UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 16 dicembre 2010

Giovedì 16 dicembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 dicembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 9
Entrate, oggi i sindacati da Cappellacci
Trattative con il governo sui fondi, ma il sit-in è confermato
 
Tra paletti e giochi al ribasso la vertenza entrate non è ancora risolta. Forse però si è aperto uno spiraglio: il governatore Ugo Cappellacci lo dirà oggi a Cgil, Cisl e Uil, convocati a Villa Devoto alla vigilia della manifestazione di domani davanti al Consiglio in via Roma.
LA SITUAZIONE Qualche intoppo c’è ancora. Lo Stato non vorrebbe riconoscere alla Sardegna la compartecipazione alle lotterie né accogliere le rivendicazioni sulle accise. Almeno così fanno intendere alla Regione, pur senza sbilanciarsi sui dettagli. Ieri era a Roma l’assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa: riferisce di «un approfondimento tecnico» sui primi conti, segno che il vertice di lunedì tra il governatore Ugo Cappellacci e il ministro Calderoli con i funzionari del ministero dell’Economia a qualcosa è servito. Prima di tutto a far capire allo Stato che è debitore nei confronti della Sardegna di una cifra enorme: 5 miliardi 400 milioni. Somme che in qualche modo devono sbarcare a Cagliari, anche per scongiurare il conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale. L’opposizione parla di almeno 400 milioni in più, mentre a Roma, «pur avvicinandosi alla cifra richiesta», per ammissione dello stesso Cappellacci avrebbero conteggiato «al ribasso» rispetto ai desiderata.
GLI INCONTRI La Spisa da ieri sera ha la possibilità di incontrare i ministri Raffaele Fitto (Rapporti con le Regioni) e Roberto Calderoli (Semplificazione normativa). Visite concordate per discutere del Piano per il Sud e di Federalismo fiscale. «Stiamo cercando di tutelare la specificità delle regioni a statuto speciale e, sul fronte del federalismo fiscale, abbiamo ancora aperta con lo Stato una trattativa bilaterale Governo-Sardegna sull’articolo 8 del nostro Statuto», ha detto La Spisa: «Sono incontri a cui partecipano tutte le Regioni ma speriamo di poter parlare con i ministri della nostra vertenza entrate e di avere qualche novità in merito».
LE RICHIESTE Mercoledì, durante il vertice di maggioranza, il presidente della Regione ha illustrato lo stato della trattativa agli alleati informando su quello che a più di qualcuno è parso un gioco al ribasso da parte del Governo. La cifra che al ministero dell’Economia sarebbero disposti a concedere sarebbe quantificabile in 5 miliardi 50 milioni. Il governatore ha quindi riallacciato i contatti con il ministero, chiedendo il rispetto degli impegni, partendo dalla base dell’intesa Stato-Regione siglata da Soru e Prodi nel 2006 che, tra l’altro, comprendeva le lotterie ma non le accise.
IL CONSIGLIO E se domani inizia il vertice di due giorni in cui la maggioranza si confronterà su vertenza entrate, Finanziaria e assetti politici, lo stesso farà il Pd all’hotel Regina Margherita a partire dalle 9,30. Lunedì, poi, dalle 10, si riunisce il Consiglio. All’ordine del giorno l’esame del documento annuale di programmazione economica e finanziaria e il Bilancio di previsione 2011. Oggi, invece, Cappellacci e l’assessore Mario Floris a Roma firmano un protocollo d’intesa con il ministro Brunetta sull’Innovazione nell’attività amministrativa.
LA GIUNTA Intanto, duecento milioni di euro da destinare alla realizzazione della nuova Sassari-Olbia sono stati deliberati ieri dalla Giunta. È stato stabilito che le «risorse liberate» non oggetto di obbligazioni giuridicamente vincolanti da parte dei beneficiari finali e non destinate al completamento di operazioni parzialmente rendicontate sul Por 2000/2006, possano essere oggetto di riprogrammazione e concentrate su interventi di rilevanza strategica regionale di carattere infrastrutturale. Tra le azioni individuate come prioritarie, le infrastrutture per potenziare la viabilità, con riferimento diretto alla Sassari-Olbia; quelle funzionali al ciclo integrato dell’acqua e soprattutto gli interventi diretti alla razionalizzazione e potenziamento della rete, alla depurazione ed alla potabilizzazione; interventi sull’edilizia sanitaria e universitaria.
LORENZO PIRAS
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano - Pagina 25
università
Domani l’evento “Noi siamo Uno day”
 
