Sabato 15 settembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 settembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
La conferenza regionale
Innovazione e ricerca contro la crisi
Quando la crisi economica colpisce forte e costringe a tagli generalizzati, c’è chi crede nella ricerca e nell’innovazione e, dal 2010 a oggi, investe oltre 300 milioni di euro. È la Regione Sardegna che, in occasione della terza edizione della Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione in programma (ieri e oggi) a Cagliari, mette a confronto istituzioni, imprese, università e centri di ricerca.
I numeri parlano chiaro: solo nell’ultimo anno la Regione ha destinato 34 milioni per la ricerca di base, 25 milioni per la quella industriale, più il monte destinato ai centri di ricerca regionali, Sardegna Ricerche (l’ente regionale per l’innovazione tecnologica) e Agris (l’agenzia regionale per la ricerca scientifica nei settori agricolo, agroindustriale e forestale). «Si tratta di una quantità notevole di risorse che ci rende ottimisti sul fatto che vedremo buoni risultati», ha spiegato l’assessore regionale alla Programmazione Giorgio La Spisa. Energie rinnovabili, information tecnnology, astrofisica, biotecnologie, agricoltura e progetti dei singoli ricercatori (550 quelli finanziati fino a oggi): sono alcune delle attività di eccellenza sostenute dalla Regione. La risposta dell’Isola alla crisi, dunque, è ancora una volta una scelta controcorrente. «Per crescere bisogna aumentare la propria capacità produttiva e questo è possibile solo incentivando la collaborazione tra la ricerca scientifica e le imprese», ha aggiunto La Spisa. Quest’anno le novità sono due: i beni culturali, («la Sardegna ha un ampio patrimonio che può essere un grande fattore di sviluppo»), e le collaborazioni che la Regione ha avviato con la Lombardia (un progetto triennale da tre milioni di euro) e con gli Stati Uniti.
Non solo ricerca di base, però: di estrema importanza è anche quella applicata, che consente di trasferire i risultati alle imprese. «Non esiste ricerca senza crescita economica», ha spiegato Maria Paola Corona, presidente di Sardegna Ricerche. «Il nostro obiettivo è quello di sostenere la ricerca delle imprese». (ma.mad.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
A Cagliari la frustrazione dei 2000 esclusi Se i test per Medicina scippano un sogno
di Anna Piccioni
Pierandrea ha diciott’anni. Lo scorso luglio ha conseguito la maturità scientifica e la sua scelta universitaria è ricaduta su Medicina. Non tanto per seguire le orme del padre, quanto per convinzione e ambizione personali. Determinato nella sua decisione, consapevole delle difficoltà d’accesso alla facoltà, non ha cercato scorciatoie o alternative: tutta l’estate, come forse tutti i Pierandrea d’Italia aspiranti medici, si è esercitato sui libri di quesiti per affrontare al meglio la prova ufficiale. Giorno fatidico: il 4 settembre. Davanti alle domande, ha cercato di non perdere tempo con le risposte che non sarebbero arrivate, e si è dedicato a quelle che la sua preparazione liceale gli consentiva di evadere. Responso finale: non ammesso.
Su 2200 Pierandrea candidati a Cagliari, solo 205 potranno iscriversi a Medicina. Gli esclusi dovranno, almeno per quest’anno, rinunciare al sogno e all’aspirazione di svolgere questa professione. Molti, in attesa di riprovarci, ripiegheranno su una facoltà “equivalente” in attesa di cimentarsi nella prossima prova; altri cambieranno orientamento e ingrosseranno le fila di avvocati, filosofi o ingegneri a spasso; altri ancora potrebbero andare all’estero, frequentare il primo anno e poi chiedere il trasferimento a Cagliari.
Ma chi ci dice che non colgano le maggiori e più allettanti opportunità che offrono gli atenei esteri e restino lì a fare ricerca o in corsia? Sarebbe un grave danno per la nostra regione: i nostri amministratori ne saranno consapevoli?
