UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 22 novembre 2011

Martedì 22 novembre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 novembre 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Viaggio dentro il Psi, dal frontismo al governo
Viene presentato oggi il saggio di Gianluca Scroccu
 
Conoscere la storia del socialismo italiano significa interrogarsi sulle ragioni della crisi della sinistra e della politica dei nostri giorni. Da questi presupposti è nato il lavoro di Gianluca Scroccu “Il Partito al bivio. Il Psi dall'opposizione al governo (1953-1963)”, edito da Carocci, che verrà presentato oggi alle 16,30 nell'aula magna della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari. A parlare del volume, oltre all'autore, i professori Francesco Atzeni, Direttore del Dipartimento di storici e Pro rettore per la Didattica dell'Università di Cagliari, Marco Gervasoni, docente di storia contemporanea all'Università del Molise e di Roma, l'avvocato Antonello Arru e l'onorevole Franco Mannoni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Banco di Sardegna che ha contribuito alla pubblicazione.
Il libro di Scroccu, che si inserisce nella nuova stagione di studi sulla storiografia dei partiti, analizza la storia del Psi, anche con riferimenti alla Sardegna e a Lussu, dalle elezioni politiche del 1953 al varo del primo governo organico di centro-sinistra nel 1963 servendosi di una documentata ricerca archivistica e su fonti a stampa. Sono gli anni del centro-sinistra, un periodo di cambiamenti sociali ed economici che investono in profondità i temi dell'identità, della mobilitazione, delle forme e dei rituali di propaganda dei socialisti italiani dopo il distacco dai comunisti in seguito ai fatti del 1956, influenzando sia i gruppi dirigenti che la base nella difficile ricerca di una via riformista in vista dell'approdo al governo dopo la stagione frontista.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
REGIONE. La protesta
Master & Back, i ragazzi: fondi per tutti
 
Rispetto alle circa 700 domande presentate per i “Percorsi di rientro” del Master & Back, il programma di alta formazione per i giovani laureati sardi (master) e di inserimento lavorativo nell'isola (back), ieri i manifestanti erano molto meno, una cinquantina, ma non per questo intimoriti: «Chiediamo che la Regione finanzi tutti i candidati idonei», spiega Mauro Cossu, esponente del Comitato Master & Back, dopo la riunione con Mariano Mariani, consulente del presidente Ugo Cappellacci, e Gabriella Massidda, direttore della Regione.
L'INCONTRO «C'è stata grande disponibilità», continua Cossu, «entro lunedì incontreremo il governatore». Per tutta la mattina i ragazzi hanno presenziano con i loro striscioni e le valigie, simbolo della “fuga dei cervelli” che si innescherebbe qualora il “back” non potesse attuarsi. Una prospettiva tutt'altro che remota visto che lo stesso Cossu ammette che «con i fondi che hanno ipotizzato alla Regione si potranno finanziare circa 200 percorsi». Ben al di sotto, quindi, delle circa 700 domande presentate.
I dati definitivi sulle domande si conosceranno solo entro la settimana e a fornirli sarà l'assessore regionale al Lavoro Antonello Liori. Saranno questi numeri a costituire la base di discussione tra i ragazzi e la Regione. Intanto Bruno Murgia, esponente Pdl della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, chiede alla Regione di «andare incontro alle richieste dei giovani». (m. g.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 43 - Edizione CA)
FORMAZIONE. Liori: vediamo i numeri
Master & back, tanti iscritti e pochi contratti
 
Per conoscere il futuro del progetto “Master and back” bisognerà attendere ancora qualche giorno, quando l'Agenzia regionale per il Lavoro consegnerà all'assessore Antonello Liori e al governatore Ugo Cappellacci i dati definitivi sulle ricadute occupazionali dei circa 900 studenti che hanno partecipato al progetto avviato nel 2006 e costato, secondo i dati forniti dall'assessorato regionale del Lavoro, circa 160 milioni di euro. «Ci sono criticità», ha ammesso Liori, «c'è stato un successo di utenti, ma i dati su quanti poi hanno ricevuto un contratto a tempo indeterminato potrebbero non essere esaltati. Dunque attendiamo di vedere i numeri».
Nell'attesa, comunque, la Regione punta sull'alta formazione post-laurea, ritenuta una via strategica per lo sviluppo dell'Isola. Quattro i master attivati con le università di Cagliari e Sassari (ma c'è anche un quinto corso di aggiornamento), realizzati in collaborazione con alcuni tra gli atenei più importanti d'Italia grazie al programma 2011 finanziato con oltre 2 milioni di euro di fondi regionali. Già bandito quello di “Economia e finanza etica per lo sviluppo e la cooperazione” (24 posti a Cagliari e altrettanti a Sassari finanziati con 400 mila euro), mentre 750 mila euro sono stati destinati al corso in “Manager dello sviluppo turistico territoriale e della gestione delle imprese turistiche” (c'è ancora disponibilità per i 24 posti su Nuoro, mentre sono coperti i 24 di Cagliari ed i 17 di Sassari). Costerà 40 mila euro, invece, il corso di specializzazione per la “Gestione di siti inquinati”, mentre “Gestione d'impresa” avrà 750 mila euro per circa 60 posti. C'è poi un master in “Miglioramento delle performance degli enti territoriali e della pubblica amministrazione”, 30 posti su Cagliari, non ancora bandito, finanziato con 250 mila euro.
Francesco Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Iglesias (Pagina 21 - Edizione PC)
L'Università viaggia su internet
Didattica all'insegna dell'e-learning, iniziano le iscrizioni ai nuovi corsi
Conto alla rovescia per le lezioni di Amministrazione e Organizzazione nella sede di Monteponi
 