Domani alle 17,30 nell’auditorium di San Domenico, in via Lamarmora, si terrà l’evento “Noi siamo Uno day”, promosso dal Consorzio Uno che gestisce i corsi universitari in città. Nel corso della serata interverrà la scrittrice Michela Murgia, vincitrice del premio Campiello 2010 con il romanzo “Accabadora”. Inoltre verrà proiettato e presentato in anteprima assoluta il primo lip dub universitario sardo “Noi ragazzi di oggi”, girato in piazza Eleonora qualche settimana fa dagli studenti e dai professori. Non basta, perché oltre a scambiarsi gli auguri di Natale, la giornata di domani sarà l’occasione per festeggiare anche chi ha completato il proprio percorso universitario sostenendo tutti gli esami e laureandosi nel chiostro del Carmine, sede dei corsi del Consorzio Uno. ( m. f. )
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 29
Sassari
Cardiologia, corso per istruttori
 
La Cattedra di Cardiologia dell’Università di Sassari ha promosso un Corso unificato per istruttori avanzati» per la formazione degli operatori sanitari addetti alle gestione delle emergenze mediche, sia all’interno degli ospedali sia nel territorio. Il corso si svolgerà nel centro di simulazione avanzata CardioSim della Porto Conte Ricerche a Tramariglio, da oggi al 18 dicembre, con inizio alle 11.
Alla tre giorni prenderanno parte 24 tra cardiologi, medici e infermieri dell’emergenza provenienti da aziende sanitarie e ospedaliere di tutta la Sardegna, i quali hanno già superato un corso per esecutori durante il quale si sono segnalati come particolarmente preparati e adatti a diventare essi stessi istruttori.
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
In città un congelatore per le staminali
Sanità. Una onlus dona un macchinario da 20 mila euro che permetterà la conservazione delle cellule
 
Rigenerazione dei tessuti ossei, innesti cartilaginei a fini ortopedici, riparazioni di cornea per non vedenti, ricostruzione della pelle per la cura dei grandi ustionati. Sono le principali applicazioni terapeutiche delle cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale dei bimbi appena nati. Conservare tali cellule per un futuro utilizzo è considerato fondamentale dalla moderna medicina rigenerativa, ma di difficile attuazione. Un passo avanti la città lo ha fatto con “TargetLife”, un importante progetto di ricerca della onlus Osidea, realizzato in collaborazione col dipartimento di Ingegneria chimica dell’ateneo cagliaritano e con la Fondazione Banco di Sardegna che finanzierà il programma nella sua fase di start-up.
«Durante la procedura di raffreddamento», ha spiegato ieri il responsabile del progetto e ingegnere chimico dell’Università, Alberto Cincotti, «un’elevata percentuale di cellule staminali, in certi casi superiore al 50%, va inevitabilmente persa a causa della letale formazione di ghiaccio intracellulare». Vanificando così gli sforzi fatti in laboratorio. «Il nostro obiettivo», riprende, «è riuscire a garantire la massima vitalità finale delle staminali da cordone ombelicale».
Per consentire all’equipe di Cincotti di portare avanti lo studio, la onlus Osidea ha donato al Dipartimento un criocongelatore del valore di circa 20 mila euro. «Da soli non ce l’avremmo mai fatta», ha commentato la presidente di Osidea, Paola Pinna, «per cui ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato». Tra i partner anche l’azienda Smeraldina con una serie di bottiglie natalizie in edizione limitata che saranno vendute in tutto il mondo per sostenere la onlus.
Sempre ieri, la Giunta regionale ha deliberato di dare attuazione all’accordo Stato-Regioni dell’aprile scorso sull’esportazione di campioni di sangue da cordone ombelicale per uso autologo. «Ad aprile era stato sancito l’accordo sulla conservazione nelle banche operanti all’estero», ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori. Con una successiva direttiva, l’Assessorato definirà le modalità per il rilascio dell’autorizzazione che diventeranno operative dal primo gennaio.
PAOLO LOCHE
 
