Lunedì 7 marzo 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 marzo 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
La polemica aperta dal premier
La scuola pubblica e i valori cattolici
di Giuseppe Marci
 
C'è un termine (in uso anche nelle terre lombarde dalle quali origina il presidente del Consiglio) che definisce le persone credulone e ingenue: boccalone.
Ai boccaloni il premier si è rivolto, quando ha detto che nella scuola pubblica «gli insegnanti inculcano ai ragazzi valori diversi da quelli delle famiglie». Intendeva sostenere che lui e la sua parte politica sarebbero i difensori dei valori cattolici: «Mai, finché governeremo noi, la famiglia tradizionale sarà equiparata alle unioni gay».
Parlava a un congresso di Cristiani riformisti: le cronache dicono che aveva l'obiettivo di «riconquistare il frastornato mondo cattolico che sull'innocenza del bunga bunga ha più di un dubbio».
Per parte mia ho qualche dubbio sull'aggettivo «frastornato»: confusi, storditi - e un po' boccaloni - ce ne sono molti, in giro, è vero: pronti a chiudere un occhio su alcuni principi fondanti e a tradire una logica elementare, secondo la quale non è proprio possibile confondere Berlusconi con il predicatore della Buona novella. Molti possono essere frastornati. Non tutti.
Certamente non lo è il Cardinale Bagnasco che ha subito precisato: «La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola, perché è un luogo privilegiato dell'educazione [...] ci sta a cuore l'educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l'importante e che ci sia questa istruzione, ma anche questa formazione della persona, che è scopo della scuola a tutti i livelli».
E Avvenire ha pubblicato un'intera pagina sul pianeta istruzione, respingendo con forza la logica dello scontro fine a se stesso; che poi fine a se stesso non è ma viene creato ad arte per strumentalizzare a scopi di parte una contrapposizione fra mondo laico e cattolico più presunta che reale. Non c'è, infatti, nessun vero motivo che possa dividere chi, provenendo da universi culturali e ideali dotati di specifiche caratteristiche, lavora all'edificazione di una società equilibrata che mira a costruire le occasioni necessarie perché ciascuno possa far fruttare i propri talenti.
Tale società non può esistere se non si fonda sul coinvolgimento e sulla corresponsabilizzazione di tutti. Quindi sulla conoscenza, sullo sviluppo delle capacità di analisi critica dei fenomeni e di formazione di un giudizio maturo che sappia rispettosamente confrontarsi con le opinioni degli altri.
Siamo agli antipodi, rispetto alla visione del mondo basata sulla povera ideologia del mangiare, raccontare barzellette, bere un bicchiere e ballare il bunga bunga. Qualche boccalone fra i Cristiano riformisti potrà non capirlo: ho l'assoluta certezza che molti nel mondo cristiano e cattolico ne hanno, invece, consapevolezza e sapranno difendere, insieme ai laici, il ruolo insostituibile della scuola in Italia.
 
2 – L’Unione Sarda
Esteri - Pagina 11
La polizia nei punti di incontro
Protesta dei gelsomini: domenica di tensione
 
PECHINO Migliaia di poliziotti hanno presidiato ieri le aree delle città cinesi indicate come punti di ritrovo dai misteriosi organizzatori delle «passeggiate dei gelsomini», delle manifestazioni pacifiche pro-democrazia. A Pechino gli agenti hanno ripetuto il copione di domenica scorsa, presidiando in forze gli accessi a via Wang Fujing e al centro commerciale di Xidan, pattugliando la strada in forze. Spazzini e camion con gli idranti sono passati più volte per pulire la strada e impedire gli assembramenti.
A Shanghai un analogo schieramento di polizia e una fitta pioggia hanno tenuto la gente lontana dal Parco del Popolo, il luogo indicato per la protesta. Secondo il South China Morning Post di Hong Kong, 739 mila uomini sono stati mobilitati nella capitale, dove è in corso la sessione annuale dell'Assemblea Nazionale del Popolo. Gli organizzatori si sono fatti vivi con due successivi comunicati diffusi uno dal sito sino-americano Boxun e uno su alcuni siti di Twitter e Facebook, che in Cina sono bloccati ma sono accessibili con l'uso dei cosiddetti proxy server. In uno, inviato anche ai siti web delle principali Università di Pechino, hanno rivolto un appello agli studenti a unirsi alle manifestazioni, che si svolgono secondo la tattica non-violenta in base alla quale non si usano né manifesti né slogan, ma ci si limita a passeggiare nei luoghi indicati. Nell'altro, affermano che le iniziative del 20 e del 27 febbraio hanno avuto «un grande successo».
In entrambe le città sono stati controllati i documenti di alcuni giornalisti. Non erano visibili cameraman e fotografi.
La portavoce del governo di Pechino Wang Hui ha affermato che le «proteste dei gelsomini sono destinate al fallimento».

