Mercoledì 9 marzo 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 marzo 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 16
Il fegato? Si “produce” dalla placenta
Un giovane cagliaritano scopre come isolare cellule epatiche
La ricerca del biologo Fabio Marongiu pubblicata a marzo su una rivista internazionale
 
Cagliaritano di 31 anni, ricercatore con esperienza negli Usa, Fabio Marongiu ha scoperto che dalla placenta si possono estrarre cellule epatiche.
Chi soffre di malattie al fegato pone la propria fiducia in ragazzi come Fabio Marongiu, biologo trentunenne specializzato in chemioterapia delle infezioni da virus, che è riuscito a ottenere cellule epatiche dalla placenta. Il rilievo del suo studio è confermato dalla pubblicazione sul numero di marzo della rivista internazionale “Hepatology”. Per i pazienti affetti da insufficienza epatica acuta o cronica, e per chi soffre di difetti ereditari del metabolismo, questa scoperta rappresenta la speranza di non dover subire un trapianto d'organo.
LA RICERCA Ottenere cellule epatiche non è semplice. Allo stato attuale l'unico modo è il trapianto di un fegato sano. Marongiu invece ha avuto l'idea di utilizzare la placenta, e in particolare la membrana amniotica, per isolare le cellule epatiche. Due anni e mezzo di ricerche negli Stati Uniti e uno a Cagliari per scoprire che cellule del fegato possono essere ricavate dalla membrana che avvolge il feto e che, dopo il parto, viene buttata. «Si tratta di cellule con caratteristiche staminali, cioè che hanno ancora la capacità di differenziarsi in tipi diversi», spiega Marongiu. «La ricerca dimostra che sia attraverso trattamenti in vitro - in provetta - sia attraverso il trapianto in animali da laboratorio, queste cellule possono diventare epatiche».
LE RICADUTE «È stato dimostrato», continua il ricercatore, «che anche il trapianto di cellule isolate ottenute dalla placenta può essere una valida alternativa a quello d'organo». Questo perché «le cellule sane in un fegato malato si integrano e si espandono e suppliscono laddove l'organo non lavora bene».
GLI SVILUPPI Ma per arrivare a questo stadio c'è bisogno ancora di tempo e di sperimentare. «Prima bisogna testare le cellule su modelli animali e poi sull'uomo», ricorda lo scienziato. Per arrivare a stadi avanzati della sperimentazione, Marongiu, che all'Università lavora con l'équipe del professor Ezio Laconi, ha chiesto finanziamenti sia al ministero dell'Università, a quello della Salute e alla Comunità europea.
IL RICERCATORE Nato a Cagliari nel 1979, dove si laurea in Scienze biologiche e prende il dottorato di ricerca in Chemioterapia delle infezioni da virus nel 2006, Marongiu l'anno successivo parte per l'Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, per un progetto di ricerca finanziato dal programma Master and back della Regione. «Mi hanno offerto di rimanere negli States, ma ho preferito partecipare al percorso di rientro del programma». Che ha finanziato un assegno di ricerca per 2 anni di 1500 euro mensili, che scade proprio oggi. «Ma mi hanno rinnovato l'assegno con i fondi del laboratorio del professor Laconi». Poco meno della borsa regionale, mentre negli Usa un collega con lo stesso grado intasca circa 2800 dollari.
MARIO GOTTARDI
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
università
Protocollo per diffondere la cultura matematica
 
Sarà firmato domani, alle 11,30, nel Rettorato, in via Università 40, un protocollo d'intesa tra l'Ateneo cagliaritano, l'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna, il Crsem (Centro di ricerca e sperimentazione per l'educazione matematica) e il Comitato scuola Citt.
L'accordo ha come finalità coinvolgere le diverse componenti del sistema scolastico, dell'Università e dell'associazionismo in una esperienza finalizzata principalmente a divulgare la cultura matematica e a incentivare l'accesso alle facoltà scientifiche in generale, e in particolare al corso di studi di matematica. Sullo sfondo, l'organizzazione degli ormai imminenti Campionati internazionali di giochi matematici.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 23
La Luiss a caccia di talenti nel Nord Sardegna
Sassari. L'obiettivo è di reclutare i migliori studenti dopo il diploma
 