Il nuovo capitolo dell'Università di Monteponi si chiama e-learning, ovvero la formazione con l'ausilio di internet. Il corso sperimentale, avviato nei mesi scorsi, si concluderà il prossimo 31 dicembre, ma ora è arrivato il momento della partenza di quello vero e proprio: il corso triennale che darà agli iscritti la possibilità di laurearsi in Amministrazione e Organizzazione.
Nei prossimi giorni saranno divulgate le modalità per l'iscrizione e il pagamento delle rette universitarie. Intanto nei giorni scorsi si è svolto un incontro informativo con gli amministratori locali, nell'aula magna della palazzina Bellavista di Monteponi, sede del Consorzio per l'Università del Sulcis Iglesiente. «È importante il coinvolgimento di tutte le istituzioni per favorire l'adesione a questo importante corso di studi», spiega Tore Cherchi, presidente della Provincia e del consiglio d'amministrazione del Consorzio Ausi. L'istituzione del corso in Amministrazione e Organizzazione è frutto della sinergia tra Ausi, facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Cagliari e Consorzio Unitel Sardegna, di cui sono soci gli atenei di Cagliari e Sassari.
Dopo la (contestata) chiusura del corso in Scienza dei Materiali, trasferito alla cittadella universitaria di Monserrato, sembra che l'e-learning sia l'unico modo per tenere in piedi a Monteponi l'attività didattica in senso stretto. Il tradizionale sistema di Università diffusa appare sempre più un capitolo chiuso, anche se il corso e-learning non esclude del tutto la presenza, in sede, dei docenti e la possibilità, per gli studenti, di continuare ad avere i locali di Bellavista come punto di riferimento. Qualcuno, però, potrebbe considerarlo quasi un contentino di fronte alla cancellazione di un'esperienza, Scienza dei materiali, considerata strategica in un territorio come il Sulcis Iglesiente.
Pierluigi Palmas, assessore alla Cultura del Comune di Villamassargia, si mostra ottimista: «È un modo concreto per favorire il rilancio dell'Università del Sulcis Iglesiente. Faremo il possibile per far conoscere ai nostri concittadini questa possibilità di studio e incentivare le iscrizioni. È un'occasione che non si può perdere e già dai prossimi giorni inizieremo a diffondere materiale informativo».
Cinzia Simbula
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 16 - Edizione NU)
Appuntamenti
Lauree, corsi di preparazione ai test
 
L'associazione Histudentes comunica che sono aperte le iscrizioni ai corsi di preparazione ai test d'ammissione per lauree tecnico-scientifiche. Le lezioni partiranno a febbraio e proseguiranno sino al 6 giugno. L'iniziativa è patrocinata dall'università di Nuoro, dalle Provincia di Nuoro e Ogliastra e dall'ordine provinciale dei medici. Sono previste 156 ore di lezione; diverse giornate saranno dedicate alle simulazioni d'esame e all'orientamento universitario. Per informazioni e iscrizioni consultare il sito www.histudentes.com oppure email a info@histudentes.com, telefono 347-5182865 e 338-8540630. L'associazione Hìstudentes è disponibile nella sede in via Ugo Foscolo n°20 (previo appuntamento da concordare via telefono o mail). Iscrizioni fino ad esaurimento posti.
 
