Sabato 5 maggio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 maggio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 41 - Edizione CA)
BARRALI. Determinate e intraprendenti, non escludono di poter espatriare
Laureate in tempo di crisi
I sogni e le speranze di tre ragazze da 110 e lode
Collezionare tre lauree da 110 nel giro di due giorni non è cosa che si sente spesso in un paesino di mille anime. È accaduto a Barrali, dove i nuovi dottori hanno il volto luminoso di altrettante ragazze cariche di ottimismo che non sembrano essere sfiorate dalla negatività della fin troppo abusata parola “crisi”, prese come sono dalla soddisfazione e dai progetti futuri sui quali stanno lavorando.
FRANCESCA Il primo centodieci - «con lode», precisa - è di Francesca Baccoli, classe 1987, incoronata dottore in Giurisprudenza il 27 aprile dopo una brillante carriera al Liceo scientifico, meno di sei anni di studi nel corso di laurea quinquennale e una tesi su “La tassazione immobiliare: comparazione tra il sistema italiano e statunitense”. «Ho approfondito l’argomento studiando per quattro mesi in un’Università privata di Chicago», racconta con l’aria di chi ha sempre avuto le idee chiare: «Sogno di lavorare in uno studio di fiscalità internazionale e non escludo la possibilità di partire per seguire un master». Di certo non perde tempo: ha consegnato le carte per l’avvocatura di Stato dopo appena tre giorni dalla laurea.
LUCIA Lucia Follesa ha deciso che sarebbe diventata una fisioterapista quando da bambina accompagnava sua madre nella riabilitazione dovuta a diversi interventi. «Il sogno si è offuscato durante gli anni della ragioneria, non mi piaceva. Dopo il diploma non ho mai voluto sentir parlare di studi di commercialisti o cose del genere». Per un periodo aveva pure pensato di diventare parrucchiera. «Mi sembrava impossibile passare il test di ammissione per Fisioterapia: c’erano 10 posti per 600 candidati». Invece a 24 anni ha centrato l’obiettivo e quattro anni dopo eccola fisioterapista da 110 punti su 110. Sa che con le terapie domiciliari troverebbe subito lavoro ma non è ciò che desidera e preferisce aspettare il suo treno: «Voglio lavorare in ospedale, con pazienti allettati. Sarebbe bellissimo vincere un concorso al Brotzu, dove ho svolto il tirocinio, ma se necessario non disdegnerò le possibilità offerte nella Penisola».
STEFANIA Lo stesso giorno, il 26 aprile, in un’aula poco distante della Cittadella universitaria di Monserrato si laureava con lode in Scienze naturali la sua compaesana Stefania Serra, 28 anni. «Mi sono iscritta dopo il diploma di agrotecnico», spiega. Otto anni di studio rallentati dall’«intoppo di chimica organica durante la triennale». Lo scoglio è stato superato e dopo la laurea di primo livello è andata avanti come un treno. In perfetta tabella di marcia ha concluso il biennio della magistrale. «Gli sbocchi lavorativi non sono tanti. Non vorrei andare via da Barrali, la mia vita è qui. Potrei insegnare ma per ora non ci penso. Voglio solo godermi un po’ di meritato riposo».
Alessia Pillolla
 
 
2 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
L’Agenzia delle Entrate dà il via alle agevolazioni anche per co.co.co
Il rimpatrio dei “cervelli”
L’obiettivo sarà raggiunto con sconti fiscali sui redditi
Le lavoratrici abbatteranno il reddito imponibile dell’80%, i lavoratori del 70%. Obiettivo: far rientrare in Italia i “cervelli”, cioè i lavoratori che si sono specializzati all’estero, facendo leva sulle agevolazioni fiscali. Le norme, previste da una legge del 2010 poi modificata dal decreto Milleproroghe, sono ora operative con l’arrivo di una circolare dell’Agenzia delle Entrate che fissa le modalità di applicazione.
I giovani (chi è nato dal 1969 in poi) talentuosi potranno così contare su uno sconto fiscale che varrà anche per i co.co.co. Si prevede che i redditi di lavoro dipendente, i redditi d’impresa e i redditi di lavoro autonomo percepiti dai beneficiari «concorrono alla formazione della base imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in misura ridotta, secondo le seguenti percentuali: 20% per le lavoratrici; 30%, per i lavoratori». Il tutto in attesa di un disegno di legge che riveda la materia annunciato dal Governo nel Def.
Per quanto riguarda Co.co.co e borsisti hanno diritto agli incentivi i cittadini dell’Ue, nati dopo il 1° gennaio 1969, che sono assunti o avviano un’attività d’impresa o di lavoro autonomo in Italia trasferendovi il proprio domicilio, nonché la propria residenza entro 3 mesi dall’assunzione o dall’avvio dell’attività. Sono comprese non solo le attività di lavoro dipendente, ma anche quelle che producono redditi assimilati agli occhi del Fisco. Ciò significa, ad esempio, che l’agevolazione ricade anche sui redditi di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, così come sulle somme ricevute a titolo di borse di studio. Non solo. L’attività in Italia è agevolata anche se slegata da quella estera.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Un lavoro per i giovani
Gli strumenti messi in campo dal Governo con la riforma per promuovere l’ingresso nel mercato attraverso la formazione