5 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 45
La morte dolce, la bioetica in aiuto dei medici
 
Il dibattito pubblico sul confine tra la vita e la morte riesplode ogni volta che un paziente si oppone all’accanimento terapeutico. La battaglia personale di Piergiorgio Welby, politico e attivista romano che lottò sino all’ultimo per il diritto alla morte dolce, non è stata vana, ma ha ottenuto il grande risultato di far riflettere gli italiani su un argomento ancora irrisolto sotto l’aspetto etico e giuridico. Welby, paralizzato dalla distrofia muscolare, il 20 dicembre di quattro anni fa si congedò dai familiari, chiese di ascoltare un disco di Bob Dylan e si fece staccare il respiratore dal medico Mario Riccio. L’anestesista fu poi accusato per omicidio del consenziente e nel 2007 prosciolto perché il fatto non costituisce reato. Ma la decisione ha diviso gli stessi medici e il mondo cattolico (a Welby fu negato il funerale religioso). «È un tema, questo della bioetica, che coinvolge tutti. Noi medici vorremmo essere un po’ più ascoltati, ma soprattutto chiediamo un contributo alla società civile, a filosofi, teologi, psicologi. In una parola di non essere lasciati soli nelle nostre scelte perché qualsiasi decisione inevitabilmente troverà una parte di oppositori e di critiche». È questo l’appello lanciato da Ernesto D’Aloja al convegno internazionale "Le sfide della bioetica nell’era del progresso tecnologico" concluso ieri a THotel di Cagliari.
CONVEGNO Organizzato da "Sardegna Ricerche" e dalla sezione di Medicina legale del Dipartimento di sanità pubblica dell’università di Cagliari, ha richiamato esperti di altre culture e religioni, provenienti dalle università di Tel Aviv, Leida, Messina, La Sapienza di Roma e dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari. A parlare del futuro della bioetica è arrivato da Los Angeles il filosofo Roberto Dell’Oro, docente della Loyola Marymount che ha ribadito l’importanza di «un possibile sviluppo della bioetica come ambito interdisciplinare».
MEDICI Una voce fondamentale nel dibattito tra etica e medicina è ovviamente quella degli operatori sanitari. Che ieri hanno avuto modo di dire la loro. Ernesto D’Aloja, docente di medicina legale dell’ateneo cittadino è anche presidente del comitato etico dell’Azienda mista di Cagliari: «L’accanimento terapeutico - afferma - dà la sensazione che noi medici non siamo pronti ad accettare la scelta del paziente di morire. Quando prendiamo coscienza di non essere più in grado di curarlo, lo accompagnamo verso la fine naturale. La discussione pubblica è centrata su questo accanimento che i medici farebbero continuamente sui pazienti. In realtà non si conosce la sofferenza individuale di ciascuno di noi chiamato ogni giorno a fare queste scelte. Il delirio di onnipotenza non fa parte del nostro bagaglio professionale. Nessun medico si muove senza l’autorizzazione del paziente e il primo dovere è quello di rispettarne l’autonomia e di agire per il suo bene. Per questo dico a tutti di venire a vedere come si lavora nei reparti di oncologia e di terapia intensiva. Invitiamo i familiari e gli esperti di altre discipline ad aiutarci nelle nostre decisioni che spesso si devono prendere nel giro di poco tempo».
BIOETICA Al centro del dibattito le basi della bioetica: il principio della beneficenza (si deve operare comunque per il bene del paziente che spesso non è più in grado di decidere o persino di esprimere la propria volontà) e il principio dell’autonomia che lascia all’uomo l’insindacabile scelta del suo destino. «Con le regole e le leggi date dallo Stato e dall’Ordine dei medici, è più facile operare perché è minore il coinvolgimento morale. Ma nella realtà non è così», spiega Gabriele Finco, docente di Rianimazione dell’Azienda mista: «Dovrei effettuare una tracheotomia su una paziente di 85 anni. Lei, due giorni fa non voleva, ieri voleva e oggi non so ancora. I familiari me la impongono, la paziente cambia continuamente idea, la regola dove sta? Come mi devo comportare salvando entrambi i principi di beneficenza e autonomia? Un sì o un no assoluto non esiste. Quando io medico prendo una decisione c’è sempre il contraltare. Le leggi servono, ma diventano un mezzo per togliere al medico la sua coscienza. Per lui decide qualcun altro».
INNOVAZIONI E allora ecco la necessità di un dibattito sempre più aperto che vada al di là dell’aspetto sanitario.«La morte spesso si trasforma nel processo del morire» afferma la docente di bioetica Marianna Furnari, in videoconferenza dall’università di Messina: «La morte è un processo guidato, monitorato. Grazie alle innovazioni della scienza i medici hanno sempre più possibilità per curare con nuove tecniche, per evitare o ridurre le sofferenze. Ma in molti casi i doveri si scontrano quando sono in gioco il rispetto della volontà del paziente e il principio del suo bene, deciso però da altri o dalle leggi. In realtà non esiste una gerarchia, ma una dialettica caso per caso». Il dibattito ha messo a confronto la pratica sanitaria, l’ideale filosofico e l’ispirazione religiosa, che spesso confliggono. «Bisogna trovare prospettive condivise tra i diversi modelli, perché comunque si tratta di scelte tragiche», è stata la conclusione. Un appuntamento a futuri dibattiti.
CARLO FIGARI
 
