Domenica 1 maggio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 maggio 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 44 - Edizione CA)
Università
Fondazione, un silenzio carico di timori
 
La gestazione del nuovo soggetto giuridico dal quale verrà fuori l'assetto futuro dell'università barbaricina viene condotta nel più totale riserbo. Si dovrebbe trattare di una Fondazione di partecipazione, alla quale paradossalmente nessuno è ammesso a partecipare ad eccezione dei due enti promotori: Comune e Provincia di Nuoro. A far rumore a contrasto del silenzio con cui da mesi si lavora alla bozza dello statuto della nascitura Fondazione è l'Asusc, l'associazione che riunisce un gruppo di cittadini decisi a tenere alta l'attenzione sul rilancio dei corsi universitari nuoresi.
«Non vogliamo fare una polemica sterile - spiega Maria Letizia Marchi, presidente dell' Asusc - vogliamo avere un'università qualificata che sia motore di sviluppo per il territorio». La bozza dello statuto è stata analizzata sotto ogni profilo da una commissione di esperti esterni all'Asusc. «Ci sarebbe dovuto essere il coinvolgimento di tutte le realtà interessate - lamenta Silvana Capelli, vice presidente dell'associazione - il tema università deve essere trasversale». Altra nota dolente, il ruolo assegnato alla Regione all'ateneo barbaricino, tutt'altro che di primo piano, contrariamente a quanto suggerito dall'Asusc.
«Non è prevista la finalità pubblica dell'università, ma si parla genericamente di formazione continua - aggiunge Laura Melis, ex rappresentante degli studenti - inoltre al consiglio d'indirizzo avrebbero diritto di seggio soltanto i promotori in base ad un criterio proporzionale». Sarebbe a rischio anche la fusione dei due consorzi universitari di Nuoro e Oristano, stabilita da un emendamento all'ultima finanziaria regionale mai posto in essere.
M. B. D. G.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Libri, bar, esposizioni, una piazza per il quartiere
VIA MAMELI. Inaugurato ieri lo spazio nato dal recupero dell'ex mercato Mediateca, non solo cultura
 
Dice Aldo Accardo, storico gramsciano, che «è un salto di qualità per la città». Lo sostiene, chiarisce, «da uomo di sinistra» mentre fuori un gruppo di sostenitori della lista “Meglio di prima non ci basta”, che sostiene la candidatura a sindaco di Massimo Zedda, protesta contro l'inaugurazione che definisce «elettoralistica». Per Accardo «quando si inaugura un luogo per la cultura come questo non si protesta, si festeggia». Lo pensano in tanti dentro la Mediateca del Mediterraneo, inaugurata ieri dal sindaco Emilio Floris, dalla direttrice della biblioteca comunale Dolores Melis e, incidentalmente, dal sindaco di Kaliningrad, Yuri Savenko, in città per la firma di un protocollo di intesa.
Nata nel luogo che dal '23 al '52 ospitò il campo del Cagliari calcio e dalla riqualificazione dell'edificio che negli anni successivi è stato il mercato di via Pola, ispirata agli Idea's store londinesi, non è solo un luogo di cultura. C'è la riqualificazione di un luogo storico. C'è l'opera architettonica di pregio. C'è la creazione di un'agorà. C'è il luogo di aggregazione. C'è la biblioteca con 90 mila volumi. C'è l'archivio digitale. Ci sono un bar e un ristorante e c'è musica dal vivo.
I COSTI E LA GESTIONE Costata 11,5 milioni, estesa su poco meno di 7000 metri quadri, ospita innanzitutto i volumi della biblioteca comunale, l'archivio storico, l'emeroteca, l'archivio digitale che sino all'estate scorsa avevano sede in un edificio in affitto (300 mila euro all'anno) in via Newton. Gestita dal Comune e da tre cooperative (Il Frontespizio, Caeb, Karalimedia) da martedì sarà fruibile ai cittadini. «Contiamo di incrementare i 6800 utenti attivi e i 35 mila contatti occasionali che avevamo in via Newton», spiega Melis. Si punta anche agli studenti universitari, che finora avevano difficoltà a raggiungere una sede periferica.
CAMÙ E SARDEGNA RICERCHE A Camù è stata affidata la gestione degli spazi “X Mem”. «Uno è un'area di diffusione di informazioni su tutto ciò che accade in città in campo culturale», spiega Francesca Spissu, numero due del consorzio che gestisce i centri culturali cittadini. «L'altro, un'archivio di documentazione dell'offerta culturale e creativa. Il fatto innovativo», spiega, «è che è un archivio dinamico, aperto al contributo di tutti gli operatori culturali e dei cittadini: chiunque può incrementare la memoria». Il progetto X Mem nasce in collaborazione con Sardegna ricerche e Xorovo, una spin off dell'università di Cagliari, che hanno realizzato ad hoc due applicazioni per Ipad, Ipod e Iphone «che consentono di navigare virtualmente per la città per immagini», spiegano Valter Songini, responsabile delle relazioni esterne di Sr e Salvatore Carta, numero uno di Xorovo.
PARTE INCOMPIUTA La Mem inizierà a vivere da martedì anche se non è completa. L'auditorium, la sala formazione e musica e il secondo piano che ospiterà l'archivio comunale non sono pronti. I fondi, 3,5 milioni, ci sono. Servirà, forse, un altro anno.
F.Ma.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
Ersu, tutti i soldi restano in freezer
Spese e investimenti bloccati perché non è stato nominato il direttore
La situazione più pesante riguarda i gravi ritardi sui bandi per le borse di studio e gli alloggi universitari
LUIGI SORIGA
 
