Martedì 29 maggio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 maggio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Tre liste, oggi e domani si vota. Partecipano anche specializzandi e dottorandi
ALLE URNE TRENTADUEMILA STUDENTI
Quello di oggi e domani è un appuntamento storico per l’ateneo cittadino. Infatti per la prima volta gli specializzandi e i dottorandi voteranno assieme ai quasi 32 mila studenti iscritti nelle vecchie undici facoltà cagliaritane (diminuite a sei per l’effetto della riforma Gelmini) per eleggere i nuovi rappresentanti di Senato accademico (4), Consiglio d’amministrazione (2), Consiglio del Comitato sportivo universitario (2), nei Consigli di facoltà e nei Consigli di classe o di Corso per il biennio 2012-2014.
LA SFIDA La campagna elettorale è stata accesa e le liste in lizza, con i rispettivi candidati, si sono lanciati accuse al vetriolo. A titolo esemplificativo si può citare l’ultima polemica in ordine di tempo. In un video pubblicato su Youtube si vede il coordinatore di Unica 2.0 che utilizza una copia del giornale Le Clou (della lista concorrente Uniti e Liberi), al posto della carta igienica. Ma si possono citare anche gli screzi sull’iniziativa dell’iperattiva Unica 2.0 di distribuire profilattici assieme al proprio programma elettorale.
LE LISTE Oltre queste due liste c’è anche Studenti Ajò! Nata dall’esperienza decennale di Unione per gli studenti (UxS), quest’anno si è allargata a molte associazioni studentesche presenti nell’ateneo e, per questo, ha cambiato nome. Apartitica e democratica, si contraddistingue per l’alto numero di specializzandi e dottorandi candidati negli organi centrali.
Unica 2.0 invece nasce tre anni fa dall’unione di molti collettivi e gruppi presenti nelle facoltà. Di ispirazione democratica e progressista, è federata all’Unione degli universitari (Udu).
Uniti e liberi è una lista che culturalmente “centrista”: accusata di essere emanazione del gruppo cattolico Comunione e Liberazione (Cl) all’università, il suo rappresentante, Roberto Mura precisa che «l’80 per cento dei candidati non appartengono a Cl». Ma la presenza di esponenti del poderoso movimento fondato da don Luigi Giussani è comunque consistente.
IL VOTO Si potrà votare dalle 8,30 alle 19,30 di oggi e dalle 8,30 alle 14 di domani. I seggi allestiti sono 14 (l’elenco completo si può controllare nella pagina internet dedicata alle elezioni studentesche del portale www.unica.it).
Mario Gottardi
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Sei testimonianze per capire come affrontare l’uscita dall’università
CHE FARE DOPO LA LAUREA?
In cerca di un lavoro tra studio, attese e delusioni
E adesso, che fare? Con una laurea in tasca o sul filo di lana per raggiungerla, si pone la domanda: qual è la strada da imboccare all’uscita dall’università? Cosa c’è dietro l’angolo: un lavoro coerente con gli studi compiuti o un’occupazione con l’amaro sapore del precariato? Quanto serve sgranare il rosario di stage o master? Quanto tempo bisognerà attendere per avere un contratto stabile? La laurea al tempo della crisi è un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dalla prospettiva da cui si guarda al problema. Per i più fortunati, e non sono tanti (ma conta molto la laurea “imposta” dal mercato), si aprono le porte dell’impiego quasi immediato con stipendio congruo, per la maggioranza ci si imbatte nella nuvola dell’incertezza, fatta di flessibilità, insoddisfazione, redditi miseri, attese bibliche.
SPARTIACQUE SOCIALE La laurea resta uno dei grandi spartiacque sociali, conseguire il “pezzo di carta” aumenta comunque le possibilità di passare davanti alla coda dei “cerca lavoro”, almeno guardando i numeri. L’ultima indagine di Almalaurea dice che a tre anni dalla laurea gli occupati sono circa l’80% senza specificare quale sia la reale condizione, se stabile o precaria. Il mercato oggi è spietato e chi esce dall’ateneo cagliaritano si presenta in media con queste caratteristiche: età 27 anni e mezzo, cinque anni di studio, voto 105. Forse troppo vecchio per aspirare a un posto, considerando per esempio che in Sardegna (dati centro Studi L’Unione Sarda) le aziende con meno di 10 dipendenti sono il 96%, spesso a conduzione familiare, e includono anche i lavoratori autonomi che non hanno dipendenti o collaboratori: quindi è complicato mettere in busta paga un nuovo assunto, sia pure una persona che vanta un 110 e lode.
Sei storie (cinque di neolaureati, un’altra di un laureando) possono aiutare a capire in che modo affrontare il dopo università.
SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE Andrea Piano, 24 anni, a novembre prenderà la laurea in Scienze della comunicazione. «Avevo iniziato a Economia, poi ho cambiato corso di studi per essere più vicino ai miei interessi, cioé cinema, musica, nuovi media, psicologia. La prospettiva si è materializzata a metà percorso quando ho scelto di studiare il fenomeno dei videogiochi, che sarà l’oggetto della mia tesi di laurea. La disponibilità dei docenti è stata grande ma so che per continuare a occuparmi di questo argomento dovrò andare all’estero. In Italia non c’è niente, né dal punto di vista degli studi, né da quello industriale. Se la famiglia mi aiuterà “emigrerò” negli Stati Uniti, dove c’è un florido mercato e molte prospettive per i giovani. Meglio rischiare adesso, costruirsi un futuro sulle proprie passioni, piuttosto che chiudersi in un lavoro senza stimoli».
ARCHITETTURA Carlotta Franzini, 25 anni, architetto. Cinque anni di studi, Erasmus e Globus tra Argentina, Spagna e Cile (dove ha fatto la tesi) ma possibilità di lavoro, per ora, zero, neppure un tirocinio a titolo gratuito. «Dopo l’esame di Stato, invierò i curriculum e vediamo cosa succede. Dall’università le solite indicazioni di massima: iscriversi a un master e partire. Grazie, lo sapevo già. E allora apro il mio paracadute: sto seguendo corsi di cucito, che pratico da sempre, realizzo borse in pelle, oggetti di bigiotteria, una produzione hobbystica che vendo ad alcuni negozi, giusto per pagarmi un piatto di minestra. Nell’epoca dell’arrangiarsi, faccio questo: in fondo c’è una attinenza con i miei studi da architetto, c’è un progetto, un disegno, concepire un oggetto utile agli altri. Ho viaggiato molto e ho visto che all’estero non sono tutte rose e fiori. Però è una possibilità che non escludo, finire archietto in Sudamerica».
