Domenica 27 maggio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 maggio 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
L'iniziativa di Unica 2.0
Bufera in ateneo per i profilattici elettorali
 
Si scalda la campagna elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche nell'Università. Non solo per l'avvicinarsi delle elezioni (martedì e mercoledì prossimo), ma anche perché i ragazzi di Unica 2.0 hanno distribuito, assieme al loro programma elettorale, centinaia di preservativi con il logo del gruppo e con messaggi del tipo Badiamo a tutti i tuoi bisogni o Proteggi i tuoi diritti . Uniti e Liberi, una lista concorrente, contesta il metodo di marketing e parte all'attacco con un articolo sul giornale del gruppo Le Clou, dal titolo “Voti in cambio di preservativi - elezioni molto mal preservate”.
LA POLEMICA «Non è un gesto per attirare l'attenzione ma per porre l'accento sulla prevenzione delle malattie sessuali, un tema che riguarda anche gli universitari e di cui si parla poco», spiega Marco Meloni, coordinatore di Unica 2.0.
Replica a muso duro Roberto Mura, rappresentante di Uniti e Liberi: «Se pensano di far dimenticare agli studenti le loro votazioni a favore del rettore, a favore della “decadenza” e delle sovrattasse regalando preservativi, stanno sbagliando clamorosamente».
«È ridicolo pensare di comprare un voto con un profilattico da 35 centesimi», risponde Meloni, che anche venerdì sera ha distribuito centinaia di preservativi durante il concerto organizzato da Unica 2.0 a Monte Claro. Magari pensando che tornassero utili per il proseguimento della notte.
Mario Gottardi
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 62 - Edizione CA)
Al Cnr di Sassari
Un passo avanti nella lotta al melanoma
 
Un passo avanti nella lotta al melanoma. Lo ha compiuto l'Istituto di chimica biomolecolare del CNR di Sassari con l'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, l'Università di Firenze, l'Azienda ospedaliero-universitaria di Siena e altre istituzioni. La scoperta, pubblicata nel Journal of Clinical Oncology, mette in discussione l'origine clonale, secondo la quale la neoplasia nasce da un'unica cellula, e fornisce ulteriori conferme all'ipotesi di separazione tra caratteristiche molecolari, comportamento biologico e clinico tra melanomi primitivi (tumori della pelle), e lesioni a distanza: le metastasi. «Abbiamo analizzato i geni Braf e Nras che appaiono frequentemente mutati in casi di melanoma», spiega Giuseppe Palmieri dell'Icb-Cnr. «Nel caso del melanoma la proteina prodotta dal gene Braf mutato è recentemente diventata bersaglio di una terapia biologica mirata molto efficace. Per questo è fondamentale sapere se in un paziente è presente la mutazione. I geni Braf e Nras si presentano come tanti interruttori che si accendono e spengono sulla base degli impulsi ricevuti, inducendo o meno la proliferazione cellulare. La presenza di mutazioni nei due geni determina un'attivazione permanente, come se gli interruttori fossero sempre accesi, rendendoli insensibili ai meccanismi di controllo».
È il primo studio internazionale su pazienti affetti da melanoma che mette a confronto tumore primario e metastasi?
«Esatto. E consiste nella corretta classificazione del paziente. Oggi per il melanoma metastatico avanzato esiste una terapia antitumorale, ma il principale farmaco risulta efficace solo nei pazienti portatori di mutazioni nel gene Braf. Quando la terapia si concentra sui bersagli molecolari diviene essenziale accertare se un paziente è Braf-mutato o Braf-normale e se presenti lo stesso assetto mutazionale nelle metastasi a distanza».
Cosa comporta il fatto che oggi il test mutazionale riconosciuto è solo quello effettuato sul tumore primitivo?
«Attualmente, nel melanoma come negli altri tipi di tumore maligno, come colon-retto e polmone, le linee guida per la caratterizzazione della neoplasia prevedono solo analisi da condurre a livello del tumore iniziale e non di metastasi. Con il nostro lavoro abbiamo cercato di capire se vi sono differenze tra assetto molecolare del melanoma primitivo e quello delle metastasi».
Che risvolti potrà avere la vostra ricerca?
«Aver identificato un sottogruppo di pazienti con assetto molecolare della metastasi inaspettatamente diverso da quello del tumore primitivo mette ulteriormente in discussione l'origine clonale dei tumori».
Voi proponete di estendere l'analisi mutazionale anche nelle lesioni a distanza?
«I risultati dello studio potrebbero portare a un ampliamento delle linee guida includendo l'indicazione di biopsie multiple anche delle metastasi, con possibilità di estendere l'approccio anche in altre patologie tumorali».
Andrea Mameli
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
Omicidi, è record italiano
Tasso alto anche se il numero di delitti è in calo
FESTA DELLA POLIZIA. Ieri in città la ricorrenza dei 160 anni dalla fondazione
 
