Venerdì 15 giugno 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 giugno 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Risorse e regole per crescere
Francesco Pigliaru, pro Rettore per la Ricerca Scientifica: ci sono 17 milioni
per i dottorati e 8 per i ricercatori a tempo determinato con 50 nuovi posti
 
Alla fine, i soldi per la ricerca ci sono. Rispetto a molte altre regioni, la Sardegna sorride e l'ateneo cagliaritano con una dote di 20 milioni di euro ha potuto finanziare 187 progetti (su 555 presentati) per un importo medio di 125 mila euro. Ma come si spendono questi soldi, quali garanzie ci sono nell'assegnazione dei fondi? Il professor Francesco Pigliaru è pro Rettore per la Ricerca Scientifica, i Rapporti Istituzionali, l'Innovazione e Attività Produttive, in pratica lavora per «trovare risorse per dare a tutti buone opportunità e adottare regole capaci di individuare e premiare la qualità». Mica facile in un momento storico debilitato da una forte crisi economica e con una riforma universitaria che chiama a una nuova gerarchia meritocratica.
Che fare?
«Mettere nelle condizioni migliori chi sta già facendo ricerca e capire come tenere aperte le porte dell'università ai giovani».
Quali strategie sono state adottate?
«Primo, far funzionare la buona legge regionale sulla ricerca scientifica, che altri atenei più ricchi di noi, ci invidiano».
Come sono distribuiti i fondi?
«Ci sono 17 milioni e mezzo di euro per borse di dottorati di ricerca, 2 e mezzo per assegni di ricerca e 8 milioni per ricercatori a tempo determinato. Per questi ultimi ci sono 50 posti, davvero tanti coi tempi che corrono».
Quali obiettivi?
«Abbiamo pensato che sarebbe stato sbagliato investire nel dottorato di ricerca senza garantire i gradini successivi. In questo modo abbiamo spostato più avanti il “collo di bottiglia” cercando di non bruciare una generazione ma dandogli la possibilità di entrare e salire i primi tre gradini».
Come si accede al finanziamento?
«C'è un bando, modellato sugli standard di quelli nazionali e internazionali, che fissa rigorosi criteri».
Poi?
«C'è un comitato di garanti, attualmente quattro, di riconosciuta esperienza e capacità scientifica. Controlla il progetto e lo affida a due arbitri, i quali devono dare un giudizio serio e competente».
I garanti sono nominati dall'assessore: la politica ci mette il naso?
«Vero, la scelta è politica ma la Consulta vigila e bacchetta. Perché se qualche garante, ed è già successo, non ha titoli sufficienti viene immediatamente protestato. E il politico che sta facendo grandi investimenti sulla ricerca non vuole ormai più fare figuracce. Nel nuovo bando ci sarà scritto che i garanti saranno minino sei, per allargare la copertura disciplinare, e saranno nominati dall'assessore “sentito il parere della Consulta”».
E gli arbitri?
«Trasparenza anche qui. Intanto devono restare anonimi per i proponenti. Poi vanno scelti dopo che è stata valutata la loro pubblicazione scientifica. Perché oggi non esiste una certificazione di qualità, tutti si possono iscrivere in questi elenchi ministeriali da dove pescano i garanti. Anche qui abbiamo inserito nei nuovi bandi più controlli».
Come far camminare i risultati della ricerca?
«La ricerca di base è fondamentale, se non ce l'hai non puoi portare i tuoi prodotti sul mercato. Siamo di fronte al bivio fra research universities e teaching universities . Il nostro obiettivo è il primo perché lì puoi trasferire le conoscenze che stai producendo verso il territorio. Se perdi la ricerca ti rimane solo il capitale umano».
Allora come valorizzare la ricerca?
«Abbiamo gli stumenti, sappiamo che dobbiamo migliorare. Però sia chiaro: noi organizziamo l'offerta, la domanda deve arrivare da altri. Qui ci scontriamo con la mancanza di imprese che non riescono ad assorbire il capitale umano».
Docenti e ricercatori possono però dar vita a una scommessa imprenditoriale, il cosidetto spin off.
«Certo ma sono pochi gli spin off che funzionano. Anche perché tutti aspettano che sia lo Stato a metterci i soldi. E poi il ricercatore raramente ha l'animo dell'imprenditore: sono due mestieri e stili quasi all'opposto».
Qualcuno dice: ma sono usati bene questi soldi?
«Faccio un esempio: se un Dipartimento ha ricercatori non attivi, quelli che pubblicano poco e male, si tagliano i soldi, si perde nella classe di merito. Seguendo questa disciplina aumenta la qualità e si combatte l'inefficienza. Negli Stati Uniti non ci sono concorsi, il docente dialoga e ascolta lo studente e poi decide se assumerlo. Quando lo fa, non sbaglia: sceglie il più bravo. Altrimenti si caricherebbe una zavorra che peserebbe sul suo Dipartimento facendolo diventare mediocre, quindi con meno soldi e meno studenti».
Un altro mondo...
«L'università va in questa direzione. Certo ci vuole un po' di tempo. Siamo partiti nel 2009, per vedere un articolo in una pubblicazione scientifica occorrono due anni. Fra poco valuteremo se la scommessa sta funzionando. Intanto noi le regole le stiamo scrivendo».
Sergio Naitza
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Metti un piccolo orto su Marte
Università di Cagliari e Csr4 in un progetto dell'Agenzia Spaziale Italiana
 