Corso di psico oncologia, iscrizioni
Al via le iscrizioni al corso biennale di psiconcologia, promosso dall'associazione italiana di Psico oncologia della Sardegna e patrocinato da Asl, azienda universitaria ospedaliera di Cagliari e Associazione italiana di oncologia medica, che si terrà da gennaio nella sala Thun dell'ospedale Microcitemico di Cagliari. Direttore Nadia Brusasca, psicologa responsabile del centro di Psiconcologia della Asl nuorese, coordinatore Maria Dolores Palmas che opera nel “Businco” della Asl 8, Cagliari, tutor Luisa Brodu. Le lezioni dureranno due anni, articolati in 200 unità didattiche e 5 blocchi formativi: numero massimo di 30 partecipanti. Destinatari psicologi, medici, infermieri, fisioterapisti. Per accedervi è necessario avere il diploma di laurea magistrale in psicologia o lauree equipollenti con abilitazione all'esercizio della professione, in medicina e chirurgia, diploma di laurea triennale in infermieristica e fisioterapia.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Laura Bassi, che vide in faccia Minerva
Celebrazioni, trecento anni fa nasceva a Bologna la prima docente universitaria in Europa
 
Pochi mesi prima il Collegio dei dottori leggisti di Bologna aveva rifiutato a una ragazza la laurea in legge. Ma il 17 aprile 1732 con Laura Bassi la dotta si arrende e per la prima volta una donna è ammessa nelle aule accademiche.
Bologna ha celebrato con molte iniziative, fra cui una bella mostra, il terzo centenario della nascita di Laura Bassi. Figlia di un avvocato, studiò privatamente (le donne non erano ammesse all'università). Non solo si laureò in Biologia e Filosofia ed entrò a far parte della Accademia delle scienze, ma fu la prima donna in Europa a diventare professora e filosofessa - questi i termini dell'epoca - nell'università. Ma soltanto nel 1776, poco prima della morte, le fu conferita la cattedra.
Si sposò con Giuseppe Veratti ed ebbe otto figli: altro scandalo perché all'epoca le poche donne studiose erano destinate alla clausura. Con il marito divise passioni scientifiche e una vita fra impegno intellettuale e clamore permanente.
“Laura Bassi e le altre filosofesse di Bologna” il titolo della mostra. Nelle vetrine si nota una medaglia d'epoca a lei dedicata: «L'unica donna che ha potuto vedere in faccia Minerva, la sapienza». Pensandoci bene è un gran complimento a lei e un insulto a tutte le altre. Comunque lei non si accontentò del ruolo di Minerva bolognese. Si gettò nel dibattito culturale e scientifico europeo (fra Voltaire, Beccaria e Volta) e ricercò in molti campi: maree, gas, astronomia, elettricità, microscopi, calcolo integrale... Fu anche disputante alla funzione anatomica pubblica, una sorta di duello scientifico davanti a professori e studenti (tutti maschi appunto).
I suoi funerali furono davvero di popolo perché una parte della città molto l'amò. Non tutti però. Trattati e poemi con titoli come “Le dottoresse ignoranti” o “Disgrazie di donna Urania” avevano lei nel mirino. Fra il 1771 e il '72 si svolse a Bologna persino «la disputa sull'utero pensante» a partire da un libretto del medico Petronio Zecchino dove si sosteneva (ed era teoria diffusa) la dipendenza dell'intelletto femminile «dai movimenti dell'utero» e perciò «la necessità di una guida maschile per le donne». In questo senso il manifesto che pubblicizzava le iniziative per ricordarla è un capolavoro di ironia: in primo piano c'è il viso di Laura Bassi ma sotto la gonna è visibile il teatrino accademico riunito.
La mostra è stata accompagnata da un documentario di Enza Negroni, “Laura Bassi, una vita straordinaria” e da un convegno.
Oggi un cratere su Venere porta il suo nome mentre a Bologna le sono intitolate una scuola e una via (altrove non risulta). Ma davvero, nell'anno a lei dedicato, almeno chi abita a Bologna la conosce? Piccolo test fra una decina di studenti e studentesse in zona universitaria, a casaccio. «Conoscete Laura Bassi? E Lazzaro Spallanzani?». Solo due hanno idea di chi fosse lei mentre cinque sanno qualcosa del suo allievo. Se Minerva era ed è donna sembra che l'informazione circoli poco.
Daniele Barbieri
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 11 - Edizione CA)
Sul nuovo governo Monti arriva la benedizione da oltre il Tevere
Numerosi gli uomini vicini al Vaticano nel Consiglio dei ministri
di Paolo Rodari
 
