Venerdì 14 gennaio 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 gennaio 2011

 

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 19
Clinica Macciotta, aperte due indagini
Verifiche dei carabinieri nella struttura pediatrica
Il montacarichi guasto ritarda il ricovero di una neonata con problemi respiratori: l'Azienda mista apre un'inchiesta
I genitori non erano presenti al momento dell'episodio: padre e madre erano ancora nell'ospedale Santissima Trinità.
 
Perché martedì il montacarichi della Clinica Macciotta era guasto? E il ritardo con cui la neonata (ancora ricoverata nella struttura pediatrica) è arrivata nel reparto di Terapia intensiva, al terzo piano, ha influito sulle sue condizioni di salute? È quello che vogliono capire i carabinieri della stazione di Stampace, che mercoledì mattina (dopo aver letto l'articolo de L'Unione Sarda ) si sono presentati in via Ospedale, dove hanno ascoltato sia il commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera universitaria Ennio Filigheddu, sia il primario del dipartimento Vassilios Fanos. Per ora quella avviata dai militari è un'indagine conoscitiva, semplici verifiche, nel senso che non ci sono né indagati né ipotesi di reato, ma conferma la gravità della vicenda avvenuta martedì pomeriggio, poco prima dell'una.
IL PARTO La piccola, nata qualche minuto dopo mezzogiorno al Santissima Trinità, ha iniziato a respirare male, forse per il cordone ombelicale che si è attorcigliato al collo al momento del parto. Un particolare che non si trasforma per forza in difficoltà respiratorie, ma i medici di Is Mirrionis hanno preferito trasferire la bambina nella Clinica Macciotta. Dopo il viaggio in ambulanza, l'équipe che accompagna la neonata trova il montacarichi guasto nella struttura di via Ospedale. La piccola è dentro una culla-incubatrice che la aiuta a respirare, impossibile da trasportare nelle scale. Così i medici decidono di portarla a piedi, in braccio, fino al terzo piano. Nella prima rampa però la bambina inizia a respirare a fatica, diventa cianotica e gli specialisti decidono di tornare a bordo dell'ambulanza per usare una maschera d'ossigeno. Dopo qualche minuto, un secondo tentativo con un altro ascensore: che funziona, sì, ma le portine sono troppo strette e l'incubatrice non può entrare. A risolvere il problema sono i medici della Terapia intensiva, che scendono al piano terra con una bombola portatile: la bambina viene tolta dalla culla, viene aiutata a respirare con una maschera e fatta salire, in braccio al personale sanitario, in ascensore fino al terzo piano. Qui viene ricoverata: dopo quasi tre giorni, grazie alle cure dei pediatri, le sue condizioni sono migliorate e sarebbe fuori pericolo.
I GENITORI Un capitolo importante è quello che riguarda i genitori. Nel frattempo il padre e la madre della bambina sono rimasti al Santissima Trinità e solo più tardi hanno raggiunto la Clinica Macciotta. A quel punto hanno scoperto quello che è successo. Ieri hanno parlato con il primario del reparto, che li ha rassicurati sulle condizioni di salute della piccola.
L'INDAGINE INTERNA Oltre alle verifiche dei carabinieri - che però non avrebbero, al momento, riscontrato nessuna anomalia - mercoledì è stata aperta anche un'inchiesta interna. Non è la prima volta che si verifica un guasto del genere, e una delle cause può essere «l'inadeguatezza strutturale» a cui tutti si riferiscono quando parlano della Macciotta, costruita alla fine degli anni Trenta. Il commissario straordinario Ennio Filigheddu ha dato mandato all'ufficio tecnico dell'Azienda mista di raccogliere tutte le informazioni necessarie a chiarire l'episodio. Per sapere cosa è successo martedì. E per evitare che la storia si ripeta in futuro.
MICHELE RUFFI
 
Cagliari e Provincia - Pagina 19
il commissario
«Dateci i soldi per trasferirci a Monserrato»
 
