Martedì 10 aprile 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 aprile 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 

1 - L’Unione Sarda / Cagliari Quartieri (Pagina 27 - Edizione CA)
L’APPELLO Rossella libera
Gli universitari si uniscono all’appello per la liberazione di Rossella Urru.Sulla Casa dello studente (in via Biasi 1,) sventola un grande striscione dedicato alla cooperante d sequestrata in Algeria. (p.l.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cagliari Pirri (Pagina 24 - Edizione CA)
Rassegna cinematografica
Prosegue la rassegna cinematografica Nuovomondo. Proiezioni e incontri sulle rotte dei migranti, organizzata dal Circolo del Cinema Ficc Laboratorio 28 e dall’associazione Terra Progetto Baobab, realizzata con il contributo dell’Università e della Regione: oggi, alle 20.30, in via Montesanto 28, verrà proiettato e discusso Machan. La vera storia di una falsa squadra, di Uberto Pasolini (Italia-Sri Lanka-Germania 2008, 108’).
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione OL)
SASSARI. Nell’Isola la vita fra i banchi si interrompe per il 23,9 per cento dei giovani
Scuole, allarme abbandono
Dati sconfortanti, piano del Comune e dell’Università
È una campana d’allarme quella che suona nelle scuole sarde. A premere il tasto è l’Istat, che ha fornito un quadro sulla dispersione scolastica nel 2010 in Italia. In Sardegna la vita tra i banchi si interrompe per il 23,9 per cento dei giovani: un numero che fa dell’Isola la seconda regione, dopo la Sicilia, con la quota maggiore di ragazzi e ragazze che abbandonano le aule. E il Comune di Sassari, insieme all’Università, corre ai ripari.
FENOMENO IN CRESCITA Si chiamano early school leavers: adolescenti tra i 16 e i 24 anni che hanno conseguito l’attestato di scuola secondaria di primo grado e che non svolgono nessuna attività di formazione. Ad aumentare la dose sono gli studi portati avanti da Save the Children, che nel novembre 2011 ha indicato l’isola come una delle regioni italiane con la più alta percentuale di giovani che lasciano le classi dopo il primo anno di superiore: il 16,7 per cento a fronte di una media nazionale del 12,3 per cento.
IL SASSARESE Sono dati poco confortanti che riguardano anche la città di Sassari e i suoi istituti. Ma l’abbandono scolastico è legato solo alla crisi economica? Di sicuro le sue conseguenze negative influiscono sulle fasce più deboli ma «diciamo in parte, nel senso che questi numeri sono anche frutto della mancanza di un sistema territoriale integrato che raccordi i servizi, comunali, provinciali, e anche i centri per l’impiego», ha detto Gabriella Colucci, docente in comando e referente per l’orientamento nell’ambito territoriale della provincia di Sassari. E la docente continua: «Per cercare di fronteggiare questa situazione servirebbe un servizio che orienti i ragazzi e le famiglie nel percorso formativo e scolastico. All’interno della scuola è necessaria una risposta adatta alle esigenze dei ragazzi e serve una didattica di orientamento, nel senso di una formazione dei docenti e una formazione complementare, intesa come un anello di congiunzione tra scuola e formazione professionale».
CONTROMISURE Uno spiraglio di luce arriva dal Comune di Sassari che il 17 aprile firmerà un protocollo di collaborazione con l’Università per rilevare i dati dal punto di vista qualitativo ed elaborarli per analizzare il fenomeno. Sapere quanti ragazzi si iscrivono, quanti si iscrivono e poi abbandonano e in che tempi.
OBIETTIVO L’obiettivo è quello di programmare interventi mirati a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e individuare azioni per promuovere il successo formativo. Un percorso ritenuto ormai indispensabile per frenare l’emorragia di iscrizioni, o comunque gli abbandoni scolastici.
Michele Cocchiarella
 
