Sabato 17 marzo 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 marzo 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Pagg. 1/4 - Primo Piano (Edizione CA)
Regione. Oggi il dibattito prosegue
STATI GENERALE DELL’ISOLA: «UNITI NELLE VERTENZE»
Dal governatore Cappellacci ai parlamentari di Pdl e Pd, passando per i sindacati, gli enti locali e gli imprenditori. Dal dibattito in Consiglio una voce unica di rivendicazione nei confronti dello Stato: «Investimenti per uscire dalla crisi».

«Costretti a fare gli esattori per lo Stato»
La rabbia dei Comuni: tassa sulla prima casa triplicata a Cagliari?
Ci sono numeri che aiutano a capire ciò che è accaduto e numeri che annunciano ciò che accadrà. Prendete l’esempio del Comune di Cagliari: «Negli ultimi otto mesi», ha detto ieri il sindaco Massimo Zedda intervenendo all’assemblea degli Stati generali del popolo sardo, «il nostro Comune ha avuto più tagli della somma di quelli dei quattro anni precedenti, che già erano stati duri. E come lo Stato ti impone di provare compensare? Istituendo imposte, come l’Imu, che si chiama Imposta municipale unica ma dovrebbe chiamarsi Imposta statale unica, e costringendoti ad agire sull’Irpef, aumentandola. Per capire: a Cagliari chi ha una (prima) casa di cento metri quadrati in centro di categoria A2 e nel 2006 pagava di Ici 340 euro pagherà, di Imu, tra gli 860 e i 920 euro».
L’ADDIZIONALE IRPEF Poi c’è l’addizionale Irpef. «Abbiamo fatto i conti: costerà mediamente 35 euro ad abitante e se oggi solo il 15% dei Comuni applicano l’aliquota massima, tra breve lo farà il 95%», spiega Cristiano Erriu, presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni. «Soldi che si aggiungono ai 151 euro, quanto costa ai sardi il rispetto del Patto di stabilità (Cagliari ha in cassa 33 milioni che non può spendere, Sassari ne ha 19, i Comuni sardi complessivamente ne hanno 172), per il quale pagano il prezzo più alto d’Italia. Lo Stato ci costringe a fare gli esattori». Dunque le imposte comunali contribuiranno ulteriormente a impoverire i sardi e a poco, rileva ancora Zedda, servirà introdurre tasse di soggiorno: «Noi ne ricaveremmo 100 mila euro, un’inezia rispetto ai tagli».
IMPRESE IN CRISI Ecco perché il sindaco di Cagliari chiede che «vengano sbloccati i parametri del Patto di stabilità». Un’utopia, probabilmente. Anche se è una priorità anche per le imprese sarde, come ha evidenziato Luca Murgiano, che ha parlato a nome del coordinamento delle associazioni imprenditoriali sarde. «Assieme alla vertenza entrate (che vale circa 800 mila euro) devono essere al centro della discussione, propedeutiche a tutto il resto». Con il pragmatismo che le contraddistingue e con l’urgenza dettata da una crisi che ne minaccia la sopravvivenza, le imprese chiedono alla Regione tempi certi per il raggiungimento dei risultati nei confronti del Governo: «Non oltre maggio». Hanno un altro problema le imprese sarde: il credito. Gli appalti sono bloccati, i lavori che sono stati realizzati non vengono pagati dalla pubblica amministrazione che, quando paga, lo fa in tempi impossibili. Alessandro Vandelli, numero uno dell’Abi in Sardegna, dice che le banche nel 2011 hanno aumentato i finanziamenti: non tutti se ne sono accorti. «Siano disponibili a contribuire a far crescere la cultura finanziaria e imprenditoriale nell’Isola», dice.
TAGLI ALL’ISTRUZIONE C’è un’altra nube, all’orizzonte: «Le famiglie potrebbero essere costrette a tagliare le spese di istruzione dei figli», rileva Giovanna Maria Ledda, prorettore dell’Università di Cagliari. «Per questo è prioritario investire nella formazione, nella ricerca e nell’innovazione che devono rappresentare il motore della crescita proprio in questo momento di crisi».
Fabio Manca
 
 
2 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 17 - Edizione CA)
PUNTI DI VISTA
«Schiamazzi e insulti davanti alla Caritas»
La Caritas fa uno straordinario lavoro sociale. È incommensurabile l’aiuto che i volontari garantiscono alle famiglie e ai singoli in lotta contro la crisi. Senza polemica, vorrei però sottolineare che è difficile convivere con la sede Caritas di Viale Fra Ignazio a Cagliari. Le facoltà di Giurisprudenza, Scienze politiche ed Economia, la Chiesa di Sant’Ignazio e la Scuola dei Salesiani hanno sede nella stessa strada: abbandonata, poco illuminata, mal curata. D’inverno fa buio presto e le lezioni terminano alle 20. Fra le molte persone che si recano alla mensa Caritas per avere un pasto caldo ce ne sono alcune che forse hanno poca capacità di comprendonio, o forse scarsa attitudine al rispetto del prossimo. E arrecano disagio agli studenti di passaggio con schiamazzi e parole pesanti, secondo alcune studentesse al limite dell’aggressione fisica. Basterebbe poco per evitare questo disagio: una maggiore presenza delle forze dell’ordine, una migliore illuminazione. Sono cosciente che la questione non sia facile: è necessario il dialogo tra Comune, Caritas e Università. Non sarebbe giusto chiedere il trasferimento della mensa, non è una questione di mancanza di solidarietà. Credo però che sia opportuno, per un sano confronto tra enti ed istituzioni, mettere sul tavolo della vertenza i pro e i contro, così che uno dei viali più importanti di Cagliari possa trovare la serenità che merita.
Matteo Meloni, Cagliari
Spostare la mensa non sarebbe facile, e comunque vorrebbe dire solo trasferire i problemi altrove. Una sorveglianza discreta e costante da parte delle forze dell’ordine (la Polizia municipale?) sembrerebbe la soluzione più logica. Sempre che nell’era dei tagli la normalità non sia divenuta utopia. (d. p.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 54 - Edizione CA)
CONVEGNO A CAGLIARI
La Medicina? «È modellata sugli uomini»

