Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 June 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 20 - Edizione OR)
Consorzio Uno
L’università a San Quirico

Si è svolta ieri la cerimonia di intitolazione della stazione didattico sperimentale di San Quirico, al professor Antonio Milella, docente di Coltivazioni arboree, preside della Facoltà di Agraria e rettore dell’università di Sassari dal 1973 al 1991. Hanno partecipato il rettore Attilio Mastino, il prorettore Laura Manca, il direttore Guido Croci, i direttori dei neonati dipartimenti, i docenti e giovani ricercatori.
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Oristano e Planargia (Pagina 24 - Edizione OR)
BOSA. Oggi un vertice in Comune con Piero Casula, pescatori e diportisti
Seimila contro le reti killer La “resistenza” vola su Facebook: no alle cianciole

È una mobilitazione senza precedenti quella innescata contro il temuto uso delle ciancicole, le reti a sacco che fanno strage di ricciole e pesce azzurro. Un’imbarcazione toscana, la motobarca «I dieci Angelillo», è in arrivo a Bosa, autorizzata dal ministero dell’Agricoltura e dalla Regione, ad operare nelle acque della costa planargese, fra Capo Marrargiu e Capo Mannu. Contro questa autorizzazione si sono mobilitati i pescatori e gli operatori turistici: Il Comune ha chiesto una sospensione del provvedimento autorizzativo, motivando con lo studio in corso in raccordo con l’Università di Cagliari per un piano di gestione della pesca. Il Ministero ha inviato una nota all’amatore toscano, invitandolo a rispettare la prassi e le regole di pesca seguite dalla marineria locale. Per tutta risposta, il sindaco Piero Casula ha ricevuto nei giorni scorsi una telefonata da parte dell’armatore della motobarca, che gli avrebbe annunciato non solo il suo arrivo ma anche la volontà di usare le cianciole.
LA RIVOLTA Soluzione inaccettabile per i bosani: un gruppo su Facebook che si propone di sensibilizzare quanti più possibile al problema, ha raccolto in un solo giorno oltre 6500 adesioni ed ora viaggia verso le ottomila. Moltissimi i post di coloro che sono pronti ad ogni tipo di azione consentita, anche nella protesta, per respingere l’arrivo delle cianciole che, c’è da crederlo, non troveranno un clima sereno dove sia piacevole lavorare. Oggi nel pomeriggio, il sindaco Piero Casula, i pescatori - che hanno già minacciato di bloccare il porto - gli operatori del settore diportistico e degli sport nautici, le associazioni ed i promotori del gruppo e quanti in esso si ricoscono, si incontreranno per fare il punto sulla situazione e decidere iniziative comuni, anche di forte impatto.
IL VERTICE «La protesta bosana incontra il sostegno diffuso di moltissime persone che amano questa città e che apprezzano la bellezza e l’integrità del suo ambiente - spiega il sindaco Piero Casula - È un dato di fatto che ovunque le cianciole siano state utilizzate, il mare ne abbia patito». Così anche Franco Bellini, operatore della pesca turistica e sportiva: «È necessario adeguare una normativa che è superata dall’evolversi della tecnologia. In questo tratto di mare, l’uso delle cianciole distruggerà la vita marina e causerà la crisi non solo del settore pesca, ma anche di quello turistico». Certo che per una città che ha ricevuto anche di recente le 5 Vele di Legambiente e del Touring Club, trovarsi in balia di una barca che porta via quanto più possibile specie marine pregiate del suo mare non è una bella immagine. La tensione è alle stelle: «Ho detto al comandante dell’imbarcazione toscana di venire a Bosa in vacanza - dice il sindaco - non con le cianciole: spero che mi dia retta».
Antonio Naìtana
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Carbonia (Pagina 23 - Edizione PC)
Da ieri studiosi al lavoro nella città fenicio-punica
Gli archeologi a Monte Sirai

