UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 29 settembre 2011

Giovedì 29 settembre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 settembre 2011

 


RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 17 - Edizione CA)
Cda dell'ateneo, la protesta ora si infiamma
Ieri il sit in al Rettorato
 
L'appuntamento nell'ex clinica Aresu, poi la marcia verso il Rettorato e l'incursione nell'aula magna del palazzo di via Università. Circa 300 dipendenti dell'area tecnica e amministrativa dell'Ateneo hanno manifestato la loro rabbia per la bozza di modifica dello statuto che prevede l'eliminazione di un loro rappresentante nel futuro Cda dell'Università. Il rettore Giovanni Melis ha ascoltato la protesta e ricordato: «Nel Consiglio d'amministrazione ci saranno quattro dipendenti dell'Ateneo».
Lo scontro va in scena da alcune settimane. Da una parte il rettore, e diversi componenti del Cda e del Senato accademico, che puntano a un'idea di assemblea scelta su una rosa di candidati con competenze specifiche e non eletti. C'è però la disponibilità a inserire tra i quattro futuri componenti del Cda, rappresentanti dei dipendenti, anche uno del personale tecnico e amministrativo. Ma la scelta spetterà al Senato accademico.
Una strada contestata apertamente dai circa 300 manifestanti che ieri mattina hanno occupato l'aula magna del Rettorato. L'assemblea ha votato un documento con una proposta di emendamento allo statuto: tra i quattro dipendenti dell'Ateneo ce ne deve essere uno tecnico e amministrativo eletto però dal personale. «Se non verrà specificato», hanno ribadito i sindacati, «rischiamo che i tecnici e gli amministrativi vengano tagliati fuori e che i quattro componenti dei dipendenti siano tutti del corpo docente».
Il rettore ha spiegato che c'è una logica diversa nella composizione del Cda: «Il Consiglio può essere sfiduciato dal Senato che ne ha nominato i componenti. La sfiducia rende molto difficile ipotizzare la presenza di un eletto». Melis ha ribadito di non essere contrario alla presenza, all'interno di una rosa, «di un componente, con determinati requisiti di competenza e professionalità, proveniente dal personale tecnico-amministrativo». La questione verrà discussa nella riunione congiunta di Senato e Cda prevista per il 6 ottobre.
Matteo Vercelli
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Iglesias (Pagina 22 - Edizione PC)
Università, mobilitazione per scongiurare la chiusura
Iniziativa dell'ex sindaco Paolo Collu e di Roberto Frongia
 
Pronti a riprendere la mobilitazione per riportare l'attività didattica a Monteponi. Sarà pur vero che con le tre lauree di venerdì scorso è stata scritta la parola fine al capitolo Scienza dei materiali, ma il Comitato pro Università costituito un anno fa a Iglesias non intende rassegnarsi e chiama a raccolta il territorio. Lo fa attraverso Paolo Collu, responsabile del comitato e coordinatore provinciale del movimento Unidos, nonché ex sindaco, che annuncia: «Nei prossimi giorni presenteremo le iniziative che intendiamo portare avanti con il sostegno, auspichiamo, di tutte le forze istituzionali e sociali del territorio».
DITO PUNTATO Collu condivide la preoccupazione del deputato Mauro Pili il quale, pochi giorni fa, ha parlato della morte dell'Università come di un danno maggiore della chiusura di una fabbrica. Il responsabile del comitato punta il dito contro la Regione: «La precedente Giunta ha iniziato a ridimensionare i contributi, e da parte dell'attuale esecutivo non c'è stata un'azione decisa a sostegno di un'attività che costituiva un'eccellenza. Con Scienza dei materiali - aggiunge Collu - si erano peraltro poste le basi anche per il riscatto del territorio».
FINTO IPERATTIVISMO Accuse all'esecutivo regionale arrivano anche da parte di Roberto Frongia, anche lui esponente del comitato: «Ha la fetta più grossa di responsabilità perché finge iperattivismo poi si disinteressa delle questioni, ma è evidente che quanto accaduto è frutto anche della distrazione delle istituzioni locali. Penso alla Provincia che con entusiasmo aveva cercato l'ingresso nel Consorzio Ausi ma poi non è stata determinante sul piano politico. Idem per le amministrazioni comunali, a lungo del tutto assenti sulla partita Università». Per Frongia, non resta che rimboccarsi le maniche e cercare, nell'immediato, di recuperare la situazione. Non sarà certo facile visto che, come si usa dire, i buoi sono scappati: «Tutte le istituzioni facciano la loro parte - esorta Frongia - non penso solo all'attività didattica, ma soprattutto a ricerca e innovazione».
IL COMUNE L'argomento Università è stato affrontato, martedì sera, anche dal sindaco Ginetto Perseu nel corso del Consiglio convocato per l'illustrazione delle linee programmatiche. Il sindaco ha assicurato l'impegno dell'amministrazione e proposto l'istituzione di un corso specialistico in Bonifiche ambientali.
Cinzia Simbula
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 17 - Edizione CA)
Test, il migliore è il Michelangelo
Ma le due studentesse più brave sono ogliastrine, poi il Dettori
UNIVERSITÀ. I dati delle prove d'accesso alla facoltà di Medicina premiano il liceo scientifico
 