Uomini e donne sono fisicamente identici. Non c’è nessuna differenza. E chi sta pensando che struttura corporea, cicli ormonali e qualche altro elemento significativo possa far traballare l’affermazione, sappia che a sostenerla, in un assurdo e storico silenzio generale, è la scienza medica. Il pericoloso paradosso vive incontrastato nei laboratori di ricerca, nelle corsie degli ospedali e sugli scaffali delle farmacie. «Le sperimentazioni sui farmaci e le terapie sono costruite su modelli quasi esclusivamente maschili con conseguenze inevitabili sulla salute delle donne».
A lanciare l’allarme è Giovannella Baggio, direttore del reparto di Medicina Generale all’azienda ospedaliera universitaria di Padova che presiede il Centro studi nazionale su Salute e Medicina di Genere, «una nuova dimensione della medicina che studia l’influenza del sesso e del genere su fisiologia e patologia umana. Abbiamo in mano il genoma umano, ma abbiamo dimenticato la differenza tra uomini e donne: sono diversi e vanno curati in modo diverso». La docente ha parlato di «stato d’emergenza del terzo millennio» durante “Medicina di Genere. Un nuovo orizzonte”, un incontro all’Ordine dei medici organizzato dal club di Cagliari del Soroptimist International.
«Almeno in campo cardiologico lo stato di emergenza è superato, anche se c’è ancora molto da fare», avvisa Giuseppe Mercuro, ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università di Cagliari. «La mentalità sta cambiando ed è eticamente necessario che cambi. Ma si scontra con anni di studi su modelli maschili. In campo cardiologico sino alla metà degli anni ’90 le donne non venivano inserite nelle sperimentazioni, tanto che nell’immaginario collettivo il modello di cardiopatico è un uomo. Ad esempio, i sintomi dell’infarto comunemente conosciuti come il dolore al braccio sinistro, sono propri degli uomini, ma nella donna il dolore si manifesta in modo completamente diverso. Ci sono differenze che vanno necessariamente valutate come la risposta ai farmaci, l’incidenza dei fattori di rischio e l’età in cui le malattie coronariche si manifestano: nelle donne circa 10 o 20 anni più tardi degli uomini». Perché la scienza medica è stata modellata sugli uomini? «Perché è più semplice e meno costoso», spiega Giovanni Biggio, ordinario di Neuropsicofarmacologia a Cagliari. «Le fluttuazioni dei livelli ormonali influiscono sui risultati delle sperimentazioni che peraltro possono essere rischiose per le donne in età fertile. Per evitare complicazioni si è scelta la strada più semplice».
Le conseguenze sulle donne? «Tragicamente non ci sono risposte adeguate a questa domanda. L’emergenza nasce proprio da questi interrogativi senza risposta ed è tanto più urgente in quei campi come quello oncologico o dei trapianti dove le differenze tra generi sono completamente trascurate».
Cristina Muntoni
 
