UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 22 dicembre 2010

Mercoledì 22 dicembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 dicembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 24
Blitz degli studenti: occupato il rettorato
Riforma Gelmini. Alle 9,30 un sit-in in piazza Garibaldi. Molte scuole proseguono la mobilitazione
 
In anticipo sui tempi. Mentre i loro colleghi erano riuniti, nel Palazzo delle scienze occupato, assieme agli studenti delle scuole superiori per decidere in che modo protestare oggi, ieri un gruppo di circa 40 universitari verso le 18,30 ha occupato il rettorato per protestare contro la riforma dell’Università e della ricerca targata Mariastella Gelmini, il cui voto finale è previsto per oggi al Senato.
L’OCCUPAZIONE «Abbiamo voluto far passare la cosa sottotraccia. Ne erano a conoscenza pochissime persone», afferma Enrico Lallai, del gruppo Unica 2.0, promotore delle iniziative sia nell’edificio di via Università sia nel Palazzo delle scienze, i due edifici occupati oltre al Magistero. «Ci siamo sistemati nell’aula dove si riunisce il Consiglio d’amministrazione perché è il luogo dove, se passerà la riforma, anche i privati decideranno le politiche dell’Ateneo», afferma Marco Meloni, rappresentante del Consiglio degli studenti. In vista del sì definitivo al disegno di legge Gelmini, «la protesta sale di livello, spostandosi dal Palazzo delle scienze a un luogo simbolico», conclude Meloni.
OGGI Mentre in pochi occupavano, l’assemblea di liceali e universitari, ignara di quanto stava accadendo in via Università, decideva di fare oggi un sit-in alle 9,30 in piazza Garibaldi, dove i ragazzi decideranno come proseguire le forme di lotta. Il dibattito in realtà era iniziato già nella mattina nelle scuole occupate e in autogestione.
SCUOLE All’istituto magistrale Eleonora d’Arborea, in autogestione, l’assemblea degli studenti decideva se occupare o meno la propria scuola. Al liceo scientifico Pacinotti prosegue l’autogestione iniziata lunedì. «Abbiamo bisogno di informarci sulla crisi che attanaglia l’istruzione italiana, l’università e la società tutta», afferma Elias Delogu, uno dei quattro rappresentanti d’istituto. Il connubio lavoro-istruzione è al centro delle attività di un altro liceo scientifico, il Michelangelo, da venerdì in autogestione e da lunedì pomeriggio occupato. «Abbiamo ospitato i manifestanti del Teatro lirico e poi siamo andati noi da loro», affermano Giovanni Maria Columbu e Lorenzo Melini. Che denunciano anche tentativi di intrusione nella scuola occupata. «Alcuni ragazzi volevano scavalcare i cancelli, ma sono stati respinti con fermezza, senza l’intervento della polizia».
DETTORI La questura invece è stata allertata in diverse occasioni dagli studenti del liceo classico Dettori, per episodi simili e più insistenti rispetto allo scientifico: alcuni ragazzi esterni al liceo hanno scavalcato la recinzione esterna ed sono saliti sul tetto. Gli studenti proseguono nelle loro iniziative di contrasto alla riforma nonostante alcuni screzi con il dirigente scolastico, Antonio Dimitri. (m. g.)
 
Provincia di Sassari - Pagina 31
Sassari. Pacco degli studenti
E Babbo Natale portò un sacco di carbone al ministro Gelmini
 
Gli studenti dell’università di Sassari non si arrendono e rilanciano la protesta contro la riforma Gelmini. Ieri mattina hanno spedito un regalo al ministro dell’Istruzione, che si vedrà recapitare un pacco pieno di carbone e una lettera di Babbo Natale.
L’ennesima protesta simbolica contro la riforma universitaria si è consumata ieri nel rettorato dell’ateneo sassarese, in piazza Università. Una delegazione del coordinamento degli studenti si è ritrovata per preparare il pacco natalizio da spedire al ministero dell’Università e della ricerca, in piazza Kennedy 20, a Roma.
Gli studenti hanno letto la lettera, rivolta a Babbo Natale, davanti all’aula Eleonora d’Arborea, quartier generale del coordinamento. "Ti scriviamo - si legge - perché anche quest’anno il nostro caro ministro non si è comportato bene e già da tempo intende far approvare una riforma che avrà esiti disastrosi per l’intero sistema universitario e scolastico; ti chiediamo perciò di inoltrare i nostri migliori auguri di buon Natale al ministro Gelmini consegnandole il giusto dono che, per tradizione, spetta a coloro che non sono stati buoni". Gli studenti, con indosso la tradizionale cuffietta rossa natalizia, sono andati poi alle Poste Italiane di via Brigata Sassari, da dove è stato spedito il pacco.
Nonostante l’umore sia basso e la speranza di vedere bocciato il disegno di legge si affievolisca sempre più, gli studenti ieri sera hanno deciso nuovamente di occupare l’aula Eleonora d’Arborea e oggi seguiranno in diretta la votazione della riforma, arrivata al Senato dopo l’approvazione della Camera dello scorso trenta novembre.
Alla legge sono contrari la quasi totalità degli studenti dell’Università e del corpo docente, rettore Mastino in testa, perché colpisce duramente un piccolo ateneo come Sassari, che potrebbe addirittura rischiare la chiusura o l’unificazione con quello di Cagliari. La riforma Gelmini prevede l’erogazione dei fondi alle Università in base alla qualità della ricerca e una razionalizzazione dei corsi di laurea, ovvero la chiusura dei corsi con pochi studenti.
«La legge - spiega il rappresentante degli studenti in consiglio d’amministrazione Gianmichele Sanna - non tiene conto delle specificità dell’isola, che non può attirare allievi da fuori». Per non bastare, il vero disastro per l’ateneo sassarese, arrivato al 450esimo anno di vita, sono i tagli della finanziaria ai fondi di funzionamento ordinario, i soldi cioè che servono per pagare le spese vive dell’Università, come gli stipendi ai docenti e ai ricercatori.
ANTONIO MUGLIA
 