Un orto su Marte. Sembra fantascienza e invece potrebbe presto diventare realtà. Se i futuri esploratori del pianeta rosso potranno produrre acqua, ossigeno, fertilizzanti azotati, coltivare direttamente sul suolo marziano, prolungare e rendere confortevole la loro permanenza sul pianeta, dovranno senz'altro ringraziare i ricercatori dell'Università di Cagliari e il Crs4. L'idea innovativa, interamente “made in Sardinia”, è stata giudicata «completamente innovativa e brevettabile» dall'ufficio europeo dei brevetti. La richiesta di esclusiva, depositata lo scorso luglio, infatti, è stata accolta a pieni voti. È l'ultimo successo del progetto italiano Cosmic, finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con 500 mila euro, e condotto dal 2009 da un gruppo di ricercatori dell'ateneo cittadino e del centro di ricerca del parco tecnologico di Pula (Crs4). Coordinati dal professor Giacomo Cao, docente del Dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali, il gruppo di ricerca ha sviluppato una tecnologia che «consente di produrre sul suolo marziano diversi prodotti tra cui ossigeno, acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e altri, mediante l'utilizzo di risorse reperibili direttamente sul posto», spiega il professor Giacomo Cao. «Considerato che per raggiungere Marte, con le tecnologie attuali, occorrono sei mesi - continua il coordinatore del progetto - questo brevetto si inserisce nell'ambito di quelle tecnologie innovative che consentiranno una permanenza, più o meno lunga, sfruttando le risorse che il pianeta Marte mette a disposizione». Una parte del progetto, infatti, «prevede anche specifiche colture che si potranno realizzare sfruttando fertilizzanti prodotti in loco». Oltre all'Università e al Crs4, il progetto a cui hanno lavorato i ricercatori Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu, coinvolge il dipartimento Energia e Trasporti del CNR, l'istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Fuscaldo e la Corem Srl. Il brevetto, frutto di un'importante sinergia tra l'Università, Crs4 e Agenzia Spaziale Italiana, sarà a breve esteso a tutti i paesi del mondo, e potrà contribuire sia alla programmazione che alla gestione delle future missioni spaziali in quanto si inserisce a pieno titolo tra i paradigmi che la NASA ha definito con gli acronimi ISFR - In Situ Fabrication and Repair - e ISRU - In Situ Resource Utilisation. «Importante sottolineare - ricorda Cao - che con questi brevetti l'Agenzia spaziale italiana ha la possibilità di sedersi al tavolo delle 14 agenzie spaziali mondiali con tecnologie sviluppate in Italia». La sfida non si ferma nemmeno di fronte alla cosiddetta “maledizione di Marte”. I sardi, forti di una cultura che non teme il malaugurio, non potevano non essere schierati in prima linea.
Veronica Nedrini
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Le donne si allontanano dalla politica degli anni Duemila
IL CASO. Ieri il convegno promosso dalla Consigliera di parità all'Università di Cagliari
 