 
4 - L’Unione Sarda / Iglesias (Pagina 25 - Edizione PC)
GONNESA Il Geoparco premia una tesi di laurea
Si terrà giovedì 12 aprile a Gonnesa la cerimonia di premiazione del Concorso tesi di laurea Parco geominerario, giunto alla nona edizione. La tesi vincitrice è quella di Simone Cara, intitolata “Industria mineraria, relazioni sindacali e condizioni dei lavoratori nel Sulcis Iglesiente dal 1943 agli anni Settanta”.
L’appuntamento è per le 16,30 nell’aula consiliare. I lavori saranno coordinati da Michele Carrus, della segreteria regionale Cgil. Dopo i saluti del sindaco Pietro Cocco, del commissario del Parco geominerario Antonio Granara e del coordinatore della Consulta delle associazioni Giampiero Pinna, sono previsti gli interventi di Francesco Atzeni, relatore della tesi, dell’autore Simone Cara e di Maria Dolores Dessì, docente dell’istituto “Giorgio Asproni” di Iglesias e saggista. Dopo il dibattito toccherà a Gianluca Scroccu, dottorando di ricerca in Storia contemporanea, il compito di trarre le conclusioni.
Per ulteriori informazioni sono disponibili i seguenti indirizzi di posta elettronica: “consultaassociazionicau@gmail. com” e “segreteria@parcogeominerario.sardegna.it”.


5 - L’Unione Sarda / Sulcis Iglesiente (Pagina 26 - Edizione PC)
CARLOFORTE. Il Comune ha stanziato 25 mila euro. Si inizia in agosto
I libanesi a San Pietro Missione scientifica congiunta nella necropoli fenicia
Una spedizione scientifica libanese riporterà alla luce un antico insediamento fenicio a Carloforte. Pochi giorni fa è stato dato il via libera per l’inizio degli scavi archeologici in viale Parodo, nella zona ex Maternità dove è presente un ampio complesso di tombe fenicie. Il progetto, finanziato dal Comune che ha stanziato per l’iniziativa venticinquemila euro, ha visto la collaborazione dell’Università del Libano che dirigerà la missione archeologica sull’isola di San Pietro. Soddisfatto il sindaco: «È una bellissima notizia, a conclusione di estenuanti pratiche col Ministero per i Beni e le attività culturali che non sono state assolutamente semplici - commenta - una parte del merito va a coloro che hanno avuto l’idea e si sono prodigati per la sua realizzazione».
Il progetto scientifico è arrivato dopo una lunga gestazione iniziata due anni or sono, grazie alla perseveranza e costanza di un gruppo di cittadini che si sono attivati affinché la necropoli meritasse tutta l’attenzione del caso. Già conosciuta negli anni delle prime perlustrazioni, e descritta nei resoconti dei pionieri, il complesso delle tombe fenicie venne alla luce in seguito alla costruzione dei rifugi antiaerei durante la Seconda guerra mondiale.
La campagna di scavi nella necropoli, che non l’unica presente nell’isola, potrebbe portare alla luce ulteriori sorprese. Lo stesso Wissam Khalil, docente del dipartimento d’Arte e archeologia dell’Università libanese che guiderà la missione, contattato dal gruppo, ha dato subito la sua disponibilità per una perlustrazione dell’area non nascondendo il suo entusiasmo per ciò che potrebbe venire alla luce in riferimento sia ad epoca fenicia che romana. L’inizio dei lavori è previsto in agosto.
Salvatore Lecca
  