Politica Italiana - Pagina 9
Università, oggi il voto. E fuori il corteo
A Roma è il giorno più caldo. Caos in Aula sugli emendamenti
È il giorno del voto finale al Senato sulla riforma dell’Università. Manifestazione degli studenti.
 
ROMA È stato un martedì di caos per la riforma dell’Università. Stavolta non in piazza, ma in aula, al Senato, dove di buon’ora ieri sono riprese le votazioni sul ddl che riordina il sistema degli atenei.
VOTAZIONI LAMPO A pomeriggio inoltrato, di fronte a una caterva di emendamenti, per la fretta di chiudere e dopo un battibecco col Pd su un pasticcio normativo che tira in ballo la legge Moratti, la presidente di turno, la leghista Rosi Mauro, è partita a raffica con votazioni ed esiti e nella foga ci sono scappati quattro «approvati» di troppo. L’incidente, che avrebbe avuto conseguenze non da poco - il ritorno del ddl alla Camera in quarta lettura - ha scatenato una bagarre in aula. La seduta è stata sospesa e, dopo una serie di consultazioni, il presidente Schifani, regolamenti alla mano, ha deciso di far ripetere le votazioni, a partire dall’emendamento dopo il quale l’esponente del Carroccio ha preso la “volata”. Quanto al «pasticcio normativo» il ministro Gelmini ha assicurato che sarà risolto nel Milleproroghe.
VIA LIBERA FINALE Dunque si va avanti e, salvo sorprese, la riforma Gelmini oggi dovrebbe tagliare il traguardo. E ieri si sono moltiplicati gli appelli alla non-violenza, in vista delle manifestazioni che accompagneranno lo sprint finale del provvedimento. I giovani «evitino di diventare il guscio per i violenti: evitino posizioni agnostiche o conniventi. Se in un corteo si vogliono veramente isolare i violenti, questi si trovano a mal partito» ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. E il ministro Gelmini ha esortato per l’ennesima volta gli studenti a ragionare con la loro testa: «Leggete il ddl non con la lente dell’ideologia, ma guardando ai contenuti concreti. Scoprirete che non c’è nulla da temere, nulla che possa danneggiarvi».
LA PROTESTA DEGLI STUDENTI E loro, i destinatari di tutti questi inviti alla calma, hanno manifestato anche ieri, pacificamente, all’insegna della creatività: a Bari hanno percorso incatenati le vie cittadine, da Sassari è partito un sacco di carbone per il ministro Gelmini, a Pisa alcuni docenti si sono imbavagliati davanti al Rettorato, a Milano un flash mob ha bloccato il traffico e anche nella Capitale si è scelta questa via per esprimere il dissenso regalando fiori ai passanti e alle forze dell’ordine. Ma soprattutto i ragazzi hanno chiesto una mano al presidente Napolitano: «non firmi questa legge» perché «sancirà la cancellazione del diritto allo studio» gli scrivono in una lettera che intendono consegnarli domani attraverso una loro delegazione.
OGGI TRE CORTEI Oggi è il giorno della manifestazione di Roma. La Questura ha annunciato denunce per chi prenderà parte a cortei non autorizzati; gli studenti dal canto loro hanno fatto sapere che i cortei saranno tre, si eviterà la zona rossa (flessibile), confonderanno la polizia e assedieranno i ministeri. In mente hanno lezioni alternative, volantinaggio e altre iniziative «spot». A Roma, ma non solo. In tutta Italia l’intenzione è quella di «ridicolizzare il clima di terrore» e di «spiazzare» con azioni simboliche: a Milano i ragazzi dell’Accademia di Brera hanno in programma blitz creativi, stop del traffico a Firenze, assemblee pubbliche a Bologna, un altro «Blocchiamo tutto day» a Palermo.
LE FORZE DI POLIZIA Per non correre rischi la polizia ha comunque deciso di mettere in piazza a nella Capitale più uomini rispetto al 14 dicembre e di blindare i palazzi del potere. È vero che gli atenei si stanno svuotando per le festività natalizie e che la “guerra civile” della scorsa settimana non ha fatto bene né al Governo né agli studenti, ma l’imponderabile è sempre in agguato. Tra le forze dell’ordine si ipotizza un rafforzamento di uomini per integrare la «strategia blindati», quella aggirata dai black block il 14 dicembre, e un’area rossa da modulare a seconda delle necessità.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Noli: «Sul Campus si cerca una soluzione»
Il caso. Dopo l’esposto di un gruppo di studenti alla Corte dei conti
 
