Lunedì 5 dicembre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 dicembre 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 20 - Edizione CA)
Sassari
I misteri del cielo in un convegno
 
Al via a Sassari il I convegno nazionale di archeoastronomia. Archeologi a confronto verificheranno se i prenuragici conoscessero i fenomeni del cielo. I sardi antichi conoscevano gli astri? È possibile trovare riscontri di una eventuale conoscenza nell’architettura dei più importanti monumenti dell’isola? Esistono relazioni tra quella architettura e gli eventi astronomici? Se ne parlerà a "La misura del tempo", in programma il 12 dicembre, alle 10, nell’aula magna dell’Università di Sassari.
 

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - sassari
L’Università non si tocca, il Consiglio la difende compatto
 
SASSARI. L’Università sassarese non si tocca. Arriva da un consiglio provinciale compatto la difesa dell’ateneo turritano che proprio quest’anno celebra il 450º della fondazione. Voci della politica, tra cui il senatore del Pd Antonello Cabras, nell’ambito di razionalizzazioni e risparmi, avevano ipotizzato un’unica università sarda. Il consigliere provinciale pidiessino Mario Pala ha perciò presentato un ordine del giorno sull’argomento che ha raccolto l’adesione di tutti gli schieramenti ed è stato votato all’unanimità. Il documento invita la Provincia e il rettore Attilio Mastino a «manifestare il comune intento a migliorare ed elevare il ruolo dell’Ateneo e a contrastare in tutte le sedi politiche e istituzionali qualsiasi proposta di ridimensionamento o soppressione dell’ateneo», la cui tradizione storica plurisecolare non può essere cancellata.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sardegna
Un ingegnere di Orani è l’unico italiano nel cantiere infinito della Sagrada Familia
Un team internazionale completa la chiesa capolavoro di Gaudì
Barcellona. Angelo Ziranu, 39 anni, continuerà a lavorare al progetto di finitura degli interni
 
