Domenica 4 dicembre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 dicembre 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Corso per i senza lavoro
Lezioni di Economia dell’ambiente e Risorse naturali
Entro martedì è necessario consegnare le domande di partecipazione
 
Scadono martedì le domande al corso regionale gratuito di formazione e aggiornamento tecnico-scientifico in “Economia dell’Ambiente e delle Risorse Naturali” che si svolgerà nel capoluogo dal 13 al 17 febbraio 2012.
Il corso, della durata di 30 ore, durerà una settimana. I destinatari sono 12 disoccupati e 8 occupati. Oltre a una buona conoscenza dell’inglese, è indispensabile possedere un diploma di laurea in ingegneria, scienze della terra, geologia, scienze agrarie, scienze forestali, materie economiche e giuridiche.
Le lezioni saranno tenute in inglese da docenti ed esperti nazionali ed internazionali, professionisti del settore e funzionari specializzati nelle materie del corso. Il testo completo dell’avviso e il modulo di domanda sono scaricabili dai siti: www.regione.sardegna.it, www.sardegnalavoro.it e www.forgeainternational.org. La richiesta dovrà pervenire a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o corriere espresso entro le 17 di martedì a: Consorzio Forgea International - Ufficio Segreteria via XXIX Novembre 57, 09123 Cagliari. In alternativa, il modulo può essere consegnato a mano (dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17). Per ulteriori delucidazioni si può contattare il Consorzio Forgea International al numero telefonico 070655385 o scrivere a: forgea@tin.it.
Alessia Corbu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Restano fuori in 247
Master & Back, la protesta degli esclusi
 
Delusione e sconforto. Questo provano i giovani che hanno partecipato all’edizione del programma regionale Master & Back dopo la pubblicazione, mercoledì scorso, delle graduatorie relative ai Percorsi di rientro del programma: ovvero, il finanziamento parziale da parte della Regione di un contratto di lavoro di due anni per le persone che hanno svolto un percorso di alta formazione in Italia o all’estero. «Su 330 domande congiunte (presentate da candidati e imprese) ne sono state ammesse al finanziamento soltanto 83. Ben 247 giovani professionisti e le altrettante aziende con le quali avevano faticosamente trovato un accordo e firmato un contratto restano dunque fuori. E non finisce qui, a breve ci saranno altri 240 tra giovani ricercatori e aspiranti funzionari per Enti pubblici nella stessa condizione», scrive il Comitato Master & Back.
Nato tre anni fa per raccogliere le istanze di chi partecipava al programma, il Comitato è stato lacerato da polemiche interne. Ma la critica che ha espresso all’indomani della pubblicazione della graduatoria unisce tutti: «Siamo delusi dalla mancanza di risposte concrete da parte delle istituzioni: tantissimi sardi che resteranno ancora fuori dal mondo del lavoro». Una critica aspra verso il presidente della Regione a cui i ragazzi hanno «chiesto per ben due volte, in modo pacato e costruttivo, se avesse intenzione di mantenere la promessa fatta da lui stesso lo scorso 23 giugno», quando Ugo Cappellacci affermò che se le aziende avessero risposto positivamente, cofinanziando i Percorsi di rientro, la Regione avrebbe raddoppiato i fondi per il programma. «Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Eppure le aziende hanno partecipato eccome: il numero di contratti a tempo indeterminato firmati è andato oltre ogni aspettativa». Per questo chiedono alla Regione di «garantire l’impegno economico necessario per attivare i percorsi di rientro per tutti i candidati che hanno presentato domanda» e quindi «di aumentare quindi i fondi previsti per il bando 2010-2011 nei tre settori privato, pubblico ed enti di ricerca.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Primi per il disagio giovanile
Sassari in pole position, Cagliari al 7º, Oristano al 10º posto
Tra i pochi segnali positivi c’è il crollo dello stereotipo che associa l’immagine dell’isola ai sequestri
GIACOMO MAMELI
 
