UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 27 febbraio 2011

Domenica 27 febbraio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 febbraio 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Pagina 2 - Gallura
UNIVERSITÀ 
Sedici nuovi laureati in Economia del turismo 
OLBIA. Al Polo universitario di Olbia è nuovamente tempo di lauree. Il 1 e il 2 marzo nell’aula «Robert F. Engle» al primo piano dell’aeroporto Costa Smeralda si terranno le lauree della sessione straordinaria dell’anno accademico 2009/2010 del corso in Economia e imprese del turismo della facoltà di Economia dell’università di Sassari.
Nove i laureandi della sessione del 1 marzo alle 15.30. Si tratta di Grazia Alessandra Bronzini, Sabrina Ladu, Maddalena Lai, Serena Ghiani, Tiziana Dalu, Ilaria Fancello, Piera Piras, Fabiola Saiu, Andrea Pandolfi. Sette i laureandi del 2 alle 10.30: Alessandra Maccarrone, Filomena Avellino, Serena Di Mambro, Vanessa Dondon, Alessia Matzuzzi, Roberta Fadda, Riccardo Corongiu.
Per qualsiasi informazione relativa a questo appuntamento, consultare il sito www.uniolbia.it alla pagina Lauree o contattare la segreteria didattica al numero 0789.642184. (al.pi.)
 

2 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 49
Da idioti sfidare il Creatore, il Grande “spacciatore”
Gian Luigi Gessa è uno scienziato fatto di suo. Senza additivi. Ha un segreto: utilizza al meglio quanto fornisce naturalmente il «Creatore, il Grande spacciatore» di stimoli, come lo definisce lui. Psichiatra e farmacologo italiano tra i più quotati al mondo è impossibile incasellarlo sotto la voce addicted , nel senso etimologico di “schiavo”, assuefatto ai pregiudizi morali, medici o politici. Parla di dopamina, cannabis e pure del più famoso principio attivo dal nome impronunciabile (il tetraidrocannabinolo ), con la stessa naturalezza di chi al mercato di San Benedetto con buste in mano discerna di bottarga o pastasciutta ai ricci. Questioni di parole. E, soprattutto, di sostanza.
Aula magna dello Scientifico a Oristano in overdose di allievi per la lezione di professor Gessa su alcol, oppio, tabacco, coca e cannabis per una strategia immunitaria alle scemenze mondiali. «In America le chiamano “the top five”, le magnifiche o diaboliche cinque». L'alcol testimoniato già dai tempi di Noé, la cannabis, la cocaina, la morfina o l'eroina, e infine la nicotina. Nel venerdì dedicato al corso di prevenzione “idiozia e droga”, Gessa docente di neuropsicofarmacologia all'Università di Cagliari, mette in guardia: «La vera allucinazione da cui bisogna liberarsi è quella della informazione dopata». Come dire, più che idioti da droghe, drogati da idiozie.
«Nell'ambizione dei politici, c'è sempre l'idea di eliminare le droghe usate dall'uomo già da quattromila anni». Gli Incas masticavano le foglie di coca. La scoperta di tracce di droghe nelle mummie egizie. «Cocaina, hascisc, nicotina, trovate nei capelli, nei muscoli o nel tessuto osseo - spiega Gessa. E poi tra sé, «a meno che l'erba non se la fumassero gli archeologi». Sostanze stupefacenti presenti nelle piante, estratti di origine vegetale create in natura. Non solo gradite all'uomo ma anche agli animali. La storia del topo bevitore, per esempio, del Madagascar. «Ogni notte è una sbronza. Intinge la sua lunga coda a piuma di gallina in un tronco d'albero pieno di nettare fermentato che diventa birra e poi si fa le bevute». Quello dei ratti è un mondo amico allo scienziato cagliaritano. Ha creato una generazione sessantennale di topi-docg: «Tra una bottiglia di Cannonau e acqua del rubinetto non hanno dubbi: scelgono il vino. E questo ci ha permesso di studiare il legame tra genetica e alcolismo. Capire che i figli di genitori alcolisti sono più vulnerabili». Proprio grazie ai ratti è stato possibile liberarsi (ma non si è mai del tutto al sicuro) da solide scemenze. «Abbiamo dimostrato che le droghe, tutte, si sostituiscono in modo fraudolento nel nostro cervello alle sostanze chimiche che l'organismo produce». I neuroni («ne abbiamo circa dieci miliardi, chi più chi meno») parlano tra loro attraverso molecole organiche, e in questo dialogo le droghe esogene si sostituiscono a quelle parole. «Si assomigliano in modo straordinario ma sono molto più potenti ed efficaci». La cocaina si veste da dopamina; la nicotina come acetilcolina; l'alcol griffato Gaba. «In pratica agiscono imitando le droghe endogene. Quelle prodotte dal nostro stesso cervello. Anzi - commenta - se la legge fosse coerente,tutti dovremmo essere passibili di arresto».
