Domenica 22 maggio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 maggio 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia – pagina
Gli scoraggiati cercano lavoro
Crenos. Nell’Isola tasso di disoccupazione al 14,1%, sopra la media del Sud
Venerdì i dati del Rapporto sul sistema economico sardo
Anche per il turismo un 2010 nero. Industria: -7mila buste paga. Servizi in crescita: +13mila
 
La disoccupazione resta il tallone d’Achille della Sardegna. Con un 14,1% dei senza lavoro, l’Isola supera per il terzo anno consecutivo la media del Mezzogiorno (13,4%). Tuttavia esiste, in questo scenario illustrato da Rinaldo Brau, ricercatore del Crenos, un dato confortante: nel 2010 gli occupati (593 mila) reggono l’urto della crisi, e quindi non arretrano. Anche il tasso di attività (formato da chi ha un lavoro o lo cerca) migliora, segnando un 59,5% (in linea con la media nazionale). Che cosa significa tutto ciò? La disoccupazione è in aumento perché i lavoratori che negli anni scorsi erano usciti dal mercato (gli scoraggiati) oggi hanno ripreso la ricerca di un posto. I SETTORI. Secondo il 18° rapporto Crenos - che verrà presentato venerdì 27 maggio, alle 10, nell’aula magna della facoltà di ingegneria di Piazza d’Armi a Cagliari - la crisi del lavoro deriva soprattutto dall’industria, comparto che nel 2010 ha lasciato a casa 7 mila persone (-25 mila negli ultimi tre anni). Evidente pure la flessione nell’agricoltura: -4 mila unità. Notizie positive, invece, arrivano dai servizi che hanno guadagnato 13 mila nuove buste paga. «Quest’ultimo risultato ci conforta», commenta Brau, «e nonostante si tratti per la maggiore parte di occupazione precaria, è comunque un segnale che il mercato non si è completamente fermato».
LA CRISI. Per il turismo è stato un 2010 nero: tutta colpa dei flussi internazionali, calati del 5%. «Il mercato britannico è addirittura crollato», sottolinea Brau: «La caduta è stata del 27%, probabilmente a causa della cancellazione di alcune rotte per l’Isola ». Sulle difficoltà dell’economia sarda ha inciso il taglio della spesa pubblica pro-capite: dal 2004 al 2008, rileva il Crenos, la riduzione degli investimenti è stata del 31,6%.
IL RAPPORTO. Ulteriori dettagli sullo stato di salute della Sardegna saranno forniti venerdì prossimo durante la presentazione del 18° Rapporto Crenos. La tradizionale analisi del Centro diretto da Stefano Usai farà il punto sulle condizioni attuali e sulle tendenze del sistema economico isolano.All’incontro saranno presenti Alberto Zanardi, docente dell’Università di Bologna (esperto di federalismo fiscale, già componente della Commissione per la finanza pubblica del ministero dell’Economia), Antonello Arru (Fondazione Banco di Sardegna), Rinaldo Brau (Crenos), Antonio Piludu (Crel) e Giorgio La Spisa (assessore regionale della Programmazione).
Lanfranco Olivieri
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Violinista? Niente assegno
Storia di Francesca, esclusa dal Master & back
Ammessa alla Royal academy di Londra, non è stata inserita nel piano
 
