Lunedì 27 giugno 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 giugno 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Università
Studenti, esami a rischio: allarme del Pdl
 
Un'interrogazione sulla polemica tra gli universitari a rischio decadenza (con la perdita di tutti gli esami già sostenuti) e il rettorato di Cagliari è stata presentata all'assessore all'Istruzione Sergio Milia dal consigliere regionale del Pdl Carlo Sanjust. L'obiettivo è che «la Giunta regionale possa intervenire presso il rettore per provare a riaprire un dialogo con i circa diecimila studenti che rischiano di veder vanificato il proprio percorso unversitario alla luce del decreto varato dal rettore di Cagliari nel maggio del 2010».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 16 - Edizione CA)
Tra Carbonia e Sant'Antioco
Scuola di archeologia per oltre 100 studenti tra i siti fenicio-punici
 
Una scuola di archeologia fra le vestigia fenicio puniche di Carbonia e di Sant'Antioco.
L'ESPERIENZA Un centinaio di studenti universitari italiani, tunisini, spagnoli e ungheresi e un gruppo di liceali del Sulcis Iglesiente stanno sperimentando da una settimana il significato profondo di “esperienza sul campo”. Stanno infatti partecipando alla quarta edizione della Summer school, scuola internazionale di archeologica fenicio punica nella cittadella di Monte Sirai a Carbonia e nel Cronicario di Sant'Antioco. Sono siti ormai teatro da anni di importanti campagne di scavo che contribuiscono a scrivere pagine nuove della storia della colonizzazione, 2.500 anni fa, del Sud Ovest sardo.
IL CORSO La Summer school, scattata il 20 giugno e in programma sino al 31 luglio grazie alla collaborazione della Provincia e dei Comuni di Carbonia e Sant'Antioco, è un corso universitario attivato nell'ambito della cattedra di Archeologia fenicio punica dell'Università di Sassari tenuta dall'archeologo Piero Bartoloni: «Ha uno spessore internazionale - tiene a precisare il docente - perché vede all'opera studenti delle Università di Bologna Cagliari, Cassino e Viterbo, consociate alla Scuola europea di dottorato sulle Culture del Mediterraneo, e i loro colleghi degli Atenei di Budapest, Barcellona, Alicante, Siviglia e Tunisi». D'estate Carbonia e Sant'Antioco diventano quindi il fulcro nel panorama europeo degli studi sui fenici e i punici: «Un'esperienza per quanto mi riguarda fondamentale - testimonia ad esempio Rossana Pla Orquin, 24 anni, da Alicante, Spagna - per comprendere la realtà fenicia che si è radicata lontana dalla mia terra». Le attività consistono nella partecipazione degli studenti alle campagne di scavi di Monte Sirai e del Cronicario, seguiti dagli archeologici Piero Bartoloni e Michele Gurguis. I protagonisti fanno quasi a gara per poter partecipare a questa «tappa fondamentale per qualsiasi archeologo», evidenzia Pina Corraine, 23 anni di Orgosolo.
IL PROGRAMMA Gli studenti sono archeologi a tempo pieno: di pomeriggio partecipano alle operazioni di restauro dei reperti (compresa la documentazione grafica e fotografica), mentre per tre sere alla settimana in alcuni Comuni della Provincia si svolgeranno conferenze e ci sarà una mostra itinerante.
Andrea Scano
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Senorbì
Area vasta, premio a Vienna per Diana
 
Riccardo Diana, giovane ingegnere di Senorbì, è stato premiato a Vienna per un innovativo progetto teso alla risoluzione dei problemi di traffico e vivibilità nell'area vasta di Cagliari. Una grande soddisfazione per il professionista che, concluso il corso di studi, ha continuato la formazione all'estero con un pensiero sempre rivolto alla Sardegna. «Mi è stata data l'opportunità di svolgere un Master in strategie urbane presso l'Università di Vienna con il patrocinio della Regione Sardegna e delle Facoltà di Cagliari e Vienna e il coordinamento dell'architetto Alessandro Melis», racconta Riccardo Diana, 31 anni. Il progetto "Archipelago of Infrastructures", che prende in esame la spianata di San Lorenzo e Su Stangoni di Cagliari, ha ricevuto la menzione speciale da un giuria composta da docenti, architetti e ingegneri. «Il progetto che ho voluto sviluppare propone lo studio delle problematiche riguardanti il traffico in entrata nell'area metropolitana di Cagliari», conclude Diana. La giuria ha dimostrato di apprezzare. (sev. sir.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 9 - Edizione CA)
Regione
Giunta, Ada Lai capo di gabinetto
 
Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha affidato a una donna la guida del gabinetto della presidenza della Regione: è Ada Lai, ex dirigente comunale e capo area dei servizi al cittadino al Comune e dal 30 dicembre scorso direttore generale dell'assessorato regionale al Turismo.
Sessant'anni, laureata in Scienze politiche, master alla Sorbona, per due anni Lai ha insegnato materie letterarie nelle scuole medie prima di entrare all'università, dove ha lavorato per 17 anni come funzionario di direzione. Dal '90 è al Comune, dove ha diretto vari settori prima di assumere, nel 2003, l'incarico di coordinatore d'area. Figlia di un ex sindaco e senatore democristiano, Lino Lai, aperta sostenitrice del Pdl, è la fondatrice del movimento A.Cagliari.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 9 - Edizione CA)
Nuove idee per piazza Garibaldi
Passeggiata in legno, bagni e alberi sui lati: proposta dell'Urban center
Il progetto di tre laureandi in Architettura presentato nella facoltà di Scienze politiche
 
Piazza Garibaldi potrà rinascere grazie ai suggerimenti dei cittadini raccolti in un anno dal comitato “Urban Center” e convogliati in un unico grande progetto, peraltro ancora suscettibile di modifiche. L'obiettivo è rendere la storica piazza cagliaritana più grande, bella e fruibile, badando sì all'estetica ma soprattutto al futuro utilizzo. Un'agorà nuova, insomma, priva di pericoli per gli anziani e i bambini, senza barriere architettoniche che impediscano l'accesso ai disabili. Il progetto, da oggi visibile sul sito web dell'Urban Center, è stato illustrato venerdì scorso nell'aula magna della Facoltà di Scienze Politiche da tre laureandi in Architettura che collaborano con il comitato: Davide Pisu, Alessandro Serra e Federico Matta. «Gli alberi della parte centrale», hanno spiegato, «verrebbero spostati sui due lati, specialmente sul destro, per garantire visibilità all'ex scuola Riva che diventerebbe un museo o una biblioteca».
La distanza tra i 33 ficus (tutti salvaguardati) passerebbe da 2 a 6 metri, in modo da consentire a ogni albero di svilupparsi meglio. «Sempre sul lato destro verrebbe realizzata una pavimentazione leggera in legno, rialzata di 50 centimetri, intorno agli alberi». Su quello sinistro la piazza accoglierebbe una zona ristoro con tavolini all'aperto. «Da quel lato, inoltre, la piazza risulterebbe più ampia, allungandosi verso via Sonnino e via Garibaldi finalmente pedonalizzata». L'area centrale libera diventerebbe uno spazio per eventi come mostre e rassegne, inclusi i concerti. I bagni pubblici, infine, andrebbero sotto la balconata dell'ex Riva. «L'ingombrante fontana centrale prevista dal progetto predisposto dal Comune sparirebbe per essere sostituita da fontanelle sistemate a bordo strada per coprire con lo scroscio dell'acqua i rumori del traffico». Questa, in sintesi, la proposta. «Ma si tratta solo di un punto di partenza», hanno sottolineato i promotori dell'iniziativa, «i cittadini, infatti, potranno valutare il progetto su internet e proporre ulteriori suggerimenti modifiche per evitare un nuovo caso piazzetta Maxia». Moderato dal giornalista Alberto Urgu e introdotto dal nuovo presidente dell'Urban Center, Stefano Gregorini, l'incontro si è svolto in una sala piena. Tra i tanti presenti anche i neoconsiglieri comunali Matteo Lecis Cocco Ortu e Pierluigi Mannino.
Paolo Loche

 LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Roberta Licheri, ricercatrice precaria, selezionata dall’Agenzia Spaziale Italiana
«Potrei costruire palazzi su Marte ma per Brunetta sono una parassita»
Una cagliaritana nello Spazio: lavora in un seminterrato della facoltà di Ingegneria
di Giacomo Mameli
 