A parlare di limite assurdo non sono solo gli aspiranti camici bianchi delusi. Lo ammettono anche i docenti, ex candidati che non avevano passato il test e poi sono diventati affermati professionisti. Un primario, in un’intervista dei giorni scorsi sul Corriere della Sera, ha detto che se all’epoca si fosse arreso alla bocciatura non avrebbe avuto la bella carriera che ha fatto. Stando a quel test non era idoneo. E se avesse rinunciato? Quanti dei 205 giovani che quest’anno frequenteranno Medicina saranno davvero idonei?, e quanti di quelli bocciati potrebbero essere persino migliori di quelli ammessi? Di quanti potenziali ottimi medici dobbiamo privarci?
Decidere a priori, sulla base di 80 domande tra le più disparate, astruse, e in alcuni casi non pertinenti, se uno sarà un bravo dottore o meno è una bella responsabilità. Di certo, escludere chi ha chiaro quale percorso universitario e poi professionale vuole seguire è un delitto; negare a un giovane il diritto allo studio nella facoltà preferita potrebbe essere persino anticostituzionale. Se non altro è scippargli un’opportunità e un sogno.
Sarebbe bene correre ai ripari e copiare i modelli degli atenei dove l’accesso alla facoltà di Medicina è libero. Dove la vera selezione avviene al secondo anno: se non si è in regola con gli esami, se non si sono dimostrate quelle qualità umane - oltre che scientifiche - per proseguire in quel corso di studi, si viene estromessi. In questo modo tutti hanno la possibilità di provarci e misurarsi. I migliori porteranno a termine il corso e saranno i professionisti della Salute del domani; gli altri si orienteranno diversamente.
In Sardegna il paradosso: il ristretto numero di posti pare dipenda dal fatto che ci sono pochi docenti e poche aule disponibili. La prova d’ingresso è una disposizione ministeriale, ma se ogni realtà è a sé stante, e nell’Isola il limite di accesso discende dalla mancanza di docenti e di aule, il problema è forse politico. Allora dovrebbero essere i nostri parlamentari, assessori regionali alla Sanità e all’Istruzione, nonché il rettore dell’ateneo a farsi carico di aprire un tavolo di confronto per risolvere questa carenza. Se tra una decina d’anni, tra medici che andranno in pensione, quelli che lasciano l’Italia e quelli che non sono stati ammessi alle varie prove, non ci saranno più camici bianchi nell’Isola, chi se ne assumerà la responsabilità? Ecco perché scippare il sogno ai quasi 2000 Pierandrea sardi non è solo segno di inciviltà.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Sit in davanti al rettorato
Università, la protesta del personale
«Vogliamo un contratto vero che non deprima i nostri diritti e ci restituisca la dignità professionale». Affollato sit-in, ieri mattina, davanti al Rettorato, in via Università. Sessantacinque impiegati delle ditte d’appalto, rientranti nella categoria "servizi esecutivi" e utilizzati come archivisti e addetti al sistema informatico, hanno manifestato dalle 9 la loro rabbia per la riduzione dell’orario di lavoro e l’applicazione - da parte della ditta appaltatrice, la Leader Service - di un contratto non riconosciuto da Cgil, Cisl e Uil. «Si tratta», spiega Nella Milazzo, segretaria territoriale Filcams, «del contratto Unci, che svilisce i diritti dei lavoratori». Al sit-in, che ha coinciso con uno sciopero, hanno aderito, per solidarietà, anche i portieri e i custodi, che in totale sono cinquantacinque e fanno capo a un’altra ditta, la Sfl. Le bandiere dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sventolato per oltre un’ora, poi una delegazione è stata ricevuta dal direttore amministrativo dell’ateneo, Aldo Urru. «Un incontro cordiale ma infruttuoso», riferisce Milazzo, «abbiamo chiesto all’Università di imporre alla Leader Service l’applicazione ai lavoratori del contratto riconosciuto, evitando di obbligarli a diventare "soci" per conservare il posto. A parole Urru ci ha rassicurato, ma noi vogliamo fatti concreti». In prima linea anche i segretari territoriali Giuseppe Atzori (Fisascat) e Silvia Dessì (Uiltucs). (p .l.)
 

