UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 26 febbraio 2012

Domenica 26 febbraio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 febbraio 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Fondi all'Azienda mista
L'assessore: ricerca e assistenza priorità della Giunta
SANITÀ. In via di definizione un accordo di programma da 246 milioni
 
«Stiamo chiudendo un Accordo di programma che porterà 246 milioni di euro nell'Isola: parte andrà alle Aziende ospedaliere». Risponde così l'assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci, all'appello lanciato dal preside della facoltà di Medicina, Mario Piga, nel convegno sull'Alta specializzazione tenutosi ieri al Policlinico di Monserrato, in cui si è fatto il punto sul rapporto tra sanità regionale e università.
Il grido d'allarme è volto ad ottenere al più presto i finanziamenti necessari per portare avanti una "missione sociale": formare una nuova generazione di figure mediche professionali preparate. Impellente il bisogno di tecnologie all'avanguardia, organizzazione adeguata, nuovo piano sanitario, rete assistenziale, ospedaliera e d'emergenza. Poiché l'alta specializzazione comporta alti costi viene chiamata in causa la politica il cui compito è sostenerli.
«Chiedo che una comunione d'intenti possa permettere lo sviluppo di questo ospedale», ha ribadito il preside di Medicina. «Ci troviamo in una difficoltà non solo economica, ma percepiamo mancanza di attenzione dalla parte politica nel capire che questo è un ospedale diverso dagli altri», ha aggiunto Ennio Filigheddu, direttore generale dell'Azienda mista.
Veronica Nedrini
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 66 - Edizione CA)
INTERVENTO. Il ricordo
Lilliu, eredità di educazione al riscatto
 
Non è facile leggere con lo sguardo, senza la condivisione della parola, che cosa una persona o ancor meno una moltitudine provi in una certa situazione. Durante la sobria celebrazione esequiale nella parrocchiale di Barumini, e nell'accompagnare il professore alla sua ultima dimora terrena, ho avuto la sensazione forte di essere accanto a tanti che come me erano lì per affetto e gratitudine. Sentivamo il dovere, “il piacere” del cuore di stare accanto alla carissima famiglia ma soprattutto a su “babbai mannu” per rivolgergli un ultimo saluto. Con passo lento si andava verso il cimitero col bisogno di stabilizzare quanto più possibile l'emozione e il pensiero della fortuna-dono che avevamo avuto nell'aver frequentato la persona e l'opera dell'ultimo più grande figlio di Sardegna. Affetto e gratitudine sentivamo soprattutto quei tanti che nei corsi universitari o alla Scuola di specializzazione in Studi sardi, avevamo goduto del suo raccontare la reggia di Barumini, il Bruncu Madugui o il nuraghe Albucciu, il grandioso nuraghe Orrubiu o il più “elegante” di tutti, Is Paras di Isili, “l'anfiteatro” di Montessu o la foresta di “piante di pietra” di Pranu Muttedu.
Il professore ci ha educati, ci ha “fatto uscire” da una condizione di sudditanza culturale accompagnandoci in un liberante e gioioso processo spirituale. Ci ha trasmesso l'orgoglio dell'autentica nostra sardità. Ci ha detto che era importante tutelare, far conoscere e vivere il nostro patrimonio. Come archeologo e divulgatore ci aveva offerto testimonianza di passione “resistenziale”. Al seguito di un formidabile camminatore quale era, abbiamo intrapreso un percorso di “esodo” da una condizione culturale-psicologica di sudditanza. Ci ha aiutati a riprenderci “su fueddu”, dopo il “taglio” della lingua operato dalle agenzie educative, sprezzanti della sardità, non solo linguistica. Anche in un recentissimo incontro chiese notizie sulla Novena di Natale in sardo e sulla “situazione” linguistica nella Liturgia. Mi fissava negli occhi mentre gli esprimevo l'auspicio che i Vescovi sardi chiedessero alle Autorità vaticane di poter “sperimentare” l'uso della lingua sarda nella Liturgia Eucaristica.
Annuiva incoraggiandomi con il suo paterno sorriso. L'eredità che ci lascia il professore è preziosa: oggi abbiamo un punto di riferimento e un maestro che, con la sua autorevolezza a tutto tondo, ci ha indicato la strada. Non è esaltante la condizione di chi opera in Sardegna nel settore agro-pastorale o quella dei tanti espulsi dal ciclo produttivo come “esuberi”, ma mi intristisce in pari misura la condizione di tanti giovani, soprattutto del settore archeologico e di tutela dei beni culturali, privi di speranza. Il mio auspicio è che anche la Chiesa, chiamata a “inculturare” nella nostra Terra il messaggio liberante del Vangelo, sia solidale con un popolo che da troppo tempo attende il suo riscatto. Per questo ha operato il professore e a noi lascia questa eredità.
Don Mario Cugusi
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Rafforzare il Pronto soccorso e Odontoiatria
Il prorettore Uccheddu: «Puntare a migliorare il percorso dei singoli pazienti»
L’assessore alla Sanità: «Importante investire risorse sulla ricerca»
Simposio nella Cittadella universitaria sulle frontiere dell’assistenza e sui rapporti tra l’Ateneo a l’Azienda sanitaria
 