 
4 - L’Unione Sarda / Libri (Pagina 50 - Edizione CA)
TURISMO DA STUDIARE
Giuseppe Loy Puddu: la formazione è tutto
Peccato che quell’indagine sulle richieste dei turisti che vengono in Sardegna giaccia in qualche scaffale impolverato della Regione. L’aveva ordinata l’assessore agli Enti locali, finanza e urbanistica, Salvatore Lai, per dare corpo a un progetto di sviluppo economico nella nostra Isola. Era il 1996. Autore della ricerca il professor Giuseppe Loy Puddu, docente del Met (master in Economia del turismo) alla Bocconi di Milano.
Prima laurea in Scienze politiche all’università di Cagliari - la sua città - dove ha iniziato la carriera accademica, una seconda in Economia conseguita a Madrid, ha insegnato nelle migliori università in Italia e all’estero. L’ Indagine conoscitiva delle potenzialità dell’offerta turistica della Sardegna per un piano coordinato di promozione è però finita nel nulla. I successori del professor Lai non hanno ritenuto di doverla rispolverare, né di fare qualcosa che le somigliasse per riorganizzare l’offerta turistica. Che in quegli anni consisteva in uno spot, Un mare di vacanze , unico e uguale per tutti, senza tener conto del fatto che per attirare tedeschi, francesi, austriaci o svizzeri occorresse diversificare sia i messaggi promozionali che l’offerta di servizi. Una Babele, «infatti manca un vero piano di sviluppo», sottolinea il professor Loy.
Autore di numerose pubblicazioni e libri, l’ultimo, Politiche del turismo a confronto (Delfino editore), è destinato ai suoi allievi bocconiani ma potrebbe benissimo planare sulla scrivania di ogni politico, ministro e assessore, per imparare a gestire l’immensa risorsa che è il nostro territorio. «(…) una lettura ragionata e sottile per il proprio operare; elementi che si impongono a chi è coinvolto nella formulazione di piani strategici per lo sviluppo turistico (…)», è nella prefazione di Magda Antonioli Corigliano, direttore del Met. Dunque una guida utilissima per chi opera nel campo, se solo si comprendesse che «il turismo è in assoluto il primo volano economico per lo sviluppo».
In Sardegna, gli amministratori regionali del dopoguerra erano molto più lungimiranti di quelli di oggi, pur con minori strumenti e risorse di adesso. «Ho assistito con Vittorino Fiori alla prima riunione del Consiglio regionale della Sardegna, dopo le elezioni del 9 maggio 1949, e sa qual è stato il primo atto concreto degli assessori in carica? Si sono messi a studiare, a ragionare su cosa potesse dare sviluppo alla Sardegna. La conclusione fu puntare sul turismo sostenibile. Tra il ’49 e il ’51 è stata varata la prima legge in Italia sul credito alberghiero. Nasce l’Esit, col Grand hotel di Alghero, inaugurato da Gronchi, oggi una scuola; quello sull’Ortobene, quello del Poetto, trasformato in ospedale, e altri».
È possibile un turismo sostenibile?
«Deve esserlo. Il turismo o è sostenibile o non è turismo. Se inquina, depaupera le risorse naturali e non rispetta l’ambiente non è turismo».
La Costa Smeralda ha compiuto 50 anni e sta bene. Nel resto dell’Isola è mancato un Aga Khan?
«Anni fa il Sultano del Brunei ha inviato a Cagliari cinque super manager, budget alla mano, per capire quali fossero le possibilità di investimento al sud. Li hanno fatti scappare a gambe levate».
Forse non serviva un altro principe straniero. Cosa è mancato?
«Una seria politica del turismo: in Italia abbiamo 20 piani, non uno. Ogni regione va per conto proprio, come se le altre non esistessero, e non si crea quella sinergia necessaria perché un piano sia efficace».
Sarà che un ministro del Turismo, la Brambilla nominata da Berlusconi, si occupava più di cani che di sviluppo?
«Non solo. La signora aveva avviato una promozione turistica verso i Paesi emergenti, Brasile, Russia, India e Cina (Bric), col marchio Italia in cui le singole regioni avrebbero aggiunto le proprie specificità. Ma mentre lei parlava di Bric, l’Alitalia tagliava i voli proprio da e per quei Paesi. Uno non sapeva quello che faceva l’altro».
Manca la coordinazione.
«Altro esempio di non coordinamento? Nel ’62 ho fatto un viaggio con l’Aga Khan da Olbia a Cagliari. La sicurezza ha scelto Calamosca perché facilmente controllabile; ma la notte parte un’esercitazione militare dalla caserma vicina. Scompiglio. Non erano state coordinate le due cose».
Rimedi a questa incapacità?
«La formazione è fondamentale. E la formazione dev’essere permanente: si deve studiare ed essere continuamente aggiornati».
Il suo libro è destinato agli studenti del Met: ne ha di sardi?
«Tanti, di tutte le Province. Alcuni sono tornati e lavorano in Regione, la maggior parte lavora fuori».
Come al solito perdiamo i cervelli e ci teniamo gli improvvisatori?
«I due grandi nemici dello sviluppo turistico sono l’improvvisazione e la formazione deformata ad interessi non della collettività».
Eppure noi abbiamo le risorse naturali.
«E lo zoccolo duro del turismo è proprio l’insieme di risorse ambientali e beni culturali. Solo una buona politica può proiettare questo nel futuro perché continui a produrre effetti attrattivi. Il turismo è il petrolio dell’Italia. Dobbiamo solo estrarlo, raffinarlo e commercializzarlo al meglio».
Lei definisce il turismo “fenomeno difficile da maneggiare”. Cosa intende?
«Secondo l’organizzazione mondiale del Turismo (OMT), con sede a Madrid, lo sviluppo passa per il principio delle tre erre: Ricerca, necessaria per avviare i progetti; Regole, sui tempi finanziari e modalità; Rapidità nei tempi di esecuzione: ciò che è buono oggi, dopo un anno è già superato. Saperlo maneggiare richiede conoscenze».
Il prodotto-servizio dipende solo da strutture e tecnologie?
«Dipende solo dall’uomo. Nel settore industriale l’uomo può essere sostituito dalle macchine. Ma nel settore dei servizi è insostituibile. Nel turismo il prodotto si consuma a contatto dell’offerta e l’uomo fa da guida».
Da noi regna la filosofia della rendita di posizione, brutto vizio?
«Questo è esattamente l’antiturismo. I politici dovrebbero leggere Il libro bianco dell’antiturismo , del CNEL. Non credo l’abbiano fatto».
Il peggior nemico dello sviluppo?
«La burocrazia: quella che ammazza qualsiasi iniziativa e rende obsoleto un progetto ancora da approvare. E la mancanza di formazione: essere ministro o assessore non dà in automatico le competenze necessarie».
Dovrebbero tornare a scuola?
«In Italia mai nessun politico ha sentito il bisogno di fare un corso. Suonerà strano, ma solo la Lega l’ha fatto: una decina di amministratori del nord hanno seguito un mio seminario intensivo, 6 weekend, dalle 9 del mattino alle 8 di sera. Nessun altro».
La Sardegna può sperare in un’economia migliore grazie al turismo?
«Voglio credere di sì, ho fiducia nel futuro e soprattutto nei giovani. Ma si deve cambiare politica, anzi: si deve fare una buona politica del turismo».
Il professor Monti, presidente della Bocconi, riuscirà da Primo ministro a inquadrare l’Italia?
«Se c’è uno che può farlo, con l’equipe che ha, è proprio lui».
Anna Piccioni
 
 
5 - L’Unione Sarda / Oristano e Provincia (Pagina 23 - Edizione OR)
Convegno della 3A
ALLARME OBESITÀ I più colpiti sono i giovani
Sirena d’allarme per i dati sul sovrappeso e sull’obesità sempre in crescendo nell’Isola. Dai numeri emerge che la Sardegna è l’ottava regione italiana in questa triste classifica. Complessivamente il 10,7 della popolazione sarda è in sovrappeso e quel che è peggio i ragazzi sono il 20 per cento, di cui il 7 per cento obesi. Proprio per contrastare questo fenomeno la cooperativa agroalimentare "3 A" con l’Ufficio scolastico regionale hanno organizzato ieri ad Arborea il convegno dal tema "Orientamento verso uno stile di vita corretto", al quale hanno partecipato circa 500 docenti delle scuole sarde.
L’ALLARME «La prevalenza dell’obesità nella popolazione infantile sta raggiungendo nel mondo occidentale valori così elevati da assumere carattere di vera e propria epidemia - ha dichiarato Andrea Ghiselli, primo ricercatore dell’Istituto nazionale di scienza e nutrizione - Le cause del fenomeno sono sedentarietà e cattiva alimentazione prima di tutto. Occorre mangiar sano, partendo da un’adeguata prima colazione, pasto che i bambini spesso trascurano».
Sull’importanza dell’attività fisica si è soffermato Alberto Concu, docente universitario a Cagliari: «Meglio l’attività fisica all’aperto. Bisogna, però, modulare la quantità di esercizio erogato in funzione delle capacità di ognuno, evitando comportamenti che portano all’estremo l’attività motoria e la sostengono con pratiche illecite come il doping».
GLI INTERVENTI Anche Marco Scorcu, presidente dell’Ordine regionale dei medici sportivi e medico del Cagliari calcio si è soffermato sull’aspetto della prevenzione e dell’abbinamento necessario fra attività motoria e stili di vita corretti. Da Jeff Onorato, pluricampione di sci nautico, è arrivato un messaggio per i diversamente abili: «Ho anch’io avuto la strada in salita, ma sacrificio e abnegazione portano sempre ai risultati sperati». Infine Luciano Negri, direttore commerciale e marketing della 3 A, ha ricordato l’impegno dell’azienda nell’accompagnare da oltre 50 anni la crescita delle nuove generazioni con prodotti sicuri.
Antonello Loi
 
