Domenica 19 giugno 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 giugno 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
LA REPLICA. Faà e Codonesu
«Teoria interessante, ma i riscontri certi ancora non ci sono»
 
Lo studio delle nano particelle di metalli pesanti fa parte dei controlli ambientali effettuati di recente nel poligono dalla Nato. Sono state trovate un po' in tutti i reperti raccolti (foglie, organi di pecore, licheni). «Ma per ora - spiega uno dei commissari incaricati di studiare i risultati, l'ingegner Fernando Codonesu - l'effettiva pericolosità dal punto di vista sanitario è una teoria forte, rispettabile, ma ancora da confermare. Esistono pochistudiosi al mondo di nano particelle, che sono state trovate anche in Toscana, a Baunei, e che forse sono dappertutto. Io non discuto l'importanza degli studi della dottoressa Gatti, ma aspetto altri riscontri in letteratura scientifica. L'uranio impoverito? In natura non esiste. Non so se possa aver creato tumori a Quirra. Di sicuro esistono in quella zona molti fattori di rischio ancora da studiare, legati al poligono. Per esempio le emissioni radar, ma non solo».
L'UNIVERSITÀ Il professor Gavino Faà, ordinario di Anatomia patologia nell'Università di Cagliari e responsabile del Registro tumori della Sardegna, predica prudenza: «Sul caso Quirra, delicatissimo, dove la magistratura sospetta l'eventuale correlazione tra attività del poligono e l'insorgenza di determinate patologie, vedo che in tanti parlano troppo. Occorre cautela. I dati in mio possesso sui tumori sono parziali, ma da quel che ho visto per ora non mi sembra che siano così allarmanti. Però ripeto: questo non è il tempo delle parole, ma dei fatti. Bisogna studiare, capire, eventualmente intervenire».
I DUBBI Quel che gli studi epidemiologici non hanno ancora spiegato, sono i casi di tumori registrati in una frazione piccola come Quirra in circa 15 anni (13 casi solo tra i pastori, 68 in tutto, secondo gli anti-militaristi). Per Faà, è un discorso fuorviante: «Qualsiasi pubblicazione scientifica, non può accettare numeri in questo modo. Esistono parametri da seguire, osservazioni nel tempo, diagnosi esatte, che io ancora non ho visto e che dovrebbero essere alla base di ogni ragionamento. Ogni studio, deve essere messo a disposizione della comunità internazionale, che di solito arriva a critiche feroci. Ma è l'unica strada possibile».
LA MANIFESTAZIONE Oggi manifestazione alle 19 in piazza Marconi a Villaputzu per chiedere lo smantellamento del poligono. (p. c.)
 
L’UNIONE SARDA
2-  L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia (Pagina 13 - Edizione CA)
Riapre dopo tre mesi la scalinata del Bastione
Era stata chiusa dopo la caduta di un cornicione
 
 Erano chiuse dall'inizio di marzo, quando un cornicione caduto dall'arco di trionfo di piazza Costituzione sfiorò la gamba di una ragazza che passava di lì. Venerdì pomeriggio, dopo una pulizia generale - le erbacce, in questo periodo, avevano infestato ogni angolo - è stata riaperta la scalinata del Bastione di Saint Remy. La selva di transenne che impediva l'accesso è stata smontata dopo che gli operai, nei giorni scorsi, hanno terminato i lavori di restauro dei cornicioni. Rimarranno ancora un po' invece le reti metalliche sul versante di viale Regina Elena.
Il Servizio di edilizia pubblica ha elaborato il progetto di restauro in tempi da record, almeno rispetto alla media degli altri interventi. È stata necessaria una procedura negoziata, proprio per cercare di accorciare i tempi che invece si sarebbero dilatati nel caso di un bando “classico”. Il costo del cantiere è di circa 150 mila euro.
Rimane ancora off-limits il Bastione del Balice, che si affaccia sul fronte di via Università. I fondi necessari al restauro sono già stati stanziati dalla vecchia amministrazione comunale e gli uffici dovrebbero pubblicare il bando in poco tempo. La situazione delle mura, nel frattempo, peggiora: oltre ai vandali (mesi fa qualcuno rovinò la fortificazione lanciando nel vuoto un barattolo di vernice), a minacciare il Bastione sono le piante selvatiche, che scavano nella pietra.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
L’annuale campagna di rilievi archeologici sulla collina di Sirai
Un mese di scavi alla riscoperta dei popoli venuti dal mare
Un’area di studio per esperti da tutto il mondo
 
