Domenica 5 dicembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 dicembre 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
      
L’UNIONE SARDA
01 - Università, le palline colorate invadono via Manno
02 - Accordo Università-Caritas
03 - Cervelli in fuga dalla Sardegna
04 - Economia. Convegno del Cif con Stefano Zamagni
     
LA NUOVA SARDEGNA
05 - Flash-mob, la protesta degli studenti si colora di mille palline
06 - Sistema Italia al dissesto per gli egoismi senza più limiti
07 - Sei immigrato? I tuoi diritti in una guida
08 - Nuoro. Deidda: «Dobbiamo puntare tutto sulla qualità»
09 - Nuoro. Corsi di Histudentes
10 - Sassari. Bufera all’Aou per le nomine di alcuni dirigenti
    
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cagliari e Provincia - Pagina 23
Nuova azione degli studenti. Con loro anche i lavoratori del Teatro lirico
Università, le palline colorate invadono via Manno
Sempre striscioni e sempre le solite facce. Solo un po’ di meno rispetto ai giorni scorsi. Ciò che cambia è l’azione. Nessun sit-in e, soprattutto, nessun disagio per i cittadini, che ieri affollavano via Manno per lo shopping natalizio. Semmai divertimento e stupore. Gli studenti che protestano contro la riforma dell’Università ieri alle 18 hanno attuato un flash mob , un’azione insolita e fulminea in un luogo pubblico, che si è concretizzata lasciando scivolare per la strada centinaia di palline colorate con la scritta “No Ddl Gelmini”. Agli universitari, giovanissimi, che hanno distribuito volantini tra i passanti, è arrivata la solidarietà dei lavoratori in sciopero del Teatro lirico.
Qualche minuto dopo le sei circa venti ragazzi hanno formato una fila orizzontale che ha tagliato in due la parte alta di via Manno. Solo per qualche istante, giusto il tempo di svuotare le sacche contenenti le sfere di plastica. Subito dopo inizia il volantinaggio e, un quarto d’ora dopo, un altro gruppo risale la via partendo da piazza Yenne. Le loro mani sorreggono uno striscione contro la legge fortemente voluta dal ministro dell’Università Mariastella Gelmini.
Accanto agli studenti, i lavoratori in sciopero del Lirico, presenti con due striscioni. Assieme hanno percorso la via commerciale per poi risalire verso il Palazzo delle Scienze occupato. Qualche mugugno tra gli automobilisti in piazza Yenne ma nessun blocco del traffico.
La solidarietà è stata ricambiata poco dopo, tra il primo e secondo tempo del balletto “Lo schiaccianoci” di Tchaikovsky, quando, emulando l’urlo caratteristico della Cavalleria rusticana, studenti dalla platea e scioperanti dal palco grideranno rispettivamente: «Hanno ucciso l’università» e «Hanno ucciso il Teatro lirico». (m. g.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 31
Accordo Università-Caritas
Guida per spiegare diritti e doveri agli extracomunitari
Permessi di soggiorno, disoccupazione, integrazione, scuola, servizi sociali e ospedali. I diritti e i doveri non sono più un tabù per gli immigrati grazie alla Guida all’orientamento legale dei cittadini stranieri . L’iniziativa è stata presentata ieri mattina nell’Aula Lai della facoltà di Giurisprudenza. Al dibattito, moderato da Paolo Matta, hanno partecipato il padrone di casa Massimo Deiana, preside della facoltà di Giurisprudenza, Marco Lai, direttore della Caritas cagliaritana, Andrea Leo, funzionario della Prefettura, Angela Quaquero, assessore provinciale alle Politiche sociali, Franco Manca, assessore regionale al Lavoro, e Oliviero Forti, responsabile nazionale Immigrazione della Caritas.
IN NOME DELLA DIGNITÀ Don Marco Lai, così lo chiamano tutti nonostante sia stato nominato monsignore, ha analizzato i numeri dell’immigrazione in Sardegna. «Nella nostra Isola il numero di cittadini stranieri è tutto sommato molto basso. Niente a che vedere con i fenomeni registrati nel Lazio o in Lombardia. Ecco perché siamo un laboratorio privilegiato, dove studiare i metodi per vivere senza timori con i cittadini che provengono da altre nazioni». Il sacerdote analizza le statistiche. «Gli immigrati sono oltre 5 milioni, circa il 7 per cento della popolazione totale». La Sardegna, poi, ha una caratteristica determinante. «Siamo al centro del Mediterraneo, l’Africa è in continua crescita e noi dobbiamo confrontarci con quel continente. Serve un atteggiamento culturale nuovo: il mondo è arrivato in casa. Dobbiamo puntare tutto sul dialogo».
L’assessore Angela Quaquero scoperchia un paradosso burocratico. «Può accadere che un extracomunitario licenziato dal posto di lavoro da tre mesi non ha diritto al rinnovo del permesso di soggiorno, ma continua a godere degli ammortizzatori sociali».
L’UNIVERSITÀ Il preside Massimo Deiana, con la caratteristica verve pungente, spiega come è nato l’accordo tra Università e Caritas. «L’iniziativa ha preso spunto dalla necessità di valorizzare l’impegno delle forze migliori della società: i giovani. Ecco l’opportunità per gli studenti del corso triennale in Servizi giuridici di maturare crediti per la laurea». L’iniziativa è destinata ad allargarsi. «Il Senato accademico - conclude il preside Deiana - ha approvato un protocollo generale che autorizza le facoltà cagliaritane a stipulare accordi con associazioni ed enti di volontariato e assistenza. Un esempio di civiltà».
ANDREA ARTIZZU
 