I bambini, nella Clinica Macciotta, vengono curati dal 1938. E la struttura, a parte alcune modifiche per adattarla alle esigenze del ventunesimo secolo, è più o meno la stessa. «E se dovesse chiudere questo ospedale pediatrico, che è un riferimento almeno per metà Sardegna, non sapremmo più dove ricoverare i neonati», dice Ennio Filigheddu, commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera universitaria. Il problema, ovviamente, non sono i medici: «Ci sono validi professionisti, i migliori nel loro campo. Purtroppo dobbiamo fare i conti con una struttura che ha più di cinquant'anni». E li dimostra tutti: spazi ristretti, impianti non sempre all'altezza della situazione. Come martedì scorso. «Il montacarichi si è guastato all'improvviso e non lavora “in doppio”, cioè non può essere sostituito da un altro elevatore con le stesse caratteristiche. L'ascensore del pronto soccorso, quello usato per accompagnare la bambina in Terapia intensiva, è troppo stretto e non consente l'ingresso alle incubatrici portatili. Ho chiesto all'ufficio tecnico di aprire un'indagine interna per chiarire quello che è successo martedì ed evitare che si ripeta in futuro».
IL TRASFERIMENTO In via Ospedale tutti aspettano il trasferimento nel blocco Q del Policlinico di Monserrato come una liberazione. Non è un caso che nel primo comunicato dopo l'episodio di martedì, l'azienda parli di medici costretti a lavorare in «condizioni disagevoli» e colga l'occasione per chiedere «un'accelerata definitiva» per il cambio di sede. Filigheddu spiega: «Stiamo facendo il possibile per abbreviare i tempi e andare a Monserrato in fretta. La giunta regionale sta facendo del suo meglio ma bisogna anche fare i conti con la situazione delle casse pubbliche. Salvo ripensamenti dovrebbero essere presto disponibili i tre milioni di euro stanziati dalla giunta».
I LAVORI NECESSARI Soldi che serviranno per trasformare il padiglione, al momento vuoto, in una clinica pediatrica e non solo. Secondo i progetti dell'Azienda mista, nel blocco Q al pian terreno sorgeranno gli ambulatori. Al secondo piano il Puerperio, Neonatologia e Terapia intensiva neonatale. Al terzo Endocrinologia e ostetricia, le sale travaglio e il day hospital. Al quarto Ginecologia. Ma nello stesso padiglione potrebbe essere realizzato anche il pronto soccorso pediatrico. Quando tutto questo diventerà realtà? Il commissario straordinario non si sbilancia perché, spiega, non dipende da lui: «La commissione regionale deve dare il via libera al finanziamento. Quando avremo questi soldi e potremo bandire la gara d'appalto, potrò dire quanti mesi ci vorranno prima di procedere col trasferimento».
I SOLDI Per completare l'intero padiglione però serviranno più dei tre milioni di euro. In tutto, secondo le stime dell'azienda, sarebbero necessari circa dieci milioni: soldi necessari per realizzare anche il pronto soccorso pediatrico: il reparto per le urgenze alleggerirebbe non solo le strutture della Azienda ospedaliera universitaria, ma diventerebbe anche un punto di riferimento per tutti i centri della provincia di Cagliari. ( m.r. )
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Al San Giovanni di Dio
Otorinolaringoiatria, il nuovo primario viene dall'Inghilterra
 
Nuovo cambio della guardia nella direzione della Clinica otorinolaringoiatrica del San Giovanni di Dio: dopo 5 anni di servizio come primario, il professor Ernesto Proto lascia l'incarico di direttore a Roberto Puxeddu, già docente di Otorinolaringoiatria dell'Università di Cagliari e fino a ora Consultant nel Sistema sanitario inglese.
LA NOVITÀ Il quarantacinquenne Roberto Puxeddu guiderà la clinica universitaria per almeno vent'anni e la nuova conduzione sarà all'insegna della continuità con il passato ma con nuovi spunti nella gestione clinica e amministrativa che provengono da cinque anni di esperienza britannica.
L'ESPERIENZA Roberto Puxeddu è approdato al San Giovanni di Dio nel 1995 proveniente da Brescia, dove ha completato la scuola di specializzazione in Otorino con i professori Antonio Antonelli e Piero Nicolai. Dapprima come ricercatore universitario e successivamente come professore Associato ha operato nella Clinica fino al 2005, quando ha deciso di ampliare l'esperienza lavorativa partecipando e vincendo un concorso per un posto di Consultant presso il dipartimento di Otorinolaringoiatria del Queen Alexandra Hospital di Portsmouth.
IL PROGRAMMA «Dopo cinque anni in cui mi sono dedicato ai “pazienti inglesi” in uno dei più grandi ospedali del Sud del Regno Unito, con un bacino di un milione e duecentomila pazienti, sono stato richiamato a dirigere la clinica di Otorinolaringoiatria - afferma Roberto Puxeddu - e sono indubbiamente felice della nuova sfida. Sono soprattutto contento di riprendere a curare i pazienti sardi, mettendo loro a disposizione un bagaglio di conoscenze che indubbiamente è più ampio rispetto a qualche anno fa. L'obiettivo è di fondere l'esperienza del nostro sistema sanitario con quello inglese, dove il paziente è al centro dell'attenzione e delle cure. Mi sono dedicato prevalentemente alla patologia tumorale della testa e del collo, ma ho sempre continuato a rivolgermi anche alla patologia infiammatoria del naso e dei seni paranasali e dell'orecchio. Le risorse del sistema sanitario inglese mi hanno permesso inoltre di ampliare la chirurgia microinvasiva endoscopica laser della testa e del collo, estesa ora anche alle ghiandole salivari».
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 6
Sla, un “padre sardo” per la malattia
Uno studio: mutazione genetica trasmessa poi a tutti gli eredi
Una mutazione genetica trasmessa da un “untore” alle generazioni successive. Lo prova uno studio.
di LUCIO SALIS
 