Da ieri gli archeologi sono nuovamente al lavoro a monte Sirai e nell’area del Cronicario di Sant’Antioco, ma per il quinto anno consecutivo gli scavi si trasformeranno in una scuola internazionale di archeologia fenicio-punica. È infatti decollata e proseguirà sino al 26 luglio la Summer school, il corso estivo universitario che permetterà a settanta studenti di archeologia di vari Atenei italiani e stranieri, ma anche a diversi liceali del Sulcis, di partecipare alle attività di ricerca seguiti dagli esperti. La Summer school è patrocinata dalla Provincia, dai Comuni di Carbonia e Sant’Antioco in collaborazione con la cattedra di Archeologia fenicio punica dell’Università di Sassari tenuta da Piero Bartoloni, l’archeologo che da anni coordina gli scavi a monte Sirai. Ai lavori prenderanno parte studenti delle Università di Cagliari, Sassari, Viterbo, Cassino, Bologna, degli Atenei di Alicante e Barcellona (Spagna), Leuven (Belgio), e Tunisi (Tunisia). In più, studenti del liceo Classico di Carbonia e dello Scientifico di Sant’Antioco. «Alla Summer school - ricorda l’assessore provinciale al Turismo Marinella Grosso - è legato anche il ciclo di conferenze organizzate sul territorio e le attività di restauro e documentazione dei reperti». A Monte Sirai si tenterà di datare la fondazione dell’insediamento primario. Nel Cronicario luci sul tempio dedicato alle divinità guaritrici. Coordineranno gli archeologi Michele Guirguis, Antonella Unali ed Elisa Pompianu. (a. s.)
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 26 - Edizione PC)
Guspini
Montevecchio, progetti per l’arte e il paesaggio
Montevecchio ancora una volta è diventata la capitale dell’arte sostenibile. È stata scelta di nuovo per ospitare i laboratori del workshop di valorizzazione paesaggistica del master di architettura dell’Università di Sassari che si sono svolti nelle scorse settimane. Al progetto, realizzato in collaborazione con i Comuni di Arbus e Guspini, hanno lavorato un’equipe di paesaggisti di fama internazionale che hanno guidato sessanta studenti di tutto il mondo. La presentazione dei lavori è avvenuta alla presenza della coordinatrice Caterina Piras, dei professori Stefan Tischere e Philipe Gounadec Poulladec e delle autorità locali. (s.p.)
 

