluppo e collaborazione tra le nazioni. Il bando è rivolto ai ragazzi dell’Università di Sassari, iscritti a corsi di laurea di I e II livello e appartenenti a tutte le aree disciplinari. Questo consentirà loro di ottenere fondi necessari per la realizzazione degli elaborati all’estero. La graduatoria degli aventi diritto sarà redatta sulla base della valutazione dei contenuti del progetto di tesi. Il bando è pubblicato sul sito internet dell’ente. (a.br.)
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
SASSARI Sindacati contro l’azienda mista
La Regione dovrebbe bloccare l’atto aziendale adottato il 30 agosto dall’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Secondo i sindacati sarebbe illegittimo perché contrario alle indicazioni del piano sanitario regionale. Il personale, è stato detto in una conferenza stampa, viene penalizzato anche nelle retribuzioni, rispetto a chi ricopre le stesse mansioni alla Asl. Le osservazioni mosse in fase di stesura della bozza non sono state accolte, nonostante fossero riportate in una lettera del Rettore al manager dell’Aou, il 30 luglio scorso. Tra i problemi: la definizione della pianta organica del personale tecnico, amministrativo e socio-sanitario della ex facoltà di Medicina che oggi opera in tre dipartimenti, l’inquadramento del personale secondo il nuovo contratto nazionale, ancora inapplicato, del personale docente e l’individuazione delle posizioni organizzative riservate al personale tecnico, amministrativo e socio-sanitario universitario. Se l’atto verrà adottato dalla Regione, i sindacati hanno annunciato il ricorso alle vie legali.
 
 
7 - L’Unione Sarda / Oristano e Planargia (Pagina 24 - Edizione OR)
Da venerdì 28 i festeggiamenti organizzati dal Comune tra convegni, spettacoli e degustazioni
Montresta abbraccia la Grecia
Nostos, tre giorni per celebrare la diaspora, le colonie, l’origine del paese
Confermato l’appuntamento culturale che l’amministrazione comunale di Montresta prepara con cura da alcuni mesi.
L’evento, prevaisto per fine mese, si realizzerà con una tre giorni impregnata di appuntamenti culturali, incontri e spettacoli. Nostos sarà quindi un evento articolato in tre momenti significativi. Si parte venerdì 28 con una ricca giornata di studi che ruoterà attorno alla presentazione del libro “Nostos Montresta e i Greci - Diaspore, emigrazioni e colonie nel Mediterraneo del XVIII secolo”, curato dallo studioso Stefano Pira. Attesi inoltre gli interventi proposti dalle università sarde di Cagliari e Sassari, dall’università della Calabria e dallo storico Michel Stephanopoli de Comnene, profondo conoscitore della storia delle origini di Montresta.
La presenza di Stephanopoli, auspicata e fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Montresta, è un fatto di grande significato. Lo storico infatti è un discendente della famiglia che guidò l’esodo dei Greci da Oitylon di Mani e il loro successivo insediamento in Corsica e quindi in Sardegna.
La giornata si chiuderà con suoni, canti e danze della Sardegna e dell’isola di Creta, rappresentata dal gruppo folk di Asi Gonia di Creta.
Sabato e domenica infine saranno giornate dedicate rispettivamente alla memoria ed alla gratitudine. Sabato oltre al corteo tradizionale in costume e l’omaggio ai caduti, ci sarà la menzione solenne dei fondatori. Domenica, in segno di gratitudine, l’amministrazione comunale farà omaggio della cittadinanza onoraria a Michel Stephanopoli de Comnene. In serata invece è prevista la festa di chiusura, in piazza VI Novembre dalle 22, dove si potrà godere di suoni danze e canti popolari.
Ivan Lelli
 
 
8 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
VERSO LA CONSULTA. Maria e Volodymyr referenti della comunità di Kiev
Ex clandestini con laurea
«Ucraini divisi: le donne qui. Gli uomini in Russia»
Come s’immagina un clandestino? Stremato? A bordo di una carretta dei mari? La pelle nera e pronto, secondo alcune menti eccelse, a mettere a rischio la tranquilla stagione turistica magari di Lampedusa? E secondo altri, ancor più illuminati, a minare per sempre i nostri sistemi di ordine pubblico? Ecco, se sfugge che solo il 15 per cento dell’immigrazione della disperazione arriva sulle rotte del Mediterraneo, viene difficile immaginare la storia di una professoressa di Matematica (Maria) e di un ingegnere (suo marito Volodymyr) oggi i referenti della numerosa comunità ucraina a Cagliari, ieri clandestini.