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Via Carlo Felice, pericolosa incompiuta 
Il consigliere comunale Simone Campus: l’Ersu dica finalmente cosa vuol fare dell’ex Fondazione Brigata Sassari 
IL PROGETTO Una residenza per gli studenti 
L’edificio è di proprietà dell’Ersu dal 2008. Una struttura prestigiosa passata sotto alterne vicissitudini, con bandi di concorso contestati e fondi rimasti nei cassetti. I contenziosi sono stati risolti e l’Ersu, lo scorso luglio, ha partecipato a un bando. Il progetto prevede interventi a tutela della sostenibilità ambientale e questa residenza è stata progettata per diventare il primo edificio storico certificato Ecolabel in Sardegna.
SASSARI L’interrogativo principale – sicuramente il più urgente in questo momento – è il seguente: a che punto è la situazione relativa alla residenza per studenti progettata all’ex Fondazione Brigata Sassari in via Carlo Felice? Il consigliere comunale Simone Campus si fa portavoce della richiesta di spiegazioni arrivata da più parti: «Sarà per il mio passato di amministratore dell’Ersu, e per il mio presente di consigliere comunale, sta di fatto che molti cittadini continuano a farmi oggetto di segnalazioni circa le vicende dell’Ente: «Da gennaio 2009 a oggi, ovvero da quando è finita la presidenza di Antonello Mattone, all’Ente per il diritto allo studio non c’è quasi mai stata pienezza di poteri. Negli ultimi tre anni o è mancato l’organismo politico o è mancato il direttore generale. Solo di recente, con l’arrivo di una nuova dirigente, l’Ersu ha potuto riprendere a marciare a pieno regime». Solinas arriva al nodo della questione (la struttura di via Carlo Felice): «Sotto Mattone, Maria Grazia Piras aveva completato l’acquisizione del plesso e aveva espletato la gara per il recupero dell’opera, a seguito di alcuni importanti vincoli posti dalla Soprintendenza. Sul finire del mandato, alla fine del 2008, quando l’opera era già stata assegnata, un ricorso aveva rallentato tutto. La vacatio, nel frattempo, aveva fatto il resto, privando la città di un’opera così importante e gli studenti di un servizio essenziale». A tre anni di distanza, secondo Campus è il caso di chiedersi a che punto siano i lavori, considerato che ciò che resta dell’ex Fondazione è in evidente stato di degrado. «Molti cittadini – aggiunge il consigliere comunale del Pd – oltre che lamentare un’occasione sprecata per la riqualificazione di quel quartiere, protestano per l’evidente situazione di pericolo anche in relazione al fatto che un muro di cinta è crollato e la restante parte è pericolante. Un muro insidioso che come se non bastasse incombe proprio sui campetti in cui giocano molti bambini, tesserati e non, della società “Sacra Famiglia” ». L’amministrazione comunale cosa può fare? «Il Comune – risponde Simone Campus – nell’ambito della sua competenza, è intervenuto recintando la zona di pericolo. Ma non basta. Essendo intervenuto più volte, sia per le vie brevi sia segnalando la situazione in consiglio comunale, senza mai poter osservare interventi reali e concreti, auspico che l’Ersu, cui spetta l’onere, provveda a mettere in sicurezza la zona, ma soprattutto voglia comunicare ai sassaresi a che punto è l’iter dei lavori e cosa intende fare di quel manufatto, anche perché parrebbe che ci sia il rischio di perdere i finanziamenti che faticosamente, all’epoca di Renato Soru e Mattone, si erano riconquistati». Nei progetti per la creazione di nuove residenze studentesche a Sassari si era pensato di ricavare almeno 75 posti letto proprio negli edifici dell’ex Fondazione Brigata Sassari. Ma gli anni sono passati e, come si può vedere dalle fotografie, nulla è stato fatto. Da qui la richiesta di aggiornamenti avanzata da Campus e dai cittadini che vivono lì intorno.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
Raccogliere il corallo salvando l’ambiente «Con il robot si può» 
Fausto Troisi e i biologi marini dell’università di Sassari propongono l’uso in profondità di una sofisticata tecnologia 
di Pasquale Porcu
ALGHERO «Vogliono salvare il corallo e ammazzare i corallari». L’ingegner Fausto Troisi, corallaro, non riesce a capire perchè la Regione sarda non riesca a recepire un ragionamento molto semplice che da tempo egli fa insieme ai biologi marini dell’Università di Sassari. «C’è una resistenza di fondo— dice— ad accettare l’uso della tecnologia nella pesca del corallo. Si preferisce far finta di nulla e si continua a pretendere che la gente vada a 140-150 metri di profondità e arraffare quanto più corallo si possa, devastando l’ambiente. Altro sarebbe se si potesse prelevare il corallo con una sorta di robot, avendo cura di non devastare l’habitat marino». Il robot esiste, si chiama Rov ed è consentito in alcuni paesi stranieri.