CAGLIARI. Nell’Italia “fragile, indifesa, in parte eterodiretta” fotografata dal Censis nelle 585 pagine del suo 54.mo Rapporto, c’è anche la radiografia di una Sardegna che non si staglia certo dal diffuso e crescente malessere nazionale. Emergono anche segnali positivi (crolla definitivamente il mito-nero dell’Isola terra di banditi e di criminalità) ma viene rimarcato - come per tutto il Paese - il disincanto del mondo giovanile duramente colpito dalla disoccupazione: basti pensare che il tasso dei giovani sardi senza lavoro (40,7 per cento) è dello 0,1 superiore a quello che ha portato in piazza del Sol di Madrid gli indignados spagnoli. Quello dei giovani senza lavoro è il terremoto antropologico contemporaneo. Emerge - come ha detto il padre del Censis, Giuseppe De Rita - una realtà italiana “attraversata da un doppio pericolo”: la “mancanza diffusa del senso di responsabilità” e la convinzione della terapia fallace “ognuno per sé e del Francoforte per tutti”. Sottolinea De Rita: “Lo sviluppo si ottiene col lavoro, con l’industria non con la finanza”. Resta dal guardare un’Italia - citando Cicerone- “partim dolore, partim verecundia”, un po’ con dolore un po’ con vergogna visto che - scrive De Rita - “abbiamo vissuto in questi ultimi mesi una retrocessione evidente della nostra immagine nazionale dovuta alla caduta del nostro peso economico e politico nelle vicende internazionali ed europee”.
 Disagio giovanile - Tra le prime quindici province italiane dove è maggiore il disagio giovanile (riferito - per il Censis - alla disoccupazione, la dispersione scolastica e la criminalità minorile collegata a furti e rapine) tre sono sarde. Al primo posto c’è Sassari con un disagio pari a 94 punti, subito dopo Caltanissetta che è a quota 100, seguita da Palermo e Prato (97), Matera (96). Al settimo posto c’è Cagliari (85) e al decimo Oristano (81). Non compare Nuoro dove, soprattutto, la dispersione scolastica è meno accentuata rispetto a quanto avviene nei due Campidani e nella Nurra. Va considerato che il dato sardo è simile a quello del sud e delle isole in genere dove nel biennio 2009-2010 l’abbandono scolastico è stato del 18,6 per cento contro il 17,5 del Nord-Ovest, il 14,6 del Centro e il 12,8 del Nord-Est. La media nazionale dell’abbandono scolastico è 16,7 salita in forme preoccupanti di 1,1 punti sul biennio 2006-2007.pare che il biennio in corso - 2011-2012 - faccia registrare una ulteriore impennata nell’isola. Il Censis parla dell’insorgere “di situazioni ad alto rischio sociale” aggravate dalla presenza di famiglie “in condizioni di deprivazione” con altre famiglie “che hanno dovuto intaccare il patrimonio o contratto debiti” per il sostentamento dei giovani. Sono molte, Sardegna compresa, “le famiglie senza alcun componente occupato”. In tutt’Italia sono 2,5 milioni. In mezzo a loro vive poco meno del 6 per cento dei minori.
 Università - La ricerca non è una calamita sarda. Non c’è nessuno dei due atenei sardi nell’elenco di quelli che hanno raccolto oltre 10 milioni di euro in finanziamenti esteri nel triennio 2008-2010. Nell’elenco delle università fortunate ci sono Milano 1 (con 40.352 migliaia di euro), seguita da Firenze, La Sapienza, Bologna, Pisa, Torino Politecnico, Padova, Genova, Perugia, Milano Politecnico, Napoli Federico II, Tor Vergata, Torino, Pavia, Trenmto, Parma e Trieste. C’è da notare che nel ranking di Shanghai, orientato all’analisi della reputazione e della ricerca, sulle top 100 università nwel mondo Pisa (Scienze natutrali), Politecnico di Torino (Ingegneria) e Milano (Medicina e Farmacia) si collocano tra il 50.mo e il 75 posto.