4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
V. Marengo
Architettura, a lezione da Souto de Moura

Sarà la lezione magistrale di Eduardo Souto de Moura a far calare il sipario - oggi - sulla Scuola estiva internazionale di Architettura. L’archistar portoghese vincitore - nel 2011- del Premio Pritzker, il più importante premio internazionale per l’Architettura, paragonabile al Premio Nobel. Considerato uno dei massimi maestri dell’architettura contemporanea, e le sue realizzazioni precise dalle case unifamiliari fino ai grandi lavori infrastrutturali. L’appuntamento è alle 18 e trenta nell’Aula Magna della facoltà di Ingegneria-Archittetura, in via Marengo. Autore del Mercato Municipale di Braga; della Casa deas Artes, Porto; della riconversione del Convento di Santa Maria do Bouro in Pousada, Amares; del Dipartimento di Geologia dell’Università di Aveiro; della Metro di Porto. (sa. ma.)

Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Scuola di Architettura
Souto de Moura protagonista oggi a Cagliari

Sarà la lezione magistrale di Eduardo Souto de Moura a chiudere oggi la Scuola estiva internazionale di Architettura a Cagliari. L’architetto portoghese, vincitore nel 2011 del Premio Pritzker (il più importante premio internazionale per l’Architettura, paragonabile per importanza al Premio Nobel), concluderà i lavori nell’Aula Magna della facoltà di Ingegneria-Architettura in via Marengo, con una conferenza che comincerà alle 18,30 ed avrà come argomento i suoi ultimi progetti.
Seppur giovane, Souto de Moura è considerato uno dei massimi maestri dell’architettura contemporanea, talmente precise, chiare e convincenti sono le sue realizzazioni, dalle case unifamiliari fino ai grandi lavori infrastrutturali come la Metro di Porto. L’opera di Eduardo Souto de Moura è improntata ad una forte carica ideale dovuta alla sua convinzione che l’architettura ha in sé il potere di migliorare la vita degli uomini. In tutte le sue creazioni ha dimostrato capacità di lettura del luogo, di integrazione tra modernità e tradizione, alla scala urbana come a quella del dettaglio.
Attualmente l’architetto portoghese è impegnato anche in Italia in più lavori, dalla ristrutturazione di due Castelli, uno a Nocera Inferiore e uno a Santa Maria del Cedro, fino all’importante realizzazione della stazione Metro di piazza Municipio a Napoli e al recentissimo grattacielo a Milano.
Souto de Moura è l’ultimo, in ordine di tempo, dei grandi maestri che si sono confrontati con gli studenti della Scuola: dal genio della fotografia contemporanea Mimmo Jodice al maestro dell’Arte povera Jannis Kounellis. E ancora, Joao Nunes, Alfredo Pirri, Vittorio Magnago Lampugnani: nomi che hanno formato una squadra di docenti di altissimo profilo per la Scuola diretta da Nicola Di Battista, che nei giorni scorsi ha fatto tappa anche nel Sulcis, per conoscere da vicino i luoghi della memoria e del lavoro con l’ausilio delle amministrazioni locali.