È attraverso la loro vicenda-simbolo che parte l’avvicinamento a quel popolo di badanti e collaboratrici domestiche in arrivo dall’est dell’Europa di cui la nostra città ha richiesto i servizi. Gli ucraini, anzi le ucraine (692 aventi diritto al voto, 633 donne e solo 59 uomini ) sono la seconda comunità (prima di loro solo quella filippina) forestiera a Cagliari. Il 15 novembre andranno alle urne tutti i non italiani regolarmente residenti nel nostro Comune per l’elezione della prima Consulta degli stranieri della Sardegna ed è chiaro che queste donne avranno un peso specifico nella scelta dell’assemblea consultiva. Non si possono chiudere in uno stereotipo i caratteri dei singoli, i lati migliori e quelli meno nobili «perché tutti sono uguali, tutti sono diversi», dice sorridendo Volodymyr Stepanyuk, 47 anni, mentre Maria lo guarda e condivide il pensiero. Vietato generalizzare: un genio non fa un paese di geni, come un ladro non fa un paese di ladri. Ma almeno questo incontro è un inizio per per conoscerci.
Maria, lei è una rarità: in Italia è arrivato anche suo marito.
«Sono partita per prima io, nove anni fa. Dopo cinque mesi abbiamo capito che il nostro amore era troppo forte e non potevamo dividerci. Così Volodymyr mi ha raggiunta».
Come è arrivata in Italia?
«Un visto turistico, pochi soldi in tasca e a bordo di una corriera».
Dall’Ucraina a Civitavecchia in corriera?
«E sì, non potevo permettermi altro».
E perché è venuta?
«Per cercare un lavoro, da noi la situazione era diventata drammatica. Ho lasciato mio marito e i miei due figli e sono partita con un solo scopo: trovare un impiego e spedire tutti i soldi a casa».
Non aveva un lavoro in Patria?
«Sì certo, dopo l’università sono diventata professoressa di Matematica. Lo sono stata per anni. Ma lo stipendio era una miseria e persino sommato a quello di mio marito non bastava per far crescere i nostri due figli. Lo chieda a lui».
Certo. Mi scusi Volodymyr, ma il suo stipendio da ingegnere non era sufficiente?
«Vuol sapere quanto era la busta paga in Ucraina di un ingegnere ricercatore di sistemi ottici elettronici dipendente del Ministero nel 2003?»
Sì.
«Si tenga forte allora: 40 euro».
Come 40 euro?
«Quaranta euro al mese, si figuri quello di un’insegnante. Così Maria è partita per prima, ma non ce la facevamo a stare separati. Ci siamo sposati ai tempi dell’Università, abbiamo vissuto nel Campus, li è nato il nostro primo figlio, non volevamo fare la fine di tante altre coppie».
Che fine fanno tante coppie?
«Provi lei a vivere per anni lontano dalla sua compagna e vederla magari una volta l’anno se va bene. Iniziano le prime crepe e più passa il tempo, più la lontananza si fa forte. Si diventa degli estranei. La gran parte delle unioni vanno in pezzi. Non volevamo questo per noi. A costo di fare i clandestini».
Per quanti anni non siete stati in regola?
«Quattro. Da cinque anni siamo ufficialmente residenti, abbiamo tutti e due un impiego, paghiamo le tasse».
Che lavoro fate?
«Maria la domestica. Io mediatore culturale per la Provincia del Medio Campidano, parlo quattro lingue: ucraino, italiano, polacco e russo. Anche se c’è chi crede che il russo e l’ucraino siano la stessa cosa. Ma è come pensare che italiano e francese siano identici».
E i figli?
«Li avevamo lasciati dai nonni. Di recente il più grande mi ha confessato che per anni ci ha odiato per la nostra scelta, per averlo abbandonato lì. Anche se è stato forgiato al sacrificio. Vede, voi in Italia prima di sposarvi e fare figli dovete avere casa e lavoro sicuro. Noi no. La famiglia cresce insieme sin dall’inizio fra le difficoltà. Ma evidentemente quel distacco era troppo. Oggi ha capito e perdonato. Sa che l’abbiamo fatto per il bene della famiglia».
Ora dove sono?
«Il maggiore ci ha raggiunto. Il più piccolo è ancora lì, sta ultimando la sua preparazione professionale».
Si sta laureando?
«Veramente ha già due lauree: una in giurisprudenza, l’altra in lingue. Ha iniziato anche a lavorare: 140 euro al mese.».
Ma perché le altre ucraine non fanno come lei Maria? Che difficoltà c’è per i mariti?
«Perché è più facile per una donna trovare lavoro in Italia che per un uomo. Così noi veniamo qui a fare le badanti, loro a fare i muratori in Russia, dove sono richiesti».
Lavori pesanti.
