Lunedì 28 maggio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 maggio 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
Università
Elezioni: è in corsa anche la lista Studenti Ajò!
 
Stop all'aumento delle tasse; no alla decadenza; rendere possibile la vita universitaria e il lavoro. Sono queste le parole d'ordine della lista “Studenti Ajò!”, che partecipa alle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche dell'Università, previste per domani e mercoledì. La lista nasce dall'unione di realtà diverse, tra cui “Unione per gli studenti - UxS”, e si autodefinisce «apartitica e democratica».
Tra gli obiettivi prioritari che si pone Ajò! c'è quello di ridurre significativamente il divario tra il mondo accademico e quello lavorativo, attraverso la promozione di corsi, convegni, seminari e tirocini.
Inoltre, i suoi rappresentanti, se eletti, si batteranno contro l'aumento delle tasse, contro le norme che prevedono la decadenza dagli studi (per chi non sostiene almeno un esame all'anno), per il medico per i fuori sede (attualmente è presente un presidio all'ospedale San Giovanni di Dio), per le biblioteche aperte sino a tarda sera, per l'applicazione dello Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti, per l'abbattimento delle barriere architettoniche, per il merito.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Colloqui per chimici
 
Lo Sportello Placement dell'Università ha promosso un incontro tra la società Matrica e i giovani ricercatori di chimica e ingegneria dell'ateneo. Appuntamento mercoledì alle 9,30, nel teatro anatomico di via Ospedale 121. Per avere ulteriori informazioni è possibile chiamare i numeri 070/6758406-8401-8772-8404 oppure scrivere all'email orientamento. iniziative@ amm.unica.it. (p. l.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Ed_Cagliari
PARLA LEONARDO TONDO
Lo psichiatra: «Attenzione agli accostamenti mediatici»
 
CAGLIARI Leonardo Tondo, psichiatra e docente all’Università di Cagliari, non ci sta. Lo ha detto e scritto in convegni e pubblicazioni. E, interpellato dopo i fatti di sabato a Cagliari, che hanno visto coinvolti due imprenditori alle prese con problemi finanziari – il pizzaiolo sopravvissuto e Gravellino – ribadisce il concetto. «I suicidi per la crisi e le difficoltà economiche? Solo una questione mediatica – assicura –. L'epidemiologia in questo caso parla molto chiaro: i numeri dicono che ci sono otto-dieci suicidi al giorno in Italia anche nel 2012. Se la media dovesse continuare a essere questa alla fine dell’anno si avrebbero cifre addirittura più basse di quelli precedenti». Secondo l'esperto, insomma, niente di nuovo sotto il sole. La centralità della questione crisi dalle pagine dei giornali ai discorsi al bar o in chat diventerebbe una sorta di calamita, tanto potente da ricondurre a sé effetti che forse hanno la loro origine altrove. E gli imprenditori o i disoccupati che si uccidono o minacciano di farlo invocando i debiti? «È chiaro – spiega Tondo – che le persone che pensano al suicidio non sono certo felici. Ed è evidente che chi non ha lavoro o chi ha problemi con il lavoro non è felice. Ma il suicidio non ha a che fare con la crisi, ma con la psichiatria. Certo, la sottolineatura quotidiana di un nesso che anche statisticamente non c'è, sicuramente è frettoloso. E può essere pericoloso». Tondo cita i numeri europei: «I suicidi in Italia – ricorda – sono ad esempio un terzo di quelli in Francia e il doppio di quelli in Grecia». Come a dire: il numero delle persone che si toglie la vita non è direttamente proporzionale alla gravità della situazione o ai problemi economici della popolazione. (st.am.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Ed_Cagliari
Laurea telematica per lo sconosciuto capo di Carbosulcis
Alessandro Lorefice, appena nominato da Cappellacci, ha studiato legge all’università Cusano: 84/110 il suo voto
di Erminio Ariu
 
