Domenica 17 giugno 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 giugno 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
1 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
«Così mediamo tra imprese e banche» 
Professioni emergenti: i nuovi registi del credito. Una quindicina gli specialisti formati dal master dell’Università di Sassari 
Pier Giorgio Pinna
SASSARI Non credete più nelle mediazioni tradizionali fra banche e imprese? Pensate che nessuno sia in grado di darvi soldi cash per le vostre attività? Siete convinti che la morsa creditizia sia appena agli inizi? Bene, anzi male, ma da oggi in poi avrete una speranza diversa dalle solite: potrete contare su nuovi professionisti capaci di affrontare la questione e aiutarvi. L’università di Sassari, attraverso master unici nell’isola, ha già sfornato una quindicina di neolaureati con una mission possible: fare da tramite fra gli istituti di credito e le aziende per superare questa stretta e garantire finanziamenti appropriati. Altri specialisti saranno preparati nei prossimi mesi, pronti ad affiancare i colleghi, quasi tutti già chiamati al lavoro subito dopo i corsi. Dice Valentina Porcu, che rappresenta questo piccolo esercito di figure che stanno emergendo tra finanza, credito e imprese: «Per conto della Sardafidi do garanzie su due fronti: alle aziende che hanno bisogno di aiuti e alle banche che hanno magari necessità di adeguate forme di garanzia. Il nostro compito, in altre parole, è promuovere assistenza». «Che cosa succede abitualmente di questi tempi?», si chiede poi. Per rispondere subito: «Gli imprenditori si rivolgono a funzionari di fiducia richiedendo linee di credito genericamente utili alle società e al superamento di ostacoli contingenti legati al mercato. Ma, a parte l’istruttoria e le verifiche con le centrali rischi, occorrono analisi preventive di bilanci e business plan ormai indispensabili per far marciare la procedura. In un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, d’ingessatura generale, si vedono troppe possibilità, anche chance importanti, usate male». « E allora che cosa si dovrebbe fare? In sostanza esattamente quello per cui abbiamo studiato: individuare le linee creditizie più confacenti alle necessità dei titolari delle aziende - è la sua conclusione - In modo da “educare” il tessuto imprenditoriale a non sprecare potenzialità e a ricorrere a ciò di cui hanno urgenza sul piano finanziario nella loro programmazione, evitando prodotti meno idonei e magari dispendiosi dal punto di vista del rientro». Valentina Porcu ha 26 anni. Attualmente lavora per la Sardafidi nella filiale di Sassari. Dopo due mesi di formazione nella sede di Cagliari, durante i quali ha potuto apprendere tutte le fasi di lavorazione dei prodotti finanziari legati ai suoi compiti , ora si occupa di promozione, verifiche documentali, caricamento e monitoraggio pratiche, oltre che di front office e assistenza. Ma col master sono stati preparati altri professionisti che stanno operando in campi differenti, come per esempio nel coordinamento di reti commerciali nell’isola. Il traino del credito rimane comunque fondamentale. Ecco perché numerosi tra gli specialisti formati dall’università gestiscono partite strettamente collegate. E’ il caso di Nicoletta Mesina, 27 anni, nuorese che svolge la sua attività, nell’ambito di un Piano d’inserimento professionale, per il Confidi Sardegna. Lei, con alle spalle una laurea a indirizzo umanistico, si è buttata a capofitto in nuove esperienze passando dalle lingue straniere agli studi finanziari. «Il Confidi Sardegna offre alle Imprese assistenza, suggerimenti, soluzioni pratiche - spiega - E lo fa attraverso l’esame della situazione finanziaria di ogni singola azienda. Compito del Confidi è in effetti porsi come supporto delle imprese nell’accesso al credito bancario». In che modo? «Nella sostanza, si verificano le esigenze finanziarie dell’ mpresa e si funge da tramite fra la stessa azienda e la banca, supportandola nell’ottenimento del credito, attraverso il rilascio di garanzie a prima richiesta», afferma la professionista. «Offrire alle società questo sostegno è tanto più importante in questo momento di crisi – conclude Nicoletta Mesina – Dal punto di vista generale, infatti, la difficoltà di ottenere l’aiuto finanziario necessario rischia di aggravare ancora di più una situazione già compromessa».