È riuscita a farsi ammettere alla Royal Academy of Music di Londra, una delle più antiche e prestigiose scuole di musica del Regno Unito, ma dopo aver iniziato il master in violino. La cagliaritana Francesca Cannas, 25 anni (ma già tra le più promettenti violiniste sarde), ha però scoperto che la Regione aveva cancellato la voce “musica e spettacolo” dai programmi che possono essere finanzianti col “Master and Back”. Non solo una beffa, ma un danno che rischia di penalizzare pesantemente gli sforzi di perfezionamento della ragazza. È stata la stessa giovanissima musicista a denunciare la vicenda, inviando una lettera al Governatore, Ugo Cappellacci, e al direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro Stefano Tunis.
LA PROTESTA «La Sardegna snobba la musica», ha detto Barbara Pirastu, madre di Francesca, «visto che dai programmi dell'alto perfezionamento del Master and Back è stata eliminata la voce spettacolo e musica». Diplomata nel 2005 al Conservatorio, dopo dieci anni di studio, la ragazza ha iniziato il suo percorso di perfezionamento, sino a riuscire a rientrare tra i candidati ammessi alla scuola inglese, la più antica del regno, i cui anni accademici vengono regolarmente inaugurati dalla Regina Elisabetta. Nel settembre scorso la partenza, ma qualche mese dopo è arrivata la sorpresa col nuovo bando del Master and Back. «L'Italia non ha scuole di questo livello, tanto meno la Sardegna», ha proseguito la madre della ragazza, «questa è una vera e propria discriminazione di un settore, la musica, che richiede un grandissimo impegno sia a livello personale che come sforzo economico. Cosa che non avviene per altri settori. Basti pensare a quanto costa acquistare lo strumento e alle ore di studio ed esercitazione che i ragazzi devono necessariamente fare con dedizione». La scuola dovrebbe durare due anni, a stretto contatto con alcuni tra i migliori docenti britannici. «Per noi è stata una doccia fredda», ha insistito Barbara Pirastu, «mia figlia si è dovuta iscrivere due mesi prima dell'uscita del bando, contando, forte dei suoi requisiti, sul finanziamento. Si parla di Cagliari capitale della musica e poi questo importante settore viene snobbato e cancellato dai programmi di alta formazione?».
L'AIUTO La famiglia ha sostenuto notevoli sforzi economici per consentire alla giovane di proseguire gli studi in violino, ripagata dalla disciplina della ragazza che è riuscita a farsi aprire le porte della prestigiosa accademia. «Non è giusto», ha concluso la donna, «così non si valorizzano i talenti musicali della nostra Isola. Non è una questione di rifarci delle spese sostenute, ma chiediamo solo di avere un giusto sostegno per chi riesce ad accedere a formazioni specialistiche e di altissimo livello».
Francesco Pinna
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
La richiesta del Comitato «Un incontro urgente con la Giunta»
 
«Esiste un serio problema di ricaduta nel tessuto economico sardo per migliaia di persone formate all'estero dopo la laurea: sono almeno cinquemila». Per voce di Davide Fara, il Comitato Master and Back, a pochi giorni dalla pubblicazione del bando Alta formazione 2011, chiede l'incontro con l'assessore regionale al Lavoro Franco Manca e con il direttore dell'Agenzia regionale per il Lavoro Stefano Tunis, auspicando anche la presenza dell'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa.
Sono circa 1200 i laureati in attesa del bando del “Back”, ossia dei percorsi di rientro per sfruttare nell'Isola le competenze acquisite fuori. «Vorremmo sapere se c'è stato uno studio di impatto e ci piacerebbe discutere con la Regione sulle strategie da mettere in campo per i prossimi anni», spiega Fara. Che aggiunge: «Intendiamo dare il nostro apporto costruttivo per risolvere le criticità del programma Master and Back che rischia di diventare un contenitore senza contenuti». È stata accolta bene, invece un'altra notizia: la Regione intende stanziare risorse per creare impresa tra quei giovani provvisti, al loro rientro, di idee serie da realizzare sul territorio sardo: «A tal proposito salutiamo positivamente la possibilità di accesso al fondo d'impresa, di cui aspettiamo comunque di conoscere i dettagli». Il Comitato, sorto spontaneamente tra i borsisti nel 2009, intende evitare i problemi del passato: il ritardo di uscita dei bandi e un'incomunicabilità con i vertici dell'amministrazione regionale. Gli studenti hanno poi nuovamente chiesto un pronunciamento della Regione sulla questione della tassazione: in realtà non dovrebbe essere dovuta per il 50 per cento dell'importo della borsa. «A questo danno la beffa, dato che per il primo bando l'Agenzia per il Lavoro ha concentrato il pagamento di tre annualità in un unico anno e i beneficiari delle borse hanno raggiunto aliquote Irpef del 43 per cento, risultando nel breve periodo tra i maggiori contribuenti in Sardegna», lamenta Fara.
Manuela Vacca
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Il direttore Stefano Tunis: «Cancellazione momentanea»
 