Reclutare i migliori talenti su tutto il territorio nazionale, valorizzando l'eccellenza di un modello che, per la qualità della didattica e dell'ambiente studentesco e il forte collegamento con il mondo del lavoro, forma con cultura d'impresa e vocazione internazionale “classe dirigente” per il Paese. Questi sono gli obiettivi che la Luiss - Libera Università Internazionale degli Studi sociali Guido Carli di Roma – illustrerà domani agli studenti dell'ultimo anno delle scuole medie superiori del territorio, ai docenti e ai loro genitori. L'appuntamento è per le 11.15, al liceo Classico linguistico Gramsci, in via Anglona 16.
Introdurrà i lavori Marco Tarantola, direttore Confindustria Nord Sardegna che illustrerà il rapporto tra formazione e mondo del lavoro e, soprattutto, i profili e le competenze ritenuti più utili per il sistema delle imprese del territorio. A seguire, gli interventi di Rita Santarelli, vice presidente della Luiss, di Michel Martone, docente di Diritto del lavoro presso la facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo romano, che illustrerà l'offerta formativa delle tre facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche e di Alessandro Petti, responsabile Relazioni associative Luiss, che presenterà il modello formativo e i servizi offerti agli studenti. (m. c.)
 
4 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 12
Consorzi e imprese
Distretti industriali, bando da due milioni di euro
 
Oltre due milioni di euro per il miglioramento dei servizi nei distretti industriali e nei sistemi produttivi locali. Possono beneficiarne i consorzi, le società consortili e le associazioni temporanee di imprese attivi all'interno di distretti industriali e sistemi produttivi locali.
Tra i potenziali beneficiari il distretto del lapideo nelle province dell'Ogliastra, Nuoro e Olbia-Tempio; quello del sughero a Calangianus-Tempio Pausania e della moda e del tessile delle province di Oristano, Nuoro e Ogliastra. Inoltre, possono concorrere anche i sistemi produttivi locali attivi in Sardegna nella logistica avanzata, nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, della nautica, dell'industria agroalimentare e delle biotecnologie della salute.
I piani di sviluppo devono riguardare ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e interscambio di conoscenze e tecnologie tra mondo distrettuale e università, organismi di ricerca. Le istanze devono essere trasmesse, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, a Rti Banco di Sardegna Spa Sardaleasing Spa Ufficio finanza d'impresa e crediti speciali piazza Castello, 1 07100 Sassari. Fotocopia della domanda all'assessorato dell'Industria (viale Trento, 69). (al.cor.)

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
Cellule del fegato dalla placenta: un passo nel futuro
L’importante risultato raggiunto da un giovane ricercatore dell’università di Cagliari
Nascono nuove prospettive per individuare terapie alternative al trapianto
 
 CAGLIARI. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cagliari è riuscito a ottenere epatociti a partire da cellule isolate dalla placenta. Si tratta di un importante passo avanti verso l’individuazione di una o più strategie, sicure e riproducibili, e alternative al trapianto del fegato, ad oggi unica terapia possibile per la cura delle patologie epatiche. Il rilievo della ricerca è confermata dalla recente pubblicazione dello studio sulla rivista «Hepatology», una delle più autorevoli del settore. «Abbiamo utilizzato cellule della placenta - ha spiegato Fabio Marongiu - perchè di origine embrionale».
PARACCHINI a pagina 11
 
Pagina 11 - Sardegna
Primo passo verso strategie alternative al trapianto
Ricercatore sardo ottiene dalla placenta cellule del fegato
ROBERTO PARACCHINI
 