Il problema scatta quando quantità alte di sostanze “aggiunte” provocano una modifica biologica delle cellule del cervello. «Praticamente si diventa tossicomànici, il cervello sordo alle sostanze endogene e ha bisogno di “frustate” esterne. Stimoli continui e sempre più energici». Così la “roba”, come il gioco d'azzardo, ma anche talvolta il cibo (bulimia) e il sesso. Ecco perché Gessa insiste sul concetto di malattia e non di vizio, contrabbandato spesso anche oggi da «una visione moralistica di molta medicina». Peggio, quando si collega la malattia alla crisi di astinenza: «La terapia Urod, una visione idiota della tossicodipendenza». E poi i politici. «Non conoscono e danno messaggi falsi, poco credibili». Non risparmia il ministero di Giovanardi che in un testo di 500 pagine «parla male» degli effetti della cannabis. «Bloccherebbe la crescita, l'erezione e ridurrebbe l'attività sessuale». Informazione drogata.
ROBERTO RIPA
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari - Pagina 35
Il caso. Ispezione della Procura dopo i casi di linfoma denunciati da due ex soldati
Uranio in un deposito del poligono
Cinque cassette di armi scoperte in un magazzino a Quirra
C'è l'uranio a Quirra. Isotopo 238, in gergo uranio arricchito . E c'è chissà da quanto tempo. Lo hanno scoperto ieri gli esperti inviati dalla Procura di Lanusei per un'ispezione nel poligono. Lo hanno trovato all'interno di alcune cassette metalliche, cinque per l'esattezza, sistemate in un deposito di materiali speciali, compreso il munizionamento rimasto inesploso dopo le esercitazioni e in attesa di una futura distruzione. Magazzino senza nessuna misura di protezione o di sicurezza, senza nessun cartello di pericolo, dove l'accesso era libero per chiunque lavori all'interno della base. Il deposito si trova a Capo San Lorenzo, a due passi dalla spiaggia e dalla zona dove, secondo i veterinari delle Asl di Lanusei e Cagliari, si sono ammalati di leucemia 10 dei 18 pastori.
LA SVOLTA È un autentico colpo di scena nell'inchiesta del procuratore Domenico Fiordalisi. Il deposito di Quirra è stato sequestrato e sigillato, le cinque cassette metalliche altamente radioattive (sono stati registrati valori cinque volte superiori alla norma) sono state consegnate al professor Paolo Randaccio, fisico nucleare dell'Università di Cagliari, che nel bunker dell'Ateneo le aprirà per sapere dove l'uranio 238 è contenuto. Si tratta di particolari proiettili in grado di perforare qualsiasi corazza? Oppure di pezzi di radar o di barre stabilizzatrici di missili?
L'ispezione di ieri è stata ispirata dalle denunce arrivate alla Procura di Lanusei e alla Squadra mobile di Nuoro. Gli inquirenti hanno potuto appurare che in quei magazzini diversi soldati che lavoravano come magazzinieri si erano ammalati tutti della stessa patologia: linfoma di Hodgking. Uno dei tumori più aggressivi.
LE DENUNCE Due di questi ex militari, uno siciliano, l'altro napoletano. I due ex graduati hanno anche raccontato di altri colleghi distaccati in quei depositi e costretti a combattere contro un linfoma.
L'ISPEZIONE Ieri di prima mattina sono entrati in azione gli uomini della Squadra mobile di Nuoro, coordinati dal dirigente Fabrizio Mustaro, un reparto speciale dei Vigili del fuoco di Nuoro, intervenuto con l'attrezzatura anti-nucleare, e due dei consulenti scelti dalla Procura ogliastrina per aiutare le indagini dal punto di vista scientifico, cioè Maria Antonietta Gatti, docente dell'Università di Modena, uno dei massimi esperti mondiali sulle nanoparticelle cancerogene causate dalle esplosioni, e il fisico nucleare Paolo Randaccio.
A un certo punto gli strumenti in possesso degli esperti hanno segnalato valori di radioattività cinque volte superiori alla norma. Numeri inquietanti, considerata la schermatura determinata dalla cassa metallica. Immediatamente è stato disposto il sequestro di queste cassette conservate senza nessuna precauzione di sicurezza. Il ritrovamento è la conferma di quello che avevano spiegato i due ex magazzinieri dell'Aeronautica agli inquirenti.
