UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 24 dicembre 2010

Venerdì 24 dicembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 dicembre 2010

QUOTIDIANI NAZIONALI
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
   
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Prima pagina
L’Università che cambia
Favorevoli, contrari e disinformati
di Gaetano Di Chiara
Sul fatto che l’Università avesse bisogno di una riforma, le diverse corporazioni universitarie sono sempre state d’accordo, a patto che ad essere riformati fossero gli interessi delle altre, e non della propria. Così, se i rettori hanno apprezzato l’aumento del loro potere anche grazie all’esclusione dei presidi di Facoltà dalla nuova stanza dei bottoni (il consiglio di Amministrazione), i vecchi ricercatori non hanno gradito di avere un ruolo ad esaurimento e di essere messi in concorrenza con la nuova figura di ricercatore precario per l’accesso ai posti di professore.
La riforma è stata male interpretata, se non falsificata, non solo dai suoi detrattori ma dai suoi stessi sostenitori. Il motivo è semplice: vi sono aspetti tecnici che possono essere valutati appieno solo da chi conosce i meccanismi universitari per averli praticati piuttosto che soltanto subiti.
Per esempio, è passata in sordina la cancellazione delle Facoltà, vere enclavi di potere in concorrenza tra loro, e l’assenza dei loro rappresentanti, i Presidi, nel nuovo Cda. Grazie alla presenza dei Presidi nel vecchio Senato Accademico, le Facoltà hanno avuto un peso fondamentale nella proliferazione della spesa delle Università e la loro eliminazione non potrà che renderle più efficenti e virtuose.
Ma per il grande pubblico, altri sono gli aspetti caratterizzanti della riforma: il fatto di non consentire la chiamata, presso la stessa università, di parenti del rettore o del direttore amministrativo (norma populista) o la possibilità che i finanziamenti statali all’università dipendano ’anche’ dal giudizio degli studenti sulla didattica dei docenti (norma ultrapopulista).
Per i detrattori invece, l’aspetto più negativo della riforma è il fatto che sia a costo zero, che non preveda cioè risorse aggiuntive a quelle previste dalla legge di stabilità. Ma è proprio questo lo scopo primario della riforma: fornire un metodo per aumentare l’efficenza delle università così da supplire alla ridotta disponibilità di risorse, tagliate dalla legge Tremonti del 2008, la famigerata 112, poi mitigata dalla legge 180/2008 della stessa Gelmini.
Quanto agli studenti, le motivazioni della loro protesta non sono del tutto chiare e quelle che sono state esplicitate sono in buona parte infondate. Per esempio, lo slogan "no alla privatizzazione dell’università" è del tutto privo di fondamento, dato che l’introduzione nel Cda di 3 su 11 membri esterni scelti dai docenti della stessa università, lungi dal rendere l’università ’preda dei privati’ servirà a moderare , anche se non ad eliminare, l’autoreferenzialità, il male, neppure tanto oscuro, dell’Università.
Quanto al diritto allo studio, il meccanismo previsto dalla riforma somiglia a quello inglese: prestiti d’onore da restituire al primo lavoro sufficentemente remunerato.
In realtà, i nostri studenti devono ritenersi fortunati rispetto agli inglesi: il governo inglese ha portato da 3200 a 9000 sterline (11.000euro) il tetto delle tasse universitarie, cioè dalle 10 alle 20 volte superiori alle nostre.
 

2 - L’Unione Sarda / Prima Pagina - Pagina 2
Approvazione definitiva al Senato dopo le contestazioni studentesche
UNIVERSITÀ, È LEGGE LA RIFORMA GELMINI
Berlusconi: un tavolo col Terzo polo. Ma la Lega vuole il voto
Con l’approvazione da parte del Senato è legge la riforma dell’università. Un traguardo storico per la maggioranza di governo che ha difeso a spada tratta il provvedimento a dispetto delle contestazioni di piazza e delle critiche di Pd e Idv. Per il ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, è una svolta a tutto vantaggio degli studenti mentre si vanno a colpire gli sprechi e i privilegi dei “baroni”. Ieri Berlusconi ha tenuto la conferenza stampa di fine anno, aprendo alla possibilità di un tavolo con il Terzo Polo e dicendosi convinto di poter allargare la maggioranza. Ma la Lega preferisce il voto anticipato.
 
