Domenica 11 marzo 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 marzo 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
 
Cagliari, il grande malato è l'ospedale
Allarme sicurezza al Civile: impianti e reparti fuori norma
 
Impianti vecchi, strutture fuori norma, reparti non più a misura di paziente e sicurezza a rischio. In attesa del trasloco al Policlinico difficilmente potrà essere rispettato il decreto Milleproroghe che impone la sistemazione definitiva dell'Ospedale civile di Cagliari entro l'anno.
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Il Civile a rischio inagibilità
Nell'ospedale impianti vecchi e allarme sicurezza 
SAN GIOVANNI DI DIO. Ennio Filigheddu: «In autunno trasloco al Policlinico»
 
La visita dei Vigili del fuoco è attesa ad aprile. Da allora inizierà il conto alla rovescia per lo sgombero del San Giovanni di Dio. Il vecchio Ospedale civile, senza alcun dubbio, non sarà in grado di rispettare le nuove norme del decreto ministeriale Milleproroghe che impone l'accreditamento definitivo di tutti gli ospedali italiani entro una data improrogabile: il primo gennaio 2013. E se per il Brotzu, il Marino, il Santissima Trinità, il Binaghi, il Businco e il Microcitemico ottenere il nulla osta ministeriale non è particolarmente complicato, discorso inverso per l'edificio costruito nel 1844 su progetto dell'architetto Gaetano Cima. Per adeguarlo alle norme servono milioni di euro. Soldi buttati, visto che il trasferimento dei reparti al Policlinico universitario di Monserrato è dato come imminente.
IL CONTO ALLA ROVESCIA Il decreto Milleproroghe non sembra lasciare vie di scampo. Sarà una sentenza inappellabile per l'ospedale che per sopravvivere dovrà essere sottoposto a interventi radicali di sistemazione. A verificare che lo stato e le condizioni delle strutture rispettino le norme provvederanno i Vigili del fuoco. I tecnici di viale Marconi hanno già stilato la tabella di marcia delle ispezioni cagliaritane. Tra poco più di un mese scatteranno i controlli al San Giovanni di Dio. Al termine verranno rilasciate le inevitabili prescrizioni che dovranno essere messe in atto entro la fine dell'anno. Altrimenti non ci sarà alternativa alla chiusura. Per il vecchio Ospedale Civile non c'è alternativa alla dismissione. I soldi necessari per la messa a norma sarebbero sprecati, non solo perché la struttura è ormai un monumento tutelato dalla Sovrintendenza - che potrebbe non concedere le autorizzazioni per i lavori - ma soprattutto per l'annunciato trasloco a Monserrato. La struttura dell'Azienda mista (Università-Regione), è chiamata a una corsa contro il tempo per completare i lavori al Policlinico e dare il via al trasloco dei reparti.
LOTTA CONTRO IL TEMPO Ennio Filigheddu è il direttore generale dell'Azienda mista. Quanto costa mettere a norma il San Giovanni di Dio? «Abbiamo stimato che per eseguire le opere minime servono almeno 16 milioni di euro». Una cifra enorme che da sola non basta per mettere in evidenza tutti i limiti dell'Ospedale civile. «Con le nuove norme ogni ricoverato dovrà avere a disposizione più metri quadri. Un fatto che ci impone di ridurre i posti letto e non rientrare così nei parametri». Sette anni fa il Comitato tecnico regionale aveva approvato uno studio, mai messo in opera, ma pagato profumatamente ai progettisti, da 8 milioni di euro. «Abbiamo a disposizione poco più di due milioni per alcune opere di ristrutturazione compresi gli ascensori. Soldi virtuali - afferma Filigheddu - fermi in attesa che vengano prese le decisioni politiche sul futuro del San Giovanni di Dio».
TRASFERIMENTO IN AUTUNNO Filigheddu non vede l'ora di trasferire il San Giovanni di Dio e la Clinica Macciotta al Policlinico. Trasloco annunciato decine di volte. «I lavori per il Blocco Q, riservato alla Ginecologia e alla Pediatria, sono in dirittura d'arrivo. Abbiamo bisogno ancora di 200 mila euro per completare alcuni dettagli, ormai mancano solo le rifiniture e il certificato di prevenzione incendi per gli altri cinque blocchi. Le procedure per gli arredi, le sale parto e le Terapie intensive neonatali sono in corso. Apriremo - conclude Filigheddu - entro l'autunno». Di quest'anno? «Sì».
Andrea Artizzu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
La legge sull'anagrafe
Cagliaritano anche chi nasce a Monserrato
 
Quando la clinica di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale San Giovanni di Dio verrà trasferita al Policlinico i bimbi sulla carta d'identità risulteranno nati a Cagliari o a Monserrato? Il capoluogo registrerà un calo demografico? La questione, che sta assumendo ormai i contorni di leggenda metropolitana, è risolta in modo chiaro e preciso dalla legge numero 127 del 1997. «I genitori, o uno di essi, hanno facoltà di dichiarare, entro dieci giorni dal parto, la nascita nel proprio comune di residenza. Nel caso in cui i genitori non risiedano nello stesso comune, salvo diverso accordo tra di loro, la dichiarazione di nascita è resa nel comune di residenza della madre». Nessun allarme, quindi, i bimbi figli di genitori originari dei paesi dell'hinterland (dove non ci sono ospedali) potranno essere registrati, e quindi risultare nati, nel paese del padre o della madre».
Gian Benedetto Melis è il direttore di Ostetricia e ginecologia dell'Ospedale civile. «Ogni anno nella nostra clinica nascono circa 1400 bambini». Nelle altre strutture ospedaliere del capoluogo (compresi Brotzu e Santissima Trinità) vengono alla luce circa 3500 piccoli.
Di questi solo un terzo viene registrato nell'Ufficio anagrafe comunale di via Sonnino, il restante nella carta d'identità come luogo di nascita avrà il paese o la città scelta dai genitori. (a. a.)

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