LA PROCURA Il fascicolo è aperto contro ignoti per omicidio plurimo, danni all'ambiente, porto e detenzione illegali di armi e omissione d'atti d'ufficio. Nel corso di diversi sopralluoghi nel poligono, la Polizia e la Forestale nei giorni scorsi hanno trovato autentiche discariche non autorizzate: pezzi di carri armati utilizzati come bersagli delle esercitazioni, razzi esplosi, ordigni di ogni tipo, raccolti con le ruspe dopo una sommaria bonifica, accatastati dietro ai cespugli, nelle zone dove pascolano gli animali degli allevatori autorizzati. Tre giorni fa è stato lo stesso comandante del poligono, il generale Bonotti, a chiedere l'intervento della magistratura quando le piogge hanno fatto affiorare dal terreno pezzi di armi utilizzate negli anni Sessanta dai tedeschi durante le esercitazioni e sotterrate da chissà quanto. Le zone sono state sequestrate in attesa delle analisi. Il pm Fiordalisi ha sequestrato anche ordigni rinvenuti nel fondale marino nei pressi dell'isolotto di Quirra, dopo il ritrovamento da parte di alcuni pescatori di un missile del 1995 inesploso.
PAOLO CARTA
 
 
4 - L’Unione Sarda / Pagina 3 - Cagliari
Gli esperti chiedono un nuovo modello di accoglienza per intercettare i vacanzieri 
Il turismo della partecipazione 
PIERLUIGI CARTA 
CAGLIARI. La Sardegna registra un altro incremento dei flussi turistici, con 12 milioni di presenze ufficiali nel 2010, anno di piena crisi. Se l’isola è ormai da decenni territorio di assalto turistico, il suo capoluogo invece si sta riscoprendo polo attrattivo per il suo patrimonio culturale e paesaggistico, ma non sembra ancora pronto a gestire al meglio questo ruolo. Giovedì scorso, al Centro comunale Exma’ si è svolto il convegno sul “Progetto turistico della Sardegna”, inserito nella Quarta rassegna urbanistica regionale, organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica. Durante la conferenza, introdotta dal Presidente dell’Inu, Sebastiano Bitti, gli urbanisti ed architetti provenienti dalle università di Cagliari e Alghero, in concertazione con i rappresentanti della politica e dell’imprenditoria edilizia, hanno cercato di stabilire una rotta per lo sviluppo della realtà turistica sarda, in occasione dell’aggiornamento del Piano Paesaggistico Regionale. Durante il suo intervento, Giovanni Campus, l’Assessore comunale all’Urbanistica, promuove la bellezza di Cagliari, con i suoi siti storici e i suoi belvedere, ma boccia l’incapacità fino ad oggi dimostrata dai soggetti locali, nel creare un ambiente, che, con le sue “facilities”, diventi “memorabile” per i visitatori. L’assessore fa riferimento soprattutto ai croceristi, le cui presenze aumentano di anno in anno. «L’esempio tipico di approccio errato - afferma Campus - sono i negozi del centro chiusi durante l’ora di pranzo». Se l’assessore parla di drenare ogni flusso turistico a disposizione, Giuseppe De Luca, urbanista del consiglio direttivo nazionale Inu, nel suo intervento propone un “turismo della partecipazione” da opporre al “turismo del gregge”, attraverso uno scambio attivo tra stanziali e visitatori.
 
 
5 - L’Unione Sarda / Pagina 3 - Nuoro
L’ospedale San Francesco diventa la scuola dei manager della sanità 
Partono diversi corsi di alta formazione professionale organizzati dal Crems dell’università di Castellanza 
NUORO. Da alcuni anni il processo di aziendalizzazione della sanità ha rivoluzionato il sistema gestionale e organizzativo delle strutture sanitarie. In questo contesto il ruolo del management, inteso come una corretta e razionale gestione delle risorse in funzione di obiettivi prestabiliti, diventa fondamentale ai fini della competitività e dell’esistenza stessa dell’azienda.
Anche la nostra Regione sarda risponde a questa domanda di alta formazione e nel 2011 Nuoro sarà sede di tre master rivolti a diversi attori del mondo sanitario erogati dal Crems, centro di ricerca in economia e management in sanità e nel sociale dell’università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza. Apripista sarà il master di primo livello per funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie che verrà attivato in città nel mese di maggio, per il quale il Crems vanta un’esperienza consolidata nella penisola con 17 edizioni svolte, di cui due concluse con successo nel capoluogo barbaricino. Il corso post laurea, che ha ricevuto il patrocinio dell’Ipasvi (Federazione nazionale collegio infermieri), abilita alle funzioni direttive e si rivolge agli operatori appartenenti alle 22 professioni sanitarie.