«Certo, un caso come questo non può che provocare dispiacere. Ma non si tratta di una cancellazione definitiva: in futuro sarà possibile trovare dei fondi, anche molto limitati, per aiutare i percorsi di assoluta eccellenza». Stefano Tunis, direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro, addebita ad una questione di risorse la decisione di tagliare la musica e lo spettacolo dal bando del programma “Master and Back”. «La questione dei percorsi artistico musicali è nell'agenda della giunta regionale», ha assicurato. «L'assessore Franco Manca sta lavorando a dei programmi di alta formazione con le più importanti università del mondo, prevedendo anche l'arte e la musica. Quello che deve essere chiaro, a questa famiglia ma anche a tante altre che lamentano una difficoltà di accesso al Master and Back, è che l'amministrazione regionale ha ereditato in questo settore una dotazione finanziaria estremamente limitata. Ora si stanno studiando delle soluzioni alternative». ( fr.pi. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Dna e sclerosi multipla
Si cercano i geni che incidono sul sistema immunitario
UNIVERSITÀ. Progetto promosso dal dipartimento di Scienze biomediche
 
Realizzare un catalogo di tutti i geni che influenzano le risposte del sistema immunitario. È il cuore di un progetto a cui sta lavorando il gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Cagliari, guidato da Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr di Cagliari, intervenuto ieri ad un incontro sulla sclerosi multipla, organizzato dall'Aism, nell'ambito delle iniziative per la Settimana nazionale della Sclerosi multipla, fino al 29 maggio.
«Il nostro gruppo sta portando avanti uno studio su oltre 6.000 persone in Sardegna», afferma Cucca, «nel tentativo di mettere in correlazione l'assetto genetico degli individui con altre variabili quantitative, come peso, altezza ed età». Incrociando questi dati si potrebbe arrivare a definire alcuni tratti identificativi delle malattie multifattoriali come sclerosi multipla o diabete.
Il gruppo di ricerca di Sassari, da tempo è impegnato sulla sclerosi multipla, anche grazie agli studi finanziati dall'Aism e nel 2010 ha individuato un nuovo gene coinvolto nella malattia, il suo nome è CBLB. «Gli esperimenti sul modello murino», aggiunge Cucca, «hanno mostrato come i topi privi di questo gene vengano colpiti dall'encefalomielite autoimmune, una malattia simile alla sclerosi multipla». Tutto questo grazie ai passi avanti fatti dalla ricerca genetica negli ultimi anni.

 LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
ECONOMIA
Il Rapporto Crenos presentato a Ingegneria
 
 CAGLIARI. Il 18º Rapporto Crenos sull’economia della Sardegna sarà presentato venerdì prossimo alle 10 nell’aula magna della facoltà di Ingegneria, in piazza d’Armi. La tradizionale analisi del centro diretto da Stefano Usai valuta le condizioni attuali e le tendenze del sistema economico sardo. Alberto Zanardi, docente dell’Università di Bologna (esperto di federalismo fiscale, già componente della Commissione tecnica per la finanza pubblica presso il Ministero dell’economia e delle finanze) commenterà i principali risultati di questa edizione del rapporto.
 La presentazione del rapporto sarà coordinata quest’anno da Stefano Usai (Crenos) con interventi di Antonello Arru (Fondazione Banco di Sardegna), Rinaldo Brau (Crenos), Alberto Zanardi (Università di Bologna e Econpubblica), Antonio Piludu (Crel) e Giorgio La Spisa (Assessore regionale alla Programmazione). (b.c.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Altre
I cavalli, amore dei sardi
In tutte le epoche si onorava l’ospite con una cavalcata
MARIO ATZORI *
 