Il numero dei reati sarà pure in calo, ma c'è una cosa che non cambia mai nel Nuorese: la legge del muretto a secco. Quattro gli omicidi nel 2011, cinque quelli tentati. Dati meno terribili, è vero, rispetto alle statistiche di qualche anno fa. Ma il punto è che vanno letti in rapporto alla popolazione e cioè al numero di residenti. Così, premesso che «in Sardegna si rileva un elevato numero di omicidi, la cui incidenza è ancor più significativa se posta in rapporto alla popolazione», è la provincia di Nuoro quella dove si registra il tasso più alto di delitti di sangue. Più che in qualunque altra parte d'Italia.
PROVINCIA AI RAGGI ICS È questo uno degli elementi più interessanti dello studio curato da Antonietta Mazzette, direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Sassari, che ha passato ai raggi ics le dinamiche economiche, sociali, storiche e demografiche della (vecchia) provincia di Nuoro per fare il punto su sicurezza e criminalità. La professoressa ha illustrato ieri a Nuoro, in occasione della Festa della Polizia nell'auditorium dell'Etnografico, i risultati della ricerca che salda la collaborazione tra la Polizia di Stato e l'Università.
LA COLLABORAZIONE Uno studio che, ha detto il questore Pierluigi D'Angelo «è per noi una preziosa interpretazione dei fenomeni delittuosi». L'ha chiamata «politica integrata della sicurezza», il questore di Nuoro. «È la sfida - ha detto - che impone a politici e tecnici di farsi carico della complessità delle problematiche della sicurezza che si presentano in maniera diversa in ogni singola comunità».
I REATI Nel 2011, su 100 reati commessi in provincia di Nuoro, 19 sono stati registrati a Siniscola e a San Teodoro, «a fronte di una popolazione residente che - sottolinea la professoressa Mazzette - complessivamente rappresenta circa un decimo della popolazione provinciale». La maggior parte delle denunce è stata fatta a Nuoro (2.105); poi appunto a San Teodoro (799); a Tortolì (743); a Isili (647); a Siniscola (585); a Macomer (550); Sorgono (415); Lanusei (366); Jerzu (354); Bosa (229) e Bitti (177).
VOCAZIONI TERRITORIALI La maggior parte dei furti è avvenuta nei territori di Siniscola e San Teodoro (quelli di automobili, però, più a Nuoro e Macomer). I danneggiamenti a Siniscola, San Teodoro e Tortolì «dove avvengono complessivamente il 31 per cento degli episodi a fronte di una popolazione residente del 21 per cento sul totale del territorio». Per quanto riguarda le rapine «i comuni più colpiti in assoluto sono, oltre al capoluogo, quelli della costa orientale. Se si guarda invece alla percentuale di rapine e la si raffronta con la percentuale di residenti, a essere maggiormente colpite sono le aree territoriali di Jerzu, Siniscola, San Teodoro, Tortolì e Macomer». A Jerzu, Orosei e San Teodoro si contano più rapine sulla pubblica via; a Siniscola e Macomer quelle a domicilio (soprattutto in casa di anziani); a Tortolì i colpi in banca e alle Poste. Siniscola ha pure il primato delle rapine ai commercianti.
IL PRANZO ALLA CARITAS Una festa nel segno della sobrietà e della solidarietà. La Questura di Nuoro, con lo sponsor Crs, ha offerto il pranzo a cinquanta ospiti della mensa Caritas. (p.s.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
La norma
Attività motorie, sì al testo unificato
 