Primo Piano - Pagina 3
Università, adesso la riforma è legge
Gelmini: «In archivio la cultura falsamente egualitaria del ’68»
Con l’approvazione da parte del Senato la riforma dell’università è legge dello Stato. Soddisfatto il ministro Gelmini: «Finita l’era falsamente egualitaria del ’68, avanti con la meritocrazia».
ROMA Il primo dono di Natale il ministro Gelmini quest’anno lo ha avuto in anticipo. Il Parlamento - che pure negli ultimi tre giorni ha più volte raggiunto un alto tasso di litigiosità - ieri le ha regalato una riforma, quella dell’università, che ha avuto una gestazione di due anni e mezzo e per la quale la titolare del dicastero di viale Trastevere si è spesa molto.
IL RISULTATO Il restyling degli atenei è passato con 161 voti a favore, 98 contro e 6 astensioni, ma prima del via libera si è rischiato un rigurgito di ostruzionismo: dopo le dichiarazioni di voto e a un passo dal voto finale, il capogruppo Pd Anna Finocchiaro, dopo nuove tensioni in aula, ha, infatti, annunciato che ogni senatore del suo gruppo avrebbe illustrato una proposta di coordinamento per ovviare alle incongruenze del testo. Le scuse del presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, hanno scongiurato una ennesima impasse.
SODDISFAZIONE Timorosa di altri colpi di scena, ieri mattina Mariastella Gelmini non aveva voluto rilasciare dichiarazioni («per scaramanzia non parlo»), ma dopo l’ok ha abbassato le difese, ha ringraziato maggioranza e opposizione assicurando la sua massima disponibilità a correggere il testo nella fase attuativa. Passaggio in cui confida molto anche il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro. «Mi auguro che in quella sede si possa ancora fare qualche passo in avanti» ha detto la senatrice per la quale il ddl «è come una foglia di fico ai tagli imposti dal ministro Tremonti».
Intanto il ministro Gelmini, che dopo il via libera ha sobriamente festeggiato con il suo staff, non nasconde l’orgoglio per il successo. «Credo - ha detto - che oggi sia una bella giornata per il Paese e per l’università italiana perchè viene archiviata definitivamente la cultura falsamente egualitaria del ’68 e comincia una nuova stagione all’insegna della responsabilità, del merito, del no agli sprechi, a parentopoli e ai vari casi di baronie». Soddisfattissimo pure il presidente Berlusconi che, dopo aver sottolineato come da questo provvedimento gli studenti avranno solo vantaggi, ha assicurato che la copertura finanziaria c’è.
LA COPERTURA Un problema cruciale quello dei soldi tanto che ieri ha incassato un sì unanime dal Senato un ordine del giorno presentato dal Terzo polo in cui si conviene che i finanziamenti al sistema universitario italiano sono i più bassi, dopo la Slovacchia, fra i paesi Ocse. Il Presidente Napolitano, che mercoledì ha incontrato una delegazione di studenti, ieri dopo aver ribadito di volersi astenere «dall’esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilità del governo e del Parlamento», si è detto disponibile a incontrare anche i rappresentanti del Cnsu «per un ascolto a 360 gradi».
E di cose da dire gli studenti - che ieri hanno incassato i complimenti del ministro La Russa per i toni pacifici dei cortei di mercoledì e l’avvertimento dal ministro Maroni che «la violenza sarà contrastata con ogni mezzo» - ne hanno tante. Non intendono mollare la presa e promettono che la protesta continuerà «a oltranza», anche dopo l’approvazione della riforma.
I DECRETI Intanto, al ministero già si sta lavorando perchè la riforma non resti lettera morta. «Verrà attuata fin dal prossimo anno accademico» ha detto il ministro assicurando che entro i prossimi sei mesi tutti gli adempimenti e i decreti attuativi (una quarantina) saranno approvati. Insomma, appena arrivati si riparte con un’incognita: la strada ora sarà meno impervia di quella già percorsa?
TIZIANA CAROSELLI
 
 
3 - L’Unione Sarda / Primo Piano - Pagina 3
Mastino (Sassari) non si arrende
Fra i rettori pareri opposti
ROMA È stata un campo di battaglia e ora la riforma dell’università si lascia alle spalle sconfitti e vincitori.
Non cantano certo vittoria gli studenti avamposto della contestazione. Ma è amareggiato anche il rettore dell’università di Sassari, Attilio Mastino, che ha guidato la protesta dei rettori contro la riforma Gelmini, rivolgendo appelli ai parlamentari per affossare la legge. Mastino però non si dà per vinto e promette nuove iniziative. Nei prossimi mesi gli Atenei dovranno scrivere i propri statuti. «A Sassari - promette Mastino - sarà fatto con un solo obiettivo, quello di mantenere ed estendere quell’autonomia universitaria riconosciuta dall’articolo 33 della Costituzione. Non ci faremo trascinare da sterili risentimenti, non ci arrenderemo di fronte alla politica dei tagli disposta dal Governo, ma chiederemo conto dei propri comportamenti al ministro, al presidente della Conferenza dei rettori, alla Regione, agli amministratori locali, pronti ovviamente a rispondere di ogni atto da noi adottato, ad assicurare trasparenza sulle nostre scelte, a garantire procedure non solo legittime ma soprattutto corrette nella sostanza, a declinare gli indicatori ministeriali con riferimento alla nostra storia e alla nostra cultura».
Vede il bicchiere mezzo pieno il rettore dell’università statale di Milano (e presidente della Crui) Enrico Decleva. «Abbiamo un punto di partenza che ora deve essere riempito di buoni regolamenti, buoni decreti fatti in fretta, in collaborazione con il mondo universitario» dice confermando che resta il problema delle risorse. «È stato affrontato positivamente per il 2011, ma - osserva - il problema si proietta negli anni futuri. Ora occorre l’impegno di tutti per attuarla al meglio. E se ci si rende conto che ci sono aspetti che non funzionano bisognerà avere il coraggio di cambiarli. A ogni modo operare su un terreno concreto, avendo riferimenti precisi è diverso da continuare a logorarsi come nei mesi scorsi».
 