«La vicenda del campus nasce nel lontano 2000. Spero, per l’attaccamento e la dedizione che ho avuto nel corso del mio mandato nei confronti dell’Ersu, che il tutto si risolva in tempi brevi nell’esclusivo interesse degli studenti».
Così Daniela Noli, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, intervenuta ieri dopo la notizia dell’esposto alla Corte dei Conti presentato da un gruppo di studenti dell’Urban Center. Diciassette universitari, primo firmatario Stefano Gregorini, hanno chiesto l’intervento della magistratura contabile per verificare la procedura utilizzata per l’acquisto delle aree dell’ex semoleria Sem, pagata dall’Ersu 39 milioni di euro, su cui dovrebbe poi nascere la nuova casa dello studente.
«Sono stata nominata presidente del cda dell’Ersu il 22 gennaio 2010 e il mandato è scaduto il 24 ottobre», scrive Noli che attualmente ricopre l’incarico in regime di proroga, «pertanto non ho in alcun modo contribuito, neppure omissivamente, a determinare la situazione descritta nell’esposto, il cui contenuto mi è sconosciuto e che sarà naturalmente valutato dall’autorità giudiziaria competente».
E sulla vicenda del campus l’ex assessore del Comune di Cagliari chiarisce: «Nel corso del mio mandato ho attivato subito tutte le procedure istituzionali al fine di comprendere l’esatto andamento della vertenza e cercando di trovare una soluzione, muovendomi su tutti i fronti previsti dalla legge. Purtroppo la vicenda ha subito nel corso degli anni una serie di interventi contrattuali, politici, giudiziari, amministrativi e anche legislativi che hanno determinato la situazione attuale». ( fr. pi. )
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Nuovi poveri con la laurea in tasca
Cresce il numero di indigenti che chiede aiuto alla Caritas
La metà dei poveri dell’Isola vivono a Cagliari. La fascia più colpita è quella fra i 40 e i 44 anni
Il disagio sociale colpisce 3397 sardi, tra loro tanti “insospettabili” rimasti senza lavoro
 
Sembra un soprammobile. Invece è un vecchio addormentato su una panchina di piazza Costituzione. In pieno centro, quando il traffico delle 13 invade il cuore dello shopping natalizio, forse sogna con la testa poggiata su una busta di plastica, imbottita di stracci e giornali. Nessuno lo vede, nessuno si ferma. Ha le braccia conserte, le gambe distese. Lo chiamano clochard, barbone, cittadino senza fissa dimora. Ma è l’emblema di una povertà che in questi ultimi due anni sta colpendo centinaia di insospettabili, quelli che dall’oggi al domani hanno perso tutto: lavoro e dignità. O non lo trovano, anche se laureati.
I DATI I numeri, allarmanti, emergono dall’ultimo rapporto della Caritas relativo al 2009 su povertà ed esclusione sociale. Un’indagine stilata grazie alle informazioni provenienti dai centri d’ascolto diffusi in tutta l’Isola. Solo a Cagliari il disagio sociale coinvolge più di 1600 persone (1112 sardi, 498 stranieri, 5 con doppia cittadinanza), a Sassari circa 400. Complessivamente nell’Isola sono 3397 le persone (2424 sardi, 965 stranieri, 7 con doppia cittadinanza, 1 apolide) che hanno chiesto aiuto alla grande rete di solidarietà diocesana.
CHI SONO «I poveri a Cagliari rappresentano il 47,5 per cento del totale», spiega il sociologo Raffaele Callia, responsabile Servizio studi e ricerche regionale Caritas: «La maggior parte di loro sta nella fascia fra i 40 e i 44 anni, che rappresenta l’11,5 per cento». Più donne (905), che uomini (710): «Di cui il 39,4 per cento sposati». Poveri in cerca di un pasto che spesso hanno anche un ottimo livello di cultura: il 4,8 per cento è laureato, l’1,3 ha un diploma universitario, il 10,8 ha una licenza media superiore. Chiedono un sostegno economico e psicologico, perché hanno appena perso il lavoro o non lo trovano.
CARITAS Don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari, non fa mistero sui recenti interventi a tappeto messi in campo dalle Istituzioni: «La politica del sussidio è molto più estesa: si è capito che moltissimi cagliaritani sono in grave difficoltà». Un esempio? «In sei mesi, con il sostegno della Provincia, attraverso il microcredito, abbiamo erogato 850 mila euro alle famiglie in condizione di particolare disagio, economico e sociale». Perché la povertà, spiega, «è figlia di tagli al personale, fabbriche al fallimento, un sistema economico che stenta a decollare. Ormai non c’è solo chi chiede un pasto o una coperta. Da noi stanno arrivando molti lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, precari. Padri di famiglia a basso reddito. Ma ci sono anche i titolari di microimprese e piccole attività commerciali. Non mancano le donne in difficoltà, oltre a quelle (moltissime) che si fanno portavoce dei problemi economici dei mariti». Poi ci sono gli immigrati: «Che comunque sono un numero nettamente inferiore ai residenti».
MICROCREDITO Una speranza per le famiglie in difficoltà economica è arrivata dalla politica del microcredito, che prevede prestiti di tremila euro erogati dalla Banca di Cagliari, in convenzione con Provincia e Caritas. «Un’iniziativa che certamente ripeteremo anche nel futuro», conferma don Lai. Intanto dal settembre 2009 al 31 marzo 2010 (secondo i dati disponibili) le domande presentate a Cagliari sono state 95, contro le 16 di Quartu, su un totale di 226 in tutta la provincia. Fra i beneficiari dei mini mutui ci sono lavoratori atipici, donne svantaggiate, e famiglie in difficoltà.
ILENIA MURA
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 51
Una tomba monumentale nella necropoli di Othoca
 