SCIENZE POLITICHE Marco Locci, 29 anni, laurea in Scienze politiche, indirizzo “cooperazione allo sviluppo”. «Mi sono iscritto sull’onda della suggestione di lavorare all’interno di una cooperazione internazionale. Mi sono accorto dal primo anno che l’università non avrebbe garantito possibilità adeguate di formazione. Dopo la triennale, pressoché inutile perché nei concorsi pubblici preferiscono i diplomati o i laureati magistrali, era inevitabile continuare nella spacialistica. Intanto mi sono occupato di militanza politica all’interno dell’università, un’esperienza totalizzante tra il 2007 e il 2010, così alla laurea sono arrivato in ritardo e ora mi guardo intorno, tra bandi pubblici e privati. C’è poco, trovo soltanto richieste da call center, come agente immobiliare o commerciale porta a porta, occupazioni lontane dalle mie esigenze. Ho fatto una tesi sperimentale sull’agricoltura nella provincia di Cagliari, ben accolta; cercherò un indirizzo nell’ambito della ricerca dello sviluppo locale».
LETTERE MODERNE Luisa Corridori, 31 anni, appena laureata in Lettere moderne, indirizzo storia dell’arte contemporanea. Fresca di titolo (aprile scorso) è già espatriata a Milano. «A Cagliari e in Sardegna nessuno sbocco, impossibile insegnare, da fantascienza lavorare in un museo o in una galleria. Il massimo che puoi ottenere è uno stage non retribuito a fare fotocopie per sei mesi. Milano mi offre più possibilità, mi sto muovendo in varie direzioni. Ho impiegato 11 anni per arrivare alla laurea perché ho sempre lavorato nel campo della ristorazione, prima con la mia famiglia poi alle dipendenze, anche come cameriera. Adesso voglio occuparmi di quello per cui ho studiato e faticato, l’arte, le mostre, il teatro e la danza, tutti studi questi che non fanno curriculum, purtroppo. Il mio Erasmus è stato a Cambridge, altro ambiente, altra qualità di università: magari mi trasferirò lì».
INGEGNERIA ELETTRONICA Davide Maiorca, 26 anni, ingegnere elettronico con 110 e lode. Adesso collabora volontariamente all’interno dell’università col gruppo Pattern Recognition and Application, si occupa di sicurezza informatica. «Da piccolo sono sempre stato un appassionato di elettronica, ingegneria è stato lo sbocco naturale di studi. Una facoltà che mi ha soddisfatto, ottimi professori, una preparazione che non ha nulla da invidiare a altri atenei della penisola o all’estero. Che fare? L’anno prossimo il dottorato, vorrei svolgere ricerca scientifica all’interno dell’università, magari diventare ordinario. Mi dovesse andare male so che con questa laurea troverei in fretta un posto: il vantaggio di una specializzazione tecnologica è che tutti, aziende e enti pubblici, oggi ne hanno necessità».
MEDICINA Maria Francesca Rosa, 26 anni, laureata in Medicina, in attesa del concorso fra due settimane per la specializzazione, altri 5 anni. «Ho scelto medicina legale, un po’ per passione, un po’ per futuri sbocchi lavorativi: mi offre la possibilità di esercitare subito da libero professionista. Il mio obiettivo? La carriera universitaria, anche perché per andare avanti occorre dedicarsi alla ricerca, che è quello che voglio fare. Certo, c’è molta concorrenza, quest’anno in Medicina ci siamo laureati in 108, ma sono tranquilla perché la facoltà di Cagliari mi ha dato buone basi, utili per affrontare eventuali trasferimenti».
Sergio Naitza
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. La novità
Informatica e biologia unite in un master
Le più innovative conoscenze informatiche, matematiche e statistiche al servizio della biologia. Da qui nasce la bioinformatica: una nuova disciplina che integra diversi metodi di calcolo per conservare, organizzare e analizzare i dati biologici, biochimici e biofisici. Ne diventeranno specialisti 25 laureati sardi che il 7 giugno prossimo cominceranno le lezioni del master di II livello in bioinformatica: istituito dall’Università in collaborazione con la Regione, Sardegna Ricerche e il CRS4.
IL PERCORSO Giovani in possesso di una laurea specialistica in materie biologiche, informatiche, matematiche, chimiche e fisiche, guidati dal professore Gianni Fenu, direttore del master, si apprestano ad intraprendere un percorso formativo che, come ha ricordato il prorettore per la didattica, Francesco Atzeni, «ha l’obiettivo di creare degli ultraspecialisti che possano competere in un mercato globale e operare nell’Isola a tutto vantaggio del nostro sistema economico». Si parla di più di mille ore di studio complessive, di cui 440 di lezioni tenute da docenti delle più prestigiose università italiane e estere, oltre a quelli sardi. Infine sono previste 350 ore di stage, in Italia e all’estero, e 50 ore dedicate alla redazione del project work finale. «Parte rilevante del master - sottolinea la presidente di Sardegna Ricerche e vicepresidente del CRS4, Maria Paola Corona - sarà dedicata a far lavorare in team i ragazzi, che dovranno impegnarsi per metter assieme non sono le loro conoscenze e competenze ma anche diversi approcci ai problemi».
LA REGIONE I costi del master, compreso il soggiorno all’estero per gli stage, sono coperti quasi per intero, dalla Regione. Per il direttore Gianni Fenu, la speranza condivisa «è che gli studenti nel periodo di stage abbiano modo di affinare la loro preparazione e di poter esprimere una professionalità pronta ad essere inserita nel mercato del lavoro». Non si esclude la possibilità di inserimento negli stessi laboratori in cui svolgeranno i tirocini.
Veronica Nedrini