L’apprendistato, importante strumento per promuovere l’occupazione giovanile e rendere concreta l’integrazione tra istruzione e lavoro, è considerato dall’attuale governo - e non a torto - come il sistema più efficace per inserire i giovani nel mercato del lavoro. Ecco il perché delle recenti novità normative: il Decreto Legislativo numero 167 del 2011 - che individua tre tipologie di apprendistato: per la qualifica e il diploma professionale, professionalizzante o contratto di mestiere e di alta formazione e ricerca - e la legge di stabilità del 2012, che modifica le regole su sgravi contributivi e formazione per i contratti di apprendistato stipulati a partire dal primo gennaio 2012 e fino al dicembre 2016.
I GIOVANI Nel decreto 167, secondo cui «l’apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani», sono ben delineate due parole chiave. La prima è l’occupazione giovanile, utilizzando i dati dell’Istat (forze lavoro) e del ministero del Lavoro (XII rapporto sul monitoraggio dell’apprendistato), si scopre che in Sardegna una percentuale molto bassa dei giovani occupati ha un contratto di apprendistato (nel 2010 appena il 5%). E questa percentuale è purtroppo in calo nel periodo 2008-2010 a seguito della crisi economica che ha avuto ricadute immediate e massicce sulle imprese artigiane che occupano una fetta consistente degli apprendisti sardi (il 46%).
I NUMERI I dati dell’Agenzia regionale del Lavoro, che si riferiscono ai nuovi contratti di apprendistato relativi al periodo 2009-2012 (fino a marzo), ci forniscono le altre caratteristiche degli apprendisti sardi. Nel periodo in esame sono stati attivati complessivamente 10.161 contratti di apprendistato, dei quali una parte consistente (il 76%) si riferisce alla tipologia professionalizzante - o contratto di mestiere. Il 44% degli apprendisti avviati ha la licenza di scuola media mentre il 32% dispone di un diploma di 4-5 anni. È invece ancora limitata la partecipazione dei laureati, appena il 4%. Dal punto di vista settoriale le costruzioni sono i maggiori utilizzatori con una quota pari al 26%, seguite da commercio (23%), alberghi e ristoranti (19%) e industria (12%). La provincia più virtuosa nell’utilizzo di questo strumento è Olbia Tempio che nel corso degli ultimi tre anni (fino a marzo 2012) ha attivato 2.433 contratti di apprendistato. In valore assoluto la provincia di Cagliari è in cima alla lista con 2.976 nuovi contratti, ma in rapporto alla popolazione è decisamente più indietro. La provincia di Sassari contribuisce all’incremento occupazionale con 1.898 nuovi contratti di apprendistato, quella di Nuoro con 952 e Oristano con 755. La provincia meno attiva è quella ogliastrina con 311 nuovi apprendisti. Fanno leggermente meglio il Sulcis Iglesiente (315) e il Medio Campidano (521).
LA FORMAZIONE La formazione è la seconda parola chiave del decreto 167 ed è prevista per tutte e tre le tipologie di apprendistato. L’importanza della formazione è rimarcata anche dalla legge di stabilità del 2012, secondo cui il ministero del Lavoro destinerà annualmente, una quota non superiore a 200 milioni di euro alle attività di formazione nell’esercizio dell’apprendistato, di cui il 50 per cento prioritariamente alla tipologia di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere. Allo stato delle cose invece la formazione in apprendistato è ancora un punto debole in molte parti d’Italia, tra cui la Sardegna. Sempre il XII rapporto sul monitoraggio dell’apprendistato riferisce che il 25% degli apprendisti italiani è iscritto ad attività di formazione pubblica, mentre nel Nord-Est del Paese si supera il 40%.
Nell’Isola questa percentuale è prossima allo zero. Motivo per cui l’assessorato del Lavoro ha stabilito una nuova regolamentazione regionale dell’apprendistato che punta sulla istituzione di un catalogo regionale di fornitori di servizi di formazione, che incentiva la creazione di rete tra agenzie formative ed enti bilaterali e valorizza il ruolo degli enti bilaterali nelle diverse fasi attuative del “sistema apprendistato”.
Francesco Manca, Lucia Schirru
centrostudi@unionesarda.it