5 - L’Unione Sarda / Provincia Sulcis (Pagina 20 - Edizione PC)
IGLESIAS. La proposta di riforma è da maggio all’attenzione del ministro dell’Ambiente Clini
Geoparco, appello al Governo
I rettori delle Università sarde: «Un’opportunità di sviluppo da sbloccare»
Scrivono al Presidente del Consiglio Mario Monti, ai ministri dell’Ambiente, Clini, dello Sviluppo economico, Passera, dell’Istruzione, Profumo, e dei Beni culturali, Ornaghi: sono i Rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino. Chiedono al Governo di dare applicazione alla riforma che consentirà al Parco geominerario della Sardegna di essere finalmente operativo dopo undici anni. I termini dell’appello sono stati illustrati ieri mattina a Cagliari in una conferenza stampa davanti ai cancelli di Villa Devoto, dove da quasi un anno “vivono” per protesta i lavoratori del Parco. Il mondo dell’Università (che insieme con Regione, Comuni e Province costituisce il Consorzio del Parco) chiede un intervento deciso da parte delle istituzioni perché, come ha spiegato il numero uno dell’ateneo cagliaritano, «Il Parco rappresenta una reale opportunità di sviluppo per la Sardegna».
«La cosa paradossale - ha detto Melis - è che il sistema dei Parchi ha sempre vissuto difficoltà legate al fatto che spesso mancava il sostegno dei territori. In questo caso, invece, nonostante sia stato presentato un progetto di riforma condiviso da tutti, il Governo continua a ritardarne l’approvazione». Il progetto di riforma è sul tavolo del ministero dell’Ambiente dal mese di maggio, «eppure nessuno si decide ad approvarlo», ha affermato Giampiero Pinna, coordinatore della Consulta delle associazioni (circa 60), l’organismo del Consorzio che ha lo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini alla vita del Parco. Eppure il Parco geominerario, istituito e finanziato dal Governo insieme con la Regione, oggi patrimonio dell’Unesco, rappresenta uno «strumento fondamentale che può contribuire alla rinascita sociale ed economica delle aree minerarie dismesse della Sardegna, proprio come avviene, con risultati eccellenti, in altri vecchi bacini minerari europei», si legge nella lettera dei Rettori. Ecco perché «adesso, con questo intervento delle massime autorità scientifiche, ci aspettiamo una risposta immediata che faccia decollare finalmente il Parco», ha detto ancora Pinna. «Se questo non dovesse accadere neanche in questa circostanza», conclude il coordinatore della Consulta, «il risultato sarebbe un autentico disastro».
Mauro Madeddu
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
SARROCH. Indaga la Procura, studio dell’équipe del professor Marco Schintu
Metalli in fondo al mare Alte concentrazioni di vanadio davanti alla Saras  
Non solo petrolio. Sui fondali della costa sud-occidentale dell’Isola, idrocarburi ne sono stati trovati eccome. Li ha scoperti un’équipe di scienziati dell’Università di Cagliari incaricata dalla Procura di indagare in fondo al mare. In alcune aree sono state rinvenute quantità superiori ai limiti di legge. Sui sedimenti raccolti dai sub della Guardia costiera ed esaminati dai ricercatori guidati dal professor Marco Schintu, docente di Igiene del Dipartimento di sanità pubblica, sono stati isolati anche metalli pesanti, tutti elementi presenti nel petrolio non lavorato. La relazione degli esperti è sul tavolo del pm Emanuele Secci (titolare dell’inchiesta sulle aree industriali di Macchiareddu e Sarroch), che ha ora chiesto un approfondimento dell’indagine iniziata un anno fa dopo le denunce presenti nel film-documentario “Oil, la forza devastante del petrolio” del regista leccese Massimiliano Mazzotta.
Professor Schintu, quale l’area presa in esame?
«L’indagine è stata a tutti gli effetti un approfondimento del lavoro svolto tra il 2009 e il 2012 nell’ambito del Progetto transfrontaliero Italia-Francia Momar conclusosi a maggio. In quell’ambito sono stati analizzati sedimenti presi zone a diversa esposizione del Golfo come l’area portuale, l’area costiera di Sarroch, il Poetto-Sant’Elia. In questo caso sono stati raccolti campioni di sedimento con una maglia più stretta nell’area prospiciente gli stabilimenti industriali, oltre che in aree di background Sant’Elia-Pula».
Su quali organismi marini avete insistito? Oltre ai mitili, anche altre specie di molluschi e filtratori?
«Sono stati analizzati solo campioni di mitili "residenti", raccolti nelle mede presenti nell’area di indagine».
Oltre agli idrocarburi sono stati trovati metalli pesanti?
«Sembrerebbe paradossale, in realtà in assenza di importanti sversamenti petroliferi dalle navi o durante le operazioni di carico e scarico, la gran parte degli idrocarburi viene degradata per via microbica e anche per questo nell’area prospiciente la raffineria le loro concentrazioni non possono essere considerate elevate. In qualche punto sono stati misurati idrocarburi policiclici aromatici in quantità superiori ai limiti di legge, ma è difficile allo stato attuale stabilirne l’origine, considerate le numerose sorgenti presenti nell’area. Vengono invece accumulati nei sedimenti i metalli pesanti presenti nel petrolio grezzo, spesso in quantità consistente. Questo spiega la diffusa presenza di vanadio in elevate concentrazioni in una vasta area di fronte alla raffineria. Anche altri metalli hanno talvolta mostrato concentrazioni vicine o superiori ai limiti di legge».
Queste sostanze sono tutte da mettere in correlazione con i processi produttivi della raffineria e con quelli della altre aziende come Polimeri Europa di Sarroch, Sindyal di Macchiareddu-Giorgino che insistono lungo la costa?
«La situazione riscontrata è tipica di aree costiere in cui sono presenti raffinerie. Il petrolio grezzo è la fonte principale, ma le stesse sostanze si liberano anche dai processi di combustione e dal traffico marittimo. Le sorgenti sono numerose».
Crede che la presenza di idrocarburi possa essere collegata alla caduta in mare di idrocarburi durante operazioni di carico-scarico o anche ai grossi inquinamenti avvenuti in passato trattati magari con solventi?
Come già detto, è quasi impossibile stabilirlo, ogni petrolio grezzo ha caratteristiche anche molto differenti a seconda della sua provenienza e le sorgenti nell’aria possono essere diverse, non ultimi scarichi industriali o deposizioni atmosferiche. I risultati sono comunque tuttora in fase di studio».
Andrea Piras
 
