RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 20 - Edizione OR)
Consorzio Uno
L’università a San Quirico
Si è svolta ieri la cerimonia di intitolazione della stazione didattico sperimentale di San Quirico, al professor Antonio Milella, docente di Coltivazioni arboree, preside della Facoltà di Agraria e rettore dell’università di Sassari dal 1973 al 1991. Hanno partecipato il rettore Attilio Mastino, il prorettore Laura Manca, il direttore Guido Croci, i direttori dei neonati dipartimenti, i docenti e giovani ricercatori.
2 - L’Unione Sarda / Oristano e Planargia (Pagina 24 - Edizione OR)
BOSA. Oggi un vertice in Comune con Piero Casula, pescatori e diportisti
Seimila contro le reti killer La “resistenza” vola su Facebook: no alle cianciole
Da ieri studiosi al lavoro nella città fenicio-punica
Gli archeologi a Monte Sirai
Da ieri gli archeologi sono nuovamente al lavoro a monte Sirai e nell’area del Cronicario di Sant’Antioco, ma per il quinto anno consecutivo gli scavi si trasformeranno in una scuola internazionale di archeologia fenicio-punica. È infatti decollata e proseguirà sino al 26 luglio la Summer school, il corso estivo universitario che permetterà a settanta studenti di archeologia di vari Atenei italiani e stranieri, ma anche a diversi liceali del Sulcis, di partecipare alle attività di ricerca seguiti dagli esperti. La Summer school è patrocinata dalla Provincia, dai Comuni di Carbonia e Sant’Antioco in collaborazione con la cattedra di Archeologia fenicio punica dell’Università di Sassari tenuta da Piero Bartoloni, l’archeologo che da anni coordina gli scavi a monte Sirai. Ai lavori prenderanno parte studenti delle Università di Cagliari, Sassari, Viterbo, Cassino, Bologna, degli Atenei di Alicante e Barcellona (Spagna), Leuven (Belgio), e Tunisi (Tunisia). In più, studenti del liceo Classico di Carbonia e dello Scientifico di Sant’Antioco. «Alla Summer school - ricorda l’assessore provinciale al Turismo Marinella Grosso - è legato anche il ciclo di conferenze organizzate sul territorio e le attività di restauro e documentazione dei reperti». A Monte Sirai si tenterà di datare la fondazione dell’insediamento primario. Nel Cronicario luci sul tempio dedicato alle divinità guaritrici. Coordineranno gli archeologi Michele Guirguis, Antonella Unali ed Elisa Pompianu. (a. s.)
Guspini
Montevecchio, progetti per l’arte e il paesaggio
Montevecchio ancora una volta è diventata la capitale dell’arte sostenibile. È stata scelta di nuovo per ospitare i laboratori del workshop di valorizzazione paesaggistica del master di architettura dell’Università di Sassari che si sono svolti nelle scorse settimane. Al progetto, realizzato in collaborazione con i Comuni di Arbus e Guspini, hanno lavorato un’equipe di paesaggisti di fama internazionale che hanno guidato sessanta studenti di tutto il mondo. La presentazione dei lavori è avvenuta alla presenza della coordinatrice Caterina Piras, dei professori Stefan Tischere e Philipe Gounadec Poulladec e delle autorità locali. (s.p.)
Comunicazione, un incontro
ALGHERO Nell’ambito del programma di incontri aperti al pubblico del workshop progettuale InformAnimation, organizzato dal laboratorio AnimazioneDesign della Facoltà di Architettura, Nick Bentley, co-fondatore dello studio inglese Uniform, presenta questa sera alle 20,30, la sua esperienza professionale nel campo della comunicazione visuale e degli effetti speciali digitali, nella conferenza dal titolo "Who are you talking to?". L’incontro si terrà nei locali dell’ex asilo Sella. Giovedì 21 giugno sarà il turno di Marina Estela Graça, animatrice, regista e docente dell’Università dell’Algarve in Portogallo.