 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione OL)
Comunicazione, un incontro
ALGHERO Nell’ambito del programma di incontri aperti al pubblico del workshop progettuale InformAnimation, organizzato dal laboratorio AnimazioneDesign della Facoltà di Architettura, Nick Bentley, co-fondatore dello studio inglese Uniform, presenta questa sera alle 20,30, la sua esperienza professionale nel campo della comunicazione visuale e degli effetti speciali digitali, nella conferenza dal titolo "Who are you talking to?". L’incontro si terrà nei locali dell’ex asilo Sella. Giovedì 21 giugno sarà il turno di Marina Estela Graça, animatrice, regista e docente dell’Università dell’Algarve in Portogallo.
(p.p.p.)
 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
COMMENTI L’azzardo fonte di guadagno
I pochi scrupoli dello Stato
Una barista bolognese ha eliminato i videopoker dal suo locale. L’assenza delle “macchinette mangiasoldi” ha causato una diminuzione dei guadagni, ma è ugualmente soddisfatta della propria scelta, non potendo più sopportare la vista di individui che sprecano tempo e denaro in un gioco dove si è sempre perdenti. Inoltre, da buona bolognese, era stanca del locale frequentato da persone tristi a causa dei soldi buttati, e ha deciso di privilegiare la qualità della vita rispetto all’avidità del guadagno. Vi sono poi alcuni Comuni che iniziano a porre restrizioni all’uso di questi congegni, ad esempio vicino alle scuole, mentre niente e nessuno sembra invece impedire il proliferare delle sale da gioco virtuali su internet.
Sono lontani i tempi in cui si giocava di nascosto, in salette riservate o a casa, sempre guardando in faccia l’avversario e imparando a correre rischi e pagare le conseguenze delle proprie scelte. A giocare forti somme era un’esigua minoranza, ritratta magistralmente da Pupi Avati nel film Regalo di Natale . Oggi siamo in presenza di un fenomeno di massa, una sorta di “democratizzazione” dell’azzardo - ormai consentito a prescindere da ogni differenza di età, sesso e reddito - dove mancano i tradizionali filtri all’accesso: non tutti possono permettersi di entrare in un casinò reale, a tutti è invece consentito l’accesso a quelli virtuali. Non deve pertanto stupire la forte crescita delle patologie legate al gioco, che iniziano a creare problemi allo stesso sistema sanitario. Ovviamente, tutto questo non è successo per caso: di liberalizzazione in liberalizzazione, il settore del gioco d’azzardo è diventato del tutto legale e rappresenta una considerevole fonte d’introito per lo Stato. Resta da chiedersi perché lo Stato dimostri di avere meno scrupoli della barista di Bologna.
Riccardo Delussu (Università di Cagliari)
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Sassari
Usini, a S’Elighe Entosu conclusi i lavori di scavo 
Turisti e studenti universitari Erasmus hanno visitato le domus de janas L’amministrazione comunale continua a investire sul patrimonio archeologico 
di Franco Cuccuru
USINI Si sono conclusi la scorsa settimana i lavori della campagna di scavo 2012 nella necropoli a domus de janas di S’Elighe Entosu. Le attività sul campo dirette da Maria Grazia Melis dell’Università di Sassari, si sono concentrate intorno alla tomba IV, caratterizzata da un lunghissimo corridoio cerimoniale. Studenti provenienti dall’Università di Sassari e dall’estero tramite l’Erasmus hanno potuto svolgere i tirocini previsti nei propri corsi di laurea e apprendere il faticoso ma appassionante mestiere dell’archeologo: ricostruire gli eventi che si sono susseguiti nell’ipogeo, le modalità di frequentazione e uso della tomba. L’amministrazione comunale come sempre ha accompagnato l’équipe di ricerca con il suo prezioso supporto logistico: Università e Comune portano avanti dal 2006 in perfetta sintonia un progetto di studio e valorizzazione con l’obiettivo di rendere fruibile il patrimonio culturale e paesaggistico del territorio. In questi anni appunto l’amministrazione comunale ha investito risorse per facilitare le vie d’accesso all’area delle domus, con la creazione di strade e la realizzazione di una spaziosa area adibita a posteggio. Il ricco patrimonio archeologico presente nel territorio a poca distanza dal centro abitato può aprire le porte a nuove forme di turismo con possibili ricadute economiche per il paese. E l’interesse del grande pubblico cresce costantemente: il cantiere archeologico è stato visitato da gente del posto, allievi delle scuole, ma anche da turisti stranieri provenienti dalla Spagna e dal Sudafrica. «La tomba che stiamo scavando ha subito nei secoli numerosi utilizzi e violazioni, che hanno complicato la ricostruzione delle fasi di occupazione – afferma Maria Grazia Melis del dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione Università di Sassari – Ciò nonostante ha restituito dati importantissimi, raramente riscontrati in altri contesti, come la realizzazione di pavimenti lastricati e battuti. Per questo motivo è stato determinante l’uso delle più moderne metodologie di ricerca. Alcuni tipi di analisi, come la micromorfologia, sono finalizzate alla comprensione delle modalità di formazione del deposito archeologico». Altre tecniche, come il rilevamento con Uav (velivoli senza pilota a bordo), rendono più veloce e precisa la documentazione. «Sul piano scientifico – prosegue la professoressa Melis – la ricerca interdisciplinare coinvolge studiosi di diversi dipartimenti degli atenei di Sassari, Roma, Provenza, York e delle isole Baleari». S’Elighe Entosu diventa inoltre sede di applicazione di tecnologie innovative, come l’uso degli Uav per la documentazione del territorio e dello scavo archeologico. Il rilevamento con quadcopter è stato effettuato con la collaborazione della Oben S.r.l., una società Spin-Off dell’Università di Sassari.
 