 
6 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 23 - Edizione NU)
CAMERA DI COMMERCIO. Gli effetti della crisi economica nel Nuorese
Uomini a casa, donne al lavoro
La grave crisi economica che manda a casa i lavoratori oltre i 45 anni d’età spinge le donne a bussare sempre più numerose al mercato del lavoro. Specificità tutte nuoresi, innescate dal crollo delle attività agropastorali, dal dissolvimento del settore industriale e dalla paralisi dell’edilizia.
LE ATTIVITÀ Per reggere l’urto e far quadrare il bilancio familiare le donne ultratrentacinquenni si danno da fare riscoprendo servizi alla persona, lavori domestici e di pulizia. Attività non qualificate e poco retribuite, ma fondamentali come salvagente del reddito familiare. Il quadro emerge dall’indagine curata da Maria Letizia Pruna, dell’università di Cagliari, presentata ieri alla Camera di commercio.
IL CONVEGNO “Tre anni di crisi, l’impatto sul lavoro e sulla società” è il tema dell’incontro organizzato dall’impresa sociale “Nuovi scenari” per riflettere sull’andamento degli ultimi tre anni in tutta l’Isola. L’iniziativa riunisce il presidente della Camera di commercio, Romolo Pisano, il sindaco Alessandro Bianchi, l’assessore provinciale al Lavoro Giuseppe Dessena, il presidente di Confindustria Roberto Bornioli, la consigliera di Parità Laura Franca Lampis, e i leader sindacali: Gianfranco Mussoni per la Cgil, Ignazio Ganga per la Cisl e Felicina Corda per la Uil. Ci sono anche Pino D’Antonio per “Nuovi scenari”, il giornalista Giovanni Runchina, oltre naturalmente a Maria Letizia Pruna che illustra i risultati della ricerca.
L’INDAGINE «Nel Nuorese - spiega la ricercatrice - il tasso di occupazione è leggermente aumentato solo grazie al lavoro femminile. Sono coinvolte donne con almeno 35 anni di età: cercano di fare fronte al crollo dell’occupazione maschile, che si riduce di oltre il 16 per cento, con lavori poco retribuiti, che le impegnano poche ore la settimana, ma capaci di dare respiro alla famiglia». Conseguenza di questo fenomeno il dato della disoccupazione che qui cala meno di altre aree dell’Isola, proprio per effetto dell’ingresso delle donne nel mercato di lavoro. Gli uomini finiti ai margini, invece, rinunciano a cercare lavoro stabile. Vanno avanti con lavoretti, evitando però di ingrossare i numeri dei disoccupati. In questo scenario non c’è traccia dei giovani: nel mercato del lavoro sono completamente fuori gioco.
 
 
7 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra (Pagina 29 - Edizione NU)
PERDASDEFOGU. Interesse della Regione per il lavoro di Alessando Loddo, ricercatore di Gairo
IL POLIGONO SPERIMENTA IL FUTURO
Uso civile e militare, presentati i progetti di riqualificazione ambientale
Il poligono del Salto di Quirra potrebbe diventare un centro d’eccellenza per la sperimentazione civile o dual use , civile e militare insieme, nei settori della riqualificazione ambientale ed in quello aerospaziale. I due progetti, denominati rispettivamente Ampsicora e Dedalo, sono stati presentati due giorni fa dal ricercatore Alessandro Loddo, originario di Gairo, agli amministratori della Provincia e dei comuni di Perdasdefogu e Villagrande.
I PROGETTI «La condivisione del nuovo scenario da parte del territorio - ha spiegato in premessa Alessandro Loddo - risulta fondamentale in vista dello studio di fattibilità che l’Università di Cagliari si appresta a presentare al Miur (Ministero Università e ricerca) in occasione dei prossimi bandi per i distretti tecnologici in scadenza a fine marzo». Non solo l’Università di Cagliari ma colossi nazionali del settore aerospaziale come Vitrociset hanno mostrato interesse per i due progetti che risultano già sotto osservazione anche da parte dell’assessore regionale al Bilancio, Giorgio La Spisa. «La Provincia - ha sottolineato il presidente Bruno Pilia - intende offrire il massimo del sostegno e della condivisione a due proposte che pongono oggettivamente il Poligono del Salto di Quirra come uno dei volani per lo sviluppo socio economico e la promozione dell’intero territorio. Il salto di qualità è evidente».
EMERGENZA LAVORO Sia il sindaco di Perdasdefogu Walter Mura che l’assessore di Villagrande Alessio Seoni hanno posto l’accento sulla possibilità di creare nuovi insediamenti industriali, oltre a sinergie naturali con il comparto produttivo, con le strutture scolastiche e con i corsi universitari di Nuoro. «I due progetti - dice Roberto Cabiddu, assessore all’Ambiente della Provincia - rafforzano la visione di un Poligono sicuro e rispettoso dell’ambiente e della salute. L’innovazione tecnologica costituirà una sorta di marchio di qualità per le attività di sperimentazione, da utilizzare in altri poligoni ed esportabile anche all’estero». Su questi tematiche l’assessore Cabiddu era intervenuto recentemente a Bruxelles, insieme a Peppino Fanni, segretario territoriale Cisl, in occasione di una giornata di studio sulle servitù militari indetta dall’Idv.
Nino Melis
 