Missione compiuta. Catalogna e Sardegna insieme, nel segno dell’arte. Quella griffata Gaudì, mito dell’architettura moderna in Europa e nel mondo. Perché Angelo Ziranu, 39 anni, ingegnere-architetto di Orani, ha tagliato un traguardo culturale e di alta valenza simbolica.
 È l’unico italiano ad aver lavorato nel team di professionisti impegnati a Barcellona nel completamento della cattedrale cattolica Sagrada Familia. Voleva “testimoniare le evidenti analogie tra sardi e catalani attraverso un unico filo conduttore: la devozione a Cristo e alla Madonna”. Lo ha fatto da laico e cattolico convinto, miscelando al meglio passione e cultura, tradizione e devozione, università e bottega, tecnica e teoria.
 Un curriculum da leggere. Prima dei tre anni trascorsi a Barcellona i rudimenti della creatività collegata al saper fare manuale maturano in casa, tra i mantici, i martelli e le incudini di Pietro Ziranu noto Predu, il padre fabbro ferraio con officina nel rione nuovo di Orogheri. E così - ha scritto una giovane critica d’arte nuorese, Stefania Coda - un sardo nato sotto Gonare e Lathone, nel paese di Costantino Nivola e Mario Delitala, di designer-cult come Vittorio Bruno e Roberto Ziranu, di sarti-mito come i figli di Gianni Mura e Paolo Modolo - ha dato plusvalore al paese dov’è nato “entrando” con tutti i crismi nel “Tempio dell’Architetto di Dio”. Con un evento-scoop che ha dato qualità all’estate sarda: ha portato Gaudì e il suo capolavoro tra il Golfo degli Angeli, la Nurra di Capo Caccia e la giogaia del Gennargentu. Le mostre allestite a Cagliari, Alghero e Oliena sono state un successo e proprio ieri sono state ricordate in un incontro pubblico sotto la punta bianca di Corrasi.
 Non è finita. Perché Angelo Ziranu - seguendo i “canoni progettuali lasciati da Gaudì” - marcherà la presenza sarda in Catalogna visto che continuerà a lavorare a Barcellona. “Sono stato incaricato di supportare l’architetto Jordi Bonet i Armengol (Barcellona 1925) attuale direttore delle opere del tempio, per il progetto di finitura degli interni e in particolare della zona presbiterale e degli arredi liturgici. Una prima fase si era conclusa il 7 novembre 2010 con la consacrazione dell’altare maggiore ad opera di papa Ratzinger. Io ero lì”. Emozione? “Ad astra”.
 Storia sardo-catalana nel segno delle competenze. Ereditate dal padre (ha 66 anni), da ragazzo garzone di bottega da Taniele Rocca che ferrava buoi e cavalli. Angelo Ziranu frequenta le elementari di Orani, alle medie ha “professori capaci” come Peppino Busia, Nunzio Nivola e Luisa Laurenza. Il liceo scientifico a Nuoro, via Veneto, con don Francesco Mariani. Nelle ore libere “in bottega, con mio padre, tra forge e pinzatrici ma anche da un mio zio falegname, tziu Juanne”. C’è anche il tempo per giocare a pallone, “un po’ fantasista, un po’ attaccante”, allenatori Chicco Piras e Pietro Corrias detto Amarildo. L’università a Cagliari, “ottimi docenti”, tesi di laurea su un progetto per un albergo diffuso sul Monte Gonare. “L’idea era di pensare a uno sviluppo eco-sostenibile sulle cime del Monte meta costante dei pellegrini”. Progetto buono. Realizzazione rimasta in stand by. Perché?
 Con la laurea in tasca lavora come può tra Nuoro e Orosei. Gli assegni di studio della Regione gli vanno a genio, a Roma può frequentare un master in progettazione liturgica alla Sapienza, aule di architettura di Valle Giulia. Conosce monsignor Carlo Chenis, sottosegretario della Pontificia commissione della Cei. All’ingegnere giunto dalla Barbagia propone uno stage di un anno proprio alla Sagrada Familia.
 “Mi sembrava un sogno. Accetto. E mi ritrovo sotto le volte di quella cattedrale, prima lavoro alle torri, poi divento consulente. Mi rendo conto dell’importanza del bagaglio teorico appreso all’università di Cagliari. Capisco meglio che cos’è la geometria descrittiva, una formulazione matematica. Alla Sagrada - anche in mezzo a un turbinio di visitatori da tutto il mondo - detta legge il metodo”. Quale? “Abbiamo tre dipartimenti distinti, quello di progettazione, un altro di direzione lavori e infine quello dei modelli: si occupa di realizzare in forma tridimensionale le varie proposte progettuali e le soluzioni finali poi esposte nel museo all’interno dell’opera stessa”. L’apprendistato è breve ed esaltante. “Oltre a capire il loro sistema di progettazione, i programmi informatici e la loro lingua, mi occupo del progetto della copertura delle cappelle absidali. Tutti i progetti in opera attualmente stanno completando la basilica della Sagrada Familia. Vengono elaborati e resi esecutivi dai dipartimenti di cui ho parlato a partire dai modelli restaurati di Gaudì e lasciati in eredità dall’architetto stesso come canone progettuale per ultimare il Tempio”.
 Angelo lavora con passione. La Catalogna gli piace. Si sposa in Sardegna con Sara Marongiu. E viaggia. Nascono tre figlie, tutte a Nuoro, Chiara Maria, Cristina e Karol Montsè (cioè Monserrata, in omaggio alla Madonna Nera). Il lavoro alla Sagrada è tanto esaltante quanto impegnativo. “Dopo un anno, concluso l’iter progettuale delle torri, copertura delle cappelle, vengo incaricato - come detto - di supportare l’architetto Jordi Bonet i Armengol”.
 E qui si consolidano le competenze professionali: perché Ziranu firma un contratto con la facoltà di Architettura di Cagliari che fa liaison con Barcellona. Sono proprio due docenti cagliaritani - Enrico Corti e Antonio Tramontin a seguirlo - è testuale, nel “progetto di studio e analisi delle metodologie di intervento messe in atto per il completamento della Sagraga Familia di Barcellona, caso di studio di grande interesse, sia per l’opera di Gaudì che per le tecnologie di rilievo, progetto e di realizzazione messe in atto. Studio delle tematiche relative alla progettazione e all’adeguamento degli edifici di culto.”
 Ed è così che la Sagrada Familia parlerà anche in limba. Scrive Stefania Coda: “Una nuova sfida quindi, un nuovo confronto culturale nel campo dell’architettura internazionale, ma soprattutto un nuovo passo avanti nella ricerca continua di quel rapporto tra forma e architettura che porta Ziranu a scoprire il linguaggio dell’architetto di Dio. E ora quel linguaggio è alla base della mostra sulla Sagrada Familia in Sardegna, da Ziranu curata e diretta”. È emozionante vedere pannelli e modelli dell’investigazione di Gaudi sulla “natura alla base dei suoi risultati formali e architettonici”. Barcellona rivive a Oliena. A San Francesco, “gli elementi base che combinati nelle diverse proporzioni costituiscono la Sagrada Familia”. Nel misticismo di Nostra Signora d’Itria la ricostruzione di una vera e propria cappella ricrea gli interni del Tempio di Dio. Queste e altre soddisfazioni. Alla Biennale di Venezia nel Padiglione della Sardegna in esposizione al “Masedu” di Sassari, Ziranu espone tre opere: la Donna-luce, La Stele Luminosa e La Strada Storia. C’è il tratto dell’arte moderna, di classe, con gli anni Duemila del design ma anche il ricordo dei fondamentali appresi da Predu Ziranu e tziu Juanne.
 Un professionista di questa caratura può far qualcosa per restituire decoro alle nostre città, ai nostri paesi? “Seppur compromessi i nostri centri storici conservano al loro interno ancora scorci incontaminati che possono essere di esempio per la conservazione di questi spazi”. Sì, ma avviene esattamente il contrario. Detta legge il cemento, non il decoro. “Bisogna avere il coraggio di far rivivere i centri storici della Sardegna, realizzando al loro interno, magari sacrificando parti ormai irrecuperabili o superfetazioni, i servizi necessari come parcheggi, spazi per il tempo libero e servizi in genere, senza intervenire con nuove costruzioni in zone periferiche”.
 Quanta responsabilità hanno i professionisti e gli amministratori nel prosperare delle brutture edilizie? I nostri paesi non sono accoglienti, non lo sono le nostre città, le periferie sono un disastro. “Abbiamo perso di vista l’importanza culturale della nostra architettura originaria, povera sì ma carica di decoro. E per quanto riguarda il decoro in genere, ivi compreso quello rurale, visto che le nostre campagne sono spesso discariche oscene, i progettisti devono trasmettere l’idea di una realizzazione di qualità, eco-sostenibile, magari riducendo le dimensioni e gli sprechi e, nel contempo, curandone e facendone curare le finiture e i particolari ai committenti”.
 In Sardegna imperversa ancora il non finito edile. “Occorre saper trasmettere la convinzione che un’opera di livello, con il tempo, può solo incrementare il suo potenziale anche economico e migliorare la sua integrazione con il paesaggio circostante. Proprio secondo il pensiero di Gaudì, la natura è la più straordinaria espressione di Dio, parte fondamentale dello spazio sacro, che è il racconto di quello che capita fra Dio e l’Umanità. Immersa in uno scenario paesaggistico di rara bellezza Oliena appare un luogo dove il richiamo alla natura quale rappresentazione terrena della perfezione divina sembra materializzarsi. Ricordiamoci che le ultime scene della Bibbia John Huston le ha girate sul Corràsi. Se è una montagna sacra, va rispettata. È sacro tutto l’ambiente sardo”.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cronaca
«Metodo Zamboni, soldi sprecati»
Accuse alle Regione che stanzia mezzo milione per la sperimentazione
È di pochi giorni fa la denuncia di una paziente di Samugheo che si era sottoposta all’intervento
Secondo l’associazione che assiste i malati di sclerosi multipla non ci sono benefici significativi
MICHELA CUCCU
 