 Per il ministro Renato Brunetta fa parte dell’Italia peggiore, parassitaria e petulante. Perché Roberta Licheri, 36 anni, ricercatrice alla facoltà di Ingegneria dell’università di Cagliari - selezionata dall’Agenzia Spaziale Italiana per essere una possibile candidata a volare e vivere sulla Luna o su Marte - è semplicemente una precaria o, se preferite una definizione agrodolce, “assegnista”.
 Lei - nata cinque anni dopo il primo allunaggio del 20 luglio 1969 - ha bruciato molte tappe. È una privilegiata perché è stata, ha lavorato e studiato su un Airbus A300, ha vagato nel vuoto di una carlinga muovendosi in assenza di gravità come aveva fatto mezzo secolo fa Alan Shepard e poi la russa Valentina Vladimirovna Tereskova, prima donna nello spazio.
 Anche Roberta - in camice bianco nel suo studio in un seminterrato della facoltà di piazza d’Armi - può raccontare in sedicesimi cose vietate ai comuni mortali. «Il corpo fluttua, vaghi imbrigliata nelle cinghie in manovre di 25 secondi consecutivi di gravità ridotta. Le prove sono ripetute a intervalli regolari fino a trenta volte con l’interruzione di un minuto tra una serie e l’altra con cinque sequenze di parabole. È la stessa sensazione, la stessa libertà di movimento che si prova sott’acqua. Si percepisce un senso di vuoto profondo».
 Un altro mondo, un iperuranio portato in casa. «È come stare sulle montagne russe. Perché in ciascuna di quelle sequenze da 25 secondi, dopo il decollo raggiungi la quota ottimale di 12 mila piedi, quasi novemila metri. E poi torni a terra. E risali. Così ti alleni, è il tuo training”.
 Davvero pronta per volare? «Lo spirito c’è. Magari il sogno si avverasse. Quanto sarebbe emozionante vedere la terra dall’alto. Ma è necessario un addestramento di una decina d’anni, poi ci sono le selezioni. Certo sarebbe stupefacente poter cogliere quel traguardo. Semmai issando una bandierina dei Quattro Mori sul Pianeta Rosso».
 L’esperimento del volo parabolico Roberta Licheri lo ha fatto a Bordeaux nell’ottobre del 2010. Con una missione ben precisa. «Poter raggiungere Marte. Ma queste missioni si pongono l’obiettivo di arrivare, stare e tornare in sicurezza. Per sbarcare su Marte occorrono sei mesi, per la Luna bastano tre giorni. E una volta che si va si concepisce tutta la missione. Io per esempio potrei studiare la superficie di Marte. Ma in che modo? Non potrei certo vagare nello spazio. Noi simuliamo un suolo lunare o marziano e costruiamo una sorta di mattone per l’edilizia, in gergo regolite. E così realizzeremmo il nostro office nello spazio. Inizieremo a costruire prima con la gravità terrestre, poi in assenza di gravità, su un aereo, anche sull’Airbus dove mi sono esercitata e continuerò a farlo. Almeno fino a quando Brunetta me lo consentirà».
 È un progetto che arriva da lontano e che vede coinvolti tanti soggetti, anche in Sardegna. Il tutto è inserito nella 53.ma campagna di voli parabolici organizzata dalla società Novespace per conto dell’Ase (Agenzia spaziale europea) che ha sede a Parigi e collabora, fra gli altri, con l’Estec di Noordwijk, lo European Space Research and Technology Centre, fulcro dei progetti della maggior parte dei veicoli spaziali e dello sviluppo tecnologico. Qui si inserisce l’ateneo cagliaritano col professor Giacomo Cao, docente di Principi di ingegneria chimica. È stato Cao a ottenere il brevetto denominato “Procedimento di fabbricazione di elementi per strutture abitative e/o industriali sul suolo lunare e/o marziano” depositato in forma congiunta tra l’università di Cagliari e l’Agenzia spaziale italiana. Ed è qui che lavora Roberta, la precaria, col collega Gianluca Corrias.
 Siete insomma i futuri palazzinari su Marte? «Magari. Per ora costruiamo i mattoncini, i regoliti. Poi è l’Europa, l’Italia per la sua parte a dover decidere se e come fare la missione. Certo è che noi ce la stiamo mettendo tutta”.
 Roberta Licheri pochi giorni fa stava lavorando in facoltà con una ragazza, Leila Nikzad, di Teheran, dottoranda iraniana che si sta occupando di materiali ceramici per applicazioni ad altissime temperature. Ceramiche da una parte. E mattoni destinati a Marte dall’altra.