8 - La Nuova Sardegna / Pagina 38 - Sassari
ARCHITETTURA 
Comunicazione visuale: una lezione di Nick Bentley 
ALGHERO Nell’ambito di InformAnimation, organizzato dal laboratorio Animazione Design della facoltà di Architettura, Nick Bentley, co-fondatore dello studio inglese Uniform, presenta questa sera all’Asilo Sella (sede di Architettura) alle 20,30 la sua esperienza professionale nel campo della comunicazione visuale e degli effetti speciali digitali. Bentley parlerà del ruolo della narrazione dello studio di Liverpool Uniform, noto a livello internazionale per aver portato qualità cinamatografica ed effetti hollywodiani nella produzione di video promozionali per grandi progetti di architettura e recupero urbano. La conferenza fa parte dell’ Erasmus InformAnimation, un progetto che fino al prossimo 1 luglio raccoglie ad Alghero un gruppo di lavoro internazionale composto da quasi 40 docenti e studenti di scuole europee (Italia, Spagna, Regno Unito, Grecia) di design, comunicazione e giornalismo. Alla lezione di Bentley farà seguito, giovedì prossimo 21 giugno, Marina Estela Graça, docente dell’Università dell’Algarve in Portogallo. (g.o.)
 
 
  
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 - Sardegna
Desertificazione, l’isola è sul baratro 
Allarme degli esperti in un convegno internazionale
L’Università di Sassari firma un accordo con il Burkina Faso 
di Antonio Meloni
SASSARI Se dici deserto il pensiero corre alla sabbia rovente del Sahara ignorando il fatto che la Sardegna è tra le cinque regioni italiane a rischio di desertificazione. A lanciare l’allarme sono stati ancora una volta gli esperti del Nucleo ricerca desertificazione dell’Università, a convegno nell’aula magna del Rettorato, per fare il punto su un fenomeno che rischia di dare il colpo di grazia all’economia sarda. Perchè per gli specialisti, desertificazione è anche inquinamento, dissesto idrogeologico, abbandono delle colture, impatto dell’attività umana sul territorio. Allora il termine si comprende meglio perchè in Sardegna rievoca lo spettro mai scacciato dello spopolamento, triste preludio alla ripresa di quell’emigrazione che ha lasciato tracce indelebili nella storia recente. Il direttore del Nucleo, Pierpaolo Roggero, lo dice senza retorica a margine del convegno internazionale che cade, non a caso, a vent’anni dalla storica conferenza di Rio de Janeiro. «In Sardegna si contano migliaia di ettari non irrigati malgrado i bacini siano pieni, e l’agricoltura soffre una crisi profonda, dalla Nurra alla Piana di Ottana fino al Campidano si stanno creando le condizioni tipiche delle zone marginali del pianeta». I rimedi ci sarebbero, ma qui la scienza cede il testimone a una politica solo di recente attenta ai temi ambientali. Alla conferenza di Rio, di cui si celebra il ventennale, si devono concetti cardine come sviluppo sostenibile e biodiversità. Il Nucleo ricerca sulla desertificazione nasce in quel conteso culturale. «Struttura d’eccellenza – rimarca il rettore Attilio Mastino – il Nucleo gioca un ruolo determinante nella lotta alla desertificazione ed è l’unico centro in Italia che contribuisce a collocare la nostra Università in uno scacchiere internazionale». In venti anni di attività, la struttura ha prodotto ventisette progetti di ricerca e cooperazione che hanno coinvolto trentasei specialisti fra ricercatori e docenti di sei diverse facoltà grazie a un budget annuale medio di un milione e quattrocentomila euro. Il Nucleo è anche centro interdipartimentale d’ateneo e promuove un’intensa attività di scambio con i paesi partner. La presenza, ieri a Sassari, di Hama Arba Diallo, già segretario della Convenzione Onu sulla desertificazione, nonché attuale vice presidente dell’assemblea nazionale del Burkina Faso, è legata alla stipula di un importante accordo tra l’Università di Sassari e quella del paese africano, «con l’intento – prosegue Roggero – di sviluppare un programma di attività formative nel settore agro-forestale con finalità anche alimentari». Perché, per dirla con Hama Arba Diallo, «Occorre indirizzare la capacità umana verso il miglioramento della produzione elevando al contempo la qualità della crescita e dello sviluppo». Al convegno, promosso in occasione della Giornata di lotta alla desertificazione, celebrata domenica in tutto il mondo, hanno preso parte anche Giuseppe Enne, primo direttore del Nrd, Mustaphà Mortaj (direzione provinciale agricoltura di Marrakech), Giuseppe Scarascia (Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura), Mauro Centrino (Centro nazionale per le ricerche), Alberto del Lungo (Food and agriculture organization) e Maurizio Sciortino (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie).
 