 ORISTANO. «Con la sperimentazione sulla ccsvi la Regione sta buttando via cinquecentomila euro». Paola Manconi, coordinatrice regionale dell’Associazione italiana per la sclerosi multipla, interviene nel dibattito sull’ipotesi avanzata dal dottor Paolo Zamboni, medico dell’Università di Ferrara, di una correlazione fra sclerosi multipla e occlusione delle vene giugulari.
 L’intervento dell’Aism, che anche a livello nazionale ha assunto posizioni critiche sul metodo Zamboni, arriva all’indomani della intervista-denuncia di Elisa Mereu, la donna di Samugheo che ha raccontato a La Nuova degli scarsi se non nulli esiti ottenuti dopo essersi sottoposta alla liberazione delle vene del collo.
 «Sono riuscita a stare in piedi da sola, per una settimana. Poi più nulla e ora sono inchiodata alla sedia rotelle», ha detto Elisa Mereu raccontando dell’intervento al quale si è sottoposta, a pagamento, a marzo di quest’anno, in una struttura privata di Napoli. «Se mi è capitato questo è colpa dell’informazione scorretta e comunque parziale che si fa sulla ccsvi - ha denunciato la giovane di Samugheo - solo chi dice di aver ottenuto dei risultati, ne parla pubblicamente. Mentre nulla si sa sui casi falliti».
 E adesso interviene l’Aism, attaccando la giunta regionale che, su proposta dell’assessore alla Programmazione, Giorgio La Spisa, stanzia mezzo milione per una ricerca che secondo l’associazione «È totalmente inutile». Dice infatti Manconi: «Non comprendiamo come si possa destinare una somma così ragguardevole per una ricerca inutile quando si assiste continuamente a tagli sulle risorse per l’assistenza, com’è avvenuto con la legge 162. La comunità scientifica nazionale e internazionale ha già bocciato l’ipotesi di una relazione fra la patologia delle vene cerebrali e la sclerosi multipla».
 Tesi che Paola manconi rafforza citando la nota ufficiale del presidente della Società italiana di Neurologia, Giancarlo Comi: «Raccomanda di non effettuare sperimentrazioni cliniche in assenza di evidenze chiare sui rapporti fra ccsvi e sclerosi multipla». Secondo Comi, riferisce la coordinatrice dell’Aism «Non sono emersi elementi che supportino questa tesi».
 Quindi cita i primi risultati dello studio epidemiologico Cosmo che l’Aism ha avviato in campo nazionale per valutare la correlazione fra sclerosi e occlusione delle vene giugulari. «A un terzo della sperimentazione non sono state evidenziate correlazioni dirette tra le due patologie, tanto è vero - dice - che l’Aism nazionale mette in guardia i cittadini sui rischi potenziali di interventi chirurgici non sufficientemente bilanciati da motivate aspettative di benefici sulla salute».
 Infine una conferma di quanto denunciato dalla paziente di Samugheo: «A breve avvieremo una serie di iniziative pubbliche per denunciare la grave disinformazione resa ai malati di sclerosi multipla che affrontano costosissimi viaggi della speranza per sottoporsi ad interventi non ancora validati dalla comunità scientifica - conclude Manconi - e per impedire lo spreco di risorse pubbliche ed eventuali favori a personaggi del mondo medico che sulla ccsvi hanno costruito la propria popolarità».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cronaca
«Fermiamo la fuga dei cervelli»
Esperti a convegno per frenare l’esodo degli studenti fuorisede
Gianfranco Seddone: troviamo le soluzioni per un cambio di rotta
VALERIA GIANOGLIO
 