 
I DOCENTI 
Il terzo corso sarà in sinergia con l’ateneo di Cagliari 
SASSARI E’ dall’allarme rosso nel credito alle imprese che è nata l’idea di formare nuovi professionisti. Lo spiegano i promotori del progetto, i professori di Economia dell’ateneo turritano Marco Vannini e Luca Deidda. Lo ribadiscono operatori sul campo. A partire da Salvatore Desole, che per conto della Confidi Sardegna crede, molto a fondo, nell’iniziativa. E se alla stretta in atto si aggiungono il fatto che spesso le amministrazioni pubbliche ritardano i pagamenti alle imprese e che la Regione non accelera le pratiche con le banche, la sete di liquidità attraversata da centinaia d’imprese può trovare risorse in questo serbatoio di riserva. «Se la prima edizione dell’Fbi risale al 2010-2011 e se ancora oggi è in svolgimento il secondo corso, con il terzo che avvieremo presto puntiamo a stabilire sinergie con l’università di Cagliari - afferma Vannini - Con un’impostazione rigorosa mettiamo insieme competenze differenti combinando lezioni, stage, rapporti di partneriato». «Aperto a tutti i generi di laurea, triennali e no, il master offre una formazione incentrata sull’esame economico-quantitativo del credito con riguardo alle piccole e medie imprese, ossia alla gran parte del tessuto dell’isola - osserva Deidda - Riproduciamo “in micro” l’ambiente e le difficoltà che solitamente s’incontrano nei rapporti tra le banche e le società». «Ci troviamo in un momento drammatico: dobbiamo rafforzare la cultura d’impresa, e per farlo non bastano consulenti tradizionali, e nello stesso tempo puntare a fare ottenere alle aziende il credito di cui hanno necessità - sostiene Desole - Ecco, io sono convinto che questi professionisti possano contribuire a innalzare la produttività del sistema sardo e a realizzare quella rete d’imprese che oggi manca o appare sfilacciata ». (pgp)
 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Cossiga, docente che ha amato la politica
Il giurista Giuliano Amato ha consegnato il premio del Banco di Sardegna dedicato al presidente emerito della Repubblica
I vincitori della borsa di studio PREMIATI EX AEQUO I cagliaritani Gian Marco Solas (che studia a Bruges) e Andrea Mura (Luiss di Roma), i due laureati hanno vinto ex aequo il premio Francesco Cossiga e potranno proseguire con la borsa di studio del Banco la specializzazione in Diritto Costituzionale.
 
di Vannalisa Manca
SASSARI Francesco Cossiga non rappresentava certo il prototipo dell’alunno modello. Sui banchi di scuola non voleva starci. Ma di certo non gli mancava il desiderio della conoscenza e dell’istruzione: quando frequenteva la quinta ginnasio al liceo classico Azuni, un giorno andò dal padre e gli disse: «Non voglio studiare». Era il 1945, c’era la guerra. In realtà lo studente-non modello studiò, eccome. Due anni in uno da privatista, con la media dell’8, che gli valsero l’accesso all’esame di maturità: ed ecco che a sedici anni, quel ragazzino conseguì la maturità classica. E il padre, però, non ne fu contento: «Non hai fatto il tuo lavoro». Né riuscì ad apprezzare quel figlio che bruciava le tappe - e non faceva, invece, vita di studente - quando a vent’anni appena compiuti, gli disse: «Mi sono laureato in Giurisprudenza». La vita di Francesco Cossiga è costellata anche di questi avvenimenti. A raccontare l’aneddoto del Cossiga studente dalle spiccate doti, è stato ieri mattina il figlio Giuseppe, deputato, intervenuto con la sorella Anna Maria alla cerimonia del «Premio Francesco Cossiga”, 1^ edizione, istituito dal Banco di Sardegna per ricordare la figura del presidente emerito della Repubblica. Un sassarese che ha dato lustro alla sua città e all’isola, come ha ricordato Franco Farina, presidente del consiglio di amministrazione del Banco, che ha sottolineato come Cossiga fosse stato da sempre vicino alla banca sassarese, già da quando apriva casse rurali, sportelli di credito agrario, ed era accanto a Stefano Siglienti, quando il banchiere ottenne di emettere assegni e fondare quindi il Banco di Sardegna, considerato all’epoca «la più piccola delle grandi banche o la più grande delle piccole». Poi, con la legge Amato ci fu la privatizzazione in Spa, il matrimonio con Bper («sostenuto da Francesco Cossiga»). Un uomo dalle mille sfaccettature, il presidente emerito: un carisma unico, uno studioso con una cultura vastissima, un appassionato docente