Sabato 18 febbraio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 febbraio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Napolitano e le università
Nelle due giorni sarda, che inizierà lunedì, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto) incontrerà anche il mondo dell’Università. A Cagliari, nel corso della sua prima giornata sarda, parteciperà al convegno organizzato al Lirico dall’università (con il patrocinio della Regione e del Comune), saluterà il rettore Giovanni Melis. Previste, nel corso dell’incontro, le relazioni dei docenti Aldo Accardo e Giuseppe Marci, sul tema dei 150 anni dall’Unità d’Italia. Martedì, invece, appuntamento con il rettore dell’ateneo sassarese Attilio Mastino, per un’altra occasione pubblica.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cagliari Quartieri (Pagina 24 - Edizione CA)
Università Unicef, corso di educazione allo sviluppo
S’inaugura venerdì prossimo, 24 febbraio, nell’aula magna del corpo aggiunto della Facoltà di Scienze della Formazione, la 18° edizione del "Corso multidisciplinare di educazione allo sviluppo" promosso annualmente dal Comitato provinciale dell’Unicef in collaborazione con l’Università. L’appuntamento è fissato per le 18 con lo slogan "Un impegno visibile per i bambini invisibili". Oltre al Rettore, Giovanni Melis, interverrà il neo presidente nazionale dell’Unicef, Paola Bianchi. (p. l.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Iglesias (Pagina 24 - Edizione PC)
Ultime tre lauree nello scorso autunno
Università, fine dei corsi
Silenzio. Con la fine del corso di laurea in Scienza dei materiali (gli ultimi tre studenti si sono laureati lo scorso autunno) è calato il sipario sull’attività didattica a Monteponi. Il tutto nella più totale indifferenza della città e del territorio che, attraverso la voce di esponenti politici dei diversi schieramenti, aveva annunciato di voler fare le barricate per fare rinascere Monteponi.
Lorenzo Espa, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Università di Cagliari, non nasconde una punta di rammarico: «Era necessario, e ritengo lo sia ancora, attivare un tavolo istituzionale che coinvolga le amministrazioni del territorio e la Regione per fare rinascere Monteponi dalle sue ceneri». Per il rappresentante degli studenti vanno bene le iniziative che l’Ausi sta portando avanti, tra cui l’e-learning (anche se il corso vero e proprio non è ancora partito), ma si deve fare di più: «È chiaro che ormai non possiamo pensare all’istituzione di nuovi corsi di laurea, considerati i tagli in tutti gli Atenei, ma bisogna sfruttare le peculiarità di questo territorio e rivolgere l’attenzione alla ricerca e alla sperimentazione nel campo ambientale. Penso anche ad un rapporto di collaborazione con il Parco geominerario».
Intanto sta per andare in porto il progetto dell’Ausi che prevede una collaborazione con la Tunisia, proprio nel campo dello sviluppo ambientale. Un progetto che dovrebbe culminare con l’insediamento, a Monteponi, di una delle sedi operative dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. (c. s.)


4 - L’Unione Sarda / Cagliari Pirri (Pagina 23 - Edizione CA)
Dibattito sui Territori
Venerdì 24 febbraio, dalle 9, nell’aula teatro della facoltà di Scienze politiche (via Nicolodi, 104) è in programma il convegno su Territori in transizione - Le sfide del mondo rurale in tempo di crisi: nuove economie, produzioni locali, preservazione delle risorse naturali, biodiversità, ambientale e culturale.


5 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 54 - Edizione CA)
Un corso “trasversale”
Seduzioni d’Egitto in Cittadella

La seduzione esercitata dai misteri della civiltà nuragica, narcisistico richiamo a un passato di miti e giganti, cede il passo al fascino intramontabile e romantico delle antichità egizie. Dentro le mura della Cittadella dei Musei di Cagliari, in cui l’archeologia educa al rigore della scienza e smorza gli arditi e fantasiosi parallelismi dell’immaginario profano, l’Egittologia si ritaglia una parentesi tra tholos, offerenti di bronzo e Dee madri e descrive le meraviglie che impressionarono già greci e romani.
Per la prima volta, infatti, nella Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università è stato attivato, nell’ambito dell’indirizzo orientale, un insegnamento specificamente destinato alla civiltà che fiorì sulle sponde del Nilo.