 CARBONIA. Un altro pezzo della storia dei popoli venuti dal mare più di 2700 anni fa si prepara a tornare alla luce. Inizia infatti domani mattina, e durerà un mese e mezzo, l’annuale campagna archeologica di scavo sulla collina di Sirai, sede dell’insediamento fenicio e punico.
 L’attenzione è puntata anche quest’anno sull’area al margine sud dell’abitato, che l’anno scorso ha portato a risultati di rilievo. Sembra proprio quella, infatti, l’area del primo insediamento: 750 anni prima di Cristo si sarebbero insediati i primi fenici arrivati sulla collina. Poi, diventato marginale, quel pezzo di insediamento è diventato area artigianale, per la produzione del vino. L’area oggetto di studio è estesa cento metri quadrati, ed è una miniera di notizie. Qui i muretti che affiorano dal terreno, e che poggiano su enormi basi di pietra utilizzate come fondazioni, paiono essere quelli realizzati dai fenici arrivati nella prima ora. A mostrarlo è un pezzo di ceramica, un piatto la cui datazione porta al 750 avanti Cristo. Solki era appena nata, e sicuramente i primi fenici sulla collina avevano rapporti con la popolazione autoctona. L’area di studio, insomma, potrebbe portare a scoperte anche inimmaginabili. A dirigere lo scavo sul campo sarà un archeologo che sta diventando di casa a Sirai, Michele Guirguis, che già da alcuni anni segue le campagne di scavo condotte nel sito dall’Università di Sassari in collaborazione con la Sovrintendenza. La direzione scientifica è di Piero Bartoloni, ordinario di archeologia, che di Sirai conosce ogni segreto. Al lavoro, saranno studenti e specializzandi in archeologia di molte Università Italiane: Sassari, Bologna e Roma. E proseguono le collaborazioni internazionali che sono ormai diventate una normalità, con Alicante e Saragozza, che tutti gli anni sono presenti a Sirai con un numeroso gruppo di studenti. Ci sono poi studenti delle superiori, di Iglesias e Sant’Antioco, che saranno impegnati nella campagna di scavo con il progetto Summer School, patrocinato dalla provincia, Contemporaneamente a quello di Sirai un altro cantiere di scavo opererà a Sant’Antioco, coordinato sul campo da Antonella Unali e Lisa Pompianu. Sarà inoltre organizzata anche quest’anno una serie di conferenze aperte al pubblico, che si terranno indiversi centri del territorio, e alle quali parteciperanno illustri docenti, primo fra tutti il Rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastinu.(gfn)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
Sabato prossimo al teatro Garau, su iniziativa dell’Aism di Oristano, si farà il punto sulla terapia sperimentale
Sclerosi e metodo Zamboni, se ne parla in un convegno
MICHELA CUCCU
 
 ORISTANO. I malati di sclerosi multipla e le loro famiglie ne hanno sentito parlare sicuramente tanto: è il “metodo Zamboni”, ovvero una nuova terapia chirurgica, portata avanti dal professor Paolo Zamboni, angiologo dell’Università di Ferrara e dal neurologo bolognese, Fabrizio Salvi, che secondo i due medici può far stare meglio le persone colpite da questa malattia altamente debilitante, “liberando” i vasi sanguigni dalla placche che li ostruiscono. Di questa nuova terapia, attualmente applicata in via sperimentale, si parlerà sabato prossimo, 25 giugno, in un convegno organizzato dall’Aism al teatro Garau. L’obbiettivo è appunto quello di far chiarezza, senza alimentare vane speranze, su una terapia al centro di un vivace dibattito fra i sostenitori e gli scettici. Non a caso al convegno che inizierà alle 9,30 con l’intervento della responsabile provinciale dell’Aism, Paola Manconi, sono stati chiamati a partecipare medici ed esperti. Oltre alla professoressa Maria Giovanna Marrosu, sicuramente una delle maggiori esperte di sclerosi multipla a livello nazionale, anche il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanità in Senato. Sarà presente anche l’assessore regionale alla Sanità Antonello Liori che dovrà anche fare il punto sull’ipotesi di aprire alla sperimentazione del cosiddetto “Metodo Zamboni” anche gli ospedali sardi. Quindi, la parte più prettamente scientifica, affidata a Mario Battaglia, direttore generale dell’Aism e ordinario all’Università di Siena; al professor Paolo Gallo, dell’Università Tor Vergata e al neurologo Ettore Manconi, professore associato all’Università di Padova. Il dibattito sarà moderato dal medico oristanese Bruno Palmas.
 
 

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