Circa un terzo dei casi di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) che si registrano in Sardegna è legato alla mutazione di un gene chiamato TARDBP . La scoperta dirà poco all'uomo della strada, ma rappresenta un significativo passo avanti nella conoscenza di una malattia degenerativa del sistema motorio, particolarmente diffusa in Sardegna, e nello studio di terapie adeguate. Non a caso, ne dà notizia l'ultimo numero dell'autorevole rivista americana “ Archives of Neurology” . L'indagine scientifica è stata infatti condotta in collaborazione fra centri sardi, della penisola e degli Stati Uniti.
Riguarda il gene TARBDP (che sintetizza la proteina TDP 43) scoperto nel 2008 da un gruppo di ricercatori inglesi, considerato responsabile di meno dell'1 per cento di tutti i casi di Sla nella popolazione europea. Fra i malati sardi di Sla la mutazione è invece frequentissima e sarebbe legata al cosiddetto effetto fondatore , cioè al manifestarsi in uno o più individui, diverse generazioni fa, e alla successiva trasmissione sino ai tempi nostri. Chiedendo scusa agli studiosi, si può immaginare una sorta di antico untore , vittima della mutazione genetica, che l'avrebbe poi trasmessa ai discendenti. Dove e come sarebbe avvenuto è ancora oggetto di studio. Ma è interessante rilevare che il fenomeno riguarda soprattutto la popolazione del Medio Campidano e Oristanese.
Sulla portata della ricerca interviene uno degli autori, Giuseppe Borghero, della Clinica neurologica del Policlinico di Cagliari. Che ritiene però necessaria una premessa: «I pazienti di Sla si dividono (sia pure non nettamente) in due categorie: nel 90 - 95 per cento dei casi rientrano nella cosiddetta forma sporadica, cioè senza parenti che abbiano contratto la malattia; nel 5-10 per cento invece la Sla è familiare, nel senso che ci sono familiari portatori di questi disturbi».
La distinzione trova conferma anche nel vostro studio?
«No, perché nell'esaminare circa 130 pazienti, abbiamo rilevato che l'incidenza di Sla familiare raggiunge circa un terzo del totale. Questo non sorprende, perché la popolazione sarda ha caratteristiche storiche di isolamento che già hanno influito sullo sviluppo di malattie come la sclerosi multipla, il diabete mellito, il morbo di Wilson e altre».
Come sono distribuiti nel territorio isolano i casi di Sla familiare?
«In maniera non omogenea. Nel senso che ci sono zone a più elevata incidenza, come Medio Campidano e Oristanese, rispetto ad altre. Questo induce a pensare che i fattori genetici possano giocare un ruolo preponderante in certe aree, sino a far ipotizzare il ruolo di un effetto fondatore».
Che significa?
«Si può pensare che un piccolo gruppo di fondatori, se non addirittura un singolo individuo, abbia secoli addietro portato nell'Isola o sviluppato questa mutazione genetica, poi trasmessa attraverso le generazioni sino a disperdersi nel territorio. La base di partenza potrebbe essere proprio quell'area in cui abbiamo trovato la maggiore incidenza di Sla».
La mutazione è presente solo nelle zone che abbiamo detto?
«No, anche nel nord Sardegna, nella Penisola e in altre parti del mondo. Ma un altro aspetto fondamentale del nostro studio è che in tutti i casi rilevati nell'Isola la mutazione è avvenuta sempre nello stesso punto del gene. Questo rafforza l'ipotesi di un effetto fondatore, cioè di un individuo a di un piccolo gruppo da cui la mutazione si sia trasmessa alle generazioni successive».
Ma perché la mutazione è così importante?
«Si tratta di un gene di grande rilievo per il funzionamento del Dna, degli acidi nucleici in generale. E potrebbe spiegarci alcuni aspetti delle cause molecolari e biochimiche alla base della malattia».
E quindi porre i presupposti per terapie?
«Sì, perché lo sviluppo delle conoscenze sulle cause della Sla consente di concentrare gli sforzi nella ricerca di sostanze farmacologiche e di trattamenti efficaci».
È ciò che si aspettano i malati sardi. Un passo importante è stato compiuto attraverso questo studio, condotto dalla Cliniche neurologiche di Cagliari, Sassari (Maura Pugliatti), dall''spedale di Nuoro (Anna Ticca), in collaborazione con alcuni istituti di Torino (Dipartimento universitario di Neuroscienze, Ospedale San Giovanni Battista, Ospedale Sant''nna) e il National institute of health di Bethesda. Col contributo della Regione Sardegna, Ministero della Salute, Fondazione Vialli e Mauro (calciatori) e della Federazione italiana gioco calcio. Un impegno scientifico e finanziario che vede enti pubblici e sportivi uniti per il raggiungimento di un obiettivo ancora lontano: lo studio non è terminato e ha necessità di aiuti consistenti. I malati di Sla aspettano.
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 27
Piccole idee per far crescere le città
L'architetto e i progetti economici per trasformare il borgo
Castelsardo. Per Jorge Lobos, della facoltà di Alghero, il futuro lontano dalle metropoli
Le idee a basso costo dell'architetto spagnolo per rivitalizzare il borgo medioevale e dare un senso all'urbanistica nei piccoli centri.
 