Cultura - Pagina 45
Ricerche sulla fine della vita
A gennaio apre a Pula il Centro di bioetica del Mediterraneo
 
Una ricerca su come si affronta la fine della vita a seconda della propria cultura e della propria religione: pazienti laici, musulmani, ebrei e cattolici risponderanno dai letti degli ospedali delle principali città dell’area del Mediterraneo, dalla Sardegna all’Egitto, al questionario proposto dagli studiosi. Sarà la prima mossa del Centro di bioetica del Mediterraneo, il primo in Sardegna, pronto ad aprire i battenti a Pula dal prossimo gennaio. La struttura sarà diretta da Ernesto D’Aloja, ordinario di Medicina legale dell’Università di Cagliari. L’annuncio dell’apertura del Centro è stato dato dall’assessore regionale della Programmazione, Giorgio La Spisa, durante il convegno "Le sfide della bioetica nell’era del progresso tecnologico". La ricerca sulla fine della vita sarà condotta in collaborazione con ospedali e i Centri di bioetica operativi nell’area del Mediterraneo.
«L’obiettivo è affrontare un tema molto delicato, quello dei sentimenti e dei problemi di chi si sente vicino alla morte, non solo per scrivere nuovi libri sulla materia, ma anche perché le esperienze diventino la base di nuove politiche sanitarie», dice D’Aloja. Perché proprio a Pula? «Perché è un luogo centrale e strategico attorno al quale potranno convergere gli interessi scientifici del bacino mediterraneo».
Il nuovo Centro di Pula punterà anche sulla formazione degli operatori sanitari sui temi della bioetica: nozioni ed esperienze anche per capire che cosa rispondere a un paziente che chiede di non soffrire più o di morire. Casi che spesso sono diventati eclatanti e che coinvolgono anche i familiari.
 