 

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
10 - Sardegna Quotidiano / Pagina 7 - Soldi e politica
LA SENTENZA
il doppio stipendio del dg di Soru
RICORSI Verdetto del Tar: Fulvio Dettori, ex direttore generale della presidenza della Regione dal 2005 al 2009, dovrà restituire 17 buste paga ricevute indebitamente dall’Università di Sassari
IL CONFLITTO L’incarico di docente o ricercatore universitario è incompatibile con la nomina di direttore generale della Presidenza della Regione. In base all’articolo 13, d.P.R. n. 382 del 1980, Dettori avrebbe dovuto comunicare al rettore la sua condizione di incompatibilità, per essere messo in aspettativa.
Vincenzo Garofalo
Per un anno e mezzo, il direttore generale della presidenza della Regione (reggenza Soru), ha marciato con due stipendi: quello di dirigente regionale, e quello di ricercatore dell’Università di Sassari. Ora, dopo un braccio di ferro legale andato avanti quasi tre anni, Fulvio Dettori dovrà restituire all’Ateneo sassarese ben 17 buste paga, «indebitamente percepite
» (dal 30 luglio 2005 al 30 novembre 2006), in quanto le due cariche erano incompatibili, e il dipendente del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Sassari, avrebbe dovuto comunicare tempestivamente l’assunzione dell’incarico regionale. Dal marzo 2009, terminato l’impegno con la presidenza della Regione, l’amministrazione universitaria, che dal 18 novembre 2006 aveva messo in aspettativa Dettori, aveva ritenuto il docente «debitore per la somma di 60.743,48 euro per “stipendi indebitamente percepiti” fra agosto 2005 e novembre 2006 e aveva quindi sospeso il ripristino dello stipendio». Un provvedimento contestato da Dettori che si era rivolto al Tar, chiedendo le
buste paga arretrate, o in subordine, la restituzione dei soldi reclamati dall’Università ricorrendo alla trattenuta di un quinto dello stipendio. Nei giorni scorsi il Tar si è pronunciato nel merito, emettendo la sua sentenza: Fulvio Dettori è stato riconosciuto in torto perché i due incarichi erano incompatibili e lui stesso, per legge, avrebbe dovuto comunicare all’università la sua nuova condizione lavorativa, in modo da essere messo in aspettativa. Per il Tar quindi, quei 17
stipendi intascati in silenzio, non gli erano dovuti, ma, sempre secondo la legge, i giudici hanno riconosciuto a Dettori il diritto di restituire le somme a rate, tramite una trattenuta massima si un quinto dello stipendio. «Anzitutto va ricordato che, a norma dell’art. 13, d.P.R. n. 382 del 1980, il professore che venga a trovarsi in una delle situazioni di incompatibilità ha l’obbligo, all’atto della nomina, di comunicarla al rettore « che adotta il provvedimento di collocamento in aspettativa per la durata della carica ». Tale disciplina è estesa ai ricercatori», spiega la sentenza. «Egli, venuto meno al dovere di comunicare tempestivamente all’Università l’incarico che l’Amministrazione regionale gli aveva conferito ha chiesto che non gli venissero applicate le norme sull’indebito oggettivo», continua il documento. «Il maturare di un debito del Dettori nei confronti dell’Amministrazione è totalmente imputabile alla sua condotta. Egli, avendo omesso di comunicare tempestivamente, quanto era obbligato a comunicare, ha continuato a percepire stipendi non dovuti». La sentenza precisa anche che, «l’entità del recupero deve essere "ragionevole", ovverosia tale da non rendere insufficiente quanto percepito dal dipendente al fine di soddisfare i bisogni suoi e della sua famiglia», quindi, «dichiara il diritto del ricorrente a far luogo alla restituzione delle somme indebitamente ricevute mediante una congrua rateizzazione, tale che le singole rate mensili non superino un quinto dello stipendio.