 Copertura Adsl - Con i dati ottenuti dal Forum Pubblica amministrazione-Cisis il Censis fornisce una classifica della copertura Adsl 2 (superiore a 20 Mbps) nel 2010: la regione più fortunata è il Lazio col 75,9 per cento, viene quindi la Campania col 72, il Friuli Venezia Giulia col 69,5. La Sardegna è al centro con un 58,5 per cento di poco inferiore alla media nazionale attestatasi al 61 per cento. La Regione con minor copertura Adsl è la Basilicata (33,8). L’Italia è tra le nazioni col minor numero di famiglie che possiedono un accesso a Internet: il 91 per cento in Olanda, il 9o in Lussemburgo, l’Italia è 21.mo con 59. Banda larga: Olanda 83, Italia 49, salita di 10 punti sul 2009.
 Criminalità in calo - La tabella sui “delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalle forze di polizia” vede la Sardegna classificata al dodicesimo posto con un valore percentuale del 2,1 contro la Lombardia (19,5), seguita dal Lazio (11,1), dal Piemonte (8,8), dall’Emilia Romagna (8,6), e via via da Veneto (6,9)Toscana (6,7), la Puglia (5,9), la Liguria (3,5) e poi la Calabria col 2,6 e infine la Sardegna con il 2,1 pari a 55.137 delitti denunciati contro i 53.764 dell’anno 2009 (con una variazzione fra 2009 e 2010 del 2,6 per cento). Sotto la voce delitti vengono calcolati, oltre agli omicidi, furti, furti con scasso, rapine, incendi. In campo europeo lo Stato col più alto valore di delitti denunciati è la Svezia (148 delitti per mille abitanti), al secondo posto il Belgio (92,9) e al terzo la Danimarca (86,5). L’Italia ha la media del 45,1 per mille. La nazione europea «meno delittuosa» è Cipro col 9,2.
 Sanità, posti letto - La Sardegna è una delle regioni italiane col maggior numero di posti letto (pubblici e privati) del Paese. Al primo posto svetta il Molise con 5,80 posti letto per mille abitanti. Secondo il Lazio con 5,5, seguito dal Veneto (4,81) e ancora dall’Emilia Romagna con 4,62, quinta la provincia di Bolzano con 4,61 e poi la Sardegna con 4,46. Il valore percentuale dei posti letto pubblici sul totale in Sardegna è dell’8,13 per cento. Nell’isola sono (dati riferiti al 2008) 1.388 i medici generici, 227 i pediatri. Ogni medico generico nell’Isola assiste mediamente 1.065 pazienti contro i 1645 di Bolzano e, quota più bassa, i mille del Lazio. Il costo del servizio sanitario nazionale, pari a 1.833,3 nella media-Paese, in Sardegna è 1.822,7 euro. La quota più alta è Bolzano (2214,5) seguito dal Trentino Alto Adige (2.214,5). C’è anche da dire che la Sardegna non è una delle regioni dove il costo per la sanità sia tra i più alti in Italia. Nel 2009 contro una media nazionale di 1.833,3 euro pro capite la Sardegna è schizzata 1.822,7 preceduta solo dal Molise (2.105,3) e preceduta Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio. La regione più virtuosa nella spesa sanitaria è la Sicilia con 1.688,2 euro pro capite.
 Parchi - Sardegna tra i fanalini di coda per i parchi regionali, con dati aggiornati al 2011: escluso il Molise a quota zera, l’Isola ha un valore percentuale dello 0,3 per cento nel rapporto superficie parco/superficie regionale con due soli parchi (La Maddalena e il Goldo di Orosei) pari a 6.822 ettari. Il rapporto più alto in Lombardia (24 parchi regionali con una superficie parco/superficie pari al 19,3) seguita dal Trentino Alto Adige (15,2) e dalla Campania (11,8).