6 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 46
Al Rettorato ricercatori discutono su scontri, integrazioni, transizioni e dinamiche insediative
Da Ercole all’Impero, la politica crea il territorio
Da oggi a Sassari storici dell’Età antica a congresso sui paesaggi del potere nell’Africa settentrionale
Comincia stamane alle 9 nell’aula magna del Rettorato di Sassari, in piazza Università, la quattro giorni internazionale di studi sull’Africa romana
 
Trasformazione dei paesaggi del potere nell’Africa settentrionale fino alla fine del mondo antico.
Scontri, integrazioni, transizioni e dinamiche insediative. Nuove prospettive dalla ricerca.
Il comitato scientifico ha scelto, due anni orsono, come tema di questo XIX Convegno de “L’ Africa Romana” la Trasformazione dei paesaggi del potere con un certo ardimento innovativo.
Il sintagma “paesaggi del potere” va indubbiamente raccordato al concetto anglassassone dei landscapes of Power elaborato dalla scuola dell’University of California ad opera in particolare di Sharon Zukin con il suo volume “Landscapes of Power: From Detroit to Disney World” del 1993: per landscapes of Power si intendono i segni del paesaggio culturale che svolgono funzioni politiche e che vengono percepiti dalla popolazione in termini di identità.
Il fondatore de L’Africa Romana, Attilio Mastino, ha ricordato come la tradizione mitografica classica rinvenisse i “segni” del potere sin nella saga africana di Herakles: Plinio il Vecchio nel raccontare le cose tramandate dagli antichi a proposito di Lixos, in quel finis terrae che è la Mauritania Tingitana atlantica, indica Ibi regia Antaei certamenque cum Hercule et Hesperidum horti , la reggia di Anteo, lo scontro con Ercole e i giardini delle Esperidi.
A Lixus era nel mito il palazzo regale di Antaios, figlio di Ge, modello ideale forse di quel conjunto áulico en el antiguo “barrio de los templos!” (Complesso palaziale nel cosiddetto “quartiere dei templi” di Lixus) di cui parlerà l’archeologa valenzana Carmen Aranegui. Non è casuale che questo “paesaggio del potere” mitico si riscontri presso Azilah, a nord di Lixus, nel grandioso cromlech di M’zora, identificato da vari autori nel sepolcro di Anteo. Si tratta indubbiamente di un singolare monumento megalitico, all’interno del quale fu eretto un tumulo funerario, sostenuto alla base da un tamburo in blocchi squadrati di arenaria. Gli scavi inediti di Montalban individuarono probabilmente una o più tombe di personaggi di rango “principesco”. Questo “monumento del potere” potrebbe identificarsi nel sepolcro di Antaios fatto scavare da Sertorio, quando nel tardo 81 a.C. si rese padrone del territorio fra Tingis e Lixus, accattivandosi il favore di quelle comunità con un sacrificio in onore del gigante Antaios, ucciso da Herakles.
Le prospettive di ricerca in un ambito principalmente protostorico sono affidate alla “archeologia spaziale” ed in particolare ai suoi “paesaggi del potere”: pensiamo al grande problema dei monumentali dolmen e delle tombe a camera ipogeiche (del tipo dell’hauanet) che costituiscono dei “segni” di possesso del paesaggio e di sua organizzazione, benché resti aperta la questione cronologica nella più parte degli esempi.
L’edizione, presentata a Sassari, del volume “Storia dei paesaggi preistorici e protostorici dell’ Alto Tell tunisino. Missioni 2002/ 2003” curato da Peppina Tanda e Mansour Ghaki e Riccardo Cicilloni ci mostra un metodologicamente aggiornato quadro del tema.
Un argomento che sarà oggetto di diversi interventi è quello relativo all’interazione fra l’elemento autoctono dei Libii, specificati etnicamente e culturalmente nei vari populi anche numidi e mauri, e l’elemento allogeno, in particolare fenicio, ed alla sua traduzione in “paesaggi di potere”. È questo argomento di fondamentale importanza e di particolare difficoltà: le culture africane con le loro strutture sociali, anche gerarchizzate, dotate di basileis, principes, signori insigniti di regalità (MLKT, corrispondente al libico GLD, nella iscrizione bilingue di Thugga relativa a Massinissa), elaborarono la propria “geografia del potere” solamente in rapporto ai Fenici prima ed ai Cartaginesi successivamente, ovvero all’ atto dei primi stanziamenti fenici possedevano già un paesaggio strutturato in cui giocavano un ruolo decisivo i “segni del comando”? Non possiamo richiamarci agli eclatanti dati tardivi, dal IV secolo a.C. in poi, dei mausolei libici, dell’area girbitana, del territorio di Thugga o ancora della Tomba della Cristiana.
Dobbiamo interrogarci attraverso gli strumenti dell’archeologia spaziale sui paesaggi del potere di Hiarbas o Iarbas, ossia degli autoctoni all’ atto della fondazione di Cartagine, o ancora di Adicran, re dei Libi, offesi dai Cirenesi, secondo Erodoto, o di Aylimas re dei Massyli di Thugga attaccati da Agatocle secondo Diodoro e degli altri re tramandataci dalle fonti antiche.
Ma l’ambito del paesaggio del potere romano è naturalmente quello più privilegiato in questo convegno. Il paesaggio è innanzitutto urbano, sia nei casi delle fondazioni coloniali, sia nei più numerosi casi di “città sovrapposte”.
Ma il paesaggio è anche naturalmente quello delle campagne, infrastrutturate attraverso la viabilità, gli acquedotti e la centuriazione, così come mediante i segni del sacro.
I luoghi solenni del potere del rappresentante dell’imperatore segnano il paesaggio da un capo all’ altro dell’ Africa, materializzando quell’imperium di Roma, estrinsecato certo nel “diritto di morte” evocato da tante passioni di martiri africani, ma anche nella romanitas africana, sommatoria delle culture stratificate nei secoli.
RAIMONDO ZUCCA
 