universitario di Storia delle istituzioni giuridiche della Sardegna prima e di Diritto Costituzionale poi, che fu assistente volontario con Antonio Segni, come ha ricordato Attilio Mastino, rettore dell’Università e come ha sottolineato il senatore Luigi Zanda, illustrandone la personalità straordinaria di politico che credeva nei grandi partiti e nella Dc, «perchè lì trovava la base di due valori: fede e cultura atlantica». Era un intellettuale, uomo di scienza con una passione militare. «Un uomo di fede, che lo metteva alla pari con la crema del collegio cardinalizio». E Giuliano Amato, presidente della commissione del premio del Banco, ha tracciato alcune pennellate su Cossiga: «C’è stato un rapporto intensissimo durato una vita, almeno per me, che ero più giovane di Francesco – ha detto il giurista e consulente politico del governo Monti -. Ho condiviso molte delle sue esperienze. Ma credo che vedesse in me la proiezione di sé che avrebbe desiderato: a 30 anni ero professore ordinario. Lui vantava già una brillante carriera politica, ma aveva un tale amore per il diritto costituzionale e avrebbe voluto continuare all’università». Amato si è soffermato sulla «fratellanza accademica» nata tra i due, anche se Cossiga riusciva a stupirlo: «Ogni cosa che diceva, la dettava all’Ansa. quando divenni ministro dell’Interno, disse che non si sarebbe più servito della batteria (il centralino riservato del Governo, ndr.) perchè dipendeva da me. Il giorno dopo mi abbracciò dicendo: “Credo di aver detto una cattiveria”».
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
UNIVERSITA’ Convegno sulla desertificazione 
Domani a confronto i progetti di cooperazione internazionale 
SASSARI Oggi si celebra la Giornata Mondiale di Lotta alla Desertificazione. Domani, nel Rettorato dell’Università, si svolgerà un meeting internazionale, promosso dal Centro Interdipartimentale Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione (NRD), per sviluppare nuove proposte progettuali volte a contrastare, a livello globale, il degrado del territorio nelle zone aride e secche, dovuto a variazioni climatiche e alle attività dell’uomo. Nel corso dell’incontro, che inizierà alle 9 in aula Eleonora d’Arborea, si metteranno a confronto esperienze concrete di ricerca e cooperazione internazionale. Si parlerà anche della conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile Uncsd “Rio+20”, che il 20 giugno traccia un bilancia dell’attività ventennale dopo la conferenza di Rio. All’evento scientifico, che sarà introdotto dai saluti del Rettore Attilio Mastino, parteciperanno Hama Arba Diallo, già segretario dell’UNCCD, la "Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione", rappresentanti di enti e istituti di ricerca, appartenenti a network internazionali, che operano in Sardegna in collaborazione con NRD in rete con il CNR ISPAAM e le agenzie regionali Agris e Laore: Mustaphà Mortaj (Direzione provinciale Agricoltura di Marrakech), Giuseppe Scarascia (Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura) Mauro Centritto (CNR IBAF), Alberto Del Lungo (Dipartimento foreste della Fao di Roma), Maurizio Sciortino (Enea), Gabriella Massidda (Direttore Generale, Presidenza, Regione Autonoma della Sardegna).
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari  
la mostra
IN VENTICINQUE SCATTI LA “DURA” VITA DEGLI UNIVERSITARI 
Le fotografie sono il frutto di un laboratorio curato da Marco Ceraglia all’interno della residenza dell’Ersu di via Coppino e seguito da numerosi studenti
SASSARI Una mostra fotografica per raccontare in venticinque scatti uno spaccato della vita universitaria sassarese. Autori del lavoro 12 studenti che hanno avuto l’opportunità di apprendere le più moderne tecniche della fotografia digitale all’interno di un laboratorio che l’Ersu di Sassari ha attivato nei mesi scorsi nella Residenza di via Coppino. Il corso gratuito di fotografia e approccio creativo è stato curato dal fotografo professionista Marco Ceraglia e aperto agli studenti dell’Università, del Conservatorio e dell’Accademia di Belle Arti. "Nelle diverse fasi del laboratorio i ragazzi hanno potuto confrontarsi con strumenti di lavoro pratici -dice Marco Ceraglia- e con una progettualità mirata all’allestimento di una mostra conclusiva". L’esposizione, realizzata nella hall della residenza di via Coppino, sarà inaugurata il 20 giugno alle 18,30 