«Il corso - dice la direttrice della Scuola Giuseppa Tanda - non è a vantaggio esclusivo di docenti e specializzandi ma, vista l’eccezionalità, è esteso a quanti vorranno accostarsi alla disciplina cogliendo l’iniziativa come opportunità di apertura verso altre culture e di dialogo tra il mondo accademico e l’esterno». Senza che piramidi, faraoni e scribi, sulla scia dei popoli del mare o dei miti leggendari degli eroi, siano costretti a intrattenere parentele con la civiltà dei Sardi.
«La finalità del corso», precisa il docente Mario Cappozzo, egittologo ai Musei Vaticani di Roma e insegnante di storia dell’arte copta alla Sapienza, «è quella di esaminare, contestualizzandoli, i monumenti che sorgono nella Valle dei Re e descrivere i cicli pittorici che li adornano».
E al rigore scientifico dell’analisi archeologica e storico-artistica si accompagna la rilettura dei resoconti di soldati e viaggiatori che, all’epoca della spedizione napoleonica in Egitto e delle esplorazioni in terra d’Africa, ammaliarono e folgorarono il vecchio Continente gettando le basi per la nascita dell’Egittologia. Fu così che, alla fine del Settecento, iniziò la corsa (spesso rapace e violenta) a decriptare i misteri di faraoni e sacerdoti. Quelli racchiusi entro labirinti sotterranei, scrigni preziosi e stretti da fasce di lino o ancora custoditi dalla sacralità dei geroglifici che, grazie al ritrovamento della stele di Rosetta, si dispiegarono alla lettura e all’interpretazione di Jean François Champollion, padre dell’Egittologia.
Il fascino della scoperta, romanticamente enfatizzato da Agatha Christie e caricaturizzato dalla filmografia moderna, è stato già assaporato nel corso delle prime lezioni. Per studiosi, appassionati e curiosi il prossimo appuntamento è nell’Aula verde della Cittadella dei Musei in piazza Arsenale per giovedì 23 (dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18), e venerdì 24 febbraio, dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 17. Le lezioni conclusive del corso (con gli stessi orari) si svolgeranno l’8 e il 9 marzo.
Manuela Arca


6 - L’Unione Sarda / Libri in Sardegna (Pagina 52 - Edizione CA)
Sulla malta dei Romani
“Le virtù delle malte costruttive”: questa, all’impronta, la traduzione del titolo del volume di ricerca Virtutes Materiae , nono della collana di Studi di Storia Antica e di Archeologia, curata dai professori Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari, e Antonio M. Corda, docente di Epigrafia Latina nell’Ateneo cagliaritano.
L’autore, Antonello Greco, giovane insegnante di Lettere di Sestu, mette qui a frutto le esperienze condotte come dottore di ricerca e specialista in archeologia classica nelle Università sarde. Argomento dello studio sono le tecniche costruttive in uso nell’antica Roma, attente soprattutto alla qualità nelle opere, in modo tale che non cedessero né al tempo né all’insidia degli uomini. Quanto e come di questa abilità costruttiva è filtrato dall’antichità in forma di testimonianza letteraria? Sono questi i quesiti che hanno guidato la disamina delle fonti letterarie ed epigrafiche latine, con il frequente conforto di quelle greche, in un arco di circa sette secoli (II a.C. - V d.C.), trovando nell’impiego della calce una sorta di autentico fossile-guida della ricerca.
Imprescindibili pratiche costruttive, quali cementare o amalgamare materiali, rivestire o rendere impermeabili le superfici sono state passate in rassegna lungo una tradizione letteraria che va da Catone il Censore a Vitruvio e Palladio. Il vaglio delle fonti ha tra l’altro mostrato come le antiche tecniche di costruzione si basavano esclusivamente sulla conoscenza e sull’utilizzazione ottimale dei materiali, senza riferimenti a suggestioni di natura alchimistica, da qualcuno talvolta ipotizzate.
È uno studio quasi di frontiera, a cavallo tra antichistica, filologia, tecnologia delle costruzioni e del restauro, incentrato sull’antico, ma proiettato sull’oggi, come dimostra l’interesse odierno al recupero delle tecniche costruttive tradizionali, alla riscoperta dei mattoni crudi, come i nostri ladiris, alla bioedilizia e alla sostenibilità ambientale.
