Sabato 3 dicembre 2011

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 dicembre 2011

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 63 - Edizione CA)
Il Risorgimento in Sardegna tra la prosa e la poesia: storia di un'incompiuta
Oggi al Search del Palazzo civico di Cagliari la chiusura del convegno di studi
 
Secondo Benedetto Croce il Risorgimento ebbe una poesia e una prosa. Tutti possediamo nell'album del nostro filatelico sentimento nazionale i pezzi poetici della collezione: i diplomatici occhialini di Cavour, la barba dei due mondi di Garibaldi, le bluse rosse, l'incontro a Teano sulle ceramiche in trattoria, l'inno di Mameli, Mazzini, Gioberti e Porta Pia. Il sangue, il suolo, la patria. Poi una prosa lunga 150 anni, fino all'Europa che oggi, sostengono in molti, dipende nella sua sopravvivenza da “un'espressione geografica” che la storia fece stato e nazione.
Le celebrazioni per il 150mo anniversario dell'Unità d'Italia non potevano coincidere con un tumulto storico più significativo. Non è difficile immaginare, dalle aule elementari tapezzate di tricolori al pastello ai convegni, un momento di esitazione nello spegnimento delle candeline. Così a Cagliari, dove oggi (dalle 9 al Search del Palazzo civico) si conclude il convegno “La Sardegna nel Risorgimento”, tre giorni (l'avvio al Palazzo Regio) ed oltre 70 interventi. Conclave per raccontare la Sardegna della poesia e della prosa. Soprattutto prosa, secondo Manlio Brigaglia, intervenuto giovedì nella sessione d'apertura: «La Sardegna ha pagato una estraneità al fenomeno risorgimentale dovuta soprattutto alle sue angosce regionali». Ciò che conta «è capire quando è cominciato e cosa è stato il Risorgimento in Sardegna».
Inizia alla fine del '700 con i moti di ribellione guidati da Angioy e la riforma boginiana dell'università, entrambi capaci di animare una solida classe dirigente con l'idea della Sardegna come popolo unico. Poi è percorso di progresso fra le redini piemontesi: l'editto delle chiudende del 1810 che favorisce la crescita della proprietà privata; l'estensione all'Isola del codice civile, nel 1827; l'abolizione del sistema feudale fra il 1836 ed il 1839; la perfetta fusione del 1847, con cui l'unione al Regno si fa giuridica e amministrativa; l'abolizione degli ademprivi, nel 1865. Una Sardegna che in quegli anni conta poco più di mezzo milione di abitanti, solo il 10% dei quali alfabetizzati. Le percentuali si riducono con l'approssimarsi all'effettiva pratica politica. In Sardegna come nel resto del nuovo stato è il mero 2,5% a votare il nuovo parlamento. Non esattamente una conquista di popolo.
Il Risorgimento sardo, fatta eccezione per qualche eroico caso, è stato l'inserimento tardivo nei binari della storia al traino della locomotiva piemontese. E il confronto centro-periferia, l'odio e l'amore, sono rimasti nel genoma culturale e politico dell'Isola. «Una storia fatta sia di paternalismo, sia di passività della nostra classe dirigente», ha affermato il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Parole condivise da Aldo Accardo, che citando il presidente Napolitano ha ricordato come le teorie «strampalate e sgangherate» non si limitino alla Lega e a certi ambienti dell'estremismo cattolico: «Anche in Sardegna esistono posizioni storiograficamente stravaganti sull'idea di autonomia ed indipendenza. Queste celebrazioni hanno anche la funzione di ripulire la storiografia da anomalie linguistiche e metodologiche, dai neo-nazionalismi».
Massimo d'Azeglio, ad unità raggiunta, pronunciò la celebre espressione: “Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani”. «Ne abbiamo passate tante - ha risposto 150 dopo Napolitano - e passeremo anche quello che abbiamo di fronte, uniti». Ma noi vorremmo poter intervistare Croce, per sapere cosa viene dopo la prosa.
Luca Foschi
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 55 - Edizione CA)
Necessaria per la cultura creativa
L'alta formazione nel territorio sardo
 
