Venerdì 30 marzo 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 marzo 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Civile, l'ora dell'addio
«Trasferimento al Policlinico entro l'anno»
Assessore De Francisci, visita a Monserrato e alla clinica Macciotta
 
I reparti del San Giovanni di Dio dovranno essere spostati entro il 2012 al Policlinico universitario di Monserrato. Lo ha ribadito, ieri mattina, l'assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci nel corso di un sopralluogo non programmato nella struttura dell'azienda ospedaliera-sanitaria.
IL BLOCCO Q In particolare, si sposteranno a Monserrato la clinica pediatrica Macciotta e alcuni reparti dell'ex Ospedale civile. Entro quest'anno, dunque, il blocco Q del Policlinico dovrà ospitare i reparti di Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia. Una struttura che sarà dotata anche di vari ambulatori e di un pronto soccorso e sarà collegata con le sale operatorie degli altri blocchi attraverso un sistema di passerelle. Si sta valutando inoltre la possibilità di allestire una sala operatoria interna per Neonatologia. Nel blocco Q che occupa circa undicimila metri quadrati potranno trovare sistemazione sino a centocinquanta pazienti.
IL BLITZ Simona De Francisci, si diceva, è giunta, ieri mattina, a sorpresa a Monserrato, accompagnata dal direttore dell'azienda ospedaliera-universitaria Ennio Filigheddu. Il membro dell'esecutivo voleva accertarsi di persona sullo stato di avanzamento dei lavori per il prossimo trasferimento di vari reparti oggi ospitati nella clinica pediatrica Macciotta e al San Giovanni Di Dio. E anche chiesto un'accelerazione dei lavori finalizzata, appunto, al trasferimento dei reparti entro la conclusione di quest'anno.
LA CLINICA PEDIATRICA Subito dopo, l'assessore ha fatto visita anche alla clinica pediatrica di via Porcell, accompagnata dal direttore Vassilios Fanos, constatando la fatiscenza e l'inadeguatezza degli spazi. «Questo presidio, punto di riferimento quotidiano per tutta la Sardegna, e tutte le professionalità che ogni giorno con abnegazione assistono tanti bimbi - ha detto l'assessore - oggi non meritano di essere ospitati in una struttura che ormai ha fatto il suo tempo e anzi espone a rischi i piccoli pazienti. Ho avuto rassicurazioni anche in questa occasione dall'Azienda che il trasferimento nel Blocco Q potrà avvenire entro il prossimo inverno». Nel frattempo, raccogliendo le istanze degli operatori sanitari sui problemi di una struttura come il Macciotta che conta oltre 70 anni di vita, l'assessore ha preso l'impegno di raccordarsi anche con il rettore dell'Università di Cagliari Giovanni Melis per trovare soluzioni immediate in attesa del trasferimento a Monserrato.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 23 - Edizione NU)
«Muore la scuola, muore Nuoro»
Bachisio Porru: nessuno pensa alla formazione dei ragazzi
Parla il dirigente dello Scientifico e presidente regionale dell'Anp, l'associazione dei presidi
 
«Io, da questa mia postazione, non dovrei preoccuparmi: i licei tengono alla grande. Abbiamo 211 preiscrizioni e pensi che dei 200 alunni della numero 1 ben 75 verranno qui da noi. Ma c'è un dato che mi sconvolge: in città lo scorso anno erano 430 i ragazzi iscritti alla terza media. Oggi sono 340».
Novanta alunni in meno.
«Sono tanti, troppi. Numeri che ci rivelano una cosa soltanto: Nuoro sta morendo. Regge un po' il territorio, ma solo perché qui attorno si è arrivati a una situazione di stallo: se si va ancora sotto, c'è il tracollo. Il capoluogo ha resistito finora perché ha assorbito dai paesi. Ora il fuoco è arrivato anche in città».
Tre lustri dopo, Bachisio Porru vede realizzarsi la sua profezia. «Se muore il contado muore la città capoluogo», scrisse nel suo “Diario di un sindaco”, il libro con cui - a metà dei Novanta - raccontò l'esperienza da primo cittadino di Olzai, il paese natale diventato simbolo dello spopolamento. Sessantuno anni, sposato e padre di due figlie, già presidente del Consorzio universitario nuorese, il dirigente del Liceo Scientifico “Fermi” di Nuoro è anche presidente dell'Anp Sardegna, l'associazione nazionale dei presidi.
Il deserto visto dalla finestra della scuola.
«Nei territori come il nostro bisogna porsi un'unica domanda: qual è il modello d'istruzione migliore?».
Già, qual è se si è costretti a fare le pluriclassi e ad accorpare gli istituti?
«Ma guardi che si può fare comunque una buona Materna e un'ottima scuola primaria per far sì che i nostri ragazzi non si presentino alle superiori con una formazione di serie B. Il problema è che oggi si difende soltanto il modello quantitativo e non si riflette invece sul modello educativo».
È il gioco facile della politica, magari.
«È una logica sbagliata: salvare la classe di per sé non è sempre giusto e auspicabile, specie quando poi non ci sono le condizioni di interscambio tra i bambini che si ritrovano in tre, quattro in un'aula. D'altro canto, non ci sono docenti formati per insegnare nelle pluriclassi. Per questo dico che bisogna riflettere sul modello educativo, sulla formazione da dare ai nostri ragazzi».
I più fortunati vanno a studiare fuori.
«I più fortunati? Non direi. Io trovo assurdo che, ad esempio a Pisa, ci siano 1100 studenti sardi iscritti a corsi universitari presenti anche in Sardegna».
Non è giusto che i ragazzi ambiscano a orizzonti più ampi?
«Diceva Antonio Pigliaru: è il complesso dei sardi, provincialismo chiuso e cosmopolitismo di maniera. Io, da questo punto di vista, ho fatto una battaglia personale: se un corso universitario è presente in Sardegna, ed è qualificato, bisogna privilegiare la scelta di studiare qui. Le mie due figlie l'hanno fatto: la più grande, Elia, si è laureata in Medicina a Cagliari; l'altra, Sara, è iscritta al secondo anno di Giurisprudenza nello stesso ateneo».
Sono state scelte soddisfacenti?
«Certo, anche da un punto di vista personale. Credo che se avessi mandato Elia a studiare nella penisola, i suoi legami con la Sardegna si sarebbero allentati. Invece vuole costruire la sua vita qui: si è fidanzata con un giovane ingegnere ogliastrino e non le dispiacerebbe lavorare a Nuoro».
Ma lei a Olzai ci tornerebbe?
«Io ci torno. Quando andrò in pensione, che ci faccio a Nuoro?».
Beh, la sua vita è qui, no?
«Sì, ma io non sento Nuoro come il luogo dell'anima. La mia identità è radicata al paese. Lì c'è la mia casa e lì tutta la mia famiglia conserva la residenza. Io sono stato costretto a fare il cambio per questioni legate alla nostra abitazione in città, ma mi sono deciso solo due anni fa».
P. S.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
UNIVERSITà
A «lezione» dai tenores di Bitti
 