4 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Master
Svolta di Liori: «Investiamo sull’alta formazione»
«L’alta formazione è lo strumento idoneo per accrescere le competenze delle nostre risorse intellettuali, che possono contribuire allo sviluppo dell’Isola. Per questo la Regione ha predisposto un adeguato programma, studiando ed attivando percorsi virtuosi insieme ad alcune istituzioni universitarie». Lo ha detto l’assessore del Lavoro Antonello Liori, commentando la presentazione del Master di secondo livello in Bioinformatica, organizzato in collaborazione con Università di Cagliari, Crs4 e Sardegna Ricerche. «Il programma Master in Sardegna (Mis) - ha aggiunto Liori - è di assoluto valore nazionale e internazionale ed accresce l’offerta formativa post laurea, realizzando anche un adeguato utilizzo delle risorse. Un’iniziativa importante per migliorare le competenze nei settori strategici e per incrementare la conoscenza in una prospettiva di integrazione e di crescita del potere attrattivo nel contesto economico europeo ed internazionale. Il Mis vede la Regione con un ruolo da protagonista, non più semplicemente come ente erogatore di fondi».
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Nuovo organismo in Regione: favorire scambi e investimenti
«Apriamoci alla cooperazione, così saremo più competitivi»

Una visione condivisa della cooperazione nell’Isola, con la creazione di un sistema regionale che possa confrontarsi con il governo, con la proposta di una sede nella quale promuovere azioni di internazionalizzazione con Paesi strategici. È questo - secondo quanto ricordato dall’assessore all’Industria Alessandra Zedda - lo spirito con il quale la regionale ha insediato ieri il tavolo regionale della cooperazione decentrata, parlando di «confronto e riflessione per tutti gli attori - pubblici e privati - che operano nell’Isola nel campo dell’internazionalizzazione e della cooperazione».
L’INCONTRO Coordinato dal direttore generale della Presidenza della Giunta Gabriella Massidda, ha registrato la partecipazione di funzionari regionali, rappresentanti degli enti locali, esponenti del mondo industriale, cooperativo, bancario, universitario e sindacale. Durante i lavori sono state illustrate le principali iniziative di cooperazione economica e sociale realizzate, come le missioni a Singapore e in Brasile, e le altre attività previste nel 2012.
I PAESI DELL’EST Sono state presentate, inoltre, le opportunità d’investimento per le imprese sarde offerte dalla Bielorussia, con la quale la Regione ha recentemente sottoscritto un’intesa che favorirà una già stretta collaborazione. Partendo dalle iniziative già avviate nel campo della formazione, come quella che ha consentito la creazione del centro di formazione professionale Sardegna Global per i giovani in uscita dagli orfanotrofi (e provenienti dalle zone maggiormente colpite dal disastro di Chernobyl) e quella successiva del progetto Sardegna Global, si vogliono creare nuove occasioni di sviluppo nel campo dell’agricoltura, artigianato, della formazione professionale e della ricerca. ( a. mur. )
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione OL)
Alghero
CAMPUS MENTIS
La Riviera è stata teatro della manifestazione organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con l’Opes Italia, dedicata ai migliori laureati di tutte le Università nazionali. "Campus Mentis", questo il nome del progetto, ha visto arrivare in città ben novantasette studenti che hanno trascorso tre giorni all’insegna dello sport, delle attività ludiche e del divertimento, cimentandosi in gare di tiro alla fune, in balli di gruppo e in giochi di squadra. L’obiettivo era offrire una vacanza alternativa ai ragazzi attraverso le attività sportive, evidenziando l’importanza di un corpo sano in una mente sana e favorire l’attività di gruppo mettendo in competizione i ragazzi in maniera giocosa.
(c. fi.)
 