 SASSARI. Nel freezer dell’Ersu ci sono un sacco di soldi. L’ente ha un bilancio di previsione di oltre 34milioni di euro, ma ogni risorsa è congelata da mesi. Questo avviene perché non c’è un direttore generale, cioè l’unica persona che può decidere quando e come spendere i soldi, il suo posto è vacante da settembre e non si sa ancora quando verrà nominato.
 Lo vitalità amministrativa si trascina per inerzia, è pura sopravvivenza burocratica. Dal momento che non c’è chi indichi rotta e obiettivi, il personale si limita a svolgere attività ordinaria. Così sono in stand-by una serie di lavori fondamentali: la ristrutturazione dellex Fondazione Brigata Sassari (4.708.426 euro), la sopraelevazione della mensa in via Dei Mille (2.260.408 euro) e l’adeguamento antincendio della casa di via Manzella (572.170 euro), e l’acquisto di arredi per la residenza di di via Rosello. Ci sarebbero poi interventi straordinari, ad oggi ancora da bandire, per circa 600.000 euro per la residenza di via Verona. «Ma la situazione più grave - dice Giuseppe Masala, membro del cda dell’Ersu - è forse quella che riguarda i bandi per le borse di studio e gli alloggi degli studenti. Con tutta probabilità verranno predisposti con notevole ritardo, e i disagi e le ripercussioni saranno pesanti». Il consigliere comunale del Pd Simone Campus, che nel 2009 ha fatto parte del Cda a guida Mattone, è preoccupato anche per una serie di finanziamenti che rischiano di sparire. «Nel 2010 non sono stati spesi 2 milioni che il presidente Poggiu intendeva genericamente utilizzare per migliorare i servizi agli studenti e per favorire il risparmio energetico. Ad oggi nell’Ersu ci sono circa 16 milioni e mezzo ereditati dalla vecchia amministrazione e stanziati dalla giunta Soru. Di questi circa 10 milioni e mezzo non sono impegnati e rischiano di fare brutta fine. Si potrebbero ricavare, inoltre, circa 2 milioni dalla definitiva alienazione della vecchia sede di via Carbonazzi. Il presidente Poggiu nelle sue linee programmatiche si è impegnato a procurare dalla Regione altri 15milioni, ma vista l’attenzione che il presidente Cappellacci e l’assessore Milia gli hanno fin qui rivolto, cè da dubitare sul risultato». Eppure, se l’Ersu avesse un timoniere, si potrebbero fare diverse cose. Alcune idee le lancia Simone Campus: «Iniziamo dallo sterrato tra viale Italia e via dei Mille di proprietà dell’Università. Si tratta di un’area di 2812 mq in cui l’Ateneo intende realizzare un centro polifunzionale. Il terreno di viale Italia con la sua posizione baricentrica rispetto a varie Facoltà, e adiacente alla mensa universitaria suggerisce la programmazione di una iniziativa forte da parte di Ateneo e Comune per creare servizi per la città: potrebbe trovare spazio un centro con aule didattiche, sala congressi, posti letto per studenti, docenti e ricercatori in visita, un numero importante di parcheggi». Cè poi una vasta area di proprietà dell’Università (di fronte al polo scientifico, sulla strada per Ittiri, a pochi passi dal futuro centro intermodale), che il Puc ha classificato come zona G proprio per essere destinata a residenze. Inoltre la politica di dismissione di immobili che l’Università ha intenzione di avviare, desta altre perplessità. «Tra i beni c’è anche l’ex brefotrofio di viale delle Croci, di fronte il Santuario di San Pietro in Silki. Si tratta di una struttura eccezionale per posizione perché adiacente alla Facoltà di Medicina, vicinissima alla Facoltà di Agraria, a pochissimi passi dal nuovo polo delle facoltà scientifiche, noto come orto botanico, servito dal trenino Sirio e dai mezzi pubblici. L’Università inoltre è interessata a cedere le proprie foresterie di via Arcivescovado e piazza Duomo che, insieme alla residenze dell’Ersu di vicolo delle Canne e di via Canopolo, potrebbero rappresentare il primo nucleo di albergo diffuso».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Start Cup, idee in gara
Al via la quarta edizione della competizione tra cervelli organizzata dall’Università
 
