Sabato 1 ottobre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 ottobre 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Cagliari, Sassari, Policlinico: il Cipe finalmente ha sbloccato i fondi
Per le università sarde 300 milioni da spendere

Il Cipe sblocca un miliardo di euro per le Università del Sud e trecento milioni arrivano in Sardegna. Una pioggia di fondi che permetterà agli atenei di Cagliari e Sassari di tirare un sospiro di sollievo e portare avanti progetti bloccati da tempo e assolutamente necessari per migliorare l’offerta destinata agli studenti. Non solo. Nel capoluogo sono previsti fondi anche per campus universitario e mense per i ragazzi e soprattutto si potrà consolidare il polo universitario di Monserrato.
Soddisfatto il presidente della Regione Ugo Cappellacci, che ha commentato: «Il Cipe ha accolto le richieste e le rivendicazioni avanzate al ministro Fitto». Non potevano poi non mostrare la loro felicità i rettori di Cagliari e Sassari che ora potranno disporre di somme consistenti. A Sassari, 95 milioni di euro sono stati destinati al complesso utilizzato dall’azienda mista.
 

2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
DAL CIPE TRECENTO MILIONI DI EURO PER LE UNIVERSITÀ DELLA SARDEGNA
Arrivano i fondi per campus, Monserrato e le mense studenti
Una pioggia di milioni, inaspettata, per le Università di Cagliari e Sassari. Soldi pesanti, ben 301 milioni di euro su un miliardo destinato al Sud, “liberati” dal Cipe e diretti nelle casse degli Atenei. Serviranno per l’edilizia universitaria. Molti progetti potranno essere completati. Altri avviati, come i campus per gli studenti. Nel capoluogo sardo si potrà proseguire il programma di trasferimento delle strutture di ricerca medica e scientifica verso la Cittadella universitaria di Monserrato. Significa anche liberare edifici storici, come l’ospedale San Giovanni di Dio.
La notizia è arrivata ieri. Uno squarcio di sereno in un cielo tempestoso, illuminato solo dai nefasti lampi degli annunci di tagli e sforbiciate. Questa volta si parla di fondi pronti per essere spesi e già ripartiti: 118 milioni per Cagliari, 88 per Sassari e 95 per l’Azienda universitaria e ospedaliera sassarese.
CAGLIARI Nel capoluogo la fetta più grossa, 40 milioni, è destinata alla realizzazione del blocco “R” al Policlinico di Monserrato destinato a ospitare, in futuro, reparti e dipartimenti dell’attuale San Giovanni di Dio. Ci sono poi 25 milioni per il Campus universitario di Cagliari. Altri 31 serviranno per l’accorpamento di tutte le strutture per la didattica e per la ricerca delle facoltà di Farmacia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Medicina della Cittadella universitaria. Una parte sarà utilizzata per la costruzione di un edificio di circa 16 mila metri quadri con aule e laboratori per le stesse facoltà. Soldi, tre milioni, anche per il sistema informatico generale (con il potenziamento del servizio on line agli studenti) e altri otto per rafforzare il “campus” universitario di Cagliari con la riqualificazione degli edifici dell’ex Medicina del Lavoro, dell’ex Clinica Aresu, dell’ex Clinica Pediatrica e della struttura della Scienza della terra di via Trentino, oltre alla realizzazione della nuova biblioteca di Ingegneria. Ci sono anche tre milioni per il nuovo Orto Botanico che dovrebbe sorgere nelle vicinanze della Cittadella di Monserrato. Completano il quadro i soldi (6,5 milioni) per la riqualificazione edilizia delle case dello studente e delle mense e gli 8,3 milioni per la realizzazione e potenziamento dei centri di eccellenza per la diffusione della cultura dell’innovazione e dell’impresa.
SASSARI L’Ateneo di Sassari si ritrova con circa 88 milioni di euro. Stanziati per il Polo agrario veterinario (7,2 milioni), Orto botanico e area Bionaturalistica (18), per la nuova sede dei dipartimenti di Farmacia (7), per il nuovo polo umanistico di via Roma (9), per la ristrutturazione dei palazzi dell’amministrazione centrale di piazza Università (17,8), per i dipartimenti di Economia (4). A questi si aggiungono i 4,7 milioni per l’Accademia delle Arti di Sassari e i 20 milioni per il Campus universitario di Sassari. Per l’azienda mista ospedaliera universitaria di Sassari ci sono 95 milioni.
LA REGIONE «Un risultato concreto, importante», commenta il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. «La decisione del Cipe accoglie le nostre richieste e nasce dalle rivendicazioni fatte al ministro Fitto». Soddisfatto anche il deputato del Pdl Bruno Murgia: «In Commissione cultura ho rappresentato più volte i problemi degli Atenei sardi». Felice, e un po’ sorpreso, il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis. «Grazie a questi finanziamenti diventa realistico il progetto strategico dell’Ateneo per il completamento della Cittadella di Monserrato con l’accorpamento delle facoltà scientifiche e dei dipartimenti sanitari, e il completamento del Policlinico». E gli edifici che si dovrebbero liberare nel centro di Cagliari? «Sarà importante definire con la Regione e il Comune linee d’intesa per concorrere a riqualificare nel centro storico la presenza universitaria».
Matteo Vercelli
 
 
3 - L’UNIONE SARDA.it - Home page
SONDAGGI ONLINE. Trecento mln di euro per gli Atenei sardi
Quali progetti giudichi più urgenti a Cagliari?
  ( )  Riqualificazione e ampliamento Cittadella Universitaria
  ( )  Campus universitario
  ( )  Potenziamento dei centri di eccellenza
  ( )  Riqualificazione delle sedi tradizionali e storiche
  ( )  Sistema informatico gestionale integrato
  ( )  Orto botanico alla Cittadella di Monserrato
  ( )  Completamento del Policlinico universitario
Quali progetti giudichi più urgenti a Sassari?
  ( )  Nuovo polo umanistico di via Roma
  ( )  Ristrutturazione palazzi amministrazione centrale
  ( )  Campus universitario
  ( )  Realizzazione orto botanico
  ( )  Ampliamento dell’ospedale universitario
  ( )  Polo agrario veterinario
  ( )  Nuova sede dipartimenti di Farmacia - complesso Monserrato
  ( )  Riqualificazione dell’Accademia delle arti
  ( )  Interventi ex facoltà di Economia

 
4 - L’Unione Sarda / Iglesias (Pagina 26 - Edizione PC)
Il presidente della Provincia ritiene fondata la denuncia di Mauro Pili
«I MASTER NON BASTANO»
Tore Cherchi: riqualificare l’Università di Monteponi
«Chiudere anziché sviluppare è segno di grave miopia culturale, se non di vera ignoranza». Tore Cherchi, presidente della Provincia e a capo del Cda del Consorzio Ausi, non usa mezze misure e facendo riferimento al dibattito avviato nei giorni scorsi dal deputato Mauro Pili, afferma: «È fondata la sua denuncia-appello per l’Università e la ricerca scientifica. L’attività di Monteponi è ridotta ai programmi sulla didattica interattiva a distanza, per il centro internazionale per l’ambiente, master post universitari e cooperazione internazionali». Attività che secondo Cherchi sono «importanti ma nettamente insufficienti per qualificare l’Ausi».
C’è bisogno di un investimento serio: «Serve il progetto e la mobilitazione di risorse adeguate e qui manca la Regione. Con le istituzioni locali promuoveremo una nuova conferenza sulla ricerca e sulla didattica e ognuno potrà valutare presenze e assenze, impegni e disimpegni. Alla smobilitazione delle attività rivolte verso il futuro bisogna opporsi. Se si guarda agli interessi sani si potrà convergere contro l’indifferenza di troppe parti verso una situazione da allarme rosso».
Sull’argomento interviene anche Emanuele Cani, segretario provinciale del Pd: «La cancellazione dell’Università è un grave segno di resa da parte di un territorio ormai ridotto allo stremo». (c. s.)
 