LA NUOVA SARDEGNA 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Il corso di laurea in Economia è sempre più internazionale
Oggi saranno presentati i programmi Erasmus per gli studenti
 
 OLBIA. Un corso sempre più internazionale. Per gli allievi del polo universitario di Olbia si moltiplicano le occasioni di studio all’estero. Il corso di laurea in Economia e management del turismo è affiliato a 21 atenei in 13 Paesi europei. Per gli universitari ci sono borse per soggiorni in Francia, Germania, Irlanda, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Repubblica Ceca e molte altre sedi straniere di corsi di economia. Questo pomeriggio, alle 16, nella sede del polo universitario, all’aeroporto Costa Smeralda, si terrà un incontro di presentazione del programma Erasmus. Il presidente del corso di laurea, Francesco Morandi, insieme al Cidalia Romao, responsabile dell’ufficio relazioni internazionali della facoltà di Economia, incontreranno gli studenti. Con loro gli ex-allievi dell’Aleo, l’associazione laureati, e alcuni studenti che negli anni scorsi hanno fatto esperienze all’estero. Tra questi, anche Giovanna D’Amato, la studentessa di Monti che nel 2010 ha studiato in Germania, alla Europaeische Fach-hochschule Bruehl Rheinland.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Tuvixeddu, dopo lo stop del consiglio di Stato è braccio di ferro legale
MAURO LISSIA
 
 CAGLIARI. La sentenza del Consiglio di Stato ha fermato il piano edificatorio di Tuvixeddu? I giuristi delle associazioni ecologiste e culturali ne sono certi: l’applicazione del Codice Urbani, recepito dal piano paesaggistico regionale, protegge coi vincoli imposti dalla Regione l’area punico-romana e il paesaggio storico dei colli cagliaritani. Con loro si schiera anche Fabio Granata.
 «Una vittoria della buona politica: battaglia vinta», dice il parlamentare del Fli.
 Sull’altro fronte Nuova Iniziative Coimpresa ribatte che sarà proprio il Ppr a dare il via libera a nuove costruzioni in base all’accordo di programma firmato nel 2000 con Regione e comune di Cagliari. La questione è complessa e le argomentazioni giuridiche ancora di più. Di certo basterà attendere i prossimi mesi per capire chi ha ragione. Da definire sul piano giudiziario ci sono ancora alcuni passaggi: il vincolo sul canyon imposto dalla Direzione regionale dei Beni culturali, all’esame del Tar. Il ricorso in secondo grado presentato dal Gruppo di Intervento giuridico contro l’autorizzazione paesaggistica che sta alla base dell’accordo di programma, l’arbitrato sui risarcimenti richiesti dall’impresa privata e infine i nullaosta bocciati dal Consiglio di Stato per ulteriori moduli del piano di edificazione, che Coimpresa dovrà richiedere alla Sovrintendenza architettonica e non più al Comune. Registriamo in estrema sintesi alcuni pareri contrapposti sugli effetti dell’ultima sentenza.
 
Pagina 5 - Sardegna
LE ASSOCIAZIONI
«Questa è una pietra tombale su qualsiasi edificazione»
Maria Paola Morittu La verità processuale finalmente coincide con la verità sostanziale
 