«È per questo che siamo apprezzati. A noi donne ci viene richiesta spesso l’assistenza agli anziani e ai malati. Siamo pronte. Anche se a discapito della nostra tenuta mentale. È psicologicamente molto provante sia per il legame affettivo che si crea con chi assistiamo che vive nella sofferenza sia per la totale assenza di una vita privata. Siamo lì con loro 24 ore su 24».
Poi però il giovedì tutte in piazza Ingrao.
«Eh sì, lo sa che chi ci vuole bene l’ha ribattezzata piazza Ucraina?».
Piazza badanti da chi ve ne vuole un po’ meno.
«Già, ma intanto abbiamo fatto anche delle grandi feste lì, con balli sardi e ucraini a confronto. Un bel momento di integrazione».
Dica la verità Volodymyr, in quella piazza quanti amori sono nati fra sardi e ucraine?
«Ah sì, verissimo. Molti, moltissimi. Quando si è soli ci si incontra. Quando si condivide un disagio anche. O no? Del resto noi emigrati finiamo per essere né carne né pesce. È questa la cosa che più fa male. Siamo stranieri in Patria, e non saremo mai considerati veramente italiani in Italia. È questa assenza di radici che alla fine fa più male».
Restare o tornare in Ucraina?
«Sarebbe bello invecchiare a casa. Ma oggi non si può tornare, non ci sono le condizioni economiche e democratiche. La gente mi chiedeva: Ma non ti indigni per il massacro dei cani durante gli Europei? Io quei campionati avrei voluto che fossero boicottati non per i soprusi ai cani ma agli ucraini».
Francesco Abate
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Ed. Nazionale
La carica dei seicento per l’università
Due spagnoli, un’ungherese e una irachena; appena due invece, i sardi: arriva dalle undici domande di partecipazione al test di ammissione (che si terrà il 27 e 28 settembre a Palermo, mentre a Oristano la prova è fissata nei primi due giorni di ottobre), la conferma dell’interesse internazionale della Scuola di specializzazione in Beni archeologici e archeologia subacquea “Nesiotika”. Unica in Italia, fra le poche presenti nel bacino di Mediterraneo e nel resto d’Europa, la scuola di specializzazione riparte con le iscrizioni al primo anno di frequenza proprio in questo anno accademico. È un corso di elevata specializzazione, se si considera che vi si può accedere solo se in possesso di laurea magistrale, ma soprattutto, si tratta di una scuola di specializzazione a dir poco innovativa nel panorama della proposta formativa nazionale, con elevati obbiettivi di ricerca scientifica, dato che l’archeologia subacquea continua ad offrire e rivelare grandi scoperte. Così, anche quest’anno Oristano avrà, proprio attraverso l’Università, una propria vetrina internazionale. Ovviamente, tagli dei finanziamenti sulla ricerca, permettendo. ORISTANO Giovedì se ne discute in commissione comunale. Venerdì sarà la volta del Consiglio. La questione aeroporto entra per la prima volta da quanto si è insediata la nuova giunta comunale nella’agenda dei lavori. A dire il vero la commissione aveva già affrontato il tema in un recente incontro, ma non si era andati molto avanti. I componenti avevano ascoltato il parere del liquidatore della società di gestione di Fenosu, Alberto Annis, poi aveva rinviato tutto perché avevano bisogno di chiarirsi le idee. L’ordine del giorno, fissato dal presidente Valerio Spanu, prevede l’esame della società di gestione, un confronto sui provvedimenti del concordato preventivo e la dismissione del pacchetto azionario comunale. Venerdì, dopo la discussione sul regolamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, il consiglio comunale affronterà proprio la questione riguardante l’aeroporto. Il Comune deve decidere il da farsi, se cioé tirare fuori altri soldi per provare a dare ali alla struttura di Fenosu oppure tirarsi fuori. Il problema non è soltanto quello della penuria di liquidi nelle casse comunali, ma soprattutto il fatto che non ci sia una prospettiva certa sul futuro dello scalo oristanese dopo la manifestazione d’interesse palesata dalla società di gestione dell’aeroporto di Elmas. di Michela Cuccu wORISTANO Le immatricolazioni sono ancora in corso, ma, conclusi da qualche giorno i test attitudinali, per l’università del Consorzio Uno è già tempo per un primo, anche se parziale, bilancio. I dati, forniti dagli uffici di via Carmine, parlano di 600 studenti, fra nuovi e vecchi iscritti, che frequenteranno i corsi delle facoltà “gemmate” dalle università di Cagliari