È il liceo scientifico Michelangelo l'istituto con il miglior risultato nei test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Lo evidenziano i dati disaggregati per istituto, pubblicati ieri dal ministero della Pubblica istruzione. Il liceo cagliaritano è risultato primo sia in valore assoluto (19 idonei) sia come indicatore di rendimento (19%) anche se 14 idonei su 19 tentavano il quiz per la seconda volta ed erano, per così dire, “ripetenti”.
Nel 2010 il miglior istituto era stato il Dettori, il cui risultato generale - 24,05% di rendimento - era stato superiore a quello del Michelangelo.
LICEI DOMINATORI I test di quest'anno confermano la supremazia dei licei tra le scuole di provenienza degli aspiranti medici: l'81,75% dei partecipanti proviene infatti dai licei Classici e Scientifici. Significativo anche il fatto che abbiano ottenuto il 94,92% dei posti. I licei classici hanno avuto un rendimento migliore (14,02%) rispetto a quelli scientifici (11,28%), ma questi ultimi si aggiudicano il 61% dei posti grazie alla numerosità dei partecipanti.
LA MIGLIORE È DI ELINI Ma se i licei cagliaritani iscrivono più studenti nella facoltà, è l'Ogliastra a confermarsi provincia vincente: le migliori due studentesse, quelle che hanno ottenuto il punteggio maggiore, sono rispettivamente di Elini e di Lanusei. A uno studente del Dettori va la medaglia di bronzo. Il concorrente più vecchio ha 65 anni (c'è chi sostiene - ma non ci sono prove - che i più anziani non siano altro che “suggeritori” iscritti ai test per aiutare i più giovani), il più giovane non ne ha ancora 18, essendo nato nel dicembre del 1993.
SORPRESA NAUTICO La sorpresa più interessante è tuttavia l'exploit dei candidati del “Nautico”. Nonostante abbiano una preparazione tecnica e una specializzazione in “macchinisti” che dovrebbe destinarli a bordo di una nave, quattro di loro hanno tentato l'accesso a Medicina e due (il 50%) hanno passato il test. Percentualmente un record.
Nessun risultato per i 22 aspiranti medici con la maturità tecnica commerciale né per i 17 geometri e i 7 periti industriali informatici. A conferma che la cultura generale e le nozioni di fisica e matematica (sulla quale la media del voto è stata disastrosa, 0,7 centesimi) si apprendono, come è noto, di più al liceo.
GLI ALTRI DATI A Cagliari le domande sono state 2222 ma si sono presentati 1838 candidati per 197 posti. Sei schede sono state annullate. Anche quest'anno le studentesse hanno prevalso numericamente sui colleghi maschi: 1192 contro 646 ossia il 64,85% di femmine. Ma i maschi sono stati più bravi: con il 36,32% di partecipanti hanno ottenuto il 48,22% degli idonei (95 maschi e 102 femmine)
IL 60% VIVE IN PROVINCIA Le scuole sarde piazzano complessivamente 176 idonei (89%), mentre i neo studenti in Medicina residenti in Sardegna sono 180 su 197. La provincia di Cagliari, per ragioni di quantità di residenti, raccoglie il maggior numero di idonei (60%) e la migliore prestazione idonei/presenti (12%).
I SICILIANI Dopo la Sardegna, anche quest'anno è la Sicilia la regione che ha visto la più grande partecipazione di studenti: 45. Di questi, 12 sono risultati idonei (nel 2010 per la sola medicina erano 47 con 10 idonei). Come l'anno scorso, gli studenti siciliani sarebbero passati tutti a Messina e a Palermo, considerata la media dei voti registrati lì.
Per gli irriducibili campanilisti c'è un altro dato di un qualche interesse: Sassari è l'unica provincia sarda che non riesce a sistemare idonei all'università di Cagliari.
Fabio Manca
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Viale trieste
Lezione di politica di Sangiorgi
 