NURAXI FIGUS “Il trota”, al secolo Renzo Bossi, potrebbe impallidire di fronte ai titoli e agli incarichi di Alessandro Lorefice, 29 anni. Il dottore in giurisprudenza voluto da Ugo Cappellacci alla guida della società Carbosulcis vanta una laurea magistrale conseguita all’Unisu, Università telematica delle scienze umane “Niccolò Cusano” di Roma. È questa una delle novità sul passato del neo amministratore unico che emergono dai documenti dei quali La Nuova Sardegna è entrata in possesso. Di fronte alla mitragliata di accuse sulla opportunità di mettere in mano a uno sconosciuto le sorti della più importante società pubblica regionale, il governatore ha replicato di aver deciso e deliberato dopo aver valutato i titoli di studio e il curriculum del prescelto. Vediamo a quale curriculum si riferisce. C’è da premettere che negli archivi delle fabbriche, dei cantieri minerari della Sardegna e della penisola non c’è traccia di esperienze riferibili ad Alessandro Lorefice. Insomma, non ha mai respirato polvere di carbone, piombo o zinco. Risulta invece che la longa manus del padre Raffaele, preside dell’Istituto tecnico Enrico Fermi, lo abbia fatto diventare professore nonostante non abbia conseguito alcuna abilitazione. L’incarico più recente in quell’istituto Lorefice, insegnante di “gestione delle portinerie di alberghi e agenzie”, lo riceve il 4 gennaio 2012: il dirigente scolastico, papà Raffaele, lo indica come uno dei tre collaboratori cui rivolgersi «per ogni necessità», ogni lunedì e mercoledì. Avendo valutato il suo curriculum, il presidente Cappellacci sa di certo che la laurea magistrale in giurisprudenza il giovane Lorefice l’ha conseguita – votazione 84 su 110 – alla facoltà di un’università telematica, l’Unisu appunto, come da certificato: «È stato iscritto – si legge nel documento – nell’anno accademico 2008/2009, al 4° anno del corso di laurea in giurisprudenza e dopo aver superato l’esame il 15 giugno del 2011» è diventato dottore. Dalle lezioni di “portineria” al Fermi fino alla scrivania prestigiosa della Carbosulcis il salto è stato breve. Prima della laurea, il giovane Lorefice ha conseguito tre diplomi, tutti di ragioniere, ma con indirizzi diversi. Il primo – anno scolastico ’99-2000 – arriva a 17 anni e 6 mesi, voto: 66 su 100. Stessa valutazione per il secondo (66/100), che porta la data 2006/2007. Mentre al terzo – anno 2009/2010 – ottiene il massimo: 100 centesimi. E il 15 giugno 2011 diventa dottore in Legge. Ma proprio questo collezionare certificati e attestati gli ha creato qualche problema: Lorefice è stato retrocesso dalla graduatoria dell’insegnamento per aver presentato diplomi di perfezionamento mentre conseguiva la laurea. Diplomi in tecniche didattiche, metodi d’apprendimento e insegnamenti tecnici rilasciati dall’Università del Salento e da quella “per stranieri” Dante Alighieri, di Reggio Calabria. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil e di categoria Nino D’Orso(Femca Cisl), Francesco Garau (Filtcem Cgil) e Mario Crò (Uilcem) hanno dichiarato di non essere disponibili ad avere un giovane così inesperto alla guida di una miniera dal progetto faraonico, osteggiato dal ministero dello Sviluppo economico.
 
Pagina 6 - Ed_Cagliari
Collezionista di diplomi in ragioneria
 
In meno di 11 anni Alessandro Lorefice, 29 anni, è riuscito a conseguire di fila tre diplomi di ragioniere (perito per il turismo, perito commerciale e programmatore e perito ragioniere), poi la laurea in giurisprudenza. Ma nel contempo, c’è spazio per ottenere il diploma di perfezionamento, presso l’Università del Salento, in “Tecniche didattiche dei saperi tecnici per gli insegnamenti della scuola secondaria”. Nel 2009, un altro diploma di perfezionamento: “Tecnologie multimediali nella didattica degli insegnamenti tecnici della scuola secondaria”. Poi all’Università per stranieri “Dante Alighieri” consegue quello in “Metodiche dell’apprendimento collaborativo”. All’istituto Fermi di Iglesias – dirigente il padre Raffaele – insegna educazione tecnica e informatica di base. (ea)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Ed_Cagliari
La mano della “casta “sui beni culturali
Un progetto trasversale per accentrarne la gestione attraverso la creazione di una Fondazione controllata dalla Regione
domani incontro a cagliari
Un sistema museale per Mont’e Prama
LA POLEMICA » POLITICA E CULTURA
 
