UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 28 febbraio 2012

Martedì 28 febbraio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 febbraio 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
La fabbrica di cervelli (d'esportazione)
UNIVERSITÀ. Il corso di Informatica è al vertice in Italia ma i laureati son costretti a emigrare
 
È un'eccellenza dell'università. Il corso di laurea in Informatica della facoltà di Scienze, presieduto dal professor Gianni Fenu, ha numeri che lo collocano tra i primi in Italia. Su 125 iscritti alla laurea triennale ogni anno si laureano 100 ragazzi, mentre per quella magistrale su 30 iscritti i laureati sono 20. Inoltre «tutti i ragazzi trovano lavoro entro 18 mesi dal conseguimento del titolo», spiega Fenu. Una velocità d'ingresso nel mercato del lavoro seconda solo alle professioni sanitarie. Con un problema: molti informatici debbano abbandonare l'Isola.
LA FORMAZIONE Come si spiega questo successo? I motivi sono diversi. Innanzitutto, al termine del triennio i giovani hanno già acquisito una professionalità che consente loro di entrare in azienda. Poi il numero chiuso, che screma i candidati in entrata e dà l'accesso ai più motivati e meglio preparati. Ancora, un ottimo rapporto tra numero di universitari e docenti. Durante i corsi (sia triennale che magistrale) è inoltre previsto l'obbligo di frequenza, che consente «ai ragazzi di affrontare gli esami senza problemi di preparazione». Ma la ragione principale va ricercata nell'inserimento, all'interno del comitato di indirizzo del corso, di Confindustria, degli ordini professionali e degli enti locali. Ciò facilita la formazione secondo le necessità di mercati e, dunque, l'inserimento dei ragazzi nelle aziende. Anche perché prima della laurea, gli studenti svolgono un tirocinio obbligatorio di 3-4 mesi. E non solo in imprese locali. «Anche in Ibm, Microsoft, Cisco», ricorda soddisfatto Fenu. Tanto che oggi universitari cagliaritani sono a Vancouver, Berlino, Londra, solo per fare qualche esempio. «Mettiamo a disposizione delle aziende professionalità quasi compiute», spiega il docente, «tanto che quasi sempre, dopo il titolo, vengono assunti».
LA FLESSIBILITÀ La laurea in informatica, oltre a fornire le fondamenta della disciplina, dunque, si adatta alle esigenze di un mercato «che cambia e si innova molto rapidamente, ogni 12-18 mesi», puntualizza Fenu. Una flessibilità raggiunta anche con l'utilizzo di visiting professor , cioè docenti stranieri che trascorrono nell'ateneo cagliaritano da qualche settimana a diversi mesi, nel corso dei quali tengono seminari specifici dedicati agli studenti. «Tutto ciò è reso possibile grazie ai fondi della Regione, che ha indicato l'informatica, assieme all'energetica, all'ambiente e alla biotecnologia, uno dei settori trainanti dello sviluppo economico isolano».
LA RICHIESTA Nonostante gli aspetti positivi, qualche falla nel sistema c'è. Non tanto nella formazione, quanto nel mercato del lavoro. «I nostri ragazzi sono ambiti dalle aziende: ogni due, tre mesi, arrivano fino a dieci richieste, tanto che non sempre riusciamo a coprirle». Peccato che spesso a chiedere i laureati sardi siano aziende di altre regioni o straniere. «La capacità del tessuto produttivo sardo di assorbire informatici non è alta». Ad essere scelta è, ovviamente, la proposta migliore, che nella maggior parte dei casi arriva da oltre Tirreno. L'Isola spende soldi pubblici per formare i suoi cervelli, che poi emigrano altrove. Master and go .
Mario Gottardi
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Screening per battere il tumore
Il cancro del colon retto fa paura ma la prevenzione può essere decisiva
La malattia, causata dalla degenerazione di un polipo, si batte rimuovendo la neoformazione
 
I trattamenti migliorano ma il tumore del colon retto fa ancora paura: la sopravvivenza a 5 anni non supera il 58%. Numeri preoccupanti soprattutto perché è una malattia ad alta incidenza. Orientativamente, dicono le statistiche, sei individui su cento sviluppano un cancro colo-rettale: non a caso, è la seconda causa di morte per tumore e tra le prime in assoluto nei paesi industrializzati. «Nella grande maggioranza dei casi - spiega Giuseppe Casula, ordinario di chirurgia generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria - lo sviluppo della neoplasia maligna, il carcinoma, avviene per la degenerazione, nel tempo, di una neoformazione benigna, il polipo adenomatoso. Per questa caratteristica il cancro colo-rettale può essere considerato uno delle più prevenibili forme tumorali: basta interrompere, con l'asportazione del polipo, la sequenza polipo-cancro per impedirne l'insorgenza».
I programmi di screening si basano sulla ricerca, nella popolazione dai 50 anni in su, del sangue occulto nelle feci. I soggetti positivi vengono sottoposti a esame endoscopico del colon, per rivelare la presenza di eventuali lesioni tumorali che, se di aspetto benigno e asportabili, vengono rimosse nel corso dell'esame, se con caratteristiche di malignità avviate al trattamento più idoneo. Trattare il carcinoma precocemente aumenta le possibilità di sopravvivenza. In Sardegna la ricerca evidenzia 1.159 nuovi casi e 478 decessi all'anno.
Indipensabile la prevenzione: i risultati degli esami endoscopici, eseguiti a Monserrato confermano la validità dello screening: «Nei primi 74 soggetti esaminati, tutti asintomatici, sono stati identificati (e asportati) polipi nel 48,6% dei casi, mentre nel 6,75% è stato diagnosticato un carcinoma, poi rimosso chirurgicamente», dice Casula.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
San giovanni di dio
La mammografia al piano terra
 