e Sassari. Dato in linea con gli anni precedenti, ma è certo più interessante conoscere su quali dei corsi di studio si sono concentrate le preferenze dei neo diplomati. Si inizia con Economia e gestione dei servizi turistici, corso a numero aperto, dell’ateneo di Cagliari. Sono state 149 le richieste di partecipazione al test pre iscrizione, l’unico non obbligatorio delle facoltà oristanesi. Di questi, hanno partecipato e superato la prova in 106. Sono invece 51 i candidati (su 68 che avevano fatto domanda) ad aver sostenuto e superato il test per il corso di laurea in Tecnologie vinicole, enologiche e alimentari, collegato al Dipartimento di Agraria dell’università di Sassari. In questo caso, il numero dei candidati è stato appena inferiore ai 54 posti disponibili per il primo anno di corso. Ma anche in questo caso, bisognerà attendere ancora qualche settimana per conoscere con precisione in quanti confermeranno la scelta e formalizzeranno la domanda di immatricolazione. In 53 hanno invece sostenuto il test obbligatorio per l’iscrizione al corso di laurea in Biotecnologie, collegato all’Università di Cagliari. Anche in questo caso, inizialmente il numero di coloro che avevano presentato richiesta di ammissione era stato più alto (77), a fronte di una disponibilità di 55 posti. Insomma, se le domande saranno confermate dalle immatricolazioni, si può certamente dire che per l’università si tratta di una conferma del gradimento dell’offerta formativa, seppur limitata a pochi corsi. Corsi di studio scelti soprattutto da studenti fuori provincia, come spiega Paola Faedda, responsabile dei servizi universitari e impegnata a seguire da vicino le immatricolazioni. «È soprattutto il corso di laurea in tecnologie viticole ed enologiche ad essere scelto dagli studenti fuori sede – dice –. Sono infatti oltre il 60% quelli che frequentano questo corso e provengono da tutta la Sardegna, tantissimi, ad esempio, dalla provincia di Nuoro». Tanti i fattori che spingono i pendolari a scegliere di studiare in città. Nel caso di tecnologie enologiche, il successo del corso potrebbe essere legato ad esempio agli sbocchi lavorativi. Su 74 laureati, il 66% ha trovato lavoro in un anno. 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Lettere e commenti
LA PAROLA AI LETTORI  Risponde Manlio Brigaglia
Test di medicina, burocrazia disumana
Maria Antonietta Sale, Sassari
Seguo con interesse le osservazioni che appaiono sul vostro giornale sullo svolgimento del test di medicina. Ho troppa stima del professor Massarelli e della professoressa Tognotti, per citare solo i nomi che mi sono noti tra i commissari, per pensare a brogli di alcun genere. No, il problema è un altro. La professoressa Tognotti ci racconta le cose dal suo punto di vista di commissaria. Le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato lo raccontano da protagonisti che non si sono sentiti né accolti né rispettati dalla nostra Università. Oltre 1200 giovani, in una giornata piovosa, dalle ore 8,30 alle 11 in attesa di essere chiamati e vedersi assegnato un posto a sedere nel Palasport. Posto idoneo a vedere una partita di basket ma certo non per rispondere a 80 quesiti, i più disparati, il cui esito decide del nostro futuro. Senza un piano dove scrivere e poggiare i fogli. Le prove, che avrebbero dovuto iniziare in tutta Italia alle ore 11, a Sassari sono iniziate alle 11,30 e si sono svolte, come è noto, tra interruzioni varie di musica e schiamazzi di bambini festanti. Un fatto è certo: la prova non si è svolta nel silenzio e nella concentrazione necessarie per pensare e rispondere lucidamente. A tempo scaduto le/i partecipanti sono rimasti dentro il palazzetto fin oltre le 15. Ragazze e ragazzi sequestrati per 7 ore, senza poter bere o far fronte a bisogni fisiologici. Mi chiedo se non sarebbe stato possibile suddividere le/i candidate/i in gruppi omogenei, magari in base alla lettera dell’alfabeto iniziale del cognome e dislocarli nelle varie aule magne delle diverse facoltà che l’Università possiede, facendoli andare con l’anticipo necessario per il disbrigo delle pratiche burocratiche, facendoli lavorare in un ambiente culturalmente accogliente e consono, iniziando e terminando all’orario previsto. Sicuramente si sarebbero evitate inutili polemiche, si sarebbero ottenuti migliori risultati e la nostra gloriosa Università avrebbe dato un migliore spettacolo di sé.