numeri
60 L’Università di Sassari ha reclamato da Fulvio Dettori la restituzione di 60mila euro di stipendi “indebitamente percepiti ”.
17 È il numero delle buste paga universitarie incassate dall’ex direttore generare della Presidenza Soru, mentre era impegnato alla Regione.
1/5 Per restituire gli stipendi non dovuti, Dettori avrà una trattenuta di un quinto sulla busta paga mensile, fino a
Esaurimento del debito.

 
 
11 - Sardegna Quotidiano / Pagina 11 - Cagliari cronaca
DALLA GESTIONE ALLA RICERCA
La Sogaer si è impegnata in un progetto di controllo dei movimenti nello scalo, ma nonostante i costi è inutilizzato
AEROPORTO SISTEMA ANTI-DISASTRI COSTATO 3 MILIONI, MAI UTILIZZATO
Marcello Zasso
Un sistema di sicurezza per controllare ogni movimento all’aeroporto di Elmas. Un progetto integrato in grado di mostrare ogni spostamento di aerei o persone con immagini illuminate dai computer anche di notte. Il progetto da oltre tre milioni di euro è stato curato direttamente dalla Sogaer (controllata per il 94,3 per cento dalla Camera di Commercio) e finanziato in buona parte dal ministero dell’Istruzione, Università e ricerca: un sistema ideato sull’onda del disastro di Linate dell’ottobre 2001, quando 118 persone morirono nello schianto di un aereo contro il deposito bagagli. Nel 2004 la società di gestione dell’aeroporto decise di agire in prima persona e impegnarsi, in collaborazione con la società Teletron, nella realizzazione del sistema “3D-Mbs per la gestione di sicurezza e controllo del traffico aeroportuale. Un progetto simile lo ha realizzato anche la Selex Sistemi integrati, società del gruppo Finmeccanica, e secondo gli esperti si sarebbe potuto comprare da loro per “soli” 800mila euro. La Sogaer ha deciso, invece, di buttarsi nel campo della ricerca scientifica e guidare questo progetto autonomo, inizialmente al fianco del Parco tecnologico della Sardegna Scarl, che ha lasciato il posto alla Sardinia Trade Network, per poi sfilarsi del tutto e lasciare alla Sogaer la titolarità del progetto. Per coprire le spese non finanziate dal ministero la società ha acceso un mutuo, ma i soldi non bastano lo stesso e il progetto è fermo. Concluso nel 2007, l’impianto che permette di vedere ogni spostamento nell’aeroporto in condizioni ottimali, anche di notte o con la nebbia, è stato utilizzato nell’aeroporto civile per la fase sperimentale, poi si è bloccato tutto. «Non è stato possibile far finanziare la seconda fase, a breve sarà realizzata la proposta all’Enac per gli interventi di adeguamento e ingegnerizzazione e stabilizzazione del software, e dovrebbero subentrerare partner stranieri per il finanziamento - spiega Giorgio Pelosio della Teletron - nel frattempo sono cambiate le esigenze dell’aeroporto, che è anche cresciuto, ed è necessario adeguare il progetto e finalmente renderlo definitivo e tarato su misura per l’aeroporto di Elmas». In attesa della fase due la Sogaer, quindi la Camera di commercio, continua a pagare la fase uno.