 “Un approccio partecipativo alla valorizzazione: il sistema museale per Mont’e Prama. Beni culturali beni comuni”: è questo il titolo dell’incontro che si apre domani a Cagliari nella Cittadella dei musei organizzato dal ministero dei Beni e delle attività culturali. Si comincia alle 9.30 con la relazione di Maria Assunta Lorrai e di Anna Paola Loi, della Direzione regionale beni culturali e paesaggistici. Seguono gli interventi di Marco Edoardo Minoia (Soprintendenza beni archeologici di Cagliari e Oristano), di Serenella Paci e di Alessandro Leon. La chiusura dei lavori è prevista per le 13,30.
di Marcello Madau
 
Sta per essere discusso in Consiglio Regionale un testo unificato (ovvero centro-sinistra più centro-destra) per la nascita della Fondazione Sardegna beni culturali, che si dovrà occupare «della gestione, della valorizzazione, fruizione e ricerca scientifica del patrimonio culturale della Sardegna». Martedì 29 a Cagliari ci sarà invece un convegno dal titolo accattivante "Il sistema museale di Mont’e Prama. Un approccio partecipativo alla valorizzazione", promosso dal ministero dei Beni e delle attività culturali. Motto in piena evidenza: “Beni culturali beni comuni”. Ma circola voce che si discuterà anche della suddetta Fondazione. L'attuale situazione dei beni culturali è molto critica: calo dei finanziamenti, crisi del sistema della tutela e della formazione, gestioni rinnovate talora anno per anno, livelli non certo omogenei di professionalità, carenza di norme, rischi di particolarismo. La Regione cerca di rimediare con un soggetto unico, puntando sulla fascinazione di due promesse: la semplificazione delle procedure tramite un ente che assuma direzione e fondi, l'assunzione degli operatori delle cooperative e società operanti nelle aree e nei vari organismi di gestione (dalla Fondazione e non dalla Regione), ai quali affidare persino funzioni di coordinamento; comitato tecnico-scientifico con presenza costante delle Soprintendenze e dell'Università (gli organi del Ministero dei beni e delle attività culturali Ministero, dovrebbero controllare per le materie di competenza, l'operato della Fondazione. Così controlleranno anche se stesse...). Pur essendovi “beni e attività culturali” ad essi relative – mancano le istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale, come i Conservatori e le Accademie di Belle Arti. Molte organizzazioni professionali, come gli archeologi, non sono state neppure sentite. L'Associazione nazionale archeologi-Sardegna ha manifestando preoccupazione e forti perplessità su questa iniziativa. Il sistema dei beni comuni, autogoverno delle comunità all'interno di regole chiare universali e organismi centrali snelli, ha portato Elinor Ostrom, che ne ha dimostrato la maggiore efficienza, al Nobel per l'economia nel 2009. La Regione, invece di ragionare su questo modello coordinando una serie di beni, forze e risorse in modo da migliorarne gli assetti proponendo standard qualitativi, disegna un modello accentrato, con gravi ricadute sul sistema lavoro e non pochi aspetti giuridicamente discutibili. Così la scelta che sembra imporsi ,”dall'alto”, per Mont’e Prama, frantumando contesti unitari di beni comuni e magari chiamandola azione partecipata. Ci auguriamo che ci si fermi su questa strada, perché le statue nuragiche ed i materiali connessi devono risiedere tutte nel territorio di provenienza, evitando la scellerata divisione in tre sedi (Cagliari, Cabras, Li Punti). Territorio bene comune. Ma nel testo della Fondazione si configura un'azione di “esproprio” dei Comuni, sia dal punto di vista amministrativo sia da quello finanziario. Che faremo poi dei compiti delle Province? Ancora, tensioni giuridiche: se la valorizzazione dei beni culturali è una competenza concorrente fra Stato e Regione, e la gestione del patrimonio archeologico può avvenire nei territori tramite appositi accordi, area per area, la conservazione (a differenza di quanto emerge dal testo) è competenza primaria dello Stato. Spero che non si sia pensato che siccome le aree archeologiche, tramite la legge regionale 14/2006, sono dentro il sistema museale ed il circuito museale è di competenza della Regione, le aree archeologiche sono perciò di competenza della Regione. Le ragioni per le quali la Sardegna non sfrutta appieno, anzi assai male lo straordinario patrimonio culturale dipendono da molti fattori. Non si risponde a questa crisi accentrando tutto il potere nei palazzi cagliaritani. Nasce il dubbio di una potente operazione, trasversale, nella quale la classe politica tradizionale (ancora dominante nel consiglio regionale) costruisce un nuovo sistema di potere. Sulla risorsa nella quale si appuntano le speranze del territorio e dei lavoratori cognitivi. Questioni aperte, per le quali ci si augura che la saggezza prevalga, evitando che questa Fondazione vada avanti, o modificandone radicalmente la logica. E che le statue di Mont’e Prama non vengano divise in tre sedi. Beni culturali e territorio: beni comuni, ma seriamente.
 