Alle stesse figure professionali è indirizzato il Macrim (Master di primo livello in clinical risk management), che in collaborazione con l’Ipasvi, l’amministrazione provinciale e Cittadinanzattiva, prende avvio il prossimo giugno, ed ha come principale obiettivo il miglioramento dei processi assistenziali ponendo particolare attenzione alla centralità del paziente e alla sua sicurezza.
Il Crems, forte dell’esperienza di alta specializzazione maturata in Lombardia già dal 2001, si rivolge anche a medici, biologi, chimici e personale amministrativo che aspirino o ricoprano già posizioni apicali, attraverso il Madisco (Master di secondo livello in management per dirigenti di struttura complessa) che partirà a settembre 2011 in collaborazione con la provincia di Nuoro e Cittadinanzattiva.
Informazioni sul sito www.liuc.it tel. 0331572504. L’università Carlo Cattaneo-Luic nasce nel 1991 per iniziativa dell’unione degli industriali della provincia di Varese per favorire lo sviluppo della cultura aziendale e preparare professionisti d’impresa.
L’offerta formativa si articola in tre facoltà: economia, giurisprudenza, ingegneria, oltre a numerosi master e corsi di formazione permamente. L’interazione con il mondo imprenditoriale, gli scambi internazionali e l’offerta di stage durante il percorso sono gli elementi chiave per un rapido inserimento dei laureati Liuc nel mondo del lavoro. La Liuc si avvale inoltre di numerosi centri di ricerca, laboratori e osservatori.
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Olbia - Pagina 46
polo universitario
Le lauree fissate per martedì e mercoledì
Lauree al corso di Economia e imprese del turismo: l'appuntamento della sessione srtraordinaria è fissato per martedì alle 15,30 e mercoledì alle 10,30 nell'aula "Robert Engle" del Polo universitario all'aeroporto Costa Smeralda. I laureandi del primo marzo sono Alessandra Grazia Bronzini, Sabrina Ladu, Maddalena Lai, Serena Ghiani, Tiziana Dalu, Ilaria Fancello, Piera Piras, Fabiola Saiu e Andrea Pandolfi. Il due marzo toccherà a Alessandra Maccarrone, Filomena Avellino, Serena Di Mambro, Vanessa Donden, Alessia Matzuzzi, Roberta Fadda e Riccardo Corongiu.
Per qualsiasi informazione sulle lauree e i laureandi si può consultare il sito istituzionale della facoltà www.uniolbia.it alla pagina lauree o contattare la segreteria didattica al numero 0789642184.
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 22
La storia. Guarda poca televisione e pratica tanto sport: «Studiare non mi pesa»
Il re della matematica sta a Sant'Elia
Lorenzo, 11 anni, alle Olimpiadi d'autunno della Bocconi
Dirigente e docenti della Tuveri ne assecondano la vocazione: «Talento naturale».
Timido, quasi sorpreso dall'interesse che c'è intorno a lui. «La matematica mi piace molto. Ho risolto i problemi logici senza fatica anche se sinceramente pensavo di averne sbagliato uno». Lorenzo Liccardi ha 11 anni, è di poche parole ma efficaci. Frequenta la 1ª C della scuola media Tuveri di via Venezia. Da una settimana è una specie di piccola star “matematica” tra professori e compagni: ha partecipato ai Giochi d'Autunno, competizione nazionale di problemi matematici organizzata dalla Bocconi di Milano, risultando uno dei migliori e meritandosi le congratulazioni della prestigiosa Università. Il premio più bello però arriva dai genitori Fabio e Silvia: «Mi hanno detto che erano fieri di me», racconta orgoglioso.
LA STORIA Lorenzo vive nel quartiere di Sant'Elia. Capelli lunghi e tuta da ginnastica, parla lentamente: «È molto emozionato», spiega la sua professoressa di matematica, Patrizia Manconi, «ma è davvero un talento. Non solo nella mia materia. Io non ho meriti particolari: è in prima e quindi è mio alunno da quest'anno. È arrivato preparato dalle elementari. Ma siamo contenti di tutta la classe. Altri compagni si sono comportati bene alla gara di matematica». L'idea di prendere parte alla competizione nazionale promossa dalla Bocconi è arrivata dalla professoressa Wania Atzeni, che si è occupata di tutto. Un modo per confrontarsi con il resto d'Italia.