CAGLIARI. Rapporti tra ateneo e ospedali e quindi tra Università di Cagliari e Azienda sanitaria. Sono alcune delle tematiche trattate nel convegno “Alta specializzazione nell’assistenza clinica, medica e chirurgica. Stato dell’arte, prospettive a breve e medio termine”.
 Il simposio si è tenuto ieri mattina nella sala congressi della facoltà di Medicina della Cittadella universitaria di Monserrato. Un evento organizzato dalla facoltà di Medicina e e dall’Azienda Ospedaliero-universitaria di Cagliari e patrocinato dalla Regione per capire quanto ancora c’è da fare e quanto invece è stato fatto negli ultimi anni. In primo piano il completamento della sede del Pronto soccorso e il progetto della facoltà di Odontoiatria nella Cittadella di Monserrato. «Sembrava una “cattedrale nel deserto” invece a breve verrà completato il progetto della facoltà di Odontoiatria a Monserrato - ha sottolineato Giovanni Argiolas, Sindaco di Monserrato - che prevede l’utilizzo della vecchia scuola ex Crias. È un una scelta condivisa con il Rettore». Tra gli obiettivi dell’ateneo il consolidamento di una sede unica che favorisca la didattica e i costi di gestione. «Una sede unica - ha sottolineato Alessandro Uccheddu, prorettore per le tematiche assistenziali - che consenta di migliorare anche il percorso del paziente oltre a favorire l’integrazione e l’interazione tra varie discipline». Al convegno hanno preso parte anche Francesca Barracciu della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Sardegna e l’assessore all’Igiene e sanità della Regione Simona De Francisci che ha sottolineato come la Giunta Cappellacci, in questi ultimi tre anni, abbia creduto nel connubio assistenza sanitaria-ricerca e abbia voluto investire, invertendo il trend del passato, per migliorare l’alta specializzazione e l’ammodernamento tecnologico delle strutture delle aziende ospedaliere». (b.c.)
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Due giorni fa incendiata l’auto della moglie
Il sindaco di Monserrato: «Mi hanno lasciato solo»
BETTINA CAMEDDA
 
 MONSERRATO. «Lunedì deciderò se rassegnare le mie dimissioni da sindaco, sono molto incerto se continuare. In questa situazione è difficile andare avanti». È ancora sconvolto Gianni Argiolas, il sindaco di Monserrato, dopo l’episodio avvenuto la notte scorsa quando sconosciuti hanno dato alle fiamme l’auto della moglie, una Citroen C3, parcheggiata davanti all’abitazione. Il primo cittadino ha deciso comunque di intervenire al convegno su “Lo stato dell’arte dell’assistenza, le prospettive a breve e medio termine, la rilevanza sociale” nella sala congressi della facoltà di Medicina alla Cittadella universitaria di Monserrato.
 Durante il suo intervento il sindaco non è riuscito a nascondere l’amarezza e la commozione. «Le istituzioni mi hanno lasciato solo e indifeso. Una situazione per me molto pesante. Soltanto un mese fa ho ricevuto una lettera con dei chiari riferimenti e una pallottola, poi la notte scorsa hanno dato alle fiamme l’auto che usavano mia moglie e mio figlio - denuncia Argiolas -. In queste ore non ho ricevuto neppure una telefonata da membri di Stato e Governo e dalla Prefettura». Argiolas, che ha invece ringraziato il mondo accademico, politico e gli amici per il sostegno e la vicinanza in queste ore difficili, si sente lasciato solo di fronte a una battaglia più grande di lui. «Non ho la certezza che questi atti intimidatori siano legati al mio impegno nel progetto dell’area vasta, di certo io non ho scheletri nell’armadio. Visto però l’estrema gravità di quanto accaduto ho discusso prima con la mia famiglia - spiega il primo cittadino - e ho deciso che se non avrò risposte da chi mi deve tutelare, se lo Stato non si farà sentire, rassegnerò immediatamente le dimissioni».
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Nuoro
Manca: «Università dimenticata»
Il consigliere: la Fondazione non esiste ancora
 