L'Azienda ospedaliero-universitaria prosegue sulla strada della riorganizzazione interna. Nei giorni scorsi la mammografia del San Giovanni di Dio è stata spostata al piano terra, nei locali che un tempo erano riservati alla farmacia interna. Per accedervi non sarà più necessario passare dall'androne principale, ma si entrerà dal secondo ingresso. Novità anche per i prelievi, che sono stati trasferiti nei locali dell'ex direzione medica, sempre al primo piano ma in prossimità dell'uscita laterale. I locali sono più grandi e confortevoli e i pazienti non saranno più costretti a sostare nel corridoio. Nella sala d'attesa saranno sistemati nei prossimi giorni anche dei televisori al plasma. «Si tratta di piccole modifiche ma sostanziali», dicono Roberto Sequi, direttore sanitario e il direttore amministrativo Piero Tamponi.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cagliari Pirri (Pagina 19 - Edizione CA)
Un libro all'Università
 
Oggi alle 10, nell'aula magna “Motzo”, al secondo piano della facoltà di Lettere, in via Is Mirrionis 1, si tiene la presentazione del volume di Giulio Sapelli “L'occasione mancata. Lo sviluppo incompiuto della industrializzazione sarda”. Intervengono l'autore, Francesco Atzeni (docente di Storia contemporanea), Francesco Pigliaru (prorettore, ordinario di Economia), Andrea Raggio (politico), Gianluca Scroccu (studioso di storia).
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Carbonia (Pagina 19 - Edizione PC)
Dopo lo studio i progetti per la città
Il piano per i corsisti che frequentano il master sul recupero dell'architettura moderna
 
Oggi un master in cui perfezioneranno le loro conoscenze sull'architettura moderna, ma un domani saranno loro gli artefici della conservazione di uno stile edificatorio che a Carbonia ha raggiunto il culmine. A raccogliere la sfida sono i quindici laureati in architettura e ingegneria che proprio nel capoluogo del Sulcis hanno iniziato il master di secondo livello sul recupero dell'architettura moderna, finanziato dall'Associazione università Sulcis Iglesiente con i fondi dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione.
IL MASTER Per i quindici corsisti frequentare il master a Carbonia «è come frequentarlo in un laboratorio a cielo aperto». La loro esperienza è iniziata pochi giorni fa in un'aula del padiglione dell'Auditorium della Grande miniera di Serbariu. Il corso durerà un anno al termine del quale si sarà formata una figura specializzata nel recuperare ogni tipo di edificio nato sotto i crismi del razionalismo moderno. L'attività di ricerca e studio che i laureati porteranno avanti potrà avere ripercussioni concrete prima di tutto per la stessa Carbonia in cui l'opera di recupero è già iniziata ma ancora molto occorre fare. «Siamo certi - sottolinea l'assessore all'urbanistica Mauro Esu - che al termine del master scaturiranno soluzioni di cui terremo conto nel prosieguo delle opere già iniziate».
I CORSISTI Per i corsisti, tutti sardi e alcuni originari del Sulcis Iglesiente, quella del master a Carbonia è quindi una duplice sfida. «Questa - asserisce Lorenza Parodo, ingegnere di Carloforte - è conosciuta come una città modello e studiarla direttamente sul posto è il massimo, inoltre per noi è una specializzazione in più da inserire nel curriculum». Prima di iniziare la fase didattica, i quindici laureati hanno esaminato a fondo la città in un tour completo. «È notevole ed impressionante - afferma Valentina Congiu, ingegnere di Villamassargia - la concentrazione di strutture dell'architettura moderna e si nota che è già cominciata un'opera di recupero». I corsisti hanno apprezzato la città nonostante le innegabili modifiche che in molti casi hanno snaturato gli edifici originari. «Carbonia stessa è comunque materia di studio e di attenzione scientifica - ha rimarcato Silvia Soddu, architetto di Olbia - e questo master in particolare lo dimostra». Quello iniziato in miniera non è il primo evento di questo tipo: analogo master di secondo livello era stato ospitato quattro anni fa.
IL FUTURO «E non sarà l'ultimo - afferma l'assessore Esu - perché intendiamo confermare l'ex miniera come sede decretata degli studi universitari». Entro l'anno seguiranno altri due importanti appuntamenti. In maggio l'Ecocampus internazionale di quindici giorni organizzato dal Rotary club e dedicato al recupero ambientale delle aree minerarie dimesse: Carbonia salirà ancora in cattedra col progetto dell'ecoparco da realizzare (finanziamenti permettendo) dove ora sorgono le colline di sterili minerari di via Nazionale. Infine in giugno il convegno europeo dei Paesi finalisti dell'ultima edizione del Premio del paesaggio vinto da Carbonia. (a. s.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 43 - Edizione CA)
Incentivi per chi assume
Fondi per gli apprendisti e per chi dà lavoro nel turismo
Per fronteggiare la crisi occupazionale la Regione ha promosso alcuni strumenti
 