 
8 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 30 - Edizione OL)
SASSARI. Scienze politiche
Corsi di laurea, adesso si rischia la cancellazione
Sono ancora in bilico, ma per adesso la direzione è solo una: due corsi di laurea del dipartimento di Scienze politiche dell’università di Sassari si estingueranno. Si tratta di Amministrazione e organizzazione, un percorso di studi interateneo tra Sassari e Cagliari, e della laurea specialistica in Comunicazione e pubbliche amministrazioni. Questa, almeno, era la volontà del consiglio di amministrazione del 7 marzo, che ha votato la pratica a favore nonostante il parere contrario del Consiglio degli studenti. In realtà la morte delle due lauree è congelata sino all’istituzione di Ingegneria dell’informazione, bocciata l’otto marzo dal Coreco, il Comitato regionale di coordinamento, con il parere sfavorevole del rettore dell’università di Cagliari Giovanni Melis. In pratica, però, il rettore dell’università sassarese Attilio Mastino ha già annunciato di voler ripresentare la domanda all’organismo che decide in materia di creazione di nuovi corsi.
Intanto, gli studenti si preparano a fare il funerale alle due lauree. Con un aspetto quantomeno curioso. Il neo dipartimento di Scienze politiche è l’unico a chiudere dei percorsi, due appunto. Una scelta necessaria per poter istituire la laurea in ingegneria dell’informazione, per la quale preme una parte del dipartimento.
La possibilità della loro interruzione però era stata osteggiata dagli allievi, come ha spiegato il presidente del consiglio degli studenti Giovanni Tanda. «Il parere del consiglio è stato unanime - ha detto - pensiamo che sia un errore e quindi siamo contrari alla chiusura: assisteremo a un ulteriore impoverimento dell’offerta formativa». I problemi che ne scaturiranno saranno anche di natura educativa. Chi sceglierà la triennale in Scienze della comunicazione non potrà più scegliere la specialistica apposita, ma dovrà ripiegare su quella unica, che raccoglierà anche gli allievi di Scienze politiche. Nessun disagio comunque per chi è già iscritto, l’ateneo garantirà la conclusione degli studi.
Antonio Muglia
 
 
9 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 24 - Edizione OR)
S. QUIRICO
Finanziamenti per rilanciare i laboratori di Agronomia
Attilio Mastino, rettore dell’Università di Sassari, annuncia: «Al via il rilancio delle attività di ricerca in Agronomia a San Quirico e Santa Lucia».
I finanziamenti regionali sono in arrivo. Nei scorsi giorni il consigliere regionale Mario Diana e i responsabili del Dipartimento di Agraria hanno organizzato un sopralluogo nel centro di studi. I finanziamenti regionali serviranno a creare nuovi capannoni, edifici, ulteriori interventi edilizi e investimenti sul personale. A San Quirico vengono attualmente condotte indagini su varie specie vegetali, mentre a Santa Lucia le ricerche si concentrano sull’agronomia generale e sulle coltivazioni erbacee.
«Negli anni - sottolinea Mario Diana - le due stazioni sono andate incontro ad un progressivo degrado dovuto alla mancanza di investimenti. Il ritrovato interesse dell’Università, unito ai fondi recuperati, consentirà di salvare un patrimonio che rischiava di andare perduto. Si spera che l’impegno a preservare e a sviluppare le stazioni didattiche e sperimentali sia mantenuto nel tempo, di concerto con la Provincia e il Comune». ( f. c. )
   