SASSARI. Ormai ci hanno preso gusto, perché la sfida iniziale, nel 2008, si è rivelata una scommessa vincente: premi nazionali, menzioni, contratti di lavoro. La Start Cup riparte con ancora più grinta e si prepara ad affrontare la quarta edizione. L’Università di Sassari chiama a raccolta studenti, ricercatori e docenti che vogliano proporre idee d’impresa dalle quali partire per realizzare business plan da lanciare nel mercato. La presentazione della nuova edizione è fissata per martedì 3, alle 17.30, nell’aula magna del complesso didattico di Scienze in via Vienna 2. A fare gli onori di casa ci sarà il rettore Attilio Mastino, insieme a Donatella Spano, docente delegata per la ricerca e il trasferimento tecnologico. Al tavolo siederanno anche i rappresentanti del comune di Sassari, Confindustria, Camera di commercio e Unione giovani dottori commercialisti, tutti partner entusiasti dell’iniziativa. Figlio della Start Cup è Bioecopest, il progetto sui pesticidi biologici portato avanti da due ricercatori sassaresi e vincitore del Premio nazionale dell’innovazione a Perugia nel 2009 (nella foto). A spiegare a tutti gli interessati come partecipare saranno Francesco Meloni e Giuseppe Demuro, responsabili del Liaison office dell’università (ufficio per il trasferimento tecnologico), che seguono la Start Cup Sardegna dalle sue fasi iniziali. Quest’anno, nel Pni che si terrà a Torino a fine ottobre, saranno premiati con un assegno da 100mila euro i quattro migliori progetti imprenditoriali in altrettanti settori: internet-web e ict, green (tecnologie ecosostenibili), bio e nanotecnologie, social innovation. Al progetto più interessante tra i quattro sarà assegnato il Workimg Capital-premio nazionale innovazione. Non solo: durante il percorso di selezione il fondo di investimento Quantica valuterà le varie proposte per individuare realtà d’eccellenza su cui indirizzare investimenti per 1 milione di euro. Info: www.startcupsardegna.it. (si. sa.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Centro Alzheimer a un passo dalla chiusura
La struttura affonda nei debiti, scaduta la convenzione con la Asl
Il presidente Favini «Che fine faranno i malati e le famiglie?»
 