La disoccupazione resta la spina nel fianco di un'economia che non cresce. Eppure le opportunità per ripartire ci sono. In Sardegna, esiste una serie di provvedimenti che incentivano le assunzioni. Eccoli in dettaglio.
CREDITO D'IMPOSTA Le aziende sarde possono usufruire di un credito di imposta per l'assunzione con contratti a tempo indeterminato. L'aiuto, concesso dalla Regione, riguarda le imprese che abbiano assunto o assumeranno lavoratori svantaggiati a tempo indeterminato, a partire dal 13 luglio 2011 e fino al 12 luglio 2012. Più in particolare, per le imprese beneficiarie, la Regione concede un aiuto pari al 50% dei costi salariali, sostenuti per ogni singolo lavoratore assunto durante un periodo massimo di 12 mesi o, nel caso in cui il lavoratore interessato sia un lavoratore molto svantaggiato, durante un periodo massimo di 24 mesi successivi all'assunzione. «Per questa misura», spiega l'assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, «sono disponibili 20 milioni con la stima che possa riguardare almeno 1.000 lavoratori».
LUNGA ESTATE Ci sono poi altri contributi per il prolungamento della stagione turistica. Si tratta di incentivi all'occupazione per i mesi “spalla” (esclusi giugno, luglio e agosto). Il regime di aiuto è finalizzato alla riduzione dei costi di esercizio delle strutture ricettive alberghiere, extra-alberghiere e dell'indotto. Oltre al prolungamento della stagione, la finalità è anche la stabilizzazione del lavoratore. Per le stagioni 2010-11 e 2011-12 sono stati stanziati 13 milioni di euro, coinvolgendo circa 1.000 imprese e circa 10.000 lavoratori.
MASTER AND BACK Sull'alta formazione è stata invece finanziata la partecipazione a master universitari e dottorati di ricerca, organizzati da Università che operano fuori dall'Isola. I percorsi di rientro (back) finanziano l'inserimento professionale dei giovani che si sono impegnati in un percorso formativo. La somma messa a disposizione della Regione raggiunge i 18 milioni di euro. Ma su questo fronte non sono mancati i problemi sui percorsi di rientro.
APPRENDISTATO Infine, esistono contributi per l'apprendistato nell'artigianato, erogati con la legge 12 del 2001 per ogni lavoratore assunto. L'importo dell'incentivo regionale è pari a 3.615,20 euro per il primo anno di attività, a 2.582,28 per il secondo, a 2.065,83 per il terzo e a 1.549,37 per i successivi. Se l'assunzione riguarda un disabile l'importo salirà del 30%. Fondi per l'apprendistato (a valere non solo sull'artigianato) li mette a disposizione anche Italia Lavoro, che concede fino a 5.500 euro euro alle imprese che assumono con questo tipo di contratto.
Lanfranco Olivieri
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
Solo un pezzo di carta
La discussione sul valore della laurea
 
L'abolizione del valore legale dei titoli di studio è un'espressione dal significato più ampio rispetto alla reale portata dei possibili provvedimenti annunciati dal governo. Infatti, la laurea e gli altri titoli di studio continuerebbero ad esistere, ma con valore attenuato, in pratica come meri requisiti di base necessari per l'ammissione ai concorsi, e sterilizzati nei voti.
In altre parole, le lauree, dal punto di vista amministrativo, avrebbero tutte lo stesso valore, e sarebbero equipollenti, salvo quelle ad alta specificità, come ad esempio Medicina. La media dei voti sarebbe ininfluente, e la lode che talvolta le accompagna, orgoglio del neodottore e dei parenti, non avrebbe altra funzione se non quella estetico-affettiva di decorare una parete della cameretta, a ricordo del virtuale bacio accademico, d'ora in poi doppiamente tale, considerata la ridotta spendibilità del pezzo di carta.
Prospettiva demotivante per il giovane studente che punta al successo negli studi, e ai voti che lo misurano. Prospettiva iniqua se la modesta estrazione sociale non gli offre altre chance o non gli consente di utilizzare altri parametri sui quali misurarsi negli inevitabili confronti e competizioni che la vita gli propone. Certo, chi auspica l'abolizione del valore legale dei titoli di studio ha buon gioco nell'affermare che essi non hanno tutti lo stesso valore, e molti non ne hanno alcuno, rilasciati da università prive di qualità, e che converrebbe spostare l'oggetto della valutazione dal titolo di studio all'Ateneo, in un sistema di accreditamenti capace di distinguere le università di serie A da quelle di serie B e C, graduando poi in automatica corrispondenza anche il valore dei titoli da esse rilasciati. Ma così facendo, il merito cambierebbe titolare passando dall'allievo all'istituzione che lo ospita. Soluzione demotivante e deresponsabilizzante, e anche altro.
Prima di decidere, sarebbe bene approfondire.
Gabriele Uras
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
In metropolitana fino a Sant'Elia
Le priorità della commissione Trasporti: collegamenti con Poetto e Quartu
Approvato un documento che chiede nuovi tracciati e il potenziamento della linea esistente
 