 NUORO. «L’Università abbandonata». Così il consigliere comunale Paolo Manca inzia un duro intervento sulla «Fondazione per la promozione degli studi universitari e della ricerca scientifica nella Sardegna centrale. Nata lo scorso il 31 ottobre.
 «Quando - attacca Manca - l’instabile maggioranza ha deciso in concomitanza col consiglio provinciale la cessazione di tutte le attività del Consorzio».
 «A distanza di quattro mesi - spiega Manca - abbiamo preso atto delle improvvise e imprevedibili macchinazioni degli attuali organi di governo locale, che con incredibile tempestività e bilaterale imprudenza, hanno disegnato il futuro organo decisionale della università. Riteniamo sia indispensabile conoscere l’evoluzione sulle decisioni assunte, le successive scelte e il destino degli studenti che volessero approcciarsi nel prossimo anno accademico all’università nuorese. Sapere sulla nuova offerta formativa, i fondi economici a sostegno delle scelte ed infine il destino del Consorzio e dei suoi beni».
 «Poiché tutto tace - continua Manca - o che in pochi decidono, insieme a tutta l’opposizione è stata richiesta la audizione in consiglio dei rappresentanti della Fondazione, per un primo atto di monitoraggio. I chiarimenti sulla situazione arrivano direttamente dal presidente del consiglio che informa i richiedenti, che non esistono i rappresentanti della Fondazione e pertanto non è possibile ascoltarli. Perché la Fondazione non è operativa, chi si stà occupando della Università, a che titolo, con quali obiettivi?. Pare una triste vicenda più che un entusiasmate percorso per il futuro e per la crescita della città e del suo territorio». «Dalla mancata azione del Comune e della Provincia si evince una inconcludenza che rivela come la passione per l’Università sembra essersi esaurita nella sola enunciazione dei programmi durante la campagna elettorale - chiude Paolo Manca -. A distanza di due anni da allora, pare concretizzarsi sulla università solamente una situazione di conflitto e di paralisi, che attestano quanto marginale sia, per chi ci amministra, il destino di questo importante strumento di crescita culturale sociale ed economico». (g.bua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
L’urbanistica cambierà volto
 
VILLACIDRO. Il “paese d’ombre” cerca di rifarsi il look con un accordo fra Comune e Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari per un rapporto di stretta collaborazione finalizzato ad attivare ricerche, studi, piani e progetti sui temi della qualità architettonica e urbana, sul patrimonio edilizio del centro storico e sul recupero delle periferie della cittadina capoluogo del Medio Campidano. Il protocollo d’intesa sarà firmato (e poi presentato) martedì prossimo nella sala consiliare del municipio dal sindaco Teresa Pani e dal preside del Dipartimento di ingegneria, Giorgio Massacci. «Il rapporto di collaborazione con l’Università - dice il sindaco - rappresenta per Villacidro una grande opportunità di sviluppo urbano».(l.on)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Emigrazione, riprende anche nell’isola
In aumento la fuga di chi ha un titolo di studio elevato
PIERLUIGI CARTA
 