Alla vigilia del "conclave" di Todi - l'assise che il 16 e 17 ottobre ha riunito gran parte delle associazioni cattoliche per pensare a una nuova forma di presenza in politica - Dino Boffo, direttore di Tv2000, l'emittente della Cei, intervistato sull'impegno in politica di personalità del mondo cattolico, aveva lanciato tre nomi in grado di dare un contributo alla società italiana. Due di questi, Lorenzo Ornaghi e Andrea Riccardi, sono entrati ieri nel governo guidato da Mario Monti. A significare che in qualche modo la chiesa italiana, che parecchio ha contribuito al declino di Berlusconi - è di fine settembre la prolusione al Consiglio permanente della Cei del cardinale Angelo Bagnasco nella quale venivano stigmatizzati quei "comportamenti tristi e vacui non compatibili con il decoro istituzioni" -, può a suo modo oggi cantare vittoria.
LORENZO ORNAGHI Della pattuglia cattolica presente nel nuovo esecutivo, Ornaghi è certamente il ministro più organico alla chiesa. Politologo, allievo del padre nobile della Lega Gianfranco Miglio, presidente dell'Authority sul volontariato per volere dell'allora ministro del welfare Roberto Maroni nel 2001, è alla guida dell'Università cattolica di Milano dal 2002. Vicino al cardinale Camillo Ruini e impegnato nel Progetto culturale della chiesa italiana, ha segnato il cambiamento degli equilibri nell'ateneo fondato da padre Gemelli riportandone le redini nelle mani dei vertici dell'episcopato. Il nuovo ministro dei Beni culturali è un uomo riservato e accorto, che non si è mai sovraesposto, nonostante il ruolo di rettore. Un rappresentante "dell'Italia sanamente moderata", lo definiscono coloro che lo conoscono bene negli ambienti della diocesi milanese. Oltre che su un filo diretto con il cardinale Angelo Bagnasco può contare anche su porte aperte in Vaticano. Prima di accettare l'incarico propostogli da Monti, infatti, ha chiesto un consiglio anche ai collaboratori più vicini a Papa Benedetto XVI i quali hanno dato un loro placet.
I PIANI DI BAGNASCO Sulla entrata di Ornaghi nel governo resta però un'ombra: Bagnasco auspicava per lui un incarico alla Pubblica istruzione. Per la chiesa italiana, infatti, è quello il ministero chiave assieme alla Salute. La decisione di dirottarlo ai Beni culturali resta una "diminutio" che mostra come la chiesa oggi non possa fino in fondo cantare vittoria. E' vero che molti dei protagonisti di Todi occupano poltrone nel governo Monti, ma non le poltrone più importanti: "Ci hanno dato le lenticchie" era il commento che faceva a caldo un importante cardinale in forza alla curia romana.
Il ruolo di ministro dei Beni culturali fa uscire Ornaghi in anticipo dal rettorato della Cattolica, dove non sarebbe comunque potuto più essere rieletto, essendo già al terzo mandato. Ornaghi, che settimana scorsa si era accomiatato dai suoi studenti preannunciando l'incarico, ha affiancato negli ultimi mesi il cardinale Dionigi Tettamanzi nella resistenza al tentativo messo in atto dal segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone di cambiare i vertici dell'Istituto Toniolo, la "cassaforte" della Cattolica. Accettando l'incarico di governo lascia dunque sguarnito un posto chiave a Milano dove senz'altro nelle prossime settimane si aprirà la partita per la sua successione, una partita nella quale, comunque, un ruolo decisivo lo giocherà, più che Bertone, l'arcivescovo di Milano Angelo Scola. Questi, insediatosi a settembre nella curia meneghina, ha tenuto duro su Toniolo non concedendo nulla alla segreteria di stato della Santa Sede.
ANDREA RICCARDI Tra i nuovi ministri un nome di spicco per la sua appartenenza alla chiesa cattolica è quello del fondatore della Comunità di sant'Egidio, Andrea Riccardi. Poco prima di salire al Quirinale Riccardi compariva tra gli applausi all'inaugurazione della mostra "Democrazia cristiana per l'Italia unita". Mentre, appena prima del giramento, ha risposto così al cellulare: "Eminenza...". A conferma del fatto che oltre il Tevere il suo incarico è stato benedetto da molti prelati. E che su di lui molti esponenti importanti del Vaticano fanno affidamento.
Tuttavia è innegabile che la nomina di Riccardi faccia sorridere la chiesa italiana soltanto a metà. Il ministero della Cooperazione (senza portafoglio) è poca cosa rispetto a quanto le stesse gerarchie prospettavano per lui: la Farnesina, il ministero degli Esteri. Il suo nuovo incarico resta comunque in rima con l'epiteto di "Onu di Trastevere" applicato ad arte alla sua comunità. Una comunità capace di fare lobbying come poche altre, e cioè di accreditarsi come interlocutore valido nelle diplomazie dei paesi esteri, come e spesso di più della stessa diplomazia vaticana.
RENATO BALDUZZI Nell'esecutivo è rappresentata in modo significativo anche l'anima cattolico-democratica, con il nuovo ministro della Sanità, Renato Balduzzi, in cattedra all'Università cattolica da un anno, che si vede assegnato un dicastero certamente più importante di quello attribuito al suo rettore. Balduzzi, già presidente del Meic (un tempo "Laureati cattolici") è stato consigliere del ministro Rosy Bindi nonché estensore del disegno di legge sui Dico, per il riconoscimento delle coppie di fatto e omosessuali. Nel delicato "risiko" cattolico, la presenza di Balduzzi è stata letta in qualche ambiente della Cei come una risposta per controbilanciare la presenza dei protagonisti di Todi. Non è un mistero per nessuno che Balduzzi, più di tanti altri, è stato un fiero oppositore del Family Day, l'assise sponsorizzata dal cardinale Camillo Ruini ai tempi dell'ultimo governo Prodi. La sua presenza nel governo viene letta come una rivincita di un cattolicesimo, quello adulto, che tanti rospi ha dovuto ingoiare negli ultimi anni. Una rivincita che oggi fa paura anche a molti vescovi.
GOVERNO NORDISTA A mezza voce qualche alto ecclesiastico fa notare pure che il governo è molto "nordista" e molto "bancario". Ma è stata indubbiamente apprezzata, negli ambienti ecclesiali al di qua e al di là del Tevere, la scelta di non inserire nella lista personalità che si sono pubblicamente attestate sulle posizioni più distanti da quelle del mondo cattolico in materia di bioetica, come ad esempio Umberto Veronesi.
CORRADO PASSERA Tra i cattolici protagonisti a Todi, oltre a Ornaghi e Riccardi, c'è anche Corrado Passera. Capo di Banca Intesa ed editore principe del "Corriere della Sera", il giornale che aveva impresso sul convegno di Todi un suo imprimatur, gode di molta considerazione oltre il Tevere. 57 anni, è un comasco timido, bocconiano, per un decennio è stato l'uomo di fiducia di De Benedetti. L'Ingegnere lo aveva preso dalla McKinsey e trasformato nel suo plenipotenziario. Recentemente il mondo cattolico l'ha visto protagonista del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e liberazione. Qui si scontrò con il ministro Sacconi sulla "scossa" da dare all'economia. Un segno premonitore. Oltre a Passera sono cattolici anche Francesco Profumo (Pubblica istruzione), che proprio il giorno della formazione del nuovo governo ha presentato il libro dell'Editrice Vaticana curato da monsignor Lorenzo Leuzzi su "I grandi discorsi di Benedetto XVI": invitato da tempo come presidente del Cnr, tra gli altri relatori ha trovato il predecessore all'Istruzione, Mariastella Gemini. Anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni, altro primattore di Todi, era stato per un po' nelle liste dei papabili, salvo poi uscirne.
FEDERICO TONAITO Accanto a questi nomi va inserito quello di Federico Toniato. Non si vede quasi mai nelle foto ufficiali, ma negli ultimi giorni è stato spesso inquadrato alle spalle del presidente del Consiglio. E' l'uomo ombra di Monti, è il funzionario del Senato dal curriculum impeccabile che ha preso appunti durante le consultazioni. Il premier lo ha accanto a sé anche a Palazzo Chigi. Apprezza le sue capacità già dimostrate a Palazzo Madama dove è il capo della segreteria. Senza dimenticare i suoi rapporti molto solidi con il Vaticano. Toniato, 36 anni, organizzò l´incontro di Renato Schifani con Papa Ratzinger nel novembre del 2008. E accompagnò il presidente del Senato all'udienza privata.
CIVILTÀ CATTOLICA La Santa Sede ha indubbiamente molte aspettative rispetto al lavoro di questo esecutivo. Ne è una riprova un recentissimo articolo di Civiltà Cattolica: "L'auspicio è che, benché il Parlamento debba dedicarsi alla soluzione di gravi problemi economici, il disegno di legge esaminato sia approvato anche dal Senato in tempi rapidi", scrive la rivista dei gesuiti in un articolo dedicato, nel nuovo numero, al testo di legge sul fine vita. Secondo Civiltà Cattolica, le cui bozze vengono lette prima della pubblicazione direttamente dalla segreteria di stato vaticana, "una legge che tratta del fine vita non può pretendere di esaurire o delimitare il tema in tutti i suoi aspetti, che sono molteplici come quelli di un prisma, ma può solo iniziare a definirlo per rispettare il più possibile il rapporto di fiducia tra medico e paziente (alleanza terapeutica)".
L'articolo della Civiltà Cattolica è soltanto un assaggio delle richieste che nei prossimi mesi giungeranno da oltre Tevere. La sintonia tra questo governo e Vaticano si è resa evidente anche venerdì scorso: il giorno in cui Monti chiedeva la fiducia alla Camera ha trovato il tempo per recarsi all'aeroporto e salutare il Papa in partenza per il Benin. Mai come in questi giorni è stata evidente la sintonia tra Vaticano e mondo istituzionale italiano. L'Osservatore Romano si è molto allineato al Quirinale chiedendo "decisioni rapide e senso di responsabilità"e riportando quasi solo le parole del presidente italiano. Mentre la Radio Vaticana ha sostenuto la necessità d'un "governo di transizione e di tregua". Una sintonia perfetta, quasi surreale, a suggello di un governo che, seppure non soddisfi appieno tutta la chiesa, nasce non senza una benedizione da oltre Tevere.
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
«Master & Back, la Regione metta più fondi»
Cagliari. La protesta di settecento laureati: le risorse non bastano per tutti i percorsi di rientro
 