La metropolitana leggera potrebbe arrivare fino a Sant'Elia e proseguire verso il Poetto: è una delle richieste che la commissione Trasporti del Consiglio comunale presenterà in Aula per impegnare la Giunta a lavorare la potenziamento delle linee. Il documento è stato approvato ieri mattina e prevede una ampia ramificazione dell'attuale tracciato che collega Monserrato a piazza Repubblica. In particolare «risultano di strategica importanza» diversi tracciati della metropolitana di superficie, oltre al prolungamento fino a piazza Matteotti dell'attuale linea dell'Arst. La novità più importante per la città sarebbe «la realizzazione di una nuova linea in direzione sud di collegamento verso il quartiere Sant'Elia, la spiaggia del Poetto ed il Margine Rosso». Poi altri collegamenti, che ricalcano esattamente l'Accordo di programma sottoscritto dai sindaci dei sedici Comuni del Cagliaritano nel 2008 (per cui era previsto uno stanziamento di 210 milioni di euro). Ecco le proposte: «Il prolungamento della linea esistente e di quella in corso di realizzazione verso il Policlinico universitario sino a Sestu; la realizzazione di una nuova linea in direzione est di collegamento con i comuni di Selargius, Quartucciu e Quartu Sant'Elena; una nuova linea in direzione ovest di collegamento con i comuni di Capoterra, Sarroch e Pula; il potenziamento della direttrice nord, sulla rete Rfi esistente, di collegamento con l'aeroporto e Elmas, Assemini e Decimomannu».
Un disegno che anche la Giunta vorrebbe portare fino in fondo: il potenziamento della metropolitana leggera è uno dei desideri del sindaco Massimo Zedda, che a gennaio, durante l'incontro con il premier Mario Monti, ha inserito tra le priorità per la città i finanziamenti per quest'opera. Perché il vero scoglio, come sottolinea anche il presidente della commissione Trasporti Guido Portoghese, sarà «trovare i soldi necessari per realizzare i lavori».
Il progetto complessivo prevede non solo una rete di trasporto su rotaie che unisca i vari centri dell'hinterland e i quartieri più popolosi del capoluogo. La delibera di commissione Trasporti mette nero su bianco anche la necessità di creare dei parcheggi di scambio nelle vicinanze delle principali fermate della metropolitana. ( m.r. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
L’industria in Sardegna La lunga storia di uno sviluppo a metà
Un ceto politico che ha disposto in maniera fallimentare di un imponente flusso di denaro pubblico
ALESSANDRO ARESU
 