CAGLIARI. I giovani che dovrebbero costituire le forze del domani sono disposti a emigrare e lasciano in massa i confini nazionali. E anche in Sardegna e a Cagliari la fuga è in aumento. I dati (rapporto Svimez 2000-2009) dicono che dal sud Italia sono partiti in seicentomila.
 I dati sono stati esposti ieri dal delegato regionale dell’Anfe (Associazione nazionale famiglie emigrati) Giorgio Randaccio, durante il convegno «La Nuova emigrazione» tenuto al Caesar hotel. Il sei per cento è diretto all’estero e il resto verso il centro-nord. Si tratta principalmente di uomini: il 21 per cento è laureato, il 54 diplomata. Il trend di fuga di chi ha diploma e laurea aumenta del 3 per cento l’anno, mentre quello di chi non ha titolo di studi è costante. «Si tratta di emigrazione intellettuale», chiosa Marcello Saija, professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche dell’università di Palermo. Gli studi condotti dall’università di Bologna dimostrano che l’82 per cento di chi parte, se potesse avere un lavoro adeguato al titolo di studi conseguito, rimarrebbe. Il 66 per cento non lascerebbe la terra natia anche se disponesse di un lavoro non adeguato al titolo di studii. «Siamo prossimi ai flussi migratori dell’immediato dopoguerra afferma il delegato regionale - il 63 per cento dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni è disposto ad emigrare». La Rai recentemente ha parlato di 150mila giovani ricercatori emigrati, ma il dato, secondo Randaccio, va ridotto a 36mila, cifra comunque astronomica. Per quanto riguarda l’isola, che a pieno titolo vanta la parità con le altre regioni del sud per l’intensità del fenomeno, dopo il flusso migratorio del dopoguerra, quando in un ventennio emigrarono 400mila sardi, il trend è salito nuovamente dal 1987 al 1999, con 15.647 cittadini che prendono la via dell’emigrazione, contro un flusso di ritorno di 12.869. la maggior parte degli emigrati proviene dalla provincia di Cagliari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Un corso Unicef sulle diseguaglianze
E’ destinato agli universitari e analizza gli effetti della crisi globale
DARIA PINNA
 
SASSARI. E’ in partenza il XIX corso universitario multidisciplinare di educazione ai diritti organizzato dal comitato provinciale di Sassari per l’Unicef, in collaborazione con l’ateneo sassarese e con il Banco di Sardegna. La cerimonia di apertura è prevista per martedì 28 febbraio alle 17,30 presso l’aula A della Facoltà di Lettere. Il corso, rivolto a studenti universitari, neolaureati, insegnanti e operatori delle Ong, si propone di analizzare le conseguenze della crisi economica in atto e il peggioramento delle condizioni di vita e delle situazioni di povertà e emarginazione sia a livello locale che globale. Gli effetti della globalizzazione si avvertono nel progressivo processo di livellamento economico fra i paesi. Sarà, quindi, tema di discussione la forza innovativa della crisi che stravolge i vecchi e consolidati equilibri e ridisegna nuove mappe della politica, della legislazione e degli assetti economici. Caratteristica dei Corsi Unicef è mettere a confronto la situazione locale e quella globale, con uno sguardo allo sviluppo sostenibile. Il corso, diviso in tre moduli, rappresenta “uno sguardo sul mondo”, con gli occhi di chi vuole comprendere le cause e gli effetti della crisi economica e delle diseguaglianze sociali. Per info e iscrizioni on line contattare l’indirizzo mail www.unicef.itcorsouniversitàsassari o il numero 079278981
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Giuseppe Manno, un fedele servitore di Casa Savoia
Da Antonello Mattone il primo lavoro scientificamente esauriente sulla vita dello storico che cominciò la sua carriera a corte come segretario di Carlo Felice
LUCIANO MARROCU
 