 SASSARI. Rischia la chiusura il Centro Alzheimer di San Camillo. Dopo la scadenza del contratto di convenzione con la Asl, risalente giusto a ieri, scattano tre mesi di proroga concessi dal direttore generale Marcello Giannico per tentare di ricucire un rapporto che negli ultimi anni si è fatto davvero problematico. I margini di discussione, però, sembrano ridotti perchè l’azienda sanitaria «non intende pagare più del dovuto prestazioni già offerte da altre strutture presenti nel territorio».
 1Una doccia fredda per l’associazione presieduta da Gianfranco Favini che nel 2007 aveva dato vita a un centro sperimentale per la riabilitazione dei malati di Alzheimer. L’inziativa aveva preso piede in affiancamento al centro territoriale di valutazione della clinica Neurologica dell’università che poi era stato trasferito di nuovo in viale San Pietro. Da quel momento, e con vari cambi di guardia al vertice della Asl, l’esistenza stessa del centro ha cominciato ad essere messa in discussione. È dei giorni scorsi l’ennesimo appello dell’associazione che nei locali dell’ex ospedale di San Camillo, messi a disposizione gratuitamente dalla Asl, tratta circa 15 pazienti al giorno.
 Gli educatori, gli psicologi e gli assistenti che quotidianamente accolgono i malati e li trattengono per la riabilitazione dalle 9 del mattino alle 17 del pomeriggio temono adesso di perdere il lavoro e di non poter assistere i pazienti e aiutare le rispettive famiglie. «Per i pazienti non c’è alcun problema - dice il manager Giannico - perchè nel territorio operano due strutture specializzate e accreditate per l’erogazione delle stesse prestazioni offerte dal Centro Alzheimer che sarebbero pronte ad accoglierli anche oggi. Il problema sta proprio in questo punto. L’azienda non può permettersi di procrastinare una convenzione con una struttura privata a condizioni più onerose rispetto a quelle in essere con le altre».
 In sostanza il Centro di San Camillo per continuare ad esistere dovrà rinunciare a una serie di agevolazioni di cui ora gode. A cominciare dai locali («che a rigore non sarebbero neppure a norma», commenta Giannico), dalle utenze relative al gas e all’energia elettrica e per finire con il contributo per ogni prestazione che fino a ieri era del 70 per cento e che secondo gli amministratori della Asl («e secondo la legge») non può superare il 50 per cento. Condizioni che il Centro Sperimentale, diventato poi centro Diurno, difficilmente potrà sostenere. I soci infatti hanno già chiesto alla direzione il rimborso delle spese sostenute nel marzo del 2010 per i pasti dei pazienti e per le pulizie, cosa a cui la Asl ha già escluso di poter acconsentire.
 Insomma, una situazione estrema e il grande dispiacere dei lavoratori che non sanno quali spiegazioni dare alle famiglie degli ammalati per le quali il centro era diventato indubbiamente un importante punto di riferimento. Secondo loro solo se, con interventi annuali straordinari, la Asl coprirà le spese, sarà possibile tenere aperto il centro di San Camillo. «Siamo disposti perfino a cederne la gestione, gli arredi e le attrezzature acquistate dall’associazione - ha confermato il presidente Gianfranco Favini -, pur di avere la certezza che ai malati Alzheimer non venga meno la qualità delle cure, e ai familiari il sollievo di saperli assistiti e amati dal personale per buona parte della giornata». Aggrappati ad un filo di speranza, i responsabili sperano in un risvolto positivo in questi mesi che li separano da una chiusura pressochè certa. Ma il direttore generale dell’azienda sanitaria sembra irremovibile: «Se ne può parlare a patto che la struttura dimostri di essere efficiente dal punto di vista economico».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Nazionale
«Fondazione, un’occasione persa»
L’Asusc: Consorzio rottamato senza motivo. E nessun dialogo sul futuro
Dure critiche sulla bozza dello statuto «Accentra il potere nelle mani di pochi»
GIOVANNI BUA
 