 
7 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 27 - Edizione PC)
Guspini
Paesaggisti al lavoro a Montevecchio

Montevecchio anche quest’anno è stata scelta come sede per creare nuove forme d’arte innovativa in base ad un progetto ambizioso che mette in rete le università con i Comuni di Guspini e Arbus. Dal 21 maggio è al lavoro un’équipe di paesaggisti di fama internazionale per la realizzazione di un allestimento delle miniere dismesse nell’ambito del workshop di valorizzazione paesaggistica del master di architettura dell’Università di Sassari. Sessanta studenti di tutto il mondo stanno creando nuovi musei a cielo aperto servendosi semplicemente di pietre, gessi, ghiaia e altri semplici materiali. Il silenzio e la tristezza delle miniere cede il posto a luoghi più accoglienti frutto della fantasia e dello studio degli esperti della natura. Mercoledì sera la presentazione ufficiale. All’evento saranno presenti la coordinatrice Caterina Piras e i professori Stefan Tischere e Philipe Gounadec Poulladec. «Siamo orgogliosi di aver accolto gli studenti. Le miniere possono ricominciare a vivere anche grazie a loro», commenta l’assessore ai Beni culturali Enrica Olla. (s. p.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
CASSAZIONE. Confermata la multa per l’ex docente Melis: nel 2004 pubblicò un saggio contro gli ebrei
Condanna definitiva per il prof antisemita
È diventata definitiva la condanna a 4 mila euro di multa nei confronti di Pietro Melis, il 70enne ex professore di Scienze della formazione dell’università di Cagliari che nel 2004 pubblicò uno scritto antisemita, spedendolo anche al rabbino capo di Roma e alle biblioteche di tutta Italia, dove invocava «le camere a gas naziste per i maledetti ebrei» colpevoli, a suo dire, di praticare il rito di macellazione ortodosso degli animali prescritto dal libro del Levitico.
I supremi giudici hanno respinto la dignità scientifica della tesi sostenuta da Melis in nome della causa animalista della quale, da vegetariano convinto, si è fatto fautore. Avvertono gli alti magistrati che «un insulto resta tale anche se inserito in un bel ragionamento e in senso complessivo dell’elaborazione culturale non può redimere passaggi argomentativi in sé non ammissibili sul piano della liceità giuridica». I supremi giudici, inoltre, hanno anche respinto la linea difensiva di Melis che sosteneva di aver solo manifestato, al massimo, «avversione o antipatia» e non «odio» verso gli ebrei, «né espresso incitamento in tal senso».
In proposito la Cassazione ha rilevato che la natura antisemita del suo scritto è testimoniata anche dalla lettera di accompagnamento con la quale aveva inviato la sua fatica - dal pomposo titolo “Scontro fra culture e metacultura scientifica: l’Occidente e il diritto naturale” - al rabbino capo della Comunità di Roma Riccardo Di Segni, missiva in cui Melis scriveva queste parole: «Il mio saggio sia come un marchio indelebile sulla vostra pelle. Sulla base del diritto naturale, non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente o un islamico, per voi dovrebbero essere usate ancora le camere a gas».
Adesso, oltre alla condanna alla multa, Melis dovrà risarcire 40 mila euro per danni morali alla Comunità ebraica di Roma e anche le comunità israelitiche italiane, costituitesi parte civile con le persone di Giacomo Sandri e Cinzia Ghirsi. Melis ha provato a sostenere che Sandri e Ghirsi non avevano titolo per costituirsi in giudizio dal momento che non erano ebrei di nascita, ma la Suprema Corte ha replicato che «l’etnia d’origine non assume alcun rilievo nel diritto al risarcimento nei processi per discriminazione religiosa e razziale. Il professore, oltre ad aver fatto dono del suo libro al rabbino Di Segni, lo aveva anche inviato a 140 biblioteche italiane e straniere». Quanto al limite della libertà di pensiero, su cui avevano puntato gli avvocati difensori, la Cassazione avverte che essa non può essere invocata né servire da giustificazione quando finisce con il travolgere il «rispetto di valori più alti, pure costituzionalizzati, quali la dignità umana».
Al processo d’appello, celebrato il 7 aprile dello scorso anno a Cagliari, Pietro Melis aveva provato a riproporre la sua bislacca tesi, che lui è intimamente convinto abbia dignità di pensiero filosofico. «La mia è una battaglia in favore degli animali e del loro diritto naturale - aveva spiegato al presidente della corte d’Appello Grazia Corradini -, per questo, nel saggio in questione, ho sostenuto, ma solo per paradosso, che se si accetta la macellazione per dissanguamento messa in pratica da ebrei e musulmani allora tutti i crimini sono ammessi, compreso lo sterminio degli ebrei nelle camere a gas». La Cassazione ha chiuso la partita.
 