CAGLIARI. Ancora una volta si sono dati appuntamento davanti al palazzo della Regione in viale Trento: erano circa 700 i laureati che ieri mattina hanno chiesto al governatore Cappellacci e alla giunta di puntare con maggiore decisione sul Master & Back, «andando oltre la promessa di raddoppiare i fondi destinati al programma, deliberando il finanziamento di tutte le domande idonee all’attivazione di un percorso di rientro».
 Con i master si sono formati fuori dall’isola, ma ora, al momento di rientrare in Sardegna, rischiano per carenza di fondi di non trovare tutti i percorsi di rientro adeguati alle loro specializzazioni.
 «Lo scorso 23 giugno - hanno spiegato i ragazzi durante il presidio - il governatore disse che se le aziende sarde avessero risposto positivamente all’uscita del bando Master and Back-Percorsi di rientro 2010-2011, scommettendo sui giovani tornati nell’isola per mettere a frutto le conoscenze e professionalità acquisite in giro per il mondo, la Regione avrebbe raddoppiato i fondi giudicati esigui. Le aziende, gli enti pubblici e gli istituti di ricerca hanno risposto - e ora chiediamo che vengano mantenute le promesse per evitare che si incentivi la fuga dei cervelli dall’isola».
 Entro questa settimana l’assessore regionale al Lavoro, Antonello Liori, avrà in mano tutti i dati riguardanti le assunzioni in Sardegna dei giovani formati attraverso i master effettuati fuori dall’isola, che serviranno da base di discussione per un confronto con il comitato di laureati che hanno partecipato al Master and Back. La fuga dei cervelli è un argomento che preoccupa parecchio lo stesso Liori. L’assessore ha evidenziato che il progetto sinora non ha sviluppato tutte le sue potenzialità perché spesso i laureati, dopo un periodo di lavoro in un’azienda sarda, non vengono riconfermati. E di fronte alla prospettiva di rimanere senza lavoro nell’isola, preferiscono fare la valigia e partire, per la Penisola o all’estero. E in questo modo gli investimenti fatti con il Master & Back risultano inutili.
 Sull’argomento interviene anche il deputato Pdl Bruno Murgia: «Capisco la cautela della Giunta sulla necessità di avere un quadro completo delle opportunità al rientro, ma credo che siano comunque soldi ben spesi. Sono vicino alle istanze di chi manifesta - spiega il componente della commissione Cultura e Istruzione della Camera - lo stanziamento di fondi per la formazione postuniversitaria rappresenta un’opportunità unica per tanti giovani meritevoli. Una spesa che costituisce un importante investimento per il futuro dell’economia sarda. In un periodo di crisi è importante non abbassare la guardia sugli stanziamenti riguardanti la cultura e l’Università. E’ un concetto che ho espresso anche alla Camera, quando si è discusso di cultura e istruzione, senza aver timore di mettermi contro il ministro Tremonti, campione dei tagli orizzontali. Pur rispettando le buone norme della parsimonia, le risorse investite in conoscenza alla fine rendono. So che enti pubblici ed aziende private si sono già detti disponibili a partecipare fattivamente ai programmi di rientro».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
L’Università di Sassari premia con un tablet gli studenti meritevoli
A un iscritto in Agraria l’assegno della Fondazione Gabriele Bacchiddu, il giovane agronomo morto nel 2009
 