Ribadendo le lamentele delle sue (parrebbe) compagne al duol, la gentile lettrice sposta l’attenzione sugli aspetti organizzativi. La domanda è ora: ma la burocrazia, anche nel predisporre questi super-esami, non potrebbe essere più umana,tenere conto delle persone e non solo della necessità di sbrigare in fretta l’ "affare"? Se è vero che ne va del futuro di centinaia di giovani, l’organizzazione non ha reso loro un buon servizio.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 23 – Ed. Nazionale
WORKSHOP INTERNAZIONALE “ARCILAB12”
Ales capitale europea del buon vivere e abitare
di Tigellio Sebis
ALES Prende il via questa mattina, per concludersi il 28 settembre prossimo, il workshop internazionale “ArciLab12”, progetti per paesaggi archeologici, che sotto l’egida della Rete Civis Monte Arci, della Facoltà di Architettura di Cagliari, del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, della Regione e della Provincia di Oristano, per dieci giorni trasformerà la cittadina ed i centri limitrofi in una sorta di fucina del buon vivere ed abitare. Obiettivo primario è la definizione di una strategia di riqualificazione, di valorizzazione, di facilitazione e miglioramento della fruibilità dei siti paesaggistico-archeologici più significativi della Rete dei comuni del Monte Arci, attraverso uno studio di micro-architetture in grado di connotare la riconoscibilità di quei luoghi secondo un progetto coordinato e condiviso proprio della Rete. Una “iniziativa” alla quale la Regione partecipa finanziandola nell’ambito di un progetto di cooperazione transfrontaliero con la Francia, “Accessit Itinerari del Patrimonio Accessibile”, che oltre la Sardegna coinvolge anche la Corsica, la Toscana e la Liguria. A dare la marca internazionale ad “ArciLab12”, oltre l’Ateneo cagliaritano, saranno i partner dell’ Ucen-Universidad Central de Chile-Escuela de Arquitectura (Santiago del Cile), l’Università degli Studi di Pavia, l’Universidade Federal de Bahia – Escola de Arquitectura (Salvador, Brasile) e l’Esterzilda Berenstein de Azevedo con gli studenti che arriveranno appunto da Santiago del Cile, Salvador de Bahia, Oaxaca Messico, Granada, Barcellona, Roma, Pavia e via elencando. Gli ambiti di progetto, nel quadro di una strategia territoriale coordinata, saranno i sistemi dei microcentri della Marmilla che da diversi decenni resiste con sempre maggiori difficoltà ai fenomeni dello spopolamento e della perdita di significato del radicamento delle comunità al proprio territorio: un equilibrio “storico” oggi messo in forte discussione dall’avvento dei mercati globali, dai fenomeni di inurbamento delle città e dalla migrazione su scala regionale e extra regionale. D’obbligo, quindi, andare alla riconquista del significato dell’abitare in tali luoghi e sulle possibili nuove forme dell’abitare che siano ancora sostenibili per le comunità. Questo il compito a cui è chiamato a rispondere “ArciLab12”. Si comincia questa mattina alle 11 nella sala riunioni dell’Unione dei Comuni con le relazioni di ri Antonello Sanna, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura di Cagliari, Carlo Atzeni, direttore del workshop su “Il laboratorio ArciLab12: i temi, gli obiettivi, la struttura” e Carlo Aymerich Carlo Atzeni, che presenteranno il volume “Tra urbano e rurale”. 

 
12 - La Nuova Sardegna /  Pagina 17 - Cultura-Spettacoli
Bonificare la società che produce i mostri
di Ferdinando Camon (fercamon@alice.it)
Dal delitto di Lignano alle false lauree calabresi sino ai chirurghi assassini: bisogna capire che cosa li ha prodotti e lì intervenire
L’assassina l’han trovata a mille chilometri di distanza dal luogo del delitto. Com’è arrivata fin là? Chi l’ha aiutata? Chi l’ha nascosta? Ogni crimine è accompagnato da altri crimini, e noi se ci riesce eliminiamo il crimine centrale, ma gli altri restano lì, e formano il terreno di coltura per i successivi crimini. Vale per tutti i reati. Nel campo della mafia, arrestiamo ogni tanto qualche capo-cosca, tra l’ostilità o la non-collaborazione dei paesani, tra i quali si nasconde la cosca intera, pronta a rinascere. In questi giorni scoppia uno scandalo universitario, centinaia di esami e decine di lauree truccate. Uno studente ha superato sette esami in un giorno. Glieli annulleranno, spero. Ma non basta, se risulta che uno studente ha superato sette esami in un giorno, operazione impossibile ad ogni umana intelligenza, punire lo studente. Non è lui il corrotto. Corrotta è tutta la filiera che controlla e registra la trafila di ciascun esame. Un esame
superato dev’essere registrato sul libretto personale dello studente, e questa è un’operazione che lo studente può truccare da solo, ma il trucco non serve a niente, se esame e voto non sono riportati sul registro, con la firma di un membro della commissione. Chi ha firmato quel registro? E come l’ha avuto in mano? Sappiamo, da casi precedenti, che molte volte è qualcuno della segretaria di facoltà che si presta a questi favori. Allora bisogna risalire alle segreterie. Quando uno studente si presenta per sostenere un esame, mostra il libretto. Sul libretto stanno scritti gli esami già superati, col voto riportato e la firma di un commissario. Così il professore, che interroga il ragazzo, ha davanti agli occhi una sfilza di reati: quei sette esami superati col massimo dei voti, tutti nello stesso giorno. Può il professore fare finta di niente? Non diventa complice? E non rientra tra coloro che vanno indagati e puniti? L’altro ieri in una università sono state annullate 72 lauree, per la scoperta di simili trucchi. Ma se questi trucchi sono stati possibili fino alla laurea compresa, non c’è qui un problema che tocca il funzionamento dell’università intera? E già che ci siamo, non sarà il caso di dare un’occhiata al corpo docente, esaminare quanti hanno lo stesso cognome, chi li ha messi in cattedra, qual è il loro curriculum, con quali competenze sono saliti fin lì?