 
4 - L’Unione Sarda / Economia - Pagina 21
Regione
Primo master di Economia e finanza etica
Un master di alta formazione su “Economia e finanza etica per lo sviluppo della cooperazione” promosso dalla presidenza della Giunta regionale in collaborazione con l’Università di Cagliari, la Caritas e Sardegna Solidale.
Il bando sarà pubblicato il 3 gennaio sui siti della Regione e dell’Ateneo: sarà riservato a laureati, senza limiti di età, e i corsi si svolgeranno nel fine settimana. Per gli allievi con un reddito sino ai 35 mila euro la partecipazione sarà gratuita, grazie ai voucher formativi.
«La Regione - ha detto il governatore Ugo Cappellacci - ritiene che lo sviluppo debba passare per paradigmi di riferimento basati sul capitale umano. Il corso rappresenta una sintesi delle politiche attive del lavoro e di sviluppo sostenibile, finora perseguite dalla Giunta. La valorizzazione delle eccellenze universitarie e la coesione sociale, infatti, costituiscono elementi fondamentali e complementari nella crescita economica e finanziaria della Sardegna. Importante per noi anche la collaborazione con le altre istituzioni».
I corsi saranno tenuti da docenti di Economia dell’Università di Cagliari, ma anche da insegnanti di altri atenei, esperti in microcredito. Non sarà un’iniziativa isolata. «Si tratta di un primo percorso - ha spiegato l’assessore del Lavoro Franco Manca - abbiamo già messo in campo una serie di rapporti con altre Università: in rampa di lancio due master sul turismo. Abbiamo a disposizione due centri di proprietà dell’amministrazione, a Cagliari e Sassari, proprio per lo sviluppo dell’alta formazione».
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale - Pagina 9
Università
Milia: «Sei milioni per le sedi decentrate»
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione Sergio Milia, ha ripartito il fondo a favore delle sedi universitarie decentrate destinando quasi 6 milioni di euro per la prosecuzione e il completamento dei corsi.
La distribuzione delle risorse (oltre 500 mila euro all’Università di Sassari per il corso istituito nella sede di Olbia, quasi 3 milioni al Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale di Nuoro, oltre 2 milioni al Consorzio Uno di Oristano e 413 mila euro al Consorzio Ausi di Iglesias), tiene conto delle nuove immatricolazioni e del numero complessivo degli iscritti.
«L’obiettivo», ha spiegato Milia, «è seguire un itinerario di razionalizzazione dell’offerta didattica attualmente proposta dalle sedi decentrate, capace di potenziare e qualificare il capitale delle risorse umane e di creare, in prospettiva, sedi di eccellenza strettamente correlate alle vocazioni e peculiarità del territorio».
Il fondo per le sedi universitarie decentrate è stato istituito nel 2005, con la legge regionale 7, per scoraggiare lo spopolamento delle zone interne, per diminuire la dispersione universitaria, per accrescere la percentuale degli immatricolati e il conseguente numero dei laureati, oltre che per allargare e diffondere l’offerta didattica e formativa nell’intero territorio regionale.
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale - Pagina 9
Cappellacci: «L’emergenza è il lavoro»
Il presidente a Monitor: ma è finita l’era dei contributi a pioggia
 È stato un anno difficile per la Sardegna, stretta da una crisi profonda in tutti i settori, a cui tutte le istituzioni hanno dovuto far fronte. Dalle telecamere di Monitor, la trasmissione di Videolina andata in onda ieri sera, il governatore Ugo Cappellacci ha lanciato un augurio a tutti i sardi, soprattutto ai giovani («non arrendetevi e credete in voi stessi»), confrontandosi in studio con gli attori principali della crisi e rilanciando il ruolo della Regione.
FINANZIAMENTI «Compito della Regione, come amministrazione pubblica, non è quello di erogare contributi, magari a pioggia, ma realizzare le condizioni perché i costi della produzione siano ridotti creando il giusto contesto per chi produce».
E ancora: «La strada», ha detto Cappellacci rispondendo alle domande degli ospiti, coordinati dal direttore di Videolina Emanuele Dessì, «è quella di trovare insieme le soluzioni perché poi quel determinato settore possa avere gli strumenti per essere artefice del proprio futuro. Se partiamo dal presupposto che i problemi devono essere risolti con il solo contributo economico non stiamo facendo il bene di quel determinato settore. C’è un problema di fondo, quello delle divisioni all’interno dei singoli settori e categoria: anche la politica ne è vittima».
I PASTORI Il governatore si è anche soffermato sulla protesta dei pastori: «Non ho niente di cui pentirmi», ha precisato Cappellacci ricordando la lunga trattativa con i pastori e gli agricoltori. «Abbiamo fatto la scelta di strutturare il settore e farlo crescere con le proprie forze. Ci siamo opposti da subito al contributo a pioggia, che è un “pannicello caldo” utile solo a rimandare i problemi, e i primi risultati si stanno vedendo con i bandi».
FINANZIARIA «In passato abbiamo perso risorse importanti perché non siamo stati in grado di spenderle e la finanziaria non veniva approvata nei tempi dovuti. Quest’anno stiamo lavorando per approvare la manovra entro l’anno e con le ultime scadenze abbiamo dimostrato di poter spendere nei modi e tempi efficaci».
INDUSTRIA E LAVORO Sulle vertenze aperte nel settore industriale, il governatore ha ribadito l’impegno della Regione, con il tavolo interassessoriale, a sostegno delle emergenze occupazionali.
CULTURA E UNIVERSITÀ «Il problema del Teatro Lirico di Cagliari deve essere risolto anche a livello nazionale. Attendevamo una risposta nel decreto milleproroghe ma non c’è stata, però molto si può fare per valorizzare quello che abbiamo perché la Sardegna è un palcoscenico a cielo aperto. Si possono mettere insieme studi e attrezzature in modo stabile per incentivare la creazione di una filiera che possa creare delle produzioni». Sull’Università, il presidente ha annunciato di avere inviato al rettore di Cagliari la proposta di intesa per la nomina del presidente dell’Ersu. «Una delle risposte giuste per la crisi», ha osservato, «è quella di investire sulla conoscenza e sui nostri giovani per essere pronti a risollevarci quando il momento di difficoltà sarà passato».
 