 
7 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
Punti di vista «Pochi iscritti a inglese»
E Nuoro salta il turno
Oltre 600 studenti saranno impegnati a breve nei sette corsi di lingua inglese attivati dall’Università di Sassari grazie a fondi europei. Le lezioni si terranno a Sassari, Oristano, Alghero e Olbia. Su L’Unione Sarda l’ex consigliere regionale Matteo Marteddu osserva che manca all’appello Nuoro e attribuisce la responsabilità di questa esclusione all’Ateneo turritano. La verità è diversa. La Regione Sardegna dispone ragionevolmente che non si possano avviare corsi di lingua se non in presenza di almeno 12 richieste. A Nuoro questa soglia non è stata raggiunta per l’inglese, ma è stata superata per lo spagnolo e il tedesco. Evidentemente, il territorio ha bisogni diversi. A febbraio è prevista l’attivazione di nuovi corsi. Se a Nuoro gli studenti vorranno migliorare la conoscenza dell’inglese, l’Ateneo offrirà loro questa opportunità.
Simonetta Sanna
Dir. Centro Linguistico
 
Non è la prima volta che l’amico Matteo Marteddu denuncia la presunta scarsa considerazione dell’Università di Sassari verso la sede gemmata di Nuoro. Anche stavolta ha avuto la riprova di essersi sbagliato. L’Ateneo punta molto sul settore forestale e ambientale che il polo nuorese ha sviluppato negli anni e si concentra ora anche sui Beni culturali, in un fecondo rapporto di collaborazione con l’Istituto Etnografico. Le politiche del nostro Ateneo sono volte a migliorare i servizi rivolti a tutti gli iscritti. Continueremo a investire perché tutte le sedi decentrate diventino più efficienti e accrescano la propria attrattività soprattutto verso altri territori.
Attilio Mastino, Rettore Università di Sassari
 