Le donne sarde si allontanano sempre di più dalla vita politica. Lo dimostra la pubblicazione “Donne al voto-La partecipazione femminile al Consiglio regionale della Sardegna”, curato dall'ufficio della Consigliera di Parità in collaborazione con l'Università di Cagliari e presentato ieri nell'aula magna della facoltà di Scienze politiche. Lo studio, primo nel suo genere, analizza i flussi di partecipazione al voto dal 1949 al 2009.
I DATI In occasione delle elezioni regionali del 2009, le donne che hanno votato sono state il 65,86% rispetto alle aventi diritto: una percentuale assoluta inferiore rispetto a quella degli uomini ma, soprattutto, il numero più basso dal 1953. «Negli ultimi trent'anni, l'interesse da parte delle donne per la politica attiva è decisamente diminuito», spiega Luisa Marilotti, Consigliera regionale di Parità, «un dato in controtendenza rispetto agli anni che vanno dal 1953 al 1984, in cui la percentuale assoluta superava quella degli uomini». L'occasione è propizia per il dibattito, che da anni coinvolge il mondo politico, sulla presenza femminile nelle istituzioni. Non esiste un rapporto di causa-effetto, relativo alla scarsa presenza femminile e la poca motivazione, ma più che altro di simbiosi: «Potremo definire un circolo vizioso il fatto che, essendoci poche donne nelle istituzioni, il mondo femminile tende ad allontanarsi». La provincia che vanta il maggior numero di elettrici è la Gallura, oltre il 70% nel 2009, mentre il fanalino di coda è quella di Oristano, che si ferma al 63,8%.
LE RIFLESSIONI «C'è un reale problema di rappresentanza femminile nelle istituzioni, al quale bisogna porre rimedio». Antonello Liori, assessore regionale del Lavoro ammette il divario di genere e propone: «Con gli opportuni accorgimenti, ritengo positiva l'idea di una doppia preferenza nel voto. Inoltre, è necessario imporre una percentuale femminile nelle liste». Angela Nonnis, assessore regionale dei Lavori pubblici, sottolinea la «necessità delle quote rosa in una fase che registra ancora notevoli differenze di genere». Poi aggiunge: «Sono diventata assessore grazie a una sentenza che impone la rappresentanza femminile in Giunta, penso che a tutela delle donne serva una legge». Non a caso, al dibattito hanno partecipato Francesca Barracciu e Rosanna Floris, consiglieri regionali del Pd e Pdl, firmatarie di una proposta di legge sulla doppia preferenza di genere: «Serve una legge che tuteli le donne in politica», afferma Barracciu, «il problema è ancora irrisolto». Rosanna Floris evidenzia la «necessità di trovare strumenti tecnici per inserire un emendamento sulla doppia preferenza».
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Sassari
Ricerca scientifica, triennio di qualità al Zooprofilattico
 
Sistemi di diagnosi innovativi, studi genetici, nuovi vaccini e indagini scientifiche pubblicate sulle principali riviste internazionali. Sono alcuni dei risultati presentati ieri a Sassari dall'Istituto Zooprofilattico che, durante un convegno nell'aula magna dell'Università, ha tracciato il bilancio delle ricerche correnti finanziate dal ministero della Salute e concluse nel triennio 2009-2011.
«Un lavoro orientato al territorio e ai problemi sanitari delle aziende zootecniche sarde», ha detto il direttore generale dell'Istituto Antonello Usai, che ha precisato come «la ricerca rappresenti per l'Istituto un compito istituzionale primario». Sessantadue i progetti finanziati dal Ministero negli ultimi cinque anni, che hanno impiegato complessivamente circa cento specialisti tra medici veterinari, chimici, biologi e tecnici di laboratorio. «Gli studi hanno sempre perseguito obiettivi concreti - ha proseguito Usai in apertura dei lavori - e nella quasi totalità dei casi hanno trovato applicazione nei laboratori o direttamente sul campo».
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Salvo il Polo delle identità
L'Università sassarese diventa punto di riferimento culturale
È una sorta di centro permanente per la diffusione delle tradizioni della Sardegna
 