 
7 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari - Pagina 81
Pula. Sarà necessario approfondire l’indagine per valutare l’entità del ritrovamento
Intorno alla città riemerge l’altra Nora
Nuove scoperte durante i saggi di scavo per i servizi igienici
Durante i saggi di scavo obbligatori per la costruzione dell’edificio per i servizi igienici, spuntano altri tesori intorno a Nora.
Ne avevano quasi la certezza, la consapevolezza che lì sotto, tra la laguna e la città punico-romana di Nora ci fosse ben altro che terra. Per questo - almeno loro, gli archeologi - non sono rimasti particolarmente sorpresi quando i saggi di scavo, predisposti per valutare l’idoneità dell’area dove sistemare i servizi igienici del futuro parco archeologico di Nora, di Sant’Efisio e dei Quattro mari, hanno rivelato nuove emergenze , per dirla con gli studiosi di cose antiche. Manufatti, edifici, ricchezze rimaste nascoste duemila e passa anni e che costituiscono l’altra Nora, l’altra fetta della città antica mai riportata in superficie, mai scoperta, mai studiata.
GLI STUDIOSI Non sono rimasti sorpresi ma gongolano, gli archeologi. Perché nuove prospettive di ricerca si aprono su questa meraviglia fondata dai Fenici e poi vissuta dai Punici e ancora dai Romani su cui, oltre la Soprintendenza e l’Università di Cagliari stanno scavando e studiando da ormai oltre dodici anni anche le Università di Padova, Viterbo, Milano e Genova.
LA SOPRINTENDENZA «Ancora non possiamo esprimerci sulla consistenza del ritrovamento, i saggi di scavo dove costruire i servizi iginenici sono prassi oggi obbligatoria quando si devono realizzare nuove opere pubbliche e questo ci ha permesso di mettere in evidenza quanto probabilmente è estesa Nora, anche oltre l’area recintata delle rovine», spiega il responsabile della Soprintendenza archeologica di Cagliari, Marco Minoia. «Dovrebbe trattarsi delle strutture legate alla parte di confine della città. Bisognerà indagare ancora e solo allora, ma verosimilmente accadrà così, l’ipotesi di realizzare in quel punto i servizi igienici potrebbe saltare. Se poi i nuovi sondaggi dovessero dirci di emergenze davvero rilevanti, allora si potrebbe anche pensare a una vera campagna di scavo».
IL COMUNE Si dichiara assolutamente entusiasta il sindaco di Pula, Walter Cabasino. «Questa scoperta la dice lunga su quanto sia estesa Nora e su quanto non le renda merito l’attuale recinzione che circonda le rovine. Questo mi fa pensare a quanti tesori potrebbero esserci sotto le casermette militari, in quella parte del promontorio che stiamo cercando di ottenere dal ministero della Difesa per farlo diventare parte integrante dell’istituendo parco archeologico». Un progetto iniziato davvero molti anni fa (la Giunta Soru aveva inserito proprio la zona delle casermette militari tra le zone da dismettere per essere restituite a un uso civile) ma che ancora non ha concluso il suo iter di trasferimento dallo Stato alla Regione e dalla Regione al Comune.
ANDREA PIRAS
 
 
8 - L’Unione Sarda / Nuoro e Marghine - Pagina 33
Borse di studio, bando in scadenza
Silanus
Gli studenti meritevoli,che frequentano le scuole pubbliche secondarie di primo e secondo grado hanno tempo fino al 30 dicembre per presentare le domande relative al concorso per ottenere gli assegni di studio del Comune. Un ulteriore riconoscimento sarà attribuito agli universitari autori di tesi di laurea su Silanus e il Marghine. (f. o.)
 