Tempo addietro correva la notizia di due medici, non dirò di quale città perché non faccio una polemica territoriale, che hanno operato alla colecisti una ragazza di vent’anni. Queste operazioni si fanno praticando due forellini, per uno s’infila il bisturi, per l’altro il laser, che serve per vedere. Questi medici con i loro strumenti attraversano la colecisti e non la riconoscono, attraversano il fegato e non lo riconoscono, attraversano lo stomaco e non lo riconoscono, forano un’arteria, fuoriesce un’emorragia torrenziale, dieci trasfusioni in una notte, e addio bambina. Quei medici saranno stati puniti, immagino, ma come? Spostati? E non combineranno altri sfracelli? Non bisognava controllare gli esami che avevano superato, quali professori li avevano promossi, chi li aveva laureati, in quale ospedale avevano fatto il tirocinio? Questo bisognerebbe fare. Finché non si fa questo, non saremo mai al sicuro. Non basta punire un colpevole, bisogna bonificare l’ambiente. Non basta prendere l’assassino, chiuderlo in prigione e buttar via la chiave. A che serve buttar via la chiave, se un delinquente è dentro e otto-dieci stanno fuori?
 
 
13 - La Nuova Sardegna /  Pagina 32 - Nuoro
IL CASO» LA CULTURA SENZA FONDI 
La coop: l’università chiude per colpa del patto di stabilità 
La denuncia: se la Regione non eroga i finanziamenti dovuti le lezioni verranno bloccate e 33 soci saranno licenziati 
di Valeria Gianoglio
NUORO All’appello mancano sei fatture per un totale complessivo di 600mila euro. Finora, i 33 soci-dipendenti della cooperativa Ecotopia che gestisce i servizi logistici e amministrativi dell’università nuorese, la segreteria studenti, l’assistenza agli esami, la biblioteca e la pulizia delle tre sedi, ci hanno messo una pezza utilizzando la proverbiale arte dell’arrangiarsi e contraendo diversi mutui con le banche. E la stessa identica musica l’ha dovuta suonare, suo malgrado, anche il Consorzio universitario, al quale invece, di soldi, ne mancano in totale circa due milioni di euro. La Regione non li ha ancora concessi. Ma a poco più di dieci giorni dall’inizio del nuovo anno accademico, adesso non ci sono neanche più i soldi per restituire i debiti. E il già tanto tormentato ateneo barbaricino rischia di non aprire i battenti, di lasciare a casa 33 dipendenti della cooperativa insieme a circa 300 studenti. Rischia di stroncare sul nascere anche le speranze degli ultimi arrivati: le 58 matricole che la scorsa settimana si sono presentate alla preselezione per iscriversi al primo anno del corso di scienze forestali. Tutta colpa del “patto di stabilità”: almeno così ha risposto l’assessore regionale all’Istruzione, Sergio Milia, al commissario del Consorzio universitario nuorese, Caterina Loi, e ai soci della coop che gli chiedevano notizie. Tutta colpa del patto di stabilità, dunque, ma nel capoluogo barbaricino ormai cominciano a non crederci più. La stessa presidente della cooperativa di servizi, Ecotopia, Gina Loi, lo dice che sarebbe ora che «gli assessorati regionali, tutti non solo quello che ci riguarda, diano conto in modo trasparente mese per mese di dove vengano dirottati i fondi, di quali siano le priorità». E chissà che così finalmente si capisca perché il tanto bistrattato Consorzio universitario nuorese non finisca mai nella lista degli eletti. Di certo, per ora, c’è che all’interno dell’ateneo nuorese la preoccupazione in queste ore si taglia a fette. Perché dopo tante battaglie e tanta professionalità messa in campo, dopo tanto interesse manifestato dai numerosi iscritti, tutto rischia di saltare per la mancanza di fondi. «Il finanziamento dovuto dalla Regione alla sede universitaria di Nuoro per l’anno 2011, deliberato il 23 dicembre scorso, non è stato ancora materialmente erogato – spiegano Caterina Loi insieme alla delegata per l’università della Provincia, Franca Carroni, e alla delegata del Comune, Paola Demuro – neppure l’anticipazione che avrebbe se pure in parte tamponato la situazione, è stata posta in pagamento. I numerosi solleciti scritti e verbali del commissario del Consorzio e dei rappresentanti delle istituzioni locali non hanno sortito alcun effetto». La cooperativa Ecotopia, dal canto suo, manifesta la sua rabbia e la sua preoccupazione con un comunicato dai toni decisi. «Da mesi ormai – scrivono i soci – la coop non riceve i pagamenti della fatture e visto il perdurare della situazione, di fatto non può più corrispondere gli stipendi ai 33 lavoratori impiegati e si vedrà costretta, suo malgrado, a interrompere i servizi presso le sedi universitarie e iniziare le procedure di licenziamento per i 33 lavoratori. La Regione, anche stavolta, si giustifica con il Patto di stabilità, i politici giocano al rimpallo di responsabilità, ma a noi poco importa di quali siano i motivi, il nostro lavoro e la nostra professionalità devono essere pagati. Chiediamo che i politici intervengano immediatamente e con forza presso la Regione per far rispettare gli accordi presi».