Riprenderà domani il secondo ciclo di lezioni della Scuola di Formazione Civica Politica, istituita nell'ambito delle attività organizzate dalla fondazione Sardegna Mediterranea. L'incontro, fissato per le 17.30, nella sede della fondazione (viale Trieste) è il quarto appuntamento del calendario didattico inaugurato a marzo. A tenere banco, sarà il tema “Sviluppo delle capacità personali”, illustrato, congiuntamente al presidente della fondazione Salvatore Cicu, da Giorgio Sangiorgi, docente di Psicologia delle organizzazioni nell'Ateneo di Cagliari. L'iniziativa, corredata da un largo successo di partecipazione - 140 iscritti al primo semestre didattico dei quali l'80%, compreso tra i 19 e i 27 anni - rappresenta un percorso di apprendimento e approfondimento sui temi principali dell'antologia politico-istituzionale.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Piazza Carmine
Confronto sui cartoni animati
 
Per gli appassionati di cultura orientale sarà un autunno ricco d'iniziative: oggi sarà inaugurata “Anime and Co.”, rassegna di cartoni animati giapponesi che comprenderà anche un torneo di Cosplay e una sfida alla Play Station.
L'iniziativa, presentata nel Centro iniziative sociali di piazza Carmine, è dell'associazione studentesca Fuan Caravella e della lista Università Futura, con il contributo dell'Università, dell'Ersu, dell'assessorato provinciale alla Cultura e dei comuni di Cagliari e Quartu. «Un'idea che nasce dalle nostre passioni e mira a trasmettere i nostri valori», hanno spiegato Alessandro Farigu e Stefano Cariello del Fuan Caravella. «Siamo felici di avvicinare i giovani a queste nuove forme d'arte», ha aggiunto Livia Maria Boi, assessore alle Politiche giovanili a Quartu.
Per otto serate - si parte oggi alle 17 al C.I.S. con Capitan Harlock e si andrà avanti fino al 9 dicembre - attraverso i cartoni animati conosceremo meglio la società nipponica e la confronteremo con la nostra. Il cineforum, gratuito e seguito da un dibattito, parte da film datati e prosegurà con alcuni inediti mai visti in Italia. Tutte le date si trovano sul sito www.animeandco.it, da dove si possono scaricare i moduli per partecipare al torneo di Cosplay, che si svolgerà il 4 novembre a Quartu, nella Biblioteca dei ragazzi di via Dante. ( fr. fu. )
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
Nell'esperimento Opera
Neutrini veloci, il contributo del CRS4 di Pula
 
Quando la scienza cerca risposte importanti, come accade per la ricerca dei costituenti più intimi della materia, diventa indispensabile la collaborazione di numerose competenze. È il caso dell'esperimento Opera divenuto famoso per le misure anomale di velocità dei neutrini registrate nei laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare sotto la superficie del Gran Sasso, anche se era stato ideato per osservare un raro fenomeno di trasformazione dei neutrini (la cosiddetta “oscillazione”). L'esperimento è parte del progetto CNGS (“Cern Neutrinos to Gran Sasso”) che prevede il lancio di neutrini muonici dal Cern di Ginevra ai Laboratori del Gran Sasso, a 730 km di distanza, grazie al fatto che i neutrini attraversano distanze enormi in qualsiasi materiale come la luce attraversa il vetro di una finestra.
Questa collaborazione internazionale ha coinvolto anche un pezzo di Sardegna: il CRS4. Il centro di ricerca di Pula nel 2004 ha realizzato una serie di simulazioni dedicate alle strutture che vengono investite dal fascio di protoni utilizzati per generare le particelle coinvolte nell'esperimento CNGS. I ricercatori del CRS4 si sono occupati dei target, i bersagli costituiti da barre di carbonio verso i quali l'acceleratore lineare del CERN spara i protoni per poi ottenere i neutrini che a loro volta vengono lanciati verso i laboratori del Gran Sasso.
«Alcuni di noi - spiega Luca Massidda, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto - si sono occupati di verificare la resistenza del target, mentre altri hanno effettuato le simulazioni per verificare la capacità di smaltimento di calore del sistema. Il nostro obiettivo consisteva nella creazione al calcolatore dei modelli di target più adatti all'esperimento: che fossero quindi in grado di assorbire l'enorme energia immessa con il fascio di protoni, resistendo alle fortissime sollecitazioni indotte e riuscendo anche a smaltire il calore sviluppato. Inoltre il CRS4 aveva il compito di verificare che l'intero sistema fosse in grado di smaltire l'enorme energia del fascio di protoni».
Andrea Mameli

