Lunedì 31 gennaio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 gennaio 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
    
1 - L’Unione Sarda / Prima pagina
Servono nuove regole
REGIONE E UNIVERSITÀ, I SOLDI NON BASTANO
di Giuseppe Marci  
Nella relazione tenuta per l'inaugurazione dell'Anno accademico, il rettore dell'Università di Cagliari ha illustrato la situazione economica dell'ateneo, caratterizzata da una progressiva riduzione del finanziamento ministeriale e da un crescente apporto di risorse erogate dalla Regione sarda. Grazie a tale apporto è stato possibile integrare, in parte, i tagli dello Stato: «L'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale - ha detto il Rettore - è stata fondamentale». Naturalmente ciò è vero.
Ora però, spogliandomi della veste di insegnante dell'Università e ragionando da cittadino, da cittadino sardo, vorrei ribadire ciò che vado sostenendo da tempo: quell'attenzione è fondamentale ma non ancora sufficiente.
Non è sufficiente sul piano politico, intendo. Tutti noi sappiamo come si sia sviluppato, nei decenni, il rapporto fra Università e Regione Sardegna; abbiamo un'idea dell'entità dei finanziamenti erogati in maniera disorganica e sulla base di logiche discutibili; sappiamo che i risultati non sempre sono stati pari alle somme investite e che gli sprechi sono stati considerevoli. Le responsabilità di tutto ciò possiamo immaginare ricadano, in maniera eguale, su entrambi i partner.
Non poteva durare, e difatti, anche per gli effetti della crisi economica, si intravedono segnali di una inversione di tendenza. Ma occorre dire subito che sono segnali deboli e sostanzialmente inadeguati rispetto alla prospettiva ampia che dovrebbe avere la politica. Un docente può avere l'umana (e accademica) debolezza di chiedere un finanziamento che serva soltanto per sé, per la sua scuola, per le proprie ambizioni di prestigio e potere. Il presidente della Giunta deve avere il coraggio di guardare più in là, costruendo una visione strategica che contempli la Sardegna del futuro. L'Isola del 2050 e degli anni successivi sarà quella che oggi si vorrà che sia. Bisogna allora predisporre subito un accorto disegno programmatico, sapendo che la competizione mondiale si va facendo sempre più intensa e che dobbiamo attrezzare le future generazioni per parteciparvi con possibilità di successo.
I consiglieri regionali, il presidente della Giunta, l'assessore al Bilancio devono convincersi che un occasionale sostegno non basta: servono ragionati piani di investimento elaborati in una logica politica talmente savia da saper dettare, contemporaneamente, le regole che impongano al mondo accademico atteggiamenti più consapevoli.
I comportamenti del passato ci hanno spinto in una condizione difficilissima, hanno reso precario il presente e mettono in discussione il futuro. La crisi può essere l'occasione per un colpo di reni; può essere la frustata che stimola la progettualità.
A patto che ragioniamo sapendo che amministriamo pro tempore e dobbiamo dar conto a quelli che verranno.
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 10
Provincia. La sala di Villanova colma di universitari
STUDENTI IN FILA LA DOMENICA PER STUDIARE IN BIBLIOTECA
Molti studenti vorrebbero studiare fuori casa la domenica ma ci sono solo due biblioteche aperte.
È domenica ma c'è la fila lo stesso. Come al supermercato o alle poste. E non si tratta di uno sportello di un ufficio o di un istituto di credito, ma di una biblioteca pubblica, quella provinciale. Una delle due sale di studio - l'altra è quella del Centro giovani di via Dante - dove gli universitari possono trovare concentrazione, caldo e, soprattutto, nessuna distrazione che li distolga dai loro doveri. Anche di domenica.
L'ARRIVO I primi ad arrivare si siedono su un muretto. Non sono nemmeno le 15,30 e sono già lì, nonostante la saracinesca che dà l'accesso alle sale apra alle 16, quando ad accalcarsi saranno oltre trenta ragazzi. Tra loro c'è Marta Ladu, ventiduenne iscritta in Scienze politiche: «Per entrare c'è la calca, per questo sono arrivata presto. E poi c'è silenzio e il riscaldamento». Curiosamente, nel giorno in cui in città si celebrano le primarie del centrosinistra, le tocca studiare “Il partito democratico di Bersani”.
PATETICO «È quasi patetico che si formi la fila per studiare di domenica», afferma Massimiliano Demartis, un collega di Marta: «Ma pur di non stare a casa a mangiucchiare e a navigare in internet si viene qui». La vera ragione per cui ci sono tanti studenti la spiega Elisabetta Cherchi, ventiduenne studentessa di Giurisprudenza: «È molto silenziosa, si studia bene». Ma oltre l'aspetto serio c'è il faceto: «Sto qui anche per fare delle pause in compagnia».
A CASA NO Gli studenti si dividono in due tipologie: quelli che studiano a casa e non riescono a farlo in biblioteca e quelli che, al contrario, riescono a concentrarsi solo in una sala pubblica. Raffaella Atzori appartiene alla seconda categoria: «A casa ci sono troppe distrazioni», afferma la studentessa di Giurisprudenza, che svela un altro aspetto del successo della “provinciale”: «Rimane aperta fino alle 22». Più o meno per gli stessi motivi degli altri ragazzi, è in vico XIV San Giovanni anche Stefano Cariello, 25 anni, iscritto in Beni culturali. «Nelle biblioteche delle facoltà si studia male e ci sono pochi posti, qui si sta benissimo».
LE ALTRE BIBLIOTECHE La grande affluenza in questa sala fa emergere con forza il problema della penuria di luoghi di studio pubblici accessibili la domenica. In città ci sono molte biblioteche: fra le più gettonate ci sono l'universitaria di via Università, la regionale di viale Triste, quella di Pirri in via Santa Maria Goretti, oltre la “Michelangelo Pira” dell'Ersu in via Trentino. Che pur essendo dell'ente per il diritto allo studio, di domenica è chiusa. Tra poco sarà inaugurata anche la Mediateca del Mediterraneo: l'auspicio è che possa colmare questa lacuna.
MARIO GOTTARDI
 
   

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