Il sistema funziona in Europa
L’efficacia dipende dall’applicazione

L’apprendistato è un contratto di lavoro presente nella legislazione italiana dal 1951. È stato più volte rinnovato, e, con le due grandi riforme del mercato del lavoro che si sono susseguite - la riforma Treu del ’97 e la riforma Biagi nel 2003 - è stato adattato sia al decentramento amministrativo, con trasferimento alle regioni delle competenze in materia di formazione, sia alle nuove esigenze di flessibilizzazione del mercato, introducendo tre diverse tipologie: conseguimento del diploma, acquisizione di una qualifica professionale specialistica e formazione post laurea, per renderlo più vicino alle esigenze delle imprese. Il Testo Unico del 2011 ne ha consolidato la struttura a tre livelli, semplificandone la regolamentazione per facilitarne l’uso. Ora il disegno di legge di riforma del lavoro, intende rafforzarne il ruolo come principale strumento di ingresso dei giovani nel mercato, equiparandolo a un contratto a tempo indeterminato.
GLI ALTRI PAESI L’apprendistato esiste in tutta Europa, e funziona bene. In Germania e in Austria, che ne hanno fatto un canale strategico di formazione, si registrano, in piena crisi, i più bassi livelli di disoccupazione giovanile. In Italia la sua utilizzazione è stata contraddistinta da inefficienze e non sempre le regioni - a cui spetta il compito di garantire la formazione di base degli apprendisti - hanno saputo utilizzarlo e valorizzarlo adeguatamente. Del resto nemmeno le imprese lo hanno valorizzato, trasformandolo spesso in un semplice contratto a tempo determinato solo meno costoso (lo Stato paga la gran parte dei contributi). Tra alti e bassi, comunque, l’apprendistato ha garantito a oltre 500 mila giovani all’anno un importantissimo canale di accesso al lavoro. La ragione di questo successo, nonostante gli ostacoli burocratici e i ritardi, è che tale strumento funziona eccome!
I RISULTATI Sulla base dei dati forniti dall’Inps, Italia Lavoro ha analizzato una platea di 580 mila apprendisti fotografati nel dicembre del 2006 seguendoli nel loro percorso professionale fino al 2009, in piena crisi economica. Bene il risultato è stato che l’87% degli apprendisti avviati (506 mila) dopo tre anni era ancora occupato, con punte del 96% nel Trentino-Alto Adige e valori decisamente più bassi, ma comunque rilevanti, in Calabria (79%). Si tratta di un primo risultato estremamente incoraggiante che dimostra come lo strumento possa svolgere un ruolo decisivo nel favorire la transizione al lavoro delle giovani generazioni. Ulteriori conferme derivano dall’analisi delle posizione professionali a tre anni di distanza. Degli 87 giovani apprendisti occupati (su 100), infatti, 58 avevano nel 2009 un contratto dipendente privato (334 mila), 24 mantenevano la qualifica di apprendisti (141 mila ma occorre ricordare che la durata massima dell’apprendistato professionalizzate arriva a sei anni) e 5 transitavano nel lavoro autonomo o in quello parasubordinato (31 mila). Solo nel 12% dei casi gli apprendisti entrati nel 2006 non erano più presenti negli archivi dell’Istituto nel 2009, rientrando nella disoccupazione, nell’inattività o nel lavoro irregolare (71 mila).
LA SARDEGNA Difficile immaginare uno strumento più efficace per consolidare la transizione e la qualificazione dei giovani nel mercato del lavoro. Benché l’efficacia vari da regione a regione, i risultati confermano che l’apprendistato funzione da Nord a Sud del paese. In Sardegna, ad esempio, si registra uno dei risultati più interessanti: l’85% degli apprendisti a tre anni lavora e ben il 44% con un contratto a tempo indeterminato. I risultati, dunque, non lasciano alibi. Se il nuovo apprendistato, in Italia, non dovesse funzionare le colpe andrebbero ricercate non nell’efficacia dello strumento ma nell’efficienza di chi deve farlo funzionare.
Maurizio Sorcioni
Responsabile Area studi e ricerche Italia Lavoro
 