IL RACCONTO La passione per logica, numeri e figure geometriche Lorenzo l'ha scoperta per caso. A scuola, prima alle elementari della Randaccio ora alla Tuveri, e forse grazie a una parente: «Adesso che ci penso una mia zia mi potrebbe aver contagiato. Cosa mi piace della matematica? Trovare le soluzioni a ogni problema».
TANTO SPORT Chi dovesse pensare di trovarsi davanti a un bambino “secchione”, tutto libri e scuola, commetterebbe un grave errore. «Studio più o meno un'ora al giorno», ammette candidamente. Anche perché deve trovare il tempo per coltivare le sue altre passioni: «Gioco a pallanuoto e a basket all'Esperia, frequento un corso di musica e leggo molto, fumetti e libri di fantasia. Il mio romanzo fantasy preferito è Arthur e il popolo dei Minimei». La ricetta del successo di Lorenzo è anche la poca tv: «La guarda di più mio fratellino che è ancora alla scuola materna. Io non ho molto tempo». Molto meglio studiare («Mi piace e non mi stanca») e dedicarsi a sport e amici. Per ora, fortunatamente visti i suoi 11 anni, non ha idea del lavoro che gli piacerebbe fare: «Non lo so». Probabilmente qualcosa che avrà a che fare con la matematica.
LA FAMIGLIA Anche i suoi genitori sono stupiti dell'attenzione. Il padre Fabio gestisce il Web cafè di piazza d'Armi, a due passi dalla facoltà di Ingegneria. Forse un segno del destino. Mamma Silvia aiuta il marito nel bar. Sono orgogliosi di Lorenzo. «Siamo contenti. Ha sempre avuto la passione per la matematica e risolve i problemi con grande disinvoltura. Non pensavo però potesse raggiungere questi risultati già a undici anni», dice papà Fabio. La famiglia Liccardi vive a Sant'Elia, ma le attività di Lorenzo si svolgono in altri rioni: «Il quartiere purtroppo non offre molto».
LA SCUOLA Alla Tuveri sperano di poter scoprire anche altri Lorenzo, magari in materie diverse dalla matematica. Valentina Savona, dirigente dell'istituto comprensivo che racchiude anche la Don Milani di via Schiavazzi a Sant'Elia, ne è convinta: «A discapito di quello che si dice sulla scuola, gli studenti bravi e meritevoli esistono. Spetta a noi professori cercare di farli emergere. Lorenzo è un talento e lo sta già dimostrando. Ma sappiamo che ci sono altri alunni bravi. Questo ci è da stimolo per continuare il nostro lavoro».
MATTEO VERCELLI

 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 23 - Sassari
I giovani imprenditori compiono 30 anni 
Martedì a Villa Mimosa un convegno e la presentazione di un libro 
SASSARI. Compie trent’anni il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Nord Sardegna e si racconta in un libro. Un traguardo che sarà celebrato martedì 1º marzo con un’iniziativa nella sede di Villa Mimosa, alla quale parteciperanno la presidente nazionale Federica Guidi insieme con tanti protagonisti del mondo produttivo ed economico.
«Giovani imprenditori, ieri, oggi e domani: 1980-2010», il titolo della pubblicazione che vuole riassumere l’attività svolta dalla nascita del movimento giovanile, ma anche evidenziare la volontà di guardare al futuro. Un battesimo avvenuto quando all’allora gruppo provinciale dei giovani imprenditori il presidente dell’Assoindustriali sassarese Fulvio Leoni affidò il compito «di contribuire a sviluppare una nuova cultura di società industriale e imprenditoriale, orientando i problemi e cercando di individuarne i valori». Un testimone che i «ragazzi» hanno raccolto negli anni e ora che molti di loro sono diventati la terza generazione della classe imprenditoriale locale guardano alla loro attività con la stessa passione e con lo stesso orgoglio ai quali li hanno educati le loro famiglie.
«Abbiamo pensato di ripercorrere la nostra storia non certo per autocelebrarci, ma come momento di riflessione per capire ciò che siamo stati, cosa abbiamo fatto e cosa vogliamo essere nel futuro, se vogliamo contribuire ad avere un paese moderno e capace di guidare con abilità le sfide della competizione globale - afferma Pietro Rau, presidente del gruppo che chiuderà il suo mandato dopo quattro anni di lavoro -. E ci raccontiamo contestualizzando il nostro impegno a livello locale, nazionale e internazionale».