Venticinque anni fa avvenne la prima scoperta, in modo del tutto fortuito: una tomba monumentale a camera di età fenicia. Ora la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano e l’Università di Cagliari hanno messo la parola fine alla campagna di scavi nella necropoli dell’antica Othoca, a ridosso della chiesa di Santa Severa. E i risultati sono davvero interessanti, se si pensa che uno dei ritrovamenti eccezionali è stato quello di un grande sarcofago monolitico in arenaria, inserito all’interno di una profonda fossa e chiuso da tre lastre di copertura nello stesso materiale. Tutto questo consentirà di attuare un progetto di valorizzazione per aprire ai cittadini l’area, che comprende un centinaio di tombe, per inserirla in un circuito di visita più ampio. Il Comune di Santa Giusta ha, infatti, dato il via ai lavori per la realizzazione di una copertura della necropoli.
«Nel corso dell’ultima campagna di scavi, alla quale hanno partecipato numerosi studenti universitari di Cagliari, l’area, caratterizzata dall’alta densità e dalla varietà delle sepolture, ha restituito numerose tombe inquadrabili tra il VII secolo a. C. e l’età romana alto-imperiale», spiega l’archeologa Carla Del Vais, dell’Università di Cagliari. «In numero prevalente sono le tombe di età fenicia (VII-VI secolo a. C.): sono per lo più del tipo a fossa, di forma ovale, con copertura costituita da lastre in arenaria giustapposte. Sul fondo sono deposti i resti di ossa e i corredi funerari, che comprendono forme fittili vascolari, come brocche con orlo a fungo, brocche biconiche, piatti, cooking pot e coppe di importazione o di imitazione, e oggetti d’ornamento».
Alcuni esempi di fossa di maggiori dimensioni e di forma allungata documentano l’incinerazione (un’usanza funeraria consistente nella combustione della salma) con la deposizione delle ossa insieme ad abbondanti carboni e legni bruciati, apparentemente ancora in posizione anatomica. «Più raramente in età arcaica» afferma l’archeologa Emerenziana Usai, della Soprintendenza archeologica, «si attestano altri tipi funerari. Particolare è il caso di una fossa allungata, di piccole dimensioni, caratterizzata dalla presenza di due lastrine in arenaria infisse a coltello a foderarne due lati, con all’interno di un’urna fittile, conservata solo nella parte inferiore, posta in una fossa poco profonda».
Di straordinario interesse è stata la scoperta di una tomba monumentale a cassone, di età arcaica. «La sepoltura, di oltre due metri di lunghezza e di circa un metro e mezzo di profondità, è costruita con lastre e blocchi di arenaria» spiega l’archeologa Del Vais, «è coperta da pesanti lastre dello stesso materiale. All’interno erano deposti i resti di due persone, presumibilmente un uomo e una donna adulti, in posizione supina e con la testa verso occidente. La particolarità della deposizione è la presenza, caso unico finora documentato a Othoca, di evidenti tracce della bara in legno all’interno della quale erano stati deposti i due defunti». L’importanza della tomba sta nella monumentalità del cassone, nella rara documentazione della bara in legno e nel rituale funerario praticato: in età fenicia, infatti, la pratica più ricorrente in Sardegna è l’incinerazione.
I risultati dell’indagine, per la quale è stato decisivo l’apporto dell’amministrazione comunale di Santa Giusta, sono stati presentati nel corso di una conferenza organizzata nei giorni scorsi dal Comune nell’ambito del Premio Città di Othoca, assegnato all’intera cittadinanza di Santa Giusta. «Ora c’è un importante progetto che consentirà la valorizzazione di questo lembo di necropoli di Santa Severa», conclude l’archeologa Usai. «Un’opera il cui obiettivo è quello di rendere fruibile l’intera area e inserirla in un circuito di visita più ampio».
PATRIZIA MOCCI
 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Roma, falsa bomba in metropolitana
Studenti, è il giorno dei cortei a sorpresa Voto al Senato: è caos
 
