UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 9 febbraio 2011

Mercoledì 9 febbraio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 febbraio 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 
L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 21
Coste che scompaiono: alleanza contro l'erosione
Provincia. Piano territoriale per arginare un fenomeno in pericoloso aumento
 
Un piano territoriale per arginare un fenomeno che ha gravi conseguenze ambientali ed economiche. È la ricetta della Provincia di Sassari per combattere l'erosione costiera ed i suoi devastanti effetti sui principali litorali della costa nord occidentale dell'Isola.
Per affrontare una situazione che ormai è di piena emergenza il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, gli assessori dell'Ambiente, Paolo Denegri, e della Programmazione, Enrico Daga, hanno deciso di proporre la costituzione di un gruppo di coordinamento tecnico-scientifico e amministrativo.
La proposta verrà avanzata nel corso dell'incontro convocato per il prossimo mercoledì, 16 febbraio, alle 10, nella sala Angioy del palazzo della Provincia.
Con una lettera inviata ieri mattina sono stati invitati a far fronte comune i sindaci di Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Sassari, Sorso, Stintino, Valledoria e Villanova Monteleone, il rettore dell'Università di Sassari, i vertici sassaresi del Cnr, il presidente del Parco nazionale dell'Asinara, il presidente del Parco regionale di Porto Conte, il presidente della Camera di Commercio di Sassari, l'assessore regionale dell'Ambiente e il direttore dell'agenzia Conservatoria delle coste.
«Negli ultimi mesi abbiamo lavorato ad alcune iniziative per coinvolgere gli attori interessati in un processo coordinato di lotta all'erosione costiera - spiega Denegri -Attraverso sopralluoghi e studi si è verificata la necessità d'un piano territoriale». Proprio per questa ragione «al confronto deve prendere parte anche chi tutela gli interessi della industria turistica», dice Giudici per spiegare il coinvolgimento degli attori economici nel gruppo di coordinamento. «Anche per dare concretezza agli impegni assunti - prosegue il presidente - proponiamo di costituire un gruppo di lavoro che individui le attività di analisi scientifica e le iniziative progettuali».
Tali passaggi «saranno propedeutici a un'eventuale richiesta di finanziamenti, da rivolgere a tutti i livelli di governo, a iniziare da quello comunitario - afferma l'assessore Daga - Il settore Programmazione dell'Amministrazione provinciale è pronto ad assumere il coordinamento dell'iniziativa».
 
2 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp - Pagina 22
Vecchie fattorie, nuove scuole
Visite guidate per scoprire i prodotti genuini
Sanluri. Un programma di lavoro concordato con gli istituti scolastici, la Provincia e l'agenzia Laore
 
Promuovere la qualità e i prodotti locali: è l'obiettivo del progetto di educazione alimentare ribattezzato «Satu po imparai». Coinvolte tutte le scuole e le aziende agricole individuate dall'agenzia Laore. Nascerà anche un menù per le mense scolastiche
Prima di tutto la qualità e se poi i prodotti sono locali è ancora meglio. È l'imperativo categorico di chi si occupa di sana e corretta alimentazione. Ed è partendo da questo principio che l'assessorato provinciale alla Pubblica istruzione e l'Agenzia regionale Laore hanno sviluppato un progetto di educazione alimentare, ambientale e sulla ruralità "Satu po imparai".
Per realizzare l'iniziativa si avvalgono della collaborazione delle fattorie didattiche e degli istituti comprensivi di Samassi, Villamar, Lunamatrona, Gonnosfanadiga, San Gavino, Pabillonis, Sardara, Barumini e Arbus, delle direzioni didattiche di Villacidro e Guspini e delle scuole private dell'infanzia di Guspini e Sanluri. È il secondo anno di programmazione.
INIZIATIVE Ieri nell'azienda agrituristica Su Stai a Sanluri Stato, ai dirigenti scolastici e ai responsabili delle fattorie didattiche sono state illustrate le iniziative per quest'anno scolastico. «Obiettivo dell'iniziativa è il recupero, attraverso la conservazione e la valorizzazione del rilevante patrimonio di saperi e produzioni agroalimentari tipiche che caratterizza un territorio a forte vocazione rurale come il Medio Campidano», ha affermato Gian Luigi Piano, assessore provinciale alla Pubblica istruzione. Il progetto di quest'anno prevede un percorso più ricco per i bambini che, oltre a visitare la fattoria e conoscerne prodotti e segreti, stando a contatto con la natura, concretamente entreranno nel vivo delle attività, individuando, sotto la supervisione dell'Agenzia Laore e della Asl, i prodotti per l'ideazione di un menù da inserire sperimentalmente nelle mense.
IL PROGETTO «È un progetto di ampio respiro, che coinvolge in particolare i bambini che un giorno saranno adulti consapevoli. Far conoscere le regole di una sana alimentazione significa promuovere un modus vivendi qualitativamente elevato, all'interno di un sistema virtuoso in cui scuole, fattorie ed enti preposti, lavorando in rete, possano cogliere risultati quanto più concreti possibili per il territorio». Nella giornata di ieri è stato istituto anche il "tavolo partecipato" per elaborare capitolati di appalto-tipo, da proporre ai comuni, che prevedano il consumo dei prodotti locali nelle mense scolastiche.
Il tavolo, coordinato dalla Provincia, attraverso l'assessorato alla Pubblica istruzione, è composto da tre rappresentanti dei sindaci e delle scuole del territorio (infanzia statale e non statale, primaria e secondaria di I grado), uno dell' Asl 6 di Sanluri, dell'Agenzia regionale Laore, delle fattorie didattiche, un rappresentante per le organizzazioni di categoria e per i soggetti gestori di mense scolastiche, un rappresentante di ciascun Gal della Provincia (Monte Linas e Marmilla), dell'Anci e dell' Università.
GIAN PAOLO PUSCEDDU