Grazie della precisazione. Auspichiamo che la polemica stimoli le richieste affinché possano essere riattivati i corsi perduti.
(d. p.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Libri in Sardegna (Pagina 43 - Edizione CA)
Ruggenti anni ’60
Divertenti ricordi di Guido Pegna 
Guido Pegna a Cagliari è un personaggio molto conosciuto in diversi ambienti. Docente della facoltà di Fisica ovviamente è noto nel mondo universitario. Ma il suo volto simpatico, con baffi e pizzetto che con l’età hanno virato al bianco, è familiare al pubblico della musica, in particolare del jazz per la sua antica frequentazione ai concerti cittadini. Dai grandi appuntamenti di "Jazz in Sardegna" alle jam session che lui, musicista nei piccoli locali di Castello anni ’60, organizzava con gli amici. Attore e autore di teatro, artista e fotografo, inventore di una tecnica che gli consentiva in tempi pionieristici di stampare gigantesche foto, fondò il gruppo Fass (Fotografi associati): «È possibile che avessimo oscuramente in animo il modello della Magnum, la famosa agenzia americana di Robert Capa e Cartier Bresson», racconta. E poi la sua grande passione per il mare, sin dal primo sbarco in Sardegna alla fine degli anni ’50, giovane laureato milanese spedito ad insegnare a Carloforte dove scopre e si innamora di una terra che non ha più lasciato.
Mezzo secolo dopo - così tanto tempo è passato -, quel giovane squattrinato ed entusiasta di allora, raccoglie i ricordi di una vita trascorsa allegramente e faticosamente da un’esperienza all’altra in un libricino piccolo per dimensione pocket e pagine (160), ma pieno di sostanza. "La strada per Nebida" con in copertina l’immagine dei faraglioni della spettacolare costa sulcitana, invita il lettore a ripercorrere con lui i ruggenti anni Sessanta lungo un romanzo leggero e spensierato com’era la vita di un giovane idealista di allora. Un romanzo in realtà senza un vero intreccio, dove il racconto procede disordinato a balzi man mano che vengono fuori i vari personaggi e i luoghi, tra Carloforte e Cagliari.
Certo, il libro è indirizzato a una fascia di lettori coetanei che con l’autore condivisero sogni ed esperienze: alcuni di loro si ritroveranno in queste pagine, molti crederanno di riconoscersi, altri si rincresceranno di essere stati dimenticati. Ma è anche una divertente lettura per i giovani di oggi che scopriranno quanto potesse essere stimolante la "povertà" di allora. «La narrazione per mezzo della scrittura è come un sogno», scrive Guido Pegna: «È tutto vero, ma pezzetti molto piccoli». E avvisa: «I fatti e le persone che compaiono nel libro sono globalmente fittizi, ma in alcuni casi sono realmente esistiti».
Tra le tante scene che scorrono come sequenze di un film in superotto, esilarante l’episodio del re dell’acciaio Giorgio Falk, in transito a Cagliari a bordo del bellissimo veliero Guia durante una navigazione in giro per il mondo. «In una giornata di maestrale forte era accaduto che lo stesso Giorgio Falk volendo mettere alla frusta barca ed equipaggio, che per l’occasione era stato rinforzato con l’imbarco del mio amico Franco Gessa, a un certo momento urlò: "250 nila lire a chi spacca il boma!" intendendo con questo lanciare la sfida a chi riuscisse a cazzare di più la randa per stringere meglio il vento... Bene. Gessa che era un gigante dalla forza sovrumana, cazzò la randa e spaccò il boma». Così accadde che il giovane Pegna sulla sua piccola barca Julia passò la celebre Guia che arrancava ferita a 300 metri dalla spiaggia del Poetto.
Carlo Figari
 
 
9 - L’Unione Sarda / Libri in Sardegna (Pagina 43 - Edizione CA)
Quartu Sant’Elena
Gian Giacomo Ortu Cuec Pagine 197, € 14
Sulla scia delle precedenti pubblicazioni sulle città e i paesi storici della Sardegna Gian Giacomo Ortu, docente dell’Università di Cagliari, stavolta punta i riflettori su Quartu Sant’Elena, analizzandone la varietà paesaggistica sotto il profilo di una ricerca multidisciplinare. Ne scaturisce un libro che, partendo dal Medioevo, descrive la nascita della modernità urbana e civile dei quartesi attraverso le trasformazioni urbanistiche e sociali nell’arco di quasi nove secoli. Emerge chiara l’affermazione che lo studio della identità civile e storica dei luoghi sia il primo passo verso la loro valorizzazione. Emergono tante storie di singoli abitanti grazie alla pubblicazione di documenti inediti. Un’opera molto interessante.
  
 


 
LA NUOVA SARDEGNA 
    
1 - La Nuova Sardegna - Pagina 9 - Sardegna
IGLESIAS Geoparco, le Università sollecitano riforme
di Tamara Peddis

Iglesias

 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Economia Sardegna
L’innovazione è una partita a tre
Alla conferenza per la ricerca il confronto serrato fra politica, università e imprese sul nuovo sviluppo
di Umberto Aime
Cagliari
 
INVESTITORI PRIVATI
Finanziate quattro idee di successo

 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Cagliari e provincia
I dipendenti delle coop
Paga ridotta, sit-in davanti al Rettorato

Bettina Camedda
Cagliari
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Cagliari
Ambiente, parlano gli igienisti
Ilva di taranto, il relitto Costa Concordia e la medicina di base al congresso Sidi
Cagliari

 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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