 
 
14 - La Nuova Sardegna /  Pagina 20 - Sassari
Aou, sindacati contro l’atto aziendale 
I rappresentanti dei lavoratori all’attacco: «Provvedimento illegittimo, la Regione non lo approvi o andremo in tribunale» 
di Antonio Meloni
SASSARI Spirano venti di guerra fra i palazzi della sanità sassarese. Ad affilare le armi sono i sindacati di categoria che puntano l’indice contro l’atto aziendale dell’Aou deliberato nei giorni scorsi, ma non ancora adottato. Secondo la denuncia del sindacato, il documento, su cui si reggono le sorti dell’Azienda ospedaliero-universitaria, non risponderebbe ai criteri fissati dal Piano sanitario regionale. Le ragioni della vertenza sono state illustrate ieri nell’aula Eleonora d’Arborea della segreteria centrale. I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, settore università, affiancati dai colleghi di Cisal, Snals e Usb, guidati da Domenico Delogu (Snals), hanno elencato punto per punto la piattaforma di rivendicazioni che riguarda non meno di trecento lavoratori tra personale tecnico e docente. L’atto aziendale è un documento fondamentale che stabilisce, fra gli altri, i criteri di utilizzo del personale, definisce mansioni, pianta organica e indica, cosa non da poco, il trattamento economico dei dipendenti. Un atto che il direttore generale dell’Azienda e il rettore dell’ateneo emanano insieme _ rimarcano i sindacalisti _ una volta sentiti i rappresentanti della controparte e accolte eventuali richieste. Secondo il sindacato, l’iter che ha prodotto il documento sarebbe carente proprio nell’ultima fase: «Siamo stati sentiti una sola volta _ ha detto Domenico Delogu _ in quella occasione abbiamo fatto diverse osservazioni puntualmente disattese». Da qui lo stato di agitazione del personale della sanità universitaria. Il sindacato sostiene che dopo quella prima bozza, presentata a marzo scorso, l’Università e l’Azienda avrebbero deliberato senza tenere conto dei rilievi mossi dal sindacato. Successivamente, però, i sindacalisti avevano chiesto e ottenuto un incontro con Attilio Mastino in seguito al quale, il rettore, alla fine di luglio, con una lettera indirizzata al direttore generale dell’Aou, Carlo Cattani, aveva chiesto di riesaminare la questione evidenziando il fatto che il rinvio ad atti successivi avrebbe rischiato «di trasformarsi nell’ennesima occasione mancata di risolvere problemi non più procrastinabili che sarebbe meglio risolvere prima della resa operativa dell’atto aziendale». Il sindacato sostiene, invece, che a fine agosto l’atto sarebbe stato comunque deliberato e fra qualche giorno la Regione dovrebbe ratificarlo. A muso duro, il sindacato chiede l’immediata sospensione dell’iter di approvazione e sollecita la definizione della pianta organica, il corretto inquadramento del personale tecnico e docente con la relativa equiparazione, compresa la retribuzione, a quello ospedaliero. «Non crediamo _ conclude infatti Domenico Delogu _ che la Regione voglia approvare un provvedimento che noi riteniamo illegittimo e palesemente contrario ai criteri fissati dal piano sanitario regionale, ma nel caso qualcuno voglia assumersi la responsabilità, sappia che siamo pronti a imboccare le vie legali».
