Lunedì 28 marzo 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 marzo 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra - Pagina 48
I RETROSCENA
La Provincia e lo studio francese del 2009
«Il piano della Siram? Un disastro»
Il piano Zago comprende tre apparati per la produzione di energia: un impianto fotovoltaico da venti megawatt, una centrale ad olio combustibile (8 megawatt) per l'avvio e le emergenze, un impianto di cogenerazione (vapore più energia) da 7 megawatt alimentato con gli scarti di fibre provenienti dal trattamento del macero e dall'impianto di depurazione, entrambi catalogabili come biomasse.
La primogenitura di un progetto a bio masse per l'area industriale di Arbatax spetta però alla società francese Siram, tutt'ora in corsa con la richiesta di 5 ettari della cartiera. Il progetto Siram per una centrale da 50 megawatt era stato preso in esame un anno fa dalla giunta provinciale guidata da Piero Carta alla luce di una ricerca commissionata alle Università di Cagliari e Sassari in vista del Piano energetico provinciale. «Il responso degli esperti - ricorda l'ex presidente Piero Carta - era risultato catastrofico. Per produrre 44 megawatt sarebbe stato necessario utilizzare i residui prodotti da 24 mila ettari di bosco».
Il progetto Siram punta sull'utilizzo di 128 mila tonnellate annue di biomassa. Ben oltre la produzione ogliastrina. Successivamente era stata presentata la richiesta di un gruppo privato per la realizzazione di una centrale alimentata con olio vegetale prodotto in zone sub tropicali. Il progetto, basato in buona parte sulla prospettiva finanziaria dei “certificati verdi” era stato poi ritirato. Recentemente la giunta provinciale guidata da Bruno Pilia ha promosso uno studio portato avanti da Sardegna Ricerche per l'utilizzo energetico delle biomasse prodotte dai boschi delle terre pubbliche, da integrare con quelle prodotte da nuove colture.
NINO MELIS 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 11
L'INIZIATIVA
I LUOGHI. In giro con Paolo Bullitta
Quei luoghi della città che raccontano il Risorgimento sardo
Vedi la foto «La Storia la si può imparare anche andando in giro a naso in su, guardando monumenti ed epigrafi». Il passato è una scoperta, angolo dopo angolo durante una passeggiata cittadina secondo Paolo Bullita, appassionato cultore di Storia della Sardegna. “Monumenti e memorie del Risorgimento a Cagliari” è il titolo della conferenza da lui tenuta giovedì nel palazzo De La Vallèe del capoluogo, sede del Comando Militare Autonomo della Sardegna che ha organizzato l'appuntamento nell'ambito delle iniziative promosse per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
I SEGNI Le vicende militari e politiche sono ben conosciute? «Forse meno note, ma altrettanto interessanti per l'analisi sociologica del Risorgimento italiano», ha osservato il generale di Corpo d'Armata Claudio Tozzi, alla guida del Comando, «sono le numerose testimonianze monumentali ed epigrafiche connesse con quel fondamentale periodo storico, o dedicate agli stessi artefici di quella epopea: Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini e, soprattutto nella nostra Isola, Garibaldi».
La città è ricca di testimonianze, ha sottolineato Bullita nel suo excursus storico in una panoramica iniziata con Carlo Alberto e inclusiva delle figure più significative. Nelle ricognizioni per il capoluogo si riscopre il Risorgimento e l'attaccamento ai suoi valori.
MARGHINOTTI Da rivedere il Cimitero monumentale di Bonaria o Piazza Martiri con il tributo al sangue versato. E ancora i quadri del pittore ottocentesco Giovanni Marghinotti che ritraggono i Savoia. Si vada a Palazzo Belgrano, in via Università, o nella Sala sabauda di Palazzo Civico.
Qui un dipinto mostra il primo arrivo a Cagliari di Carlo Alberto: viene accolto da una delegazione del Consiglio e dal sindaco che gli consegna le chiavi della città.
I PATRIOTI La testimonianza della tradizione garibaldina cagliaritana si ritrova nel busto in gesso realizzata da Enrico Geruggi, collocato nella Società degli Operai che avevano nominato Garibaldi “presidente onorario perpetuo” nell'aprile 1861. O ancora nelle lapidi, come in quella per il primo centenario della sua nascita posta a Palazzo di Città, dove se ne conserva un'altra dedicata dal Municipio al suo cittadino: infatti Cagliari, come prima Sassari, conferì all'Eroe dei due mondi la cittadinanza il 14 maggio 1861. Infine, qualche vera e propria chicca è depositata anche negli edifici privati. Salendo sulla sommità di Palazzo Paglietti, in viale Trieste accanto alla chiesa del Carmine, si scoprono quattro busti. Ritraggono Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini. E il legame forte ai padri della patria appare rinvigorito in una domestica ritualità.
MANUELA VACCA