 NUORO. Dubbi sulla necessità di «rottamare» il consorzio. E sulla reale utilità della istituenda fondazione. Soprattutto per come è stata pensata. Dubbi che mettono a rischio il già ballerino futuro dell’università nuorese. Espressi dall’assoziazione Asusc.
 A far riflettere soprattutto è la bozza di statuto della fondazione di partecipazione. Presentato (ufficiosamente) nei giorni scorsi e ora all’esame delle commissioni consiliari competenti di Comune e Provincia, che lo porteranno poi in aula per la definitiva approvazione.
 «Noi - spiega il presidente Asusc Letizia Marchi - non siamo contrari alla Fondazione in via pregiudiziale. Non ne avremmo motivo, visto che il nostro unico interesse è il futuro dell’università a Nuoro. Da perseguire con qualunque strumento. Dobbiamo però segnalare alcune incongruenze che sono emerse da una nostra attenta analisi della bozza di statuto. E alcuni problemi che rischiano di trasformare l’annunciata rivoluzione in un’occasione mancata».
 Il primo problema è a monte, e riguarda la «necessità giuridica» di passare dal Consorzio alla Fondazione: «Ci hanno spiegato più volte - continua Marchi - che, secondo le leggi vigenti, Comune e Provincia potevano partecipare al massimo a un consorzio. E che quindi era necessario, per tutelare il cosorzio della pubblica lettura che regge la Satta, abbandonare quello universitario. Questo non è esatto. Infatti nella Finanziaria 2008 è previsto che gli enti locali possano andare in deroga a questa previsione. E partecipare a più consorzi se questi si occupano di ambiti diversi. Il Comune di Ascoli Piceno ad esempio partecipa a tre».
 «A questo punto - continua la vice presidente dell’associazione Silvana Capelli - vorremo che ci dicessero una volta per tutte perché si è deciso di abbandonare il Consorzio. Per sostituirlo con una Fondazione che, nel migliore dei casi, svolgerà più o meno gli stessi compiti. Nel peggiore, purtroppo il più probabile, complicherà ulteriormente le cose».
 I problemi secondo l’Asusc sarebbero infatti parecchi: «A iniziare dalla semi-clandesitinità della decisione - attacca la rappresentante degli studenti Laura Melis - abbiamo in mano una bozza di statuto della Fondazione solo perché ci è stata consegnata informalmente. Nessuno è stato coinvolto nella sua stesura. Nessuno ha chiarito come avverrà il passaggio da Consorzio a Fondazione. Nessuno ha coninvolto la popolazione, o meglio le popolazioni, e nemmeno la Regione. Che pure è la principale finanziatrice dell’università a Nuoro. Né gli Atenei».
 Il rischio: «È che - spiega Letizia Marchi - prima di tutto la Regione, non interpellata, né particolarmente coinvolta nella Fondazione, usi questo passaggio per disipegnarsi dall’accordo di programma firmato con Comune e Provincia di Nuoro sull’università. Che gli altri Comuni e la Provincia dell’Ogliastra, decisamente poco partecipi in un soggetto che consegna tutto il potere in mano a Comune e Provincia di Nuoro, non entrino nella Fondazione. E che, nella migliore delle ipotesi, nulla cambi per quanto riguarda il vero problema, la vera rivendicazione, l’apertura di un terzo polo universitario nella Sardegna Centrale».
 
 
 

Questionario e social

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