GLI SPRECHI IL SISTEMA PER EVITARE IL BIRD STRIKE
UN MILIONE DI EURO ABBANDONATO A PONTE VITTORIO
A fine maggio un aereo è dovuto atterrare poco dopo il decollo perché un uccello è finito nel motore. È un incidente frequente e pericoloso e la Regione ha speso un milione di euro per finanziare il progetto Bird strike prevention sistem. Un sistema all’avanguardia che ha passato tutti i test e i collaudi, con tanto di riconoscimento della competente commissione internazionale, ma non allontana i gabbiani dall’aeroporto di Elmas perché è parcheggiato nel dipartimento di Biologia animale dell’Università di Cagliari, sotto Ponte Vittorio. Il sistema è stato realizzato dalla Teletron, che proprio al’aeroporto ha la sua sede, così come quello da quattro milioni per la sicurezza e la sorveglianza nello scalo. Entrambi sono fermi.
 
 
 
12 - Sardegna Quotidiano / Pagina 20 – Cultura
VISIONI
“Geppe”, comandante partigiano
Una lezione di storia, un racconto personale che va a sistemare una nuova tessera nel mosaico della Seconda Guerra mondiale. Domani alle 18.30 la Cineteca Sarda di viale Trieste presenta “Geppe e gli altri”, lungometraggio realizzato da Francesco Bechis, Giuseppe Caboni, Francesco Capuzzi, Walter Falgio e Laura Stochino. Un lavoro di gruppo durato un anno. Più di venti ore di filmato, montati con cura per evidenziare i fatti più significativi. Geppe era il nome di battaglia di Antonio Garau, cagliaritano classe 1923, comandante della Brigata partigiana “Aldo Casalgrandi” operativa durante la Resistenza nel Modenese. Il film ripercorre i mesi dall’armistizio di Cassibile, reso noto l’8 settembre 1943, sino alla fine della guerra. La storia è raccontata direttamente da Garau, che ricostruisce con una invidiabile lucidità e vividezza i momenti più importanti di quegli anni terribili. Le azioni di resistenza, la prigionia, la liberazione del paese di Spilamberto e il ritorno a Cagliari sono le tappe fondamentali di questo percorso. La storia di questo comandante partigiano è stata raccontata grazie all’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia, al Laboratorio di Etnografia Visiva dell’università e alla Società Umanitaria. A cogliere questa testimonianza non ci sono operatori del cinema, ma storici ed antropologi. L’intento non è costruire uno spettacolo intorno alla figura di un cagliaritano illustre, ma cercare di ricostruire la realtà storica. La testimonianza di Geppe potrebbe avere ripercussioni sulle cronache di quel periodo raccolte dagli esperti. «È stata una scoperta sorprendente», dichiara Walter Falgio, «il nome di Garau appariva soltanto in alcuni saggi sconosciuti ai più, ma non c’era traccia di molte delle situazioni che ci ha raccontato durante le nostre sedute di ripresa». Quasi nessuno a Cagliari ne era a conoscenza. Quell’uomo aveva anche un passato nella resistenza emiliana. Dopo le prime rivelazioni Caboni e Falgio, rispettivamente fondatore e membro dell’Issra, si sono avvalsi della collaborazione degli altri tre curatori. Bechis ha svolto la funzione di regista, Capuzzi e Stochino hanno collaborato alla realizzazione di una griglia analitica e alla ricostruzione storica degli eventi. Il comandante partigiano ha raccontato la propria vita di fronte alla cinepresa con un po’ di diffidenza iniziale, per poi mettersi a suo agio di fronte a persone curiose di conoscere gli aspetti meno conosciuti di quel periodo storico. «Si tratta di un’iniziativa di militanza culturale», spiega Falgio, «operata con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui temi della libertà e della resistenza antifascista». L’indagine storica si unisce alla ricerca etnografica, all’interno di un film completamente autoprodotto. La scoperta è avvenuta un po’ per caso. Antonio Garau ha tenuto nascosto il suo passato per oltre sessant’anni. Una memoria sepolta e poi riportata alla luce. Le motivazioni di questa scelta sono da ricercarsi nel passato. Il ritorno a Cagliari è stato un forte trauma per il partigiano. Prima l’accusa di aver ucciso un ex fascista, poi la reclusione nel carcere di Buoncammino, fino al lieto fine. La scarcerazione derivante dalle prove della sua innocenza. Il trauma provocato da questi eventi ha portato Garau a chiudere con il passato, fino alla fortunata scoperta dei due ricercatori. Proprio quest ’anno il Comune di Cagliari ha fatto pace con il partigiano Garau, con la proiezione del film nell’aula consigliare il 23 aprile, la stessa data in cui sessantasette anni fa le brigate comandate da Geppe avevano liberato Spilamberto. Una riappacificazione che arriva con qualche anno di ritardo, ma che permette lo scioglimento di un trauma ormai sepolto nella memoria. Prima della proiezione di mercoledì interverranno gli autori del lungometraggio che, insieme ad Antonello Zanda, direttore della Cineteca, introdurranno le tematiche esposte nel film. Presente in sala anche il protagonista del film, il comandante partigiano. “Geppe e gli altri” racconta la storia di un partigiano attraverso i suoi ricordi, memorie ingombranti di un periodo fondamentale della nostra storia.
Jacopo Basanisi
 