Gabriele Uras
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Piero Terracina ricorda la Shoah «Esiste l’inferno sulla Terra, si chiama Auschwitz»
«Vi devo raccontare l’inferno, perché io nell’inferno ci sono stato. Su questa terra, si chiama Auschwitz». È la testimonianza, dura e triste, di chi allo sterminio ebraico è sopravvissuto «per caso»: Piero Terracina , oggi ottantaquattrenne, strappato alla sua adolescenza nel ’44. Era ospite ieri mattina al Palazzo Regio per la celebrazione de «La Shoah, la storia, il ricordo», incontro organizzato da Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni e affari) della sezione di Cagliari e coordinato dalla giornalista Carmina Conte, col patrocinio della Provincia di Cagliari e la partecipazione del Memoriale sardo della Shoah e di alcune scuole di Cagliari: le elementari della Spano - De Amicis, le medie della Vittorio Alfieri (che hanno allestito le proprie opere d’arte nella sala), il liceo classico Dettori e l’istituto magistrale De Sanctis.
«L’ignoranza porta al pregiudizio, il pregiudizio all’intolleranza, l’intolleranza al genocidio». Le parole, lapidarie ma fin troppo chiare, sono del docente di Storia contemporanea alla facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari, Carlo Natoli, che proprio ai ragazzi si è rivolto nel corso del suo intervento-lezione sul fascismo e la persecuzione degli ebrei in Italia. «Dovete studiare anche questa parte di storia - ha esortato Natoli - per poter ribattere a chi ancora si ostina a credere che il genocidio sia pura invenzione degli ebrei o che sia unicamente frutto della follia di Hitler. In Italia metà dei 7500 ebrei deportati venne arrestata dagli italiani, l’altra metà dalle SS su denuncia dei fascisti».
Come nel caso di Terracina, arrestato all’interno di una cantina-nascondiglio il 7 aprile 1944 all’età di 15 anni, assieme a genitori, tre fratelli, un nonno e uno zio. «Giunti al campo di sterminio il 23 maggio, capii che non avrei più rivisto la mia famiglia». Così è stato. «Quando sono arrivate le truppe sovietiche, il 27 gennaio del ’45, sapevamo che saremmo stati salvi, ma nessuno di noi ha gioito: un po’ perché ricordavamo i nostri cari defunti, un po’ perché Auschwitz ci aveva tolto tutto, anche il pensiero». Le conclusioni, della presidente Fidapa Elena Burrai, sono rivolte agli studenti presenti. «Siate voi messaggeri di pace, sempre. Comunque e dovunque». (mi.se.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
Mogoro
Quattro premi ai laureati
Quattro premi per altrettante lauree conseguite lo scorso anno. Li assegnerà l’amministrazione diretta dal sindaco Sandro Broccia. La presentazione delle richieste è scaduta ieri e nei prossimi giorni sarà redatta la graduatoria dal servizio socio-culturale. Tre premi di duemila, 1.500 e 1000 euro andranno a neolaureati, un quarto premio di 1500 euro per un neodottore con una tesi sul territorio. ( an.pin. )


9 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Appuntamenti
Convegno sul cordone ombelicale
Oggi alle 9.30 presso l’aula magna dell’Università di Sassari, si terrà il "Forum sulla donazione del sangue del cordone ombelicale,"organizzato dal Rotary Club Sassari Nord col Rotaract. Saranno presentati alcuni progressi scientifici nel campo della utilizzazione terapeutica delle cellule staminali. (m. f.)
 
 
10 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra (Pagina 26 - Edizione NU)
VILLAGRANDE. Da Guinness
La grande festa per il centenario numero 33
Giuseppe Cannas è il centenario numero 33 registrato nell’anagrafe di Villagrande, che si fregia del record mondiale per la longevità maschile. Giuseppe Cannas gode di buona salute ed è in buona compagnia con Angelo Cabras noto ’’crabittu’’ ultracentenario di Villanova. Una pattuglia composta da tre donne e un uomo, tutti villagrandesi classe 1912, scalpita a poca distanza verso il traguardo del secolo di vita. Il neo centenario è stato festeggiato dalla moglie novantenne, Marietta Sioni, dai cinque figli e dai numerosi nipoti e parenti. Il presidente del Consiglio comunale, Antonio Melis ha consegnato a Giuseppe Cannas una targa a nome dell’amministrazione civica. Rimasto orfano di padre fin dall’età di sei anni, Giuseppe Cannas ha temprato il fisico e lo spirito nel duro lavoro dei campi e al seguito delle greggi.