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Fatto del giorno
IL CREDITO
Alla Sardegna servono banche aperte al rischio
Uno strumento utile potrebbero essere i consorzi fidi, perché capaci di cogliere le domande reali dell’economia
* PROFESSORE DI ECONOMIA   UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
I consorzi fidi sono utili al sistema del credito in Sardegna? E’ questo l’interrogativo emerso qualche giorno fa nell’ambito di un interessante convegno organizzato a Cagliari.
 La Sardegna presenta una percentuale di sofferenze bancarie, cioè di insoluti rispetto al credito ricevuto dalle banche, molto maggiore del settentrione d’Italia. Questo potrebbe essere interpretato come un’eccessiva concessione di credito bancario rispetto alle esigenze della economia, quindi una concessione di credito anche a coloro che non dovrebbero averlo. La verità è che il sistema bancario regionale dà proporzionalmente meno credito della media del sistema bancario nazionale. Quindi, non è vero che le alte sofferenze sono dovute alle maglie larghe del sistema bancario regionale. Allora come si spiega la percentuale di sofferenze?
 Deve essere chiaro che le banche sono imprese private generalmente avverse al rischio e fanno di tutto per evitare di finanziare operazioni che non siano più che sicure. Di fronte ad un progetto la cui realizzazione dipende da variabili future e un progetto relativo a una attività in piedi da tempo, la banca sceglie quello che non presenta rischi indipendentemente dal profitto. Tanto meno si pone problemi macroeconomici e dell’occupazione. Ciò è contrario all’innovazione, allo sviluppo del credito e allo sviluppo economico. Non solo, talvolta, la banca non ha neppure la professionalità tout court per valutare i progetti oppure tace sulla loro futura realizzazione. Concede credito a chi non lo merita e non lo concede a chi lo merita. Le elevate sofferenze spesso dipendono da una valutazione sbagliata del merito di credito.
 Si può risolvere questo problema? Credo di sì, se si hanno le adeguate conoscenze. Si deve saper superare l’avversione al rischio e, più in generale, bisogna fare i corretti confronti. Una buona valutazione del tessuto produttivo e una approfondita conoscenza delle persone aiutano certamente a dare la risposta adeguata alla domanda di credito presentata. Ma non basta. Una preparazione tecnicamente migliore e ispirata alla creatività e al benessere sociale assicura un comportamento più produttivo per tutti.
 Veniamo ora alla domanda iniziale. Che ruolo possono svolgere i consorzi fidi delle associazioni produttive? I consorzi fidi conoscono meglio delle banche i loro associati e sono nella condizione di poter valutare se la domanda di credito presentata è meritevole di essere finanziata o no. Data la prossimità con la clientela essi avrebbero le competenze richieste, soprattutto se la loro dimensione territoriale non è molto ampia. Il loro giudizio è oggettivo e non di parte, come viene richiesto dalle banche? La strada della trasparenza è ancora impervia, però il fatto che ora i consorzi fidi siano sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia e che rispettino le regole aiuta molto. I servizi di assistenza alle imprese, di consulenza in materia finanziaria e societaria sono sempre più affidabili. Tuttavia, non basta ai fini dello sviluppo economico.
 Essi hanno un valore aggiunto che li rende utili al sistema del credito. Hanno una cultura complementare a quella delle banche perché sono espressione di un territorio e di un segmento della società e portatori di valori sociali. Sono aperti alle novità, non possono essere avversi al rischio e devono agire sempre a favore della collettività. Da questo punto di vista dovrebbero essere uno dei motori dello sviluppo economico. In quanto difensori di interessi pubblici e, allo stesso tempo, rigorosi nel giudizio, il loro apporto al sistema del credito diventerebbe prezioso. Inoltre, il loro assetto societario di cooperative mutualistiche, che esclude le pressioni di distribuzione del profitto fra i soci e favorisce gli investimenti, rappresenta un punto di forza per la comunità.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Consiglio comunale, l’assessore Campus introduce il dibattito sul piano particolareggiato del centro storico
Le strategie per gli antichi rioni
Quasi due anni fa erano stati approvati gli indirizzi. Polemiche sui «vuoti»
ROBERTO PARACCHINI
 