e si potrà visitare dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20. In mostra immagini, volti, luoghi e spazi del quotidiano degli studenti sassaresi. "Nei quattro mesi di laboratorio - conclude Ceraglia - abbiamo affrontato diverse specializzazioni tra cui quella dello still life, del ritratto e del reportage. Oggi grazie alla tecnologia macchine eccellenti di facile utilizzo sono accessibili a tutti ma per fare una buona fotografia bisogna avere conoscenze artistiche e tecniche”. Dopo una prima fase teorica sono state individuate le tematiche da affrontare (tra cui pendolarità, quotidianità dello studente fuori sede) per poi passare subito al lavoro sul campo. "Con questa iniziativa abbiamo voluto offrire agli studenti l’occasione di arricchire il proprio curriculum - dice il direttore dell’Ersu Maria Assunta Serra - anche a chi intrapreso percorsi di studio lontani dall’ambito artistico. Il nostro obiettivo, realizzando la mostra fotografica nella residenza di via Coppino, è inoltre quello di aprire le porte delle nostre strutture invitando i sassaresi a conoscere meglio gli spazi dell’Ersu". Nella lunga carrellata di foto a colori e in bianco nero emergono le diverse anime dei giovani autori in un articolato mix di ironia, poesia e tecnica La mostra resterà aperta fino al 31 luglio.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 36 - Sassari
BILANCIO POSITIVO
Monumenti aperti, nuove prospettive oltre l’industria 
PORTO TORRES L’amministrazione comunale ha voluto ringraziare, nel corso di un incontro che si è tenuto in comune, tutti gli enti, le associazioni, i volontari, le scuole e gli studenti che hanno contribuito alla buona riuscita di “ Monumenti Aperti". A fare gli onori di casa c’erano il sindaco Beniamino Scarpa e l’assessore alla Valorizzazione dei Beni Archeologici, Francesco Porcu. Era presente all’incontro anche il Rettore dell’università di Sassari, Attilio Mastino, il quale ha sottolineato che «Porto Torres dimostra di avere una dimensione oltre l’industria, grazie alla presenza nel suo territorio del Parco dell’Asinara e dei siti archeologici. Monumenti Aperti ha avuto un successo straordinario e costituisce la premessa per guardare con attenzione al nostro patrimonio come prospettiva di sviluppo». «Questa manifestazione, approdata per la prima volta a Porto Torres lo scorso anno, riesce a catalizzare attenzione ed entusiasmo. Penso – ha affermato il sindaco Beniamino Scarpa – che sia stato fatto un buon lavoro anche con le poche risorse a disposizione dell’amministrazione comunale. Monumenti Aperti ci dice che può esistere un modello possibile di fruizione del nostro patrimonio culturale». Per l’assistente tecnico-scientifico del distaccamento turritano della Soprintendenza ai Beni archeologici, Franco Satta, «il lavoro svolto per questa manifestazione può rivelarsi molto utile anche per la fruizione dei siti, che suscitano notevole interesse anche nei crocieristi che stanno sbarcando frequentemente a Porto Torres» mentre per quanto rigaurda la novità di quest’anno, il Faro, «si è potuta ammirare la città in un modo diverso dal solito – ha detto Nicola Troncone, del Comando Zona Fari della Sardegna – anche grazie all’importante lavoro svolto dagli studenti che hanno adottato il monumento».

 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda - Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
In una casa di Mogoro
Il volto scolpito è quello di Eleonora
«Abbiamo acquistato la casa quindici anni fa. Molti i lavori da fare. Ma ci ha colpito un viso di donna scolpito nella chiave di volta di un arco». Lo confessa Mariano Atzori, proprietario della casa Atzori-Melis di impianto medioevale nel centro storico di Mogoro. Da qui è nato il mistero della possibile presenza di Eleonora d’Arborea nella comunità della Marmilla. Quella scultura femminile rappresenta la giudicessa d’Arborea autrice della Carta de Logu? Il dubbio rimane. Ma una risposta l’aveva già trovata l’appassionato di tradizioni locali nonché poeta mogorese Dino Maccioni quando per la prima volta aveva notato il volto nel peduccio dell’arcata. Per Maccioni è Eleonora d’Arborea. Un’affermazione ripetuta a distanza di due anni dallo storico Gigi Sanna, che ha svolto un minuzioso lavoro di ricerca. La sua ipotesi è diventata una tesi che lo stesso Sanna ha esposto nel convegno a Mogoro “Sa Giudissa Leonora a Moguru?”.