 Sbarchi dei clandestini - In Italia tra il 2009 e il 2010 c’è stato un calo di sbarchi di clandestini pari al 54 per cento passando da 9.573 del 2009 ai 4.406 del 2010. In Sardegna erano stati - la fonte è del ministero dell’Interno - 1.548 nel 2007, saliti a 1,621 nel 2008, calati a 484 nel 2009 e passati a 318 nel 2010. Al 19 settembre 2011 - dato freschissimo - gli sbarhi in Sardegna si sono fermati a 164 con una variazione del meno 79,5 tra 2007-2009 e del 34,3 fra il 2009 e il 2010.
 Sfratti - I provvedimenti esecutivi di sfratto e le richieste di esecuzione nel periodo gennaio-dicembre 2010 sono stati in Sardegna 632 di cui 571 per morosità (percentuale del 90,3) contro la media nazionale dell’85,7. Le richieste di esecuzione sono state 450 mentre gli sfratti realmente eseguiti sono stati 295. In questi dati sardi mancano - fa rilevare il Censis - quelli di Sassari e Nuoro.
 Aeroporti - Sono meno esaltanti di quanto spesso si racconta i dati sul numero dei passeggeri negli aeroporti sardi. In base alle cifre Censis-Enac sui primi 26 aeroporti nazionali Cagliari si colloca al tredicesimo posto con 3.426.864 passeggeri trasportati nel 2010 con un incremento del 3,3 per cento sull’anno precedente. La quota di traffico internazionale a Cagliari è crollata dal 22,6 del 2009 al 20,9 del 2010. Olbia Costa Smeralda: calo dell’1,9 fra 2010 e 2009 (da 1.621 mila passeggeri a 1.591) con incremento del traffico internazionale dell’1,5. Debacle (-7,9 per cento) per Alghero passato da 1.504.142 passeggeri nel 2009 a 1.385.567 nel 2010. Il traffico internazionale si è ulteriormente assottigliato passando dal 37 al 33,6. La quota internazionale è calata anche in campo nazionale passando dal 58,3 al 57,1.
 Raccolta differenziata - Tra il 2008 e il 2009 la Sardegna è stata fra le regioni più virtuose nella raccolta differenziata segnando una crescita pari al 7,8 per cento contro la media nazionale del 3. Il valore assoluto nell’isola (anno 2009) è stati pari al 42,5 superati dal Trentino Alto Adige (57,8), dal Piemonte (49,8) e dall’Emilia Romagna. All’ultimo posto la Sicilia col 7,3. In Sardegna gli impianti di raccolta dei rifiuti urbani sono sette, con una quantità smaltita di 351.864 tonnellate con un calo (2008-2009) del 20.3 e per un valore di smaltimento in discarica del 42 per cento (media nazionale 47,9).
Manca il dialogo - In Sardegna si denuncia da tempo, con forza, la presenza di una “politica e di una classe dirigente in mano a una dittatura di mediocri”. Avviene lo stesso in campo nazionale con il “declino del dibattito socio-politico”. Dice De Rita: “Al netto della banale concentrazione sui problemi innescati dalla sconcertante debolezza di leadership, la povertà del dibattito è evidente. Sembra quasi che esso segua una logica del parlare per parlare o del parlare del parlare che rende inconsistente il pensiero collettivo. Potrebbe essere ormai definito pensiero povero non meritando nemmeno la vecchia e criticata, ma non indecorosa, connotazione di pensiero debole”. Vale per l’Italia. Isole comprese. Dove, in assenza di dialogo, dettano legge pochi vuoti monologhi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Oristano
Università, Sos dei vertici per il taglio dei fondi
Oristano, preoccupa il taglio di tre dei sei milioni di finanziamenti regionali destinati all’ateneo
Attualmente sono iscritti oltre 600 studenti I docenti e tutor sono 330
 