 
5 - L’Unione Sarda / Nuoro e Marghine (Pagina 24 - Edizione NU)
MACOMER Idee imprenditoriali
START CUP SARDEGNA
L’idea vincente è il marketing sul web
Ci sarà anche la società cooperativa macomerese Primo Principio a rappresentare il meglio delle imprese sarde al Premio nazionale per l’Innovazione che si terrà a Torino fra il 18 e 20 novembre.
LA COMPETIZIONE Specializzata in tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la Primo Principio, nei giorni scorsi, si è infatti aggiudicata il terzo posto assoluto alla selezione della Start Cup Sardegna, la competizione fra progetti imprenditoriali innovativi promossa dalle Università di Sassari e Cagliari col sostegno della Regione e di numerosi altri soggetti istituzionali. Il riconoscimento premia l’idea progetto denominata “Virtual Zero” che ha l’ambizioso obiettivo di rendere fruibile e multimediale qualsiasi filiera produttiva, ovunque dislocata nel mondo facendo della trasparenza dei processi produttivi, il valore aggiunto del marketing e del successo aziendale. Dal campo di produzione allo schermo di un computer o di qualsiasi altro supporto, per dirla con uno slogan, per verificare la bontà dei processi produttivi e abbattere le barriere fra produttore e consumatore. Il tutto realizzato attraverso un’infrastruttura wireless e sofisticate soluzioni sensoristiche ed informatiche che promettono di rivoluzionare anche i tradizionali sistemi del marketing aumentandone le potenzialità e abbattendone i costi.
IL TRAGUARDO «L’aver raggiunto questo traguardo - sottolinea Paolo Pilia, socio di Primo principio insieme ai giovani colleghi imprenditori Stefano Cucca e Federico Longobardi - è motivo di grande soddisfazione, ma sarà importante l’appuntamento torinese che ci metterà a confronto col meglio dell’innovazione italiana consentendoci anche di prendere contatti con la comunità scientifica e finanziaria italiana che si interessa in particolar modo di innovazione». Il Premio nazionale per l’Innovazione o Working Capital è la creatura di Telecom Italia e dell’Associazione Incubatori Universitari Italiani che sostiene giovani talenti promuovendo concretamente lo startup di nuove realtà imprenditoriali. “Virtual Zero” è di fatto già selezionata, per la fase finale, tra 150 progetti sugli oltre duemila partecipanti e porterà a Torino un pezzo di Marghine che, partendo da Macomer, guarda al mondo per innovare i processi del marketing tradizionale.
L. C.


6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Ersu Casa dello studente
«Disabili danneggiati»
«Per noi sarebbe come essere ghettizzati, con in più un maggiore rischio perché, in caso di incendio ed evacuazione, ci intralceremmo a vicenda visti i problemi di deambulazione».
Giovanna Corraine studia al quarto anno della Facoltà di Lettere, non vede, ed è diventata la portavoce di una trentina di universitari disabili in lotta contro la decisione dell’Ersu di modificare la loro attuale sistemazione nella Casa dello Studente, spostandoli di piano o addirittura in un’altra struttura per ragioni di sicurezza. «Viviamo in via Trentino» ha raccontato, «dove esistono delle stanze attrezzate per disabili. A pochi giorni dalle assegnazioni delle camere, ci è stato comunicato che buona parte di noi verrà trasferita nei primi tre piani, mentre altri finiranno in via Monte Santo».
Una decisione contestata dai ragazzi. «Così mancheranno le stanze attrezzate per tutti, con in più il rischio di concentrare assieme persone con problemi deambulatori, soprattutto in caso di evacuazione. Inoltre creerà dei ghetti, impedendoci l’integrazione con gli altri ragazzi ospitati nella casa dello studente». (f.p.)
 