SASSARI «Sbagliato parlare di illegittimità in merito all’atto azienzale, che è in linea con quanto dispone la legge». Non si è fatta attendere la replica dell’Aou. «Il direttore generale ha adottato l’Atto aziendale d’intesa con il rettore e con l’approvazione della commissione Sanità della Provincia e di tutte le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, ad eccezione della Cisl – si legge in una nota –. Riguardo alla definizione della pianta organica, si deve ricordare che, al momento della sua costituzione, sono confluite nella Aou strutture sanitarie dell’ex policlinico universitario e della As l1 e con esse il relativo personale. Le dotazioni organiche attuali dovranno essere integrate con il personale necessario». I relativi provvedimenti, assicurano all’Aou, saranno presi «immediatamente dopo l’adozione dell’atto aziendale, quando saranno definite le strutture dipartimentali e non appena l’assessorato alla Sanità comunicherà le risorse disponibili e il tetto massimo di spesa». «Diverso è il discorso relativo ai concorsi deliberati a fine 2011 – prosegue la nota –. Le selezioni in corso rispondo alle esigenze della dotazione della tecnostruttura e della linea intermedia B2 approvata già nel 2009».
 
 
 
15 - La Nuova Sardegna /  Pagina 38 - Cultura-Spettacoli
Da oggi pomeriggio 
Gli italianisti si incontrano a Sassari e ad Alghero 
di Silvia Lutzoni
SASSARI Sarà inaugurato oggi pomeriggio alle ore 15 nell’Aula Magna dell’Ateneo turritano, in Piazza Università 21, il sedicesimo Congresso dell’ADI, l’Associazione degli Italianisti, dal titolo «La letteratura degli Italiani – 4. Gli scrittori e la scena». Promosso da Aldo Maria Morace, professore ordinario di Letteratura Italiana a Sassari, e dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università presieduto dal professor Gavino Mariotti, il congresso vedrà gli studiosi riflettere e confrontarsi su temi quali la scrittura letteraria e quella drammaturgica, con una particolare attenzione al teatro – dalle origini fino agli esiti più recenti -, senza trascurare la più moderna scrittura cinematografica. Apriranno i lavori del Congresso i saluti di Attilio Mastino (Magnifico Rettore dell’Università di Sassari), di Rosario Musmeci (Assessore alle Politiche del lavoro, della Formazione professionale e dell’Istruzione della Provincia di Sassari), di Gianfranco Ganau (Sindaco di Sassari), di Simonetta Sanna (Fondazione del Banco di Sardegna), di Gavino Mariotti, di Guido Baldassarri (Presidente ADI) e di Sergio Milia (Assessore alla Cultura della Regione Sardegna). Le prime sessioni plenarie, presiedute rispettivamente da Amedeo Quondam (Università di Roma “La Sapienza”) e da Vitilio Masiello (Università di Bari), vedranno gli interventi di Aldo Maria Morace (“Per una ridelineazione storica della tragedia cinquecentesca”), di Giuseppe Rando (“Transcodificazioni alfieriane”), Beatrice Alfonzetti (“Il finale la drammaturgia della fine”), e Antonio Di Grado (“La rivoluzione in scena: il teatro per la città e la città come teatro di Domenico Tempio”). Il lavori proseguiranno domani, giovedì 20 settembre alle ore 9, nell’Aula Lessing del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali in via Roma 151, nella sessione presieduta da Marco Santagata (Università di Pisa), con gli interventi di Marco Frasnedi (“L’Italiano in scena”) e Luigi Sardich (“Un narratore e le forme della messa in scena. In ricordo di Antonio Tabucchi”). Dal pomeriggio di giovedì e fino a sabato mattina, quando i lavori si sposteranno ad Alghero per concludersi nella Sala Congressi dell’Hotel Catalunya, i relatori discuteranno dello stato attuale degli studi letterari e umanistici in Italia, nel contesto universitario e in quello scolastico (attraverso le relazioni dell’ADI-Scuola), soffermandosi in particolare sulla formazione del personale docente nei discussi TFA, sulla classificazione delle riviste, e sulle problematiche inerenti l’Autovalutazione, la Valutazione Periodica e l’Accreditamento. Nella giornata di giovedì, a partire dalle ore 11,30, si svolgeranno inoltre, presso la aule del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, ben dodici sessioni parallele del congresso, nelle quali centoventi giovani studiosi, dottorandi e ricercatori provenienti da tutto il suolo nazionale, si confronteranno sui temi legati alla narrativa, al teatro, al cinema e al giornalismo italiani. A coordinare le sessioni vi saranno, tra gli altri, Monica Farnetti (Università di Sassari), Niva Lorenzini (Università di Bologna), Carla Sclarandis (ADI-sd Piemonte), Laura Fortini (Università di Roma Tre), Nunzio Zago (Università di Catania), Epifanio Ajello (Università di Salerno) e Alberto Beniscelli (Università di Genova).
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
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