ROMA. La giornata inizia con una finta bomba nel metro, poi al Senato la maggioranza pasticcia nelle votazioni sulla riforma universitaria e Schifani deve far rivotare alcuni emendamenti. E il sì finale slitta a domani.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Università, riforma nel caos al Senato
Bagarre in aula, passano 4 emendamenti del Pd. Ma Schifani fa ripetere il voto
Il via libera dato per sbaglio dalla vicepresidente Mauro
PAOLO CARLETTI
 
 ROMA. Una giornata di bagarre in Senato dopo l’approvazione per errore da parte della maggioranza di quattro emendamenti del Partito democratico alla legge Gelmini, mentre stava presiedendo i lavori la vicepresidente Rosi Mauro della Lega Nord. Al quasi autogol che avrebbe potuto rispedire la legge alla Camera, ha però rimediato con puntiglio il presidente del Senato Renato Schifani, che malgrado le proteste delle opposizioni e le critiche al suo operato, regolamento alla mano ha deciso di far ripetere le votazioni degli emendamenti. L’unica concessione che Schifani ha lasciato a Pd e Idv (Udc e Fli hanno avuto posizioni maggiormente concilianti con la maggioranza) è stata quella di convocare la giunta del regolamento successivamente alla conclusione dei lavori dell’aula.
 Al centro della giornata caotica a Palazzo Madama, la senatrice Mauro, che ha reagito con una foga eccessiva alle contestazioni delle opposizioni, dopo i rilievi della presidente del Pd Anna Finocchiaro su un articolo della Legge che conteneva alcune palesi contraddizioni. La vicepresidente leghista del Senato ha rifiutato il confronto con la senatrice Finocchiaro e ha anzi invitato l’aula a non rallentare i lavori, provocando una dura contestazione delle opposizioni. Ma lei ha voluto procedere con una prova di forza, facendo votare in rapida successione una raffica di emendamenti. Alla fine però è stata costretta a sospendere la seduta, sia per le proteste delle opposizioni, ma anche perché da parte della maggioranza alcuni senatori si sono accorti che nella bagarre erano passati emendamenti proposti dall’opposizione.
 L’interruzione è stata gestita dal presidente Schifani, rientrato in aula per cercare di «normalizzare» una situazione sfuggita di mano alla maggioranza. In una riunione con i capigruppo, quando ancora non si sapeva cosa fosse stato approvato, Pd e Idv - secondo quanto affermato successivamente da Schifani - hanno dato il loro consenso a ripetere le votazioni. Ma quando, rientrati in aula, le opposizioni si sono accorte del «danno» consistente provocato dalla senatrice Mauro, hanno contestato la decisione del Presidente del Senato di far ripetere le votazioni su emendamenti già votati. «Non condividiamo la scelta di tornare a votare su sette voti che sono stati registrati e sono già in circuito. Può costituire un precedente grave» ha detto Finocchiaro. Secondo le opposizioni il testo del disegno di legge sarebbe dovuto tornare alla Camera. Ma Schifani ha tirato dritto per la sua strada. Anche Li Gotti (Idv) ha avvertito che la decisione di Schifani costituiva una forzatura a favore della maggioranza e contro l’opposizione. Gli emendamenti quindi sono stati nuovamente votati, e alle 21 il presidente Schifani ha stoppato i lavori che riprenderanno questa mattina, anche se il voto potrebbero slittare a giovedì.
 Polemica ha provocato anche la comunicazione arrivata in piena discussione dal ministro Gelmini, che ha fatto sapere alla presidenza del Senato che il pasticcio normativo nella riforma dell’Università «sarà risolto dal governo con il decreto milleproroghe», riferendosi al caso sollevato prima dei tumulti dalla senatrice Finocchiaro, di una norma cioè che presentava palesi contraddizioni. «Un Senato che non legifera, ma che è soltanto il braccio del governo» ha protestato il Pd. Tensione e scambi di accuse, il clima insomma che nessuno a parole auspicava in vista delle manifestazioni degli studenti di oggi.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
ROMA. «Presidente, non firmi la legge Gelmini o sancirà la cancellazione ...
 