«Ma vi sembra logico— ribadisce Troisi— che se devo dare l’antivegetativo alla barca, la legge mi impone mille regole da seguire, e invece i corallari possono immergersi e morire senza che nessuno se ne curi?» Nuove tecnologie. «Le moderne tecnologie per l’indagine e prospezione subacquea— dice il professor Lorenzo Chessa, biologo marino dell’università di Sassari — consentono oggi di valutare lo stato e consistenza delle risorse del fondo marino anche ad alta profondità, avvalendosi di attrezzature d’avanguardia. Nel caso del prezioso corallo rosso del Mediterraneo, tali tecnologie hanno già dato un notevole contributo di conoscenza dello stato della risorsa. In Sardegna esistono estesi banchi coralligeni che hanno da secoli alimentato un’ attività di pesca di rilevante importanza. La normativa regionale vigente in materia ci consente di pescarlo a profondità maggiori di 80 m, ai soli pescatori subacquei, in immersione autonoma ed avvalendosi esclusivamente di piccozza. Le tecnologie accennate che si basano essenzialmente sull’uso di ROV (Remote Operating Vehicles) e minisottomarini, consentono oggi di ipotizzare metodi alternativi di prelievo del corallo basati sull’impiego di manipolatori portati dai suddetti veicoli e già permessi in altri Paesi». L’ostacolo fino ad oggi incontrato, in Mediterraneo, all’introduzione di una normativa che preveda l’uso di questi sistemi di pesca è dovuto alla mancanza di dati scientifici che consentano, in loco, una corretta valutazione dell’efficacia ecologica, economica e sociale di questa attività. L’ assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna nella Deliberazione N. 3/33 del 2009 sulla pesca del corallo per l’anno 2010 prevede anche una specifica indagine sperimentale finalizzata alla valutazione dell’impatto che la pesca a distanza causerebbe sulla risorsa e sul suo ambiente. Tale esigenza è maturata su richiesta di gran parte degli operatori. La Regione tace. «A più di 3 anni da questa deliberazione— dice Troisi— non c’è stata mai un’iniziativa in tal senso. Il corallo si è continuato a pescarlo in immersione autonoma tra i 100 e i 135 metri di profondità, con gravissimi rischi per gli operatori del settore. Non sfugge come tale metodologia di pesca del corallo sia da un punto di vista tecnologico alquanto obsoleta. Qualcuno crede erroneamente che sia questo il modo per tutelare la risorsa ma così non è poichè il sommozzatore con soli 15-20 minuti di permanenza sul fondo è costretto, in condizioni di operatività, a volte veramente difficili (correnti intense, scarsa visibilità, freddo, emotività, ecc.) a rastrellare, in modo non razionale, tutto quello che gli sta intorno».Un gruppo di operatori del settore, in collaborazione con una ditta costruttrice di ROV e col supporto scientifico dell’Università di Sassari ha presentato, all’assessorato competente un progetto molto articolato sulla sperimentazione all’uso del ROV. Preso atto inoltre che detto assessorato non disponeva di tutti i fondi necessari ha proposto anche di co-finanziare la ricerca. Un progetto del 2011. «Tale progetto è stato inoltrato nel luglio 2011—dice Chessa— ed a tutt’oggi non c’è stata alcuna risposta nonostante le ripetute sollecitazioni. Nel frattempo lo stesso gruppo di ricercatori ed operatori ha partecipato, ad Ajaccio, al “Second Transversal Workshop on red coral” un Convegno che fa capo alla FAO e che riunisce le migliori competenze internazionali. In tale contesto l’Università di Sassari ha portato un importante contributo scientifico che illustra il funzionamento di un ROV specifico per la sperimentazione della raccolta a distanza del corallo. Si è potuto dimostrare chiaramente che non solo la pesca mediante ROV è possibile ma che essa è in grado di tutelare nettamente meglio il corallo rosso e nello stesso tempo garantire la sicurezza degli operatori. Tale intervento è stato apprezzato a tal punto che il G.F.C.M. nel verbale dello Workshop ha proposto uno studio pilota sull’impatto del ROV da svilupparsi in differenti aree del Mediterraneo, considerando i contenuti della presentazione dell’ Università un primo contributo in tal senso». A considerazioni simili si era già pervenuti anche in occasione di un precedente Workshop della FAO, sempre sul corallo rosso, tenutosi ad Alghero nel settembre 2010. Chi tutela i corallari? Ma l’assessorato regionale sta seguendo una direzione diametralmente opposta nonostante l’orientamento emerso negli workshop internazionali sul corallo rosso. «La preoccupazione dell’assessorato — dice Troisi— è per l’età medio-alta degli operatori; non si considera però che pescando 5-6 mesi all’anno (come da calendario) ci vogliono il doppio degli anni di un normale lavoratore per raggiungere l’età pensionabile. La legalizzazione all’uso del ROV porterebbe gli operatori al pensionamento in sicurezza e garantirebbe la conservazione della risorsa corallo rosso. Il timore manifestato dall’assessorato di depauperamento estremo della risorsa, non trova al momento giustificazioni scientifiche».
  
