Lunedì 2 gennaio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 gennaio 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
L'ultimo saluto a Don Verzè
La Finanza ha acquisito la sua cartella clinica
MILANO. Travolto dal crac del San Raffaele, si è spento il 31 dicembre
 
MILANO Sarà un «omaggio affettuoso» quello che oggi verrà tributato a don Luigi Verzè, morto il 31 dicembre a Milano, dall'Istituto San Raffaele. La camera ardente, allestita nella residenza privata di don Luigi, in via Olgettina 46, resterà aperta per sole due ore, dalle 9.30 alle 11.30. Sono previsti gli interventi di medici e docenti che hanno lavorato accanto al fondatore dell'ospedale. Non è prevista la presenza di autorità. I funerali si svolgeranno alle 14.30 a Illasi, in provincia di Verona: don Verzè sarà temporaneamente sepolto nel suo paese natale, ma la salma sarà successivamente tumulata nella cappella della Madonna della Vita del San Raffaele, dietro all'altare.
CARTELLA CLINICA Intanto la Guardia di Finanza ha acquisito la cartella clinica di don Luigi, fotocopiandone i dati. Come ha spiegato il portavoce dell'ospedale, Paolo Klun, si tratta di «una prassi consolidata per i casi di persone coinvolte in vicende finanziarie». Un atto dovuto.
SALUTI Quella di ieri è stata invece una giornata di quiete, di discreti saluti da parte di alcuni vecchi amici ed ex allievi. Dopo la messa celebrata nella cappella della residenza privata di don Verzè, situata accanto all'ospedale, si sono presentati al cancello di via Olgettina il professor Guido Pozza, già sovrintendente scientifico del San Raffaele, e il dottor Felice Inversi, al fianco di don Luigi dal 1973 o un altro celebre ex allievo, don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus.
FUORI SCHEMA Un prete al di fuori dagli schemi. Lo si vedeva già dall'abito: grisaglia da manager, camicia bianca e cravatta. Era don Luigi Verzè, 91 anni, fondatore del prestigioso ospedale e dell'Università Vita e Salute, finito poi indagato nell'inchiesta per la bancarotta sulla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor e morto proprio nel giorno dell'asta per la vendita del centro ospedaliero fondato nel '58. Una morte improvvisa che giunge dopo il tragico suicidio del suo braccio destro, Mario Cal, che il 20 luglio scorso si sparò in ufficio: era appena scoppiato lo scandalo del debito-monstre da 1,5 mld di euro accumulato dalla Fondazione.
Don Verzè, nato a Illasi, nel Veronese, si era laureato in Lettere classiche e filosofia nel 1947 presso l'Università Cattolica di Milano ed era stato ordinato sacerdote nel 1948. A Milano, nel dopoguerra, era stato molto attivo come organizzatore di scuole di avviamento professionale e nel 1950 aveva fondato il San Raffaele. Un attivismo, il suo, non sempre apprezzato dalle autorità ecclesiastiche, infatti nel 1964 la Curia milanese gli aveva comminato «la proibizione di esercitare il Sacro ministero» e nel 1973, la sospensione a divinis. Entrambe le condanne erano state in seguito revocate.
INCHIESTE Quella sulla bancarotta non è la prima inchiesta. In passato aveva subito diverse condanne per corruzione, istigazione alla corruzione e ricettazione anche se dopo tutti i gradi di giudizio, grazie alle prescrizioni, non ha mai subito una condanna definitiva. Ora la sua morte, proprio mentre si decidono le sorti della sua creatura portata, tra eccellenze e scandali, sull'orlo della bancarotta. La procura di Milano continua le indagini sulla creazione di fondi neri attraverso sovraffatturazioni e spese folli, come l'aereo da 20 milioni di euro comprato perché don Verzè non gradiva i check-in.
AMICO DEL POTERE In molti lo hanno definito prete amico del potere . Di certo ha sempre reso pubblica la sua ammirazione per personaggi come Fidel Castro e Gheddafi. Ma il vero amico è stato Silvio Berlusconi: «Nel '94 - ha detto una volta don Verzè - al tempo della sua discesa in campo, gli dissi che lui era una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia». Berlusconi ha sempre ricambiato l'affetto.