 
7 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 49 - Edizione CA)
La ricetta del Crel per il settore
SFIDA AGROALIMENTARE: PIÙ TECNOLOGIE E NUOVI INVESTIMENTI 
Nell’agroalimentare sardo si investe poco, le filiere sono troppo polverizzate e occorrono politiche che favoriscano processi di aggregazione, formazione sia tecnica che economica, trasporti e infrastrutture. «Dallo studio dei mesi scorsi è emerso che il settore agroalimentare può contribuire a migliorare la competitività del sistema economico». Gino Mereu, per il Crel coordinatore della commissione che affronta il tema della competitività, motiva la ragione alla base dell’incontro di ieri, a Cagliari, con quattro accademici della Facoltà di Agraria dell’ateneo sassarese (Michele Gutierrez, Antonio Piga, Giuseppe Pulina e Pier Paolo Roggiero).
«Stiamo raccogliendo contributi da tutti i soggetti con competenza scientifica in materia», spiega il presidente del Crel Antonio Piludu.
L’ANALISI «Piuttosto che argomentare sulle singole filiere», afferma il docente di Politica agraria Michele Gutierrez, «abbiamo pensato di ricercare le connessioni, le relazioni più importanti del sistema tra agricoltura, trasformazione e distribuzione». I problemi comuni alle imprese, per la maggior parte di piccole dimensioni, sono l’insufficienza delle conoscenze tecnologiche, la forte componente autodidatta, la massiccia dipendenza da fornitori e clenti, la limitata disponibilità di personale realmente qualificato e la debolezza commerciale. Inoltre, troppo forte la dipendenza da finanziamenti pubblici, complessivamente disuniforme la qualità dei prodotti («Ciò è recepito male dal cliente», nota il docente Antonio Piga) ed è medio-basso il livello qualitativo delle produzioni (con eccezioni nel settore vinicolo, oleario e delle carni/ittico).
LE IMPRESE «La filiera poi subisce maggiori costi rispetto ai suoi concorrenti per l’elevata polverizzazione che porta a numerosi passaggi e all’impossibilità di realizzare economie di scala». Un modello che funziona? «Il sistema Arborea: sono stati bravi a chiudere tutta la filiera incidendo anche sui trasporti, che sembrerebbero poco influenzabili». Con riguardo al parametro del consumo (gli studiosi hanno considerato la media del triennio 2006-2008 su fonti Istat, Banca d’Italia e Ismea) emerge che i consumi alimentari sardi pesano sul pil maggiormente rispetto alla media nazionale. Gli investimenti nell’agroalimentare sono infine all’ultimo posto in Italia. «Come ci si può proporre per esportare?», domanda Gutierrez. Le imprese devono essere incentivate a effettuare investimenti reali in innovazione, organizzazione e razionalizzazione. E nei settori più radicati è necessaria la programmazione per lo sviluppo di nuovi prodotti alimentari, come nel caso lattiero-caseario. (m.va.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Provincia Sulcis (Pagina 23 - Edizione PC)
IGLESIAS. Germania e Usa
Idee dall’estero per il futuro dei siti minerari
A vederli curiosare tra i siti minerari, sembrerebbero semplici turisti: americani e tedeschi, nello specifico. Ma i due gruppi, distinti, di ragazze e ragazzi stranieri che da qualche giorno sono ospiti a Iglesias non fanno parte della prima comitiva di vacanzieri d’autunno. Si tratta, piuttosto, di studenti di due prestigiose università quali la Penn Design University di Philadelphia, negli Stati Uniti, e della Fachgebiet Entwerfen und Baukonstruktion, la facoltà di Architettura dell’Università di Amburgo, in Germania.
IL VIAGGIO Per gli studenti americani (accompagnati da professor Valerio Morabito) si tratta del primo viaggio nell’Iglesiente; per gli universitari tedeschi è un ritorno, essendo stati già ospiti l’anno scorso per una serie di sopralluoghi progettuali. Un lavoro che ha permesso agli studenti tedeschi (guidati dai docenti Bernd Kritzmann, Renè Schneiders e Thomas Kersten) di elaborare alcuni master di riconversione e sviluppo della zona mineraria di Buggerru, dove da oggi sino al 4, al museo del Minatore sarà aperta una mostra incentrata proprio sugli elaborati.
GLI AMERICANI Un progetto analogo a quello portato avanti dagli studenti americani, anch’essi assai interessati dai paesaggi minerari. Valerio Morabito, alla guida del corso che un anno fa si è classificato al primo posto alla biennale del Paesaggio che si è svolta a Barcellona, spiega di essere rimasto particolarmente colpito dal contrasto tra paesaggio naturale e artificiale: «È evidente che c’è stata una modifica notevole del territorio. Ora c’è da lavorare per cercare di mettere insieme i due aspetti, creare un’armonia tra naturale e artificiale, tenendo presente che bisogna ripagare il paesaggio naturale». Per gli studenti si tratta di un percorso di studi sul campo che, una volta rientrati in America, darà loro modo di predisporre dei progetti. Le iniziative sono state possibili grazie alla collaborazione tra Consorzio del Parco Geominerario, Igea, Ausi, Comuni di Iglesias e Buggerru. Venerdì sera, a villa Pertusola, sede del Parco, è stato organizzato un incontro tra i due gruppi di studenti. (c. s.)
 
 
9 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 28 - Edizione OL)
Siligo Arriva Nur,
rivista culturale sulla Sardegna
Il panorama editoriale sardo si arricchisce. Oggi sarà presentato il numero zero di "Nur", la rivista diretta da Gavino Maieli. Per l’occasione si terrà a Siligo un convegno-conferenza. L’appuntamento è per le cinque e mezza al Centro di aggregazione sociale in piazza Maria Carta. L’incontro è organizzato dall’Associazione microstoria Sardegna, dalla Fondazione Nurjana e dalla rivista Nur con il contributo del ministero per i Beni e le attività culturali.
Il titolo del simposio è "Nur: dal passato il futuro tra visioni e mal di Sardegna" e interverranno diversi esponenti del mondo culturale sardo. Tra i relatori ci saranno, oltre al direttore della rivista Gavino Maieli, anche Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari, e Vindice Lecis, giornalista e scrittore.
All’incontro, moderato dallo scrittore e giornalista Tonino Oppes, parleranno anche Maria Antonietta Seu Diana, condirettrice di Nur, ed Enrico Fanni, presidente dell’Associazione microstoria Sardegna.
 

10 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Brotzu
Trapianto renale, oggi convegno
Approfondire le conoscenze del trapianto renale e le problematiche urologiche che si presentano nel post-trapianto. In particolare, far conoscere i rapporti fra le infezioni, i tumori uroteliali e il trapianto renale. Termina oggi al THotel il primo Congresso nazionale “Trapianti di rene e problematiche urologiche”, organizzato da Mauro Frongia, capo dipartimento Patologia renale e direttore della struttura complessa di Urologia e Trapianto renale dell’Azienda Brotzu. Il Congresso è rivolto a medici, studenti di Medicina della scuola di specializzazione di Chirurgia e agli infermieri. Vengono esaminate le principali tecniche chirurgiche del prelievo del rene da cadavere e donatore vivente, le problematiche del trapianto renale in gravidanza, nel corso delle calcolosi e i rapporti con l’impotenza sessuale.

 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
DAL CIPE 
Trecento milioni per gli atenei di Cagliari e Sassari 
CAGLIARI. Il Cipe ha deliberato ieri un finanziamento di 301,368 milioni per le due università sarde, sono destinati all’edilizia, che si aggiungono ai 113,8 milioni già disponibili per anologhi interventi.
 Nello specifico a Cagliari sono stati assegnati 25 milioni per costruire il campus universitario, e altri 68 per riqualificare diversi edifici delle facoltà, soprattutto quelle del polo d’ingegneria e umanistico, e potenziare il policlino di Monserrato, con strutture destinate alla ricerca e alla didattica.
 A Sassari sono stati assegnati 20 milioni per la nuova casa dello studente da 500 posti, mentre altri 155 milioni saranno investiti per migliorare la qualità dei servizi.
 Soddisfatti i due rettori, Giovanni Melis, Cagliari, e Attilio Mastino, Sassari, ma soprattutto il governatore Cappellacci: «Questo è un risultato concreto, importante, per puntare alla crescita e allo sviluppo della Sardegna. Questa volta il governo, in particolare il ministro Fitto, ha accolto le nostre richieste al termine di un percorso condiviso». Il Pd replica: «Sono soltanto annunci».
 