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
Fitoterapia, un master universitario 
L’iniziativa in collaborazione con l’università di Barcellona 
CAGLIARI. Un master in fitoterapia, verrà realizzato dall’intesa tra l’ateneo e l’Università Pompeu Fabra di Barcellona. Prevede 422 ore di lezioni frontali e altre 1078 di studio per 60 crediti. Il Master implementa le competenze specifiche della fitoterapia, divenuta ormai di grande importanza per farmacisti e medici.
Il Master nasce su proposta del dipartimento di Scienze biomediche dell’ateneo e si svolge sotto la direzione scientifica di Gaetano Di Chiara. «Per la professione medica, è sempre più sentita l’esigenza di una maggiore formazione e specializzazione in una materia come la fitoterapia il cui insegnamento è assente nel corso di laurea. Emerge - ha dichiarato il farmacologo - l’esigenza di professionisti sanitari qualificati».
L’obiettivo dei promotori è rafforzare la potenzialità occupazionale dei aprtecipanti al corso. In particolare si forniranno ai farmacisti conoscenze e capacità specifiche su, tra le altre, pharmaceutical care in fitoterapia, fitopreparazioni e fitoterapici biotecnologici. I medici approfondiranno conoscenze e capacità specifiche nelle aree “concetto di fitocomplesso e principali classi di principi attivi vegetali”, “ruolo della fitoterapia scientifica nella farmacoterapia moderna”, “Faculty”. La Farmacologia e la Farmacoterapia sono storicamente figlie della Fitoterapia. «Ma - spiega il professoressa Giovanna Maria Ledda, pro rettore dell’università di Cagliari - c’è una differenza fondamentale tra i preparati farmacoterapici e quelli fitoterapici: i primi possono essere e sono studiati come principi singoli, mentre i secondi sono per loro natura una miscela di vari principi» Il Master verrà inaugurato il 13 maggio. Il corpo docente è di prim’ordine. Tra gli altri, gli accademici Ballero, Fadda, De Luca, De Lisa e Del Zompo, insieme ai colleghi Minghetti (Milano), Bichi (Torino) e Bianco (Roma, La Sapienza) e gli ospiti dell’Universitat Pompeu Fabra, Baños, Maldonado, de la Torre, i londinesi Houghton (King’s College) e Julu (Bart’s and the Royal London e Imperial College).
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
SVILUPPO NEGATO, LA REGIONE FA AUTOCRITICA 
Politici e forze sociali: «Dobbiamo individuare un nuovo modello d’impresa» 
ALFREDO FRANCHINI 
Cagliari. «La Sardegna si sta piegando su se stessa». L’immagine è di Claudia Lombardo, presidente del Consiglio, che ha aperto ieri con un’analisi impietosa della crisi socio economica, i lavori degli «Stati generali del popolo sardo». Dopo aver ascoltato la voce dell’intera classe dirigente sarda, oggi l’assemblea regionale farà il punto sulla vertenza Sardegna.
La consapevolezza che da una crisi così profonda nessuno possa dirsi assolto ha attraversato molti degli interventi e Claudia Lombardo non aveva esitato in apertura di seduta a evidenziare limiti e miopia di una politica che ha portato l’isola a svilire persino i vari Piani di Rinascita. «Il fallimento di un sistema politico, economico e sociale ci ha visti tutti responsabili», ha detto Lombardo. Da qui l’appello del presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «Ognuno faccia la sua parte» per l’impegno e la coesione diventata di vitale importanza.
I rappresentanti dei sindacati sono entrati nel merito. Enzo Costa, (Cgil), ha affermato che prima dei tavoli tecnici debbano esserci le scelte strategiche: «È la politica regionale che deve cambiare la Sardegna». Poco dopo il segretario Cisl, Mario Medde, avrebbe ribadito che il lavoro è il problema dei problemi: «Serve un Patto tra Stato e Regione, pre condizione per riconoscere alla Sardegna le pari opportunità». Francesca Ticca (Uil) ha ripreso il modello di sviluppo: «Siamo fermi al vecchio Piano di Rinascita e più dei tavoli tecnici servono scelte». Giacomo Meloni (Css) domanda: «Chi salverà la Sardegna? Devono essere gli stessi sardi». Gli imprenditori scelgono la concretezza. «È il momento di decidere come cambiare la Regione e che tipo di industria vogliamo», dice Massimo Putzu, presidente della Confindustria. E siccome l’economia ha bisogno di occhiali rosa, Putzu ha invitato ad avere un occhio di riguardo per le imprese sane: «Rivolgete l’attenzione alle imprese di successo, abbiatene cura perché sono il nostro futuro». Luca Murgianu, Confartigianato, ha parlato a nome di tutte le associazioni del partenariato; una scelta apprezzata dalla presidente Lombardo, in in linea «con la necessità di abbandonare il protagonismo». Così da parte di Confartigianato, Confapi, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Copagri sono state fatte richieste concrete. Per Murgianu due settori sono a forte rischio: l’agricolo e il cooperativo. Prioritario per il partenariato economico è affrontare la vertenza entrate, cercare rimedio allo svantaggio dell’insularità e la conferma di quanto stabilito nella programmazione Fas 2007-2013.
I rappresentanti di Comuni e Province hanno posto il problema delle risorse, legato all’idea di sviluppo. «I momenti migliori dell’Autonomia», ha ricordato il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno coinciso con la consapevolezza dei sardi di quanto potevano dare agli altri. Oggi la Sardegna può essere un crocevia importante: le miniere non sono più produttive ma possiamo mettere a disposizione di altri le nostre conoscenze». Che poi vuol dire candidare la Sardegna, anche in occasione dell’Expo 2015 di Milano, a essere la porta per gli scambi con il Nord Africa. Per Cristano Erriu (Anci) una boccata d’ossigeno può venire dalla rivisitazione del patto di stabilità. Giovanni Lobrano, dell’ateneo di Sassari ha fatto la raccomandazione d’inserire nella vertenza con lo Stato la riforma dello Statuto; Giovanna Maria Ledda, pro rettore a Cagliari, ha suggerito di puntare su infrastrutture, alta formazione, ricerca.
Diversi gli interventi dei parlamentari. Francesco Sanna (Pd): «È il momento di coordinare le politiche industriali». Sul caso Alcoa: «L’ordine del giorno approvato alla Camera è una sorta di sanatoria», dice Sanna «ma credo che non potrà esserci il nostro voto a favore se Alcoa non cambia atteggiamento». Per Settimo Nizzi (Pdl) «i processi di sburocratizzazione sono indispensabili per poter dare sostegno alle imprese». Fedele Sanciu (Pdl): «Questa crisi è uno tzunami per superarla servono progetti condivisi». Giulio Calvisi (Pd) ricorda che l’isola ha perso 4 miliardi di euro di fondi nazionali e poi affronta la questione Equitalia: «Attenzione a istituire un ufficio di riscossione regionale. I costi sono alti non potendo contare sull’economia di scala. Ci sarebbe il rischio di fare un’Abbanoa della riscossione».
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Oristano
Gonnostramatza. È stato eseguito dal laboratorio di osteologia dell’università di Cagliari 
RICOSTRUITI 4000 ANNI DI STORIA 
Concluso l’esame sui reperti ritrovati nel sito di Bingia ’e Monti 
Undicimila frammenti per spiegare la vita nell’antichità 
TIGELLIO SEBIS 
Gonnostramatza. La recente visita al laboratorio di osteologia dell’Università di Cagliari, nella cittadella universitaria, ospite della studiosa Rosalba Floris e di due ricercatori che da diversi anni studiano i resti ossei rinvenuti intorno agli anni ottanta nell’area archeologica di Bingia’e Monti, ha reso l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessio Mandis ancora più consapevole del grande patrimonio di cui dispone il piccolo centro sul rio Mannu.
Un patrimonio che assomma a ben undicimila frammenti ossei riferiti alle generazioni susseguitesi nell’arco temporale di quattromila anni e seppellite nell’antica tomba. La tomba preistorica di Bingia ‘e Monti, famosa soprattutto per i ritrovamenti effettuati al suo interno nel corso degli scavi, tra i quali l’oro più antico dell’isola, dal punto di vista tipologico si colloca a metà tra l’ipogeismo e il megalitismo componendosi infatti di un vano scavato nella roccia e di una camera antistante costruita in tecnica megalitica con quattro grossi blocchi angolari e pietre più piccole ai lati, mentre la copertura originaria era a piattabanda.
La parte anteriore del monumento non si è conservata a causa della pendenza del terreno, quindi l’attuale lunghezza di 4,47 metri non corrisponde a quella originaria; l’altezza residua è invece di 1,91metri. Nel corso della visita gli amministratori hanno potuto esaminare anche il teschio di quello che si suppone fosse il capo del villaggio, proprietario della famosissima collana d’oro recentemente esposta al museo Archeologico di Trento.
Sta di fatto che l’ateneo cagliaritano, dopo oltre vent’anni di studi sui reperti datati Gonnostramatza, oggi è in grado di restituire moltissime informazioni sulla storia più antica del paese; informazioni capaci di delineare e definire com’erano gli antichi abitanti che in quel territorio si insediarono ancor prima che fiorisse la civiltà nuragica, cosa mangiassero, quanto fossero alti, come e dove si spostassero.
Da qui la ferma intenzione del Comune di allestire a breve termine una sorta di grande evento sul filo della storia e dell’archeologia che consenta alla cittadinanza di conoscere il percorso che ha compiuto nel corso della sua storia, quella più lontana, nonché, autorizzazioni della Sovrintendenza ai beni storico-culturali permettendo, di ammirare alcuni dei reperti risalenti appunto ad oltre quattromila anni fa e ritrovati nel corso delle campagne di indagine scientifica e di scavo effettuate oltre trent’anni fa in quella tomba che accolse anche i resti d’una sorta di dorato sardus pater.
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Gli ispettori europei verificano la salute dei litorali più belli 
Le aree Sic si trovano a Chia, Piscinnì e Serpentara 
PIERLUIGI CARTA 
Cagliari. Il progetto LIFE + Providune, che coinvolge le provincie italiane di Cagliari, Caserta e Matera, continua il suo percorso cominciato nel 2009 con una visita della Commissione Europea che si è svolta nei giorni scorsi nel territorio.
In questa occasione, due funzionari della Commissione ed un membro della società Astrale, incaricata del monitoraggio, hanno esaminato l’andamento del progetto dal punto di vista amministrativo e tecnico per valutare lo stato di avanzamento e il corretto utilizzo dell’ingente finanziamento attribuito al progetto dall’Unione Europea.
La giornata del 15 è stata invece dedicata alle visite sul campo nei tre Sic (Siti di Importanza Comunitaria) della provincia di Cagliari che sono interessati dal progetto.
Porto Campana e Stagno di Piscinnì nel territorio del comune di Domus de Maria e Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis, a Villasimius.
Dall’esito della visita della Commissione dipenderà l’erogazione, completa o parziale, della seconda tranche del finanziamento, così come il riconoscimento delle somme già spese. Alla visita hanno partecipato i rappresentanti di tutti i partner: le province di Caserta e Matera, l’università di Cagliari e l’associazione TECLA. In rappresentanza della provincia di Cagliari, capofila del progetto, sono intervenuti la presidente Angela Quaquero e l’assessore alle Politiche ambientali Ignazio Tolu, oltre al dirigente del settore ambiente Alessandro Sanna e ai vari funzionari responsabili.
I risultati della visita verranno comunicati ufficialmente dalla Commissione con una nota successiva, ma le prime impressioni sembrerebbero positive.
«Possiamo ritenerci soddisfatti della riuscita - ha dichiarato l’assessore Ignazio Tolu al termine della visita - la provincia ha lavorato con grande impegno e investendo importanti risorse per questo progetto, che ha ottenuto il più grande finanziamento della tornata dedicata alla tutela delle coste, circa 3 milioni di euro. «Bene sarebbe - ha concluso Tolu - esportare queste esperienze nella gestione degli altri litorali». Il progetto si concluderà entro il 2013 e prevede, dopo la compimento della fase di monitoraggio, studio e sensibilizzazione, la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica a tutela degli habitat; quali passerelle, recinzioni, servizi igienici e parcheggi. Alcune di queste sono state già realizzate, ma solo parzialmente.
 