Il Polo delle identità? Con la riforma Gelmini rischiava di rimanere sulla carta. Ad affermarlo è il rettore dell'università di Sassari Attilio Mastino, che ha parlato durante la riunione di commissione a Palazzo Ducale in cui si discuteva del progetto che potrebbe far diventare Sassari il punto di riferimento nell'Isola per la cultura e la storia della Sardegna. L'idea di creare in città un Polo delle identità, una sorta di centro permanente per la diffusione delle tradizioni della Sardegna (intese nell'accezione più ampia possibile), è nata dalla collaborazione tra Comune e Università nel 2008 e grazie a Michele Pinna, allora presidente della commissione cultura di Palazzo Ducale ed esponente del Psd'Az. Oggi, a quattro anni di distanza, il Polo vive ancora sulla carta.
Su richiesta del consigliere sardista Franco Era ne ha discusso la commissione, presieduta da Sergio Scavio, che per l'occasione ha ospitato il rettore Mastino insieme a una piccola delegazione dell'ateneo. L'università, ha spiegato Mastino, in questi ultimi mesi ha vissuto un processo di trasformazione con la legge di riforma che, tra le altre cose, ha tagliato in modo massiccio anche i centri di ricerca. Tra i tagli rischiava di rientrare anche il Centro interdisciplinare delle identità, "fratello gemello" del Polo (che invece avrà una natura politico-istituzionale) ma, ha detto Mastino, il Centro è sopravvissuto grazie a un decreto rettorale. Una creatura che però richiede l'impegno di tutti i soggetti, in questo caso il Comune e l'università. (a. m.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
RICERCA
Sì ai brevetti dell’ateneo per l’esplorazione di Marte
 
CAGLIARI L'umanità sarà sempre più spinta a trovare nuovi spazi fuori dalla Terra e a ricercare su pianeti vicini, come Luna, Marte e asteroidi, punti di appoggio e soluzioni di sopravvivenza per la futura colonizzazione di queste nuove dimore per l'uomo. Per questo motivo la ricerca si sta muovendo e scienziati italiani stanno già mettendo a punto nuove tecnologie per affrontare questa sfida. Dal Dicembre 2009 è operativo infatti il progetto italiano Cosmic, finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) con 500mila euro, volto allo studio dell'esplorazione umana dello spazio. Il progetto, coordinato da Giacomo Cao docente in Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell'università di Cagliari e ricercatore del Crs4 (il Centro di ricerca del Parco tecnologico di Pula), coinvolge, oltre all'università e al Crs4, il dipartimento Energia e trasporti del Cnr, l'Istituto tecnico industriale «Enrico Fermi» di Fuscaldo e Corem Srl. La domanda di brevetto, depositata in Italia lo scorso luglio, recita «procedimento per l'ottenimento di prodotti utili al sostentamento di missioni spaziali sul suolo marziano mediante l'utilizzo di risorse reperibili in situ», i cui inventori designati sono Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu, è stata giudicata “completamente inventiva e brevettabile” dal preposto ufficio europeo con riferimento a tutte le rivendicazioni. Il brevetto, che sarà a breve esteso in tutti i paesi, riguarda un procedimento per l'ottenimento di prodotti (ossigeno, acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile) utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Marte mediante l'utilizzo di risorse reperibili sul pianeta rosso. Il brevetto potrà fattivamente contribuire sia alla programmazione, sia alla gestione delle future missioni spaziali in quanto si inserisce a pieno titolo tra i paradigmi che la Nasa ha in progetto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Le donne sarde vanno alle urne sempre meno
 
CAGLIARI Le donne sarde, in linea con quanto accade nel resto d’Italia, si stanno progressivamente allontanando dalla politica, rinunciando sempre più non solo a interessarsi delle vicende politiche ma anche al voto. Questo è quanto emerge da un’indagine promossa dall’ufficio della consigliera di parità, con l’assessorato regionale al Lavoro, e realizzata dal dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni dell’Università di Cagliari. Fino ai primi anni Settanta del secolo scorso, secondo la ricerca curata da Sara Frau e Nicola Tedesco, con il professor Giuseppe Puggioni, la partecipazione femminile al voto era più marcata rispetto a quella maschile, con scarti anche del due per cento. Segno di un interessamento e di una coscienza maggiore che portava a un maggior coinvolgimento nella «cosa pubblica». Dal 1974 inizia la netta inversione di tendenza, che porta il differenziale a vantaggio degli uomini, fino al quasi due per cento delle elezioni regionali del 2009. Negli anni, secondo la ricerca, mentre si accendono le discussioni politiche sulla rappresentanza femminile, le elettrici sembrano sempre meno attratte dal dibattito. Un modo, forse, per dire che la situazione sta peggiorando in tutti i sensi e che loro, le donne, si sentono deluse dalle tante parole dette sul loro conto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Ed_Cagliari
Oggi l’arrivo di Giuliano Amato
Nel pomeriggio incontro-dibattito nella sala didattica del centro
Cerimonia a Casa Manno con l’ex premier
 