Così le pagine, che si aprono con la prefazione di Federica Guidi e di Stefano Lubrano, presidente di Confinfustria Nord Sardegna, sono ricche di episodi, verbali, relazioni, ritagli di stampa e foto recuperate negli archivi. Una documentazione straordinaria e ragionata che accende i riflettori sulla situazione economica dell’isola e del Paese. Con settanta associati sui 500 di Confindustria Nord Sardegna, il movimento giovanile rappresenta una realtà importante, che vuole improntarsi al dinamismo e all’innovazione. E in questi anni ha lavorato per accrescere la cultura di impresa. Anche sotto la presidenza Rau è stata questa la parola d’ordine. «Abbiamo potenziato l’Orientagiovani, strumento di informazione tra gli studenti delle quarte classi degli istituti superiori per indirizzarli verso una scelta consapevole della facoltà universitaria - afferma Pietro Rau -, certi come siamo che coivolgendo le scuole possano passare i principi e i valori che riteniamo indispensabili per lo sviluppo economico, etico e sociale della collettività: merito, competitività, innovazione». Ma anche coraggio di andare avanti e che le imprese stanno sfoderando in questo difficile momento di crisi. «In un contesto non certo favorevole - afferma Pasquale Taula, vicepresidente del Gruppo giovani imprenditorie -, le aziende hanno dimostrato di avere la capacità di resistere».
«Da questa constatazione vuole partire la nostra richiesta di valorizzare il ruolo sociale dell’impresa - conclude Pietro Rau -. Un valore spesso non riconosciuto dal mondo del credito».(p.f.)
I PARTECIPANTI 
Ci sarà la presidente Guidi 
SASSARI. I lavori si apriranno martedì 1º marzo alle 16,30 a Villa Mimosa con i saluti di Stefano Lubrano, presidente di Confindustria Nord Sardegna, del sindaco Ganau, del rettore Mastino, della presidente della Provincia Alessandra Giudici e del presidente di Confindustria Sardegna Massimo Putzu. Pasquale Taula, vice presidente dei Giovani imprenditori, presenterà il libro sui trent’anni di attività. Poi la parola passerà al presidente uscente Pietro Rau con una relazione su «I valori delle imprese nel rating bancario». Quindi le testimonianze di Luca Filigheddu, proprietario del resort Villa del Golfo a Cannigione, e di Pierluigi Pinna, del caseificio Pinna di Thiesi. Jacopo Morelli, vice presidente nazionale dei Giovani imprenditori illustrerà il rapporto «Afferrare il futuro». Subito dopo si aprirà una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Giacomo Mameli. Partecipano il sociologo Nadio Delai, presidente di Ermeneia, società di ricerca, studio e consulenza alle imprese; l’economista Francesco Pigliaru, prorettore dell’Università di Cagliari; e Alessandro Laterza, presidente della commissione cultura di Confindustria che presenterà «Il manifesto della cultura d’impresa». Conclusioni di Federica Guidi, presidente nazionale dei Giovani di Confindustria.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
Quando a Tramariglio si andava ai lavori forzati 
Il primo volume di una collana dedicata al Parco di Porto Conte 
La colonia penale realizzata da Arturo Miraglia, lo stesso progettista del borgo di Fertilia 
SANDRO ROGGIO 
Il Parco Regionale di Porto Conte è una istituzione che ha competenze su un territorio di grande valore. Un paesaggio che è nei racconti antichi (Tolomeo indicava nei pressi di Alghero il Nymphaeus Portus, toponimo che ha resistito a lungo forse per la gratitudine di marinai scampati chissà quante volte alla burrasca in questa insenatura doppiamente protetta). Un paesaggio complesso, ancora ben conservato, luogo molto frequentato, specie per ragioni militari, nel corso dei secoli: dai genovesi, dagli aragonesi, dai piemontesi, che hanno lasciato tracce della loro presenza nell’ultimo millennio.
Il Parco ha pensato di dare conto di questo luogo nei dettagli, e Carlo Delfino, editore sassarese, ha messo in atto l’idea: una collana di piccoli libri, «I Quaderni del Parco di Porto Conte», curata da Vittorio Gazale, che è anche direttore del Parco. E’ uscito ora il primo volume della serie, riguardante un aspetto: una parte dell’area protetta che ha subito una speciale trasformazione nella prima metà del Novecento. «La colonia penale di Tramariglio» è il titolo, l’autore è Giorgio Peghin, dottore di ricerca e docente nella facoltà di Architettura di Cagliari.