La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
Pioggia di soldi sull’università 
Arrivano i finanziamenti ministeriali: l’ok del Cipe 
Il rettore Ora possiamo completare Monserrato e ristrutturare tutti gli edifici del centro per le varie facoltà
ALESSANDRA SALLEMI 
Cagliari. Ossigeno per l’università. Oltre quaranta milioni di euro per l’ateneo, più altri per le case dello studente: tutti i progetti varati negli anni e quelli che non si sperava di tirar fuori dal cassetto nell’euforia della notizie sul finanziamento del Cipe sono considerati quasi cosa fatta. Come per esempio lo scambio sull’Orto Botanico: con un appezzamento di terreno nel comune di Monserrato l’ateneo libererà il meraviglioso giardino dell’antica valle di Palabanda nel cuore storico-archeologico di Cagliari. La cittadella universitaria di Monserrato sarà completata in tutte le sue parti. A seguire, gli edifici lasciati vuoti nel centro del capoluogo potranno essere utilmente ristrutturati. E’ un bel momento per il rettore Giovanni Melis (nella foto) che, per altro argomento, si augura nel giro di poco tempo di portare a termine la riscrittura dello statuto con soddisfazione di tutte le parti, compresi i dipendenti tecnico-amministrativi. Dunque, i soldi sono arrivati. Si aggiungono ad altri 12 milioni di euro stanziati dalla Regione per l’edilizia universitaria. Melis: «Con questi finanziamenti possiamo pensare di raggiungere gli obbiettivi strategici che ci eravamo dati due anni fa all’insediamento». Promesse mantenute, insomma. Nel dettaglio ci sono 25 milioni di euro per il campus universitario di Cagliari e altri venti per quello di Sassari (da 500 posti più servizi accessori) fra i 301 milioni 368mila euro deliberati stamane dal Cipe per interventi di edlizia universitaria in Sardegna, che si aggiungono a finanziamenti già disponibili per 113,8 milioni. «La decisione di oggi accoglie le nostre richieste» ha commentato soddisfatto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Ecco come sono suddivisi i fondi assegnati ieri. Diciotto milioni di euro per un nuovo fabbricato nella cittadella universitaria di Monserrato da destinare alla didattica (aule e laboratori) per Farmacia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e di Medicina e Chirurgia e allestimento funzionale e strumentale degli spazi (16.500 metri quadri); 6 milioni di euro per di un nuovo corpo di fabbrica sempre a Monserrato come Centro di servizi comuni di alta qualificazione tecnologica per la ricerca delle Facoltà di Farmacia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Medicina e Chirurgia (CeSAR) e allestimento delle strutture tecnologiche (3.000 metri quadri); 3 milioni di euro per il sistema informatico gestionale integrato a supporto delle scelte strategiche dell’ateneo in didattica e ricerca e potenziamento dei servizi on line agli studenti; 8 milioni di euro per razionalizzazione e potenziamento delle strutture disponibili nel «campus» del comune di Cagliari a servizio dei poli universitari dell’Ingegneria e Architettura, Umanistico ed Economico Giuridico dal complesso di piazza d’Armi e via Is Maglias (Ingegneria) e via Trentino (Scienza della Terra) fino alla via Ospedale (ex Clinica Aresu e Clinica Pediatrica) 4 lotti funzionali: riqualificazione degli edifici ex Medicina del Lavoro, ex Clinica Aresu; ex Clinica Pediatrica e di via Trentino (Scienze della Terra); la nuova biblioteca di Ingegneria in d’Armi e via Is Maglias con i relativi allestimenti tecnologici; 3 milioni di euro per l’Orto Botanico da trasferire. Infine 40 milioni di euro per il Policlinico di Monserrato sul blocco «R», il che significa completare l’intera facoltà di Medicina e cancellare la dispersione delle strutture universitarie, situazione che non favorisce la didattica e la buona collaborazione fra istituti.