 
 
13 - Sardegna Quotidiano / Pagina 4 - Opinioni
GENITORI TOSTI
L’INSEGNAMENTO NON PER SCELTA MA PER OBBLIGO
di MARISA MELIS
Pensando sempre al bene della nazione ma soprattutto ai cittadini più deboli, qualcuno non dorme la notte. Se non stiamo attenti finisce però che i nostri figli saranno sempre gli ultimi degli ultimi. In tema di scuola, la voce «risparmio» in Italia si è coniugata con il verbo «tagliare». Nella scuola sono state tagliate tantissime cattedre, accorpando le classi (dette “classi pollaio”). Tanti docenti hanno perso il posto e sono diventati in esubero. Cosa si inventano i dotti? Abbiamo circa 10mila docenti in esubero ma gli studenti disabili nella scuola italiana sono in aumento. Con decreto direttoriale n.7 del 16 aprile 2012 i docenti in esubero possono prendere la specializzazione nel sostegno con un corso di 420 ore. Vista la necessità di tali figure nel panorama scolastico, dopo 120 ore di corso (100 delle quali online) un docente può fare il sostegno. Ci sarebbe tanto da discutere, oltre a fare dei confronti tra chi ha scelto di fare l’insegnante di sostegno e chi decide perché non ha alternative. I primi hanno frequentato una scuola in cui si sono approfondite materie come, ad esempio, Psicologia dell’handicap. Noi genitori di ragazzi disabili negli anni abbiamo tenuto delle lezioni per gli specializzandi all’università per quanto riguardava la pedagogia speciale, portando la nostra esperienza ai giovani laureati che volevano cimentarsi in questo percorso “tutto speciale” in aiuto ai nostri figli. I secondi non hanno scelta, si devono per forza riconvertire. I ragazzi disabili dall’anno prossimo si troveranno una parte di insegnanti con la specializzazione che partono da una base psicologica che non li aiuta. Persone che non hanno scelta e conseguentemente non sono motivate. Certo, l’insegnamento non è un missione, ma il sostegno è un lavoro delicato che si basa su degli equilibri tutti particolari. Si deve, o almeno si dovrebbe, entrare in sintonia con il ragazzo speciale, conquistare la sua fiducia e poi fare un percorso sociale e scolastico che porti lo studente a raggiungere il traguardo o le più alte vette che la sua disabilità può consentire. Non vogliamo dei baby-sitter, vogliamo che i nostri figli nella scuola non siano numeri, ma persone con una dignità pari agli altri studenti. Vogliamo e lottiamo per “sostegni ” per scelta e non “riconversioni ” di comodo per il Miur: questo decreto avvilisce la scuola “vera”.
Associazione Genitori Tosti
 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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