Tutelare la salute di chi pratica attività motorie e sportive puntando sulla specializzazione e ponendo fine all'improvvisazione che ancora caratterizza il settore in Sardegna. È questo l'obiettivo del testo unificato sulle attività motorie e sportive, approvato all'unanimità dalla commissione Cultura del Consiglio regionale presieduta da Carlo Sanjust. Ora il provvedimento passa al parere finanziario. Con l'approvazione definitiva da parte dell'Aula si colma un vuoto legislativo. Nella maggior parte delle regioni, infatti, esiste da diverso tempo, una legislazione regionale che regolamenta le attività relative alla professione dei tecnici sportivi, degli insegnanti di educazione fisica e dei gestori delle palestre private, riservandone l'esercizio ai diplomati Isef e ai laureati in scienze motorie. In Sardegna, invece, non esiste ancora una normativa che tuteli l'esercizio dell'attività professionale riservata ai diplomati Isef e ai laureati in Scienze motorie, con la diretta conseguenza che chiunque può oggi improvvisarsi tecnico, allenatore o insegnante di educazione motoria.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Scritte e firme, gli studenti ripuliscono il muro
VIA CORTE D'APPELLO. Ritinteggiata la parete della facoltà di Architettura
 
Non ce la facevano. Ogni giorno per due volte, all'andata e all'uscita dalla facoltà, dover vedere quegli scarabocchi. Proprio loro che per dovere, e per passione, studiano come abbellire le città ristrutturando le costruzioni esistenti o edificandone altre. Non potevano sopportare quello scempio sull'edificio storico che ospita Architettura, in via Corte d'Appello, nel quartiere di Castello. Così un gruppo di studenti si è armato di pennelli e tinta e ha ripulito i muri da tag (firme) e scritte in vernice.
IN AZIONE I futuri architetti si sono messi in azione da venerdì sera. Scaricati dall'auto secchi, rulli e pennelli, vestiti con abiti comodi: tute e magliette, magari usati - così in caso di schizzi non c'è nessun problema - hanno mescolato la tinta e si sono messi all'opera sul muro accanto all'ingresso della facoltà.
Il blitz è stato replicato anche ieri, di mattina e soprattutto verso sera, quando il fresco ha spinto altri studenti, sempre di Architettura, ad andare in via Corte d'Appello a dare man forte ai loro colleghi.
IL PROBLEMA Gli universitari di Castello rispondono con l'iniziativa e l'auto-organizzazione a una mancanza delle istituzioni pubbliche: mantenere il decoro nella città. Anche quando il Comune interviene, serve a poco. Passare in piazza Marghinotti, quartiere Villanova, per averne conferma. A pochi giorni dalla pulizia, i muri sono stati presi nuovamente d'assalto dai writers .
Per contrastare il fenomeno sono state avanzate diverse proposte, che vanno dall'installazione di telecamere per riprendere i monumenti alla chiusura di siti sensibili come il bastione Saint Remy. Finora solo ipotesi. (m. g.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Istruzione, ecco la riforma premi ai ragazzi più bravi
Borse di studio, riduzione delle tasse, corsi estivi gratuiti, segnalazioni speciali Tutti gli incentivi per riconoscere il merito nel disegno di legge del ministero
di Annalisa D’Aprile
 