 ORISTANO. Se non ricomparianno i tre milioni di euro spariti nel disegno di legge della Finanziaria, dal Fondo unico regionale per l’Università diffusa nel territorio, i corsi dell’Università di Oristano rischiano di essere ridimensionati. Il dimezzamento dei finanziamenti per il 2011, è stato rilevato dai vertici del Consorzio Uno che lo hanno fatto presente alla Commissione Bilancio della Regione. Si sarebbe trattato di un errore materiale. Da correggere; diversamente, dice il presidente del Consorzio Pupa Tarantini, «si uccide la cultura e la creazione di professionalità».
 
Pagina 10 - Cagliari
Università, sos per i fondi
Scure della Regione sui finanziamenti, futuro a rischio
Pupa Tarantini: Così si uccidono le prospettive della Sardegna Creiamo professionalità, dovremo importarle
SIMONETTA SELLONI
 
 ORISTANO. Con la stessa diligenza del buon padre di famiglia, non allarmati ma cautamente preoccupati, hanno sommessamente fatto rilevare che quei tre milioni di euro, tabella C nella finanziaria regionale 2012-2014, Fondo Unico per l’Università diffusa nel territorio, equivalgono ad un ridimensionamento su tutta linea dei progetti dell’Università oristanese. La metà esatta dei sei milioni di euro di cui, negli ultimi cinque anni, ha beneficiato il Fondo. Cautamente preoccupati, per dirla con Franscesco Asquer e Carlo Aymerich, dirigenti del Consorzio Uno e precari di lungo corso, avendo creduto nella scommessa che da quindici anni mantiene in piedi una delle eccellenze culturali dell’isola ma che, dagli stessi quindici anni, conta sulle - relative - incertezze dei trasferimenti finanziari della Regione. Per dirla invece con Pupa Tarantini, matricola dell’ateneo in quanto presidente del Consorzio da due mesi - e senza un-euro-uno di gettoni (e come lei tutto il consiglio di amministrazione) -, un po’ meno diplomatica, «il rischio è che uccidano il futuro della Sardegna, perchè creiamo professionalità di prim’ordine che diversamente dovremmo importare, anziché, come accadrà se ci lasceranno vivere, esportarle».
 È accaduto che tre giorni fa i vertici del Consorzio Uno, Università di Oristano, (con la presidente Tarantini e Asquer c’era anche il direttore generale dell’Università Eugenio Maria Aymerich), siano andati in audizione alla commissione Bilancio della Regione (presidente Pietrino Fois). Ai commissari regionali, gli universitari oristanesi hanno appunto fatto notare che nel disegno di legge la dotazione del Fondo unico è miseramente crollata: da sei a tre milioni. Per la prossima annualità, certo; il fatto è che questa cifra ricompare, nella sua primitiva interezza (sei milioni) nelle previsioni per il 2013 e 2014. «Errore materiale», è l’opione di Mario Diana, componente la commissione Bilancio e peraltro consigliere regionale espresso dall’Oristanese. Sarà. A scanso di equivoci, «bisognava rilevarlo», dicono Asquer e Tarantini. Non per altro, perché la programmazione (si parla di fondi per il 2012), ha bisogno di tempi lunghi, ma risorse certe. Per capirci, i denari per il 2011 ci sono già (perchè arrivano dalla Finanziaria 2010). Ma la diligenza del buon padre di famiglia impone quanto meno un controllo, prima che la proposta di legge, tagli inclusi, diventi legge.
 Non si erano accorti della decurtazione, i commissari. Anche se negli ultimi anni il bilancio regionale lavora di forbice un po’ per tutti i capitoli, eccezion fatta per la Sanità. «Le audizioni servono per questo», per interloquire, dice Asquer; lo sa bene, visto che da 15 anni firma atti di fede nella Regione che comunque l’Università oristanese l’ha finora sostenuta. Per fare qualche conto, al Fondo unico, dal 2006 a oggi, hanno attinto Oristano, Nuoro, Olbia e Iglesias. Nell’ultima attribuzione, Oristano ha avuto 2 milioni e 45mila euro. Ma per il 2012 ne ha chiesto di più: due milioni e 516mila euro. Forte di una eccellenza assoluta, come la scuola di specializzazione in Archeologia subacquea dell’Università di Lettere di Sassari, unica in Italia, e avendo firmato il protocollo d’intesa con Sassari per altri quattro curricula (Archeologia preistorica e protostorica, Archeologia classica, Archeologia tardoantica e medievale, Archeologia orientale), qualche impegno, l’Università, lo ha preso. Con i suoi 614 studenti (40 per cento della provincia e il rimanente di fuori, penisola e estero), 28 dipendenti, oltre 330 tra docenti e tutor. «Ma senza certezze, non si può programmare».
 È che, come per quasi tutte le cose, il difetto sta nel manico. Ossia in una programmazione che avrebbe bisogno di tempi ben più lunghi, visto che i corsi universitari sono almeno triennali e invece si naviga di anno in anno, Finanziaria permettendo. I vertici del Consorzio quasi fanno tenerezza, infervorandosi a dire che «non è razionale che non si capisca che la pianificazione necessita di un respiro ampio»; ma si fanno i conti con il fiato corto dei tagli che partono da lontano, in tempi di crisi. Quindi, alla cauta preoccupazione si aggiunge l’ottimismo della speranza. «Investire in cultura, non ci resta altro, ancora di più in tempi di crisi», sottolineano Tarantini, Asquer e Aymerich.
 In fiduciosa attesa, il Consorzio Uno (dieci soci paritari, tra enti e rappresentanti del mondo produttivo c’è anche la Tre A di Arborea, presidente nominato a turno da Comune e Provincia) aspetta le correzioni. Che quei tre milioni ridiventino sei. La politica si muova, si attendono risposte.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Cagliari
NATALE
«PanettUno» domani al Chiostro
 