COMMENTI L’azzardo fonte di guadagno
I pochi scrupoli dello Stato
Una barista bolognese ha eliminato i videopoker dal suo locale. L’assenza delle “macchinette mangiasoldi” ha causato una diminuzione dei guadagni, ma è ugualmente soddisfatta della propria scelta, non potendo più sopportare la vista di individui che sprecano tempo e denaro in un gioco dove si è sempre perdenti. Inoltre, da buona bolognese, era stanca del locale frequentato da persone tristi a causa dei soldi buttati, e ha deciso di privilegiare la qualità della vita rispetto all’avidità del guadagno. Vi sono poi alcuni Comuni che iniziano a porre restrizioni all’uso di questi congegni, ad esempio vicino alle scuole, mentre niente e nessuno sembra invece impedire il proliferare delle sale da gioco virtuali su internet.
USINI Si sono conclusi la scorsa settimana i lavori della campagna di scavo 2012 nella necropoli a domus de janas di S’Elighe Entosu. Le attività sul campo dirette da Maria Grazia Melis dell’Università di Sassari, si sono concentrate intorno alla tomba IV, caratterizzata da un lunghissimo corridoio cerimoniale. Studenti provenienti dall’Università di Sassari e dall’estero tramite l’Erasmus hanno potuto svolgere i tirocini previsti nei propri corsi di laurea e apprendere il faticoso ma appassionante mestiere dell’archeologo: ricostruire gli eventi che si sono susseguiti nell’ipogeo, le modalità di frequentazione e uso della tomba. L’amministrazione comunale come sempre ha accompagnato l’équipe di ricerca con il suo prezioso supporto logistico: Università e Comune portano avanti dal 2006 in perfetta sintonia un progetto di studio e valorizzazione con l’obiettivo di rendere fruibile il patrimonio culturale e paesaggistico del territorio. In questi anni appunto l’amministrazione comunale ha investito risorse per facilitare le vie d’accesso all’area delle domus, con la creazione di strade e la realizzazione di una spaziosa area adibita a posteggio. Il ricco patrimonio archeologico presente nel territorio a poca distanza dal centro abitato può aprire le porte a nuove forme di turismo con possibili ricadute economiche per il paese. E l’interesse del grande pubblico cresce costantemente: il cantiere archeologico è stato visitato da gente del posto, allievi delle scuole, ma anche da turisti stranieri provenienti dalla Spagna e dal Sudafrica. «La tomba che stiamo scavando ha subito nei secoli numerosi utilizzi e violazioni, che hanno complicato la ricostruzione delle fasi di occupazione – afferma Maria Grazia Melis del dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione Università di Sassari – Ciò nonostante ha restituito dati importantissimi, raramente riscontrati in altri contesti, come la realizzazione di pavimenti lastricati e battuti. Per questo motivo è stato determinante l’uso delle più moderne metodologie di ricerca. Alcuni tipi di analisi, come la micromorfologia, sono finalizzate alla comprensione delle modalità di formazione del deposito archeologico». Altre tecniche, come il rilevamento con Uav (velivoli senza pilota a bordo), rendono più veloce e precisa la documentazione. «Sul piano scientifico – prosegue la professoressa Melis – la ricerca interdisciplinare coinvolge studiosi di diversi dipartimenti degli atenei di Sassari, Roma, Provenza, York e delle isole Baleari». S’Elighe Entosu diventa inoltre sede di applicazione di tecnologie innovative, come l’uso degli Uav per la documentazione del territorio e dello scavo archeologico. Il rilevamento con quadcopter è stato effettuato con la collaborazione della Oben S.r.l., una società Spin-Off dell’Università di Sassari.