Piccole idee (ma originali) che costano poco (parola magica in tempi di crisi) e si realizzano in un tempo piccolo per dare benessere sociale ed economico ad una piccola città come Castelsardo. Un esempio? Un percorso fatto di scale a forma di tasti di pianoforte che consentono ai bambini di raggiungere scuola e parchi senza mai incrociare le strade e quindi le auto.
PICCOLO È BELLO Piccolo è bello, come spiega Jorge Lobos della facoltà di Architettura d'Alghero. «Finora lo sviluppo urbanistico ha puntato sulle grandi città, ma il futuro è delle città piccole che hanno bellezza del paesaggio e un patrimonio storico come Castelsardo». L'architetto Lobos ha coordinato insieme al collega della facoltà di Granada, in Spagna, un workshop internazionale che per diverse settimane ha messo a stretto contatto un centinaio di studenti, dottorandi e docenti provenienti dalle Università di Sassari e Granada.
ECOSOSTENIBILITÀ E ha prodotto decine di idee, eco-sostenibili e soprattutto realizzabili, raccolte in un volume intitolato “Cinque progetti per Castelsardo”. Non l'abusata e ormai superata concezione di un recupero del centro storico in termini di restauro, ma un piano complessivo e moderno per cinque aree individuate durante i lavori. La città storica e il castello dei Doria che diventano accessibili agli anziani tramite ascensori e percorsi (il dislivello dal mare è di oltre cento metri), e più fruibili dai turisti col recupero di edifici semi abbandonati.
LO SPORT La parte nuova della città che si adatta ai bambini e sfrutta il maestrale per accogliere gli sport del vento: windsurf e kitesurf. Il porto e il fiume potrebbero ospitare un centro di ricerca e sviluppo tecnologico delle alghe, che creerebbe posti di lavoro. E ancora utilizzare la fitodepurazione (la depurazione delle acque con la vegetazione) per adeguare il paesaggio alla conformazione del suolo e creare un parco di vasche d'acqua che generano attività ludiche in sostituzione delle ormai erose spiagge.
LU BAGNU La realizzazione di un hotel balneare presso Lu Bagnu, il recupero di una vecchia struttura americana, un molo frangiflutto con discesa a mare sono alcune delle altre idee presentate. Puro esercizio stilistico destinato a restare sulla carta? No, perché l'amministrazione castellanese attende 7 milioni di euro dalla Regione per progetti innovativi e parte di questi verranno adoperati per quelle piccole idee che possono essere realizzate in tempi brevi.
GIAMPIERO MARRAS
 
5 – L’Unione Sarda
Gallura - Pagina 24
Una fondazione per il nuovo museo
L'ex forte Arbuticci si integrerà col Compendio garibaldino
Roma. Amato e Cappellacci delineano i programmi per gestire il futuro polo a Caprera
Sorgerà a Caprera il polo museale garibaldino composto dal Compendio della Casa Bianca e dal nuovo museo che nascerà entro quest'anno.
CARLO FIGARI
 