Il rapporto che i sardi, fin dall’epoca fenicio-punica, hanno con il cavallo si colloca nel più ampio patrimonio di saperi che, nell’isola, sono stati elaborati e stabiliti con gli animali. Nella Sardegna preindustriale, il cavallo veniva impiegato sfruttando la sua forza e la sua docilità nel lavoro e nelle feste. Un momento festivo di tipo laico, nel quale i cavalli hanno ancora un ruolo importante, è la «Cavalcata Sarda». Un corteo di cavalieri e fanciulle che siedono in groppa ai cavalli con accanto altri che procedono in fila. Tutti in abiti tradizionali.
 Gli organizzatori di quella del 1951 avevano tenuto presente che, in Sardegna, esisteva l’usanza di andare a cavallo, fuori dell’abitato, incontro alle autorità che giungevano in visita. E identica scorta con cavalieri avviene ancora oggi per accompagnare in processione verso i santuari campestri i simulacri dei santi. Secondo Enrico Costa nella sua monumentale opera su Sassari, riferisce di cortei equestri organizzati in città. Uno di questi avvenne nel 1556 in occasione dell’assunzione al trono di Filippo II di Spagna. La manifestazione si fece in onore di don Antonio Cardona che prendeva possesso del governo dell’isola in «nome di Sua Maestà».
 Nonostante a Sassari fosse ancora vivo il ricordo della peste che, si era diffusa da Alghero, il 17 maggio 1656 fu organizzata una cavalcata per andare incontro, verso la periferia orientale, a «Escala de gioca, como es costumbre», al Conte di Lemos. Tuttavia, riporta sempre il Costa, una «Cavalcata particolarmente riverente verso il personaggio ospite fu quella che si organizzò il 26 marzo 1696 in onore del Conte di Altamura, che giungeva da Cagliari con l’intento di “reprimere” i contrabbandi che vi facevano anche i preti e i frati». L’accoglienza fu così predisposta: «I consiglieri, cavalieri e molte distinte persone a cavallo gli andarono incontro fino al sito Los Laqueddos e di là si mossero per riunirsi nella chiesa di San Sebastiano; indi si diressero verso gli orti (l’attuale Giardino pubblico); di là fino a Porta S. Antonio per risalire il Corso».
 Sempre in epoca spagnola, nel 1711, in occasione dell’incoronazione di Filippo V fu organizzata un’altra cavalcata.
 E ci fu cavalcata il 28 febbraio 1796 per andare incontro all’Alternos Giovanni Maria Angioi che «seguito da oltre mille cavalieri... entrò in Sassari, dopo dieci giorni di marcia... L’accoglienza fu schietta di liberalismo... Tutti correvano incontro ad Angioni; per le vie era un’onda di popolo... Il grido generale era: Abbasso i nobili! Abbasso i preti! Viva Angioi, viva la libertà, viva la Repubblica».
 Fra gli spettacoli che si svolgevano in occasione delle cavalcate, il Costa riferisce che si organizzavano manifestazioni quali corride, gare di abilità equestre come «La corsa all’anello». Spettacoli molto popolari che durarono per diverso tempo fino a quando «le corse lungo la piazza furono proibite dal Consiglio comunale in seduta del 23 febbraio 1844».
 Qualche anno prima il Costa annota che il Valery scrive, per quanto riguarda il 1834, «d’esser stato presente alle feste fatte in Sassari all’arrivo del Viceré Montiglio, nel maggio del detto anno: In quell’anno, i cavalieri, montati in sella ai loro più bei cavalli, eseguirono innanzi a S.E. nella piazza Castello, una sorta di giostra, o gioco dell’anello».
 Una delle più interessanti cavalcate del passato fu quella del 20 aprile 1899, organizzata per accogliere re Umberto I e sua moglie Margherita che giungevano a Sassari a inaugurare in piazza d’Italia la statua di Vittorio Emanuele II. In pratica, fu una prima prova di esibizioni spettacolari di costumi tradizionali, che in seguito diventerà sempre più frequente. Come avvenne in successive cavalcate organizzate sempre in onore della famiglia reale.
 La tradizione delle «Cavalcate» organizzate per onorare l’arrivo di personaggi illustri dimostra che, nel 1951, gli amministratori del tempo ebbero una felice intuizione istituendo la manifestazione con cadenza annuale nel Maggio sassarese per attrarre correnti turistiche. In quel tempo, lo sviluppo economico dell’isola era orientato soprattutto al miglioramento dei comparti agro-zootecnici e alla formazione dell’industria turistica, sfruttando le bellezze ambientali e il patrimonio culturale. L’industrializzazione petrolchimica non era ancora entrata nei dibattiti politici; allora era prematuro pensare di fare indossare al pastore la tuta dell’operaio per aiutarlo ad acquisire «la coscienza di classe» e così abbandonare repentinamente la mastrucca.
Agli inizi degli Anni Cinquanta si era ai primi momenti della progettazione del Piano di Rinascita ed era ancora lontana l’ideologia dell’«immaginazione al potere» degli ultimi Anni Sessanta, così come non erano immaginabili la fine delle gradi ideologie e il diffondersi della globalizzazione.
Professore ordinario Storia delle tradizioni popolari Università di Sassari
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
«A rischio l’autonomia dei magistrati»
Il pm Gianni Caria censura la riforma della giustizia
Si profila un’influenza preponderante del potere politico sull’attività giudiziaria
LARA GARGANO
 