La «Storia economica dell’Italia contemporanea» (Bruno Mondadori Editore) di Giulio Sapelli è molto di più di un manuale di storia economica. È un viaggio in Italia del genere più nobile, nei volti dell’impresa e del lavoro, nelle trasformazioni e nei nodi irrisolti, nelle relazioni con l’Europa e con il mondo. È una miniera di spunti, tra cui spiccano l’annotazione sulla scarsa presenza di una cultura organizzativa come risposta al tradizionale problema dell’esiguità delle grandi imprese in Italia, la riflessione sulla decadenza, la giusta intuizione sul «restringimento del mercato interno per l’enorme trasferimento di reddito e di valore che si realizzato dal lavoro al capitale in questi ultimi vent’anni», l’intervista a Giorgio Fuà. Sapelli, oltre che docente universitario, è impegnato in attività di consulenza di impresa e in una fervida attività pubblicistica. Autore di numerose pubblicazioni, ha scritto «Europa del Sud dopo il 1945» (Rubbettino Editore), un «dopoguerra» prima del classico di Tony Judt, ma dedicato quel complesso di nazioni - Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e Turchia - trascinato dalla comunità di pratiche e di culture del Mediterraneo (offesa dalle formule fallimentari, dal processo di Barcellona all’Unione per il Mediterraneo) alle sfumature razziste del lessico finanziario (i PIGS, «maiali», termine dispregiativo, ma che non dovrebbe offendere nessuna persona intelligente, che abbia avuto la fortuna di conoscere le virtù di questo straordinario animale al di là del bacon industriale). Sapelli è un autore di immensa cultura, in grado di maneggiare riferimenti - per citarne solo alcuni - come Pier Paolo Pasolini, Elinor Ostrom, Henry Hansmann. È un vero «intellettuale dell’Italia», capace di trasferire sulla pagina i dilemmi dell’impresa e del lavoro nel paese. In «Coming Apart», testo controverso che analizza la cosiddetta «élite cognitiva» negli Stati Uniti, Charles Murray presenta un questionario per analizzare la propria separazione dal «resto dell’America». La domanda numero 5 recita «Avete mai camminato dentro una fabbrica?», e l’autore ammette che ciò gli è capitato un’unica volta negli ultimi venticinque anni, per conoscere lo sponsor di una sua conferenza. Sapelli ha ben altra esperienza sul campo.
 Nella «Storia economica dell’Italia contemporanea» la Sardegna non viene menzionata. Certo, il testo si conclude con il Sud e con il riferimento ai segni di Ernesto De Martino e di Carlo Levi che sopravvivono alla fine della «classe operaia meridionale» come comunità di destino. In quel Sud è compresa anche la Sardegna? È una domanda che i sardi spesso si pongono. Nella maggior parte dei casi, essi danno una risposta negativa: «No, non siamo Sud, non siamo Isole, siamo un’altra cosa, per conto nostro». Sarebbe sbagliato concludere che questa percezione, questa idea di sé, sia slegata rispetto ai fattori economici. In questi termini: «Se non siamo Sud, allora siamo fuori dal girone dei dannati dall’Italia». Tale dinamica riproduce la specifica lontananza sarda dal fenomeno mafioso, che in tempi recenti s’è cercata di confutare con i fatti.
 Con «L’occasione mancata. Lo sviluppo incompiuto della industrializzazione sarda» - pubblicato da CUEC con introduzione e cura di Gianluca Scroccu (che colloca bene la riflessione di Sapelli nelle discussioni sulla crisi italiana e la crisi della globalizzazione) e con una testimonianza di Andrea Raggio che fornisce il quadro politico - Sapelli interviene sulla questione economica sarda, riproponendo in modo meditato e organico due suoi scritti degli anni Novanta.
 Nell’introduzione, c’è un accorato richiamo alla lezione di Antonio Pigliaru, «pensatore nazionale e internazionale» e a un’idea di antropologia giuridica, filosofica ed economica in grado di pensare la dialettica tra statualità e comunità secondo il principio di sussidiarietà. Da questo riferimento è chiaro come l’economia non sia per Sapelli una scienza che si autoghettizza, ma debba pensarsi invece sensibile e feconda rispetto all’antropologia, al diritto, alla storia. Sapere virtuoso perché relazionale e non astratto. Il testo di Sapelli lo è senz’altro, se si considera la sua capacità di dialogo sui testi e sui dati (si consideri quando ricorda il primato della Sardegna nella produzione di carciofi). Anche la Sardegna è relazione. «Sud Europa», quindi, e forse ancora «Sud del Sud», senza che in questa definizione vi sia alcun eco dispregiativo, ma un’analisi schietta della divergenza dello sviluppo europeo e dei temi attualissimi dell’industrializzazione debole e indotta. I temi aperti dal testo sono numerosi. Tra di essi, la questione demografica, i problemi dello sviluppo agrario, il peso insostenibile della «lentocrazia» del settore pubblico, la qualificazione del capitale umano (che andrebbe discussa anche in riferimento ai programmi regionali successivi al testo). Qual è stata la forza reale di quella che viene denominata «terziarizzazione virtuosa»? In che modo - e con quale sistema dei trasporti - il turismo sardo può ancora generare una catena virtuosa nell’alveo dello sviluppo sostenibile? E ancora, per aggiungere una questione alle tante sollevate da Sapelli, cosa resta del fermento nel settore ICT degli anni Novanta?
 A monte, ci sono due grandi questioni: la forma politica che deve attuare questi progetti e il ruolo degli imprenditori. Ragionando sull’opportunità di attuare il federalismo fiscale su «Il Sussidiario», Sapelli considerava Sardegna e Sicilia come casi di scuola del «fallimento dell’autonomismo regionale». Sugli imprenditori, Giorgio Fuà ricordava la sua esperienza con Adriano Olivetti, Enrico Mattei e Gunnar Myrdal e ne traeva questa definizione: «La caratteristica di un imprenditore è il dare un senso e uno scopo al lavoro altrui. Insomma, questi sono gli uomini che ti propongono un obiettivo, per il quale loro si sacrificano, ardono totalmente e ti fanno sentire che tu sei insieme a loro a volerlo e a realizzarlo». Esistono tali figure in Sardegna e, soprattutto, sanno essere parte di un progetto collettivo?
 Sfortunatamente l’idea di Antonio Sassu citata da Raggio nel suo colloquio (quella che la Rinascita sia stata un processo che ha portato la Sardegna «fuori dal buio della storia, dandole connotati che le impediranno di ritornarci») sembra meno attuale oggi. In troppi spazi e in troppe vicende l’ombra del buio insiste tuttora. Da là si leva non solo l’indignazione, ma la domanda di giustizia e di dignità.
 Queste sono alcune annotazioni suscitate da un volume denso di spunti. Nel mentre, quali sono le risposte istituzionali? Non è vero che le crisi siano per necessità grandi opportunità. Spesso le crisi sono affrontate senza salti di coraggio virtuosi, soltanto con «formule di cortesia». Per esempio, qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che la mera convocazione degli «Stati Generali del popolo sardo» sia sufficiente a risolvere i problemi. Non è così. Dato che gli esami non finiscono mai, è bene almeno consigliare i «testi obbligatori» di quest’appuntamento, e tra essi c’è senz’altro questo libro di Sapelli.
 