ROMA Borse di studio supplementari, riduzione delle tasse universitarie fino al 30 per cento, corsi estivi gratuiti, curricula eccellenti messi on line a disposizione delle aziende, carta sconti per mostre e mezzi pubblici: il tutto per gli studenti migliori. È all’insegna della parola “merito” il disegno di legge, messo a punto dai tecnici del ministero dell’Istruzione. Come anticipato ieri dal Corriere della Sera, sarebbero 15 gli articoli della bozza - ancora in fase di ultimazione - che introduce anche un piano di valorizzazione degli istituti migliori e annuncia novità sui test universitari. Il ministero non commenta le anticipazioni sul testo del ddl, a cui comunque da tempo si lavora, ma una fonte conferma l’arrivo del “pacchetto merito” sul tavolo del Consiglio dei ministri per venerdì prossimo. Che la questione del “merito” fosse da tempo al centro di una riforma lo dice anche l’atto di indirizzo del Miur sull’individuazione delle «priorità politiche» («l’adeguamento alla nuova normativa» si legge nel documento del 3 aprile, prevede «la valorizzazione del merito scolastico e accademico»). Ancora incerto il costo della riforma, forse le risorse attingeranno al fondo per l’ampliamento dell’offerta formativa e gli interventi perequativi. Per i migliori. Se nelle università i più bravi avranno diritto allo sconto del 30% sulle tasse, nelle scuole superiori sarà eletto «lo studente dell’anno» che avrà diritto ad una carta di sconti per musei e mezzi di trasporto. Mentre le borse di studio saranno assegnate indipendentemente dal reddito. E sempre ai migliori delle olimpiadi scolastiche verranno offerti corsi estivi gratuiti. Un altro premio al merito potrebbe essere la diffusione, sul sito del ministero, dei curricula dei migliori, consultabili per le aziende che offrono stage. Gratifiche per le scuole. La riforma sul merito toccherebbe anche le scuole: premiate quelle che vantano i migliori risultati, in termini di organizzazione e di risultati degli studenti. Università: dai test ai concorsi. Test diagnostico in arrivo per tutte le facoltà, ma solo per aiutare i ragazzi sugli studi da intraprendere. Dai test di accesso dovrebbero sparire le domande di cultura generale, sostituiti da quiz di logica. Inoltre, ci si potrà iscrivere a due corsi di laurea contemporaneamente, purché siano dello stesso livello. Nuove regole allo studio anche sui concorsi per ricercatori, professori associati e ordinari: 5 i professori delle commissioni, solo due interni all’ateneo, due sterni, uno straniero. L’intento è evitare agevolazioni.
 
Pagina 20 - Ed_Cagliari
gli studenti universitari
«Quale meritocrazia se mancano i fondi?»
 
«Se bocciamo il contenuto del pacchetto di riforma? È la retorica della parola merito che bocciamo» commenta Michele Orezzi, Coordinatore Nazionale dell’UdU (Unione degli Universitari), a proposito delle anticipazioni sulla bozza del ddl che adotta misure-premio per gli studenti migliori. «Vogliamo uscire da questa versione perversa della parola “merito” in una scuola che invece di liberare il talento, ma quello di tutti, accentua disuguaglianza e differenze» aggiunge Orezzi. Per l’Udu alcune delle proposte inserite nel disegno di legge (ancora in via di definizione), possono anche essere «condivisibili». Il punto però è un altro: «Come si può parlare di diminuire le tasse solo agli studenti meritevoli, quando ci sono già ora 145mila studenti idonei alla borsa di studio, per merito e per reddito, che non possono averla per mancanza di fondi? Con quali soldi si farebbe questa riforma? L’istruzione non è una gara a chi arriva primo. Va bene premiare, ma tutti devono avere le stesse possibilità». (a.d’a.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Cagliari
CASTELLO
Accordo Comune-Ateneo per migliorare gli ascensori
 
CAGLIARI Gli ascensori di Castello sono nati tra le polemiche durante la consiliatura di Mariano Delogu. Il dibattito fu acceso soprattutto da parte di chi li vedeva inadatti a collegare un luogo così ricco di storia come il rione Castello. Poi in molti hanno sottolineato la loro utilità. Resta il fatto che si tratta di strutture realizzate senza un pensiero architettonico legato al luogo in cui sono state installate, se non per il fatto che sono panoramici. Secondo gli esperti, avrebbero potuto essere realizzati molto meglio. Per questo l’amministrazione comunale (l’assessorato all’Urbanistica) ha recentemente firmato un protocollo d’intesa con l’università (la facoltà di Architettura) per uno studio sulla mobilità verticale. «Una volta archiviato definitivamente il discorso dei marciapiedi mobili - sottolinea Paolo Frau, assessore comunale all’Urbanistica - resta il problema di rendere Castello più accessibile sia agli abitanti che ai turisti. Da qui l’accordo con Architettura per lo studio di oggetti (ascensori) che abbiano un valore architettonico e possano convivere con il Castello e la sua storia in una dialogo funzionale tra l’antico e il moderno». (r.p.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Cagliari
ELEZIONI
Gli universitari vanno alle urne
Tre liste si contendono i due posti nel Senato accademico
 