4 - L’Unione Sarda / Esteri (Pagina 11 - Edizione CA)
Australia
Si laurea in medicina a 97 anni
L’australiano Allan Stewart ha conseguito ieri un master in Scienze cliniche e medicina complementare presso l’Università Southern Cross di Lismore. Fin qui niente di strano. Non fosse che il novello dottore ha la veneranda età di 97 anni. Con questa impresa accademica, la quarta per lui, Stewart ha battuto il guinness come uomo più anziano del mondo a laurearsi. Record da lui stesso stabilito nel 2006, quando ottenne il diploma in legge a 91 anni.
   


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
A piccoli passi verso la ripresa 
I dati sulle aziende: primi segnali positivi nel Nord dell’isola. Crescono le attività al femminile 
di Federico Sanna
SASSARI Il Nord Sardegna barcolla ma non molla. È quanto emerge dal primo rapporto sul sistema imprese, presentato alla Camera di commercio in occasione della decima giornata dell’economia. Pur risentendo delle difficoltà economiche a livello nazionale ed europeo, il Nord dell’isola è riuscito a restare al di sopra della linea di galleggiamento. A conferma di questo ci sono i dati che scaturiscono dal confronto tra iscrizioni e cessazioni di imprese, confronto che fa registrare un saldo positivo di 374 unità (+ 0,66%) per il 2011. Una situazione critica dunque, ma tendenzialmente stabile. Agli effetti della crescente fase congiunturale avversa del sistema economico internazionale, affiancati dai limiti storici dell’economia sarda, l’isola ha saputo rispondere con armi inedite. La crescita della densità imprenditoriale, specialmente nei Comuni costieri conferma la crescente modernizzazione del tessuto imprenditoriale locale, il quale esce rafforzato anche dalla insolita propensione verso la costituzione di società di capitali. A fare da traino c’è sicuramente l’imprenditoria femminile: a fine 2011 si contavano nel Nord Sardegna oltre 11 mila imprese femminili attive. Per crescere è fondamentale favorire il credito alle imprese, puntare sull’innovazione, ridurre la pressione fiscale. Sono solo alcune delle soluzioni proposte ieri alla Camera di commercio. «Gli imprenditori locali devono assumersi le proprie responsabilità – ha detto il presidente dell’ente Gavino Sini – e lavorare per trovare soluzioni concrete a questo periodo di recessione. Ma ogni sforzo sarà vano se non verrà risolto in tempi brevi il problema della tutela del credito». Problema che da alcuni anni sta mettendo in ginocchio numerose attività locali e che va ad aggiungersi alle difficoltà nella concessione del credito da parte delle banche. Concetto dal quale non si è discostato il vicepresidente Massimo Putzu che ha aggiunto: «La Sardegna in questi anni non è stata capace di differenziare le sue attività produttive e non ha saputo puntare sull’innovazione». Limiti che si sono inevitabilmente ripercossi sulle esportazioni, «tenute in piedi a stento dal settore agroalimentare», ha sottolineato il segretario generale della camera di commercio Pietro Esposito. «L’ Europa punta sull’innovazione – ha detto il presidente della provincia di Sassari Alessandra Giudici – ed è questa la strada che abbiamo intenzione di seguire». Facendo un riferimento al progetto “Fabbrica Europa”, che punterà fortemente sulle “tre eliche”: università, impresa, istituzioni. A tirare in ballo il nodo sulla pressione fiscale è stato l’assessore al Lavoro della provincia di Olbia-Tempio Gian Battista Conti: «La Sardegna è l’unica realtà insulare che non gode della fiscalità di vantaggio». Polemico l’intervento del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau che ha prima puntato il dito contro il Patto di stabilità, “un’autentica follia”, per poi lanciare una frecciatina non tanto velata: «Nel nostro territorio troppe imprese non mantengono le promesse fatte». Preoccupato il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino. «La disoccupazione giovanile è alle stelle. È necessario investire nella ricerca per far crescere la competitività».
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Cultura-Spettacoli
Il 18 maggio presentazione del “Diario” 
L’articolo che pubblichiamo accanto a sinistra sulla figura di Antonio Segni è dello storico dell’università di Sassari Salvatore Mura, curatore di un volume dedicato al presidente che verrà presentato il 18 maggio prossimo nell’Aula consiliare del Palazzo Ducale a Sassari (ore 18). Il titolo del volume è “Antonio Segni, Diario (1954-1964)”, Il Mulino. Parteciperanno all’incontro Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari, Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari, Margherità Satta, direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, Antonello Arru, presidente della Fondazione Banco di Sardegna. Intervengono lo storico Manlio Brigaglia, Agostino Giovagnoli (università Cattolica di Milano), Pietro Soddu, presidente del Centro Studi "Paolo Dettori". Modera Mario Segni, presidente della Fondazione "A. Segni". Oggi intanto Raitre manda in onda alle 12,25 uno speciale interamente dedicato a Segni.
 