PRIMATO MONDIALE La vita all’aria aperta e la qualità dell’alimentazione costituiscono, insieme al corredo genetico, i fattori portanti della longevità. Lo hanno confermato le ricerche condotte dall’Università di Sassari e da numerosi studiosi internazionali, rese note durante il convegno che ha certificato ufficialmente l’iscrizione di Villagrande nel Guinness dei primati. Un riconoscimento che l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Loi (Pd) intende valorizzare al massimo, in sinergia con i gli operatori del settore turistico e agro pastorale.
Nino Melis
 
 
11 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 48 - Edizione CA)
È giallo sulla richiesta di versare i 112 euro per gli apparecchi con monitor
Hai un pc? Paghi il canone
Sollecito della Rai verso aziende e professionisti Aziende e studi professionali furibondi perché protagonisti di una sorta di processo alle intenzioni. Questione di tasse. Di una tassa: il canone Rai, la cui richiesta di pagamento è arrivata non per la detenzione della tivvù, bensì per il possesso di uno o più computer collegati in Rete (in base al regio decreto 246 del 1938). A far venire alla luce la questione (che ancora rimane avvolta dal mistero) è stata l’Aduc, associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, destinataria di centinaia di lettere di protesta da parte di uffici e aziende.
CRONISTORIA DI UN TRIBUTO I fatti: l’Aduc viene a conoscenza della vicenda a proposito di analoghe richieste di alcuni anni fa. Chiede conto alla Rai, che risponde di non sapere se il personal computer sia soggetto al pagamento del tributo e rimanda la palla in campo dell’Agenzia delle entrate. La quale Agenzia risponde che mai s’è posta un interrogativo in tale senso e che forse sarebbe più utile sentire il ministero delle Comunicazioni, oggi Sviluppo economico. Ma pure dal dicastero fanno spallucce, promettendo però di approfondire la questione per venirne a capo. Dalla (non) risposta del Ministero è passato un anno. E quest’anno le lettere di sollecitazione da parte del servizio pubblico sono fioccate copiose all’indirizzo di professionisti e aziende. «La domanda allora è: la Rai ha ricevuto indicazioni in tal senso dal neoministro Passera oppure sta solo cercando di indurre con l’inganno a pagare anche quando non si deve?», chiede il vicepresidente dell’Associazione, Pietro Moretti.
LA RISPOSTA DEL MNISTERO Emblematica, per inquadrare l’intera vicenda, è la risposta data a suo tempo dal Ministero dello Sviluppo economico alla richiesta di chiarimenti: «In considerazione del fatto che non sussiste ancora una interpretazione univoca circa la individuazione degli apparecchi, diversi dai televisori tradizionali, atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni, si ritiene opportuno procedere ad un approfondimento tecnico-giuridico della questione, anche attraverso il confronto con il Ministero dell’economia e delle finanze, l’agenzia delle entrate e la concessionaria del servizio pubblico». Ma ad oggi, secondo quanto dichiarato dall’Aduc, non risulta sia stata presa alcuna decisione in merito.
«Obbligare un’azienda che ha dei pc a pagare un abbonamento Tv è paradossale», dice il vicepresidente Moretti, secondo cui essendo il computer uno strumento di lavoro ormai indispensabile, includerlo fra gli apparecchi tassati «significa imporre una nuova imposta sul lavoro». Colpendo il mondo produttivo «per un importo di circa un miliardo pur di tener in vita la Rai».
Emanuela Zoncu
  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Sardegna
«Prospettive certe per l’ateneo di Sassari» 
Lo storico Antonello Mattone: «Attenzione ai tagli alla cultura» 
SASSARI.    «Contro un futuro denso di nubi, ricordando il passato illustre della nostra università, chiediamo maggiore certezza di prospettive al massimo rappresentante dell’unità nazionale». Di fronte a un presente carico di dubbi, per lo storico Antonello Mattone tutto questo significa una cosa precisa: meno tagli alla cultura e più attenzione al mondo accademico in contesti deboli sul piano economico e sociale. Sarà proprio lui martedì mattina a Sassari a tenere uno degli interventi previsti dal protocollo dinanzi a Giorgio Napolitano nell’auditorium di Cappuccini.