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
A CAGLIARI
Oggi la presentazione Con Pigliaru e Raggio
 
CAGLIARI. Stamattina alle 10 nell’aula magna di Lettere Giulio Sapelli presenta il suo libro «L’occasione mancata. Lo sviluppo incompiuto dell’industrializzazione sarda» (Cuec, 176 pagine, 14 euro). Con Sapelli dialogheranno Francesco Atzeni, Francesco Pigliaru, Andrea Raggio e Gianluca Scroccu.
 Il problema del mancato sviluppo economico della Sardegna contemporanea è un nodo importante del dibattito storiografico. Richiamandosi alla grande lezione di Antonio Pigliaru, Sapelli - docente di Storia economica all’Università Statale di Milano - ripropone in una nuova veste organica due saggi da lui dedicati al sistema economico sardo. Sapelli centra la sua analisi sulle peculiarità del sistema politico ed economico della Sardegna, in una prospettiva storica che dall’Ottocento arriva all’oggi passando per la stagione della Rinascita.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
M&B, l’autoimpiego ancora bloccato
Gravi ritardi nei finanziamenti Ue per i progetti individuali
Protestano i laureati in attesa: ci dicono sempre cose diverse
 
CAGLIARI. Master and Back, nuove proteste. Al contrario di altre linee d’investimento già finanziate, c’è un versante del M&B che non ha trovato soluzioni. È un canale garantito dalla stessa Giunta sin da giugno. Riguarda la promozione delle occupazioni individuali o sostegno all’autoimpiego: ossia la possibilità di usare soldi pubblici per un piano destinato a creare un singolo posto di lavoro, appunto quello di chi presenta il progetto. In sostanza, si parla di consulenti, professionisti, specialisti che vedono opportunità in settori finora poco battuti, e non solo.
 Tante le speranze. Almeno per il momento, c’è tuttavia un grande «ma». «Aspettiamo ancora che l’Europa definisca gli stanziamenti - fa infatti sapere il direttore dell’Agenzia regionale del lavoro, Stefano Tunis - Non dovrebbe passare altro tempo: presto dovremmo concludere tutto anche su questo versante». In attesa, ormai da parecchi mesi, ci sono decine di giovani sardi. Alcuni di loro avevano presentato domanda anche per il Back e alla fine hanno preferito optare sul rientro nell’isola per conto di privati, enti o istituzioni. «Ma chi come me ha puntato sulla chance dell’autoimpiego non può che essere contrariata - afferma Serena Orizi, una delle laureate inserite nella lista in giacenza - E non solo per i ritardi: nel tempo, come dimostra una serie di contatti e prese di posizione ufficiali, ci sono state date informazioni parziali, scorrette o fuorvianti. Speriamo davvero che adesso il quadro si sblocchi anche per noi». Nelle ultime settimane infatti è stato possibile dare risposte a centinaia di candidati degli altri canali M&B attraverso un consistente aumento de fondi regionali. (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Universitari all’estero con Ulisse, domande prorogate al 12 marzo
 
SASSARI. È stato prorogato al 12 marzo il termine per partecipare al bando Ulisse che consente agli studenti universitari di fare esperienze di studio e tirocinio all’estero. Le candidature dovranno pervenire in formato elettronico alle presidenze di facoltà e in duplice copia cartacea all’Ufficio relazioni internazionali. Il programma Ulisse «Student mobility for study and for placement» è attivo nei paesi non aderenti all’Erasmus, altro progetto di mobilità studentesca. Sono romai anni che l’università sassarese partecipa attivamente ai due progetti dando l’opportunità ai suoi iscritti di aprire i propri orizzonti di studio.
 L’Ufficio relazioni internazionali al quale devono essere fatte pervenire le domande è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30. Per maggiori informazioni è possibile chiamare allo 079/229757/9953 o scrivere agli indirizzi email relint@uniss.it, felix@uniss.it.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Un’ondata di tagli e precariato
Centinaia di aziende in difficoltà. Male anche il primo trimestre 2012
Mille posti in meno entro marzo. Gran parte dei neoassunti sono a tempo determinato
STEFANO AMBU
 