L'alta formazione rappresenta, per la Sardegna, un veicolo necessario per ripensare la cultura creativa, valutare gli obiettivi, i metodi e la “scala dell'educazione” alla luce delle eccellenze territoriali e settoriali da mettere in campo per fronteggiare i rischi di declino.
L'istituzione di un sistema permanente e credibile di alta formazione in Sardegna è risultato strettamente connesso alla strategia della Regione autonoma. Si è trattato di un percorso difficile che, sia pure lentamente, si sta delineando. L'idea vincente del progetto è consistita nel decidere di chiamare in causa quelle casseforti della ricerca e della formazione di base che sono le Università del Paese ed alcune Università estere ad alta reputazione. L'accrescimento delle conoscenze e delle expertise da queste provenienti può sviluppare - insieme a coraggiosi processi di management - le condizioni necessarie per evitare che ulteriori fette del nostro mercato interno ci vengano sottratte e anzi per produrre un rafforzamento delle nostre imprese sui mercati internazionali (questi per noi sempre più difficili e insidiati sia dalle imprese europee sia da quelle dei Paesi emergenti lanciati nella corsa allo sviluppo).
Affinché il descritto processo abbia successo occorre però non svendere le nostre capacità e i nostri gioielli di famiglia mantenendo e anzi rafforzando la nostra identità culturale impostando un sistema di formazione, alleato con le Università, fondato su master post lauream, efficienti e mirati, realizzati presso i centri di formazione della Regione Sardegna intervenendo attivamente nella loro programmazione, gestione e organizzazione in partenariato con le prestigiose istituzioni italiane ed estere prescelte secondo appropriati criteri.
Si tratta di andare oltre l'esperienza del programma Master and Back che, nella sua applicazione, pur avendo alimentato importanti attese nel promuovere le scelte professionalizzanti al di fuori dal territorio regionale quasi mai ha consentito il ritorno e il reimpiego delle risorse umane messe a disposizione del sistema. Il problema di fondo che intendo segnalare e sottolineare è che non esiste formazione autentica delegando a terzi i criteri e i processi di formazione (e rinunciando a conoscere che cosa fanno gli allievi) nel mentre sussiste tale formazione e c'è un ritorno quando li si segua in ogni passaggio, e sottoponendo ad attento controllo il sistema di formazione e i suoi sbocchi.
Ed è su questo punto che si giudicherà il valore del nuovo sistema che la Regione autonoma ha impostato. Come non funzionerebbe un Master and Back in cui si rinunciasse a conoscere, programmare e organizzare la formazione dando una delega in bianco (pensando che sia affar loro e non più affar nostro) ad Università e College del continente ed internazionali pur se rinomati (e pagando rette salatissime), ed agli allievi lì inviati ad autogestirsi, parimenti si commetterebbe un errore clamoroso comprando master prefabbricati ospitati presso i Centri di formazione della Regione senza il coinvolgimento delle risorse intellettuali dell'Isola (seppure il titolo di master universitario conseguito in Sardegna venga attribuito grazie al bando emesso dall'Università partner, e perciò grazie al suo riconoscimento).
Sulle sperimentazioni iniziate il giudizio è, al momento, positivo. Le attività proposte hanno consentito di mettere a punto le modalità di contatto e di dialogo con i vari Atenei attraverso significativi master universitari di primo livello.
Maurizio Fanni
Docente universitario
Componente Comitato scientifico Centro studi L'Unione Sarda
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Olbia (Pagina 26 - Edizione OL)
Università
Turismo, il seminario: accesso ai mercati
 
Si terrà stamattina alle 10,30 il seminario "L'accesso ai nuovi mercati turistici", organizzato dall'Università di Sassari e ospitato al primo piano dell'aeroporto "Olbia Costa Smeralda" di Olbia. L'incontro vedrà gli interventi di Massimo Gottifredi, della "Fiera Rimini Spa", e quello di Sandro Viazzo, di "Agenzie marittime sarde srl", con il professor Carlo Marcetti nel ruolo di moderatore. I due esperti illustreranno le strategie di ricerca di nuovi mercati delle due aziende, dando possibili spunti di riflessione per la realtà locale. Il seminario di oggi rientra nel progetto "Gallura's sustainable tourism", intervento formativo che intende approfondire le materie di studio del corso in Economia del turismo, analizzando le dinamiche che si sviluppano nel territorio e osservando i risvolti sociali ed economici. Il prossimo seminario si terrà mercoledì 7 dicembre, e approfondirà il tema "Sostenibilità ambientale e sviluppo economico" con gli interventi di Federico Niccolini (Università di Macerata), e Enzo Mataloni del Serint group Italia. ( c. in. )
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Carbonia (Pagina 28 - Edizione PC)
«Cosa farò da grande?» Centinaia di studenti per la fiera della scuola
Grande successo per le quattro giornate dedicate all'orientamento
 