 NUORO. Qualche mese fa, i dati di un’indagine Ascom avevano fatto drizzare i capelli persino ai più ottimisti: 10mila giovani sardi studiano fuori dai confini dell’isola. E molti di loro sono destinati a rimanerci. Stamattina, a Nuoro, ne discuteranno ricercatori, econimisti, politici ed esperti.
 Tutti al capezzale di una generazione di isolani promettenti ma al momento del tutto priva di sbocchi. Stanca, sfiduciata, in piena crisi. Diversi esperti ne discuteranno in un convegno organizzato dall’Apan nuorese, l’associazione delle piccole e medie imprese guidata da Gianfranco Seddone. Il titolo del convegno che si comincerà alle 10 nella sala convegni della Camera di commercio, in via Papandrea 8, la dice già lunga: «Frenare la fuga dei cervelli è possibile? Nuove strategie per la Sardegna».
 Di queste nuove strategie discuteranno gli ospiti del’incontro di questa mattina. Oltre all’organizzatore, Seddone, interverranno il ricercatore del Crs4 di Cagliari, Andrea Seddone, l’economista Giuseppe Usai, il giornalista scientifico Mauro Scanu, il presidente della Camera di commercio nuorese, Romolo Pisano, il commissario del consorzio studi universitari della Sardegna centrale, Caterina Loi, il presidente dell’università Ailun, Lorenzo Palermo, l’assessore regionale al Turismo, Luigi Crisponi, il presidente della Provincia Ogliastra, Bruno Pilia, il presidente della Provincia Gallura, Fedele Sanciu.
 I saluti introduttivi sono affidati al sindaco di Nuoro, Sandro Bianchi, e al presidente della Provincia, Roberto Deriu. Coordina i lavori il giornalista Giuseppe Deiana. Dopo il dibattito, le conclusioni. Saranno affidate all’assessore regionale al Lavoro, Antonangelo Liori. «Il convegno - spiega il direttore dell’Apan nuorese, Gianfranco Seddone - vuole essere un’occasione per riflettere sul fenomeno dell’emigrazione dei giovani laureati della nostra regione e di coloro che vanno fuori per formarsi, al fine di capirne i motivi, oltre a quelli già noti, e pensare di proporre soluzioni utili a un deciso cambiamento di rotta. Perché questo fenomeno non facilita certo il processo di sviluppo nella nostra isola. Il convegno che abbiamo organizzato intende esaminare, dunque, diverse testimonianze e altrettante proposte che possano essere utili alle istituzioni, al territorio, e alla sua gente, affinché la fuga di tanti giovani, che costituiscono una risorsa fondamentale e preziosissima per la nostra Sardegna, possa essere ridimensionata». Nel corso del convegno verrà proiettato anche un filmato sul tema confezionato dal regista nuorese Davide Onnis.