SASSARI. Quattrocentocinquanta come gli anni dell’Università e come gli euro che costa, più meno, ciascuno di loro. Sono i Tablet Olivetti (Olipad 110) che ieri sono stati consegnati agli studenti più meritevoli, appunto 450, dell’Ateneo sassarese. Un premio che vuole funzionare da incentivo per spingere chi sta indietro con gli esami a darsi una mossa, perché domani i premiati potrebbero essere loro. Per ora, vincono in 450, distribuiti tra tutte le Facoltà, più donne che uomini: ringraziano e vanno via sorridenti con la loro tavoletta multimediale sotto il braccio.
 C’è chi si è messa vestito elegante e decolleté col tacco, pazienza se fuori diluvia, e chi arriva a passo svelto esibendo una cravatta sgargiante. Sono emozionati e orgogliosi e sottovoce dicono «Beh, ce lo siamo meritati». I genitori, fratelli e sorelle, pure qualche nonna, aspettano la chiamata in trepidazione: e quando tocca al loro pupillo è una pioggia di applausi nell’aula magna dell’Università centrale zeppa come un uovo, niente posti neanche in piedi. I premiati vengono chiamati uno ad uno, prima quelli di Agraria, poi tutte le altre Facoltà. Ad attenderli ci sono il rettore Attilio Mastino, il prorettore Laura Manca e il direttore amministrativo Guido Croci: nell’ordine ricevono la pergamena, il tablet e alcune vigorose strette di mano. Sabrina Muredda ed Elisa Cappai, 22 anni da compiere, rispettivamente di Nughedu San Nicolò e Silanus, studentesse di Agraria, sono tra le prime ad essere premiate. Dice Sabrina: «Lo userò per studiare, sarà utilissimo. Lo terrò sempre nella borsa, altro che il vecchio pc così ingombrante». Aggiunge Elisa: «È una decisione giusta, perché in questo modo è stata evitata una spesa alle famiglie. Molti di noi avevano già chiesto il tablet come regalo di Natale». Vicinissime alla laurea triennale, entrambe frequenteranno la Specialistica e poi chissà: forse faranno il dottorato di Ricerca, ma il sogno è quello di aprire un’azienda tutta loro, «anche se di questi tempi non tira una buona aria». Costantino Luciano Pace e Walter Brichetto, 20 anni, il primo di Alghero, il secondo di Olmedo, iscritti a Economia, lo sanno bene e per questo dicono: «Noi andremo fuori dopo la laurea, qui non c’è lavoro». Pessimismo e ambizione insieme «perché - aggiunge Costantino - a me piace primeggiare. Per questo voglio confrontarmi con persone di livello e sono certo che nella Penisola potrei incontrarne di più». Sui tablet: «Utili, però a qualcuno avrebbe fatto più comodo ricevere la cifra in denaro». Un assegno ha avuto Paolo Deligia, 20 anni, secondo anno di Agraria, di Paulilatino. È lui il vincitore del premio di merito messo a disposizione dalla Fondazione onlus «Gabriele Bacchiddu», nata per volontà della famiglia e degli amici del giovane agronomo sassarese morto in un incidente aereo in Spagna, il 26 giugno del 2009. A Paolo Deligia è andata una targa e un assegno, anche in questo caso di 450 euro, «che mi serviranno per acquistare libri e per pagare le tasse universitarie». A fine serata, il rettore Attilio Mastino ha l’aria felice: «Sono fiero di questa iniziativa, è giusto gratificare i giovani meritevoli». E a chi dice che in tempi di crisi anche l’Università dovrebbe risparmiare, replica così: «Abbiamo speso circa 200mila euro, tutti soldi delle tasse pagate dagli studenti. È un investimento per il futuro, siamo convinti che grazie a questi incentivi anche i ragazzi rimasti indietro cercheranno di recuperare il tempo perduto»
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Gallura
Un patto per rilanciare l’economia
Putzu (Confindustria): «Banche e imprese: serve un punto di equilibrio»
Franco Molinu, presidente dei commercialisti: «Il futuro sono i giovani aiutiamoli a emergere»
ALESSANDRO PIRINA
 