«Da grande vorrei entrare nelle forze dell'ordine ma fino a oggi non avevo ancora avuto modo di pensarci bene. Oggi ho potuto fare tutte le domande possibili e ho le idee più chiare: cercherò di entrare nella Polizia di Stato». Francesca M. ha 17 anni e quest'anno l'aspetta l'esame di maturità al liceo Scientifico: con la sua classe ha fatto tappa alla due giorni dedicata ai lavoratori di domani.
L'APPUNTAMENTO Davvero tanti i consensi ottenuti dalla Fiera della scuola e dell'orientamento voluta dagli assessorati alla Pubblica istruzione e al Lavoro della Provincia per offrire agli studenti delle scuole medie e delle superiori, ma anche ai tanti giovani che sono alla ricerca di un lavoro, un valido aiuto nella scelta della scuola superiore e dell'Università e delle tante offerte alternative ai classici corsi di studio. «Un successo oltre le aspettative - ha detto ieri il presidente della Provincia Tore Cherchi che nella mattinata ha raggiunto gli studenti impegnati tra stand e seminari - abbastanza per pensare di trasformare questa fiera in un evento periodico».
STAND E WORKSHOP Nelle quattro giornate sono arrivate centinaia di ragazzi da ogni angolo del Sulcis Iglesiente: «Ho voluto accompagnare mia figlia per poterla poi consigliare meglio - ha detto Marinella Cani, commerciante di Iglesias, mamma di una ragazza che frequenta il liceo Scientifico - capita spesso di parlare con lei del futuro, ma ha ancora le idee poco chiare. Un appuntamento come questo lo trovo assolutamente utile, magari ci fosse stato ai miei tempi». Luca P. ha 17 anni, frequenta il liceo Classico e vorrebbe fare il giornalista, così approfitta anche di chi lo intervista per chiarirsi le idee: «Mio padre è avvocato e per anni ho pensato che avrei fatto il suo stesso mestiere - racconta - ora però ho cambiato idea: mi piacerebbe che la fiera durasse tutto l'anno così avrei idee sino all'ultimo giorno prima di fare la scelta definitiva».
CERCASI LAVORO Considerato che si tratta della prima edizione della fiera un simile successo fa ben sperare per il futuro: «Mi piace l'idea di avere a disposizione tante persone a cui chiedere consigli - ha detto Antonella Melis, 20 anni - purtroppo non ho ancora un lavoro e ho scelto di non proseguire gli studi dopo il diploma. Ho perso due anni alla ricerca di un lavoro senza sapere bene in che direzione puntare. Oggi sto valutando l'ipotesi di frequentare un corso professionale: ho raccolto tutto il materiale che ho giudicato interessante e ho scoperto tante possibilità che prima ignoravo».
Stefania Piredda
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
Tutti attorno a un tavolo davanti all'assessore Argiolas.
Nel mirino la “movida”
Castello, ricette per il futuro
Ieri il confronto pubblico con residenti e commercianti
 
Tutti attorno a un tavolo per ipotizzare il futuro di Castello. I commercianti studiano nuove proposte, altre idee nell'ambito del progetto del Comune che mira a rivitalizzare i quartieri storici della città. Ad ascoltare le lamentele dei cittadini e di chi ha un'attività, ieri nell'assemblea al teatro Civico era presente Barbara Argiolas, assessore alle Attività produttive. Gli abitanti puntano il dito sull'invivibilità del centro storico, pochi vogliono i locali aperti sino a tardi, molti altri indicano la via del potenziamento storico e artistico per riportare Castello ai vecchi fasti. «Le difficoltà esistono» afferma Mercedes Mariotti, ex titolare di un'attività nella zona, «molti hanno mollato, sono sempre di più i sottani abbandonati, dove prima fiorivano laboratori e piccoli negozi».
Non tutti sono d'accordo con il degrado di Castello: «Non sono convinto», dice Franco Mannoni, «qual è il parametro per stabilire quale sia questo degrado? Molti dicono che il nostro sia il quartiere della creatività e della cultura, io non vorrei fosse solo quello delle discoteche e dei locali». Chi invece vorrebbe sì una movida ma controllata e misurata è Claudio Ara, titolare del ristorante Sa Piola (finito al centro di un attentato incendiario una settimana fa) e del Ritual, il disco-bar di via Università: «Servono servizi in chiave diurna e notturna», dichiara, «e la vita notturna deve essere regolamentata. Siamo davanti a una serie di abusi nel rilascio delle autorizzazioni». L'assessore Argiolas promette interventi e idee. Il residente Raffaele Puddu, cambierebbe anche l'aspetto non sempre piacevole del quartiere: «Si dovrebbero ascoltare le esigenze dei cittadini e migliorare l'aspetto estetico della zona».
Federico Fonnesu
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
L’impresa oggi e domani al Palazzo Viceregio
 