ROMA. «Presidente, non firmi la legge Gelmini o sancirà la cancellazione del diritto allo studio». E’ al capo dello Stato Giorgio Napolitano che gli studenti rivolgono il loro ultimo appello nel tentativo estremo di bloccare l’approvazione della riforma universitaria, da lunedì in discussione a Palazzo Madama. Una giornata frenetica quella di ieri per definire gli ultimi dettagli nell’organizzazione delle contestazioni, previste per oggi in tutto il Paese.
 Cortei spontanei a Roma, manifestazioni a sorpresa, flash mob e proteste pacifiche nelle altre città italiane: sono questi i “piani” di mobilitazione, all’insegna della non violenza, messi a punto da collettivi universitari e reti studentesche di scuole medie e superiori.
 Tra un preparativo, un sit-in in Campidoglio e un’improvvisata sotto Montecitorio per regalare fiori alle forze dell’ordine, gli studenti inviano anche una lettera al questore, al prefetto e al sindaco della capitale con un’ironica (non) richiesta di autorizzazione a manifestare, mentre al presidente della Repubblica scrivono un accorato appello. «In questi ultimi mesi - si legge nella lettera degli “Studenti della Sapienza in mobilitazione” - sono stati occupati quasi tutti gli atenei, abbiamo occupato i monumenti, ci siamo riuniti nelle assemblee, siamo saliti sui tetti, abbiamo invaso le strade e bloccato le città, tutto per far sentire la nostra voce al paese e bloccare la riforma». Ma la loro voce non è stata ascoltata, così invocano l’aiuto della più alta carica dello Stato: «Presidente, se porrà la sua firma alla legge Gelmini - continuano - sancirà la cancellazione del Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra società, che garantisce equità e democrazia».
 Altri toni invece, per il preavviso chiesto dalle autorità romane agli studenti sui percorsi dei cortei. «Con la presente gli studenti e le studentesse della Sapienza comunicano alle autorità che il giorno 22 dicembre sfileranno per le strade di Roma...», l’incipit è ironico e la lettera prosegue spiegando come i cortei spontanei siano parte fondante delle loro proteste. «Per il movimento studentesco - scrivono gli studenti - - il corteo spontaneo è da anni la vera pratica con la quale far vivere e rendere visibile il diritto di manifestare, la voglia di partecipare e prendere parola sul nostro futuro. Proprio per questo motivo, oggi lasceremo i palazzi del potere nella solitudine della loro miseria e andremo nelle altre zone della città, per parlare con chi come noi è inascoltato da quegli stessi palazzi».
 A Roma - dove già ieri gli studenti sono tornati in strada con volantinaggio tra le bancarelle di piazza Navona e flash mob “colorati” contro il “nero” dei black bloc - si prevedono due cortei in partenza alle 9,30 dall’università la Sapienza e da Piramide. Mettere a segno “blocchi diffusi” ed essere imprevedibili senza, però, cercare scontri con le forze dell’ordine, è l’obiettivo degli studenti che sembrano intenzionati a snobbare del tutto la zona rossa, dirigendosi piuttosto verso il ministero dell’Istruzione. Intanto i commercianti, traumatizzati dagli scontri del 14 dicembre, hanno annunciato la chiusura dei negozi del centro storico. Ma è dal Nord al Sud del Paese che gli studenti scenderanno in piazza: a Milano promettono l’“effetto sorpresa” con blitz creativi dei ragazzi dell’Accademia di Brera, a Firenze garantiscono il blocco del traffico; a Palermo sarà la volta del quarto “blocchiamo tutto day”.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
In Sardegna tornano le occupazioni
Spedito da Sassari un pacco con carbone per la Gelmini
 
SASSARI. Non si placa la protesta degli studenti sardi in lotta contro la riforma dell’università all’esame del Senato. A Sassari, dove la contestazione ha assunto sin dall’inizio toni sarcastici, gli universitari hanno pensato di inviare al ministro Maria Stella Gelmini il regalo di Natale che si fa ai bambini discoli: un sacco di carbone. A Cagliari, invece, ieri sera una quarantina di giovani ha occupato il rettorato addobbando la sede dell’ateneo con degli striscioni. Ma nel capoluogo si sono mossi con alcune iniziative anche gli alunni del liceo classico Dettori.
 Ieri mattina a Sassari una delegazione del «Coordinamento studenti universitari» si è ritrovata nella sede del rettorato. Lì alcuni giovani, tutti con in testa un cappuccio rosso da Babbo Natale, hanno confezionato un pacco con un pacco di carbonella indirizzato al ministero dell’Università e della Ricerca, piazza Kennedy 20, Roma. Poi si sono diretti all’ufficio centrale di Poste Italiane e hanno regolarmente spedito il «regalo». Nella lettera a Babbo Natale, letta pubblicamente nell’androne dell’ateneo, gli studenti hanno ricordato al ministro Gelmini che «negli ultimi due anni c’è stato un blocco quasi totale dell’ingresso dei giovani nell’università con un contratto da ricercatore e il ddl Gelmini non risolve il problema della precarietà: a borsisti e dottorandi si aggiungerebbero altri ricercatori a tempo determinato».
 Nel mirino degli studenti sassaresi anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. «Con i tagli previsti dalla Finanziaria - spiegano - chiuderanno molti corsi di studio, ci sarà un aumento delle tasse universitarie, un peggioramento della qualità della didattica e di conseguenza dell’istruzione in generale». Da parte degli studenti sassaresi, tuttavia, c’è una netta condanna nei confronti delle azioni violente che si sono viste a Roma nei giorni scorsi. «Siamo consapevoli - spiega Erica Mura, rappresentante del Coordinamento studentesco - che stiamo lottando per diritti conquistati duramente dai nostri padri e dai nostri nonni, ma riteniamo che la violenza sia strategicamente fallimentare. Noi vogliamo difendere la nostra causa con l’arma più forte che c’è: la cultura». Oggi, nel rettorato di Sassari, la votazione definitiva del provvedimento di riforma dell’università sarà proiettata in diretta.
 A Cagliari, la decisione di occupare il rettorato è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri dopo una lunga assemblea. Si tratta di un atto simbolico intrapreso da una quarantina di studenti universitari, gli stessi che qualche settimana fa avevano deciso di sfidare il freddo occupando il tetto del Palazzo delle Scienze. Da ieri, quindi, la protesta si sposta dai tetti e va a toccare il luogo che più di tutti rappresenta l’università: il rettorato, appunto. Un’azione svolta in gran segreto, come le numerose manifestazioni e i sit-in che hanno preso forma in questi giorni in tutta Italia. «Abbiamo occupato il centro dell’università - spiega Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti - la sala del senato accademico e del consiglio di amministrazione, dove probabilmente si riunirà il nuovo cda che si formerà se la riforma verrà approvata». Dunque, verso le 18.30 di ieri gli universitari cagliaritani hanno preso sacchi a pelo e viveri per trasferirsi tutti in via Università. Tutto mentre in Senato il presidente Schifani, dopo l’ennesima bagarre, aveva fatto ripetere la votazione su alcuni emendamenti. Alle 21 gli studenti hanno poi indetto una conferenza stampa nella quale hanno invitato gli altri colleghi a unirsi alla loro protesta nella giornata decisiva di oggi. «Siamo tutti in-daspo-nibili, blocchiamo le città, riprendiamoci il futuro», è il grido di battaglia dell’unione degli studenti. Un dissenso che arriva anche dai licei cagliaritani, come il famoso Dettori, e dai tanti studenti che per questa mattina hanno previsto una manifestazione che partirà alle 8.30 da Piazza Garibaldi e proseguirà lungo la via Sonnino fino a piazza del Carmine. In ogni caso, sia a Sassari che a Cagliari le proteste non cesseranno dopo l’eventuale approvazione del ddl.
(ha collaborato b. camedda)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Tutto pronto, stop inspiegabile»
L’ex presidente dell’Ersu Solinas sul mancato campus in viale La Playa
I finanziamenti regionali e statali erano stati definiti mancava l’affidamento dell’appalto all’impresa per i lavori
 