ALGHERO Giuliano Amato oggi partecipa alla presentazione di Casa Manno, il museo inaugurato qualche mese fa da Napolitao nato dopo la riqualificazione dell'area appartenuta all'illustre politico. Alle 17, nella sala didattica del centro, conferenza stampa col commissario straordinario del Comune, Michele Casula, con lo stesso ex premier (ora presidente del Comitato garanti per il 150° dell'Unità d'Italia), con Aldo Accardo ed Emilio Floris, del Cda della Fondazione Siotto.
 
Pagina 44 - Ed_Cagliari
QUESTO POMERIGGIO
Giuliano Amato ad Alghero per l’apertura di Casa Manno
 
ALGHERO L’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato sarà presente questo pomeriggio alla cerimonia di presentazione di Casa Manno, il museo intitolato al politico algherese Giuseppe Manno. Il museo è stato inaugurato dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, durante la sua recente visita in sardegna. Alle 17 a Casa Manno si terrà una conferenza stampa con Amato, attualmente presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, con Michele Casula, commissario straordinario del Comune di Alghero, e con Aldo Accardo ed Emilio Floris, rispettivamente presidente e componente del consiglio di amministrazione della Fondazione ''Giuseppe Siotto''. Domani Giuliano Amato sarà a Sassari, dove, alle 11 nella sede del Banco di Sardegna in viale Umberto, consegnerà le borse di studio che l’istituto di credito sassarese assegna ogni anno per ricordare la figura dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Borse di studio a favore di giovani laureati delle due Università sarde che abbiano scelto di specializzarsi in Diritto costituzionale, la stessa materia insegnata da Cossiga. I vincitori delle due borse di studio sono Andrea Mura (iscritto alla facoltà di Scienze politiche di Cagliari) e d Gian Marco Solas, che, sempre a Cagliari, frequenta invece la facoltà di Giurisprudenza.

9 – SardegnaQuotidiano
Cagliari – pagina 11
Ricerca Il brevetto sardo aiuterà l’uomo a vivere su Marte
 
L’Università e il Crs4 sbarcano su Marte. Un progetto realizzato in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana sarà a breve brevettato dall’apposito ufficio europeo per poi essere esteso a tutti i Paesi. Il progetto Cosmic consentirà durante le future missioni su Marte di reperire dai materiali presenti nel pianeta prodotti utili per le missioni. Il progetto coordinato dal professore Giacomo Cao, ha individuato un procedimento per l’ottenimento di prodotti come acqua, ossigeno, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile, utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Marte mediante l’utilizzo di risorse reperibili in situ. La Terra non basta più agli esseri umani e da anni si stanno studiando le soluzioni per “conquistare ” altri pianeti e asteroidi, ma quello che prima era fantascienza ora è realtà. Dal dicembre 2009 va avanti il progetto Cosmic, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana e portato avanti da Giacomo Cao, docente del Dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari e ricercatore del Crs4. Il progetto coinvolge anche il Dipartimento Energia e trasporti del Cnr, l’isti - tuto tecnico industriale Enrico fermi di Fuscaldo e la società Corem. A luglio del 2011 è stata depositata la domanda di brevetto e ora è stata giudicata “completamente inventiva e brevettabile”. Il brevetto potrà contribuire sia alla programmazione sia alla gestione delle future missioni spaziali perchè si inserisce a pieno titolo tra i paradigmi che la Nasa ha definito con gli acronimi Isfr (In situ fabrication and repair) e Isru (In situ resource utilisation. E quando l’uomo sbarcherà su Marte potrà usufruire del progetto Made in Sardinia.

Questionario e social

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