 CAGLIARI. Si svolge oggi dalle 10.30 a Palazzo Regio il convegno dal titolo “Lo sguardo di oggi sull’impresa di domani”. Apriranno i lavori Antonella Siragusa Pistolos - presidente delegazione Sardegna Aidda e il presidente della Provincia Graziano Milia.
 Interverranno: Mario Sechi, direttore de “Il Tempo”, Barbara De Donno, professore ordinario di Diritto privato comparato alla Luiss “Guido Carli”, Marisa Montegiove, presidente Manager Italia Servizi, Carla Belfiore, vice direttore Agenzia del Territorio, Giorgio La Spisa, assessore alla programmazione e vicepresidente della Regione, Simona De Francisci, assessore alla Sanità, Ada Lai, capo di gabinetto dell’Ufficio di presidenza, Ernestina Giudici, preside della facoltà di Economia dell’Università di Cagliari, Oriana Putzolu, segretario regionale Cisl Sardegna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Attualità
«Italia fragile, isolata e debole»
Il Paese al tempo della crisi, ma il 57% è disposto a fare sacrifici
ANNALISA D’APRILE
 
 ROMA. Un Paese fragile, isolato, con qualche «venatura di depressione psicologica» indotta anche dai «compitini» che ci impone l’Europa. «Retrocessione» e «declino» sono le parole che nell’annuale Rapporto del Censis sulla situazione sociale, delineano il quadro di un’Italia sfiancata dalla crisi economica. Dove però, nonostante tutto, quasi 6 italiani su 10 si dichiarano pronti a fare sacrifici in nome dell’interesse comune. Una responsabilità collettiva che tocca oltre il 57 per cento della popolazione, anche se poi si restringe al 46 la percentuale di quanti darebbero la propria disponibilità solo in casi eccezionali.
 Nella sua impietosa fotografia, l’istituto di studi sociali presieduto da Giuseppe De Rita parla di un Paese dall’economia stagnante, dove l’occupazione stenta, il lavoro sommerso aumenta, i Comuni sono sull’orlo del fallimento, i servizi funzionano poco e male, il risparmio delle famiglie è ormai ridotto all’osso (4 milioni di nuclei familiari sono ridotti in povertà, +14,6 per cento solo negli ultimi 5 anni).
 Isolati perché «restiamo fuori dai grandi processi internazionali» e fragili «a causa di una crisi che viene dal non governo della finanza globalizzata», dice il Censis, «viviamo esprimendoci con concetti e termini (default, rating, spread) che nulla hanno a che fare con le preoccupazioni della vita collettiva».
 Punto debole del nostro sistema è soprattutto la produttività: è troppo bassa. Il Pil non cresce. Negli ultimi deci anni gli occupati sono aumentati del 7,5 per cento, il Pil solo del 4, contro il 9,7 della Germania e l’11,9 della Francia, che invece hanno registrato incrementi occupazionali rispettivamente del 3 e del 5,1 per cento. Altro tallone d’Achille resta la formazione: si diploma solo il 75 per cento dei diciannovenni. Il 65 per cento dei diplomati tenta la carriera universitaria, ma poi il 20 la abbandona. Secondo il Censis un possibile volano di crescita per il Paese è l’export, tra i pochi trend che registrano un dato positivo: +15 per cento nel 2010 e +16 nel primo semestre del 2011.
 Gli italiani, che stentano a sentirsi tali (solo il 46 per cento si dichiara “italiano”), riscoprono però il valore della moralità e dell’onestà (55,5 per cento) e l’intolleranza per i furbetti (l’81 per cento condanna l’evasione fiscale). Inoltre, dalla classe dirigente la maggioranza degli italiani (59 per cento) vuole «specchiata onestà sia in pubblico che in privato», preparazione (43 per cento), «saggezza e consapevolezza» (42,5 per cento). Ed anche se il Paese conta un costante aumento delle separazioni e dei single, il 65,4 per cento della popolazione resta comunque accomunato da un forte senso della famiglia.
 Per salvarsi l’Italia, secondo De Rita, deve ridare valore all’economia reale e ricostruire la rappresentanza politica riportando i cittadini nei luoghi attraverso i quali le loro istanze arrivano alle istituzioni: parlamento, partiti, consigli regionali e comunali. «Il problema italiano - spiega il presidente del Censis - è che è morta la rappresentanza politica. Oggi si preme per la decisione a scapito della concertazione, e invece proprio cose come la concertazione costituiscono la forza del nostro Paese».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Master, via ai back nelle aziende private solo per 83 laureati
 