CAGLIARI. Dopo il coinvolgimento della Procura della Corte dei Conti, sulla mancata realizzazione del campus nell’area ex Sem di viale La Playa la nebbia che avvolge l’intera vicenda invece di diradarsi rischia di diventare più fitta. L’unica certezza, purtroppo per gli studenti, è che a dieci anni di distanza dalla decisione di realizzare lì una moderna casa dello studente con i servizi annessi, niente è stato fatto, e a questo punto, per due ordini di fattori, nulla si farà nell’immediato futuro.
 Mancano infatti i soldi e la volontà politica. Se ai primi, con miracoli contabili e con una forte progettualità si può porre rimedio, per la seconda non c’è disponibilità che tenga. Le cause? Percorrendo a ritroso le responsabilità in Ersu si potrebbero trovare le ragioni di questa inspiegabile stasi, ma non tutti i protagonisti di questa vicenda hanno potuto dire la loro.
 Non si è riusciti, ad esempio, a rintracciare il uscente di Ersu, Daniela Noli. L’ex assessore alle politiche giovanili del Comune ha esaurito il suo mandato lo scorso 9 dicembre. Da quella data l’ente è senza guida. Dopo le recenti elezioni delle componenti, il cda deve essere formalmente nominato da Cappellacci; difficilmente le nomine arriveranno per la fine dell’anno.
 Prima del breve regno di Giancarlo Nonnoi, in carica per il solo 2009, a guidare l’Ente per quattro anni è stato l’attuale consigliere regionale del Psd’Az Christian Solinas.
 Dal 2004 al 2008 la pratica campus era il cuore dell’attività della sua amministrazione, ma Solinas parte dalla fine, dal 2008. «Quando sono andato via l’intera opera era finanziata, con fondi dell’ente, regionali e statali. La realizzazione del campus nell’area ex Sem era fuori discussione. L’ente - continua Solinas - ha semplicemente dato attuazione a una precisa disposizione normativa; c’era il concerto di tutti gli enti interessati, e la copertura finanziaria era ben maggiore dei fondi oggi oggetto di contestazione. L’Ersu era titolare dell’area, doveva solo affidare l’appalto». Solinas giudica poco significative le questioni legate al cambio di passo imposto da Soru con la scelta dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha per la realizzazione del campus. «Le concessioni edilizie per la casa dello studente c’erano, per il campus no, ma poi arrivò l’accordo di programma tra Comune e Regione che lo favoriva; la delibera del consiglio comunale che sconfessò quell’accordo fece naufragare anche il mega-progetto. L’ente si è trovato in mezzo a uno scontro tra Comune e Regione, e chi ci ha rimesso sono stati solo gli studenti».
 Solinas conclude ammettendo che il progetto da Rocha era fuori scala rispetto «alle nostre abitudini», ma se si «fosse affrontato il tema sotto profilo dell’interesse pubblico si poteva comunque trovare una mediazione».
 Il punto vero è che da allora, solo due anni fa, si scontrarono due idee astrattamente entrambe corrette, che prevedevano alternativamente o il polo unico studentesco, alla ex Sem o nell’area di Sa Duchessa o come ipotizzato dal commissario dell’Ersu Silvaldo Gadoni nel 2003, nell’area di Tuvumannu, oppure l’idea di campus diffuso nel centro storico, Castello in primis, che avrebbe rivitalizzato il quartiere destinando importanti risorse alla riqualificazione globale di quell’area. Il risultato, come previsto, è stato che nessuna delle due opzioni si è concretizzata. E Cagliari ha circa mille posti letto per gli universitari, con 15mila fuori sede e con le ultime acquisizioni, come l’hotel ex Moderno, vecchie di dieci anni. Da allora nessuna risposta è stata data ai fuori sede, costretti a subire i prezzi folli dei privati, unici veri beneficiari di una stasi che da sola basterebbe a mettere sul banco degli imputati, politici, tutti coloro che avevano la possibilità di aprire il cantiere alla ex Se e non lo hanno fatto.(g.cen.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
Università, via al rilancio
Il Consorzio incontra la Regione: in arrivo i fondi
Il neo commissario Caterina Loi: serve il sostegno da parte delle istituzioni
GIOVANNI BUA
 