    
 
METRO
 
8 - MetroNews / Pagina 10 - Sardegna
Metronews Cagliari di martedì 10 aprile 2012 - pag. 10 - WEB NEWS Dall’Isola agli Usa


9 - MetroNews / Pagina 19 - job
 
Metronews Cagliari di martedì 10 aprile 2012 - pag. 10 - Intesa tra CRUI e CNR per valorizzare la ricerca scientifica
 

10 - MetroNews / Pagina 10 - Sardegna
 
Metronews Cagliari di martedì 10 aprile 2012 - pag. 10 - Lavori tecnici boom, il doppio in 10 anni
 
 

  
SARDEGNA QUOTIDIANO 
  
        
11 - Sardegna Quotidiano / Pagina 13 - Cagliari
ATENEO COLLABORAZIONI STUDENTESCHE
BANDO PUBBLICO SUL SITO UNICA.IT
Su Unica.it sono disponibili il bando, il regolamento e le istruzioni per la compilazione della domanda di partecipazione
alle collaborazioni studentesche tramite il form automatico della procedura on line. Per info: collab. studenti@unica.it, o telefonare ai numeri 070.675.2117, 070.675.2419, 070.675.2089, oppure rivolgersi direttamente agli Uffici della Direzione Didattica in via Università 40 (Bastione del Balice).
 
 
12 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
INTERNET Il sardo che rivoluziona la ricerca
INNOVAZIONE Nuovo metodo di navigazione online ideato da un ricercatore cagliaritano: recensione su New Scientist
«Trovami tutte le città in California con meno di 10mila abitanti attraversate da un fiume», chiede l’agente dei telefilm all’esperto di informatica chiuso in ufficio dietro la tastiera. In pochi secondi, sul terminale appaiono i risultati e il cerchio si stringe attorno al colpevole che viene catturato. Un’operazione da fiction, che presto potrebbe essere alla portata di tutti grazie ad un lavoro sperimentale frutto della collaborazione tra Maurizio Atzori, informatico e ricercatore dell’Università di Cagliari, e Carlo Zaniolo, docente italoamericano all’Università della California.
“Searching Wikipedia by example”, abbreviato in Swipe, è la prima incarnazione di un nuovo metodo di fare ricerca su Internet applicato all’enciclopedia gratuita Wikipedia. Attraverso l’inserimento delle caratteristiche ricercate direttamente all’interno della pagina dell’enciclopedia online, il metodo consente di ricevere una lista di tutte le voci con le caratteristiche volute. «Abbiamo applicato il nostro studio a Wikipedia, ma è possibile riportare lo stesso metodo di ricerca su qualunque sito», spiega Atzori. La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto “Denis: Dataspace Enhancing Next Internet in Sardinia”coordinato da Nicoletta Dessì, docente e vicedirettore del dipartimento di Matematica ed Informatica, finanziato dalla Regione con 224.000 euro. Le conclusioni di questo primo step della ricerca sono state riportate in un articolo scientifico in vista della presentazione alla conferenza mondiale “Www2012” di Lione. Ciò che nessuno si aspettava è che l’articolo fosse subito ripreso dall’importante rivista di divulgazione scientifica inglese “New Scientist” e, successivamente, da migliaia di siti. «Mi ha contattato la stessa Wikipedia, e sto ricevendo riscontri da tutto il mondo. L’articolo poi, è stato tradotto persino in cinese e giapponese, e il video di presentazione riceve mille visite al giorno», dice Atzori. La speranza è che, soprattutto dopo la conferenza di Lione, si facciano avanti anche i colossi del Web come Yahoo o Google: «Certo, questa ricerca potrebbe diventare un prodotto vendibile, ma per l’Università, sarebbe ancora più importante ottenere visibilità e contatti che potrebbero facilmente tradursi in borse di studio».
IL SUCCESSO DI SWIPE  Il progetto ripreso sulla celebre rivista New Scientist
Il trentaquattrenne ricercatore sardo, originario di Iglesias, dopo essersi formato a Pisa, ha deciso di sfruttare una borsa della Regione per tornare a casa, ed è felice della sua scelta. «In dipartimento c’è un ambiente stimolante», dice, «e grazie ai finanziamenti della Regione stiamo riuscendo a portare a Cagliari grandi personalità del mondo accademico». È proprio grazie al progetto “Visiting professor” di Unica e Regione, che è stato possibile invitare Zaniolo dagli States e iniziare la collaborazione su “Swipe ”. «Spero che la Regione continui ad investire».
Michele Salis
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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