6 – SardegnaQuotidiano

Cronaca di Cagliari – pagina 12
Policlinico Materiali mai usati da buttare
SANITÀ Scatoloni di medicinali e costosi suturatori abbandonati
nel blocco operatorio. Il responsabile Nicolosi: spreco da evitare.
E i sindacati Fials e Ugl lanciano l’allarme su batteri e infezioni
 
Gli scatoloni sono raccolti in una stanza del blocco operatorio del Policlinico. Dentro ci sono confezioni di fili vascolari e di sutura, ricariche per suturatrici varie, materiali per videolaparoscopie, sonde vascolari epatiche, teli per campi operatori: cataste di pezzi, che arrivano a costare anche centinaia di euro, che nessuno ha mai usato. E nessuno lo farà mai: le date di scadenza sono passate da mesi, e non vanno bene nemmeno per essere spediti in qualche missione del Terzo mondo, come qualcuno aveva pensato di fare. Migliaia di euro in dotazioni mediche destinati al cassonetto.
LE ACCUSE DEI SINDACATI Sulle condizioni del reparto operatorio della struttura di Monserrato vanno all’attacco anche i sindacati: «Le condizioni del reparto sono sconfortanti», scrivono il segretario provinciale della Fials Paolo Cugliara e il collega dell’Ugl Lino Marroccu, «Ci viene riferito che più volte i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza avrebbero segnalato (alla dirigenza del Presidio) diverse anomalie senza mai ottenere risposte risolutive ». Cugliara e Marroccu puntano il dito contro le infezioni nosocomiali (tipiche degli ospedali) registrate di recente su pazienti che erano stati sottoposti a interventi nel blocco operatorio. «Partendo dal presupposto che nelle sale operatorie la carica batterica debba essere costantemente monitorata», scrivono i sindacalisti, «ci chiediamo se si sia provveduto al decapaggio, nei modi e nei tempi previsti dalle norme ministeriali e se le infezioni rientrino nei parametri massimi stabiliti dal ministero della Salute». L’affondo non è però contro l’azienda, alla quale si rivolgono: «Chiediamo, pertanto, al direttore generale Ennio Filigheddu un rapido e risolutivo intervento: il blocco operatorio è una delle priorità assolute in primo luogo per la tutela del paziente, poi per l’indiscussa elevata professionalità di medici, infermieri e operatori socio sanitari».
LA REPLICA DEL PROFESSORE A rispondere ci pensa Angelo Nicolosi, professore responsabile della struttura dell’Azienda Mista finita sotto accusa: «Quello sulle infezioni », spiega, «è un allarme privo di fondamento. I dati dicono che si tratta di un fenomeno irrilevante. Le sale sono costantemente monitorate e disinfettate. Se di recente ci sono state infezioni nessuno mi ha informato, ma mi sembra molto, ma molto strano». Meno agguerrito, Nicolosi, quando risponde sugli scatoloni di materiali da buttare perché scaduti: «Questo è un problema, bisogna ammetterlo. Uno spreco di denaro che, soprattutto di questi tempi, non è ammissibile. Ma c’è da dire», aggiunge, «che è impossibile avere un archivio informatico dell’enorme mole di roba che entra in struttura. Quindi qualcosa sfugge, o non viene segnalata alla caposala, così scade. E deve essere buttata. Ma è uno spreco al quale bisogna rimediare».
Enrico Fresu
 