LA NUOVA SARDEGNA 
7 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
Cagliari, i tecnico-amministrativi occupano il rettorato
Il responsabile dell’ateneo li aveva definiti «inutili e dannosi». Poi le scuse ma la ferita resta
Il rettore spiega che la loro rappresentanza nei vari organi è aumentata
 
CAGLIARI. «Inutili e dannosi? Bene e noi ti invadiamo il rettorato», è così hanno fatto ieri mattina diverse centinaia dei 1.164 dipendenti dell’università di Cagliari che fanno parte del personale tecnico e amministrativo. Durante una riunione del consiglio d’amministrazione il responsabile dell’ateneo li aveva apostrofati, secondo i sindacati presenti, proprio in tal modo («inutili e dannosi»), da qui l’occupazione. Melis si è poi scusato e ha informto che è stato ampliato il peso della componente tecnico amministrativa e nei vari organi di rappresentanza. Ma la ferita resta.
 
Pagina 1 - Cagliari
«Ateneo, è in gioco la democrazia»
La rivolta dei 1.164 dipendenti tecnico-amministrativi esclusi dal cda
Assemblea in rettorato Ora c’è una mediazione possibile: il Senato sceglie in una rosa di eletti dal personale
ALESSANDRA SALLEMI
 
CAGLIARI. «Posso esserti utile?»: per strada o nei corridoi i dipendenti non docenti dell’università si salutano così, dopo che il rettore Giovanni Melis ha lanciato due aggettivi pesanti («inutili e dannosi») all’indirizzo del personale tecnico amministrativo nel tentativo di spiegare perché non li volesse nel cda dell’università. Poi sono arrivate le scuse, più d’uno crede che fossero sincere.
C’è da credere che anche un rettore di formazione «aziendalista» come il professore di Economia Giovanni Melis non abbia voluto trattare da zavorra gli oltre 1.100 dipendenti dell’università molti dei quali, per poco più di mille euro al mese, tengono i conti dei dipartimenti, preparano stipendi, collaborano con competenza alle ricerche dei big boss dei laboratori nostrani e sbrigano tutti gli affari che all’università vengono targati come «non docenza». Ma se Melis si è scusato in questa bollente settimana di votazioni fatte e rimangiate sul nuovo statuto, perché ieri mattina i dipendenti tecnico-amministrativi dell’università hanno occupato il rettorato per oltre due ore e lo stesso faranno domani, giovedì, nell’occasione della riunione del consiglio di amministrazione da cui il rettore, si racconta, ha pensato giusto escluderli e alla fine ha accettato di riaccoglierli, ma in nessun caso per via elettiva? Storia interna che, però, non si spiega con le logiche minute dell’amministrazione quotidiana dell’ateneo: è proprio una questione ideologica che muove l’uno e gli altri. Uno, il rettore, è evidentemente allineato con l’idea che l’università debba essere gestita in modo agile e quindi i criteri di nomina dei consiglieri del cda debbano somigliare a quelli delle società dove si sceglie in pochi; gli altri, i dipendenti tecnico-amministrativi spesso laureati, competenti, con responsabilità di produrre risultati, rivendicano la dignità del ruolo quando la nomina nasce da un voto di assemblea. Ieri mattina durante l’assemblea il rettore ha parlato e lo stesso hanno fatto i rappresentanti dei lavoratori. Spiega la portavoce dell’Rsu d’ateneo, Greta De Filippo: «Noi ribadiamo la necessità che nel cda dell’università ci sia un rappresentante del personale tecnico-amministrativo, riteniamo che questo debba essere eletto dall’assemblea del personale, esigiamo che la presenza in cda di un tal componente debba risultare nello statuto e non dipendere dalle scelte del rettore. Come punto di mediazione proponiamo che l’assemblea del personale elegga una rosa di nomi e che da questa rosa il Senato accademico scelga il componente nostra espressione nel cda. Il metodo democratico vorrebbe che il Senato, poi, scegliesse il più votato...». La proposta sembra non dispiacere allo stesso rettore e, per capire quanto sia da considerare un buon risultato, bisogna fare una ricognizione di quel che succedeva soltanto una settimana fa. La riforma prevede che ogni ateneo stabilisca autonomamente le modalità di formazione dei consigli di amministrazione. A Cagliari, la prima bozza prevedeva che di 9 componenti nessuno appartenesse all’area tecnico-amministrativa. In seguito alla rivolta, il rettore ha proposto che, oltre gli studenti (2), gli esterni (2), lui stesso, ci fossero 4 figure di ruolo, di cui uno dipendente tecnico-amministrativi. «Faccio io», era in estrema sintesi la proposta di Melis per la nomina e non ha portato maggiore tranquillità il fatto che il rettore si proponesse come garante della presenza non solo di docenti nel cda. Il punto cruciale era con quale forma dovesse essere scelto: per nomina del rettore o per voto dell’assemblea dei dipendenti? Ciò che ha infiammato gli animi è stato il voto nella consulta per lo statuto della bozza dove si prevedeva che il componente venisse eletto: pur conclusa con una maggioranza a favore, la votazione è stata annullata e il voto successivo cancellava il componente «eletto» per inserire quello «nominato». Ecco perché domani il cda sarà in qualche modo presidiato dall’assemblea: non si sa mai.
 
