UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 9 settembre 2012

Domenica 9 settembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 settembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Tempo d'Estate (Pagina 53 - Edizione CA)
Le visioni di luce di Mimmo Jodice
 
Incasellare le emozioni in un progetto. Innamorarsi di una suggestione, e poi andarsela a cercare. La Hasselblad al collo, un'idea guida in testa. Non crede nell'attimo fuggente, Mimmo Jodice. Tutto ciò che ritrae nasce dalla premeditazione. «Poi certo, molte volte mi capita di dirmi: avessi con me la macchina!. A volte torno, per fotografare quell'immagine che mi ha colpito, il più delle volte non c'è più, perché non ci sono io, non c'è quell'emozione».? Settantotto anni, uno sguardo trasparente e febbrile appena stemperato dall' ironia napoletana, il grande fotografo si racconta a Cagliari in via Corte d'Appello, ospite della Scuola estiva di Architettura. A qualche metro, la moglie Angela Salomone, compagna di una vita e madre dei suoi tre figli. Uno dei quali, Francesco, ha seguito la sua strada. «Tutto quello che ho fatto è merito suo. Se non fosse stato per lei, sarei in un angolo del mondo a guardare le mie cose. Mi ha portato nel reale».
È una storia lunga cinquant'anni quella che Mimmo Jodice condensa in una chiacchierata. Ed è sempre la sua storia quella che l'indomani racconta ai molti giovani riuniti in aula magna. Ad essi consiglia di lavorare sempre per se stessi. Senza fretta, o ansia di piacere. «Le cose devono appartenere fortemente a te. L'espressione della tua inquietudine, questo deve essere il lavoro. Un guardare dentro, non fuori». Nella presentazione di Nicola Di Battista c'è la chiave di tutto. In quella Polaroid col teleobiettivo, così inconsueta, che Jodice - ci rivela l'architetto - tiene nella sua casa napoletana. È un dono «di Andy e Joseph», Warhol e Beuys, ispiratori primi, con le avanguardie del tempo, della sua arte. «Quando ho cominciato, la fotografia non era ritenuta un linguaggio artistico». Roba da professionisti e fotoamatori che a lui non diceva niente. Fu quando gli regalarono un ingranditore fotografico che tutto cominciò, fu quando scoprì in una camera oscura che la sua vocazione era scrivere con la luce, comporre un'immagine per poi scomporla. Sperimentazioni tecniche che nascevano da un'esigenza profonda: trasgredire le regole, frazionare, sdoppiare, moltiplicare, sgranare, dislocare. Prende corpo in quegli anni ciò che arriverà dopo: la fame di surrealtà, il bisogno di trovare un'identità attraverso capovolgimenti e visioni. De Chirico e Magritte sono i suoi maestri, lo spaesamento la sua cifra. I ritratti sono a tratti spiacevoli, mai rassicuranti, le nature morte nascondono inquietudini. Il suo pane quotidiano –allora come adesso - è la voglia di mettere il mondo a testa in giù.
Jodice lo fa da sempre, continua a farlo adesso che è diventato un Maestro. Citato dalla Treccani, premiato dall'Accademia dei Lincei, Chevalier des ordres des arts e des lettres di Francia, cittadino onorario di Boston, architetto ad honorem e molto altro. Lui, con i suoi libri e le sue mostre in giro per il mondo, le sue foto rigorosamente in bianco e nero, la divina indifferenza per il digitale. «Nascessi adesso lo userei, ma non mi interessa». Un'attenzione all'estetica e al rigore, la sua, che si sposa con la ricerca di emozioni e con l'impegno civile. Ma neppure la fotografia sociale per lui è documentazione. È ancora reinterpretazione, schedatura del malessere. Autostrade, sottani, fabbriche, manicomi, processioni, tutto gli appartiene. E tutto viene stravolto. L'amarezza che segue le illusioni degli anni Settanta lo porta a cercare strade nuove. Finestre murate, porte che non si aprono, figure di spalle. Il vuoto, l'incomunicabilità, il silenzio sono i compagni di viaggio. E la sua predisposizione a perdersi nel guardare è sempre la base del suo lavoro, dei progetti sulle città: Roma, Parigi, New York, Boston, San Paolo. Città fantasma che sembrano plastici.
Passato e presente sono sullo stesso piano. È così che l'indagine sul mondo antico perde la connotazione di una rivisitazione di reperti archeologici per diventare vita. «Tutto è nato da quelle sperimentazioni in camera oscura». Anche il suo eterno lavoro sul mare, così importante (ne ha parlato ieri sera) nasce da lì. Uno spazio dove c'è solo l'orizzonte a segnare il confine tra i due mondi. Tra gli ultimi progetti, una ricerca sulle sale d'attesa. Vuote, o meglio, svuotate. Restano, non visibili e per questo più forti, le tracce degli uomini che ci sono passati, che hanno sofferto, e sperato.
Maria Paola Masala
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 33 - Edizione CA)
I furbetti dell'Ateneo
Dichiarazioni false per ottenere le borse di studio
SARDARA. Due famiglie denunciate dopo i controlli delle Fiamme Gialle
 