La Nuova Sardegna / Pagina 23 - Sassari
Dal Cipe fondi che consentiranno di realizzare polo sanitario e campus 
SULL’UNIVERSITÀ PIOVONO 175 MILIONI 
La soddisfazione del rettore «C’è stato tanto da lavorare, adesso dobbiamo dimostrare di essere davvero all’altezza della fiducia che ci è stata accordata» 
GABRIELLA GRIMALDI 
Sassari. Una grandinata di denaro che di questi tempi fa quasi impressione. Il Cipe ha infatti deliberato di assegnare all’università di Sassari un pacchetto di 175 milioni di fondi Fas da destinare all’edilizia. Una vera e propria manna, probabilmente inaspettata, che ha generato non poca euforia negli ambienti accademici.
 Basti pensare che si sbloccheranno definitivamente alcune opere in fase di realizzazione da un numero esagerato di anni, come l’orto botanico e, ancora più clamoroso, il nuovo polo ospedaliero dell’azenda mista.
 Tra i più entusiasti ovviamente il rettore Attilio Mastino: «Abbiamo saputo solo oggi della decisione del Cipe - ha commentato - e dobbiamo ringraziare in primo luogo il presidente della Regione Ugo Cappellacci, e poi gli assessori La Spisa e Milia e Gabriella Massidda, della direzione generale della presidenza della Regione. Abbiamo lavorato tantissimo per raggiungere questo risultato, non è stato per niente facile ma adesso possiamo davvero pensare con maggiore serenità al futuro dell’ateneo».
 Il finanziamento più corposo riguarda il polo sanitario dell’azienda ospedaliero universitaria. Con 95 milioni di euro sarà realizzato il complesso del materno infantile, una struttura considerata fra le più urgenti viste le condizioni disastrose in cui si trovano le vecchie cliniche di San Pietro. Il rettore ha spiegato che le voci fino all’ultimo parlavano di 65 milioni di euro ma che adesso, con trenta milioni in più, si può pensare a fondare una vera e propria cittadella che comprenda le attuali «stecche».
 Gli altri 80 milioni sono destinati a importanti opere e ristrutturazioni di immobili già esistenti: una notevole boccata d’ossigeno che potrebbe dare nuovo slancio alla attività universitarie. Il primo passo sarà uscire dal tunnel del cosiddetto orto botanico, il polo naturalistico di Piandanna che tanto ha fatto discutere negli ultimi anni. Una enorme e, sembrava, eterna incompiuta che oggi sarà completata definitivamente con il secondo e terzo lotto grazie a una quota di 18 milioni.
 Altro fondo Fas accordato, 20 milioni, quello relativo alla realizzazione di un campus per gli studenti. Alloggi raggruppati in un’unica area (ancora da definire) dove gli iscritti potranno trovare tutti i servizi di cui hanno bisogno: una vera e propria cittadella degli studi in stile anglosassone.
 Ma l’elenzo dei finanziamenti non finisce qui. Molti sogni del rettorato si avvereranno. Tre milioni e 600mila euro sono destinati alla facoltà di Agraria e altrettanti a quella di Veterinaria. Sette milioni vanno alla costruzione della nuova sede del dipartimento (ex facoltà) di Farmacia a Monserrato mentre 9 milioni di euro saranno destinati alla realizzazione del nuovo polo umanistico di via Roma. Si potrà dunque procedere alla completa ristrutturazione dell’ex istituto dei ciechi.
 Infine, una grossa parte dei fondi Fas, 17.800.000 euro per la precisione, serviranno per ristrutturare completamente i palazzi dell’amministrazione centrale nel complesso di piazza Università mentre 4 milioni saranno impiegati per rendere moderna e funzionale la sede dei dipartimenti (ex facoltà) di Economia in viale Mancini. Mastino conclude: «Ora dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della fiducia che ci è stata dimostrata».
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
Melis offre chiarimenti agli studenti di vecchia data in corsi chiusi e con esami obsoleti 
«LARGO A CHI VUOL RIPRENDERE GLI STUDI» 
CAGLIARI. Il rischio della decadenza dallo status di studente universitario ha messo le ali a tantissimi lungocorsisti cui mancavano due esami o soltanto la tesi alla laurea e non si erano mai mossi per chiudere gli studi. Il rettore Giovanni Melis manda un messaggio a tutti coloro che non vogliono perdere la loro posizione e il lavoro fatto: per due esami non si dichiara decaduto nessuno, basta rimettersi in pista e la questione si affronta. Chi invece era studente di corsi soppressi deve comunque farsi vivo, iscriversi in un corso vigente e stia tranquillo che nessuno si divertirà a fargli perdere gli esami sostenuti. Il punto è che ci vuole ragionevolezza e quindi, fa notare il rettore, non si può pretendere che certi esami scientifici dati tanti anni fa debbano essere trasferiti nel nuovo libretto: anche il Tar ha dato torto a chi pretendeva di vedersi riconosciuto un esame il cui contenuto era stato abbondantemente superato dalla ricerca scientifica. Gli esami dati non devono essere obsoleti, in altre parole. Ci sono poi norme che tutelano dal rischio decadenza gli studenti lavoratori, gli studenti diversamente abili e i laureandi. Insomma, niente è perduto, ma il dialogo con l’università va riavviato, caso per caso.
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
ATENEO 
Sono fuori sede metà degli iscritti 
CAGLIARI. Oltre la metà degli iscritti nell’ateneo cagliaritano sono fuori sede. In totale vi sono 33.064 universitari che frequentano i corsi. Di questi ben 18.443 abitano fuori Cagliari. E circa 12mila hanno la loro residenza a oltre 50 chilometri da Cagliari. Un dato che significa due cose. Innanzi tutto che un certo numero di studenti viaggia tutti i giorni. E i trasporti locali non sono proprio dei migliori. In secondo luogo implica che diverse migliaia di fuori sede sono costretti ad affittare una camera (e i costi sono alti) in quanto del tutto insufficienti i numeri nelle case dello studente. In questo quadro vi sono almeno 1.500 studenti che, per merito e censo, dovrebbero avere un posto letto. (r.p.)
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
Consiglio d’amministrazione dell’Ersu allargato a Comune e Regione, una settimana di tempo per preparare il piano da appaltare 
NUOVO CAMPUS, CORSA CONTRO IL TEMPO 
Studentato, da Roma altri venticinque milioni ma c’è il rischio di perdere quelli già in cassa 
Sarà utilizzata la convenzione 2000 per viale La Plaia 
CAGLIARI. Corsa col tempo per la realizzazione della nuova casa dello studente e per non perdere i trenta milioni ancora disponibili. Soprattutto ora che ne arriveranno altri ventincique dal Cipe. I finanziamenti precedenti ci sono ancora ma occorre un progetto in grado di permettere un appalto entro l’anno. Altrimenti addio soldi e prima trance del campus. Ed è per questo che in settimana si è svolto un consiglio d’amministrazione dell’Ersu allargato.
 All’incontro erano presenti il presidente dell’ente Daniela Noli, l’assessore comunale Paolo Frau (Urbanistica) e per la Regione i dirigenti della Presidenza e della Cultura.
 Il progetto iniziale. A monte di tutto c’è il vecchio progetto integrato del 2000 che riguardava l’area dell’ex semoleria di viale La Plaia: frutto di una convenzione tra il Comune ed Edilia (allora proprietaria delle aree). In particolare era prevista una casa dello studente, un albergo in uno dei silos e vari uffici (per il Comune nell’altro silos).
 L’oggi. Ora la situazione è cambiata, non c’è più il privato in quanto quelle aree sono state rilevate dall’Ersu, e i fondi disponibili sono diminuiti. In più c’è un progetto presentato dall’Ersu al Miur (l’ente ministeriale specifico) con cui si potrebbe integrare - qualora venisse concesso il finanziamento - la somma disponibile. Ma tutto dovrà partire da una rimodulazione della convenzione iniziale continuamente riapprovata, anche nel 2009 (per altri cinque anni), inserita nel piano urbanistico di Cagliari e, come riferimento specifico per l’Ersu, nella delibera regionale del luglio scorso.
 Il dormitorio. Il Comune ha fatto presente che il vecchio programma integrato non le piace in quanto assomiglia a un dormitorio senza servizi. E ha proposto, anche nell’ultimo incontro, di rinunciare ai suoi uffici previsti in uno dei silos: per utilizzare gli spazi per servizi per gli studenti. Da parte sua anche l’ente regionale per il diritto allo studio ha ipotizzato di fare servizi per gli universitari nel secondo silos (acquisito dal privato). La base di accordo si sta costruendo.
 Le dimensioni. Il progetto dovrebbe partire da alcune carattaristiche quantitative (legate alla vecchia convenzione): non oltre 95mila metri cubi e 27mila metri quadrati di superficie. Per un totale di 357 posti letto.
 Il Cipe. È notizia è di ieri: il Cipe ha stanziato altri 25 milioni per il campus, che potranno servire (dopo aver avviato il primo appalto) per ampliare il numero dei posti letto di viale La Plaia arrivando a oltre cinquecento e per i servizi. Sei milioni sono stati poi stanziati per la riqualificazione delle altre case dello studente.
 I tempi. Il prossimo appuntamento è fissato per i primi della prossima settimana. Le «rimodulazioni» andranno fatte in tempi rapidi: per ottenere i nulla osta necessari e far partire l’appalto.
 
 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Gallura
L’assessore Rino Piccinnu presenta il bando sulle povertà estreme 
Anche i laureati tra i nuovi poveri che vengono aiutati dal Comune 
OLBIA. Laureati, rampanti e poverissimi. A bussare alla porta del Comune ci sono anche i laureati. Travolti dalla crisi, ingoiati nel buco nero della recessione. A fare la fila davanti agli uffici dei servizi sociali arrivano anche i laureati. La conferma arriva dall’assessore ai Servizi sociali Rino Piccinnu. Lui presenta il bando a favore delle povertà estreme. Persone con un reddito reale piccolo piccolo. Più o meno 7mila euro all’anno. «Un fenomeno in aumento, come tutte le povertà - dice Piccinnu -. Mi spiace dirlo, ma il periodo prolungato di recessione ha portato a una crescita esponenziale dei poveri. Nello stesso tempo abbiamo assistito a un taglio da parte dello Stato dei fondi per le fasce deboli. Quest’anno per coprire la spesa il Comune ha dovuto coprire metà del budget». A disposizione c’è più di un milione di euro. Metà dei soldi li mette la Regione. «Abbiamo creato tre linee di intervento - continua Piccinnu -. La prima prevede un assegno di 350 euro al mese per otto mesi. La seconda è più sostanziosa. Per le famiglie che non riescono a pagare l’affitto o le bollette il Comune contribuisce con un assegno che arriva a 500 euro al mese per otto mesi. La terza linea è la più innovativa. L’amministrazione chiede una prestazione in cambio si un assegno di 800 euro al mese per un anno. In pratica sono i vecchi lavori socialmente utili. 30 persone riceveranno un compenso per la loro prestazione. Non più di 4 ore al giorno. Otto, laureati e diplomati, saranno utilizzati negli uffici del Comune. 12 faranno piccole manutenzioni. Altri 10 dovranno dare assistenza alle persone diversamente abili». Le linee non saranno cumulabili. Chi beneficia di una non può avere altri contributi. «Il principio è aiutare il maggior numero di persone possibili - continua Piccinnu -. C’è anche un altro aspetto. Il tempo di residenza in città dà punteggio nella graduatoria». Il Comune ha preventivato di ricevere mille domande. (l.roj)
 