Peghin si occupa di architetture del Novecento e ha tra l’altro esplorato con cura il caso di Fertilia e la bonifica della Nurra nell’ambito del più generale programma di sviluppo avviato nella fine dell’Ottocento. Una vicenda che si collega a quella di Tramariglio. La colonia penale che si insedia in questo luogo è anche in funzione della necessità di aderire al proposito di disporre della mano d’opera dei detenuti per i lavori di rinascita dell’agricoltura nel territorio algherese. D’altra parte l’uso di «forzati» per finalità pubbliche è una soluzione già ampiamente sperimentata nel primo Ottocento (in Sardegna nella costruzione della strada reale progettata da Carbonazzi).
Nel libro sono interpretati i rapporti tra i due insediamenti, nello sfondo della più generale questione delle colonizzazioni agricole nell’isola. Ma soprattutto si raccontano l’insediamento e le architetture, e si fa ulteriore luce su Arturo Miraglia, defilato ingegnere (funzionario dell’Ente che presiede alla bonifica), e progettista del primo disegno urbanistico per Fertilia (ma portato avanti da altri). A Miraglia è affidato il compito di progettare la colonia di Tramariglio alla fine degli anni Trenta. L’ingegnere replica l’esperienza di Fertilia con adattamenti alla circostanza di una funzione specializzata, con un’abile dissimulazione della funzione detentiva, forse la cifra stilistica del progetto, suggerisce Peghin. Una «ridente borgata» con tutte le componenti urbane: chiesa, piazza, ospedale, uffici e ovviamente il complesso centrale che ospita le funzioni carcerarie. Uno scenario singolare: colpisce la velleità monumentale, in quello spazio così lontano dal mondo. Le architetture sono quelle provenienti dalla diffusione dei linguaggi del Movimento Moderno, dalle idee funzionaliste che facevano presa sui più giovani ingegneri e architetti.
Di queste figure si dà conto nel libro con un esauriente apparato iconografico (di grande interesse le immagini e i documenti inediti custoditi nell’archivio Torre). Le schede di ogni fabbricato descrivono le soluzioni tipologiche adottate e attestano la qualità delle scelte progettuali originarie, spiegano i dettagli costruttivi, alcuni decisamente raffinati, di un complesso che rischiamo di perdere “per via delle continue modificazioni e del degrado”; per cui è urgente un intervento unitario di restauro.
Nel libro (127 pagine, 10 euro) oltre ai testi di Peghin sono contenuti i contributi di Antonio Sotgiu, Vittorio Gazale, Sergio Ortu, Toni Torre, Franceso Sasso.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
Presentazione del libro di Pierluigi Cherchi   
L’avventura di tre giovani nella Germania «Anni 70» 
SASSARI. Prendi la chitarra e vai a scoprire il mondo. È l’esperienza che hanno fatto tre giovani sassaresi negli Anni Settanta. L’ambizione di molti ragazzi, allora, era di cambiare il mondo, magari attraverso i messaggi da lanciare a suon di musica.
Estate 1973, il sogno beat è quasi alla fine. Tre ventenni, freschi di studi del liceo Azuni, alle prese con i primi esami della facoltà di Medicina, decidono di imbarcarsi per Genova, e con pochi soldi in tasca e una chitarra nello zaino, decidono di andare in Germania. Destinazione Bochum, un grande centro industriale che accoglie ragazzi e uomini del sud Europa alla ricerca di un lavoro. Nelle squallide baracche ci sono greci, turchi, slavi, spagnoli, calabresi, campani e ovviamnte molti sardi. L’impatto dei tre ragazzi con quella dura realtà sociale è scioccante ma molto intensa dal punto di vista umano e culturale. Ma i tre ragazzi, in quella babele multietnica, non si limitano a proporre solo la loro musica. Di quella straordinaria esperienza autobiografica Pierluigi Cherchi, direttore della scuola di specializzazione in Ginecologia dell’università, ora ci regala un racconto denso di umanità e di riflessioni. Un racconto che ha per titolo «Prendi la chitarra e vai, Kommea: musica, amore e libertà, viaggio avventura di tre ragazzi sassaresi nella Germania dei primi anni Settanta», pubblicato da Edes. Il volume, con la prefazione di Eugenia Tognotti, verrà presentato martedì 1ª marzo alle 20 all’hotel Carlo Felice dal Rotary Club Sassari Nord, ingresso libero. Oltre a Pierluigi Cherchi saranno presenti l’editore Alberto Pinna, Eugenia Tognotti, l’attrice Maria Antonietta Azzu (che leggerà alcune pagine del libro). Farà gli onori di casa il presidente del Rotary, Nicola Martino.