 Ecco perché, partendo dal 450º anniversario dell’ateneo, attraverso il suo racconto è utile scorrere le pagine della vita di tanti istituti e facoltà alla vigilia della loro trasformazione. Uno scambio di battute e ricordi che, quasi nel segno evocativo di tempi lontani, si svolge nella grande e austera residenza di un altro presidente della Repubblica, Antonio Segni. Lo stesso palazzo oggi diventato, nel centralissimo viale Umberto, a pochi passi da piazza d’Italia, sede accademica del dipartimento per anni diretto da Mattone, che all’università insegna Storia delle istituzioni politiche. Ex presidente dell’Ersu sassarese, il docente è anche il curatore dei due volumi dedicati all’ateneo più antico dell’isola per i suoi 4 secoli e mezzo.
 - Che cosa rappresenta il viaggio in Sardegna del capo dello Stato in occasione di quest’anniversario?
 «La visita di Giorgio Napolitano arriva in un momento di profonda riforma. Da un lato, per l’applicazione della legge Gelmini con la fine delle facoltà e dei vecchi istituti per la ricerca. Dall’altro lato, per l’accorpamento nei nuovi maxi-dipartimenti di compiti accademici, didattica e lavoro scientifico».
 - Quali i contraccolpi più evidenti?
 «La ricerca rischia di tramutarsi in “umile ancella” della didattica. E del resto questo non è che uno dei tanti problemi».
 - Gli altri?
 «Sino al 2009 l’ateneo sassarese aveva 19mila iscritti. Oggi ne ha poco più di 15mila. Al decremento hanno contribuito diversi fattori. Oggettivo calo demografico della popolazione sarda. Minori possibilità per tanti genitori di sostenere gli studi dei figli. Esodo di migliaia di ragazzi verso la penisola e sedi accademiche all’estero. Risoluzione delle difficoltà legate ai fuoricorso che hanno portato per un periodo a un notevole aumento delle lauree».
 - Ulteriori questioni?
 «C’è sempre la spada di Damocle che alla fine nell’isola si preveda un unico ateneo. È perciò importante l’avvio del patto federativo per Cagliari: si devono eliminare sovrapposizioni, sprechi, logiche corporative di bottega, settori scoperti in discipline fondamentali».
 - Altri timori?
 «L’abolizione del valore legale del titolo, da una parte. E le disinvolte procedure con cui molti italiani conseguono lauree e attestati in Europa scavalcando numeri chiusi e metodiche nazionali, dall’altra. Un domani entrambe possono indebolire la posizione sul lavoro dei nostri studenti».
 - Contromisure?
 «Favorire ancora di più l’insegnamento delle lingue straniere ovunque, incentivare l’internalizzazione, incoraggiare le aperture pratiche verso il mondo e l’Europa in particolare. I dati di Almalaurea ci dicono che il 45% dei nostri ragazzi per molti anni non trova un posto alla fine degli studi».
 - Tutte tematiche interne, in sostanza?
 «Sassari ha espresso studiosi di prestigio: Jemolo, Rocco, Giannini, ben tre presidenti della Corte costituzionale come Onida, Zagrebeslky, De Siervo. E ancora: Giuseppe Levi (il padre di Natalia Ginzburg), Lare Marghinotti, il Nobel Daniel Bovet, Lorenzo Mossa, sino ad arrivare a Garavetti. Oltre a Cossiga e Segni. Ma oggi l’università ha perso molto».
 - Per quale ragione?
 «Dal dopoguerra si è sviluppo un processo di turn over mancato con una osmosi all’interno di una dimensione spesso autoreferenziale che ha frenato il ricambio e la circolazione d’idee, conoscenze, saperi».
 - Tuttavia l’ateneo ha un prestigio antico e perciò molte attese oggi sono legate all’arrivo del capo dello Stato...
 «Certo. Sin da quand’era uno studioso della questione meridionale Napolitano conosce bene i problemi dell’isola. Fra l’altro, aveva apprezzato, insieme con dirigenti del Pci come Amendola, la riforma agraria voluta da Segni contro il grande latifondo assenteista. A Sassari e ad Alghero, fra l’altro, era già venuto nel 1974, 10 anni prima della morte di Enrico Berlinguer: come responsabile nazionale della cultura per il Partito comunista aveva partecipato alla campagna in favore del divorzio».