LA NUOVA SARDEGNA 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Attualità
Don Verzè, indagine sulla morte
La Guardia di Finanza sequestra la cartella clinica. Oggi i funerali
La scomparsa desta qualche dubbio dopo il suicidio di Mario Cal il braccio destro del sacerdote
 
MILANO. La Guardia di Finanza ha sequestrato la cartella clinica di don Luigi Verzè, il sacerdote, fondatore dell’ospedale San Raffaele di Milano, morto sabato mattina per un arresto cardiaco. «Si tratta di una prassi consolidata per i casi di persone coinvolte in vicende finanziare», ha riferito ieri pomeriggio Paolo Klun, portavoce dell’ospedale.
 I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio a Illasi, in provincia di Verona, dove don Verzè era nato il 14 marzo 1920. La salma sarà portata, per qualche tempo, nel locale cimitero prima di essere riportata a Milano, dove sarà tumulata nella cappella della Madonna della Vita, interna al San Raffaele.
 La morte del sacerdote è arrivata proprio nel giorno dell’asta per aggiudicarsi la proprietà dell’ospedale San Raffaele, ancora a rischio bancarotta dopo la scoperta di un “buco” di 1,5 miliardi di euro.
 Chi era. Certamente don Luigi Verzè era un prete fuori dagli schemi. Si era laureato in lettere e filosofia nel 1947 alla Cattolica di Milano e l’anno dopo, nel ‘48, era stato ordinato sacerdote. Nel primo dopoguerra si era attivato per organizzare scuole di avviamento professionale ma la svolta era arrivata nel 1958 quando, a Segrate, periferia est di Milano, don Verzè aveva dato il via alla costruzione del San Raffaele, un ospedale tuttora all’avanguardia. E attorno all’ospedale aveva poi costruito l’Università Vita e salute, chiamando filosofi e pensatori come Massimo Cacciari, Emanuele Severino e Roberta de Monticelli.
 Don Verzè è stato un abile manager ma anche intimo amico di molti personaggi politici, da Bettino Craxi a Silvio Berlusconi. Aveva una dichiarata ammirazione per il comunista Nichi Vendola, ma era anche un estimatore di Gheddafi e Fidel Castro. Più volte è stato al centro di inchiesta giudiziarie e ha subìto diverse condanne per corruzione e ricettazione, ma, grazie alle prescrizioni si era poi salvato dalle condanne definitive.
 Le spese folli. L’ultima inchiesta, quella ancora in corso, ha evidenziato spese folli da parte del prete-manager che, non sopportando i check-in cui tutti i passeggeri sono sottoposti prima dell’imbarco negli aeroporti, aveva comprato un aereo da 20 milioni di euro. Non solo, risultano sovraffatturazioni forse per la creazione di fondi neri e investimenti in Brasile non proprio redditizi. Lo scandalo risale all’estate scorsa ed è del 20 luglio il suicidio di Mario Cal, suo braccio destro per decenni, che nel suo ufficio al San Raffaele si è sparato un colpo di pistola.
 Ora sono in tanti a chiedere che si indaghi anche sul suo decesso.«La morte, in meno di sei mesi, di due protagonisti della gestione del San Raffaele, merita l’adeguato approfondimento degli inquirenti», dice Dario Ginefra, deputato del Pd. I medici del San Raffaele si limitano a dire che lo scandalo che ha coinvolto l’ospedale «può aver influito su una persona di quell’età e con una situazione di salute non tranquilla».
 Restano famose le parole di Berlusconi sul prete-manager: «Mi confessa e mi dà l’assoluzione senza neppure sentire i miei peccati perché, conoscendomi, già li conosce».
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Nazionale
Tumori alla mammella, ricerca e prevenzione
 
CAGLIARI. Un controllo di un quarto d’ora può salvare la vita di una donna. Ricerca e prevenzione dunque: Bruno Massidda, direttore dell’oncologia medica dell’Università di Cagliari rilancia lo screening mammografico, con controlli periodici gratuiti che dovrebbero impegnare l’assessorato regionale alla Sanità e l’azienda ospedaliera universitaria. Il tumore alla mammella è il tumore femminile più frequente, con una incidenza del 25 per cento sul totale: «Ma le donne, soprattutto quelle tra i 50 e i 69 anni senza sintomi, devono sapere che un controllo ogni due anni e una diagnosi precoce è in grado di salvare tan te vite umane». Ecco allora che l’azienda diretta da Ennio Filigheddu, come previsto dal piano regionale 2010-12, accelera su prevenzione e attuazione degli screening oncologici, creando una rete regionale utile a coordinare professionalità e istituzioni coinvolte nella prevenzione».

Questionario e social

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