 OLBIA. Un patto tra banche e imprese per far ripartire l’economia in agonia. Una sorta di armistizio per dare un’iniezione di fiducia agli imprenditori sempre più in affanno. Da un alto impossibilitati ad accedere al credito, dall’altro inseguiti da Equitalia. Anche in Gallura.
 Ieri mattina nell’aula magna del polo universitario si è svolto un seminario sull’accesso al credito e sugli strumenti finanziari di sostegno alle imprese. Un appuntamento rivolto agli studenti di Economia che si ripete ogni due anni dal 2005. «Ma quella era un’altra Italia, un’altra Europa - ha affermato Massimo Putzu, presidente di Confindustria Sardegna -. Da allora il mondo è cambiato radicalmente. Io non uso mai il termine crisi, ma in questo momento mi sento quasi obbligato. Ecco perchè assume un ruolo fondamentale il rapporto tra banche e imprese. Purtroppo oggi per noi imprenditori è sempre più difficile accedere al credito. Certo, eravamo abituati un po’ male, nel passato forse era anche troppo facile, la forza era il rapporto personale tra i due soggetti. In questo momento uno scenario del genere è impossibile, ma serve assolutamente un punto di equilibrio. In Sardegna il 90% sono piccole e piccolissime imprese, che hanno bisogno di rimettersi in gioco. Serve loro fiducia». Franco Molinu, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Olbia Tempio, invece, ha fatto un’analisi dettagliata della Gallura economica. «In questa piccola provincia, poco meno del 10% della popolazione regionale, il reditto pro capite è di 23560 euro, tremila in più rispetto alla media sarda. Qua ci sono il 13% delle imprese, di cui la metà sono occupate nei settori delle costruzioni, del commercio e dell’edilizia. Più della metà dei posti barca sono in Gallura. Abbiamo 32 porti sui 60 totali della Sardegna e il 91% degli hotel di lusso è nel nordest. Insomma, le basi di partenza mi sembra siano più che buone. Il sistema economico gallurese è una realtà importante. Ma ora servono nuove idee. Il turismo è il settore trainante, ma bisogna svilupparlo con nuov linfa. Bisogna puntare sui giovani, che hanno sì una maggiore elasticità mentale, ma vanno supportati». All’incontro, organizzato dall’Università di Sassari, sono intervenuti anche Riccardo Cantarini per il Banco di Sardegna, Tiziana Mura per la SardaFidi, Gian Marco Verachi e Marcello Peru per Sviluppo Italia, l’esperto in finanziamenti bancari alle imprese Andrea Corrias. Ha moderato la tavola rotonda l’economista Alessandro Trudda. Ora appuntamento al 2013, quando - è l’augurio di tutti - della crisi se ne parlerà al passato.
 