16 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Cagliari
Studiosi da Germania e Stati Uniti 
Si litiga sul Geoparco ma i ricercatori non mancano mai 
IGLESIAS. I politici litigano sulla gestine del Geoparco ma non si arresta l’interesse dei ricercatori per studiare sul campo i siti minerari. All’estero le gallerie, le grotte, gli immobili stile liberty e le strutture industriali di Monteponi, Buggerru, Nebida e Masua suscitano interesse scientifico, così gruppi di studenti universitari delle facoltà di architettura dell’università di Amburgo e della Penn design university di Filadelfia hanno visitato la zona. Gli studenti tedeschi, sono ritornati in Sardegna per completare gli studi iniziati lo scorso anno per presentare in anteprima i progetti master di riconversione e sviluppo della zona mineraria di Buggerru, oltre che per effettuare nuovi studi nell’ambito dei programmi del semestre estivo accademico 2011. Il secondo gruppo, invece, è guidato dal professor Valerio Morabito, docente di architettura del paesaggio dell’Università di Filadelfia e docente presso l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. A questi studenti interessa studiare e concepire proposte scientifiche sul patrimonio geominerario iglesiente. Un interesse sempre crescente all’estero per la storia, l’ambiente dei siti minerari dell’isola. Interesse che non trova altrettanto riscontro nelle istituzioni locali e nazionali. Da oggi e fino a martedì presso il museo del del minatore sarà aperta una mostra sul progetto Master di riconversione e sviluppo della zona minerario di Buggerru.(ea)
 
 
17 - La Nuova Sardegna / Pagina 39 - Cultura e Spettacoli
A PATTADA Domani un convegno 
Studiosi e operatori del settore insieme per cercare una via di uscita 
PATTADA. Giuseppe Pulina, ordinario alla Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari - al quale abbiamo chiesto il pezzo sugli effetti del «Land grabbing» in Sardegna pubblicato in questa pagina - è uno dei relatori al doppio appuntamento organizzato da «Sardegna democratica» sul tema «Sardegna, terra di pastorizia e di agricoltura», che si terrà domani a Pattada nell’Hotel La Pineta dalle 9,30. Ad un primo giro di interventi, coordinato da Nicolò Migheli, parteciperanno: Pietro Tandeddu (Copagri); Martino Scanu (Cia); Luca Saba (Coldiretti); Renato Illotto (presidente Cooperativa allevatori ovini); Gianni Maoddi (presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano); Paolo Mannoni (industriale caseario); Renzo Canalis e Tonino Deiana (allevatori). Seguirà una tavola rotonda coordinata da Egidiangela Sechi, alla quale parteciperanno: Alfonso Orefice (ex direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura); Gian Carlo Rossi (Università di Sassari); Giuseppe Pulina (Università di Sassari). I lavori saranno conclusi dall’ex presidente della giunta regionale Renato Soru. In Sardegna agricoltura allevamento attraversano un momento nero. L’appuntamento di Pattada si propone di indicare possibili vie d’uscita dalla crisi per un settore che nei prossimi decenni sarà decisivo, in Sardegna e nel mondo.
 