 «La sentenza del Consiglio di Stato ha messo una pietra tombale sugli accordi di programma tra Regione, Comune e Coimpresa, qualsiasi edificazione sui colli di Tuvixeddu e Tuvumannu è preclusa», sostiene Maria Paola Morittu, referente regionale per la pianificazione territoriale di Italia Nostra. Che aggiunge: «Il supremo collegio non si limitato a confermare la legittimità della perimetrazione dell’area dei colli, ma ha affermato alcuni principi fondamentali che sanciscono l’inedificabilità dell’area oggetto degli accordi di programma. Dopo avere ribadito che il Codice Urbani impone che i beni individuati siano tutelati in maniera tale che si possa garantire “la conservazione degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni sottoposti a tutela” la sentenza richiama la generale misura di salvaguardia prevista dal successivo articolo 145, in cui si chiarisce anche il rapporto della pianificazione paesaggistica regionale rispetto agli altri strumenti di pianificazione sottordinati».
 «La tutela imposta col vincolo è sovraordinata rispetto agli strumenti urbanistici. Ne discende la sottoposizione alle prescrizioni dell’articolo 49 delle norme tecniche di attuazione del ppr, che per quelle aree prevede il divieto di qualunque edificazione o altra azione che possa comprometterne la tutela. La deroga prevista dall’articolo 15, terzo comma, delle norme tecniche di attuazione del ppr dunque non può certo esonerare dal rispetto delle prescrizioni imposte sull’area, in quanto l’articolo 145, terzo comma, del codice Urbani è prevalente su tutte le disposizioni regionali di senso contrario. Era tempo che la verità processuale, riconoscendo l’immenso valore dei colli di Tuvixeddu e Tuvumannu, coincidesse con la verità sostanziale».
 Sulla stessa linea l’avvocato Giuseppe Andreozzi, che collabora con Legambiente: «In una precedente controversia tra Beni Culturali e Coimpresa sull’attuazione di una parte del programma, il Consiglio di Stato aveva ritenuto necessaria, per ciascun intervento edilizio, una nuova specifica autorizzazione paesaggistica, che doveva essere puntuale e motivata in considerazione dell’assenza, nel nulla osta paesaggistico generale, di un sufficiente livello di dettaglio. Tale ulteriore valutazione, anche alla stregua dei principi generali che regolano l’azione amministrativa, non potrà non tener conto del vincolo imposto nel 2006 dalla giunta regionale col ppr e ritenuto legittimo dal Consiglio di Stato».
 
Pagina 5 - Sardegna
COIMPRESA
«La sentenza non ci riguarda l’accordo resta valido»
Gualtiero Cualbu Le opere consentite proprio dalle norme di attuazione del Ppr
 
 CAGLIARI. Sarà proprio il piano paesaggistico a consentire a Nuova Iniziative Coimpresa di andare avanti col progetto di edificazione del colle di Tuvixeddu. Secondo la società - che nei giorni scorsi ha trasmesso una nota alla Nuova Sardegna, di cui è già stata pubblicata una sintesi - la sentenza del Consiglio di Stato non incide «in alcun modo sulle opere previste dall’accordo di programma né tanto meno su quelle che la Nuova Iniziative Coimpresa ha attualmente in esecuzione». La sentenza «ha semplicemente dichiarato legittima la perimetrazione originariamente prevista dal piano paesaggistico regionale su un’ampia porzione della città (120 ettari circa), che ripete quella del vincolo paesaggistico del 1997. Tale sentenza non ha riguardato, né poteva riguardare, in quanto non oggetto dell’appello, il rapporto fra tale perimetrazione e il progetto di riqualificazione urbana, meno che mai ha affermato che tale perimetrazione interferisca con l’esecuzione delle opere previste», che al contrario «sono consentite proprio dalle norme tecniche di attuazione del Ppr». L’intervento in questione, sostiene Coimpresa, ricade infatti «nel regime transitorio previsto dall’articolo 15 delle norme tecniche di attuazione del Ppr che consente di realizzare gli interventi approvati e con convenzione efficace alla data di adozione del piano paesaggistico regionale». Quindi per Coimpresa l’accordo resterebbe valido malgrado il ripristino dei vincoli regionali, ora avallati dai giudici amministrativi.
 Nuova Iniziative Coimpresa sottolinea che il Tar, con la sentenza «adesso annullata dal Consiglio di Stato solo per la parte impugnata dalla Regione, cioè quella relativa alla perimetrazione cartografica dell’area Tuvixeddu-Tuvumannu», aveva ritenuto «(in un capo della sentenza che la Regione non ha impugnato) che il Ppr “non si occupa degli accordi di programma”...“gli stessi seguono la disciplina che è loro propria a livello statale o regionale e, sul punto, niente viene modificato o regolamentato transitoriamente (dal Ppr): in effetti tali accordi, se sfociati in una disciplina urbanistica attuativa, sono fonte di vantaggi consolidati”».
 Per Coimpresa quindi non è cambiato nulla e sembra restare inalterata anche la richiesta di risarcimento rivolta dai legali del gruppo Cualbu al collegio arbitrale per i danni arrecati dalla Regione con le azioni giudiziarie intraprese ai tempi dell’amministrazione Soru.

Questionario e social

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