 
9 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 61
In primavera reperti, plastici e pannelli si sposteranno dalla Passeggiata coperta ad Alghero
Spartito per scalpello e fede Benvenuti nel genio di Gaudì
La mostra cagliaritana esplora dettagli, storia e segreti della Sagrada Familia
È in questi giorni divisa in tre navate, la Galleria Umberto I del Bastione di St.Remy. Spazio assai vasto, più conosciuto dai cagliaritani col nome di Passeggiata coperta, che ospita sino al 19 febbraio la mostra “Gaudì e la Sagrada Familia. Parabola e iperbole dell’architettura”.
SAGOME FAMILIARI Al centro della sala, un oggetto trasparente e luminoso riproduce gli archi catenari progettati per la Chiesa Santa Coloma de Cervellò al parco Güell. Si riflette su uno specchio, il plastico sterofonicolare, così come fanno le volte convesse, mentre le volte iperboliche in poliuretano sono appese al soffitto. Ci sono molti nomi difficili sulle didascalie che spiegano al visitatore il connubio tra estetica, funzionalità e sperimentazione che è alla base del pensiero di Antoni Gaudì. Ma a guardare le grafiche, sono sagome familiari e avvolgenti. Il curatore della mostra, Angelo Ziranu, è un ingegnere edile laureato a Cagliari. Prenderà tra poco una seconda laurea in architettura, per sentirsi più vicino a quello che considera un maestro. Stando per anni a Barcellona, a lavorare con un’equipe di specialisti nell’Officina della Sagrada Familia, ha approfondito il concetto dell’intersezione delle arti e l’importanza dei calcoli applicati ai sogni. Il percorso inizia con un pannello cronologico che segue la biografia di Gaudì e le tappe della costruzione del tempio, dalla posa della prima pietra, nel 1882, al 2008. Dappertutto, i computer rimandano le immagini del movimento delle colonne a doppio giro, delle geometrie speculari e di altri (per i profani) misteri della scienza.
INTUIZIONI Stampate su plotter, le immagini delle volte delle navate laterali della basilica e il triforio della navata centrale. Plastici di torri e sagrestie, e dei “conoidi”, che sono superfici ondulanti e resistenti. La tecnologia dà corpo alle intuizioni dell’architetto che vedeva nella natura la sua vera maestra.“Con i vasi di fiori, circondato dalle vigne e dagli ulivi, allietato dal chiocciare delle galline, dal cinguettio degli uccelli e dal ronzare degli insetti, e con le montagne di Prades in lontananza, ho catturato le immagini più pure e gradevoli della natura, quella natura che è da sempre la mia maestra”.
Unita a un forte afflato religioso, l’attenzione all’infinitamente piccolo sparso nel creato lo ha portato a coniugare imponenza e lirismo. Sulle fotografie che costituiscono la parte facile dell’allestimento, si osservano i particolari dei cancelli in ferro che imitano le nervature della palma nana, i gasteropodi, le lucertole, i serpentelli riprodotti sulle balaustre e sui doccioni. E semi di robinia sulle torri e germogli e fiori di campo. Del resto il luogo scelto per innalzare la cattedrale era alla fine dell’Ottocento una zona ancora molto periferica. Il carattere sacrale dell’esposizione è sottolineato dal modello dell’erigenda Cappella della Gloria con incisi brani del Pater Noster in 50 lingue del mondo. Sarà la terza, dopo quelle dedicate alla Natività e alla Passione.
LITURGIA E MUSICA Nel catalogo edito da Grafiche Ghiani in italiano, catalano, sardo e inglese si legge che occorrono nozioni di liturgia cattolica, per accostarsi all’idea di Gaudì. In appendice al volume, un testo-omaggio di Pinuccio Sciola sottolinea l’armonia insita nella produzione di Gaudì: “Non avevo mai pensato a un rapporto tra architettura e musica, anche se, soprattutto con il barocco, tutto si rispecchia vicendevolmente. Mentre pensavo alle sinuose architetture nate dalla fantasia dell’architetto spagnolo, sentivo un sottofondo musicale perfettamente intonato. Era la musica dei lavoratori scandita dai loro attrezzi. I muratori, gli scalpellini, gli scultori e gli operai, ricordavano i gruppi dei neri afro-americani che cercavano di recuperare la loro identità attraverso ritmi tribali e straordinarie improvvisazioni vocali e strumentali”.
Scrive Antonio Tramontin, in un altro contributo al catalogo: “Le costruzioni di Gaudì, oggi economicamente impossibili, sono tecnicamente ineseguibili senza la collaborazione di quella esperta manodopera artigianale. Resta il fascino e l’ammirazione per un’opera intrisa di visione e sensibilità per i valori plastici. È proprio il metodo di Gaudì, che fonde materia e spirito, natura e trasfigurazione, che merita rinnovata attenzione. Le sue architetture erano sentite come organismi dotati di vita, non predeterminate, bensì capaci di svilupparsi e evolversi nel corso dell’opera. Gli edifici, costituendosi dall’interno verso l’esterno, sembrano disporsi per crescita cellulare in un flusso continuo di forme”.
L’INCENDIO I progetti originali e i disegni andarono perduti in un incendio nel 1936, dieci anni dopo la tragica morte del loro autore. Il cantiere languì fino agli anni Cinquanta e fu poi ripreso, sempre finanziato da donazioni e dai ricavi dei biglietti d’ingresso. Le strutture proposte al pubblico hanno dimensioni ragguardevoli. Danno il senso della maestosità di quella “caverna” fitta di colonne come un bosco, ed è un senso di armonia quello emanato dagli elementi in metallo e dai fili dei catenari. La mostra, realizzata in collaborazione con la Regione Sardegna, il Comune, l’Università e il Museo Duomo di Cagliari, l’UPC, andrà ad Alghero in primavera. È la prima volta, dicono i responsabili, che si organizza qualcosa del genere in Italia.
Sono previsti laboratori per i bambini e visite guidate.
ALESSANDRA MENESINI
 