SASSARI. «C’è il rischio che le sorti della giustizia italiana siano affidate a una legge costituzionale esposta alla discrezionalità della legge ordinaria». Tradotto: che le toghe si trovino alla mercé del Parlamento. A dirlo è il sostituto procuratore della Repubblica Gianni Caria nella tavola rotonda promossa dal comitato Legalité nell’aula magna dell’ateneo. Al vaglio il progetto di riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario varato dal Consiglio dei ministri, su cui sono intervenuti Maria Francesca Chiappe, giornalista dell’Unione sarda; Giuseppe Conti, vice presidente della Camera penale nazionale; Marco Lillo, giornalista del Fatto quotidiano e l’avvocato Elias Vacca. Il Ddl che vuole modificare la parte della Costituzione relativa alla magistratura, ha come perno la separazione delle carriere dei giudici e dei pm. «Su questo punto non ho nulla da obiettare - afferma Caria - Quello che mi preoccupa è che il Ddl, con la modifica degli articoli 101 e 104, sancisca l’autonomia dei soli giudici. Quella dei pm è invece subordinata alle “norme dell’ordinamento giudiziario”, ossia alla legge ordinaria, espressione della maggioranza», cui spetta definire quanto la norma costituzionale ha lasciato nel vago. Idem per l’art. 112 in cui si dice che il pm ha l’obbligo di esercitare l’azione penale “secondo i criteri stabiliti dalla legge”: l’aggiunta «apre la strada a provvedimenti che possono limitare le indagini della Procura, stabilendo quali reati perseguire e in che modo». Indicativa di un peso politico preponderante sul terzo potere dello Stato è anche la composizione dei nuovi Csm: quello della magistratura giudicante e quello della magistratura requirente. In entrambi gli organi di autogoverno dei giudici, la quota di consiglieri di nomina politica, oggi pari a un terzo, sarà accresciuta fino alla metà. Per contro, i consiglieri eletti dai giudici, oggi i due terzi, occuperanno l’altra metà dei Consigli. «Il rischio - spiega Caria - è che il Csm diventi uno strumento di pressione politica». L’appunto riguarda anche un altro cardine della riforma: la responsabilità civile “diretta” dei magistrati. «Oggi, quando un cittadino si ritenga danneggiato da un provvedimento restrittivo della libertà personale, l’azione civile viene fatta contro lo Stato che può rivalersi sul magistrato. Col nuovo sistema la causa civile viene intentata direttamente contro il giudice che per conflitto di interessi dovrà astenersi da ulteriori decisioni. Il risultato sarà contrario a quello di una giustizia più rapida che il Governo dice di voler perseguire».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
TRASPORTI
Incontro pubblico sul caro traghetti
 
SASSARI. Il tema del caro traghetti, attualissimo in questi giorni, sarà al centro dell’incontro pubblico organizzato da «Liberamente» per domani sera, alle 18, nella sala Eleonora d’Arborea dell’Università di Sassari. Il I relatori del dibattito saranno Michele Meta, capogruppo Pd nella commissione trasporti della Camera, Michele Comenale Pinto, docente di diritto dei trasporti Università di Sassari, Luigi Lotto, commissione trasporti del Consiglio Regionale della Sardegna, Sandro Broccia, assessore ai trasporti nella giunta Soru.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Sclerosi multipla, c’è un caso Sardegna
In aumento i casi mentre nel resto d’Europa la situazione è stabile
ALESSANDRA SALLEMI
 