 CAGLIARI. «Il centro storico è strategico per la città», ha affermato Gianni Campus, responsabile comunale Urbanistica, che ieri ha presentato in consiglio comunale il piano particolareggiato per gli antichi rioni: porta d’ingresso per l’adeguaemnto del Puc al Ppr regionale.
 Per Campus il centro storico di Cagliari è uno dei luoghi più centrali della comunità, sia per l’hinterland che per l’intera Sardegna. Per poi diventare strategico per l’Europa e il Mediterraneo. Ma non per una megalomania del capoluogo sardo. Bensì - come ha spiegato a La Nuova l’assessore - perchè nelle città ci sono le radici profonde delle comunità. E qui Campus cita il filosofo Massimo Cacciari (già sindaco di Venezia) per rafforzare l’idea che ogni città con la propria specifica attitudine, diventa un centro di qualificazione del territorio.
 Gli indirizzi del piano particolareggiato del centro storico erano stati presentati quasi due anni fa in Consiglio. Prima di arrivare in assemblea come piano vero e proprio, la Giunta doveva adeguarlo al piano paesaggistico regionale. E questo è stato fatto. In specifico il piano, come affermato dall’assessore Campus, è la «porta d’ingresso» per l’adeguamento di tutto il Puc al Ppr.
 In particolare il piano è «attuativo» ma, appunto, «particolareggiato»: quindi «funzionale al perseguimento degli obiettivi strategici». Ma per l’assessore è l’intera città che va «rifondata» con un «nuovo modello che va pensato». Occorrono insomma una serie di «capisaldi forti» in grado di fungere da punti di riferimento, come ad esempio la lotizzazione (il piano integrato) ipotizzato per Terramaini (e di cui La Nuova ha parlato nei giorni scorsi).
 Il piano del centro storico prevede anche 32 «vuoti urbani», alcuni considerati come «spazi strategici», altri come zone della memoria e altri ancora (i più) come aree trasformabili. Un problema che ha visto gli ambientalisti schierati sulla difesa dei «vuoti» nell’esigenza di «difenderli come luoghi di incontro per la collettività». Per l’assessore Campus, «in generale bisogna smettere di pensare agli antichi rioni in termini di quantità e iniziare a parlare di qualità» sia come valore del manufatto «che in termini funzionali».
 Il discorso è valido anche per i luoghi e gli immobili indicati nel piano e per i quali si sono ipotizzati possibili utilizzi futuri. Ma per tutti «sarà indispensabile trovare degli interpreti adeguati». Un discroso valido anche l’ospedale San Giovanni di Dio (citato dall’assessore), dove sono stati spesi circa cinquata miliardi di vecchie lire. «Ma solo perchè è un presidio sanitario, ma in futuro non potrà esserlo nuovamente: bisognerà trovare un’altra interpretazione e adeguati finanziamenti». Lo stesso dicasi per l’ex Manifattura tabacchi: ottimo immobile se si hanno dei progetti, altrimenti rischia di «essere una polpetta avvelenata».
 Come propsettiva per il centro storico c’è un rapporto sempre più stretto con l’università. «Ho incontrato il rettore Giovanni Melis - ha precisato Campus - e molte delle future funzioni di molti luoghi (come la Fossa di San Guglielmo) dipenderanno anche dalle scelte dell’ateneo. Di certo sannano importanti anche i sistemi di relazione, i trasporti tra i vari luoghi».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - sassari
Il docente, dal 98 coordinatore delle scuole di specializzazione dell’Università, coordinerà il nuovo dipartimento
Undici chirurgie sotto la guida di Mario Trignano
 