Nel suo muoversi avanti e indietro lungo le tormentate vicende della storia italiana, con un arco di interessi che va dall’editoria universitaria in epoca medioevale alle vicende del Partito comunista, Antonello Mattone si è questa volta soffermato sulla figura di Giuseppe Manno, con una biografia - «Giuseppe Manno magistrato, storico, letterato tra Piemonte della Restaurazione e Italia liberale, Edizioni Scientifiche Italiane» - che è la prima di solido impianto scientifico dedicata allo storico algherese. Data l’ importanza del personaggio, colpisce come su Manno, sino a questa di Mattone, non solo non ci fosse una vera e propria biografia ma neppure un soddisfacente studio complessivo dell’opera.
 Manno fu un magistrato e un politico di buona levatura che spese grandissima parte della sua vicenda pubblica a Torino, anche se fu soprattutto per l’ attività di storico della sua terra natale a essere celebrato dai contemporanei. Prima la «Storia di Sardegna», pubblicata nel 1825-27, poi la «Storia moderna di Sardegna», nel 1842, contribuirono a dargli una fama che fu vastissima in Sardegna. Dagli studiosi dell’isola venne considerato il padre fondatore della storiografia sarda moderna, oltre che il loro santo protettore, una considerazione che Manno fece di tutto per meritare distribuendo, da Torino, i suoi oculati favori a quanti dall’isola si rivolgevano a lui in cerca di consigli e approvazione. Furono comunque gli studiosi suoi conterranei a dare più di quanto ricevessero. Tra essi Ludovico Baille che, richiesto dal Manno di una mano d’aiuto nella fase di preparazione della «Storia di Sardegna», lo inondò da Cagliari non solo di buoni consigli ma anche di documenti, sia trascritti sia originali.
 Apprendiamo da Mattone come in realtà Baille un suo progetto di storia generale della Sardegna l’avesse lui stesso elaborato, qualche tempo prima. Un progetto di grande portata, anche perché basato sulla cooperazione di un gruppo di studiosi che avrebbe voluto «filopatridi», laddove la «patria» in questione era senza dubbio la patria sarda. Ben difficilmente Manno poteva annoversi tra i «filopatridi», ma il giudizio di Baille sulla «Storia di Sardegna» fu comunque deferente. Come all’insegna della deferenza fu l’atteggiamento degli storici sardi più giovani, quali Vittorio Angius, Pietro Martini e Pasquale Tola.
 Risaliva ai primi decenni dell’Ottocento il nuovo interesse degli studiosi sardi nei confronti delle vicende della loro terra, maturato nel contesto della «Sarda Rivoluzione» di fine Settecento quando il bisogno di autonomia delle élites locali aveva cercato legittimazione nella storia dell’isola. Se questa era la matrice della rinascita della storiografia sarda, Giuseppe Manno muoveva in tutt’altra direzione. «La “Storia di Sardegna” - scrive Antonello Mattone - che nasceva all’interno delle alte istituzioni dello Stato piemontese, si caratterizzava, per le sue finalità ideologiche e culturali, come un’ opera pensata e composta per il governo dell’isola e per la glorificazione della dinastia sabauda».
 Nella stessa direzione la successiva «Storia moderna della Sardegna», che venne dodici anni dopo a completare la «Storia di Sardegna». Al centro della narrazione, i moti angioiani, dei quali Manno pensava, come di tutte le rivoluzioni, che fossero da aborrire e che nella migliore delle ipotesi tentassero di raggiungere, con mezzi sbagliati, misure di riforma pacificamente raggiungibili contando sulla benevolenza regale. La fedeltà alla dinastia sabauda rappresentò il punto di ancoraggio di una visione spiccatamente conservatrice, ma anche il risultato di una precisa disposizione psicologica. Ritornando con il pensiero, da vecchio, alle varie circostanze della sua vita, trovava modo di ricordare con affetto sincero il principe della sua giovinezza, Carlo Felice, il cui gesto di benevolenza - l’aveva fatto, poco più che trentenne, suo segretario - era stato all’origine delle fortune di Manno. Qui possono essere individuate le radici più vere della sua sempre confermata fedeltà ai Savoia. Se un orientamento politico conservatore ne costituiva lo sfondo, gratitudine, deferenza, una disposizione quasi ingenua a compiacersi del favore dei principi l’avevano nutrita quotidianamente.
 