 
9 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Programma Youth in Action con TDM2000
Mobilità giovanile, come fare e con chi
Sensibilizzare e formare sono le strategie messe in atto dalla TDM2000 di Cagliari che porta avanti diversi progetti di formazione nell’ambito della mobilità giovanile internazionale, del volontariato all’estero, dell’associazionismo. Michele Demontis, vicepresidente dell’associazione, assicura che sono oltre 150 ogni anno i ragazzi che partecipano e «nonostante i nuovi tagli della Regione che ha cancellato 16mila euro di finanziamento andiamo avanti e siamo pronti ad accettare nuove adesioni».
Nessun criterio di selezione formale, ma la semplice volontà di prendere parte a un piano di lavoro. Vitto, alloggio e il 70 per cento delle spese di viaggio sono a carico dell’Unione europea attraverso il programma Youth in Action. Se si vuole aderire alle iniziative promosse dalla TDM2000 basta collegarsi al sito www.tdm2000.org o chiamare il numero 070/666941. Tra gli scambi in programma a giugno, è ancora possibile aderire al “Cultural Bridge to the Future” che si terrà a Creta dal 22 al 28. I ragazzi (tra i 18 e i 25 anni) si confronteranno sulla diversità culturale. Dal 23 al 30 Cipro ospiterà il corso di formazione sull’imprenditoria giovanile. Dal 14 luglio a Braga (Portogallo) lo scambio sui comportamenti salutari all’interno degli stili di vita dei giovani (18-25 anni). Ancora in Portogallo ma a Porto dal 18 luglio, si affronta il tema volontariato e media attraverso la realizzazione di un giornale. (gr.pi.)

PROGETTO UE. Arrivano da tutta l’Europa per cooperare
VOLONTARI GIRAMONDO In città la squadra dei giovani altruisti
Vedi la foto La prima ad essere arrivata è Katarina, dal Liechtenstein. Ha quasi ultimato il suo servizio di volontariato europeo e a malincuore sta per rientrare in patria. Per sei mesi ha condiviso la casa con ragazzi di altre nazioni, per svolgere il servizio di volontariato finanziato dall’Unione Europea, un programma che permette di trasferirsi in un altro paese, per un periodo di tempo di massimo un anno, lavorando in qualsiasi tipo di settore, senza dover spendere per vitto e alloggio.
IL GRUPPO A Cagliari ora sono in nove. Vivono nella stessa casa e collaborano con l’associazione di mobilità internazionale Tdm 2000, che si occupa della loro ospitalità e li ha inseriti in diversi progetti e iniziative a beneficio della comunità. In particolare partecipano a sessioni di promozione del dialogo interculturale che coinvolgono gli alunni di alcune scuole elementari e medie, dove parlano della propria nazione, dei propri usi e costumi. Inoltre conducono programmi in webradio, dove selezionano musica del proprio paese, aiutano a realizzare progetti di imprenditoria giovanile e favoriscono la cooperazione con associazioni italiane ed estere. «Gli italiani sanno poco in merito ai programmi europei, ecco perché ci coinvolgono per presentarli», è il parere di Elena Jakunaite, lituana.
A SCUOLA Per un miglior confronto con la cultura straniera si inizia dalle scuole elementari. «Facciamo attività che aiutano gli studenti a non avere pregiudizi nei confronti di altre culture - spiega lo sloveno Igor Stanivukovic - all’inizio eravamo spaventati all’idea di andare nelle scuole, ma subito abbiamo scoperto che lavorare con i bambini è bellissimo. Sono molto curiosi, si interessano a te più di quanto lo facciano gli adulti, hanno voglia di conoscere te, il tuo paese e la tua lingua».
COOPERAZIONE D’accordo con lui Barbara Pieczatkowska, di Cracovia: «Notavamo che, nonostante fossero in classe insieme da anni, non erano abituati a fare lavori di gruppo. Con loro abbiamo cooperato seguendo il metodo dell’educazione non formale e sono migliorati tantissimo». Un arricchimento valido anche per gli stessi volontari stranieri. «Impari altre lingue, a gestire maggiori responsabilità - racconta Ivan Vlahovic, montenegrino - a lavorare con gli altri, a conoscere i tuoi limiti e a capire come superarli». Più triste la turca Gulserem Altun. «Scoprire altri paesi è fantastico. Adoro l’Europa e stare qui mi ha trasmesso un senso di libertà che dalle mie parti non c’è. Fosse per me non tornerei mai a casa».
Stefano Cortis

Il gruppo
Al lavoro russi, turchi, polacchi, sloveni
Il più grande della squadra ha 29 anni, viene dalla Slovenia e si chiama Igor Stanivukovic. Tutti gli altri sono giovanissimi: Katarina Quaderer (22 anni, Liechtenstein), Serafima Darina (22 anni, Russia, nella foto), Deni Sanxhaku (23 anni, Albania), Ivan Vlahovic (21 anni, Montenegro), Igor Stanivukovic (29 anni, Slovenia), Elena Jakunaite (23 anni, Lituania), Barbara Pieczatkowska (21 anni, Polonia), Gulserem Altun (23 anni, Turchia) e Suleyman Can Kinac (21 anni, Turchia). (st.co.)
   