Questa sera, inizio ore 17.30 Teatro Civico, corso Vittorio Emanuele, Sassari
SASSARI Una lezione esibizione per imparare a conoscere e ad apprezzare il canto a tenore inserito dall'Unesco fra i capolavori italiani del patrimonio orale e immateriale dell'umanità. I docenti d'eccezione saranno i tenores di Bitti Remunnu 'e Locu. Una testimonianza per tutte è l'incisione per l'etichetta discografica Real World di Peter Gabriel.L'evento, inserito nelle celebrazioni per i 450 anni, dell’ateneo cittadino, sarà introdotto dal saluto del rettore Attilio Mastino e dell'intervento di Giampaolo Mele, docente di Storia della Musica Medioevale e Rinascimentale presso l'Ateneo turritano. L'iniziativa è frutto della consulenza della commissione di Ateneo per la Lingua sarda, che, anche attraverso la dimensione spettacolare, punta a riportare al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica la lingua sarda e le altre lingue minoritarie della Sardegna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Ed_Cagliari
IL DECENNALE
Il Rotary in aiuto degli studenti
Il club Sassari Silki costruirà un padiglione-scuola in Madagascar
 
SASSARI Dieci anni di attività nel sociale, con l’obiettivo di incidere nella realtà locale e il sogno, prima solo accarezzato e ora anche realizzato, di poter allargare gli orizzonti della solidarietà oltre i confini della Sardegna. Il Rotary club Sassari Silki ha celebrato il decennale della sua nascita con un convegno nell’aula magna dell’Università al quale ha portato il suo contributo il rettore Attilio Mastino. A fare gli onori di casa è stato il presidente Alessio Tola, professore universitario di Economia, che ha dedicato il suo tempo libero al Rotary Sassari Silki, riuscendo a conseguire importanti risultati e, soprattutto, organizzando con i soci la cerimonia per il decennale, ricordata con una pubblicazione sull’attività svolta dal club con le fotografie e brevi riassunti dei più importanti eventi realizzati. Uno su tutti: la raccolta dei giocattoli per i bambini che si svolge a Natale, ma anche concerti di alto livello e iniziative di solidarietà a favore della chiesa di Sant’Apollinare e della Clinica pediatrica dell’università. «Ma è con emozione — ha spiegato il presidente Alessio Tola nel suo intervento finale, che ha preceduto quelli di saluto dell’ex governatore e padrino del club, Antonio Lico, e del governatore designato Pier Giorgio Poddighe — che devo annunciare il raggiungimento di un obiettivo perseguito da lungo tempo dal nostro club:grazie al contributo di tutti i soci e delle iniziative svolte riusciremo a costruire il padiglione di una scuola tecnica superiore in Madagascar». Subito dopo, il presidente ha consegnato un assegno a Manina Consiglio, un’insegnante napoletana andata in vacanza alcuni anni fa in Madagascar e innamoratasi a tal punto del paese da trasferirsi lì. Manina ha fondato l’associazione onlus «I bambini di Manina del Madagascar» e in tutto il paese, grazie anche alla collaborazione con il governo locale, ha realizzato le scuole «Taiky Tsara» (in malgascio vuol dire «Bambini buoni»). Oggi in Madagascar grazie a Manina Consiglio (www.bambinidimanina.net) sono in funzione 200 scuole frequentate da oltre 12mila studenti.

Questionario e social

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