Pagina 1 - Cagliari
IL RETTORE
«Ci vuole un cambio di mentalità»
 
 CAGLIARI. E’ stato ampliato il «peso» del personale nell’elezione del rettore ed è stata stabilita la presenza di rappresentanti dei lavoratori nel senato accademico, nei consigli di facoltà e nei dipartimenti. Lo ha annunciato il rettore dell’ateneo al personale riunito in assemblea nell’aula magna del rettorato. Quanto alla richiesta di un rappresentante eletto nel consiglio di amministrazione, il rettore ha spiegato che «il cda ha una logica diversa dal passato: può essere sfiduciato dal Senato, che ne ha nominato i componenti, se non opera nel rispetto dei principi di efficienza ed efficacia. Un meccanismo - la sfiducia - che rende molto difficile ipotizzare la presenza di un membro eletto, mentre tutti gli altri, nella configurazione attuale peraltro stabilita dalle norme, sono designati all’interno di una rosa». Nessuna preclusione, invece, all’ipotesi di inserimento nella rosa di un componente, con determinati requisiti di competenza e professionalità, proveniente dal personale tecnico-amministrativo. «Vi chiedo di cambiare introducendo uno stile che premi il merito e la professionalità», ha detto il rettore nel ribadire che «nessuno ha mai pensato di disprezzare il positivo contributo del personale tecnico-amministrativo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
Un premio alle idee di impresa
A Start Cup Sardegna vincono tre progetti innovativi
La competizione è stata promossa dai due atenei sardi
 
 SASSARI. Un brevetto in campo neurologico, un progetto di trattamento per pneumatici fuori uso, la gestione telematica delle filiere produttive supportata da un sistema wireless. Sono questi i vincitori dello Start Cup Sardegna 2011, che mette in gara progetti imprenditoriali innovativi.
 La quarta edizione del premio si è tenuta alla Camera di Commercio. A promoverla come di consueto le università di Sassari e Cagliari, con il sostegno della Regione gna e la partnership della amministrazione comunale di Sassari, dell’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti di Sassari, della Fondazione del Banco di Sardegna, della Camera di Commercio di Sassari, di Confindustria Nord Sardegna, del Consorzio Promea e Unicredit Group.
 Da alcuni anni le due università sarde, con i loro uffici di trasferimento tecnologico (strutture di collegamento tra ricerca accademica e industria) stanno lavorando in rete per favorire il trasferimento delle competenze e tecnologie nate nei laboratori universitari al tessuto economico regionale.
 I cinquemila euro del primo premio regionale sono stati assegnati al gruppo “Neurax” guidato dal professor Marco Diana, farmacologo dell’Università di Sassari, affiancato dai ricercatori cagliaritani Saturnino Spiga e Giovanna Mulas. Il progetto prevede la costituzione di una spin off biotecnologica per la valorizzazione di un brevetto universitario in ambito neurologico e del prodotto derivato (denominato “GolgiChrome”) che ha già riscontrato un notevole interesse a livello internazionale.
 I tremila euro del secondo premio regionale sono stati assegnati al progetto denominato “Jet-Tech”, presentato dall’ingegner Giorgio Costa coadiuvato dai colleghi Giovanni Mei e Daniela Tedde. L’idea d’impresa spin off universitaria prevede lo sviluppo e l’applicazione in ambito industriale di un innovativo, brevettato ed estremamente efficiente processo di trattamento e valorizzazione degli pneumatici fuori uso, basato sull’applicazione della tecnologia a getto d’acqua ad alta velocità.
 ll terzo gruppo premiato, con un contributo di duemila euro, è andato invece all’idea di impresa “VirtualZero”. Un gruppo ben assortito di giovanissimi imprenditori, Stefano Cucca, Federico Longobardi e Paolo Pilia, già attivi al Parco Scientifico di Porto Conte, propone un progetto che ha l’ambizioso obiettivo di rendere fruibile e multimediale qualsiasi filiera produttiva nel mondo con il supporto di un’infrastruttura wireless.
 Dopo gli straordinari successi degli anni passati, culminati con il primo posto assoluto del team sardo di Bioecopest nell’edizione 2009, i tre vincitori dell’edizione regionale parteciperanno alla fase finale del Premio Nazionale per l’Innovazione 2011 che si terrà a Torino tra il 18 e il 20 novembre e che darà la possibilità di vincere i premi finali messi a disposizione Telecom Italia nell’ambito dell’iniziativa Working Capital (www.workingcapital.telecomitalia.it) ed entrare in contatto con i principali esponenti della comunità scientifica e finanziaria italiana dedicata all’innovazione. I gruppi selezionati saranno ora affiancati, nella delicata fase di start up aziendale, dagli Uffici di trasferimento tecnologico dei due atenei e dal Gruppo Giovani di Confindustria.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
AVEVA 90 ANNI
Nato a Sassari, tra i grandi della pedagogia italiana
 