ROMA Il museo di "Garibaldi nel mondo" sorgerà in uno dei punti più panoramici e strategici di Caprera. Al posto dell'ottocentesco Forte Arbuticci, che domina a 360 grandi tutta l'isola, nascerà a tempo di record la nuova struttura destinata a completare il polo museale garibaldino. La "Casa Bianca" del Compendio che custodisce la memoria della vita quotidiana e la tomba dell'Eroe, si trova distante poche centinaia di metri, facilmente raggiungibile a piedi (anche la strada verrà sistemata). Si conta, con i due musei, di ritornare ai grandi numeri del passato riportando oltre centomila visitatori all'anno e anche più grazie a un possibile accordo con le scuole di tutta Italia prospettato dalla ministra Gelmini. L'annuncio del progetto è stato fatto mercoledì a Roma, nella storica sede dell'Enciclopedia Treccani, da Giuliano Amato (presidente del Comitato dei Garanti per il 150mo anniversario dell'Unità d'Italia) e dal governatore della Regione Ugo Cappellacci. Progetto praticamente pronto, inizio lavori a febbraio, conclusione entro ottobre. Insomma, un'opera a tempo di record. Verrebbe da dire a tempo di G8, ma qui i finanziamenti sono di ben altra entità (sei milioni in totale) e il progetto sotto diretto controllo dello stesso Amato e della Regione. Si spera di vedere l'apertura a novembre prima della fine delle celebrazioni per l'Unità d'Italia: non ci sarebbe motivo di dubitarne anche se l'esperienza del G8 mancato dovrebbe suggerire cautela.
IL MUSEO Nella sala della Treccani, davanti a numerosi giornalisti, Amato e Cappellacci illustrano i motivi che hanno spinto il Comitato delle celebrazioni a dedicare una somma consistente del budget per la realizzazione del museo: «È l'iniziativa più impegnativa dell'intero programma col fine di trasformare il vecchio forte nel museo garibaldino più importante degli oltre cento sparsi in tutto il Paese», afferma Amato. Il governatore spiega, invece, quali saranno le linee per la futura gestione: «Contiamo di istituire al più presto una Fondazione mista che veda tra i suoi componenti la Regione, il Comune di La Maddalena a cui a suo tempo era stato trasferito il forte dismesso, l'Istituto Giuseppe Garibaldi, la Soprintendenza, le Fondazioni Banco di Sardegna e Siotto di Cagliari e inoltre il Parco di La Maddalena».
DIREZIONE SCIENTIFICA Per la direzione scientifica del polo museale la candidatura è naturale: un compito che spetterà allo storico dell'università di Cagliari, nonché presidente della "Siotto", Aldo Accardo che in questi anni ha tenuto le fila tra i vari comitati regionali per le celebrazioni dell'Unità. «Un ruolo fondamentale lo avranno certamente i due atenei sardi chiamati con i loro studiosi e i giovani ricercatori a dare un contributo sostanzioso per la valorizzazione del nuovo museo, con incontri didattici e nuovi filoni di ricerca», dice Accardo: «Anche l'associazione nazionale degli Studi storici, che riunisce docenti e ricercatori di tutta Italia, ha assicurato una sua partecipazione al progetto», aggiunge.
CAPRERA «Non è un caso che Caprera sia stata scelta dal Comitato promotore delle celebrazioni per i 150 anni perché questa bellissima isola fu la patria elettiva dal Generale che qui volle costruire la sua casa e visse gli anni più sereni di una vita trascorsa tra viaggi, rivoluzione e battaglie», ricorda Cappellacci. Tra le numerose iniziative previste dalla Regione, che si svolgeranno in Sardegna per tutto il 2011 nell'ambito delle celebrazioni unitarie, spicca l'appuntamento del 4 luglio (ricorrenza della nascita di Garibaldi ) con manifestazioni ed eventi a Caprera. Sarà l'occasione per fare il punto sullo stato dei lavori del nuovo museo.
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 24
Giurisprudenza, due master a Varsavia
università Sette mesi nella capitale polacca
 
Da Cagliari a Varsavia per perfezionare l'inglese e specializzarsi in euro-progettazione. La nuova opportunità per i laureati sardi arriva dall'associazione Pro Libera Civitate, promotrice di due master, della durata di sette mesi, che si svolgeranno nella capitale polacca.
L'iniziativa, collegata al bando regionale Master and Back (scadenza il 20 gennaio), è stata presentata ieri nella facoltà di Giurisprudenza, in presenza dei partners: l'Università dell'economia e dell'informatica di Varsavia, la Scuola per mediatori linguistici Carlo Bo di Bari e i docenti dell'università di Cagliari. Lunedì a mezzogiorno, nella saletta Aegee della Facoltà di Economia, in viale Sant'Ignazio, sarà disponibile il servizio di tutoraggio per la compilazione dei moduli di adesione ai master. L'iniziativa sarà replicata (dalle 10 alle 17) fino a giovedì 20. Ulteriori informazioni possono essere reperite scrivendo a proliberacivitate@gmail.com.
«Sosteniamo quest'iniziativa», ha commentato Massimiliano Piras, delegato per i rapporti internazionali della facoltà di Giurisprudenza, «in quanto costituisce un tassello della internazionalizzazione della nostra facoltà e un'occasione di crescita per i nostri laureati».
Dello stesso avviso Federico Ibba, presidente di Pro Libera Civitate: «Siamo orgogliosi di patrocinare questa iniziativa promossa con gli amici di Varsavia e di Bari, dove si terrà la prima parte dei master. Vogliamo contribuire a formare una nuova classe dirigente capace di sfruttare le potenzialità che offrono i bandi europei». Alla presentazione hanno partecipato anche Giuseppe De Santis, presidente dell'International Developement Organization, Murat Kaplan, prorettore dell'ateneo di Varsavia, Giovanni Bianco (Università di Bari) e i rappresentanti di Aegee ed Elsa. (p.l.)