 CAGLIARI. Crisi, cinque lettere e un’infinità di numeri. Sempre brutti: gli ultimi, quelli che verranno, dicono che nel mondo del lavoro, per le aziende della provincia di Cagliari, nel primo trimestre ci saranno 2090 ingressi. E, dati Unioncamere, 3110 uscite. Con un saldo negativo di 1.020 unità.
 I settori che vanno male? Sono stati rielencati nei giorni scorsi in un’assemblea al Mediterraneo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
 Edilizia in primis - oggi una conferenza stampa dell’Ance ribadirà il concetto visto che si parla di 15mila posti di lavoro persi nell’isola dal 2007 - soprattutto per i ritardi negli investimenti pubblici nelle grandi strade del Cagliaritano, dalla Sulcitana alla 554 passando per la 125. Per non parlare del Betile, il museo di Sant’Elia progettato dall’archisatr Zaha Hadid, ma mai decollato e ormai già dimenticato. E del campus universitario di viale La Playa. Che invece per fortuna si sta sbloccando in queste settimane. Ma ci sono anche i settori dell’agroindustria (la Unilever il caso più emblematico con i lavoratori finiti dopo mille battaglie nella mobilità in deroga) e dei trasporti.
 A complicare la situazione, in quest’ultimo settore, anche il naufragio della Concordia all’isola del Giglio: crociere ferme al porto di Cagliari fino ad aprile. Male persino i servizi, gli unici che in qualche modo sembravano reggere.
 «Il caso della provincia di Cagliari - spiega Fabrizio Carta, segretario territoriale della Cisl - non va sottovalutato: non ci sono situazioni singole con i numeri dell’Alcoa nel Sulcis o la Keller nel Medio Campidano. Ma tante piccole aziende, e con loro tantissimi lavoratori, in crescente difficoltà. Un quadro legato al fatto che nella Provincia, ad eccezione della Saras, non esistono le grandi industrie, ma un tessuto di attività legate soprattutto ai settori dell’edilizia e dei servizi, vedi i call center. Casi “invisibili” che non fanno tanto rumore, ma che messi insieme rappresentanto una situazione drammatica».
 Migliaia i lavoratori nei call center del Cagliaritano. Ma cominciano a preoccupare le tante vertenze aperte. Che significano rischio chiusura e perdita di occupazione. I sindacati sentono puzza di bruciato, ma forse anche qualcosa di più, per trasporti e per il settore bancario e assicurativo.
 I disoccupati o i lavoratori in pericolo piangono e tremano. Ma anche chi riceve la busta paga non ride. Tra i 2090 contratti che verranno entro la fine di marzo il 59 per cento saranno a tempo determinato. Più un altro 5 per cento saranno apprendistato, inserimenti e altre tipologie di accorso.
 Precari insomma: il posto fisso andrà soltanto al 36 per cento delle new entries. Numeri che si incrociano con altri numeri, quelli dell’Agenzia per il lavoro relativi al terzo trimestre del 2001. Bene, anzi male: confermano che le assunzioni sono quasi tutte con contratti a tempo determinato. A livello regionale su 64.715 avviamenti al lavoro soltanto 14.076 sono con contratto a tempo indeterminato. Per una percentuale del 22 per cento. I settori: agricoltura (4%), industria (17%), costruzioni (33%), trasporti (27%), servizi alle imprese (13%). «Ormai è la prassi - continua Carta - i contratti a tempo indeterminato non superano la percentuale del 20-25 per cento. Vero che molti contratti a tempo vengono prorogati. Ma stiamo parlando di una situazione comunque di precarietà. E difficili da gestire, anche per costruirsi un futuro, per tanti giovani, ma anche meno giovani che firmano i contratti con la scadenza». Precariato per forza, insomma, alla faccia della monotonia del posto fisso.Futuro o passato, sempre crisi è. Durante l’ultimo incontro al Mediterraneo si è fatto un po’ il punto del 2011. E non c’è voluto molto per tirare le somme. Per i sindacatiè andato peggio dell’anno precedente. Spia accesa dunque anche per la provincia di Cagliari considerata privilegiata rispetto ad altre aree della Sardegna per la sua posizione nella graduatoria nazionale del reddito pro capite. Un dato significativo è quello relativo alla cassa integrazione: cala quella ordinaria (-13,4%): le ore autorizzate passano da 976.3888 a 845.596. Ma aumentano, e non poco, la Cig straordinaria (+110,2%). Quella in deroga sale invece del 95,3%. E la mobilità in deroga? I dati raccolti nei primi trenta giorni del Sil (Servizi per l’impiego) dicono che sono state elaborate online a livello regionale più di tremila pratiche. Con una stima, per la provincia di Cagliari, di 1.500 unità. Numeri che fanno paura. E il 2012 non preannuncia niente di buono. O di meglio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Una casa magica per i bimbi malati
È in corso un seminario di esperti: sarà la prima struttura al mondo
A Villanova Monteleone sta prendendo vita il progetto di una biosfera per pazienti terminali
LEONARDO ARRU
 