La Nuova Sardegna / Pagina 39 - Cultura e Spettacoli
LAND GRABBING ANCHE NELL’ISOLA
Dall’indebitamento delle aziende all’accaparramento delle terre fertili 
Un fenomeno mondiale che ora arriva anche in Sardegna, con effetti che saranno devastanti 
GIUSEPPE PULINA 
Il «land grabbing» è il fenomeno di accaparramento delle terre dei Paesi più poveri da parte di quelli più ricchi o delle economie in veloce transizione. La Land Matrix Partnership (consorzio fra università, enti di ricerca e organizzazioni non governative) ha recentemente stimato che «almeno 227 milioni di ettari sono stati venduti, affittati, oggetto di contratti di licenza o sotto negoziato in accordi di acquisizione della terra su larga scala dal 2001 e, in particolare dal 2008, soprattutto da parte degli investitori internazionali» (Rapporto Oxam, 2011). Queste transazioni riguardano per il 70 per cento terreni destinati all’agricoltura, sono concentrate in Africa e nell’America latina e, nel loro complesso, rappresentano una superficie maggiore di cento volte rispetto a quella della Sardegna.
 Le spinte all’accaparramento fondiario rispondono a quattro ordini di motivi.
 1. Demografici: l’Onu stima che al 2050 nel mondo si arriverà a nove miliardi di persone, delle quali oltre sei miliardi inurbate in enormi ecumenopoli, e che la richiesta di alimenti crescerà più che proporzionalmente all’aumento della popolazione (+40 per cento di cereali, +220 per cento di carne e +250 per cento di latte) per effetto delle migliori condizioni di reddito degli abitanti di vaste aree del pianeta e della loro deruralizzazione.
 2. Fisici e tecnologici: secondo la Worldbank, le produzioni agricole hanno, finora, retto il trend demografico (esse sono triplicate negli ultimi 50 anni e il prezzo del cibo è crollato del 50 per cento) grazie ad espansione e intensivizzazione, cioè alla messa a coltura di nuove terre nonché all’aumento degli input energetici e di acqua nel sistema agroalimentare. Tuttavia, a livello planetario le nuove terre scarseggiano (non più di un ulteriore 20 per cento potrà essere conquistato alla produzione di cibo, al lordo però della desertificazione), gli impatti ambientali degli elevati input agricoli sono arrivati in molte realtà al limite della sostenibilità e l’acqua sta diventando un bene prezioso e soggetto a contenziosi fra gli Stati.
 3. Finanziari: la volatilità dei mercati finanziari e delle «commodities» ha portato alcuni grandi operatori a rivolgersi all’investimento fondiario, spinti dalla sicurezza dell’impiego e dalle prospettive di ritorni economici notevoli (stimati da taluni in oltre il 10 per cento annuo). Secondo l’investitore Jim Rogers, intervistato da Julie Crawshaw, «la terra coltivabile sarà un dei migliori investimenti dei nostri tempi».
 4. Climatici: i cambiamenti del clima, lungi dall’aver aumentato le disponibilità planetarie di cibo (per effetto di una maggiore concentrazione di anidride carbonica nell’aria e dell’allungamento delle stagioni colturali alle latitudini più settentrionali) hanno portato a crisi locali a causa dell’intensificarsi dei processi di desertificazione e degli eventi calamitosi (inondazioni, siccità, incendi devastanti).
 Di fronte a questi fenomeni globali che stanno scatenando un rapido aumento dei prezzi delle derrate agricole e la concomitante accelerazione nell’acquisto delle terre coltivabili, in poche parole, al rilancio dei sistemi agricoli a livello planetario, l’agricoltura della Sardegna non solo segna il passo, ma arretra visibilmente. Nell’ultimo decennio l’ammontare lordo della produzione si è ridotto del 25 per cento (passando, a valori costanti 2009, da 1,845 nel 2000 a 1,393 miliardi di euro nel 2010, con una perdita di circa 240 milioni di valore aggiunto), soprattutto per effetto del basso prezzo di vendita dei principali prodotti non in grado di remunerare i fattori impiegati (il caso paradigmatico è quello del latte ovino, venduto a 0,65 centesimi e prodotto con costi di circa 1 euro). A ciò si aggiunge il grado di indebitamento del settore che è arrivato, secondo Coldiretti, a 805 milioni di euro, dei quali 170 costituito da crediti in sofferenza (secondo autorevoli fonti bancarie il debito complessivo nel 2010 ha addirittura sfiorato il miliardo di euro, di cui 650 milioni di impieghi e circa 300 milioni di sofferenze), ai quali si aggiungono i debiti «non convenzionali», fra i quali spiccano i 25 milioni di euro verso il sistema che fornisce mangimi e i 15 milioni di euro verso fornitori vari, nonché le anticipazioni (o caparre) versate per il latte ovino dell’ordine 15 per cento del valore complessivo della produzione, pari a 32 milioni di euro.
 Poiché il valore dei terreni in Sardegna è legato alla redditività dell’agricoltura, il crollo generalizzato di quest’ultima ha comportato una erosione del capitale fondiario valutabile dal 2005 al 2009 nell’1 per cento (circa 62 milioni di euro a valori costanti 2009), un’enormità. La conseguenza di tutto questo è che molte aziende (ne stimiamo un migliaio, incluse le 220 in contenzioso con le banche in conseguenza degli effetti deleteri delle legge 44) stanno per essere vendute all’asta a valori correnti, decisamente inferiori a quelli di investimento da parte dei proprietari (un consistente stock del debito accumulato deriva dall’acquisto di fondi con le leggi sulla piccola proprietà contadina e dai mutui per dotarli di infrastrutture). Un vero affare, soprattutto per gruppi internazionali che, essendo rappresentati da intermediari (immobiliaristi, avvocati) non rischiano neanche di incappare nelle classiche maglie che la deterrenza (o la solidarietà) del mondo rurale sardo tesse per evitare questo genere di acquisizioni generate dalle altrui disgrazie. Un affare per pianificatori paesaggistici «todos cementeros» o per chi è interessato a campi da golf o energie cosidette verdi. Così un’altra parte di Sardegna passerà di mano, e noi assisteremo alla «land grabbling» in un paese occidentale, ma con tutti i connotati di una realtà sottosviluppata.
 
 
18 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
In dieci anni c’è stato il crollo inarrestabile del fatturato, della competitività e dei posti di lavoro 
L’AGRICOLTURA POLVERIZZATA 
La facoltà di Agraria al Crel: «Le campagne nel baratro» 
UMBERTO AIME 
Cagliari. La foto d’insieme è scura, nera, da groppo alla gola. Fa piangere e disperare vedere tutto questo bendiddio che è l’agricoltura sarda sperperato, mortificato, moribondo, indebitato e senza futuro se non ci sarà una sterzata. Lo hanno detto in quattro, tutti professori della facoltà sassarese di Agraria, convocati dal Crel al capezzale del malato. Invecchiato insieme alla malattia, nonostante gli enormi aiuti finanziari e i pochi risvegli che ogni tanto ha. L’agro-alimentare è in coma nella realtà e nei conti.
 Michele Gutierrez (politiche agrarie), Antonio Piga (tecnologie alimentari), Giuseppe Pulina (zootecnia) e Pierpaolo Roggiero (agronomia) hanno guidato l’assemblea del «Consiglio dell’economia e del lavoro» in un viaggio dantesco. Zeppo di gironi infernali: polverizzazione delle imprese, bassa produttività, investimenti ridotti, filiere complicate, interessi speculativi, commercializzazione inadeguata, difficoltà ad accettare l’innovazione. Sono troppi, i peccati capitali, per uno scivolamento continuo e veloce verso il baratro dello zero. È uno status quo preoccupante, con la Sardegna sempre più schiacciata dall’arroganza della globalizzazione. L’immagine economica descritta da Michele Gutierrez è stata secca, inequivocabile: «Nel gioco delle parti, siamo una Regione destinata a consumare, non a produrre». Anche in agricoltura è così, purtroppo. Il risultato del disastro, che è culturale, economico e scientifico, è riassunto in un filotto di virus: lo spopolamento delle campagne, il mancato cambio generazionale, l’assistenzialismo diffuso e la sottomissione alla concorrenza. Che uno dopo l’altro hanno compromesso prima e travolto poi lo storico e naturale sistema immunitario: l’orgoglio del lavoro in campagna. Da sempre duro, difficile, spesso inumano, ma comunque fino a qualche tempo fa capace di dire la sua con un discreto quattro per cento del totale del prodotto interno lordo e intorno al miliardo nel «valore aggiunto». Niente di eccezionale, si dirà, eppure allora sufficiente a dire che «questo è un settore cardine dell’economia regionale». E invece, ha detto Giuseppe Pulina, negli ultimi dieci anni c’è stato un avvicinamento da effetto Titanic fra produttività e debiti: «Siamo prossimi al pareggio e quando avverrà, sarà devastante. Da bancarotta». Andava fermato molto prima, lo scontro, al contrario, e invece «siamo rimasti aggrappati al passato, senza neanche tentare quel salto di qualità che avrebbe permesso all’agricoltura sarda un saldo ancora in attivo», ha detto Antonio Piga, in un’analisi dove quelli che erano «limiti strutturali» sono rimasti tali, mentre le «opportunità sono finite mortificate». E stato lo stesso professore a dire, in un appello che prima o poi qualcuno dovrà avere il coraggio di raccogliere, che «oggi è indispensabile una completa riorganizzazione del settore». Completa, ha detto: dalla testa alle gambe, senza più giochicchiare intorno a interventi «singhiozzanti». È urgente - ha aggiunto Pier Paolo Roggiero - che «cambi la cultura economica senza per questo stravolgere le radici, ma ci deve essere l’impegno ad accorciare le filiere, oggi lunghe e costose, e subito dopo quello di alzare il livello di qualità e commercializzazione». È possibile, come dimostrano le eccellenze che ci sono nella viticoltura, nell’oleario e qualche volta nella pastorizia: ora bisogna provarci dappertutto. Per evitare che sulla mappa sventolino sempre meno le «bandierine del benessere», deve cambiare la mentalità nelle campagne, non è più pensabile la polverizzazione delle aziende, e anche quella della politica: «Trovi un nuovo equilibrio fra le istanze del territorio e l’andamento del mercato». La terapia è racchiusa in poche parole: aggregarsi, aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, nella formazione e nell’innovazione, per quanto riguarda il «mondo dell’agro-alimentare», mentre alla pubblica amministrazione spetta il compito di «unire le forze, ad esempio con un maggior coinvolgimento dell’università, e dare il suo contributo al rafforzamento delle imprese». È una strada percorribile, hanno detto i quattro professori, in un’aula dove il presidente del Crel, Antonio Piludu, aveva detto in premessa: «Siamo qui per ascoltare, capire e poi proporre le azioni necessarie». Si è capito, ancora una volta, che il momento è grave e oggi, sotto la pressione della crisi, serve subito un piano di rinascita dell’agricoltura, vero e sostanziale. Altrimenti, sarà morte sicura.
 