Per Sanna quel punto interrogativo non ha più ragione di esistere. Almeno sul fatto che quella scultura ritragga Eleonora. Lo storico oristanese l’ha confrontata con l’effige ritrovata nella volta a crociera dell’abside della chiesa di San Gavino a San Gavino Monreale. Francesco Cesare Casula, docente di storia medioevale dell’Università di Cagliari, ha avuto il conforto di un’iscrizione e di una data per levare ogni dubbio. Il viso di San Gavino è Eleonora d’Arborea. Una prova che a Mogoro manca. Ma per Sanna le similitudini sono tali da poter identificare anche la donna mogorese con Eleonora: «I capelli sciolti sono propri di una nobildonna. E lo sfregio nella parte destra del volto è lo stesso. Uno sfregio accentuato nell’effige mogorese perché destinato a un luogo privato e non a un edificio pubblico, dove l’immagine è stata idealizzata. In una casa privata l’autore è stato più libero nel ritrarre il volto deturpato d’Eleonora».«In questa casa - conclude Sanna - Eleonora avrebbe potuto dimorare per alcuni giorni».
Antonio Pintori
 
 
2 - L’Unione Sarda - Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Giovanni Ziccardi, docente di informatica giuridica
Cyberspazio e diritto, la frontiera civile del terzo millennio
È avvocato, titolare della cattedra di Informatica Giuridica nella facoltà di Giurisprudenza all’Università di Milano, dove ha fondato e dirige il Corso di Perfezionamento post lauream in computer forensics e investigazioni digitali, fondatore e direttore della rivista scientifica “Ciberspazio e diritto”. In più, giornalista e scrittore. Giovanni Ziccardi arriva domani a Cagliari per un doppio incontro che lo vedrà protagonista dapprima a Palazzo di Giustizia, ore 15.30 nell’aula magna della Corte d’Appello, per un seminario dal titolo “L’avvocato hacker - le nuove tecnologie e la professione legale”, a cui interverranno Pierluigi Perri, che nell’ateneo milanese insegna Informatica Giuridica Avanzata, e gli avvocati Giovanni Gallus e Roberto Nati. E successivamente, alle 18.30, nella libreria Piazza Repubblica Libri, per parlare del nuovo romanzo “L’ultimo hacker”, pubblicato per Marsilio, in un incontro introdotto dalla giornalista Manuela Vacca. «Il seminario ha un titolo molto suggestivo» dice Ziccardi: «Apprendere un uso responsabile delle nuove tecnologie è importante. Qualche mese fa, al festival internazionale del Giornalismo di Perugia, abbiamo presentato un libro e dei corsi sul tema del giornalista hacker. Questo per far capire che un utilizzo evoluto delle tecnologie consente di tutelare meglio il proprio lavoro ed è sicuramente una buona cosa in ogni ambito professionale. Un avvocato che quotidianamente ha a che fare con dati e cause importanti, deve mantenere un livello di sicurezza e di allerta molto alto».
Come altri campi, anche il diritto si sta sempre più informatizzando…
«Gli avvocati si stanno rendendo conto che ogni caso ora trattato, dalle separazioni alle diffamazioni, dove l’informatica non entrava, ha un aspetto tecnologico. Anche nei casi di omicidio si va subito a esaminare il computer della vittima o del presunto assassino».
Sabato scorso nel corso del festival “Leggendo Metropolitano”, il magistrato Nicola Gratteri ha fatto notare che potrebbero venire risparmiati un bel po’ di soldi anche negli atti più semplici, come nel caso delle notifiche, se il legislatore si decidesse a introdurre delle piccole modifiche al codice di procedura penale, inerenti all’invio telematico di tali atti.
«È vero. Basterebbe poco per risparmiare molto. Se ne parla da più di quindici anni e ancora non si è fatto niente. Con i governi che si sono succeduti, i fondi che mancavano, un piano di riforma della giustizia andata avanti a macchia di leopardo, siamo ancora qui ad aspettare una vera informatizzazione del processo. In questo modo, anche le indagini finiscono per essere condizionate».
Quali sono i reati che vengono maggiormente perpetrati in via informatica?
«Frode, diffamazione e stalking. Negli ultimi due, l’aspetto telematico ha superato quello fisico».
Nel suo libro tratteggia la figura di un hacker d’altri tempi, che poi diventa avvocato.
«I vecchi hacker oggi hanno tra 40 e 50 anni. Operano per lo più in multinazionali o lavorano in proprio. Molti di loro ritengono che i giovani non sono veri hacker perché hanno la possibilità di usare tutto in maniera automatizzata, senza avere le competenze dei loro predecessori».
Carlo Argiolas
    
      

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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