 SASSARI. Master and back: sul sito della Regione c’è la prima gradutoria. Per ora riguarda il rientro al lavoro nelle sole aziende private dell’isola. Ma con i 6 milioni di finanziamenti pubblici disponibili per il settore è previsto l’inserimento di appena 83 dei 330 laureati sardi che hanno fatto i corsi di specializzazione sulla penisola o all’estero per quest’ambito operativo. Da qui l’amarezza degli esclusi, le delusioni che corrono su Facebook, le nuove proteste.
 Tutto in attesa di un incontro con il governatore, Ugo Cappellacci, e l’assessore del Lavoro, Antonello Liori. Appuntamento che doveva svolgersi nei giorni scorsi. Ma che, secondo gli ex studenti eliminati dal percorso M&B, sarà forse destinato a tenersi la prossima settimana. Nel frattempo continua a crescere la mobilitazione, e non solo sul web. Dice il portavoce del Comitato dei ricercatori, Cristiano Congiu: «Siamo sconfortati: per il momento restano tagliati fuori 247 professionisti e altrettante imprese con cui avevamo firmato un contratto. Ma questo non doveva essere un bando per le aziende? A noi sembra assurdo che le istituzioni illudano così tanti giovani e cosi tanti enti e società che ci hanno selezionato, che hanno trovato i soldi per co-finanziare e fatto i concorsi».
 Tutti i contratti autorizzati sino a oggi, tranne uno, sono a tempo indeterminato. Quasi un miracolo, di questi tempi. Congiu parla dunque di «ennesima umiliazione per chi al contrario resterà a lungo fuori da un mondo del lavoro sempre più inaccessibile senza il supporto di politiche pubbliche efficaci». E gli altri trecento laureati che aspirano al back nell’isola? Dovranno attendere ancora, probabilmente la fine dell’anno, prima di conoscere il loro destino. Si sa comunque che, se non ci saranno novità, gli altri stanziamenti già preventivati (tre milioni) non basteranno neppure per loro. In teoria la metà dovrebbe essere assorbita in enti pubblici, l’altra metà dalle università di Cagliari e Sassari o da istituti di ricerca. Ma è facile prevedere che, sempre in mancanza d’interventi, solo una minima parte accederà ai posti. «Ed è un vero peccato», non si stancano di ripetere i promotori dei progetti. Se infatti i laureati perdono una opportunità, in tantissimi dovranno fare a meno delle loro conoscenze: nell’immediato i privati e un domani numerose istituzioni che operano per la comunità sarda.
 «Ma c’è tempo per invertire la rotta - sostengono i rappresentanti dei laureati M&B - Noi siamo pronti al dialogo per soluzioni concrete in breve tempo». «Bisogna però ripensare al valore strategico di tutta l’operazione d’inserimento - affermano Congiu e la sua collega Arianna Onidi - E si deve evitare poi un nuovo bando che costringa a ripresentare domande congiunte». Secondo i delegati del M&B, i fondi aggiuntivi andrebbero spesi «tramite lo scorrimento delle graduatorie: e ciò nel minor tempo possibile perché è in questa fase che vige l’accordo con le aziende per iniziare a lavorare in dicembre o al massimo in gennaio». «Noi giovani del Master and Back crediamo che da queste decisioni dipenda il futuro della Sardegna», è la conclusione.
 In attesa di una svolta sempre possibile nelle prossime settimane, dato che l’assessore Liori si è impegnato a dare risposte definitive una volta esaminati tutti i dati della situazione, ai candidati non resta che analizzare l’elenco reso noto dalla Regione. Alla voce Master and Back dell’home page del sito ufficiale dell’amministrazione sarda si danno diverse informazioni tecniche. Viene precisata la provvisorietà della lista: ricorsi e correzioni, sono sempre possibili.
 L’Agenzia del lavoro chiarisce inoltre come la graduatoria si riferisca al biennio 2010-2011. Per ciascun candidato, oltre ai punteggi, si ricorda l’entità percentuale del co-finanziamento deciso dall’azienda che partecipa ai programmi d’investimento.
 Ed è certo interessante, per capire meglio l’efficacia dell’intera operazione per i rientri, valutare l’elenco delle imprese che hanno colto quest’occasione. Si va da gruppi che operano nel turismo a società per l’innovazione, da coop che lavorano nell’assistenza e nella riabilitazione a Srl e Spa attive negli studi ambientali e tecnologici. Un panorama, in definitiva, che permette di capire perché tanti hanno preferito puntare su giovani talenti emergenti sardi anziché rendersi complici di una fuga di cervelli dall’isola.
 

Questionario e social

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