7 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 9
regione
Accordo di collaborazione con GM University
 
Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e il rettore della George Mason University di Faifrax, Nigel Waters, hanno stipulato un accordo per la cooperazione accademica tra le due istituzioni. La firma segue l’incontro del maggio scorso a Fairfax, nella sede dell’Università, al quale aveva partecipato anche il consigliere regionale Franco Meloni, presente anche ieri per la sigla dell’intesa. L’accordo si propone di incentivare e sostenere attività e progetti interculturali di istruzione tra gli Stati Uniti e la Sardegna. Regione e GM University concordano di valutare la fattibilità di piani accademici congiunti nei seguenti settori: A: Istituzione dell’Università GM-Istituto Mediterraneo di Tecnologia (GM - I.M.T.); B: Programmi di cooperazione con la facoltà di Scienze dell’Università GM e con altri Dipartimenti; C: Scambio di competenze sullo sviluppo istituzionale e dei programmi; D: Collaborazione alla predisposizione di una dichiarazione di intenti relativa all’iniziativa GM - I.M.T. Gli accordi, che regolano le specifiche aree di collaborazione, verranno negoziati separatamente, compresi quelli di carattere economico per il finanziamento delle attività.
 

 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Fatto del giorno
GLI SCONTRI DI ROMA
La rabbia dei giovani ha radici che non vanno ignorate
A non reggere più, insieme con Silvio Berlusconi, è un modello sociale che ormai produce diseguaglianze intollerabili
 