E’morto avantieri a Firenze Antonio Santoni Rugiu. Era nato a Sassari 90 anni fa. Era considerato il più importante studioso della storia dell’educazione in Italia.
 Laureato in Filosofia nell’Università di Roma, dal 1962 aveva iniziato la carriera universitaria, insegnando a Trieste e soprattutto a Firenze. Autore di un’ampia serie di saggi, era conosciuto anche per la «confidenza» con cui affrontava i temi della sua ricerca scientifica: sempre temperando la eventuale rigidità degli schemi accademici con una sorta di amabile scetticismo con cui guardava ai problemi stessi di una disciplina che, del resto, aveva poco meno che inventato lui. Infatti quando gli si chiedeva di tracciare il profilo della sua carriera di studioso, spiegava come la scoperta dell’astrattezza della pedagogia che si studiava nelle Università lo aveva portato ad avvicinarsi al versante concreto dell’attività didattica, diventando prima storico della pedagogia e quindi storico dell’educazipne, cioè dei metodi e dei contenuti «reali» del lavoro della scuola in Italia. Di qui, fra i tantissimi, i suoi due libri più famosi, «Il professore nella scuola italiana» (1959) e «Storia sociale dell’educazione» (1979).
 Imparentato con le famiglie sassaresi della borghesia intellettuale, Antonio Santoni Rugiu tornava spesso a Sassari. Qui anzi aveva vissuto, nella primavera del 1945, la bella stagione della rivista «Riscossa» e di alcuni giovani che vi facevano capo, da Mauro Manca a Fiorenzo Serra, da Leopoldo Macciardi ad Antonio Simon Mossa. (manlio brigaglia)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
I sardi tornano a emigrare
Nuovo boom nella fascia 18-34 anni, Milano prima meta
I dati Svimez: migliaia in fuga nel solo 2010. Pil fermo, disoccupati al 14,1% e al 38% tra i giovani
La sociologa Pruna: «Viviamo su una vera bomba sociale»
 
 CAGLIARI. La crisi economica, per molti versi dramamtica, che sta scuotendo la Sardegna dal profondo, emerge ancora una volta dal rapporto Svimez 2010. Un rapporto che tra l’altro segnala anche la ripresa di un fenomeno che sembrava ormai dimenticato: il 38% dei giovani è disoccupato. Soprattutto i laureati e i diplomati. E questi, senza lavoro né speranze scappano via. Migrano principalmente verso il Nord, a Milano, ma spesso anche all’estero. Sono ragazzi e uomini tra i 18 e i 34 anni, che vanno a cercare altrove quello che l’isola non sa più dargli.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
I sardi riprendono la valigia
Lo Svimez: nel 2010 migliaia di emigrati tra i 18 e 34 anni, Milano la prima meta
GIACOMO MAMELI
 