CAGLIARI Cresce l’attesa per le elezioni delle rappresentanze studentesche negli organi collegiali centrali. Sono circa 32mila gli studenti aventi diritto al voto che martedì, dalle 8.30 alle 19.30, e mercoledì, dalle 8.30 alle 14, potranno recarsi in uno dei 14 seggi messi a disposizione per eleggere i nuovi rappresentanti nel Senato accademico, nel consiglio di amministrazione e nel consiglio del Comitato sportivo universitario (Cus) dell’ateneo cagliaritano. Tre le liste in gara nelle prime elezioni post riforma Gelmini: “Unica 2.0 per l’Università di tutti”; “Studenti Ajò! Costruiamo il nostro futuro” e “Uniti e liberi”. Per il Consiglio di amministrazione, “Unica 2.0”, candida Tarrab Alì e Margherita Lecis Cocco Ortu. In prima fila per “Studenti Ajò!” Valerio Anedda e Marta Magnano. La lista “Uniti e liberi” sceglie Claudio Secci e Martina Madeddu. Si contendono invece le due poltrone in Senato Accademico per “Unica 2.0” Lorenzo Carrogu, Antonio Masini, Tommaso Ercoli e Federica Atzeni. La lista “Sardegna Ajò!” punta su Giovanni Paolo Maietta, Fabrizio Mattu, Francesco Frau ed Enrica Mecarelli. “Uniti e liberi” scommette tutto su Letizia Cabiddu, Mauro Schirra, Claudia Frau e Miriam Marras. Dopo le lamentele scaturite dalla scelta della data delle elezioni - si teme la bassa affluenza perché a fine maggio gli studenti preparano gli esami - in queste settimane l’aria da campagna elettorale non ha lasciato fuori neanche gli attacchi al vetriolo, le accuse e gli scontri a colpi di programma elettorale tra candidati, ben scanditi su social network e blog nei quali i giovani elettori dovranno sapersi districare. Tra i candidati al Cus gli studenti potranno scegliere un solo rappresentante della lista favorita: Federico Manca o Elia Zichi per “Unica 2.0”; Michele Filippi o Alessandra Moledda per “Studenti Ajò!”; Jacopo Locci o Oscar Manca per “Uniti e liberi”. Nelle due giornate gli studenti saranno chiamati ad eleggere anche la rappresentanza degli studenti e degli specializzandi nei Consigli di facoltà e nei Consigli di classe o di corso che rimarrà in carica fino al 2014.
Bettina Camedda
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 49 - Ed_Cagliari
Patrioti, della Costituzione
Lo storico: «No all’ipotesi di forzare l’Autonomia contro la Carta»
l’intervista »ALDO ACCARDO
L'indipendenza sarebbe una scelta scellerata: favorirebbe la frantumazione politica e sociale che è alla base delle strategie antidemocratiche
Il punto non è essere sardi o non essere sardi: è essere per la democrazia, per le riforme sociali, per lo sviluppo, oppure essere dall'altra parte
di Silvana Porcu
 