Tutta la sinistra, forse tutto il centro-sinistra, è unanime nella denuncia dell’artificiosità provocatoria dei disordini romani del 14 dicembre: data fatidica, dicono in molti, per motivi diversi e persino opposti, tutti più desiderati che obiettivi. Cosa ovvia questo pensiero desiderante, in un momento di alta tensione, che non pochi considerano storico, e ancora per motivi inconciliabili nel giudizio su quella che ormai bisogna decidersi a chiamare era berlusconiana, anche per bisogno di archiviazione.
 Non c’è destra né sinistra esplicite nelle prese di distanza degli studenti l’altro ieri manifestanti, con precari e campani delle discariche, verso chi ha causato, voluto e forse predisposto disordini che non si vedevano a Roma da decenni. Black bloc venuti anche da fuori Italia con armi bagagli e tattiche, dicono quasi tutti, a destra e a manca. A manca con più concitazione. E aggiungono o che si tratta di pura violenza coltivata come disciplina agonistica; o che si tratta di veri e propri professionisti della provocazione, dicono a sinistra, indicando indizi che parlano di infiltrati di vario tipo, e memori delle tradizioni italiche di strategie della tensione, di partite di pesca nel torbido. E memori anche dei terribili consigli della buonanima del presidente emerito Cossiga al ministro Maroni, che l’altro ieri si è trovato in una circostanza da manuale per applicare l’approccio teorico e pratico cossighiano della gestione del disordine pubblico.
 Nessuno, pare, propone con abbastanza convinzione l’ipotesi che in questa vicenda sia da vedere una minaccia, un inizio di minaccia o l’inizio vero e proprio di ciò che ci attende dopo le feste. Di quel qualcosa che accadeva ieri contemporaneamente ad Atene. Cioè che a Roma ci sia stato lo scoppio (iniziale?) di un disagio sociale destinato ad aggravarsi anche in disordine pubblico. Cioè dell’inizio di una reazione violenta contro un disagio della maggioranza di chi paga mentre i profittatori nazionali e internazionali fanno quasi mostra del loro approfittarne, da imprenditori e da finanzieri, da politici e da imbonitori di professione.
 Probabilmente l’altro ieri è stata anche una risicata maggioranza di italiani ad aver tratto un sospiro di sollievo e a cantare vittoria insieme con i berlusconiani (e meno con i leghisti che credono ancora di avere il vento e gli umori del Nord a favore). Ma al di sopra di tutte le tattiche e le strategie di corta visuale italica, tutti sentiamo il vento maestro della crisi che incomincia a soffiare davvero, con ormai ignota violenza. E questo è troppo nuovo davvero, non solo rispetto alle strategie cossighiane del disordine pubblico. Il solo rimedio possibile nell’ottica miope italica è che sia ben presto un moderatissimo centro-sinistra, benedetto da Confindustria e Vaticano, da Washington e da Bruxelles, a cercare di rimettere un po’ le cose a posto, a cominciare dai conti pubblici. Il solo modo di far sopportare alle masse una già quasi vera e propria fame che sembrava dimenticata e che invece si annuncia con piglio di antica tregenda. Sarà difficile anche per un centro-sinistra rimesso al potere far passare tutto quanto si annuncia per sacrifici necessari, per responsabile stretta di cinghia, come ai tempi berlingueriani dell’austerità, del compromesso storico, degli anni di piombo e dell’affare Moro. Non tanto per incapacità popolare di sacrificio e di solidarietà nazionale, ma per una inaudita incapacità culturale e morale dei profittatori di moderare provvisoriamente i loro esibiti appetiti, con così alti esempi dall’alto; mentre finora ci si è limitati alle manifestazioni, quasi autolesionistiche, della salita sui tetti, sulle gru e dei volontari esili delle isole dei cassintegrati. Fra non molto dovrebbe toccare, come in Grecia e in Irlanda, ai ceti medi che stanno scoprendo di non essere più medi ma bassi, sempre più bassi. Comunque, più presto che tardi, è certo che toccherà ai già più tartassati tirare la carretta per tutti. E prima è, meno peggio è per tutti.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
UNIVERSITÀ E FORMAZIONE
Emergenze mediche, corso per istruttori
 
 SASSARI. Un corso di formazione per istruttori avanzati nell’area delle emergenze mediche si terrà nel Centro di simulazione CardioSim (alla Porto Conte Ricerche a Tramariglio) da oggi al 18 dicembre, con inizio alle 11. Parteciperanno 24 tra cardiologi, medici e infermieri dell’emergenza. Al termine delle tre intense giornate i corsisti conseguiranno una certificazione che consentirà loro di operare prima come istruttori in affiancamento e poi come istruttori a pieno titolo. La cattedra di Cardiologia dell’Università di Sassari ha promosso il corso unificato insieme alla centrale operativa del 118 e in collaborazione con l’Italian Resuscitation Council che ha messo generosamente a disposizione il suo esperto team di educatori e facilitatori..
 
 

Questionario e social

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