 CAGLIARI. Il primo ad accorgersene è stato Prometeo, legato a una roccia e vittima delle tortura inflittagli da Zeus: un’aquila gli dilaniava il fegato che, durante la notte, gli ricresceva. Per il mito greco, immortalato da Eschilo, si trattava di una punizione. Per la scienza invece di una possibilità: le cellule di questo organo possono rigenerarsi, ma a patto che si sappia innescare questo meccanismo.
 Un passo avanti in questa direzione l’ha fatto Fabio Marongiu, giovane ricercatore (ha 31 anni) dell’istituto di Patologia generale della facoltà di Medicina di Cagliari: è riuscito a ottenere epatociti, cellule del fegato, partendo da quelle isolate dalla placenta. Si tratta - si legge nella letteratura scientifica - di un importante passo avanti verso l’individuazione di una o più strategie, sicure e riproducibili e alternative al trapianto di fegato, ad oggi l’unica terapia possibile per la cura delle patologie epatiche. Il rilievo del risultato è comprovato dalla pubblicazione su «Hepatology», una delle più autorevoli riviste del settore.
 Il quadro della ricerca parte da una difficoltà diffusa: in generale non è facile trovare cellule epatiche in quanto l’unica fonte sicura sono gli stessi fegati che, però, sono gelosamente (e giustamente) custoditi per i trapianti, per cui ne è preclusa la loro utilizzazione a scopo sperimentale. Da qui la necessità di «inventare» altre metodologie. «L’idea di utilizzare cellule della placenta e in particolare della membrana amniotica - spiega Marongiu - nasce dal fatto che questo tessuto, essendo anch’esso di origine embrionale, è costituito da cellule di notevole plasticità: in grado di differenziarsi in cellule di altro tipo».
 Uno dei settori più promettenti e gettonati della ricerca punta sullo studio della rigenerazione dei tessuti: in questo modo potrebbero curarsi gravi patologie e sostituire parti del corpo più o meno amputate. Tutto prende avvio dallo studio delle cellule staminali: che ancora non si sono sviluppate e che è possibile far diventare grandi in un modo (come cellule di un occhio, ad esempio) o in un altro (come componenti della pelle) ecc. «In questo settore - continua Marongiu - lo studio si è sviluppato soprattutto in due direzioni: nella sperimentazione delle cellule embrionali, da un lato, e in quello delle pluripotenti indotte. In quest’ultimo caso si utilizzano cellule adulte che si cerca di far tornare allo stato staminale. Nel primo, invece, si tenta di capire i meccanismi che spingono una cellula embrionale (ancora in fase staminale) a crescere in un modo o in un altro».
 Ma in entrambi i casi vi sono delle difficoltà: nelle pluripotenti il percorso da fare è ancora molto lungo e diversi problemi da risolvere; per le embrionali vi sono in Italia alcune limitazioni legislative e, in più, «anche scientifiche - precisa Marongiu - nel senso che queste cellule si riproducono di continuo e non è ancora chiaro il meccanismo che permette di frenare questo processo. Da qui l’individuazione, come abbiamo fatto noi, di strade alternative».
 Fabio Marongiu, che lavora assieme all’equipe di Ezio Laconi (docente di Patologia generale), ha svolto ricerca per due anni anche alla University of Pittsburgh, negli Usa, assieme a un numero uno del settore: Stephen Strom. In America è atterrato nel 2007, poco dopo la laurea e grazie al programma Master and back, le borse di studio regionali che permettono ai laureati di fare esperienza di studio all’estero. Ma il futuro di Marongiu non è detto che sia in Sardegna: ora è «assegnista di ricerca», ovvero ha una «borsa» che gli viene dall’università, ma è un precario. «Io preferirei poter restare nell’isola - spiega - ma con questa riforma non sono in grado di dire come potrà andare a finire». La ricerca, però, prosegue: «A Cagliari ho continuato le linee di progettazione iniziate a Pittsburgh - precisa - ma il lavoro da fare è ancora molto. Il nostro obiettivo è rendere ripetibile per tutti la nostra metodologia. In secondo luogo, arrivare a creare un numero elevato di epatociti in modo che possano essere introdotti nel fegato malato per riprodurre le cellule sane. Ma prima di arrivare all’uomo sarà necessario continuare la sperimentazione negli animali, attualmente fatta in topi e ratti. Dovremo passare a specie animali più grandi».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Cagliari
Perdasdefogu, incontro all’Ipsia sulla Sindrome di Quirra
 
 PERDASDEFOGU. I risultati dello studio statistico sull’incidenza dei tumori nel territorio e nelle zone limitrofe al Poligono interforze del Salto di Quirra (Pisq) verranno presentati domani alle 17,30 nei locali dell’Ipsia di Perdasdefogu.
 L’appuntamento è organizzato dal Comune «allo scopo - spiega l’invito firmato dal sindaco Walter Mura - di dare un contributo di conoscenza sulla cosiddetta Sindrome di Quirra». A spiegare lo studio sarà Pierluigi Cocco, del Dipartimento della sanità pubblica - Sezione di medicina del lavoro - dell’Università.
 Il sindaco di Perdasdefogu ha invitato a partecipare il presidente della Provincia Ogliastra, il commissario straordinario dell’Asl di Lanusei, il generale comandante del Pisq, i sindaci di Villaputzu, Escalaplano, della Unione dei Comuni e i componenti del Comitato di studio provinciale sulle problematiche di Quirra.
 

Questionario e social

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