14 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
FINI E PROFUMO ALLA FESTA DELL’ATENEO 
Il presidente della Camera e il ministro ospiti delle celebrazioni al Verdi 
I 450 ANNI DELL’UNIVERSITA’ Tre giorni di appuntamenti dal 22 al 24: convegni, mostre e facoltà addobbate 
ANTONIO MELONI 
Sassari. Spegnere d’un soffio 450 candeline non sarà uno scherzo, perciò accanto al rettore Attilio Mastino ci saranno il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro dell’Università Francesco Profumo. L’incontro con i due uomini di Stato, il 24 marzo, al Verdi, sarà il clou del ricco programma di celebrazioni allestito per la ricorrenza dall’ateneo. Il calendario degli eventi è stato illustrato ieri, dal rettore, in un incontro con la stampa.
L’Università compie 450 anni dopo un’intensa stagione di protesta legata al taglio netto imposto dalla discussa riforma Gelmini. Meno tredici per cento, in tre anni, sul Fondo di finanziamento ordinario, come dire la cassa da cui l’università attinge per sostenere i costi di esercizio. I timori e le speranze per il futuro sono condensati nella relazione con cui Attilio Mastino, sabato, aprirà la cerimonia. «Un’occasione - ha detto il rettore - per guardare al futuro pensando a come completare la rifondazione del nostro Ateneo in esecuzione di una riforma universitaria che non vogliamo espressione del mito dell’aziendalizzazione delle università e del valore commerciale del sapere». Il drastico ridimensionamento è disegnato nelle cifre snocciolate ieri. Negli ultimi 3 anni gli ordinari sono passati da 218 a 191, gli associati da 244 a 230 e i ricercatori da 256 a 239. Da 10 a 4 gli assistenti per un totale complessivo che scende da 728 a 664 unità. Non è da meno il personale amministrativo che da 663 passa a 580 con l’amara prospettiva di un centinaio di cessazioni a breve e l’aumento del numero degli studenti per singolo docente. Preoccupano anche la nuova formula dei progetti che privilegia le università specialistiche e i grandi gruppi di ricerca, nonché il ritardo nell’assegnazione dei fondi Fas (fondi aree sotto utilizzate). A monte, la causa è il taglio del Fondo di finanziamento ordinario che in tre anni è passato da 82 a 72 milioni di euro. «La loro ulteriore riduzione - ha detto Mastino - è una minaccia per quegli atenei che intendono recuperare situazioni di svantaggio e che non possono utilizzare la leva della tassazione studentesca».
Con i suoi 665 docenti, 583 tecnici, 15.561 studenti e oltre 1.100 tra dottorandi e specializzandi - ha rimarcato il rettore - l’Università deve essere una risorsa, non un peso, tanto più che la produttività scientifica (5.400 prodotti in tre anni), la colloca in una posizione non secondaria. Perciò dobbiamo discutere del futuro tenendo presente la triplice missione dell’alta formazione, della ricerca scientifica e del servizio a favore del territorio».
Temi e riflessioni che confluiranno negli eventi organizzati la prossima settimana durante tre giorni fitti fitti di appuntamenti. Il 22 e 23 marzo, il rettorato ospiterà il convegno internazionale «Le origini dello studio generale sassarese nel mondo universitario europeo nell’età moderna», organizzato dallo storico Antonello Mattone, presidente del comitato per le celebrazioni dei 450 anni. Sette sessioni in cui si alterneranno 35 studiosi di 13 atenei italiani, 4 spagnoli e docenti di Toronto, Città del Messico, Louvain La Neuve (Belgio).
Le sedi delle facoltà saranno addobbate a festa e ricorderanno alcune tra le personalità più rappresentative dell’ateneo. Il porticato delle sede centrale ospiterà una mostra di documenti e fotografie storiche. All’incontro con il presidente della Camera e il ministro dell’Università, al Verdi, il 24 marzo, alle 10, è prevista la partecipazione del sindaco Gianfranco Ganau, dei presidenti della Provincia, Alessandra Giudici, della giunta regionale, Ugo Cappellacci, e del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, nonché della rappresentante degli studenti Azzurra Solinas. La cerimonia sarà aperta e chiusa dalle performance musicali del gruppo Ichnvuss.
 