 CAGLIARI. Andrea Loi, 31 anni, di Tertenia, dopo il diploma al Liceo artistico di Lanusei, ha cercato invano un posto di lavoro davanti al lido di Sarrala. Ma ha dovuto fare le valigie: destinazione Torino con trasferte frequenti a Detroit. È un designer d’auto. Antonella Demontis, 41 anni di Perdasdefogu, tre anni fa ha lasciato il camice bianco a Cagliari (macinava ricerche avanzate sul dna) e segue la contabilità in un’azienda di Piacenza, alle dipendenze di Ikea. Francesco Melis, 28 anni, pure lui di Tertenia, biologo di laurea, disperato nel cercar busta paga in Sardegna, se n’è andato a Perugia. Da Paulilatino, a gennaio, sono partiti Caterina Mura e Daniele Vidili, entrambi di 28 anni. Caterina, laurea in Economia con 110 e lode, ha trovato impiego alla Asl di Rimini. Daniele, dottore in Lingue, ha lavori saltuari a Milano, destinazione preferita dei nuovi sardi del Grande Esodo del terzo millennio (seconda regione è il Lazio). Sono i protagonisti - loro malgrado - dello stunami demografico che, come nel dopoguerra, sta svuotando il Sud, Sardegna compresa. Nell’ultimo anno dall’Isola sono emigrati 6600 giovani generalmente fra i 18 e i 34 anni. La maggior parte dei quali - da Carbonia e Iglesias come da Ozieri e Nuoro - con titoli di studio superiore. Seicento sardi (definiti pendolari di lungo raggio) hanno scelto ancora una volta destinazioni estere. E così nelle città, ma soprattutto nei piccoli paesi ormai abitati da anime morte, si consolida la presenza di una popolazione ultrasettantenne e perciò improduttiva.
 Il risultato è una Sardegna che - capoluoghi compresi - è alla recessione con la crescita zero. Se il Pil del 2010 era a quota 1,3 nel 2011 è proprio zero, zero totale come avviene in Sicilia. Fermi al palo. L’Isola è una canna al vento senza direzione. Non produce. Anche l’agroalimentare - quello di qualità - nell’ultimo anno arretra di quasi un punto. Il Pil pro capite è di 32.222 euro in Lombardia, di 21.574 in Abruzzo (regione leader al Sud). La Sardegna vacilla a quota 19.552.
 Sono solo alcuni dei dati che emergono nel Rapporto che lo Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) ha presentato avant’ieri a Roma e che, più degli anni precedenti, lancia un marcato grido di allarme per il Sud. Da dove sono scappati in 583 mila. Il tasso di disoccupazione svetta al 14,1 per cento, quello giovanile al 38. E se si considera la fascia 16-40 anni si arriva al 40,7, qualche punto in più di quello che ha portato alla Puerta del Sol gli indignados di Madrid. “Viviamo su una bomba sociale che sta per esplodere e nessuno se ne vuol accorgere”, commenta la sociologa del lavoro Maria Lezia Pruna. E così “un’area giovane e ricca di menti e di braccia si trasformerà nel prossimo quarantennio in una zona spopolata, anziana ed economicamente sempre più dipendente dal resto del Paese”, ha aggiunto Adriano Giannola, presidente dell’Istituto che era stato guidato da Pasquale Saraceno. Ancora Gianola: “Per il Sud, il 2011 è dunque il secondo anno consecutivo di stagnazione, dopo il forte calo del Pil nel biennio di crisi 2008-2009”.
 Per la Sardegna - al di là della grancassa mediatica di villa Devoto - è buio pesto per il futuro soprattutto dopo le ultime decisioni adottate dal Governo. Decisioni che aggraveranno ancora le condizioni economiche e sociali delle regioni meridionali. Secondo stime confermate dal Rapporto Svimez, “l’effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare in termini di quota sul Pil 6,4 punti al Sud (di cui 1,1 punti nel 2011, ben 3,2 punti nel 2012, 2,1 nel 2013) e 4,8 punti nel Nord (1 nel 2011, 2,4 nel 2102, 1,4 nel 2013)”. Siamo allo sberleffo, all’insulto. Perché “il Sud - osserva Gianola - contribuirebbe in maniera maggiore all’azzeramento del deficit, pari nel 2010 al 4,5 per cento del Pil nazionale. Più in particolare, sul fronte degli incrementi delle entrate, il 76 per cento si realizzerebbe al Centro-Nord e il 24 per cento al Sud, ricalcando così il peso delle diverse aree in termini di produzione della ricchezza”.
 Discorso diverso, invece, riguardo alla riduzione delle spese. Qui il contributo delle regioni meridionali al risanamento finanziario arriverebbe al 35 per cento del totale nazionale, una quota superiore di 12 punti percentuali al suo peso economico. I motivi? “I tagli agli enti locali (6 miliardi di euro) e la contrazione degli investimenti pubblici nazionali e regionali, per effetto del Patto di stabilità”. Cifre e tabelle che compaiono in questa pagina dimostrano in modo inequivocabile quanto è grave la situazione dell’Isola. Che da tempo non conosceva periodi di così marcato oscurantismo economico. “Mi auguro che nessun assessore si meravigli del perché abbiamo proclamato lo sciopero generale con Cisl e Uil”, ha commentato il leader della Cgil sarda Enzo Costa.
 