 

 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Prima Pagina
UNIVERSITÀ 
Mastino si candida alla guida dei rettori: «In difesa dei deboli»
Pagina 9 - Sardegna
Università, la sfida parte da Sassari: Mastino vuole salvaguardare i più deboli 
Candidato alla guida dei rettori italiani, si vota il 7 aprile «Necessario difendere precari, ricercatori e studenti» 
«Finora inadeguate le risposte date a Gelmini e Tremonti» 
PIER GIORGIO PINNA 
SASSARI. «Si vota il 7 del prossimo mese, ma nonostante i venti di guerra non sarà un altro Caso 7 Aprile». La battuta circola come un’iperbole alla vigilia del rinnovo della carica di presidente della Crui, la conferenza dei rettori. Certo, ricordare il giorno dell’arresto del docente universitario Toni Negri con l’accusa di essere l’ideologo delle Br è un’esagerazione che tutti colgono bene.
E naturalmente non c’è in campo una forza anti Stato. Eppure, in questa sfida elettorale, è in atto uno scontro di non poco conto: alla luce del sole, durissimo e, visto il tipo d’istituzione al centro delle votazioni, senza precedenti. A parole infatti non c’è chi non invochi una presa di distanza dalla Riforma Gelmini e una difesa delle posizioni più deboli. Ma al di là dei tradizionali paludamenti tipici del mondo accademico, nella sostanza le posizioni sono chiare. Da una parte, il favorito Marco Mancini, glottologo e filologo, 53 anni, da 12 alla guida dell’ateneo viterbese della Tuscia: braccio destro dell’uscente Enrico Decleva, sebbene cerchi ora di smarcarsi dalla linea del vecchio presidente, a detta di critici e sostenitori rappresenta la continuità con il passato della Crui, da molti prof e ricercatori giudicata finora troppo supina e ossequiente ai diktat romani. Dall’altra parte, un unico sfidante: Attilio Mastino, 61 anni, bosano doc, professore di Storia romana, a capo dell’università di Sassari dal 2009.
Ma come mai questa rivolta partita dalla periferia e sostenuta non si sa da quanti rettori? Esiste un fronte del Sud che si muove contro Centro e Nord? E perché proprio Sassari e la Sardegna in prima fila? «Intendiamoci: le mie possibilità di venire eletto sono minime, non una su un milione ma quasi - premette Attilio Mastino, moderato che da sempre incarna uno spirito progressista - A ogni modo io non rappresento gli atenei del Mezzogiorno. Ho tenuto ferma la mia candidatura nonostante mi abbiano offerto un posto nella Giunta della Crui in cambio di un passo indietro. E l’ho fatto per una serie di precise ragioni».
«Quali? Le stesse esposte nel mio programma elettorale - continua - Migliorare la dialettica interna, la comunicazione e l’immagine esterna. Valorizzare l’associazione rettori nel momento dell’applicazione della riforma con tutte le sue criticità». «Sono poi convinto che la Crui debba fare un salto di qualità - prosegue Mastino - E penso sia necessario difendere i deboli: precari, ricercatori a tempo determinato, studenti. Ritengo insomma di di poter dare voce a un mondo che di solito rimane fuori dal palazzo». «La Crui non può essere un club di rettori - è la sua conclusione - Deve cambiare come espressione delle università italiane. Erogare servizi. Offrire consulenza, guida e sostegno ispirati a logiche di coerenza e di omogeneità».
Delle manovre nelle 62 università statali e nei 12 atenei non statali si è avuta una dimostrazione l’altro ieri durante l’incontro-confronto sui programmi elettorali. Dibattito giudicato trasparente, propositivo e corretto. Ma allo stesso tempo - secondo gli osservatori più disinteressati - stringente e serrato, soprattutto sui nodi che la Riforma Gelmini deve sciogliere. Un appuntamento durante il quale Marco Mancini - che può contare sull’appoggio di parecchi colleghi alla guida delle maggiori università - così come Mastino ha avuto modo di tratteggiare i punti chiave del progetto da lui elaborato per il rilancio della Crui. Tanti i temi toccati nell’intervento, già presenti nel programma da giorni su internet. Si va dalla politica della Conferenza dei rettori italiani al rapporto con le diverse realtà accademiche e con le singole componenti universitarie. Dal lavoro ancora da svolgere sino all’idea di trasformare l’istituzione in una sorta di «authority in grado di proporre (e non di farsi proporre) soluzioni che risultino idonee a completare in maniera responsabile e con la necessaria flessibilità l’impianto normativo riformista». «Non dobbiamo temere alcun confronto, anche duro, con la politica ed è opportuno farlo parlando innanzitutto al Paese e alle famiglie - spiega fra l’altro Mancini - La Crui è un punto di equilibrio: raggiungerlo è sempre difficile, dopodiché - come mostra anche la storia recente - dovremo agire con incisività e con efficacia».
Insomma, i problemi da affrontare sono numerosi, e tutti concreti. Ecco perché da Sassari Mastino rilancia: «La Crui non è stata sempre all’altezza del suo compito: a volte ha rischiato di apparire sensibile alle sirene dei partiti. Una qualsiasi riforma sarebbe dovuta partire dalle ricchezze del nostro sistema. Invece si è permesso al ministro Tremonti di descrivere la Conferenza come residuo di una nomenclatura stalinista. La risposta agli attacchi è stata inadeguata, deludente. Non si è compreso il grido del movimento negli atenei, nelle aule e sulle terrazze: eppure le proteste denunciavano gli evidenti limiti della Grande Riforma e il grave sottofinanziamento. Restare asserragliati nel palazzo non risolve nulla». Basterà l’appello di Mastino per aggregare attorno al suo nome forze sufficienti a scalzare Mancini dalla pole position? E gli squilli di rivolta verranno raccolti? Per saperlo sarà sufficiente attendere una dozzina di giorni.
 