 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
ORTO BOTANICO 
Si completa il Polo bionaturalistico 
SASSARI. L’Università ha ufficialmente affidato l’incarico professionale per il completamento funzionale del secondo lotto e, cioè, le aree 4, 5, 6 e 7 del Polo Bionaturalistico di Piandanna. Il contratto è stato siglato ieri mattina in ateneo dal direttore generale Guido Croci alla presenza del rettore Attilio Mastino, del delegato rettorale per l’edilizia Eraldo Sanna Passino, del responsabile del procedimento Simone Loddo, del rappresentante dell’aggiudicatario Raggruppamento temporaneo di professionisti Studio Amati-Siproj-Progeest”. La convenzione riguarda, nell’ambito dei servizi di ingegneria e architettura, la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dei lavori.
«Il polo bionaturalistico di Piandanna, con il suo Orto Botanico, costituisce una delle massime priorità del programma edilizio dell’Università di Sassari per il prossimo triennio - ha detto Mastino -. L’opera, di indubbia valenza architettonica, una volta terminato il lotto funzionale di completamento, potrà ospitare una serie di dipartimenti, aule e spazi destinati a servizi per le molteplici esigenze dell’Ateneo. Il finanziamento, concentrato sul procedimento relativo al secondo lotto del polo bionaturalistico, ammonta a 16.641.639 euro di cui 12,7 milioni per lavori comprensivi di sicurezza».
Si prevede la conclusione delle fasi progettuali entro settembre 2012, mentre la conclusione dei lavori è prevista per la seconda metà del 2014.
 
 
16 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
MEDICINA 
Corso con la patologa americana Fowkes 
SASSARI. Si intitola «Lo studio del sistema nervoso: dalla dissezione macroscopica all’osservazione al microscopio ottico» il corso di formazione che sarà tenuto da Mary Fowkes, patologo del Norton Healthcare di Louisville (Kentucky). Il corso si svolgerà dal 20 al 22 marzo, nell’aula A del complesso biologico della Facoltà di Medicina, nell’ambito del programma “visiting professor”. La docente statunitense, esperta di malattie del sistema nervoso centrale e periferico, presenterà una serie di lezioni sullo sviluppo, l’anatomia e le patologie del sistema nervoso, alternate a seminari pratici.
 
 
17 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
TIROCINIO CON LA SPERANZA DI ASSUNZIONE 
Progetto di Economia e Sisa per venti universitari 
FEDERICO SANNA 
Sassari. Trovare un posto di lavoro. È questa la principale preoccupazione dei neo-laureati, soprattutto di questi tempi. La ricerca di un’occupazione al termine del corso di studi diventa, giorno dopo giorno, un problema sempre più assillante che costringe spesso i giovani a sposare percorsi lavorativi che però ben poco hanno a che fare con gli studi portati avanti per anni.
È in questo contesto che nasce il «Career Day», un appuntamento voluto ed organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’università e che già da qualche tempo consente ai giovani laureati di entrare in contatto con le imprese presenti nel nostro territorio.
«Abbiamo deciso di voltare pagina - spiega il neo direttore del Dipartimento di Economia Marco Breschi -. È necessario che, anche in Sardegna, Università ed aziende inizino ad interagire costantemente per favorire l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro».
Il «Career Day» nasce proprio per venire incontro a questa esigenza. «La distanza che separa la preparazione teorica dei neo-laureati dalle competenze richieste dalle aziende - aggiunge il direttore - è quasi imbarazzante. Con questo progetto speriamo di poter dare ai ragazzi un valido strumento per poter toccare con mano i meccanismi e le procedure che caratterizzano la vita quotidiana delle aziende».
L’appuntamento questa volta ha visto come protagonista la Sisa, azienda leader nella grande distribuzione del settore alimentare. Ad accogliere la nutrita schiera di laureati e laureandi accorsi per l’occasione in una delle aule della facoltà di Economia c’era l’amministratore delegato di Sisa Sardegna, Rinaldo Carta.
«Siamo qua perchè crediamo in questo progetto - ha esordito Carta -. Fino ad ora abbiamo attinto dal vivaio delle Università italiane con cui abbiamo avviato questo genere di collaborazione qualche tempo fa, ma ora vogliamo puntare sulla Sardegna».
Tanti i ragazzi che al termine dell’incontro hanno consegnato il proprio curriculum vitae. Il gruppo Sisa, infatti, selezionerà venti candidati tra laureati e laureandi, ai quali verrà offerta la possibilità di accedere ad altrettanti tirocini formativi non retribuiti per un periodo di sei mesi nei quali i ragazzi avranno modo di confrontarsi con la realtà aziendale di una delle maggiori imprese presenti sul nostro territorio. «È un’occasione che non dovete lasciarvi sfuggire», ha concluso Rinaldo Carta.
Al termine del tirocinio Sisa Sardegna selezionerà i più brillanti tra i venti tirocinanti prescelti per offrire loro un contratto di lavoro a tutti gli effetti.
A confermare la bontà del progetto, le testimonianze di alcuni giovani laureati in economia, i quali hanno avuto modo di entrare nel mondo della famiglia Sisa proprio grazie a queste esperienze lavorative. Percorso che si è poi concluso con l’assunzione a tempo indeterminato.
«Il tirocinio - racconta uno di loro rivolgendosi ai ragazzi presenti - rappresenta un passaggio indispensabile per passare dalla teoria alla pratica senza restare traumatizzati. È un’occasione importante, provateci».
 
 
18 - La Nuova Sardegna / Pagina 32 - Sassari
ERSU
Bandito un concorso per tesi di laurea finalizzate alla migliore conoscenza dei problemi della cooperazione allo sviluppo e della collaborazione internazionale. Il bando, pubblicato sul sito internet dell Ente www.ersusassari.it, consente di ottenere i fondi necessari per realizzare soggiorni di studio all’estero, scadenza 31 marzo, info: 079/9940002
 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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