Venerdì 28 gennaio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 gennaio 2011

 

Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Iglesias - Pagina 27
Università
Slitta il corso di laurea in Amministrazione
 
Slitta a febbraio l’avvio della fase sperimentale del corso di laurea triennale in Amministrazione e organizzazione. A villa Bellavista, sede dell’Università, sono in corso le procedure per l’attivazione del canale “e-learning”, che prevede, accanto alla formazione tradizionale, l’utilizzo della rete internet.
L’avvio della sperimentazione (cui seguirà quello del corso vero e proprio a partire dal prossimo anno accademico) era atteso per gennaio, ma i tempi si sono leggermente allungati per questioni organizzative.
L’iniziativa è fortemente voluta dal Consorzio Ausi e organizzata in collaborazione col Consorzio UnitelSardegna e la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari. ( c. s. )
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 10
La maggioranza cerca intese solide
 
È il momento di incontrarsi, all’interno della maggioranza. Il Pdl e gli alleati devono trovare un accordo su alcuni temi forti che stanno generando fratture nella coalizione. La sanità, le altre riforme, le presidenze delle Commissioni, perfino le elezioni di Cagliari, una serie di questioni delicate che hanno convinto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, a convocare un vertice con gli alleati del centrodestra per tenere compatta la maggioranza e risolvere i nodi principali. Dopo il «no, grazie» di Pietro Pittalis (Pdl) che ha reso pubblico lo strappo all’interno del gruppo, tocca al governatore guidare questa fase complessa, nel terzo anno di legislatura. «Il confronto è sempre aperto e il tavolo della maggioranza è impegnato su diversi fronti», ha dichiarato ieri Cappellacci, «lo stile di questa Giunta è dialogare costantemente con tutta la coalizione».
LA GIUNTA Rinviata da martedì a mercoledì sera, la riunione dell’esecutivo ha prodotto alcune decisioni di rilievo. È stato approvato il bilancio di previsione 2011 dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa (Area). L’Azienda prevede conti in attivo. La struttura provvede a un monitoraggio costante dei programmi edilizi e degli interventi di manutenzione ordinaria, a un recupero delle morosità e alla prosecuzione del piano straordinario di alienazione degli alloggi in locazione.
Un’altra delibera approvata riguarda l’estensione, per i prossimi cinque anni, della licenza d’uso del "timbro digitale" all’Università di Sassari, che potrà utilizzarlo sperimentalmente per il rilascio di certificati online, attestazioni e statini. L’intesa siglata dall’assessore degli Affari generali Mario Floris con il rettore dell’ateneo sassarese Attilio Mastino, segue quelle già firmati con Comuni, Province, Asl e altre pubbliche amministrazioni. La tecnologia del timbro digitale consente, in ambito universitario, di rilasciare agli studenti i documenti con valore legale che, attraverso internet, potranno essere stampati direttamente da casa. Per decodificare il timbro, e riottenere così il documento conforme all’originale, si utilizza un apposito software la cui licenza d’uso è messa a disposizione gratuitamente dalla Regione.
EDITORIA «Il Messaggero Sardo va mantenuto perché esiste un target specifico a cui si rivolge e che va coperto», ha dichiarato l’assessore al Lavoro, Franco Manca, in audizione nella commissione Politiche comunitarie. Manca ha confermato il taglio dei fondi - passati da 600 mila a 300 mila euro - al giornale destinato agli emigrati sardi. L’offerta dell’assessore di realizzare cinque numeri di un bimestrale è stata però rifiutata dalla cooperativa che da oltre 35 anni gestisce la pubblicazione del periodico della Regione.
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Olbia - Pagina 23
Il senso delle parole nel volume di Carofiglio
il libro Incontro con l’autore oggi alle 18
 