 CAGLIARI. In Sardegna ogni anno 140 persone che sono andate dal neurologo per un disturbo magari di lieve entità si ritrovano con una diagnosi di sclerosi multipla, la malattia autoimmune che attacca il rivestimento delle cellule nervose e, col tempo, provoca gravi disabilità. E’ noto che in Sardegna è una malattia che ha un’elevata incidenza, ma quel che sembra di poter affermare è che nella nostra isola è sempre maggiore il numero di pazienti cui viene diagnosticata. Il raffronto con altre realtà conferma come il dato sia preoccupante: in Danimarca, dove esiste un registro nazionale dei malati di sclerosi multipla (Sm), non si assiste a una crescita altrettanto significativa di casi di nuovi malati. Insomma, nel mondo medico-scientifico che segue ricerca e assistenza sulla malattia, la Sardegna è diventata un caso. Questo e altro spiegava venerdì Maria Giovanna Marrosu, direttore della scuola di specializzazione in Neurologia di Cagliari e direttore del centro per la diagnosi e la cura della sclerosi multipla all’ospedale Binaghi.
 La specialista era al convegno dei neurologi ospedalieri che si è tenuto alla Fiera e dove in varie sessioni si è parlato delle novità farmacologiche in arrivo sul mercato, prodotte una dalla Novartis (in commercio entro la fine del 2011) le altre due da Merck Serono (fra circa diciotto mesi). I farmaci sono composti da molecole nuove che hanno caratteristiche di grande interesse. La prima, che tocca subito la sensibilità dei malati di Sm, è che sono farmaci da assumere per bocca: pastiglie al posto dell’iniezione sottocute che un paziente deve fare circa tre volte la settimana. La forma di assunzione del farmaco è molto importante se, come spiegava venerdì alla Fiera Claudio Gasperini neurologo dell’ospedale San Camillo di Roma, si valutano gli studi condotti negli Stati Uniti dove addirittura il quaranta per cento dei pazienti sospende il «trattamento iniettivo». Delle punture, dopo un po’ di tempo, si arriva a non poterne più.
 Ma le molecole studiate nei laboratori delle case farmaceutiche hanno anche altre caratteristiche giudicate valide dai neurologi per l’efficacia della terapia: sono più potenti rispetto ai «farmaci iniettivi». L’aspetto da tenere sotto controllo è che provocano vari effetti collaterali. Maria Giovanna Marrosu spiega che questi farmaci, allo stato attuale delle conoscenze, autorizzano a sostenere che faranno ritardare di altri tre anni, rispetto ai quattordici con le terapie tramite iniezione, l’arrivo della prima difficoltà a camminare senza un sostegno.
 «Si tratta di valutare il rapporto rischi-benefici delle nuove molecole che hanno effetti collaterali superiori ai vecchi - spiegava la docente - e questo si farà con grande accuratezza, personalizzando la somministrazione e, soprattutto, aumentando ancora di più il dialogo col paziente: il medico e il paziente assieme devono assumersi la responsabilità della terapia. In futuro vedo una terapia combinata, dove si comincia con la molecola più aggressiva e poi si passa a una seconda fase con farmaci diversi».
 Una medicina potente somministrata appena la malattia viene diagnostica sembra una frontiera importante soprattutto qui, in Sardegna, perché un’altra delle caratteristiche della sclerosi multipla «sarda» che sta aumentando è che si sta anche abbassando l’età in cui questa compare, oggi tra i ventioquattro e i venticinque anni: «Prima - diceva ieri Marrosu - trovavamo pazienti di cinquant’anni, ora sono sempre più spesso sotto i trenta e non convince il fatto che il mezzo di diagnosi più affidabile sia la risonanza magnetica: questa metodica esiste da tempo».
 Infine, due parole sul sistema sanitario sardo e la sclerosi multipla: il piano sanitario ha un programma speciale per le malattie ad alta incidenza in Sardegna. Non una virgola è stata realizzata. Marrosu dirige un centro ben organizzato e la direzione generale dell’Asl 8 sta preparando nuovi locali per la sua struttura: ma nel resto dell’isola i malati devono ricoverarsi in divisioni di neurologia che non ricevono le necessarie dotazioni di personale, di spazi, di strumenti. Ed è una situazione che dovrà essere sanata al più presto.
 
 

Questionario e social

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