9 – SardegnaQuotidiano
Cagliari – pagina 12
Ospedali Il Civile trasloca entro l’anno
MONSERRATO Quasi tutti i reparti del San Giovanni di Dio saranno trasferiti al Policlinico in breve tempo
 
Entro un anno il cuore del San Giovanni di Dio sarà trapiantato a Monserrato. Forse entro il 2012, al massimo all’inizio del 2013. L’accorpamento delle facoltà scientifiche e della struttura ospedaliera continua mentre vano avanti i lavori al blocco Q del Policlinico, che dovrebbero essere conclusi nei prossimi mesi. «A gennaio c’è stata la consegna dei lavori e ci sono 150 giorni di tempo per realizzarli - spiega Ennio Filigheddu, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria - ma bisogna essere realisti e spero che si riesca a chiudere tutto entro un anno, gli intoppi sono sempre dietro l’angolo perché nel frattempo ci sono le gare per gli arredi e devono essere realizzate sei sale parto, una sala operatoria, la terapia intensiva, i magazzini e altri interventi». Perchè uno dei primi passi sarà quello dell’abbandono della Clinica Macciotta, tutto il blocco pediatrico sarà trasferito. «Nel blocco Q di Monserrato verranno trasferiti i reparti di Ostetricia e ginecologia, Puericultura e Terapia intensiva neonatale - precisa Filigheddu - di pari passo andrà il trasferimento del Pronto soccorso con i reparti di Cardiologia e Rianimazione. L’obiettivo è di trasferire al più presto la degenza dal San Giovanni di Dio, soprattutto per quanto riguarda i piani alti. Per restare lì servirebbero importanti e costosi interventi di messa in sicurezza per scale esterne e ascensori». In pratica, all’ospedale Civile resteranno attivi il piano terra e il primo piano. «La Radiologia credo che resterà in funzione almeno per un anno, un anno e mezzo - aggiunge il direttore generale dell’Azienda mista - sono apparecchiature particolari e costose, trasferirle costerebbe troppo». In questi giorni la mammografia del San Giovanni di Dio è stata spostata al piano terra, i prelievi restano al primo piano, ma sono stati spostati nei più comodi locali della ex direzione sanitaria. «Il nostro obiettivo è di venire sempre più incontro ai pazienti, far sì che sentano i nostri ospedali più vicini a loro - spiegano Roberto Sequi, direttore sanitario e Piero Tamponi direttore amministrativo dell’Azienda mista - in questo senso vanno i piani di potenziamento del Policlinico di Monserrato e, per quanto riguarda i servizi ambulatoriali, del San Giovanni di Dio». Perchè in futuro l’ospedale civile potrebbe ospitare solo ambulatori, anche l’Asl sta valutando di trasferire lì il poliambulatorio di viale Trieste. Nella migrazione verso Monserrato, invece, è coinvolta anche la clinica odontoiatrica universitaria di via Binaghi. L’Ateneo ha stretto l’accordo con il Comune di Monserrato per il trasferimento negli edifici ex Cries di via delle Gardenie. Ma l’espansione del Policlinico non si ferma al blocco Q, c’è in arrivo anche il blocco R. «Il Cipe ha stanziato 40 milioni di euro - conclude Ennio Filigheddu - che ancora non sono disponibili, penso che bandiremo un concorso di idee per la nuova struttura».
Marcello Zasso
 
REGIONE LA DE FRANCISCI ASSICURA
CI SONO I FONDI PER I NUOVI BLOCCHI
 
Al Policlinico ieri c’è stato un convegno sull’alta specializzazione nell’azienda universitario-ospedaliera. L’assessore regionale alla sanità Simona De Francisci ha parlato anche delle vertenze aperte tra Regione, Azienda e Università, quali il comitato di indirizzo dell’Aou e l’ultimazione del Policlinico universitario. A questo proposito, ha annunciato che, per quanto riguarda i Blocchi Q e R, i finanziamenti non sono venuti meno, anzi (per il Blocco R) sono in arrivo, come quota parte dei fondi Fas destinati alla Sardegna.
 
NEONATI LA MACCIOTTA SI SVUOTA
LA PEDIATRIA PRONTA A PARTIRE
 
«Con il trasferimento delle strutture al Policlinico universitario la clinica Macciotta cesserà le attività». La conferma arriva anche dal rettore Giovanni Melis che, non potendo partecipare al convegno al Policlinico, ha affidato al prorettore per le attività assistenziali Alessandro Uccheddu il suo messaggio. Il rettore ha confermato che entro l’anno dovrebbero essere ultimati i trasferimenti a Monserrato al blocco Q e ha ricordato che altre risorse economiche arrivano dal Piano nazionale per il Sud.

Questionario e social

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