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 13 - Attualità
Lettera di Napolitano agli studenti: «Io ascolto, ma decidono maggioranza e governo» 
UNIVERSITÀ, LA RIFORMA GELMINI È LEGGE 
Il Pdl: toccati i “santuari” inviolabili
Ma all’unanimità passa il documento che sancisce: le risorse non bastano 
MARIA ROSA TOMASELLO 
ROMA. La rabbia di Anna Finocchiaro per gli insulti del centrodestra, la presidente dei senatori Pd che minaccia un nuovo ostruzionismo e costringe Maurizio Gasparri a presentare le sue scuse a nome del Pdl. Con una fiammata polemica finale la riforma dell’università diventa legge.
Per Mariastella Gelmini, che in aula riceve l’abbraccio dei senatori e fuori i complimenti dei colleghi ministri, «è una bella giornata, perché viene archiviata la cultura falsamente egualitaria del ’68 e comincia una stagione all’insegna della responsabilità». Lo aveva detto alla vigilia del voto, lo ripete. Lo fa nonostante le parole di Anna Finocchiaro, che prima di troncare infuriata il suo intervento e avvertire che l’opposizione dispone ancora di 110 voti in aula, ricorda che dal ’68 nacquero anche «la destra magistrale di Regan» e la primavera di Praga.
Per il ministro, ora pronta a incontrare gli studenti del Consiglio nazionale (Cnsu) «subito dopo Natale», la riforma taglia gli sprechi e dimostra «che il governo Berlusconi è l’unico che punta alla modernizzazione». Con 161 voti a favore, 98 contrari e 6 astenuti (Udc, Api, Svp e Union valdotain), l’università entra in una nuova era con una legge che, secondo l’opposizione, alimenterà il precariato ed è guastata da un «vizio grave»: una contraddizione tra gli articoli 6 e 29 che il Senato, nonostante richieste ed emendamenti, non sana per volontà di una maggioranza decisa a non tornare alla Camera e che il governo modificherà per decreto: «Massima disponibilità a correzioni nella fase attuativa» conferma Gelmini, che annuncia i decreti «entro 6 mesi». «Sono 50, speriamo che in quella sede si faccia qualche passo avanti» sottolinea il Pd, che al momento di votare il contestato articolo 29 lascia l’aula. Ma durante la maratona di palazzo Madama, l’opposizione che ha fatto le pulci al testo rileva una serie di incongruenze e difetti che adesso alimentano i dubbi del capo dello Stato, chiamato a firmare il provvedimento. Dopo che ministro della Gioventù Giorgia Meloni lo ha invitato a incontrare «anche i rappresentanti democraticamente eletti nelle consultazioni universitarie» e il presidente del Cnsu Mattia Sogaro gli ha inviato una lettera, dal Colle arriva un altro segnale: Giorgio Napolitano, dopo i manifestanti, si dice disponibile a ricevere il Cnsu: «Sono interessato a conoscere vostre “valutazioni critiche e proposte”» scrive, sottolineando però: «Io mi limito a uno sforzo di analisi comprensione e confronto» perché, dice, le scelte legislative appartengono a governo e parlamento.
Ma la riforma appena partita è già a corto di carburante. Lo sancisce, un ordine del giorno del Terzo polo approvato all’unanimità forse per una svista della maggioranza, che dichiara la scarsità di finanziamenti per l’università: «i più bassi dopo la Slovacchia dei paesi Ocse». Futuro e libertà, come annunciato, vota sì, ma ribadisce che le risorse non bastano: «Per i ricercatori i soldi non ci sono, per le quote latte si trovano» accusa Giuseppe Valditara. Gaetano Quaglieriello, Pdl, parla di svolta: «Il ministro ha toccato santuari che, da 30 anni, chi li toccava si bruciava». «Un passaggio chiave della legislatura» commenta il capogruppo del partito Maurizio Gasparri. La Lega esulta: «Distrutti i meccanismi di parentopoli e baronie». Ma per l’Idv la riforma è solo «una favola senza soldi», con un miliardo restituito a fronte di un miliardo e mezzo tagliato e, accusa Francesco Pardi, «quattro quinti dei decreti attuativi che spettano al Tesoro: la cravatta di Tremonti può stragolare la nuova università sul nascere»
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 - Sardegna
LA GIUNTA 
Università dell’isola sei milioni alle sedi decentrate 
CAGLIARI. La Giunta ha ripartito il fondo per le sedi universitarie decentrate destinando 6 milioni di euro. Accolta la proposta dell’assessore Sergio Milia: la distribuzione delle risorse tiene conto delle nuove immatricolazioni e del numero degli iscritti. Oltre 500 mila euro sono stati assegnati all’università di Sassari per il corso istituito nella sede di Olbia, quasi 3 milioni di euro al Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale di Nuoro, oltre 2 milioni al Consorzio «Uno di Oristano» e 413 mila euro al Consorzio Ausi di Iglesias. «Tra gli obiettivi qualificare e potenziare il capitale umano, creare, in prospettiva sedi di eccellenza correlate alle vocazioni e peculiarità del territorio», dice Sergio Milia.