«La ragione di questo libro - a un tempo politica, letteraria ed etica - consiste nell’esigenza di trovare dei modi per dare senso alle parole: e, dunque, per cercare di dare senso alle cose, ai rapporti fra le persone, alla politica intesa come categoria nobile dell’agire collettivo»: così Gianrico Carofiglio, scrittore, magistrato e uomo politico barese, racconta il suo ultimo lavoro "La manomissione delle parole" edito da Rizzoli. L’autore sarà presente stasera in città per un incontro-dibattito sul tema del libro che sarà moderato da Eugenia Tognotti, docente dell’Università di Sassari, e si concluderà con la riflessione del senatore Pd Gian Piero Scanu.
La tesi di Carofiglio è che oggi si usino poche parole, di scarsa qualità e che la lingua utilizzata meccanicamente sia sciatta, banale e manipolata dall’ideologia dominante. Occuparsi delle parole, attraverso la cura e l’attenzione, diventa quindi un atto politico di grande importanza: «Espressioni come giudeo, negro, terrone, marocchino - spiega l’autore - attivano immediatamente l’ostilità, creano un altro estraneo e da respingere».
Carofiglio analizza i termini utilizzando riferimenti letterari, politici, poetici, filosofici. Si parla di "speranza" attraverso un discorso di Barack Obama, di "bellezza" intesa come "saggezza" da un passo di Susan Sontag, o ancora di "scelta" come il contrario di "indifferenza" con Antonio Gramsci. Chiudono il saggio una parte dedicata alle parole del Diritto e le note bibliografiche, curate dalla ricercatrice di Filologia classica Margherita Losacco. L’appuntamento è al museo archeologico alle 18.

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Allo stesso concorso 2 fratelli figli di prof
Uno vince, l’altro dichiarato idoneo a Ferrara. A Medicina tanti casi di legami familiari
PIER GIORGIO PINNA
 
 SASSARI. Un caso quasi unico: due fratelli potevano essere dichiarati entrambi idonei nel concorso per associato in Chirurgia generale all’università. Ma alla fine solo uno ce l’ha fatta. È Claudio Feo, 42 anni (a pari merito ha superato la prova con lui un altro interno, Fabrizio Scognamillo). Claudio ha prevalso sul fratello Carlo, maggiore di due anni, ritenuto non idoneo dalla commissione così come altri 18 concorrenti. A un record, però, ci si è avvicinati comunque. Per due motivi. Primo. Nell’ateneo di Ferrara dove lavora come ricercatore Carlo Feo l’ha spuntata in un test analogo: per ora tuttavia la sua facoltà ha chiamato in cattedra il secondo idoneo, Paolo Carcoforo. Secondo. A Sassari, sempre in Medicina, sino a poco tempo fa ha insegnato il padre di tutti e due i fratelli: l’ordinario Francesco Feo, ora in congedo dopo più di 3 decenni da docente di Patologia generale.
 Una situazione da guinness. Atipica. Ma che non avrebbe violato le norme anti-parentopoli volute dal ministro neanche se fossero già state in vigore al momento delle prove. Tutto perché Francesco Feo è già in pensione. Fin dall’inizio era comunque evidente un fatto: i suoi figli non avrebbero potuto fare assieme i docenti di seconda fascia a Sassari. Uno di loro avrebbe dovuto essere chiamato in servizio altrove. E adesso non è detto che a finire in cattedra sia proprio Claudio Feo, e non Fabrizio Scognamillo, 35 anni, algherese.
 A ogni modo, in un quadro reso scottante da mancate coperture finanziarie per alcuni concorsi banditi nella prima sessione del 2008, non è questo il solo sviluppo che fa discutere.
 In dicembre era stata ufficializzata l’idoneità ad associato in Oculistica di Arturo Carta, 41 anni, ancora oggi ricercatore nell’ateneo di Parma, figlio dell’ex direttore della clinica sassarese Francesco. Quest’ultimo è a sua volta il discendente diretto di un professore che nel dopoguerra ha ricoperto a lungo la carica di preside a Veterinaria (Arturo - come il nipote - il suo nome di battesimo: morì negli anni Sessanta, quando il figlio si era da poco laureato in medicina).
 Comunque, andando in pensione il 1º novembre scorso, Francesco Carta ha lasciato vacanti la cattedra e la responsabilità del coordinamento in clinica. Nei prossimi giorni, se chiamato dai vertici di Medicina, potrebbe subentrargli Arturo junior. Ma il condizionale è d’obbligo: si preparano ricorsi al Tar da parte di esclusi e bisognerà prima verificare bene i fondi del budget di facoltà per le immissioni in ruolo.
 Non è finita. Altri due fratelli ricercatori hanno rinunciato ad andare sino in fondo nei concorsi per associato nelle loro specialità. Sono Ivana e Carmelo Maida, figli dell’ex rettore dell’ateneo sassarese, Alessandro, in carica dal 1997 al 2009, direttore uscente dell’Istituto d’igiene, da fine ottobre 2010 in pensione. Ivana resta così in Malattie infettive. Mentre il fratello Carmelo, dopo un periodo d’aspettativa, ha deciso di lasciare sia il suo settore di ricerca (odontoiatria) sia l’ateneo dimettendosi da ogni incarico. Un parente acquisito dell’ex Magnifico, Giovanni Sotgiu, nipote di una cugina della moglie di Maida, Elena Muresu, professoressa nell’Istituto d’igiene, ha invece superato le prove, bandite sempre nel 2008: è già stato chiamato in servizio come docente di seconda fascia in Statistica medica. All’università di Sassari lavora pure sua sorella, Maria Alessandra, ricercatrice di ruolo in Scienze biomediche.
 Mentre si discute di questi e altri intrecci, tutte le facoltà tranne Farmacia sforano i tetti per le assunzioni. Chi di poco, chi di più. Ma a Medicina va il primato negativo: lì i bandi sono stati i più numerosi in assoluto e lo splafonamento supera il milione di euro. Ci si chiede perciò come mai le prove siano state indette nonostante l’ipotesi di calo delle risorse.
 Nell’ateneo i concorsi hanno interessato in tutto 16 posti da ordinario (o docente di prima fascia), 23 da associato (o di seconda fascia) e 26 da ricercatore. Sino al 2010 le prove, aperte a tutti su scala nazionale, si svolgevano in sedi locali. Ma adesso la Gelmini ha imposto regole più severe: sono stati istituiti concorsi e listoni nazionali. Insomma, questi appena conclusi erano test da ultima spiaggia prima della rivoluzione.
 Ciò nonostante hanno rivelato la debolezza di tanti candidati interni. Nessuno di loro si è piazzato in settori importanti come Endocrinologia e Anatomia. E così la facoltà non ha chiamato nessuno in cattedra evitando di far subentrare gli esterni, magari tutti bravissimi.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Bimbi zero in condotta: studio Ue sui farmaci e sui modelli educativi
Alla cittadella universitaria oggi i gruppi italiani di ricercatori da cui l’Europa aspetta una risposta scientifica
 
CAGLIARI. Un ragazzino aggredisce i compagni di scuola, appicca fuoco alle macchine, ruba, scappa di casa: nell’uno per cento dei casi, almeno, tutto questo succede perché il suo cervello funziona in maniera diversa dagli altri. Stamani gli studiosi di due gruppi di ricerca italiani saranno alla cittadella di Monserrato per un convegno coi colleghi di Cagliari che guidano il progetto Ue sui disturbi della condotta negli adolescenti. Un problema grave, ancora tutto da esplorare.
 Alessandro Zuddas è il responsabile del Centro terapie farmacologiche in neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ed è il coordinatore del gruppo di ricercatori dell’ospedale Bambin Gesù di Roma e della Fondazione Stella Maris di Pisa. Stamani nell’aula magna dell’asse didattico di Medicina alla cittadella universitaria di Monserrato ci sarà l’incontro scientifico, nel pomeriggio (alle 3) la tavola rotonda con gli esperti di neuroscienze ma anche rappresentanti della scuola, del tribunale per i minori, dei servizi sociali dei comuni perché il comportamento dei bambini dai 6, 7 anni fino ai 13, 14 con un disturbo dell’attenzione e della condotta ha risvolti sociali di grande impatto. Il problema, come spiega in parole povere il professor Zuddas, è riconoscere l’origine di queste «cattive condotte» e quindi affrontarle. L’Unione Europea ha finanziato l’ateneo cagliaritano con 700 mila euro: «Questo è uno dei tre progetti che la comunità europea ha finanziato ai centri che da anni si occupano di farmaci per i bambini e riguarda i disturbi della condotta: questi bambini violano le regole sociali e di convivenza perché ‘funzionano’ in modo diverso. Si tratta di bambini che spesso si sceglie di sedare con farmaci e l’Unione europea, ai ricercatori, ha chiesto due cose: di condurre nuove ricerche sui farmaci utilizzati in questi casi, alcuni fuori brevetto ormai da tempo, e di lavorare attorno alla gestione dell’impulsività di questi bambini anche attraverso le attività educative. Con i due gruppi di Roma e di Pisa, assieme a Palermo, stiamo lavorando proprio all’elaborazione di una strategia educativa». Sui farmaci il discorso è molto delicato: «L’Ue ci ha chiesto di esaminare i medicinali che vengono somministrati per queste problematiche perché, per alcuni, non è documentata l’efficacia e la tollerabilità. L’Ue ci chiede uno studio rigoroso su tali farmaci come se fosse un prodotto nuovo ancora da registrare. Una di queste sostanze è il risperidone». L’intero argomento dei disturbi della condotta è delicato: «Dal punto di vista sanitario è poco battuto - continua Zuddas -, mentre è importante stabilire quando un certo comportamento nasce da una disfunzione e quando no. Il tribunale per i minori ha molta sensibilità, spesso, di fronte a condotte difficili, ci coinvolge. Anche di recente ci hanno chiesto una consulenza, ma i comportamenti del bambino nascevano da una situazione familiare precisa e su quella il tribunale ha scelto di promuovere interventi. I bambini cui ci riferiamo noi, invece, per esempio reagiscono in modo diverso dagli standard di normalità davanti al gesto di un compagno: in questi casi amore e comprensione non bastano. Non bisogna assolutamente sedarli, bisogna agire su alcuni ‘interruttori’. Alcuni ragazzi si è visto che guariscono da soli, altri hanno bisogno di aiuto». La novità sostenuta dall’Ue è che si debba intervenire anche con attività educative. Dati ufficiali sull’estensione del fenomeno non ce ne sono: «Anche qui a Cagliari abbiamo cercato di fare un’indagine epidemiologica: non ci sono risposte. E questo succede anche in altri paesi europei: famiglie e scuola - conclude Zuddas - tendono a non riconoscere la particolarità di certi comportamenti».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Cda rovente sull’acquisto dell’Istituto dei Ciechi Linea dura del rettore
Alcuni componenti del Consiglio contrari al progetto Mastino: «Abbiamo i soldi per l’immobile di via Diaz»
 