VILLANOVA. Si chiama “Earth Child House - Sa Domo De Sos Pitzinnos de Sa Terra” il progetto che prevede di realizzare una struttura a Villanova Monteleone, la prima in assoluto al mondo, destinata ad accogliere bambini malati terminali, per consentirgli di trascorre una settimana di serenità sicuri e immersi nella natura.
 Parchi cittadini, centri per vacanze, non garantiscono il comfort, la pulizia e le condizioni di serenità, mentre sanatori e centri ospedalieri non sono il luogo in cui quei bambini possono trovare quel fondamentale contatto con la vita e la natura. Questo luogo dove coniugare le due esigenze è la “Earth Child House», una biosfera, una piccola foresta con piante, uccelli, pesci, ruscelli, e fontane, all’interno di una speciale serra-cupola e con differenti ambienti confortevoli annessi. La struttura accoglierà persone da tutto il mondo. Per i bambini sarà un’esperienza vitale, in libertà e troveranno la felicità dal contatto con le piante e con gli animali.
 L’idea nasce nel mese di settembre 2010, proprio a Villanova. Nel corso di una festa, organizzata dall’amministrazione comunale di Villanova, che celebrava Madre Terra, Franziska Manca, maestra di scuola e promotrice della letteratura e della poesia locali, espresse la volontà di immaginare un luogo dove accogliere bambini malati terminali e i loro genitori, un luogo che ora non esiste, ma nel quale potessero trovare pace e serenità nella natura. Era presente il sindaco di Villanova Monteleone Quirico Meloni, che offrì immediatamente tutta la disponibilità ed il territorio di Villanova per tale scopo. Il comune di Villanova, infatti, ha a disposizione ampi terreni lasciati in eredità al Comune da un illustre concittadino, il generale Giovanni Casula. Il primo disegno venne tracciato su una tovaglia di carta e nessuno al momento avrebbe potuto dire che solo un anno dopo sarebbe esistita una prima versione del progetto vero e proprio. La struttura è concepita come evoluzione formale del nuraghe, una “biosfera” composta da una grande cupola e da alcuni ambienti ad essa connessi. L’aria e l’acqua all’interno sono filtrate, prima di essere immesse all’interno, per garantirne la purezza, le piante e gli animali sono controllati prima di entrare a far parte dell’ambiente e non vi saranno campi magnetici artificiali indotti. Ci sarà modo di avere sole e ombra dove si desideri e l’ambiente e il paesaggio esterno saranno visibili dall’interno. Tutta la fornitura energetica sarà ottenuta da fonti rinnovabili e l’intera struttura verrà studiata ai fini della massima sostenibilità, con materiali naturali e comunque a basso impatto ambientale. Vi saranno differenti zone nelle quali i bambini potranno vivere, giocare, riposare, dormire in completa serenità, vicino ai genitori, con appositi locali per la cucina e per mangiare, un ambulatorio, tutti i servizi, aree di tranquillità.
 I locali tecnici per gli impianti per la distribuzione dell’acqua, dell’aria e dell’energia e per il condizionamento estivo/invernale verranno costruiti a parte, per non interferire con gli ambienti e la loro vivibilità. Il suono dell’acqua che scorre e delle fontane accompagnerà il volo e il canto di uccellini, dentro la biosfera, e pesci colorati nuoteranno in piccole vasche, con il profumo di fiori e piante che riempirà il grande ambiente della biosfera. Ci saranno assistenti preparati e competenti che saranno costantemente presenti e che condivideranno con gli ospiti il tempo e lo spazio.
 Nel mese di settembre 2011, un primo progetto di massima è stato presentato alla Regione nell’ambito di un bando per il finanziamento di strutture assistenziali, e nello stesso periodo, la “Earth Child House” è diventata il tema di un workshop della Ecoweek di Milano. Dal 25 febbraio al 4 marzo è iniziato, a Villanova, il seminario per la progettazione esecutiva, che rappresenta un passo fondamentale per la realizzazione della struttura, è che sarà parte integrante della sessione Ecoweek di Tel Aviv che si svolgerà in contemporanea. Al progetto che verrà definito nella settimana del seminario, contribuiscono la Scuola della Bovisa del Politecnico di Milano, il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero dell’Università di Sassari, nonché numerosi esperti di botanica, zoologia, medicina e di vari settori dell’ingegneria e dell’architettura. Un contributo finanziario per tutti i seminari previsti è stato chiesto alla Fondazione Banco di Sardegna. I prossimi passi, una volta creato il progetto col seminari saranno quelli di promuovere la conoscenza e la diffusione della “Earth Child House” per iniziare a raccogliere i fondi necessari alla costruzione. Verranno organizzati eventi e concerti di portata internazionale a Villanova Monteleone, eventi ai quali hanno già dato la loro adesione musicisti di fama. In futuro, verrà istituita una Fondazione che sarà responsabile della gestione della prima biosfera che accoglierà i bambini per la loro settimana di vita nella natura. Per contatti: Comune di Villanova Monteleone - sindaco Quirico Meloni. Responsabili del progetto in ambito comunale: Pietro Fois e Gianni Sogos comune.villanovamonteleone@halleycert.it. +39.079960406.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
UNIVERSITÀ
Corso Unicef su educazione allo sviluppo
 
SASSARI. Si avvia oggi il XIX corso universitario multidisciplinare di Educazione ai diritti organizzato dal comitato provinciale di Sassari per l’Unicef, in collaborazione con l’ateneo sassarese e con il Banco di Sardegna. La cerimonia di apertura è prevista per le 17,30 nell’aula A della facoltà di Lettere. Il corso è rivolto a studenti universitari, neolaureati, insegnanti e operatori delle Ong si propone di analizzare le conseguenze della crisi economica. Per info e iscrizioni on line contattare l’indirizzo mail www.unicef.itcorsouniversitàsassari o il numero 079 278981.

Questionario e social

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