L’Università di Sassari firma un accordo con il Burkina Faso
SASSARI Se dici deserto il pensiero corre alla sabbia rovente del Sahara ignorando il fatto che la Sardegna è tra le cinque regioni italiane a rischio di desertificazione. A lanciare l’allarme sono stati ancora una volta gli esperti del Nucleo ricerca desertificazione dell’Università, a convegno nell’aula magna del Rettorato, per fare il punto su un fenomeno che rischia di dare il colpo di grazia all’economia sarda. Perchè per gli specialisti, desertificazione è anche inquinamento, dissesto idrogeologico, abbandono delle colture, impatto dell’attività umana sul territorio. Allora il termine si comprende meglio perchè in Sardegna rievoca lo spettro mai scacciato dello spopolamento, triste preludio alla ripresa di quell’emigrazione che ha lasciato tracce indelebili nella storia recente. Il direttore del Nucleo, Pierpaolo Roggero, lo dice senza retorica a margine del convegno internazionale che cade, non a caso, a vent’anni dalla storica conferenza di Rio de Janeiro. «In Sardegna si contano migliaia di ettari non irrigati malgrado i bacini siano pieni, e l’agricoltura soffre una crisi profonda, dalla Nurra alla Piana di Ottana fino al Campidano si stanno creando le condizioni tipiche delle zone marginali del pianeta». I rimedi ci sarebbero, ma qui la scienza cede il testimone a una politica solo di recente attenta ai temi ambientali. Alla conferenza di Rio, di cui si celebra il ventennale, si devono concetti cardine come sviluppo sostenibile e biodiversità. Il Nucleo ricerca sulla desertificazione nasce in quel conteso culturale. «Struttura d’eccellenza – rimarca il rettore Attilio Mastino – il Nucleo gioca un ruolo determinante nella lotta alla desertificazione ed è l’unico centro in Italia che contribuisce a collocare la nostra Università in uno scacchiere internazionale». In venti anni di attività, la struttura ha prodotto ventisette progetti di ricerca e cooperazione che hanno coinvolto trentasei specialisti fra ricercatori e docenti di sei diverse facoltà grazie a un budget annuale medio di un milione e quattrocentomila euro. Il Nucleo è anche centro interdipartimentale d’ateneo e promuove un’intensa attività di scambio con i paesi partner. La presenza, ieri a Sassari, di Hama Arba Diallo, già segretario della Convenzione Onu sulla desertificazione, nonché attuale vice presidente dell’assemblea nazionale del Burkina Faso, è legata alla stipula di un importante accordo tra l’Università di Sassari e quella del paese africano, «con l’intento – prosegue Roggero – di sviluppare un programma di attività formative nel settore agro-forestale con finalità anche alimentari». Perché, per dirla con Hama Arba Diallo, «Occorre indirizzare la capacità umana verso il miglioramento della produzione elevando al contempo la qualità della crescita e dello sviluppo». Al convegno, promosso in occasione della Giornata di lotta alla desertificazione, celebrata domenica in tutto il mondo, hanno preso parte anche Giuseppe Enne, primo direttore del Nrd, Mustaphà Mortaj (direzione provinciale agricoltura di Marrakech), Giuseppe Scarascia (Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura), Mauro Centrino (Centro nazionale per le ricerche), Alberto del Lungo (Food and agriculture organization) e Maurizio Sciortino (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie).
il doppio stipendio del dg di Soru
numeri
La Sogaer si è impegnata in un progetto di controllo dei movimenti nello scalo, ma nonostante i costi è inutilizzato
Marcello Zasso
GLI SPRECHI IL SISTEMA PER EVITARE IL BIRD STRIKE
A fine maggio un aereo è dovuto atterrare poco dopo il decollo perché un uccello è finito nel motore. È un incidente frequente e pericoloso e la Regione ha speso un milione di euro per finanziare il progetto Bird strike prevention sistem. Un sistema all’avanguardia che ha passato tutti i test e i collaudi, con tanto di riconoscimento della competente commissione internazionale, ma non allontana i gabbiani dall’aeroporto di Elmas perché è parcheggiato nel dipartimento di Biologia animale dell’Università di Cagliari, sotto Ponte Vittorio. Il sistema è stato realizzato dalla Teletron, che proprio al’aeroporto ha la sua sede, così come quello da quattro milioni per la sicurezza e la sorveglianza nello scalo. Entrambi sono fermi.
VISIONI
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR