Giovedì 20 gennaio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 gennaio 2011
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
 
L’UNIONE SARDA
   

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 27
scienze politiche
Se la facoltà è “certificata”

La facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari ha ottenuto la certificazione di qualità “ISO 9001” per la progettazione e l’erogazione dei servizi generali (segreteria, gestione contabile e fornitori, mobilità internazionale), orientamento e management didattico.
Il certificato dell’avvenuta verifica della qualità dei servizi è stato consegnato ieri mattina alla preside Paola Piras da Licio Torre, responsabile per l’Italia centrale della Sgs, una delle più importanti società a livello mondiale nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione.
«È la prima facoltà in Italia ad ottenere questo tipo di certificazione per i servizi offerti», ha spiegato il manager, «altre strutture hanno per ora verificato soltanto la didattica. È un esito importante, anche perché conseguito nel settore pubblico, in cui contano motivazione, leadership e condivisione continua di obiettivi e metodi».
La preside Piras è soddisfatta del riconoscimento: «È un ottimo risultato, ottenuto grazie al personale che lavora nei servizi generali della facoltà: per noi rappresenta il punto di partenza di un percorso che ora si estenderà alla didattica. Ed è un punto importante per l’Ateneo, che da qualche anno sensibilizza tutti sul tema della qualità».
 


2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Pubblicazioni, la graduatoria
Ricerca, Cagliari scala la classifica dei migliori 50 atenei
L’Università di Cagliari avanza di dieci punti nella classifica Tis, Top italian scientists (www.topitalianscietists.org), piazzandosi al 27° posto nella lista delle migliori 50 istituzioni accademiche (pubbliche e private) realizzata dalla Via-academy, una rete di ricercatori italiani che si trovano in Gran Bretagna, il cui principale promotore è Mauro degli Esposti, dell’università di Manchester.
L’INDICE Il Tis valuta il rendimento dei ricercatori nel Bel Paese utilizzando l’indice di Hirsch (H index), basato sul numero di citazioni di una pubblicazione scientifica. Un indice che valuta bene l’affidabilità e la produttività di un ricercatore negli anni.
I DOCENTI Il punteggio minimo di questo indice è 30 (ovvero si accede con un minimo di 30 pubblicazioni e 30 citazioni della propria pubblicazione). Le posizioni migliori a Cagliari sono quelle ottenute da Patrizia Farci (internista) e Gian Benedetto Melis (ginecologo) rispettivamente con valori di 39 e 33. Nella lista compaiono anche Antonio Cao (genetista e pediatra emerito), Walter Fratta (farmacologo) e Renzo Galanello (pediatra). Secondo i dati dell’ateneo, nella lista dovrebbero essere presenti anche altri docenti: Paolo Lusso (virologo), Marisa Marrosu (neuroscienze) e Vito Lippolis (chimica inorganica).
GLI ATENEI Nella classifica degli atenei, l’università di Cagliari si trova al 27° posto con 433 punti, staccando importanti concorrenti come le milanesi Università Cattolica, che si piazza al 33°, il Politecnico al 41° e la Bocconi, al 46°. Al vertice si trovano Bologna (3.155 punti), il Cnr (2.746) e Padova (2.343).
GLI ESCLUSI Va precisato che l’indice H non valuta nel merito una pubblicazione ma solo la sua circolazione. E compie anche diverse discriminazioni. Una su tutte: esclude i giovani ricercatori, che non potranno mai competere con l’alto numero di pubblicazioni di un ordinario. La seconda è che esclude le materie umanistiche e giuridiche, le cui riviste non hanno un sistema di valutazione internazionale.
L’OPINIONE «Questi indici funzionano bene nell’ambito delle scienze “dure”», afferma il professore di Statistica Mariano Porcu, «il problema sono i campi umanistici per cui non è stato ancora studiato un buon sistema di indici di valutazione». Anche all’interno delle scienze esatte ci sono differenze. «Le discipline biomediche la fanno da padrona», spiega il farmacologo Gaetano di Chiara, «perché sono ricerche che hanno un grande impatto su futuri sviluppi applicativi».
(m. g.)


3 - L’Unione Sarda / Pagina 3 - Cagliari
«Sulla riforma Gelmini bisogna restare vigili»
Denuncia continua sugli effetti negativi, oggi gli studenti a dibattito con la Fiom
BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI. Dopo la batosta, gli studenti universitari ripartono con nuovi progetti e diverse iniziative. Una decisione impegnativa, se si considera che gennaio e febbraio, in quasi tutte le facoltà, sono riservati agli esami. Ma «continuare a parlarne, spiegare cosa cambia con l’attuazione della riforma Gelmini» è forse l’unico modo per non lasciare che i problemi dell’Università passino in secondo piano o facciano semplicemente da contorno a vicende lontane dalle reali difficoltà di studenti e lavoratori del Bel Paese dove la disoccupazione giovanile è salita al 28,9%. Perché con la nuova riforma della scuola e con il nuovo contratto ‘targato’ Mirafiori, le cose cambiano un po’ per tutti. «Nei prossimi sei mesi l’Università subirà diversi cambiamenti. In attesa che la commissione si riunisca - spiega Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti - preferiamo affrontare questo passaggio con dibattiti e iniziative culturali. Oggi ad esempio incontreremo il sindacato dei metalmeccanici perché di fatto quello che è accaduto a Mirafiori è simile alla situazione attuale dell’Università, si tratta di imposizioni che ledono i diritti e la dignità di studenti e lavoratori». Questo pomeriggio alle 17.30, infatti, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza, l’unione degli studenti universitari e il gruppo Unica 2.0 in collaborazione con l’Università degli studi di Cagliari incontreranno la Fiom. Tematiche del dibattito le tutele e le opportunità nel mondo del lavoro in tempo di crisi. Reduce dal caso Fiat che ha messo in discussione il ruolo del lavoratore all’interno del sistema produttivo, interverrà una rappresentanza del sindacato, Mariano Carboni, segretario regionale Fiom-Cgil, e Simone Piddiu, segretario provinciale. Si parlerà di diritto al lavoro con i docenti Piera Loi, della facoltà di Giurisprudenza, e Gianni Loy, di Scienze Politiche. Al dibattito inoltre interverrà Nicola Marongiu, segretario generale della Camera del Lavoro Cgil. Studenti e lavoratori si daranno poi appuntamento al 28 gennaio, alla manifestazione regionale nell’ambito dello sciopero nazionale dei metalmeccanici organizzato dalla Fiom.


4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Università. Ancora polemiche dopo la decisione di aumentare la paga a 24 dipendenti
Indennità, i sindacati contro il rettore
«Non sono conformi al contratto, provvedimento da ritirare»
Il rettore ha deciso di premiare 24 dipendenti con aumenti di stipendio, ma i sindacati chiedono il ritiro del provvedimento.
«A seguito del confronto richiesto dalle organizzazioni sindacali e dalla rappresentanza sindacale unitaria, non avendo ricevuto dal direttore amministrativo e dal rettore delle spiegazioni credibili, conformi al contratto nazionale di lavoro, si chiede il ritiro del provvedimento». Non hanno badato tanto alla forma, visto che è scritta di pugno con un pennarello nero e ci sono alche delle correzioni, ma la sostanza c’è tutta. I sindacati dell’Università hanno chiesto la revoca della determina con cui, a fine anno, il direttore amministrativo ha concesso 24 aumenti dell’indennità di funzione.
LA VICENDA Dopo le proteste e le prese di posizione dei rappresentanti dei lavoratori arrivate a inizio gennaio, non sembra essere servito l’incontro che il rettore Giovanni Melis e il direttore amministrativo Fabrizio Cherchi hanno tenuto lunedì mattina con le cinque organizzazioni sindacali dell’Ateneo (Cgil, Uil, Rsu, Cisl, Cisal e Cisapuni). Aprendo l’anno accademico, alcuni giorni fa, era stato il numero uno dell’Ateneo a chiarire la ragione degli aumenti. «In passato si promuoveva tutti indistintamente, come se fosse un obbligo», aveva detto in conferenza stampa, «ora stiamo puntando a utilizzare criteri di selezione e premialità dell’efficienza». Il rettore aveva rimarcato che si voleva modificare la pratica utilizzata in passato degli aumenti collettivi e che, una volta tracciata la strada, poi la valutazione sarebbe stata fatta di volta in volta.
L’INCONTRO Passati gli impegni legati alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, rettore e sindacati si sono trovati per cercare di chiarire definitivamente la questione. Ma alla fine la fumata è stata nera: il risultato negativo dell’incontro sta tutto nelle poche righe, scritte di getto al termine del faccia a faccia e firmate dai delegati di tutte le organizzazioni. In precedenza, Flc-Cgil, Cisl, Uil, Csa-Cisal, Cisapuni-Confasl, avevano fatto sapere le ragioni del dissenso, contestando anche una e-mail inviata a tutti i dipendenti dalla direzione amministrativa con cui si forniva una prima spiegazione del provvedimento. «L’amministrazione ha dato spiegazioni che a nostro avviso non sono conformi a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro», dice Giorgio Mancosu (Uil), «abbiamo chiesto unitariamente il ritiro del provvedimento e ora aspettiamo. Ora tutti assieme stiamo elaborando un’azione comune». In campo anche Emanuele Usai (Cgil), Tomaso Demontis (Cisl), Arturo Maullu (Cisal) e Antonello Strazzera (Confsal).
Francesco Pinna
 

5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 26
università
Zamagni parla di economia sociale
Incontro con Stefano Zamagni stasera nella facoltà di Economia. L’economista dell’Università di Bologna interverrà alle 16 nell’aula A dove terrà una conferenza su “La strada dello sviluppo umano integrale tra economia, qualità della vita e bene comune alla luce dell’enciclica Caritas in veritate”. L’iniziativa si deve al Centro italiano femminile (Cif). Prima di lui interverrà Vittorio Pelligra, ricercatore di Economia politica dell’ateneo cagliaritano sul tema “Una nuova idea di mercato, quale idea per la Sardegna”.
Stefano Zamagni è considerato uno dei più autorevoli conoscitori dell’economia sociale sia a livello internazionale. Previsti gli interventi del sindaco Emilio Floris e del rettore Giovanni Melis. ( p.l. )


6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 26
Cinema tedesco, dibattito dell’Acit
Oggi alle 18 nell’Aula magna della Facoltà di Scienze della formazione di Cagliari si terrà il dibattito promosso dall’Acit sul Cinena tedesco oggi. Vi partecipano Laila Stieler, sceneggiatrice e produttrice, Andreas Leusink, agente cinematografico, Antioco Floris, Università di Cagliari Maria Luisa Pinna e Bert Krämer dell’Acit.


7 - L’Unione Sarda / Spettacoli e Società - Pagina 49
Agenda
Abate e Mastandrea a Cagliari
“Chiedo scusa”, incontri con Valerio Mastandrea e Francesco Abate domani e sabato a Cagliari. Con Giacomo Casti, voce narrante, Matteo Sau e Marco Noce Chitarre. Gli autori racconteranno il romanzo Chiedo scusa e risponderanno alle domande dei lettori domani alle 18 nell’aula magna del Corpo Aggiunto, facoltà di Scienze della formazione (via Trentino), e sabato alle 11 all’ospedale Brotzu, Sala convegni (corpo staccato), via Peretti.
LUCIDO SOTTILE Riparte la Stagione teatrale di Akròama. Oggi e domani alle 21 in scena alle Saline di Cagliari Lucido Sottile con “Radiolando”.
OLTRE GLI AUTORI Per la rassegna cinematografica “Oltre gli autori” all’Odissea di Cagliari oggi alle 17 “Imputazione di omicidio per uno studente” di Mauro Bolognini e, alle 19, “In nome del popolo italiano” di Dino Risi. Introduzione di Paolo De Angelis.
RECITAL Si chiude la rassegna organizzata da “Quattro donne” al Nuovocaffè di via S. Benedetto 6 a Cagliari. Oggi alle 21,30 “La canzone intelligente” con Elena Pua, voce, Roberto Deidda, chitarra, Diego Deiana, violino e fisarmonica.
GOLDONI Circuito Cedac: “La locandiera” di Goldoni, per la regia Elena Bucci, fa tappa oggi e domani alle 21 al Verdi di Sassari.


8 - L’Unione Sarda / Gallura - Pagina 26
santa teresa
Monitoraggio della poseidonia oceanica
All’imboccatura del porto è posizionato il cavo sottomarino Sarco. In questi giorni il Dipartimento di Scienze botaniche, ecologiche e geologiche dell’Università di Sassari, sta monitorando la zona con un sommozzatore e l’imbarcazione d’appoggio "Arcadia". La Capitaneria ha emesso un’ordinanza che autorizza, sino al 28 febbraio, le operazioni di monitoraggio della prateria di posidonia oceanica. ( w.b. )


9 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 47
L’America in Sardegna: patate, pomodori, fichi d’India
Il saggio di Alessandra Guigoni spiega come i vegetali del Nuovo Mondo hanno cambiato l’alimentazione
Oggi si chiamerebbe street food , cibo da strada. Perché una volta il fico d’India, il plebeo figu murisca veniva offerto, mondato, agli angoli dei vicoli di Sassari insieme a lumache, lattuga e cavoli. A testimonianza del costume c’è un acquerello di Giuseppe Cominotti, un architetto piemontese, funzionario di ponti e strade del Regno di Sardegna, che raffigura una giovane donna china su un cesto colmo dell’esotico frutto con accanto un passante che ne gusta uno. E’ un’immagine della Sassari ottocentesca e il fico d’India era sbarcato nell’isola da poco più di un secolo. Portato dagli spagnoli dal lontanissimo Messico, nazione che onora la pianta addirittura nella sua bandiera. L’idea che il fico d’India sia un elemento connaturato al paesaggio mediterraneo è dunque errata. Ormai ne fa parte come altri prodotti arrivati in Europa dal 1472 in poi, con la scoperta del Nuovo Mondo.
AMERICA Ma quanta America c’è sulle tavole sarde? Di certo ci sono cinque piante: patate, mais, fagioli, pomodori e naturalmente il fico d’India, vegetali che hanno rivoluzionato in cinquecento anni i sistemi alimentari come spiega bene nel suo saggio Alla scoperta dell’America in Sardegna Vegetali americani nell’alimentazione sarda (AM&D edizioni) Alessandra Guigoni, genovese, adottata dall’Isola e dottore di ricerca in etnoantropologia all’Università di Cagliari. «La prima testimonianza della presenza del fico d’India in Sardegna - racconta Alessandra Guigoni - è quella di Joseph Fuos, studioso e viaggiatore che agli inizi del 700 parla della raccolta dei frutti e li annovera tra i cibi offerti per la strada dalle famiglie più povere».
Una volta inserito nel paesaggio sardo il fico d’India svolge tre funzioni. Fa da barriera frangivento, sa cresura , tra i diversi possedimenti. I contadini lo consumano come alimento e ormai sanno potare la pianta in modo che possa gettare più volte. Sa saba ’e figu murisca diventa un’economica alternativa a quella fatta dal mosto. Oggi è tornato a essere considerato un frutto esotico, proprio come racconta la tempera su carta del pittore Tarquinio Sini, in copertina sul libro della Guigoni, che raffigura una donna in costume che offre un fico d’India alla signora di città. Figu murisca che con i mori non ha proprio nulla da condividere. «L’aggettivo moriscu, pibiri moriscu, trigu moriscu (mais) qualificava i prodotti che si credeva erroneamente importati dai saraceni durante le loro incursioni».
POMODORO Se oggi è difficile immaginare le campagne sarde senza le pale verdi cariche di frutti giallo-arancio, c’è un altro ortaggio americano ad avere in Sardegna una particolare fortuna: è il pomodoro. Anzi, l’Isola è tra le prime regioni ad averlo incorporato nel sistema agroalimentare senza fare concorrenza al grano, coltivazione primaria che decreta al contrario il difficile inserimento della patata e del mais. Nel suo trattato sull’agricoltura in Sardegna del 1780, Andrea Manca dell’Arca, studioso sassarese, fa esplicito riferimento alla coltivazione del pomodoro che le donne sarde sanno bene utilizzare in cucina. Sono infatti della metà del 700 due ricette che hanno come base il vegetale: una per fare i pomodori secchi con il sale, tradizione diffusa dal nord al sud dell’isola. Grazia Deledda nel suo Cenere cita una pasta condita proprio col pomodoro secco, oggi di gran moda. C’è poi una ricetta per preparare un sugo all’aceto, ingrediente utilizzato per tante pietanze fatte a scabecciu dallo spagnolo escabeche , un procedimento di conservazione di cibi.
LA VIA DEL CIBO Si può leggere la storia dei popoli anche seguendo il percorso, spesso accidentato, fatto dal cibo. «I cattolicissimi spagnoli avevano preso dagli indiani d’America mais e patate ma non si erano certo fatti spiegare da persone che consideravano senz’anima né i sistemi di produzione, né il modo corretto per consumarlo». Un esempio per tutti, la pellagra.
Se il pomodoro ha una fortuna immediata, la patata invece incontra una grande ostilità. «Perché entrava in competizione con il grano, protagonista indiscusso della produzione e dell’alimentazione sarda con pani, paste e minestre».
Per spiegarne la bontà del prodotto, Giuseppe Cossu, censore generale dell’agricoltura scrive un trattato sul tubero in italiano e in campidanase in cui ne illustra la caratteristiche, il tempo della semina e del raccolto, il modo per cuocerlo e consumarlo. Si papant’ in medas maneras; ….dass arrustiri in su farifari comente sa castangia, e apustis iscroxiadas si ’nci ponit unu pagu de sali po essiri prus saboridas; sunti ancora bonas buddidas….e cundidas con ollu, axedu e sali .
IL PANE Il vero colpo di genio nell’introduzione della patata è stata quella di renderla più vicina possibile al pane. Come? «A Gavoi si fa un pane di patate, Cohone ’un fozza , dove la foglia, in questo caso di cavolo, funge da carta da forno sulla quale si adagia un impasto molto morbido. Quello che si sforna è un pane che ha impressa la foglia. Unico».
Il viaggio alla scoperta dell’America in Sardegna è lungo e avventuroso: dieci anni di lavoro sul campo, 80 interviste ad anziani, ricerche nell’archivio storico e soprattutto l’esplorazione di un campo quasi vergine. Dove le donne sono le vere protagoniste: «Erano loro - osserva ancora la Guigoni- a prendersi cura degli orti dove questi vegetali hanno trovato la prima dimora. Le donne facevano il pane ma curavano soprattutto, grazie agli orti, la provvista per l’inverno». Chi aveva scorte poteva fare il baratto: un po’ di patate magari in cambio del frutto esotico ricco di vitamine e tanto vicino al mare.
CATERINA PINNA 
 



 
LA NUOVA SARDEGNA 

10 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Cagliari
Cagliari brilla nella top list delle università
Iso 9001: Scienze Politiche è la prima facoltà italiana certificata
CAGLIARI. La ricerca scientifica cagliaritana è fra le prime 50 migliori d’Italia. Dove per migliore s’intende la quantità di pubblicazioni per ciascun docente, le citazioni che questo riceve da altri studiosi in altri lavori, certificati a loro volta dal prestigio delle riviste che accolgono i lavori. Un risultato che dovrebbe far impallidire il ministro della Pubblica istruzione Maria Stella Gelmini la quale àncora il sostegno alle università a parametri lontani dalla valutazione della qualità scientifica della ricerca condotta nelle facoltà. Il riconoscimento arriva da Via-academy.org che compila una Top italian scientist list (Tis) basata sull’H-index, «h» sta per Hirsch, l’inventore di questo metro di valutazione. Gaetano Di Chiara prorettore per la ricerca scientifica spiega in parole povere cos’è l’H-index: è un indice che misura la produzione scientifica di ciascun ricercatore, sia per quantità che per costanza. Quest’ultimo è un indicatore importante: si può brillare in ricerche condotte per pochi anni, poi sparire dalla scena. Il sistema H-index offre un panorama reale, aggiornatissimo, di chi fa che cosa. Dunque essere al 27° posto, prima dell’Università Cattolica di Milano, prima della celebrata Bocconi, prima di Napoli è un segno di indiscusso peso nella comunità scientifica nazionale che da tempo si è sprovincializzata e pubblica solo su riviste internazionali. Nella nota stampa si sottolinea che l’ateneo è risalito di dieci posizioni in breve tempo, nella classifica infatti in origine c’erano «solo» Gianluigi Gessa, lo stesso Di Chiara, Giovanni Biggio, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis, gli altri sono stati inseriti perché Di Chiara è andato a cercare tutta l’attività scientifica condotta dai ricercatori cagliaritani e altri 8 nomi hanno dimostrato i titoli richiesti dall’H-index. Ma il numero 27 nella classifica Tis non è l’unica segnalazione che esprime il livello raggiunto dalle facoltà cagliaritane. Scienze Politiche ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 per la progettazione e l’erogazione dei servizi generali (segreteria, gestione contabile e fornitori, mobilità internazionale), orientamento e management didattico. Il certificato dell’avvenuta verifica della qualità dei servizi è stato consegnato ieri alla preside Paola Piras da Licio Torre, responsabile per l’Italia centrale della Sgs, società leader nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione: «E’ la prima facoltà in Italia ad ottenere questo tipo di certificazione per i servizi offerti - ha spiegato il manager - altre strutture hanno per ora verificato soltanto la didattica. E’ un esito importante, anche perchè conseguito nel settore pubblico, in cui contano motivazione, leadership e condivisione continua di obiettivi e metodi». Soddisfatta la preside Piras: «E’ un ottimo risultato, ottenuto grazie al personale che lavora nei servizi generali della facoltà: è il punto di partenza di un percorso che ora si estenderà alla didattica. Ed è un punto importante per l’ateneo, che da qualche anno sensibilizza tutti sulla qualità».


11 - La Nuova Sardegna / Università
All’Ersu arrivano i revisori dei conti
CAGLIARI. Luciano Pirastru e Mariano Aroni sono stati eletti dal Consiglio revisori dei conti dell’Ersu al posto di Raimondo Dessì e Maria Carmela Sirigu.


12 - La Nuova Sardegna / Pagina 43 - Sassari
Il ricordo dello «spettro»
Lo «spettro». Domani, ore 17, nell’Aula magna dell’Università, Sassari ricorda Luigi Polano. Classe 1897, negli ultimi mesi della Prima guerra mondiale fu uno dei dirigenti nazionali della Federazione della gioventù socialista, e al congresso di Livorno portò la mozione di adesione alla Terza Internazionale, che fu una delle cause della scissione del partito e della nascita del Partito comunista d’Italia. Da quel momento Polano diventò, come si diceva, «un rivoluzionario di professione». Redattore capo nel 1922 del giornale triestino «Il Lavoratore», quando il clima politico diventò irrespirabile si rifugiò in Unione sovietica, dove visse sino alla fine della Seconda guerra mondiale. Di tutte le vicende, anche drammatiche, con cui lui e la moglie, la signora Maria, dovettero vivere, ce n’è una che vale la pena di ricordare. Si svolge nel 1941. L’Italia è in guerra. La trasmissione più seguita dell’Eiar è naturalmente il bollettino delle operazioni. In particolare quello delle otto di sera, cui segue una rubrica intitolata «Commento ai fatti del giorno». Ci parlano i più famosi giornalisti del regime. Il più famoso di tutti è Mario Apelius, famoso anche per lo slogan con cui conclude la trasmissione: «Dio stramaledica gli inglesi!». Ma il 6 ottobre succede una cosa strana: un misterioso contraddittore, che trasmette da una località sconosciuta (comunque da territorio nemico), interrompe Appelius e avvia un contraddittorio, in cui la «voce» smentisce tutte le sue affermazioni e contemporaneamente espone le ragioni degli altri, dei nemici del fascismo: quelli che combettevano al fronte, e quelli interni, che magari dissentivano in silenzio. Appelius prova a a ribattere, ma lo «spettro», come ha preso a chiamarlo, non molla. Nei giorni successivi l’episodio si ripete. Intanto che la polizia fascista cerca di scoprire da dove vengono quelle interruzioni, il Minculpop (il Ministero della Stampa e Propaganda) pensa di inventare un altro «spettro», uno che faccia obiezioni al commentatore, ma così poco convincenti da essere facili da smontare. E’ Mussolini stesso a decidere che lo stratagemma è perfino pericoloso. Dopo un po’, comunque, lo «spettro» interrompe le interruzioni. Solo alla fine della guerra si saprà che la voce misteriosa era quella di Luigi Polano. Un uomo di carattere gentile, sempre silenzioso e calmo, in realtà era di quegli uomini di ferro ai quali dobbiamo la libertà. Non rivelò mai, sino al giorno della morte, in quale punto d’Europa era collocata la trasmittente da cui faceva disperare Apelius. Glielo hanno chiesto in tanti: glielo ho chiesto anch’io, una volta di una cena dell’Associazione Italia-Repubblica democratica tedesca, di cui era il presidente sassarese. Non lo disse mai: forse pensava che la guerra contro il capitalismo non era ancora finita, la trasmittente misteriosa poteva tornare buona un’altra volta.


13 - La Nuova Sardegna / Pagina 51 - Cultura e Spettacoli
Anche il sindacato dei giornalisti protesta contro i tagli ministeriali
Cultura, un fronte unico
Uno schieramento dallo spettacolo all’informazione
ROMA. Il mondo dell’informazione, della cultura, dello spettacolo, della scuola e dell’università si uniscono contro i tagli del settore in un’iniziativa ospitata nella sede della Federazione Nazionale della Stampa a Roma. Registi, attori, musicisti, giornalisti, studenti, ricercatori e professori hanno dato la loro adesione all’incontro convocato per denunciare il disagio del settore. Tra loro Ennio Morricone, Zubin Metha, Citto Maselli e Carlo Lizzani. Hanno partecipato anche le associazioni che hanno organizzato i blitz al Festival di Roma e ieri al Metropolitan. Con le mani alzate e dipinte di rosso con la scritta «Giù le mani dalla cultura», il movimento ha annunciato nuove iniziative per la prossima settimana anche in occasione della mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi. «I tagli lineari messi in atto dal governo non sono in linea con la Costituzione - ha sostenuto Gaetano Azzariti, ordinario di diritto Costituzionale alla Sapienza di Roma -. Colpiscono in modo indiscriminato e finiscono con il favorire culture già sorrette dai finanziamenti e non garantiscono lo sviluppo scientifico. Servirebbe una rivoluzione culturale, che non appare però alla portata di un governo all’avanguardia della miseria morale». Presente al dibattito anche Paola Gassman. «Ho conosciuto personaggi enormi dello spettacolo che oggi vengono sempre più traditi in quello che hanno costruito - ha detto -. Mio padre, dimostrando il suo amore per questo lavoro, diceva spesso “finché ce lo fanno fare...”. Non vorrei che fossimo costretti un giorno a dire “è vero, non ce lo fanno fare più». A promuovere l’iniziativa il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, che si è allargato con rappresentanti del mondo dello spettacolo. «Lo scure dei tagli colpisce anche noi - ha spiegato il presidente della Fnsi, Roberto Natale -. Chiediamo da anni la riforma dell’editoria e siamo convinti che se tagliassero i fondi agli editori furbi, si troverebbero le risorse». Natale ha quindi fatto riferimento al caso Ruby. «Siamo sicuri - si è chiesto - come ciò che accade non ci dica qualcosa su quello di cui ci stiamo occupando? Quelle signorine sono l’esplicitazione massima di un modello che da vent’anni viene propagandato in maniera perfetta. C’è un membro del governo, Paolo Romani, che si vanta di aver prodotto “Colpo Grosso” e viene fatto ministro non nonostante quello, ma grazie a quello». Sono intervenuti anche Gisella Belgeri, presidente in rappresentanza del mondo della musica, e Massimiliano Tabusi, della Rete 29 aprile, in rappresentanza dell’università.
A Cagliari intanto ieri si è riaccesa la protesta al Teatro Lirico dove i lavoratori, che da due mesi non ricevono gli stipendi, hanno deciso di andare avanti con l’assemblea permanente e nuove forme di lotta.
 

 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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rassegna stampa CRUI
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rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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