Non c'è solo un grande capitolo della storia sarda e nazionale tra le mura di Casa Manno. La dimora dello storico algherese – presidente del Senato del Regno d'Italia tra il 1849 e il 1855 e autore di grandi pagine che raccontano l'isola - è diventata un museo con una raccolta minuziosa di oggetti e documenti che ripercorrono l'esistenza di Giuseppe Manno. In un intreccio ben studiato fra storia e tecnologia, i quattro livelli dell'edificio mettono insieme lettere autografe e iPad con i documenti in digitale, oggetti d'epoca e giochi interattivi per i bambini. Molto del materiale esposto è stato scovato tra la Sardegna e la penisola da Aldo Accardo, docente di Storia contemporanea all'Università di Cagliari e direttore della Fondazione Siotto, che insieme con il Comune di Alghero si è impegnata per l'apertura di questo spazio, rimasto un rudere per decenni. Accardo, autorevole studioso della figura di Manno, sa svelare ogni più piccolo dettaglio sui tesori che hanno trovato dimora in questo angolo del centro storico. Nella lista manca però un oggetto determinante per capire il valore umano di Manno ancora giovanissimo e il suo modo di rapportarsi alla realtà negli anni a venire. «Questo oggetto è un violino», rivela Accardo. E spiega come, nelle mani di un ragazzino sveglio mandato a Cagliari per studiare, diventi qualcosa di più di uno strumento musicale: «È il confronto con un'attività culturale che più di altre comporta un'immediata conferma dei risultati. La musica richiede un approccio rigoroso. È una cosa seria». E Accardo lo sa bene, sia da appassionato che da presidente del conservatorio di Cagliari. Il giovane Manno arriva a esibirsi di fronte a una platea di tutto rispetto, tra cui siede Carlo Felice. Suona con sicurezza «e mostra un bel carattere forte – nota lo storico –. Il viceré ne è colpito, tanto che alcuni anni dopo lo farà diventare suo segretario». Carlo Felice aveva visto giusto. Il ragazzo con il violino è lo stesso che da adulto, pur restando un moderato, farà valere princìpi incrollabili anche nei dettagli, come quando si scontrò con Cavour per l'abitudine – da lui detestata – di mettere i piedi sulla scrivania. Eppure, nonostante fosse tutto tranne che cavouriano, Manno non esitò a riconoscerne il valore di uomo politico quando si impose una scelta. All'indomani delle dimissioni del Cavour nel 1855, il re tentò di sostituirlo offrendo l'incarico a Manno. «L'algherese prima di tutto rifiuta, poi spiega al Re che l'unico in grado di dirigere lo Stato era Cavour». Tra le lettere esposte ce n'è una del Capodanno 1866. Manno, ottantenne, si sta preparando per il ballo di corte. La lettera lo informa senza tanti convenevoli che è stato messo in pensione. «Un gesto - nota lo storico - fatto con una tale mancanza di attenzione da sembrare opera di politici attuali. Ma lui reagisce con i fatti». In particolare con ciò che unisce le parole ai fatti, attraverso un'analisi minuziosa della lingua corrente. «Molte espressioni sembrano asettiche ma in realtà contengono una scelta di campo, rivelando valori e giudizi. “Spalmare” - è l'esempio di Accardo - è un verbo che indica un'attività precisa. Ha un chiaro ambito gastronomico. Noi lo usiamo al posto di distribuire, dividere. Perché? È una mentalità facilona, che pensa che il parlar semplice sia il parlare piatto. Questo è drammatico». Attraverso questo studio Manno coglie un cambiamento verso una direzione precisa, scoprendo «che stanno sopravanzando le idee vecchie di gerarchia, di aristocrazia, di divisione, di casta. Capisce come nel linguaggio stia maturando una cultura nuova». È sulla scia delle riflessioni fatte lungo i decenni che Manno decide di stilare un'autobiografia in cui racconta, con infiniti aneddoti e l'immancabile ironia, le ragioni delle sue scelte. Per esempio, il desiderio di scrivere una «Storia di Sardegna» (uscita in 4 volumi tra il 1825 e il 1827) nacque dall'impulso di ridare dignità alla propria terra dopo avere letto un lavoro sullo stesso tema a firma di un tedesco. «Manno scrive con onestà intellettuale - sottolinea lo storico - compiendo un'operazione che oggi siamo abituati a vedere corrotta dalla demagogia di pseudo sardisti che parlano di identità senza la minima consapevolezza. L'identità è sempre una scelta. Il punto non è essere sardi o non essere sardi. È essere per la democrazia, per le riforme sociali, per lo sviluppo oppure essere dall'altra parte. Ha senso una riflessione seria su questi temi sapendo che l'indipendenza sarebbe una scelta scellerata, perché favorirebbe la frantumazione politica e sociale che è alla base delle strategie antidemocratiche». «Manno – prosegue Accardo – ricostruisce con equilibrio il modo in cui operano le classi dirigenti in Sardegna. Il suo è un giudizio fortemente conservatore, questo sì, ma anche molto equilibrato. E devo dire scientificamente molto più solido di quello che negli anni recenti ha dato vita a questa corbelleria che è Sa die de sa Sardigna. Perché la lettura che viene data dell’evento storico che viene “festeggiato” avrebbe scandalizzato personaggi come Gramsci e Lussu. È una lettura sbagliata, inesistente. I sardi cacciano i piemontesi e due giorni dopo scrivono un manifesto per giustificarsi di quello che hanno fatto. Chiederanno che torni il viceré». Attraverso i documenti che sono conservati nel museo, Manno si rivela «una figura piena di dignità di cui il paese aveva allora bisogno. E credo ne abbia bisogno anche oggi», dice Accardo. Ma nelle sue parole non c'è una spinta verso il passato: «Guai se ci nutrissimo in modo retorico del passato. Il passato serve se siamo in grado di intravvedere situazioni dalle quali possiamo ricavare un insegnamento, ma senza esagerare. Perché questo poi fa parte dell'esperienza. Oggi viviamo una crisi finanziaria, ma anche morale: non c'è quella coesione che potrebbe arginare lo strapotere dei mercati. Il fatto economico è legato a produzione e consumo, quello finanziario è un fatto di fiducia, di credito. Anche qui Manno avrebbe avuto da osservare sulle parole. La parola “credito” significa che se vieni da me e mi chiedi un prestito, io posso dartelo o meno sulla base di quello che si chiama credito, la credibilità. Se un ceto politico che ha perso il credito, è questo che dobbiamo recuperare».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 49 - Ed_Cagliari
 “Scegliere la patria”: la mediocrità del ceto dirigente sardo
 