 NUORO. «In un clima fortemente segnato dalla lotta studentesca e dalla contestazione sulla Riforma Gelmini, l’università di Nuoro si inserisce nel dibattito per ribadire la necessità di un rilancio dell’offerta formativa, da anni auspicato da tutte le forze politiche, sociali ed economiche del territorio».
 Così una nota dell’assemblea del Consorzio universitario, (composta da Provincia e Comune di Nuoro) che ha nominato il 2 dicembre scorso il nuovo commissario Caterina Loi, consigliera provinciale e già presidente della Commissione provinciale per l’università.
 «Gli incontri di questi giorni del neo-commissario con tutti i soggetti coinvolti - continua la nota - fanno ben sperare nella realizzazione di un ambizioso progetto che necessita innanzitutto di risorse finanziarie, ma anche di un sostegno corale da parte delle istituzioni e degli altri soggetti pubblici e privati operanti del territorio, oltre che dei cittadini e degli utenti. Il Consorzio, in fase di trasformazione, avrà infatti un ruolo di cerniera fra l’ateneo e la domanda formativa che proviene dalla realtà del Nuorese, e saranno perciò determinanti le scelte delle Università “madri” di Cagliari e di Sassari, che dovranno realizzare proposte finalizzate ad attuare a Nuoro una presenza universitaria completa, con corsi esclusivi nell’ambito della Regione e progetti di ricerca altamente qualificati».
 Caterina Loi mercoledì scorso ha incontrato l’assessore regionale Sergio Milia, (erano presenti anche l’assessore del Comune di Nuoro Paola Demuro, l’incaricata del presidente della Provincia di Nuoro per l’università Franca Carroni, e il consigliere regionale Pd Giuseppe Luigi Cucca».
 A Milia Caterina Loi ha chiesto l’immediata liquidazione dei fondi regionali per l’Università relativi al 2010, ad oggi non ancora deliberata. E ha poi illustrato le linee di un progetto di crescita e rilancio dell’Ateneo nuorese, all’interno del quale la Regione dovrà rivestire un ruolo di rilievo, con un forte sostegno finanziario, e non solo finanziario.
 «L’Assessore Milia - spiega Caterina Loi - nell’annunciare l’imminente deliberazione della Giunta Regionale sulla ripartizione dei fondi per l’Università dell’anno 2010, ha assicurato l’intervento della Regione, laddove i progetti andranno nella direzione di un miglioramento dell’offerta formativa».
 Parlando di formazione proprio in questi giorni stanno per decollare a Nuoro due Master su “Diritto ed economia per la cultura e per l’arte” e su “Sviluppo sostenibile, ambiente, territorio, per l’anno accademico 2010/2011, con spese a totale carico del Consorzio.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Cultura e Spettacoli
GAUDI’ A CAGLIARI
La Sagrada Famiglia in mostra al Bastione
 
CAGLIARI. «Quando si vive un momento di crisi, di difficoltà economica, si guarda indietro per ripartire. I nostri pilastri sono solidi, scolpiti da civiltà millenarie e dobbiamo guardare al passato per far sì che la Sardegna rinasca, anche culturalmente». Così l’assessore della Pubblica Istruzione e dei Beni Culturali, Sergio Milia, all’inaugurazione della mostra «Gaudì e La Sagrada Familia. Parabola e iperbole dell’architettura», allestita a Cagliari nella Passeggiata Coperta del Bastione di St. Remy. L’esposizione, promossa dalla Regione d’intesa con l’Università di Cagliari e il Comune, rimarrà aperta al pubblico fino al 19 febbraio con ingresso gratuito tutti i giorni dalle 9,30 alle 21. La stessa mostra sarà ospitata successivamente ad Alghero, come doveroso omaggio alla comunità catalana nell’isola. La mostra è stata curata dal Dipartimento di Architettura e da Angelo Ziranu, che fa parte della grande officina tecnica della Sagrada Familia.
 
 

Questionario e social

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