Pierluigi Cherchi è alla sua seconda fatica musical-editoriale dopo «C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones». Ma questa seconda pubblicazione mostra una maggiore maturità dell’autore nel raccontare un universo nel quale la musica è un importante filo conduttore. Un mondo, quello dell’emigrazione, che Cherchi racconta senza facili ricorsi alla retorica e alla facile sociologia.
Un mondo raccontato in prima persona, dal momento che in quella famosa estate del 1973, i tre ragazzi sassaresi hanno vissuto da operai dentro una fabbrica tedesca. Operai ai quali, qualche strumento culturale in più, non ha evitato nè la fatica, nè il disagio di appartenere a quella enorme massa di proletari che era quella moltitudine di diseredati costretti a cercare il pane lontano da casa.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Fatto del giorno
CREDITO ED ECONOMIA 
Sistema bancario al top? Il miglior asset è il personale 
Puntare sulla qualità per un giudizio rapido ed efficace su solvibilità e andamento della congiuntura economica 
di Antonio Sassu
DOCENTE DI ECONOMIA   UNIVERSITÀ DI CAGLIARI 
Le banche hanno la funzione centrale di produrre informazione, più precisamente, di determinare i soggetti passibili di insolvenza e così formare l’offerta di credito. Questa comporta una assunzione di rischi per le banche stesse e un certo saggio di crescita per il sistema economico. Pertanto, è di primaria importanza che l’informazione generale e specifica sia, per quanto possibile, lungimirante e corretta. In questa sede mi occupo prevalentemente di alcune modalità con cui viene fatta e degli effetti che ne possono derivare al sistema economico. La società civile ha un interesse diretto a che il comportamento del sistema bancario sia il più proficuo possibile.
L’attività di erogazione del credito può essere compresa attraverso una analisi delle imperfezioni che esistono nel campo dell’informazione e degli errori che le banche commettono e/o possono commettere. Accertarsi che un individuo sia solvibile richiede tempo e risorse, fornirgli credito comporta un’assunzione di rischio, aggiornare nel tempo il giudizio iniziale è costoso. Altrettanto si può dire per quanto riguarda il progetto da finanziare. Non esiste una relazione fra questi costi e l’ammontare del credito concesso. Se vengono meno gli elementi del giudizio positivo che la banca esprime il credito non sarà restituito, indipendentemente dalla sua dimensione. Così l’informazione può essere imperfetta perchè variano le condizioni economiche su cui essa si basa. Tuttavia, bisogna sforzarsi a produrre informazione corretta sull’economia e sull’impresa debitrice sia da parte degli analisti che dei settoristi della banca e ciò richiede capacità e competenze e comporta costi. Alcune banche investono sui loro dipendenti e spendono molto per la loro formazione continua; altre hanno un minore interesse e impiegano il risparmio dei cittadini in attività finanziarie poco utili per il sistema economico. Il personale è l’asset più importante per un’azienda che vende servizi. Da come esso viene gestito, dalla cultura della banca, dall’atmosfera che si respira dipende spesso l’informazione che si è in grado di produrre. La scelta del responsabile del personale pertanto è molto delicata e gran parte del comportamento della banca dipende da essa.
Il reclutamento del personale rappresenta un altro elemento importante nell’attività di produzione dell’informazione. C’è un qualche motivo del perchè alcune banche fanno i concorsi o le interviste e assumono i migliori? Direi di si. Nel futuro i dipendenti assunti saranno coloro che daranno un giudizio sulla solvibilità dei debitori e sull’andamento del sistema economico, produrranno, cioè, l’informazione. Assumere personale sulla base di criteri diversi da quelli della qualità e della capacità non mina solo la serietà della banca, ma a lungo andare, fa diminuire i profitti e, talvolta, crea problemi al bilancio. Le banche più dinamiche e più attente all’interesse pubblico, proprio perchè desiderose di contribuire alla soluzione di alcuni problemi del territorio, scelgono i più capaci.
Anche le promozioni e l’accesso ai gradi alti della banca hanno la loro influenza. Generalmente la preoccupazione più importante del superiore gerarchico non è tanto la professionalità del dipendente, quanto la sua fedeltà. I più meritevoli non necessariamente fanno carriera. Un esempio generale ed emblematico sono le donne nei confronti delle quali c’è sempre un pregiudizio. E’ molto difficile trovare personale femminile fra gli alti vertici della banca e talvolta anche fra i settoristi. E’ chiaro che l’assunzione del personale e la promozione verso gli alti gradi della carriera influiscono sulla produzione dell’informazione e, quindi, sull’erronea formazione del credito. Lo sviluppo economico dipende anche da queste cose, come pure dalle pressioni che la cultura e l’ambiente della società esercitano.
 
    
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