12 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Gallura
La seduta prenatalizia della giunta 
Dalla Regione i fondi per l’Asl e l’università 
OLBIA. Dalla giunta regionale alla vigilia di Natale arrivano le delibere che assegnano fondi alla Asl (quasi due milioni e mezzo di euro per l’adeguamento impiantistico dell’ospedale e per l’acquisto di apparecchiature tecnologiche) e all’università (500mila euro ricompresi nel pacchetto destinato a sostenere le sedi decentrate). Per quanto riguarda la sanità gallurese, i fondi (che seguono una precedente assegnazione di 33 milioni, sempre per l’adeguamento tecnologico) riguardano l’acquisizione di attrezzature, apparecchiature, arredi e tecnologie, necessarie per l’ammodernamento, per la messa a norma di impianti e per interventi di miglioramento strutturale di servizi sanitari essenziali.
Per quanto riguarda l’università, invece, la quota assegnata alla Gallura dalla giunta regionale ancora una volta è la minore tra tutte le sedi sarde. La distribuzione dei fondi, come ha precisato l’assessore alla Pubblica istruzione, Sergio Milia, tiene conto delle nuove immatricolazioni e del numero complessivo degli iscritti. Olbia, suo malgrado, si conferma la cenerentola pur avendo uno «stato di servizio» eccellente.


13 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Gallura
La proposta di Pizzadili: «Portiamo l’università nel cuore della città» 
OLBIA. Un deserto di insegne spente, vetrine vuote, saracinesche abbassate nelle piazze simbolo della città. Come un cielo senza stelle. La passeggiata tra via Regina Elena e corso Umberto ha un sapore malinconico. Post commerciale. Ma la medicina per far ribattere il cuore del centro storico è semplice per Tonino Pizzadili. Il presidente del consiglio comunale lancia la sua proposta. «Non esiste la soluzione - dice -, esiste un progetto che noi possiamo portare avanti. Per prima cosa dobbiamo avere il coraggio di portare l’università al centro di Olbia. I locali il Comune li ha. Ha il palazzo dell’Expo, che con la chiusura della municipalizzata diventa uno spazio che possiamo utilizzare. Abbiamo le casermette di via Mameli, che possono diventare strategiche per ospitare gli studenti. Possiamo rilevare l’ex caserma della guardia di finanza che si affaccia su corso Umberto. Dico ai commercianti di pensare cosa significa avere ogni mattina 500 studenti che vivono il centro. A questo va aggiunto l’indotto. Il movimento di persone che ruotano intorno alla facoltà. Ora l’università non è percepita dal resto della città. Ma diventerà sempre più un valore aggiunto se la portiamo al centro». Ma questo è solo il primo tassello della proposta di Pizzadili. «Non basta l’università penso a una maggiore flessibilità - continua -. Per esempio si potrebbe eliminare il vincolo della destinazione d’uso per gli immobili di alcune vie del centro storico. Un uso libero che in questo modo darebbe la possibilità di moltiplicare le attività. Ma sono convinto che si potrebbe trovare un modo per valorizzare le vie del centro storico. Non parlo di corso Umberto o delle piazze Matteotti e Regina Margherita, ma di tutte quelle strade strette che si ramificano all’interno. Si potrebbero promuovere l’installazione di strutture all’aperto, tavolini, ombrelloni. Si potrebbe creare una fitta ragnatela di locali che consentirebbe di animare il centro storico». Pizzadili è certo di avere trovato l’alchimia giusta per rianimare il centro che soffre la concorrenza dei grandi centri commerciali. «Il concetto è che da sempre c’è un dibattito sulla difficoltà di animare il centro e fare vivere le attività. In questo momento nessuna opera è in grado di portare la gente. Se spostiamo l’università costringiamo la gente ad andare al centro. Si possono anche creare convenzioni con le attività commerciali».
LUCA ROJCH 
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
«Borse di studio in arrivo ma nel frattempo gli idonei non pagano vitto e alloggio»
Il presidente dell’Ersu risponde alle polemiche e difende la scelta di tenere aperta solo la mensa di via Dei Mille 
«Raggiunti gli obiettivi legati ai servizi erogati dall’ente» 
SASSARI. Borse di studio assegnate in anticipo rispetto alle previsioni, servizio mensa regolare, alloggi in locazione senza canone di affitto. Il presidente dell’Ersu Gianni Poggiu risponde agli universitari che nei giorni scorsi, parlando a nome di 550 studenti, si erano lamentati per i ritardi nella erogazione delle borse di studio. Un’accusa che Poggiu respinge, affermando invece «il pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi legati ai servizi erogati dall’ente».
In premessa il presidente chiarisce la differenza tra gli studenti beneficiari e quelli «idonei», ma «non beneficiari», di borsa Ersu. I primi, afferma Poggiu, «hanno ricevuto il 15 novembre la prima rata della borsa di studio» che quindi «è stata erogata con largo anticipo rispetto alla data del 31 dicembre prevista nel bando». Diverso il discorso per gli studenti «idonei non beneficiari». «Il bando - precisa il presidente - non prevede l’erogazione di borse di studio se non in caso di reperimento di nuove risorse. Condizione che si può verificare in qualsiasi momento dell’anno, senza vincoli temporali sull’erogazione del beneficio. Nell’anno accademico 2009/10, l’Ersu aveva erogato a marzo la prima rata per gli “idonei non beneficiari”. Il 3 novembre di quest’anno il CdA ha deliberato la variazione di bilancio nella quale sono inserite le risorse per la copertura in denaro a tutti gli idonei non beneficiari, che riceveranno presumibilmente la borsa con grande anticipo rispetto all’anno precedente».
Gianni Poggiu afferma che, comunque, «gli studenti idonei non stanno pagando canone d’affitto per gli alloggi che occupano. L’Ersu ha infatti accolto tutte le richieste di quanti chiedevano la sospensione del pagamento dei servizi abitativi fino all’attribuzione della borsa di studio, dalla quale verrà detratta la corrispondente retta alloggio».
L’ultima replica riguarda la mensa. «Il bando - scrive Gianni Poggiu - prevede che gli studenti idonei che non ottengano la borsa di studio per l’esaurimento delle disponibilità finanziarie sono ammessi a fruire gratuitamente del servizio di ristorazione».
Infine la scelta di tenere aperta solo la mensa di via Dei Mille. «Questa scelta - spiega il presidente dell’Ersu - è legata al numero giornaliero di pasti erogati nel turno del pranzo, in relazione alla capacità produttiva e ricettiva della struttura. La mensa di via Dei Mille può erogare agevolmente 1200-1300 pasti per turno, con 460 posti a sedere su due ore di servizio. Nel periodo prenatalizio si sono toccati al massimo i 1100 pasti a pranzo e circa 400 a cena. Il servizio mensa in via Padre Manzella riprenderà qualora la mensa di via dei Mille raggiunga il limite della capienza». Se è vero che la scelta di aprire la seconda struttura risponde alla volontà dell’Ersu di ridurre i tempi di attesa e migliorare il servizio, «l’apertura e la conduzione di due mense senza che ci sia la necessità in termini di carico di utenza va contro i principi di efficacia ed economicità su cui si dovrebbero basare le pubbliche amministrazioni in quanto responsabili della gestione di denaro pubblico. Principi pienamente rispettati dall’Ersu». Il comunicato si chiude con l’annuncio della creazione di nuovi spazi living per gli studenti nella residenza di via Coppino e, da gennaio, del servizio Internet con connessione veloce nelle camere.
 