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Ed_Cagliari
Bioinformatica, l’alta formazione made in Sardinia 
CAGLIARI Sono stati selezionati tra centinaia di candidati i 25 studenti che dal 7 giugno inizieranno a frequentare il primo master di secondo livello in Bioinformatica. Il master, istituito dall’università di Cagliari in collaborazione con l’assessorato regionale al Lavoro, con il CRS4 e con Sardegna Ricerche, ha lo scopo di realizzare un percorso formativo sulle più avanzate conoscenze delle tecnologie informatiche applicate al campo della biologia. «In Sardegna abbiamo una media di laureati in discipline informatiche superiore a quella nazionale con una maggiore disponibilità di lavoro. Basti pensare che quest’anno abbiamo laureato 300 studenti. Su 125 in ingresso e di norma 8 ragazzi su 10 trovano lavoro i primi 12 mesi. Il mercato chiede queste figure – sottolinea il direttore del master Gianni Fenu - il master ci consentirà di valorizzare professionalità che in embrione abbiamo già nel nostro territorio. Qui ci sono tutti i sistemi del web service, cluster, cloud che possono essere utilizzati in maniera tale che professionalità e competenza di grande spendibilità sul mercato possano consentire addirittura l’allocazione in Sardegna di queste ultime. Fondamentale è la collaborazione con Sardegna Ricerche e il CRS4». Il master, presentato ieri mattina nella sala consiglio del rettorato, è strutturato in un percorso di tre fasi: la prima fase è di riallineamento mentre la seconda, della durata di due mesi, prevede un blocco specialistico. I due mesi finali invece saranno dedicati a stages e laboratori all’estero e in Italia. Il percorso lega le provenienze disciplinari di coloro che si sono laureati a livello specialistico magistrale in ambito medico- biologico o coloro che provengono dal settore informatico matematico, fisico e chimico. Il piano formativo prevede 400 ore di didattica frontale, 40 ore di casi di studio e 350 di tirocinio o stage oltre a 660 ore di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del project work finale. «Per i suoi contenuti - spiega il rettore Giovanni Melis - il master si colloca nella fascia più elevata dell’alta formazione del capitale umano necessario per innovare il sistema delle imprese e delle istituzioni. La crescita economica e il sostegno all’occupazione richiedono figure altamente qualificate».
Bettina Camedda
   
 
1 - La Nuova Sardegna / Pagina 12 - Sardegna
L’IMPRESA REGIONALE CONQUISTA IL WEB 
La Paperlit di Mariani selezionata da Microsoft e sono decine le aziende innovative che conquistano i mercati 
di Alfredo Franchini
CAGLIARI Ieri un’azienda cagliaritana, la Paperlit di Mario Mariani, è stata selezionata dalla Microsoft tra le quindici imprese più innovative del mondo. Paperlit è una piattaforma che ha sviluppato un software per gli editori destinato a Ipad, Iphon e al sistema Android. Sono decine gli editori che caricano i loro giornali, quotidiani e settimanali dei principali gruppi nazionali, grazie alla piattaforma Paperlit che è leader di mercato in Italia. Mario Mariani sull’innovazione ci ha sempre puntato, sin dall’autunno del 1999 quando Tiscali, di cui era uno dei fondadori sbarcò in Borsa. Oggi non si può certo ipotizzare il boom di una società, come avvenne per Tiscali, con valori gonfiati da bolle speculative: nei primi anni Duemila qualsiasi società avesse il suffisso it o com era destinata a grandi successi. Ma la Sardegna, il cui tessuto industriale è fatto in tutti i settori da microimprese, ha le carte in regole per puntare sui settori innovativi che superano le grandi carenze infrastrutturali dell’isola nei confronti della “vecchia” economia: in questo campo non servono capannoni, magazzini e soprattutto i trasporti. Accanto alla Paperlit in tutta la Sardegna si stanno sviluppando altre imprese innovative importanti. Un’altra azienda di successo è la Softfobia di Fabrizio Cocco che ha fondato l’azienda proprio negli anni della bolla speculativa di Internet. Ma Softfobia ha seguito un’altra strada: Cocco ha investito nella azienda pochi risparmi e ora ha una ventina di dipendenti. Lavora sul digitale e Google qualche anno fa ha scelto l’azienda come partner per lo sviluppo di applicazioni per Chrome destinati agli smartphone. Per capire meglio Softfobia ha contribuito alla creazione di quei codici che compaiono sui giornali e che permettono ai lettori di ricevere sul telefonino gli approfondimenti della notizia letta sulla carta stampata. Ma sono tanti gli esempi che si potrebbero fare: a Sennori l’azienda di Leonardo Paschino sta sviluppando un social network dedicato alla musica e sempre ai musicisti è dedicato un programma messo a punto dall’azienda di Toto Giugnini. E la Sardegna dell’innovazione, attraverso la Quiriio.us di Tula, ha vinto il concorso di Unicredit “Il talento delle idee”. La Quiirio di Alessandro Carboni ha messo a punto un softwere con particolari codici di marketing. La presenza di aziende innovative fa intravedere l’esistenza di un distretto che, in realtà, doveva essere creato ai tempi d’oro di Tiscali. Ma la politica industriale della Regione, dopo l’intuizione del 1989 quando fu fondato il Consorzio 21 che diede vita al Parco scientifico e tecnologico, ha preso altre strade. Così la ricerca pubblica è stata ridimensionata e quella privata, con pochissime eccezioni, non ci può essere per la mancanza di grandi aziende. Una delle eccezioni è un Centro di ricerca privato, Ecotec, che è andato sul mercato come una struttura multidisciplinare in grado di offrire un servizio di “problem solving”. Ha sede e Cagliari e vi lavorano ventisei persone quasi tutte laureati in materie scientifiche (chimici, meccanici, elettrici, un geologo, un fisico). L’ultimo progetto ha riguardato la rimozione di inquinanti organici ed è stato finanziato con il Fondo Fesr.
 