 SASSARI. Mario Trignano è stato eletto direttore del nuovo dipartimento di Chirurgia, microchirurgia e medicina e chirurgia dell’Università. Docente ordinario di Chirurgia generale, Trignano dirige dal 98 l’istituto di Patologia chirurgica della facoltà di Medicina e le scuole di specializzazione in chirurgia dell’apparato digerente e in chirurgia toracica. Con l’elezione di Mario Trignano sono state aggregate sotto un unico coordinamento 11 strutture universitarie. «Un passo significativo - si legge in una nota dell’Aou - verso l’organizzazione dipartimentale dell’Azienda ospedaliero universitaria, prevista anche nella riforma dell’Università». Il nuovo dipartimento, che riunisce la quasi totalità delle discipline chirurgiche e due a indirizzo internistico, ha come finalità principale la gestione amministrativa unica attraverso un unico centro di spesa.
 «L’organizzazione dipartimentale, soprattutto quando verranno rese attuative le linee indicate dalla riforma, avrà un impatto positivo sulla ricerca - anticipa Trignano - attraverso la attivazione di dottorati e sulla formazione di studenti e di specializzandi. Attraverso la razionalizzazione delle risorse e dei percorsi assistenziali, inoltre, questa organizzazione potrà migliorare ulteriormente la qualità dell’assistenza erogata dall’Aou. Auspico che tutte le chirurgie della facoltà possano confluire in un unico dipartimento».
 
6 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
Università: in Oculistica Carta figlio succede al padre
Respinta l’incompatibilità proposta perché un cugino lavora nel dipartimento di Chirurgia
Per il Consiglio di facoltà mancano le norme attuative della riforma Gelmini
 
 SASSARI. In Oculistica Arturo Carta, 41 anni, succede al padre Francesco, ultimo direttore della clinica, in congedo dal 1º novembre per limiti d’età. Nessun colpo di scena, dunque, nel 4º atto di una delle saghe familiari d’ateneo. Nel Consiglio della facoltà di medicina la posizione, marginale, di chi era contrario alla chiamata in cattedra è stata respinta. A nulla è valso sostenere l’incompatibilità dovuta al fatto che nel dipartimento di chirurgia lavora un cugino del neopromosso, situazione vietata dalla riforma Gelmini. Per la maggioranza mancano ancora le norme attuative.
 
Pagina 6 - Sardegna
L’Oculistica va di padre in figlio
Tutto confermato a Sassari: Carta junior subentra a Carta senior
CATTEDRE E PARENTI Respinte le eccezioni d’incompatibilità per l’applicazione della riforma Gelmini
 