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Sardegna
Studio sulle resistenze immunologiche umane 
È «made in Sardinia» l’esperimento nello spazio 
SASSARI. Alle 10,32 del 13 febbraio è stato lanciato con successo, dalla base spaziale Esrange Space Center, a una quarantina di km da Kiruna (Lapponia svedese), il razzo sonda Maser 12 con a bordo strumenti per un esperimento dell’università di Sassari. Il razzo ha raggiunto un apogeo di 250 km dalla Terra e ha prodotto al suo interno una condizione di microgravità per circa 6 minuti.
L’esperimento è denominato Stim, acronimo di Signal Transduction in Microgravity. È stato preparato nell’ex dipartimento di Scienze fisiologiche, biochimiche e cellulari di Sassari e allestito in Svezia. Ha come scopo «lo studio della trasduzione del segnale in T-linfociti umani nelle condizioni di microgravità reale»: nella sostanza, l’analisi delle resistenze immunologiche delle persone di fronte a una situazione di assenza di gravità. Oltre che l’esame della espressione genica e dei relativi recettori coinvolti nel processo.
L’esperimento dovrebbe consentire inoltre l’individuazione di eventuali «alterazioni epigenetiche», ovvero modificazioni della sequenza del Dna e della cromatina che non ne variano la sequenza. È stato condotto dal team di Proto Pippia, professore ordinario di Fisiologia generale, e di Augusto Cogoli, direttore dello Zero-g LifeTech di Zurigo. Quest’ultimo ha trascorso recentemente a Sassari un lungo periodo come visiting professor per la messa a punto della missione, con l’importantissimo e fondamentale contributo di due giovani dottorandi, Claudia Crescio e Christian Secchi, e della neo-ricercatrice Antonella Pantaleo.
Le analisi dei campioni provenienti dallo spazio sono attualmente nelle mani del gruppo coordinato dal collega tedesco Oliver Ullrich dell’Università di Zurigo, partner del progetto. Sono attesi ulteriori imminenti sviluppi.
La missione, targata Agenzia Spaziale Europea, è stata realizzata dal team sassarese con fondi residui di precedenti progetti di studio al di là dell’atmosfera terrestre finanziati dall’Agenzia spaziale italiana e grazie a un contributo della Fondazione Banco di Sardegna. L’esperimento è nato nel 2004. Rientra in un programma più generale che lo staff turritano porta avanti dal 1989 sugli effetti della microgravità e delle radiazioni cosmiche. Trae origine dalla scoperta di Augusto Cogoli che, durante la prima missione dello Spacelab/shuttle del 1983, per primo osservò che, in condizioni di microgravità, i T linfociti umani coltivati in vitro perdono circa il 90% della loro capacità di proliferazione. Con conseguente perdita quasi totale della funzione immunitaria.
«Fortunatamente - spiegano gli scienziati - i linfociti degli astronauti, in vivo, non rispondono nello spazio alla stessa maniera, anche se è dimostrato che il loro sistema immunitario durante le missioni è meno reattivo, più pigro». Questo aspetto, in vista dei tempi piuttosto lunghi di permanenza degli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale o in previsione di una colonizzazione della Luna o di un lungo viaggio verso Marte, costituisce un problema d’importanza vitale per il proseguimento della stessa attività umana nello spazio.