La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
CHE COS’È LA CRUI
Istituzione all’opera dal 1963
Crui è l’associazione degli atenei italiani statali e non statali. Nata nel 1963 come società privata dei rettori, ha acquisito nel tempo ruolo istituzionale di rappresentanza e capacità d’influire sullo sviluppo del sistema universitario con studi e sperimentazioni. Dal 2001 la Conferenza dei rettori è affiancata, nei compiti gestionali e operativi, dalla Fondazione Crui, incaricata di attuare progetti e servizi coerenti con le strategie della Conferenza.
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Cronaca
Domani un simposio 
Giovani e adolescenti alle prese coi media: per conoscerli meglio 
CAGLIARI. Ridare voce ai giovani e agli adolescenti è l’obiettivo del forum «I media e i giovani» organizzato dall’associazione Arcoes (col contributo dell’assessorato della Cultura della Provincia di Cagliari) per domani alle 9,30, nel centro comunale Area 3 (via Carpaccio). «Lo scopo - ha spiegato il presidente dell’associazione, Maria Grazia De Vita - è offrire uno sguardo diverso dell’infanzia e dell’adolescenza e ridare voce a chi più degli adulti può parlare di questo mondo». In apertura dei lavori la redazione cagliaritana (tutti tra i 12 e i8 anni) presenterà i risultati di un anno di lavoro. Interverranno poi i redattori di Unica Radio, emittente web gestita da universitari.
     
 
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
 

Questionario e social

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