 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Nuoro
Siniscola. Accordo tra Comune, Università di Sassari e Asl di Nuoro 
SA POMPIA DIVENTA UNA MEDICINA 
Gli oli essenziali della buccia a un’azienda farmaceutica 
SALVATORE MARTINI 
SINISCOLA. Per secoli la buccia di sa pompia, l’agrume siniscolese, è stata grattata via e buttata. La scorza non viene impiegata nella preparazione del dolce candito e pochi la utilizzano per ricavarne un liquore. Ma ora la parte gialla del citrus mostruosa suscita nuovo interesse.
Dopo studi mirati, si è scoperto che contiene principi attivi antinfiammatori, antibatterici e antimicotici. Una casa farmaceutica italiana ha pensato di testarne la valenza medica. Questo attraverso il trattamento degli oli essenziali ricavati dalla scorza. Il progetto è ancora all’inizio. Le proprietà di sa pompia sono tuttavia finite nella prestigiosa rivista «The international journal of essential oil therapeutes», facendo il giro del mondo. Il Comune di Siniscola (ente capofila davanti a Posada, Lodè e Torpè) ha colto al volo questa opportunità, dandole un risvolto sociale. È stato siglato un protocollo di intesa tra l’assessore alle politiche socio-sanitarie, Marcello Dadea, il commissario della Asl di Nuoro, Antonio Onorato Succu, e il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, per procedere a una nuova annualità del progetto intercomunale «sa pompia», che consentirà a circa dieci utenti del centro di salute mentale di Siniscola di lavorare il frutto nei terreni comunali, utilizzando le calotte per ottenere il dolce candito ma inviando la buccia al dipartimento scienze biomediche dell’Università di Sassari. Che a sua volta si occuperà di trarre gli oli essenziali da girare alla casa farmaceutica. Il programma ha incassato l’ok del consiglio comunale. Per alcuni utenti del Csm residenti nell’alta Baronia l’iniziativa consentirà di curare le disabilità di natura psichiatrica attraverso un lavoro avvincente. I pazienti potranno inoltre seguire dei corsi di specializzazione e trascorrere qualche giorno nell’ateneo sassarese, risiedendo nella casa dello studente assieme agli universitari. «Si tratta di un’esperienza unica - spiega l’assessore Dadea - che darà ai pazienti opportunità di recupero mai avute prima. Crediamo molto in questo progetto. Ci impegniamo su vari fronti, promuovendo il prodotto e, soprattutto, consentendo agli utenti del Csm una terapia efficace». Si punta inoltre a inserire sa pompia nell’erbario nazionale. L’impiego dell’agrume in settori diversi dall’enogastronomia potrebbe spalancare nuovi orizzonti.

 

Questionario e social

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