 Dice Roberta. «Il nostro progetto specifico si chiama Cosmic, Combustion Synthesis under Microgravity Conditions, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nel settore dell’esplorazione umana dello spazio. L’Asi ha stanziato alla fine del 2009 poco meno di 500 mila euro per un anno, finalizzati allo sviluppo di tecnologie innovative non solo per l’esplorazione umana, ma anche per il trasferimento tecnologico a supporto di numerose attività terrestri».
 Il progetto ha avuto come capofila l’università di Cagliari con il Dipartimento di Ingegneria chimica e in collaborazione con il Dipartimento energia e trasporti del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), il Crs4 di Pula (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna), l’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Fuscaldo di Cosenza, e le aziende Corem e SpaceLand.
 «Il progetto - spiega Roberta - rientra nell’esplorazione dello spazio, anche attraverso l’ausilio di reazioni chimiche in grado di autosostenersi in condizioni di gravità ridotta. Sono gli stessi settori applicativi che la Nasa americana ha definito con gli acronimi Isfr - In Situ Fabrication and Repair (fabbricazione e riparazione in situ) - e Isru - In Situ Resource Utilisation (Utilizzazione delle risorse disponibili in situ).
 Perché tutto questo? «Perché se dovessimo arrivare su Marte non potremmo certo portarci tutto dalla terra. Le finalità sono quelle di consentire alle missioni di lunga durata e con presenza umana l’estrazione e l’utilizzo delle risorse reperibili sul posto (per esempio Luna o Marte), senza doversi equipaggiare con scorte abbondanti a bordo, oltre a realizzare materiali e strumenti da utilizzare come “cassette degli attrezzi” per intervenire su piattaforme orbitanti. Nello specifico è fondamentale garantire agli equipaggi le risorse (ossigeno, azoto) necessarie alla loro sopravvivenza una volta esaurite quelle portate direttamente dalla terra, nonché garantire gli strumenti per manutenzioni ordinarie e straordinarie».
 Dalla Terra, se dovesse allunare o vivere su Marte, Roberta porterebbe con sé “sicuramente”, almeno due libri, due classici: «L’insostenibile leggerezza dell’essere» di Milan Kundera e «Cent’anni di solitudine» di Gabriel Garcia Marquez. Libri “inseparabili”. Porterebbe nello spazio anche qualche film di Vittorio Gassman, sicuramente «Riso Amaro» di Giuseppe De Santis e «Mortacci» di Sergio Citti. Dovrebbe forse rinunciare al suo piatto preferito, la pastasciutta, “comunque condita” e difficilmente potrebbe giocare a basket, come faceva da ragazza quando militava in Prima Divisione. Ultima di tre figli, papà Paolo ingegnere minerario, mamma Rita Billi di Macerata (dove Roberta nasce e resta poche settimane), elementari medie e liceo scientifico a Carbonia, all’università sceglie la facoltà di Chimica a Cagliari, discute una tesi sulla “sintesi e la caratterizzazione dei nano compositi” con Anna Musinu e Mariano Casu. «Mi laureo di venerdì, dopo tre giorni incontro il professor Giacomo Cao del Dipartimento di ingegneria chimica e materiali e l’avventura parte. Mi si spalanca un mondo affascinante, stimolante, il progetto Cosmic è collegato a quelli della Nasa, con gli americani ci sono di mezzo cinesi e giapponesi, la mia formazione diventa davvero globale. L’ambizione era ed è raggiungere Marte e studiarne la superficie. Progetto possibile, è solo questione di finanziamenti che ovviamente sono stratosferici».
 Per la ricerca scientifica non sono giorni facili. «Purtroppo. È la vera palla al piede dell’Italia. L’ignoranza totale sul valore della scienza, della ricerca è un peso che ci opprime. Per simulare a terra il suolo lunare o marziano non bastano pochi bruscolini, ma sforzi economici che poi hanno il loro ritorno. La Sardegna, con le sue università, col Parco tecnologico di Pula, con quello di Porto Conte potrebbe diventare un avamposto anche per lo studio dello spazio. Ma chi può convincere personaggi come Brunetta o Giulio Tremonti?».
 
 

Questionario e social

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