6 – SardegnaQuotidiano
Pagina 12 – Cagliari
Ateneo
Tra sfottò e polemiche gli universitari verso le urne
 
Ultimi fuochi di campagna elettorale tra gli studenti universitari. Una campagna accesa, senza esclusione di colpi con centinaia di candidati distribuiti nelle tre liste: Unica 2.0, Uniti e Liberi e Studenti Ajò. Sono state le prime due a tenere banco con una lunga serie di sfottò e scambi di accuse. La lista Unica 2.0 ha fatto una campagna che ha seguito un po’ quella dei giovani di Sel che l’anno scorso ha portato Massimo Zedda alla vittoria. Ma sono stati più sfrontati, con prese in giro e attacchi diretti agli avversari. Lo hanno fatto con un video in cui uno studente di Unica 2.0 sostituisce la carta igienica con Le Clou, il mensile a cui è legata la lista vicina a Comunione e Liberazione. Ma anche con un fumetto su Facebook, una parodia di “Intanto in viale Trento”, con cui sbeffeggiano i rivali “ciellini” di Uniti e Liberi. «Non sono colpi bassi, il fumetto serve per farsi due risate, c’è molta ironia e leggerezza, penso si capisca - spiega Marco Meloni di Unica 2.0 - le vignette le hanno fatte dei nostri amici». Per prendere le distanze dai valori tradizional- cattolici di Comunione e Liberazione c’è stata anche la distribuzione di profilattici a fini elettorali. «I preservativi li abbiamo comprati in stock, autofinanziandoci, non abbiamo molti soldi, era un gesto provocatorio e simpatico», commenta Meloni. Secca la replica della lista contrapposta. «Mi viene da citare Antonio Gramsci, quando ha detto che “la verità è la cosa più importante, sulla bugia non si costruiscono che castelli di vento” - commenta Roberto Mura di Uniti e Liberi - le vignette le prendo in modo ironico, non farò certo un comunicato stampa come fanno loro quando li prendo in giro. Sui preservativi, il problema è che se loro pensano di far dimenticare agli studenti che hanno votato la linea del Rettore sull’aumento tasse e sulla decadenza, stanno sbagliando clamorosamente». È rimasta fuori dalla sfida con colpi bassi la terza lista. «Noi andiamo avanti e pensiamo ai contenuti - spiega Maurizio Castangia di Studenti Ajò - queste prese in giro reciproche ci sono sempre state, ma non hanno senso: sono inutili. Per questo abbiamo deciso di pensare al futuro e limitarci a illustrare il nostro programma agli studenti». Se Unica 2.0 è legata al centrosinistra e Uniti e Liberi vicina a Cl, la terza lista si definisce «apartitica e democratica». Da domani saranno studenti e specializzandi a decretare qual è stata la strategia vincente.
M.Z.

Questionario e social

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