IN SALA SUI CARRELLINI
È COMPARSA LA RUGGINE
Fials e Ugl sollevano dubbi sulla presenza di batteri nel blocco operatorio, il responsabile Nicolosi smentisc la possibilità che nel suo reparto siano state contratte infezioni. Quello nella foto è un carrello che viene usato nelle sale durante le operazioni. La ruggine c’è, e ha aggredito anche uno dei supporti che vengono utilizzati per le flebo. Cugliara e Marroccu si rivolgono all’assessore alla Sanità, Simona De Francisci affinché «presa in considerazione la situazione in cui versano diverse sale operatorie dei presìdi sanitari, ponga in essere tutti gli strumenti operativi per verificare se vongono rispettate le norme igieniche».
 
GLI SCARTI E I FLACONI
SI INFRANGONO A TERRA
I rifiuti speciali finiscono dentro un deposito temporaneo, quelli “normali” nei cassonetti. A portarceli sono spesso gli operatori socio sanitari. Ma i carrelli che vengono usati per il trasferimento devono superare un avvallamento nell’asfalto, e più di una volta succede che, come documentato nella foto, decine di bottiglie e flaconi, che magari hanno contenuto sostanze “pericolose ”, vadano a infrangersi a terra. Dai sindacati arriva anche un’altra denuncia: i pacchi di cibo inscatolato vengono impilati in una stanza, proprio accanto al corridoio di passaggio della “risulta” degli interventi chirurgici. L’accostamento non sarebbe igienico.
 
7 – SardegnaQuotidiano
Cronaca di Cagliari – pagina 14
Università
Un test on line per capire quanto siamo sardi
 
Ti fa sentire più sardo Gianfranco Zola o Cappellacci? Soru o Grazia Deledda? Il Cagliari calcio o la Flotta marittima? Sono alcune domande di un test su internet, studiato per capire quanto i sardi si sentano sardi. Si tratta di un questionario confezionato dall’Ateneo di Cagliari, in collaborazione con l’Università di Edimburgo, nell’ambito di una ricerca finanziata con fondi della Regione, il cui obiettivo è proprio quello di conoscere le «opinioni sul presente e sul futuro della Sardegna». Le domande si trovano sul sito internet dell’Università di Cagliari: una serie di ventinove quesiti che spaziano dalla cultura e tradizioni della Sardegna, alla politica, con riferimenti specifici all’autonomia e all’indipendentismo, al ruolo e all’efficienza del Consiglio regionale e dei partiti sardi. Si parte con la domanda «Quale dei seguenti elementi sono, secondo lei, più importanti per definire la sua personalità, il suo modo di essere, la sua identità », seguita da una serie di quesiti su cosa significhi essere sardo e quali siano gli elementi identificativi che fanno sentire sardi doc. Le risposte chiamano in ballo argomenti importanti come la lingua sarda, la tutela del paesaggio, personaggi come Gianfranco Zola e Grazia Deledda, le società sportive come il Cagliari calcio e la Dinamo basket. C’è anche un mini test politico, con cui si chiede se e quanto si è d’accordo con le ultime decisioni delle GIunte Soru e Cappellacci riguardo alla difesa delle coste dalla speculazione edilizia, al Piano casa, il Master and back. E poi ancora il questionario interroga le conoscenze e percezioni su temi importanti come l’autonomia e lo Statuto speciale. Alla fine delle ventinove domande nessuno dirà all’utente se e quanto sia sardo. Quella è una risposta che dovrà darsi da solo.
 
8 – SardegnaQuotidiano
Cronaca di Cagliari – pagina 15
UNIVERSITÀ DIRETTORE GENERALE CERCASI
SCADENZA DELLE DOMANDE IL 13 GENNAIO
 
Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato l’avviso di indizione della selezione pubblica per il conferimento dell’incarico di direttore generale dell’Univer - sità, che sarà conferito con un contratto di lavoro di diritto privato a tempo determinato della durata di quattro anni, eventualmente rinnovabile. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 13 gennaio 2012. Bando e modulistica su www.unica.it.

Questionario e social

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