11 – Sardegna24
università
Con il master, ma senza lavoro
 
Giovane, laureato, magari superspecializzato con mastere dottorati, però senza lavoro. I dati, riferiti alla sola Provincia di Cagliari, ma verosimilmente sovrapponibili a quelli provenienti dal resto dell’Isola, sono quelli dell’Ossevatorio del mercato del lavoro elaborati tramite il Sil, il Sistema informativo lavoro della Regione e presentati durante il seminario informativo dedicato alle problematiche occupazionali del mondo femminile e promosso dalla Commissione provinciale per le Pari opportunità. Basta scorrere le tabelle che raccontano la situazione fino a settembre di quest’anno per avere conferma, ancora una volta, che i sacrifici sui libri non sempre pagano: sono 1607 i laureati maschi disoccupati iscritti ai Centri servizi per il lavoro della Provincia di Cagliari, 766 gli inoccupati, quelli cioè in cerca di una prima occupazione.
È pero sufficiente “coniugare i numeri” al femminile per scoprire, manco a dirlo, che la realtà per le donne è molto peggio: le disoccupate iscritte ai Csl sono 3603, le inoccupate1573. Fortunatamente, se così si può dire, salendo con il livello di istruzione scende il numero di coloro che cercano un’occupazione usando gli strumenti offerti dai Csl. Ma, come evidenzia Annalisa Brughitta dell’Osservatorio provinciale del mercato per il lavoro, si tratta in ogni caso di dati che inducono a una riflessione sulle difficoltà che incontrano anche le persone che hanno seguito un percorso di studi di eccellenza. Tra gli iscritti ai Centri provinciali per il lavoro al 30 settembre 2011, 63 hanno un titolo di studio post laurea, di questi 13 sono uomini (10 disoccupati e 3 inoccupati) e ben 50 sono donne (44 disoccupate e 6 inoccupate). Discorso analogo per i master di primo e di secondo livello: in un caso ci sono 11 iscritti maschi e 49 femmine, nell’altro 26 maschi e 56 femmine. Tra gli iscritti con diploma di specializzazione ci sono invece 15 uomini e 28 donne.
E non finisce qui perché ai Csl si iscrivono anchei titolari di dottorato di ricerca: 12 uomini di cui 10 disoccupati (si tratta dunque di persone che hanno perso un lavoro) e 20 donne di cui 17 disoccupate. Brughitta evidenzia che le persone più istruite sono anche quelle che usufruiscono maggiormente dei servizi offerti dai centri per l’impiego perché necessitano di maggiori informazioni e strumenti per i loro progetti occupazionali. Per quanto riguarda invece le persone in possesso di diploma d’istruzione secondaria superiore che permette l’accesso all’università emerge che su un totale di 32.954 iscritti, 9.329 sono maschi disoccupati, 4.121 inoccupati, 12.287 le donne disoccupate, 6.677 quelle inoccupate.
Dai dati emersi dal seminario emerge in linea generale che la crisi continua: «Se nel 2010 gli iscritti ai Csl sono aumentati del 4,9 per cento, a settembre 2011 si registra un aumento del 5 per cento» evidenzia Brughitta. Il numero assoluto di persone che, alla stessa data, nella provincia di Cagliari cerca lavoro tramite i Csl è 120.021. Di questi 41.781 uomini disoccupati e 15.203 inoccupati a cui si aggiungono 36.529 disoccupate e 26.508 inoccupate. «Ma attenzione - sottolinea Brughitta – il numero di uomini nelle liste Csl aumenta. E tra loro cresce il numero di lavoratori che hanno perso un posto a tempo indeterminato». Questo dato si ricollega a un altro altrettanto significativo: sono in cerca di occupazione soprattutto gli uomini e le donne tra i 35 e i 44 anni, ossia la fascia di età considerata più produttiva. Agli elenchi dei Csl ne risultano33.023, di questi oltre 11 mila sono uomini disoccupati, circa 2500 inoccupati. Le disoccupate sono quasi 12.500 e le inoccupate quasi 6.000. (Carla Etzo)

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