LA STORIA 
Ricerca, spesa ridotta allo 0,75% del Pil 
La ricerca scientifica nell’isola ha un inizio preciso: il 31 marzo del 1989 quando la giunta presieduta da Antonello Cabras costituisce il Comitato tecnico di gestione del Consorzio 21. E’ un organismo originato in realtà dal “Piano di rinascita” che lo aveva previsto quindici anni prima. Il Consorzio 21, (il nome deriva dal numero della legge), nasce con quindici anni di ritardo ma cerca di recuperare il tempo perso: si struttura su quattro poli (Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro) e chiama il premio Nobel, Carlo Rubbia, a dirigere il Crs4, il centro di calcolo matematico più potente d’Europa. Il Crs4 svolge un ruolo cruciale nella creazione di un centro d’eccellenza dove le risorse umane locali si possono confrontare con i massimi esperti mondiali. Ma ha un ruolo importante anche nell’aggregazione di competenze tra imprese e università. I problemi vengono con il tempo: le competenze create vengono utilizzate solo da un paio di aziende (Tiscali ed Energit su tutte) ma non si crea un vero humus d’impresa. La stessa scelta di improntare il Parco scientifico e tecnologico su quattro poli si dimostra poco efficace, un a scelta dettata anche dall’esigenza elettorale di non scontentare alcun territorio. E la politica prende piano piano il sopravvento: Rubbia lascia e andrà a realizzare in Spagna alcuni progetti che erano stati concepiti in Sardegna. Oggi la dotazione di infrastrutture tecnologiche è penalizzata dalle ridotte dimensioni delle aziende sarde che hanno poca propensione all’innovazione. La spesa pubblica per la ricerca sarda è molto bassa, pari allo 0.75% del Pil, e la ricerca privata quasi pari allo zero. (a.f:)