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Ricominciamo dall’università»
Incontro rettore-sindaco per un’alleanza sull’economia della cultura
 
CAGLIARI. Uno dei più bei panorami di Cagliari si ammira dal tetto del palazzo delle Scienze e il San Giovanni di Dio, quando smetterà di essere ospedale, non faticherà ad affermarsi come il museo dei musei, a due passi dal porto, lungo una passeggiata che percorre tutti gli strati della storia cittadina. Rettore e sindaco s’incontreranno «a breve»: c’è voglia di conoscersi e di unirsi.
L’obbiettivo è promuovere la vita universitaria e farla diventare un connotato di Cagliari. Quel che incoraggia è un grande patrimonio immobiliare ricco di storia e quasi pronto sul piano burocratico per essere inserito in progetti che diano spazio alla ricerca e all’alta formazione ma anche a una frequentazione culturale permanente, animata dai cagliaritani, dai sardi e dai turisti. Un altro elemento di forte incoraggiamento è che esiste già un parco utenti prontissimo a dare vita a un campus universitario urbano: sono le 35 mila persone che trascorrono le loro giornate nei vari istituti universitari, cioè studenti, docenti, ricercatori, amministrativi. All’inaugurazione dell’anno accademico Antonello Sanna preside di Architettura ha sottolineato: «... A fronte di una città che in trent’anni diminuisce del 20 per cento la sua popolazione, l’Università aumenta di circa il 50 per cento i suoi iscritti... Inoltre, ormai meno del 20 per cento degli iscritti risiede a Cagliari. Anche rispetto alla ‘grande Cagliari’, la cui crescita ha ampiamente riassorbito le perdite di popolazione del capoluogo, l’Università si espande comunque con ben maggiore rapidità, fin dagli anni 70, con due decenni che hanno segnato il vero boom dell’università di massa». Insomma, è ora che Cagliari (Comune, enti, rappresentanze dei cittadini) finisca di sottovalutare la presenza dell’ateneo il quale (spiegava sempre Sanna) ha già fatto varie uscite in cui ha dimostrato di «non sentirsi pià come provvisoriamente parcheggiata in città, in attesa di una sistemazione definitiva nel campus (di Monserrato) ma come parte sempre più integrante dell’organismo urbano». Una prova: la foresteria che darà nuova forza ai programmi di internazionalizzazione dell’ateneo si fa nell’ex clinica medica. Sanna ha poi richiamato l’attenzione sul parco umano universitario: «La massa critica di 35 mila persone straordinaria per quantità e qualità che rappresentano di gran lunga il maggior potenziale di innovazione per il futuro della città». Un altro elemento a favore di una riunione delle forze e degli intenti: la politica amministrativa della città ha già scoperto questo potenziale e l’ha inserito nel piano strategico di Cagliari. Dunque il grande «parco urbano storico-culturale e della conoscenza» nelle idee esiste già, sull’asse nord-sud, dalla Marina al «sistema incentrato sulla piazza d’Armi». Con questa consapevolezza, l’Università deve essere «identificata sia come detentrice di porzioni strategiche di questo patrimonio sia come protagonista delle funzione di eccellenza (ricerca, formazione, didattica)». (a. s.)
 
Pagina 2 - Cagliari
«Il San Giovanni di Dio svuotato può essere il museo dei musei»
 
CAGLIARI. Dopo l’alta formazione e la ricerca, l’Università ha ormai una terza missione: rapportarsi al territorio per cooperare a un nuovo modello di sviluppo basato sulla conoscenza e sull’innovazione. «E anche sul turismo», aggiunge il rettore Giovanni Melis: «Si immagini di quale interesse sarebbe un complesso unitario formato da Orto Botanico, Anfiteatro, San Giovanni di Dio museo, la cittadella dei musei. L’Università vuol lavorare perché si arrivi a un accordo con Regione, Comune, Ersu per muoversi in modo unitario con progetti coordinati, come già d’altronde prevede il piano strategico comunale». Nell’integrazione università-città «si genera un’intera gamma di opportunità: si crea conoscenza, si investe sul capitale umano, si diffonde tecnologia e innovazione, si favoriscono gli investimenti di capitali perché la conoscenza ha bisogno di luoghi e strumenti e ai suoi artefici servono case, attrezzature, spazi ricreativi». D’altronde, la connessione col «tessuto urbano» serve molto anche alla vitalità di una struttura universitaria: a proposito di Monserrato, il «limite della mancata connessione alla città è oggi forse uno dei vincoli maggiori alla sua piena affermazione». (a.s.)
 
Pagina 2 - Cagliari
IL CASO
Gli studenti si moltiplicano gli alloggi no
 
 CAGLIARI. A Cambridge e a Oxford, le sole università inglesi per centinaia d’anni, far studiare un ragazzo significava tre cose: dargli professori, strumenti di studio, alloggio. Bologna e Padova hanno concepito le università come luoghi di apprendimento e di ricerca soltanto, ma all’alloggio nei secoli ci ha pensato ottimamente una rete di accoglienza cittadina famosa per il calore e la qualità. Lo studente veniva trattato bene anche perché teneva in vita centinaia di piccole economie familiari. Cagliari, nonostante i suoi 18 mila pendolari, deve ancora costruirsi il suo modello di accoglienza. La case dello studente e le mense sono largamente insufficienti, in quasi vent’anni praticamente non c’è stato aumento di offerta, i fitti privati sono alti e per la maggior parte in nero.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Da oggi a lezione per prevenire l’idiozia
Il corso comincia con gli interventi di Giorello e Schintu
 