 
7 - La Nuova Sardegna - Pagina 16 - Economia
FISCO 
Sboccati gli incentivi per il rientro dei “cervelli” 
ROMA Scattano le agevolazioni per il “rimpatrio dei cervelli”. L’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare che fa chiarezza sull’applicazione di norme che, contenute in più decreti, impedivano di fatto il reale utilizzo degli incentivi per il rientro dei lavoratori che hanno maturato esperienze culturali e professionali all’estero e che scelgono di rientrare nel nostro Paese. L’agevolazione può scattare dal 28 gennaio e vale anche per i co.co.co. La circolare fissa i criteri per beneficiare degli incentivi, le date dalle quali scatta la possibilità di rivendicare lo sconto fiscale e anche le categorie alle quale è applicabile. L’incertezza normativa, che aveva fatto salire al polemica, con minacce di dimissioni anche da parte di qualche parlamentare, era dovuta all’affastellarsi di più norme. Previste da un decreto, trasformato in legge nel 2010, le norme originarie erano state modificate dall’ultimo decreto Milleproroghe di fine 2011. Per l’attuazione serviva però la circolare attuativa diffusa ieri. La norma è estesa a tutti i cittadini dell’Unione europea nati dopo il 1° gennaio 1969, che sono assunti o avviano un’attività d’impresa o di lavoro autonomo in Italia trasferendovi il proprio domicilio, nonchè la propria residenza entro 3 mesi dall’assunzione o dall’avvio dell’attività. Possono beneficiare degli incentivi anche coloro che hanno maturato i requisiti a partire dal 20 gennaio 2009.
  
    

 
SARDEGNA QUOTIDIANO 
 
8 - Sardegna Quotidiano / Sardegna - Pagina 8
AGEVOLAZIONI RESPIRANO LE PARTITE IVA
“FUGA DI CERVELLI”, SI CERCANO RIMEDI
Buone notizie per le partite Iva: il governo ha deciso di stanziare più di 2 miliardi di euro per il rimborso dei crediti. Nel frattempo, si tenta di arginare la “fuga di cervelli” dall’Italia. Boccata d’ossigeno dunque per più di 11mila tra imprese, artigiani e professionisti, grazie a circa 2,2 miliardi di euro messi a disposizione dal ministero dell’Economia per pagare i rimborsi di crediti Iva. In particolare, 400 milioni di euro saranno erogati già nei prossimi giorni, mentre 1,8 miliardi verranno pagati a partire dalla seconda metà di maggio. Con questa iniezione di liquidità, la somma rimborsata nel 2012 a imprese, artigiani e professionisti arriverà a 3,1 miliardi di euro, con un incremento di circa il 14% rispetto al 2011.
Intanto, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare per chiarire i criteri di applicazione di norme, contenute in più decreti, che impedivano di fatto il reale utilizzo degli incentivi per il rientro dei lavoratori. Hanno diritto agli incentivi i cittadini nati dopo il 1° gennaio 1969, che sono assunti o decidano di avviare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo in Italia trasferendovi il proprio domicilio, nonchè la propria residenza entro 3 mesi.
 