SASSARI Quale è stato il contributo della Sardegna alla costruzione dell’Unità nazionale? Posta in questi termini la domanda non ha molto senso storico: o, peggio ancora, rischia di condurre a una risposta vuota e formale. Si può arrivare a sostenere che il Regno d’Italia proclamato nel 1861 non sia niente altro che il Regno di Sardegna che ha cambiato nome ampliandosi. Questione del tutto irrilevante, poiché quello che conta – nella storia, come nella politica, come in tutte le attività umane – è capire chi sia l’attore, e in quale misura; chi abbia predisposto i programmi e li abbia perseguiti e attuati; chi abbia effettivamente assolto a un ruolo dirigente. “Scegliere la patria”, il libro di Aldo Accardo e Nicola Gabriele pubblicato da Donzelli (276 pagine, 27 euro), ricostruisce le dinamiche politiche che portarono alla «fusione perfetta» tra le spinte identitarie che premevano per la difesa dei diritti della nazione sarda e la volontà di aderire al processo unitario. In particolare, l’analisi si concentra sui comportamenti e le strategie della classe dirigente isolana, che dopo l’Unità si rivelò incapace di trarre dall’esperienza locale, dalla specificità di una plurisecolare vicenda storica, un insegnamento di carattere generale sull’assetto da dare al nascente Stato nazionale.Fu così che perse l’occasione di diventare classe dirigente nazionale. Il caso sardo diventa dunque osservatorio privilegiato per riflettere sul tema cruciale dell’identità e delle fondamenta su cui questa si costruisce. Come osserva Alberto M. Banti nella sua prefazione, «nel bene o nel male la storia della Sardegna, come anche quella dell’Italia e dell’intera Europa contemporanea, poggia su tradizioni inventate, su identità artificiosamente costruite, su discorsi che affidano la loro capacità di orientare l’opinione pubblica alla loro forza comunicativa, più che alla loro “verità”».
 

Questionario e social

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