 SASSARI. Tutto come previsto: in Oculistica Arturo Carta, 41 anni, succede al padre Francesco, ultimo direttore della clinica, in congedo dal 1º novembre per limiti d’età. Nessun colpo di scena, dunque, nel 4º atto di una delle saghe familiari d’ateneo. Nel Consiglio della facoltà di medicina la posizione, marginale, di chi era contrario alla chiamata in cattedra è stata respinta. A nulla è valso sostenere l’incompatibilità dovuta al fatto che nel dipartimento di chirurgia lavora già un cugino del neopromosso, situazione espressamente vietata dalla riforma Gelmini.
 «Mancano i regolamenti attuativi delle nuove disposizioni - è stato replicato - E in ogni caso il concorso si è svolto con le vecchie leggi».
 I primi tre atti di questa storia in apparenza complicata erano stati l’ufficializzazione delle prove d’esame, il pensionamento di Carta senior e il miglior piazzamento alle prove - 16 i candidati - di Carta junior. Ora arriva la decisione presa ieri dal Consiglio. Decisione che nelle pratiche accademiche dell’isola pare inserirsi in un solco di tradizioni consolidate.
 Da un lato, le esigenze di ordine generale tradotte nelle norme anti-parentopoli volute dal ministro almeno a Sassari non sembrano interessare parecchi professori universitari. Dall’altro lato, si evidenzia oggi molto bene come la gran parte dei docenti ordinari e associati chiamati a esprimersi sul caso specifico sia certa di avere le spalle coperte sul piano giuridico: nella riunione di ieri, su una cinquantina di presenti, solo un voto contrario e un paio di astensioni riguardo alla chiamata di Arturo Carta.
 Tutto ciò nonostante il 29 gennaio scorso la riforma sia entrata in vigore a tutti gli effetti. E sebbene ogni nuovo assunto debba firmare una dichiarazione nella quale attesta di non avere rapporti di parentela sino al quarto grado nell’ateneo che lo sta chiamando in servizio.
 Naturalmente bisognerà verificare adesso altre condizioni. C’è la copertura finanziaria di quella cattedra nei «punti-organico» della facoltà? Esiste cioè una corrispondenza tra concorso bandito e soldi disponibili per pagare il vincitore? E che cosa decideranno nei successivi passaggi il rettore, il direttore amministrativo, lo stesso il consiglio d’amministrazione dell’ateneo?
 In discussione non c’è infatti solo un posto di associato. A prescindere dalle scelte dei prossimi mesi, al centro del problema resta la guida futura di una divisione con 3 medici universitari, 10 ospedalieri e decine d’infermieri che ogni anno nel Nord Sardegna assicura duemila interventi, quarantamila visite, tremila ricoveri. Carta junior, dopo la chiamata di ieri, sarà il più alto in grado nella gerarchia universitaria di quella struttura: subentrerà a Carta senior anche in questo ruolo di coordinamento?
 La notizia delle scelte fatte dal Consiglio ristretto di Medicina - ossia non aperto ai ricercatori, così come vogliono in queste circostanze le prassi e le disposizioni vigenti - si è appresa solamente a tarda sera. Nella mattinata c’erano state frenetiche consultazioni tra i vertici dell’ateneo. A suscitare qualche dubbio prima della conferma finale, le riflessioni legali inserite nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale presentato dagli avvocati di uno dei candidati esclusi, l’«interno» Antonio Pinna, arrivato terzo al concorso.
 Nel documento ci si riferisce appunto alle incompatibilità previste dalla riforma e alle tempistiche per le immissioni in ruolo. Ma nella riunione di ieri non si poteva chiaramente andare troppo per le lunghe: era l’ultimo giorno utile prima della decadenza del vincitore, chance che la gran parte dei componenti del Consiglio ha ritenuto non poter essere perduta, pena gravi omissioni.
 E il ricercatore che ha promosso il ricorso che cosa pensa di guadagnare? Nato a Sassari il 12 luglio 1963, laurea in medicina con 110 e lode, specializzazione col massimo dei voti, Antonio Pinna nel 1995 ha lavorato in prestigiose cliniche londinesi. È autore di 56 lavori pubblicati su riviste internazionali, con revisione paritaria al massimo livello. Come relatore ha presentato 44 comunicazioni scientifiche a congressi di valenza mondiale. Il suo nome figura nell’edizione 2011 di «Who’s Who in The World», edita da Marquis, a New Providence, negli Usa.
 Titoli e riconoscimenti che, nella saga accademica sassarese, non sono stati ritenuti sufficienti per la promozione da ricercatore ad associato. Se mai il Tar gli darà ragione, Pinna non potrà infatti rivendicare un nuovo ruolo: otterrà soltanto l’annullamente del concorso.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Un simposio ad Ingegneria per valorizzare il trenino
Meloni: «Il metrò di superficie fa risparmiare salute e denaro»
 
 CAGLIARI. Dall’indagine del Crimm (Centro ricerche modelli e mobilità) emerge che a 300 metri dalle sette fermate della metropolitana risiedono 25 mila potenziali utenti. Attualmente, sull’asse Cagliari-Monserrato, sono pari a 285mila euro i costi quotidiani per l’uso dell’auto. Mentre l’inquinamento di ossido di carbonio, pari a 22.500 tonnellate al giorno, si ridurrebbero a un decimo con la metropolitana di superficie. Per chiarire tutti questi problemi e spezzare una lancia a favore di questo mezzo di trasporto, domani alle 10,30, nell’aula magna di Ingegneria (piazza d’Armi), il Crimm presenta i dati sulla mobilità e sui costi, finanziari e ambientali, degli spostamenti in auto tra Cagliari e Monserrato. L’incontro si svolge nell’ambito della conferenza di presentazione del programma “Casteddu Mobility Styles”. Si tratta di un programma di “Cambiamenti volontari di viaggio”, teso a promuovere le diverse forme di mobilità sostenibile, attuato con la collaborazione dell’Arst e che dà particolare importanza alla promozione della linea di metropolitana leggera, in servizio da appena tre anni e, a oggi, ancora sottoutilizzata. E la ricerca dimostra i vantaggi dei questo mezzo rispetto al veicolo privato.
 

Questionario e social

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