 
9 - Sardegna Quotidiano / Cagliari - Pagina 14
25 aprile Il docente antifascista: «Il prefetto ha violato la Carta»
LA POLEMICA Assemblea del movimento dopo scontri e saluti romani. Pubusa, professore di Giurisprudenza, attacca Balsamo: calpestata la Costituzione. Pd e Anpi promettono battaglia
Continua a far discutere l’autorizzazione per la commemorazione dei caduti della Repubblica sociale dello scorso 25 aprile, rilasciata dal prefetto Giovanni Balsamo. Un presidio di estrema destra che ha scetanato anche una carica della polizia contro un centinaio di antifascisti che volevano impedirla. Un attacco diretto arriva da Andrea Pubusa, docente di diritto amministrativo della facoltà di giurisprudenza.
Ieri pomeriggio l’Anpi provinciale ha presentato, nel corso di un’assemblea pubblica con circa cento persone all’Hotel Regina Margherita, un resoconto sui fatti del pomeriggio di undici giorni fa. L’intervento di Pubusa è stato breve ma decisamente intenso. «La libertà di manifestare non è concessa ai fascisti, la Costituzione parla chiaro. Il prefetto l’ha permesso, dando una lettura anticostituzionale della costituzione stessa», esordisce Pubusa, «Balsamo poteva farsi informare meglio dagli uomini della Digos su ciò che fanno i fascisti ogni 25 aprile. Dando il permesso a compiere quello che è pienamente un reato», attacca il docente universitario, «si rischia di incorrere nel concorso di reato. Non tutti possono
andare a mettere una corona di fiori al monumento dei caduti, tanto più i fascisti di pomeriggio, dopo che di mattina il sindaco Zedda aveva posto i fiori nel ricordo della Resistenza. È assurdo il pestaggio ai democratici da parte delle forze dell’ordine», argomenta Pubusa, che attacca direttamente anche chi ha amministrato la città negli ultimi venti anni. «I sindaci Delogu e Floris avevano simpatie di destra, Zedda invece no e sta imprimendo un cambio di rotta visibile», sostiene Pubusa, augurandosi che «ci sia forte e piena sinergia tra l’amministrazione politica e le forze democratiche». Marco Sini, presidente dell’Anpi provinciale, ha invitato a far studiare maggiormente ai giovani la storia del Novecento. «Ho girato alcune scuole in città e provincia, molti ragazzi non prendono una posizione tra antifascismo e fascismo, in alcuni casi non hanno nemmeno studiato quel periodo storico, è grave», sottolinea Sini, «nell’esposto consegnato al procuratore della Repubblica, Mauro Mura, allegheremo anche foto e video del pazzesco pomeriggio vissuto in città. Spero che l’anno prossimo episodi simili non capitino più». Intanto, a Roma è già stata depositata un’interrogazione in merito alla Camera e al Senato, firmata da tredici parlamentari sardi di Pd, Idv e Udc. «La politica non studia la storiografia, ma evita una contrapposizione provocatoria come quella dello scorso 25 aprile», afferma Francesco Sanna, senatore Pd.
Paolo Rapeanu
 
LIBERAZIONE CARICA
E FASCIO LITTORIO
Lo scorso 25 aprile oltre un centinaio antifascisti aveva occupato fin dalla mattina piazza Gramsci in segno di protesta,  per non far svolgere nel pomeriggio la commemorazione nostalgica dei morti della Repubblica Sociale Italiana, prevista
davanti al monumento ai caduti. Verso le quindici erano intervenute le forze dell’ordine, invitando gli antifascisti a liberare la piazza. All’improvviso le forze di sicurezza avevano caricato i manifestanti tra via Oristano e via Iglesias. Negli scontri un ragazzo è stato ferito alla testa. Alle sedici e trenta, circa cento nostalgici avevano potuto posare una corona di fiori nel monumento ai caduti, tra braccia tese, tricolori e e saluti romani. La commemorazione è finita alle diciotto, anche se i nostalgici del ventennio erano sono davanti al monumento fino alle diciannove.
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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