 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
LAUREE PARIFICATE AI DIPLOMI, MALESSERE TRA GLI EDUCATORI 
Polemica sui titoli richiesti per accedere al concorso per un posto bandito dal Comune Ma a Palazzo Ducale gettano acqua sul fuoco: «Tutto normale, quel lavoro rientra nella categoria C» 
di Vanni Lai
SASSARI Archivista, ludotecario, educatore e operatore di sportello per extracomunitari e stranieri. Di questi tempi, riuscire ad “acchiappare” un posto in Comune con un contratto a tempo indeterminato è roba per pochi fortunati. Per questo è comprensibile la polemica scoppiata da uno dei quattro bandi che il Comune ha pubblicato nei giorni scorsi. Alcuni laureati in Scienze dell’educazione sono rimasti perplessi per i titoli richiesti per accedere alle prove per un posto di “educatore”. Il Comune ha deciso di presentare un bando di categoria C, aperto cioé anche a diplomati. «Vengono equiparati un corso regionale e una laurea specialistica», protestano alcuni. Secondo il Comune la spiegazione è semplice. «Gran parte dei Comuni italiani interpreta la contrattazione nazionale assimilando la figura dell’educatore alla categoria C _ assicurano da Palazzo Ducale _. In Sardegna questa lettura è coerente con il profilo disegnato dalla normativa regionale. Il concorso è aperto a chi possiede diploma di scuola secondaria di secondo grado e diploma di Educatore specializzato o di Educatore professionale a seguito di corsi biennali e triennali post-secondari riconosciuti dalla Regione o dall’Università». Le domande scadranno tra un mese, ma la prova potrebbe essere preceduta da una di tipo preselettivo. «Per i titoli _ spiegano dal Comune _ saranno considerati quelli presentati dal personale già utilizzato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa che abbia già lavorato nel Comune di Sassari per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio antecedente al 2007. In questo modo, si dà una possibilità al personale per cui era stato avviato il processo di stabilizzazione interrotto dal cambiamento della normativa. Gli altri candidati concorreranno alla sola attribuzione del punteggio previsto per le prove d’esame». Nella “disputa” sul bando c’è chi, con amarezza, analizza la situazione. «Ho lavorato per un Comune dell’hinterland come co.co.co per quattordici anni e sono andata via qualche mese fa _ spiega Marta (il nome è di fantasia ndc) _. Dal ruolo di coordinatore sono stata declassata per un co.co.pro come “educatore-coordinatore” ma con tariffa da animatore». «Credo che quello di Sassari sia un concorso ad hoc per chi lavora lì da tanti anni come co.co.co _ continua _. Ma se da un lato non trovo giusto il concorso per diplomati nel ruolo di educatori, non è bello neanche essere buttati nella spazzatura, come è capitato a me. Sono laureata in pedagogia, non è nel mio interesse dire questo. Ma investire tanti anni e impegno, senza tutele e senza diritti, è davvero triste. A Sassari hanno sbagliato a parlare di “educatore” nel bando. Come “animatore” non ci sarebbero stati tutti questi malumori dei laureati».
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
La medicina, la chirurgia e la simulazione 
I seminari promossi dalla Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare 
SASSARI Il rapido sviluppo della medicina e delle conoscenze biomediche, nonché l’accrescersi delle innovazioni tecnologiche, rendono sempre più difficile per il singolo operatore della sanità mantenersi aggiornato e competente. Da qui il crescente bisogno formativo. La società italiana di Simulazione in Medicina (Simmed) recentemente ha organizzato a Firenze la prima conferenza nazionale sulla simulazione. La prima relazione sull’esperienza dei centri di simulazione italiani è stata sull’esperienza del centro di simulazione avanzata CardioSim dell’Università di Sassari, in attività dal 2006. Forte di una esperienza solida e tra le più avanzate e versatili d’Italia, la Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare, diretta dal prof. Antonello Ganau, ha deciso di celebrare il 35° anno dalla sua istituzione (avvenuta nell’anno accademico 1976/77) organizzando una serie di seminari, conferenze e corsi di formazione dedicati ai vari aspetti della simulazione applicata all’insegnamento della medicina.I principali protagonisti della fitta serie di eventi sono i due maggiori esperti di simulazione a livello europeo, entrambi tedeschi, che sono stati invitati dall’Università di Sassari come Visiting professor. Il dr. Peter Dieckmann è il presidente della società europea di simulazione (Sesam) e il dr. Marcus Rall è direttore del centro di simulazione Tupass di Tubingen. Il programma, avviato il 25 maggio nella facoltà di Medicina e Chirurgia, e dedicato alla simulazione, prosegue oggi nel centro CardioSim della Porto Conte Ricerche a Tramariglio, con un corso di formazione avanzata per docenti di simulazione. Il 31 maggio alle 10,30 nell’aula A della Facoltà di Medicina si svolgerà un seminario su “Errore in medicina e fattore umano” e su come migliorare la cultura della sicurezza del paziente. Il 1° giugno una conferenza per docenti e studenti dal tema “La simulazione come strumento per innovare la formazione del medico”. Seguirà il 4 e 5 giugno, a CardioSim, la seconda parte del corso di formazione per istruttori di simulazione. Il ciclo di seminari si concluderà il 7 giugno alle ore 15, nell’Aula A, con la analisi delle prove di efficacia della simulazione rispetto all’insegnamento tradizionale. La partecipazione a tutti i seminari e alla conferenza è aperta a docenti, studenti, medici e infermieri.
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 - Sardegna
Condanna definitiva al prof che invoca le camere e gas 
CAGLIARI La difesa degli animali dalla ferocia del macello rituale non può giustificare la diffusione di un testo scientifico dove si invocano «le camere a gas naziste per i maledetti ebrei»: l’ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato contro la condanna di Pietro Melis dagli avvocati Gianluigi Carboni e Gianluigi Falchi. Per il professore di filosofia cagliaritano, in pensione da qualche anno, è diventa definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Cagliari, emessa il 7 aprile del 2011: colpevole di istigazione all’odio razziale, quattromila euro di multa col beneficio della non menzione. Melis dovrà risarcire per danni morali la comunità ebraica di Roma e le altre in Italia, che si sono costituite parte civile fin dal primo grado del giudizio con Giacomo Sandri e Cinzia Ghirsi, assistiti dagli avvocati Alberto Cocco Ortu, Valerio Fundarò e Enrica Anedda. I giudici supremi hanno respinto la dignità scientifica della tesi sostenuta da Melis nel saggio del 2004 intitolato «Scontro tra cultura e metacultura scientifica, l’Occidente e il diritto naturale» in nome della causa animalista cui il docente si è ispirato. Per la Cassazione «un insulto resta tale anche se inserito in un bel ragionamento e in senso complessivo dell’elaborazione culturale non può redimere passaggi argomentativi in sé non ammissibili sul piano della liceità giuridica». Respinta la linea difensiva di Melis che sosteneva di aver solo manifestato, al massimo «avversione o antipatia» e non «odio verso gli ebrei, né espresso incitamento in tal senso». Su questo punto la Cassazione rileva che la natura antisemita dello scritto è confermata dalla lettera con la quale ha inviato il suo elaborato al rabbino capo della comunità di Roma, Riccardo Di Segni: «Maledetti ebrei credenti... Per voi dovrebbero essere usate ancora le camere a gas... non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente». Spedito il libro incriminato al rabbino Di Segni, il docente l’aveva anche inviato a 140 biblioteche perché lo scritto fosse «un marchio indelebile sulla vostra pelle». Quanto al limite della libertà di pensiero, la Cassazione avverte che essa non può essere invocata Quando finisce con il travolgere il «rispetto di valori più alti, pure costituzionalizzati, come la dignità umana». (m.l)
 
 

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
1 - Sardegna Quotidiano / Pagina 13 - Cagliari cronaca
Università
Studenti al voto dopo la campagna al vetriolo
 
 
1 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
Università
Master di bioinformatica per futuri scienziati
 
 
1 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
Il verdetto. Docente antisemita
la Cassazione: Melis colpevole
LA SENTENZA Il professore di Scienze della Formazione, adesso in pensione, aveva scritto un testo nel quale sperava nel ritorno delle camere a gas per gli ebrei. Gli ermellini: “Un insulto”.
 
      
METRO
 
 
1 - MetroNews / Pagina 8 - Sardegna
Informatica
un master all’ateneo
CAGLIARI parte il 7 giugno per 25 laureati il master di secondo livello in Bioinformatica, istituito dall’Università di Cagliari, in collaborazione on l’assessorato regionale al Lavoro, Sardegna ricerche e il Crs4. Il piano formativo prevede 400 ore di didattica in aula, 40 ore di casi di studio, 350 di tirocinio individuale e 50 dedicate alla redazione di un project work finale, in Italia e all’estero, oltre a giornate di laboratori al Crs4. Il budget è di circa 200mila euro.
 

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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