Secondo la Guardia di Finanza, due famiglie di Sardara devono restituire le borse di studio: una di settemila euro ad una università della penisola, l'altra di tremila euro all'università di Cagliari. Le irregolarità accertate dalle Fiamme gialle, attraverso la verifica delle dichiarazioni sostitutive uniche e dei modelli Isee (Indicatore situazione economica equivalente), hanno riguardato sostanzialmente la mancata indicazione del denaro in conti deposito. È stato ricalcolato il valore Isee con i numeri reali e si è proceduto ad informare l'Ersu per bloccare l'erogazione del contributo, instaurare le pratiche per il rimborso di quanto dovuto illecitamente e stabilire le relative sanzioni amministrative.
«La mancata indicazione dei risparmi depositati alla posta o anche in banca», fanno sapere dalla Finanza, «è una costante nelle certificazioni Isee prodotte per il conseguimento di borse di studio concesse dai Comuni e dalle università. Quasi sempre si va a colpo sicuro: le segnalazioni dell'ente erogatore del premio scolastico risultano veritiere». Lo confermano commercialisti e operatori Caf. «Capita spesso», dice Massimiliano Paderi, «di avere a che fare con chi non vuol sentire parlare di denunciare il conto in banca. Pur informati del rischio cui vanno incontro, preferiscono tentare di farla franca». Così aumentano i furbetti denunciati per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. (s.r.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 16 - Edizione CA)
Punti di vista
Nuoro, tutti più poveri senza i corsi di inglese
 
Nuoro non è più sede dei corsi di inglese dell'Università di Sassari, finanziati dalla Comunità europea col Por 2007- 2013. Hanno accentrato tutto a Sassari, con alcune linee di intervento a Olbia e Alghero. Evidentemente, per l'Università turritana «studenti, adulti, dottorandi, assegnisti, immigrati», come recita il bando del 16 luglio, o non hanno cittadinanza europea o sono già tutti a livelli super di competenze linguistiche. Evidentemente, così non è. Eppure negli anni scorsi le classi per i livelli B1 e B2, costituite dopo una selezione nel Centro linguistico dell'ateneo sassarese, attraverso la docenza di una teacher di altissima esperienza, hanno riscosso successo di impegno e costante partecipazione. La miopia sassaricentrica fa il paio con l'ottusa inerzia di chi localmente dovrebbe avere a cuore la cultura superiore e la possibilità di imboccare nuove strade per chi mostra volontà e determinazione. Forse Olbia e Alghero sono una piazza più flessibile sul piano dell'occupazione per camerieri e lavapiatti che parlino inglese E i nostri rappresentanti, gli assessori, gli amministratori a vario titolo e i commissari a vita dell'Università? Non si pretende che abbiano con l'inglese un impatto normale, sarebbe devastante. Ma una voce che si levi per dire che le competenze linguistiche sono una ricchezza universale? Niente. La povertà non è solo quella riferita al reddito mensile. Sono scelte così che ci rendono davvero tutti più poveri.
Matteo Marteddu - Nuoro
Difficile darle torto, gentile lettore. Saremmo curiosi di conoscere le ragioni del cambio di rotta da parte dell'Ateneo sassarese. Certo è che Nuoro e il centro Sardegna ne risultano gravemente penalizzati. Ogni taglio alla cultura è un incentivo alla povertà.
Daniela Pinna
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
Posto fisso, pochi filosofi e tanti ingegneri
I dati Unioncamere: le assunzioni crollano del 31%, tengono i laureati, bene anche gli economisti
 
ROMA Se si punta a trovare presto lavoro e soprattutto un impiego stabile è utile orientarsi sui corsi di laurea in economia e ingegneria. A confermare la validità delle raccomandazioni dei genitori sono i dati del sistema informatico Excelsior Unioncamere-ministero del Lavoro secondo i quali nel 2012 le assunzioni previste dalle aziende crollano del 31,5% rispetto al 2011 (da 595.000 a 407.000) ma «tengono», rispetto al totale, le assunzioni dei laureati, in particolare economisti e ingegneri. Per i laureati la percentuale complessiva tra le assunzioni sale di due punti (dal 12,5% al 14,5%) mentre rimane sostanzialmente stabile quella dei diplomati (da 41% a 40,8%) e diminuiscono quelli con una qualifica di formazione e senza formazione specifica. Tra i laureati le aziende non solo prediligono economisti e ingegneri (rispettivamente 17.000 e 15.000 assunzioni previste) ma anche nell’indirizzo sanitario e dell’insegnamento ma sono disposti a fare a queste persone contratti più stabili. Se infatti per i neoassunti provenienti dall’indirizzo economico si prevede che il 56,2% dei contratti sia a tempo indeterminato la percentuale crolla se a firmare il contratto è un laureato in filosofia e storia (17,8%), nell’area politico sociale (33,3%) ma anche in architettura (31,7%). Per gli ingegneri si supera ampiamente il 60% di contratti a tempo indeterminato e un numero consistente di contratti stabili viene fatto anche ai laureati in giurisprudenza (67,7%) e agli statistici (65,1%). Se si guarda ai diplomati la richiesta maggiore è per l’indirizzo amministrativo commerciale (39.860 assunzioni previste) e quello meccanico (15.250) con percentuali di contratti stabili superiori al 40%. Il numero di assunzioni previste tra gli informatici crolla a quota 4.580 superate anche dall’indirizzo socio sanitario (6.870 assunzioni attese). Poche possibilità di assunzione per chi ha preso la maturità liceale (2.580 le assunzioni previste) ma soprattutto con scarse prospettive di un contratto stabile (24,8% i contratti a tempo indeterminato a fronte del 39,7% medio tra i diplomati). Possibilità quasi nulle di stabilizzazione per l’indirizzo artistico con appena l’8% di contratti a tempo indeterminato. Difficile trovare un posto fisso anche per estetisti e parrucchieri con 1.750 assunzioni attese ma appena il 16,9% del totale con un contratto a tempo indeterminato.

Questionario e social

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