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
L’istituto tecnico Martini 150 anni dopo 
Giornata celebrativa conclusa con l’intervento dell’economista Paolo Savona 
CAGLIARI. L’istituto tecnico commerciale Martini compie 150 anni. Un anno dopo l’unità d’Italia venne fondata una serie di scuole tecniche, consacrando l’atto di nascita di una nazione che si dota del suo savoir faire tecnico ed economico. La scuola venne poi intitolata a Pietro Martini 30 anni dopo. La conferenza celebrativa, nell’aula A della facoltà di Economia, è stata introdotta dalla preside dell’istituto Angela Testone ed è culminata con la lectio magistralis dell’economista Paolo Savona, oggi presidente del Fondo interbancario di garanzia; sicuramente uno dei personaggi più noti tra gli ex allievi dalla scuola per lungo tempo diretta da Remo Fadda. La storica gestione di Fadda ha caratterizzato lo stile dell’istituto. A lui va il merito di aver costruito il “banco modello”, per consentire agli allievi di mettere in pratica gli apprendimenti teorici, avvicinando il mondo del lavoro alle aule scolastiche. Paolo Savona ha scandagliato la situazione economica dell’isola, ad uso del pubblico studentesco, durante il suo intervento intitolato “la Sardegna nei nuovi equilibri geoeconomici e geopolitici”. Savona ha ripercorso la storia economica della regione dalla nascita dell’Europa fino ai giorni nostri, passando per l’introduzione della moneta unica. «La scuola tecnica - ha commentato - è indispensabile per una formazione spendibile nel mercato odierno, ma diventa fruttuosa solo se accompagnata ad uno studio della filosofia e della storia delle idee». Due sono le capacità indispensabili per un professionista che deve affrontare il mondo del lavoro contemporaneo, «popolato da cinghiali con mezza spanna di pelo sullo stomaco: understanding e problem solving» consiglia Savona, ovvero l’abilità di capire i problemi e trovare soluzioni. Ricordando inoltre la gioventù spensierata come un cimelio di un’altra epoca, sostituita ora da una gioventù responsabile, premessa per una futura maturità spensierata. Il sindaco Massimo Zedda ha chiuso gli interventi avvertendo che «in un fase storica in cui l’economia sopravanza la classe politica, bisogna riportare al centro dell’attenzione quel sistema di stato sociale che garantisca un riavvicinamento tra le condizioni di chi ha e chi non ha».(p.l.c.)
 
 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Fatto del giorno
Sassari. Oggi un confronto all’Università 
La banca delle cellule fra medicina e diritto 
SASSARI. Il forum sulla donazione del sangue del cordone ombelicale è in programma questa mattina - alle 9.30 - nell’aula magna dell’università.
A organizzarlo è stato il Rotary Club Sassari Nord, con lo scopo di spiegare e divulgare fra le famiglie l’importanza della conservazione del sangue presente nel cordone ombelicale, è ricco di cellule staminali, nelle banche autorizzate. Cellule che poi potranno essere utilizzate per contrastare con successo diverse patologie.
Sono previsti gli interventi di medici e giuristi. Fra gli alri di Carlo Carcassi, direttore del centro regionale trapianti, di Carla Minicucci, Andrea Montella, Salvatore Dessole, Maurizio Longinotti, Maria Riccardin e Mariano Argiolas.
 
 
16 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
Sfida tra i campioni di matematica 
In gara il 27 febbraio gli studenti delle scuole superiori 
SASSARI. Campioni di matematica in gara. Il 27 febbraio a Piandanna si terrà la Coppa Città di Sassari, gara di matematica a squadra per le scuole superiori. L’iniziativa è patrocinata dall’Università di Sassari e dall’istituto tecnico industriale Angioy. Le iscrizioni restano aperte fino al 20 febbraio. L’appuntamento è per le 9.30 nel nuovo complesso universitario di Piandanna. A sfidarsi saranno gli studenti delle scuole superiori cittadine e della provincia. L’iniziativa ha lo scopo di promuovere e stimolare lo studio della matematica tra i giovani e di favorire il rapporto di collaborazione tra l’Ateneo e le scuole del territorio. Le scuole che intendono partecipare con una squadra composta da sette studenti possono scrivere alla professoressa Marina Cazzola all’indirizzo email olimpiadi.ss@gmail.com o al dottor Carlo Pensavalle: pensa@uniss.it. Il regolamento è pubblicato sul sito dell’Iti Angioy www.olimath.altervista.org. La Coppa è inserita nell’evento “Scienza in piazza”, coordinato dall’Aif (associazione per l’insegnamento della fisica) che quest’anno ha proposto il tema del “gioco” in tutte le sue forme (naturalistiche, economiche, sociali, fisiche etc.) e vedrà cimentarsi 300 studenti dal 23 al 27 febbraio in alcune performance finalizzate a far scoprire la scienza con giostre, esercizi di giocoleria, giochi di luce, illusioni ottiche, giocando con atomi e orbitali, giochi di matematica, statistica dei giochi d’azzardo, giochi di chimica e informatica.
    
      

QUOTIDIANI NAZIONALI
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