 
19 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
SILIGO 
Ritorna Nur, rivista di cultura sarda 
SILIGO. Ritorna Nur, la rivista di cultura e identità della Sardegna. Il numero zero della seconda serie sarà presentato oggi, alle 17,30 al centro sociale in piazza Maria Carta, all’interno del convegno «Nur: dal passato il futuro tra visioni e “mal di Sardegna”». Oltre alle relazioni del rettore dell’università Attilio Mastino, del giornalista Vindice Lecis e del direttore della rivista Gavino Maieli interverranno Maria Antonietta Seu, condirettrice della rivista ed Enrico Fanni, presidente dell’associazione “Microstoria Sardegna”. Modera il giornalista Tonino Oppes.(m.p.)
 
         
  
 
SARDEGNA 24 
  
20 - SARDEGNA24.net
Alle università pioggia di euro
1 ottobre 2011 - Soldi a pioggia anche per gli atenei sardi: in tutto 301 milioni 368mila euro per l’edilizia universitaria. Sono quelli deliberati dal Cipe ieri mattina per interventi al sud: in tutto una cifra che si aggira su un miliardo di euro. Tra i finanziamenti ci sono i 25 milioni di euro per il campus universitario di Cagliari e altri venti per quello di Sassari (da500posti più servizi accessori) che si aggiungono a finanziamenti già disponibili per 113,8 milioni.
Le reazioni. Soddisfatto il governatore, più cauti i rettori delle due Università sarde: Giovanni Melis di Cagliari, e Attilio Mastino di Sassari. «La decisione di oggi non solo accoglie le nostre richieste,marappresenta la conferma che quando la dialettica tra i ministeri e le Regioni viaggia sul binario del dialogo e dell’ascolto reciproco, possono arrivare risposte alle istanze dei territori», ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci.
I rettori. «Con l’approvazione del provvedimento - commenta il prof. Melis - diventa realistico il progetto strategico dell’Ateneo per il completamento della Cittadella di Monserrato con l’accorpamento delle facoltà scientifiche e dei dipartimenti sanitari, e il completamento del Policlinico. Nell’ambito degli interventi approvati è prevista anche la realizzazione del nuovo Orto botanico concordato con l’amministrazione comunale di Monserrato». Attilio Mastino, rettore dell’Università di Sassari si dice soddisfatto ma spera che: «La procedura si completi il prima possibile. Si tratta di grossi investimenti, in parte si tratta deu quelli stanziati dalla giunta Soru e mai spesi. Puntiamo così a risolvere i nodi delle incompiute».
Dove e quanto. Oltre ai soldi per la cittadella di Monserrato e li campus a Cagliari andranno 3 milioni di euro per il sistema informatico gestionale; -- 3 milioni di euro per l’Orto Botanico; e ben 40 milioni per il Policlinico di Monserrato. A Sassari: 3 milioni e600.000euro per il Polo Agrario Veterinario; - 18 milioni per la realizzazione dell’Orto botanico; - 16 milioni per la costruzione dellanuova sede Dipartimenti (ex Facoltà) di Farmacia complesso Monserrato;- 9milioni per la realizzazione del nuovo Polo Umanistico di via Roma - 17 milioni e 800mila per la ristrutturazione dei palazzi della sede centrale e 4 per il restauro dei dipartimenti di Economia.


21 - SARDEGNA24.net - Cagliari e provincia
Erasmus, numeri in crescita
1 ottobre 2011 - Sono 212, con un aumento del 25% rispetto allo scorso anno, i ragazzi e ragazze provenienti dal resto del mondo che, grazie al progetto Erasmus a breve inizieranno a frequentare le 11 Facoltà dell’Ateneo Cagliaritano, entrando perciò in stretta relazione con una parte dei circa 40000 studenti attualmente iscritti all’Università di Cagliari. Una cifra, quella dei 212 ospiti stranieri che aumenterà a Gennaio, arrivando a toccare le 300 unità. Spagna, Polonia, Austria, Germania ed Inghilterra: queste le principali nazioni di provenienza. Tre studentesse (due provenienti dal Giappone e l’altra dalla Cina) oltre ad una loro collega statunitense sono invece le novità assolute, a proposito del paese d’origine.
Nel secondo semestre arriveranno studenti dal Brasile, dal Vietnam e dalla Cambogia. Di contro, sono già partiti per mete straniere circa 300 studenti cagliaritani. Questi i dati emersi durante l’Erasmus Welcome Day, svoltosi ieri mattina presso la Facoltà di Lingue Straniere. Nel corso dell’evento hanno trovato spazio anche informazioni utili, fornite dagli organizzatori ai 200 studenti ospiti, al fine di rendere quanto più utile e proficuo il loro soggiorno in città. «Chiediamo ai nostri ospiti di non essere avari di critiche e suggerimenti, al fine di poter creare una buona interazione tra noi e loro», affermaGiuseppe Marci, preside della Facoltà di Lingue Straniere. Si dice soddisfatta Francesca Cau, presidente dell’ESN (Erasmus Student Network) di Cagliari, l’associazione che da anni si occupa di fornire tutto l’aiuto e le informazioni ai nuovi arrivati. «I numeri sono in aumentoesordisce- èunfatto positivo perché gli scambi Erasmus sono una risorsa turistica per Cagliari e per la Sardegna.Un parere più che positivo giunge dall’Assessore al Turismo della Provincia di Cagliari, Piero Comandini. (pa.ra)
 
 

RASSEGNE QUOTIDIANI NAZIONALI
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Link: rassegna stampa MIUR
 

 

Questionario e social

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