ORISTANO. Si apre oggi il Corso per la prevenzione dell’idiozia. La prima lezione sarà quella di nuta da Giulio Giorello (Accademico perduto del Giudicato d’Arborea e titolare della cattedra di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano) e Marco Schintu (docente di Igiene presso l’Università di Cagliari) sul tema “l’idiozia e la scienza”.
 L’iniziativa ha fatto registrare già da martedì scorso il “tutto esaurito” nella vendita degli abbonamenti e dunque non verranno messi in vendita nemmeno i biglietti da 10 euro per le singole lezioni.
 «All’ultimo momento - spiegano gli organizzatori -, solo quando era stata diffusa la notizia del “tutto esaurito”, si sono avute molte altre richieste che, se fossero giunte prima, forse avrebbero permesso all’organizzazione di dirottare il corso nella sala conferenze dell’istituto tecnico commerciale Sergio Atzeni che è più capiente, ma ha bisogno di qualche intervento, e dunque di tempo, per essere predisposta a questo uso».
 «Il Gremio del Cavaliere Infinito - prosegue la nota - ribadisce e sottolinea che la campanella d’ingresso suonerà alle 20, 30 e quando entreranno i docenti, alle 21 in punto, gli iscritti dovranno essere già tutti in aula. Chi giungerà in ritardo, per non disturbare la lezione, non potrà entrare.
 La puntualità è indispensabile, infatti le lezioni termineranno al massimo alle 23 e chi viene da lontano (ci sono iscritti che giungono da tutta l’isola) dovrà affrontare il viaggio di ritorno.
 Le lezioni si terranno sempre di venerdì alle 21, nell’aula magna del liceo scientifico, in via Messina 19.
 Il programma proseguirà venerdì 21 gennaio con Gianluca Nicoletti che parlerà de «L’idiozia e internet».
 Seguiranno: 28 gennaio Fabio Canessa in «L’idiozia e la scuola»; 4 febbraio Barbara Alberti in «L’idiozia e la famiglia»; 18 febbraio Antonello e Marco Martinez in «L’idiozia e la giustizia»; 25 febbraio Gianluigi Gessa in «L’idiozia e la droga»; 4 marzo Vittorio Sgarbi in «L’idiozia e l’arte moderna»; 11 marzo Manlio Brigaglia e Giorgio Pisano in «L’idiozia, la tv e i giornali»; 18 marzo Fausto Taiten Guareschi e Francesco Abate in «L’idiozia e la salute»; 25 marzo Claudio Ciaravolo e Nino Nonnis in «L’idiozia, l’amore e il corteggiamento»; 1 aprile Pietrangelo Buttafuoco e Francesco Merlo in «L’idiozia e gli intellettuali»; 8 aprile Filippo Martinez in «L’idiozia e la politica»; 15 aprile Massimo Fini in «L’idiozia, i conformisti e gli anticonformisti».
R.Or.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
Secondo un’indagine Almalaurea gli aspiranti dottori trovano subito occupazione
Lavoro sicuro? In medicina
Impazzano i corsi per i test di accesso alla facoltà
GIANLUCA CORSI
 
 NUORO. Cari studenti nuoresi, se volete trovare un’occupazione stabile dopo la laurea, buttatevi sulle facoltà medico-scientifiche. Potrebbe essere questo il senso delle iniziative che, da un po’ di tempo a questa parte, si stanno moltiplicando anche in città per preparare i neodiplomati ai complicatissimi test d’ingresso delle facoltà a numero chiuso.
 La nuova proposta, patrocinata dagli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri di tutte le province sarde, viene dall’associazione culturale “Dictatum Discere”, che a fine gennaio attiverà anche a Nuoro e Sassari i suoi corsi di formazione rivolti a tutti coloro che intendono affrontare le prove di ammissione o di idoneità previste dai corsi di laurea a numero programmato di studenti.
 Medicina e chirurgia, innanzitutto, ma anche odontoiatria e professioni sanitarie. Facoltà in cui sembra difficile entrare, altrettanto complesso “sopravvivere”, ma anche perfette per chi vuole trovare un lavoro sicuro.
 In base ai dati statistici raccolti nel 2009 da AlmaLaurea, tra coloro che, a un anno dalla laurea, risultano essere occupati, il 92,3 per cento ha conseguito il titolo in medicina e chirurgia, il 98,9 per cento in infermieristica e addirittura il 100 per cento in fisioterapia.
 Si tratta di percentuali bulgare che incoraggiano molti neodiplomati a indirizzare la loro scelta verso questi corsi di laurea.
 Eppure non sono poche le difficoltà che gli aspiranti scienziati incontrano durante i test per accedervi. In particolare risulta intramontabile il fascino che esercita la professione medica.
 Basti pensare che alla prova di ammissione in medicina e chirurgia del 2 settembre 2010, a fronte dei 310 posti complessivamente disponibili nei due atenei sardi, hanno partecipato ben 2.473 candidati. Una concorrenza tutt’altro che semplice, se si considera che ai candidati sardi si aggiungono, sempre più numerosi per via dei bassi punteggi d’accesso delle università isolane, anche ragazzi provenienti da altre regioni d’Italia.
 «Superare una selezione di questo tipo - spiega Davide Matta. medico chirurgo e presidente di “Dictatum Discere” - implica da parte dei candidati un’accurata conoscenza del programma ministeriale, ma è particolarmente importante arrivare al giorno della prova il più possibile informati su tutte le dinamiche e le procedure a essa legate».
 Ai tanti studenti nuoresi che volessero provare a cimentarsi nei fatidici test non resta che curiosare sul sito internet www.dictatumdiscere.it, oppure chiamare il numero di telefono cellulare 328 2680426 (dottoressa Daniela Cotza) o mandare un’e-mail a info@dictatumdiscere.it.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
«Design, ora dateci il biennio»
Petizione degli studenti di Architettura per sollecitare l’attivazione del corso di laurea che doveva partire dal 2010
 