 ORISTANO. L’albero di Natale dell’Università sarà allestito domani, dalle 17 in poi, nel chiostro del Carmine. Si chiama “PanettoUno”, la serata che culminerà appunto con la decorazione dell’albero, a cura di studenti, docenti e dipendenti, seguito da tombolata, condito con una fetta di panettone e allegria. Ah, si canterà anche: Happy Xmas (War is over) di John Lennon. La colonna sonora del Natale 2011, e perchè no, di ogni Natale che verrà. (si.se.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Il fascino dei siti prenuragici tra architettura e astronomia
Ricercatori e archeologi in città per un convegno nazionale di archeoastronomia
 
SASSARI. I sardi antichi conoscevano gli astri? È possibile trovare riscontri di questa eventuale conoscenza nell’architettura dei più importanti monumenti dell’isola? Esistono relazioni tra quella architettura e gli eventi astronomici? Sono solo alcuni dei più affascinanti interrogativi al centro del I convegno nazionale di archeoastronomia, «La misura del tempo», in programma lunedì 12 dicembre, a partire dalle 10, nell’aula magna dell’Università. L’iniziativa, promossa e organizzata dall’associazione culturale Aristeo e dalla Società astronomica turritana, rientra nell’ambito di un progetto incentrato sullo studio degli allineamenti e dell’orientamento dei siti preistorici e protostorici sardi con l’intento di stabilire se esistano relazioni tra l’architettura dei monumenti e gli eventi astronomici. Tema affascinante, legato al fatto che la presenza o meno di ricorrenze statistiche rilevanti potrebbe gettare nuova luce sulle conoscenze che gli antichi avevano dei fenomeni celesti e sulle eventuali ripercussioni che quelle nozioni possono avere avuto sull’ordinamento sociale, economico e religioso delle comunità preistoriche sarde. Il progetto vede impegnati, su un terreno delicato, i ricercatori di Aristeo e quelli della Società astronomica turritana, nell’ottica di un reciproco scambio di competenze durante le fasi del programma. Per discutere di questo tema assai dibattuto, il 12 dicembre, nell’aula magna dell’Università centrale, si alternerà al microfono un qualificato gruppo di archeologi sardi, fra cui il rettore dell’ateneo turritano Attilio Mastino, per tentare di dare una risposta a questioni ancora insolute. L’approccio di tipo archeoastronomico, finalizzato cioè a evidenziare eventuali riscontri di carattere astronomico nei siti archeologici presi in esame, sarà affiancato da quello storico e antropologico culturale per capire se effettivamente i sardi antichi conoscessero l’astronomia e per rintracciare ogni possibile indizio di quelle conoscenze nei tratti di vita sociale e religiosa delle comunità preistoriche e protostoriche. Lo studio è stato rivolto in particolare al Nord Sardegna dopo una serie di sopralluoghi e altrettante rilevazioni nei principali siti nuragici di competenza della Soprintendenza di Sassari e Nuoro.
 
 
 

Questionario e social

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