SASSARI. L’acquisto dell’ex Istituto dei Ciechi di via Diaz non entusiasma tutto il consiglio di amministrazione universitario. Nell’accesa riunione che si è tenuta martedì due componenti hanno puntato i piedi. Tuttavia il rettore Attilio Mastino ha fatto capire chiaramente di voler andare dritto per la sua strada: ha impiegato un anno e mezzo ad assicurarsi le risorse necessarie all’investimento, e non intende affatto rinunciarci. Quindi a breve potrebbe chiudersi l’affare con il Comune di Sassari. La cessione dell’immobile sarà formalizzata a un prezzo di 3 milioni e 800 mila euro.
 I soldi derivano da un emendamento della Regione firmato dai consiglieri Diana, Sanna, Maninchedda, Steri e Vargiu e che riguarda il potenziamento degli investimenti destinati al capitale umano e alla conoscenza. Si parla di 15 milioni complessivi per tutta l’isola, dei quali la fetta che spetta a Sassari è di 5 milioni.
 Dice Attilio Mastino: «Possono essere utilizzati anche per l’edilizia universitaria, e sono immediatamente spendibili».
 Ecco dunque, secondo il rettore, da dove deriverebbe la sicurezza finanziaria. Ma la prospettiva è ancora diversa. Infatti, l’intenzione del rettore, è quella di non intaccare i 5 milioni per l’acquisto dell’immobile, ma per la successiva ristrutturazione, che richiederà un impegno ben più oneroso. Quindi i 3 milioni e 800 mila euro, qualora nelle casse universitarie non dovessero pervenire ulteriori finanziamenti, verrebbero fuori da un mutuo bancario.
 «Le rate - spiega Mastino - potremo pagarle attraverso il risparmio degli affitti per i locali che attualmente ospitano il dipartimento di scienza del linguaggio, e che è destinato a trasferirsi nello stabile risistemato dell’Istituto dei Ciechi. Non credo che la banca possa sollevare dei problemi, dal momento che la nostra Università non ha altri obblighi con alcun istituto di credito».
 Dunque la telenovela della compravendita del caseggiato di via Diaz è ormai vicina all’ultima puntata.
 L’Università si è riservata l’acquisto da parecchio tempo, ma le difficoltà finanziarie e di bilancio non le hanno mai permesso di trasferire materialmente le risorse al Comune. Palazzo Ducale ha inserito ancora una volta l’Istituto dei Ciechi all’interno del Piano di dismissione del patrimonio immobiliare, ma ha fatto anche pressing con l’Università per arrivare a una conclusione. La riunione di martedì del consiglio di amministrazione doveva servire per accelerare i tempi.
 Il progetto era chiaro: il caseggiato verrà annesso alla Facoltà di Lettere, ospitaterà 3 dipartimenti più il centro linguistico, una grande aula, uffici e via dicendo. Ma, come spesso capita, ogni assemblea è fatta di tanti pareri e di istanze diverse. Non tutti sono d’accordo che investimenti così imponenti vadano tutti nella direzione della Facoltà di Lettere. E proprio su questo tentativo di cambiare rotta, si è acceso lo scontro con il rettore, che ha ribadito duramente la sua linea.
 Il delegato per l’edilizia Sergio Coda d’impulso si è autosospeso, poi, invece, ha optato per una pausa di riflessione. «Stiamo cercando di ricomporre le divergenze - dice Mastino - sono fiducioso». (lu.so.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
L’ateneo si mette on line: grazie al timbro digitale la laurea starà in una tessera
Accordo con la Regione: diplomi, certificati e statini potranno essere scaricati su carta e avere validità legale
 
SASSARI. Addio code in segreteria, presto il diploma di laurea potrà «stare» in una tessera plastificata da portare appresso, e certificati e statini essere stampati comodamente da casa su carta, con valore legale, nel momento in cui se ne avrà necessità. L’università sassarese ha infatti adottato il timbro digitale, strumento che consente di «rimaterializzare» on line documenti originali. Tutto grazie al protocollo d’intesa firmato ieri con la Regione che ha concesso all’ateneo turritano di sfruttare la licenza «2D-plus». Si tratta di una sperimentazione, per la durata di cinque anni, che la Regione sta estendendo alla pubblica amministrazione: siglati accordi analoghi anche con Comuni, Province e altri enti. «Assieme all’Emilia Romagna - ha detto l’assessore regionale agli Affari regionali Mario Floris che ha firmato la concessione con il rettore Attilio Mastino - la Sardegna è l’unica regione in Italia a garantire una copertura totale del territorio per la diffusione della tecnologia del timbro digitale. Semplifichiamo così la vita al cittadino migliorando il rapporto con la pubblica amministrazione». Anche il Comune sassarese presto lo adotterà per l’emissione di certificati anagrafici e stato civile, attraverso il suo sito web. E la stessa Regione a partire da febbraio si servirà di questo strumento per le circa quattromila buste paga dei dipendenti dell’amministrazione.
 Per timbro digitale si intende un particolare codice grafico bidimensionale che può essere appunto utilizzato per trasportare su supporto cartaceo qualunque tipo di documento informatico, come già accade con dischi magnetici o dvd e memorie Usb.
 Per l’università rappresenta un passo verso la modernizzazione del suo sistema informatico. «Nell’ambito del progetto Por Fers 2007-2013, finanziato proprio dalla Regione - ha annunciato il rettore Mastino - creeremo poli e laboratori didattico scientifici ad alto contenuto tecnologico, che saranno interconnessi attarverso la fibra comunale ad alta velocità oltre al potenziamento dei punti di accesso wireless alla rete d’ateneo, consentendo una maggiore fruibilità per gli studenti. Voglio ringraziare la Regione che anche in questo campo dimostra di sostenere l’università investendo nella sua crescita». (p.f.)

Questionario e social

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