11 – SardegnaQuotidiano
Cagliaricronaca – pagina 12
Università Stop allo statuto
niente accordo, salta il voto
 
Un quarto d’ora, peraltro scarso. Tanto è bastato a Giovanni Melis per dire che no, il nuovo Statuto dell’ateneo non è pronto e quindi non lo si può discutere né votare. Il Senato accademico e il Consiglio d’amministrazione erano stati convocati ieri mattina nell’aula magna del Rettorato proprio per dare il via libera definitivo alla “carta” che governerà l’università cittadina nei prossimi anni. Il Magnifico, invece, prendendo la parola ha subito gelato tutti. «Non siamo pronti per votare il testo - ha avvertito -. Dobbiamo ancora approfondire e discutere per allargare il consenso sulle nostre proposte. Vorrei che superassimo la logica dello scontro e ci avvicinassimo il più possibile all’unanimità». Morale: alle 9.15 la seduta si è aperta e alle 9.30 si è chiusa, con l’impegno a ritrovarsi per il voto definitivo giovedì prossimo, alle 16 in punto.
EQUILIBRI POLITICI IN SENATO Due, tra tutti, i nodi da sciogliere in sette giorni: gli equilibri politici nel Senato accademico e la rappresentanza del personale amministrativo nel Cda. Sul piano politico, le spine sono legate alla riforma Gelmini, che è atterrata sull’ateneo cagliaritano dando grande peso ai dipartimenti di ricerca, raggruppati per aree scientifiche omogenee (diritto, economia, medicina), e riducendo da undici a sei le facoltà: una rivoluzione che ha scombinato equilibri costruiti faticosamente in tanti anni. Le facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche, tanto per fare un esempio, con il nuovo statuto, diventeranno un’unica grande facoltà e in Senato non esprimeranno più tre presidi (su undici) ma un solo direttore di dipartimento (su sei). Una perdita secca di potere nell’unico organismo che dà l’indirizzo strategico all’ateneo. «La riforma Gelmini è pessima, il rischio di scombinare tutto c’è, però prima di criticare il Rettore bisogna aspettare di vedere come intende calare la riforma sul territorio - dice con cautela la preside di Scienze politiche Paola Piras -. Il problema dell’equilibrio tra le varie anime dell’università esiste, ma si può risolvere valutando bene soprattutto il peso delle diverse facoltà per garantire all’ateneo uno sviluppo armonico». Chi pensa di risolvere tutto aggiungendo un posto a tavola in Senato, però, secondo il preside di Medicina, Mario Piga, si sbaglia. «Si era parlato di 12, poi di 18 o addirittura di 24 membri, ma bisogna evitare il rischio dell’assemblearismo -avverte il preside -. Altrimenti non si fanno gli interessi dell’ateneo ma soltanto di pochi».
UN POSTO NEL CDA C’è poi il nodo del personale tecnicoamministrativo che ieri mattina ha fatto un blitz in Rettorato (dopo un’assemblea in Clinica Aresu) per far sentire la propria voce e forse non si aspettava di trovare l’aula vuota dopo la seduta lampo. «Siamo una forza gentile ma pur sempre una forza e vogliamo sedere nei luoghi dove si prendono le decisioni - ha detto Giuseppe Putzolu, della Rappresentanza sindacale unitaria -. Il Cda è uno di quei luoghi e noi dobbiamo esserci eleggendo un nostro rappresentante ». «Il Cda non ha membri eletti ma nominati dal Senato da cui può essere sfiduciato», gli ha risposto Melis, che incontrando i dipendenti ha rivendicato di aver dato «maggiore peso agli amministrativi nella elezione del Rettore e una rappresentanza sicura in tutti gli altri organi». Almeno su questo fronte, comunque, l’accordo sembra a portata di mano con l’inserimento (nero su bianco) di un amministrativo nei 4 componenti del Cda «appartenenti al personale di ruolo in servizio nell’ateneo» nominato dal Senato. Più lontano, invece, appare il tanto citato equilibrio nella composizione politica del Senato. L’impressione diffusa, in questo caso, è che i sette giorni supplementari al Rettore servirano proprio tutti.
Lorenzo Manunza

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