 SASSARI. Lanciano una petizione gli studenti della facoltà algherese di Architettura: chiedono l’attivazione del corso di laurea magistrale (cioè di cinque anni) in Design. La raccolta di firme, promossa dalla rappresentante degli studenti in Consiglio di facoltà, Chiara Cattani, studentessa del corso di laurea in Design, e dalla rappresentanza studentesca di “Uniti e Liberi”, ha trovato una massiccia adesione. All’attivazione del corso triennale in Design avvenuta nell’anno accademico 2007-2008 sarebbe dovuto seguire un Corso Magistrale a partire dal nuovo anno di studi.
 Il logico percorso curriculare «per portare a termine la formazione professionale degli studenti - è detto nella petizione -. Ma questo non si è verificato. L’istituzione del biennio non è stata accompagnata dalla sua effettiva attivazione privando gli studenti già laureati, o vicini alla laurea, della possibilità di proseguire i loro studi in Sardegna, dal momento che il corso è unico nella nostra Regione».
 Un fatto che «mette in serio pericolo la garanzia del diritto allo studio» poichè solo gli studenti più abbienti potranno usufruire di un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti coloro che con sacrificio e impegno ultimano il loro percorso triennale». Il danno provocato dalla mancata attivazione del biennio magistrale in Design «è tanto più sentito sia perché la nascita della Facoltà di Architettura di Alghero ha voluto rispondere a una reale esigenza della nostra
isola, riuscendo a distinguersi per un livello di eccellenza riconosciuto in tutta Italia - continua la petizione -. Inoltre il corso di laurea in Design è sorto con lo scopo di incrementare la qualità dell’offerta formativa della Facoltà grazie alla compresenza dei tre corsi di Architettura, Urbanistica e Design».
 Di qui l’appello degli studenti affinchè la loro richiesta venga accolta.
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Ricordi e musica per Giovanni Tedde
Domani manifestazione per lo storico docente di Anatomia
 
SASSARI. Verrà ricordata domani a partire dalle 9,30 nell’aula magna dell’università la figura di Giovanni Tedde, scienziato, medico docente di Anatomia e animatore delle giovani generazioni.
 Il programma è ricco e comincia con gli interventi del rettore Attilio Mastino del sindaco Gianfranco Ganau.
 Il convegno prevede poi la lezione di Alessandro Riva, storico della medicina dell’università di Cagliari dal titolo «L’apporto italiano all’evoluzione dell’iconografia anatomica da Vesalio al primo Ottocento» e quella di Massimo Gulisano docente dell’università di Firenze che parlerà della «Prosecuzione degli studi iniziati con il professor Tedde: effetti biologici del cadmio». Le lezioni daranno diritto agli studenti della facoltà di Medicina a 0,5 cfu. Alle 16,30 è in programma la presentazione dell’associazione Giovanni Tedde e in questa occasione alcuni tra gli amici e gli allievi che lo hanno conosciuto prenderanno parte ad un racconto della sua vita attraverso ricordi personali che permetteranno di tracciare il profilo di una vita ricca di rapporti personali e generosità umana e professionale. Coordina Pietro Masala.
 L’associazione Giovanni Tedde, costituitasi il 20 dicembre 2010, si propone di realizzare iniziative che riguardino il mondo culturale sassarese, studiare e divulgare tematiche sul mondo dei giovani.
 Alle 20,30 nella chiesa di Sant’Agostino concerto «Sonos e boghes» con i gruppi “Amici del Canto Sardo” diretti da Tore Bulla, le Launeddas di Dante Tangianu, IchnVS, gruppo etnomusicologico dell’università di Sassari, Andhira, Cuncordu di Castelsardo e Coro de Iddanoa Monteleone.

Questionario e social

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