 
3 - L’Unione Sarda / Commenti - Pagina 18
Cervelli in fuga dalla Sardegna
Quella strada a senso unico
Uno studio condotto dall’Institut Montaigne di Parigi mostra che oggigiorno i laureati con alto livello di specializzazione rappresentano il 27 per cento del flusso di emigrati di nazionalità francese che ogni anno lasciano il Paese verso gli Stati Uniti rispetto all’8 per cento di 30 anni fa. Lo studio mette in evidenza che questo nuovo tipo di emigrazione, sommariamente definita come quella dei “cervelli in fuga” dall’inglese brain drain , è in aumento e potrebbe danneggiare l’economia francese.
In Italia la situazione è ancor più preoccupante dato che circa il 4 per cento di laureati (7 per cento al nord e 2 per cento al sud) con un significativo livello di specializzazione esprime le proprie capacità professionali all’estero, percentuale doppia rispetto alla media europea del 2 per cento e a quella francese del 1.3 (Becker, 2002).
Si tratta di un caso unico in Europa soprattutto se viene legato all’incapacità di attrarre laureati stranieri in Italia. I grandi Stati quali Germania, Francia e Regno Unito hanno più laureati stranieri nel loro Paese che laureati emigrati all’estero. In Italia la percentuale di laureati emigrati è sette volte maggiore di quella di laureati stranieri presenti nel nostro territorio. Insomma, quella dell’emigrazione italiana è una strada a senso unico (Peri 2002).
Che il fenomeno sia di rilevanza nazionale è dimostrato dall’interesse da parte di Aspen Institute Italia (associazione internazionale e senza fini di lucro) su queste tematiche. Dal 2009, l’Aspen Institute punta a costruire, attraverso degli incontri, delle sinergie tra chi vive e lavora all’estero e le diverse entità nazionali che sono responsabili dello sviluppo del territorio.
Difficile individuare con certezza la natura della fuga dei cervelli. La maggior percentuale di fuga al nord rispetto al sud tende a indicare che non sia solo un fenomeno di necessità motivato dall’assenza di lavoro sul proprio territorio, bensì si collochi come un’opportunità per i laureati delle università del nord di mettere a frutto le proprie capacità all’estero. Ancora più difficile valutare le possibili ricadute di questa forma di emigrazione sul tessuto economico del Paese. Pur non essendo quantitativamente paragonabile ai flussi del passato, il problema esiste ed è rilevante. Vari studi mostrano che la crescente perdita di cervelli può avere conseguenze negative per la crescita economica a meno che questa anomalia venga corretta dall’arrivo di capitale umano qualificato da altri paesi (Becker 2010).
Il problema è soprattutto la mancanza di capacità del territorio (in questo caso la Sardegna) di facilitare il brain gain , ovvero attrarre risorse umane competenti da tutto il mondo contrastando in questo modo l’immobilismo sociale, il clientelismo, il provincialismo e gli interessi personali che hanno storicamente favorito la fuga dei cervelli in Italia e in particolare in Sardegna. La Regione ha investito parecchio sulla mobilità dei cervelli: le borse di studio per liceali per i “collegi del mondo unito” e il “master and back” sono iniziative che hanno dato delle immense opportunità ai sardi. Tuttavia, la nostra Regione potrebbe adottare altri modelli consolidati in Italia: cito in particolare il progetto del Di.M.I di Genova, un centro di ricerca biomedica, elogiato dal premio Nobel Dulbecco, che attrae eccellenze da tutto il mondo con un processo di selezione meritocratico e trasparente. Un altro esempio brillante è offerto dal Politecnico di Torino che, nell’anno accademico 2009/10 registra il 15 per cento di stranieri tra gli iscritti posizionandosi al terzo posto nel ranking europeo delle università tecniche.
Investimenti in infrastrutture e ricerca, un’università più meritocratica, aperta e operante come catalizzatrice del sistema economico del territorio e delle decisioni politiche atte a favorire la partenza e l’arrivo di capitale umano qualificato da tutto il mondo sono presupposti necessari affinché la Sardegna venga proiettata verso uno sviluppo sociale ed economico che sia competitivo con altre realtà mondiali. Nell’attesa che ciò avvenga, promuovere la fuga dei cervelli, per quanto assurdo possa sembrare, è la miglior strategia di lungo periodo per il nostro territorio.
Fabio Scano
Organizzazione Mondiale Sanità - Pechino, Cina
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 29
Domani
Convegno del Cif con Stefano Zamagni
«La strada dello sviluppo umano integrale tra economia, qualità della vita e bene comune alla luce dell’enciclica Caritas in veritate» è il tema di un convegno che si terrà lunedì prossimo alle 16, alla facoltà di Economia e commercio, in viale Fra Ignazio 74. Organizzata dal Cif (Centro italiano femminile) la manifestazione vedrà la partecipazione del professor Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all’Università di Bologna, che terrà una relazione proprio sul tema al centro dei lavori.
Prima di lui interverrà Vittorio Pelligra, ricercatore di Economia politica all’Università di Cagliari, che si soffermerà sul tema: «Una nuova idea di mercato, quale idea per la Sardegna». Seguirà un dibattito, coordinato da Mariella Onnis, presidente del Cif Sardegna.
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Sardegna
Flash-mob a Cagliari la protesta degli studenti si colora di mille palline 
CAGLIARI. Si colora la protesta degli studenti. Un nuovo modo di farsi sentire, un’altra idea per tenere viva la rivolta verso un provvedimento sul sistema accademico, passato per ora soltanto alla Camera, che a quanto pare a molti proprio non piace. È così che ieri sera quasi un centinaio di giovani universitari, armati di sacche gialle con dentro centinaia di palline, si sono dati appuntamento nella via dello shopping per eccellenza, via Manno, per dare vita al loro «flash mob» contro la riforma Gelmini, che adesso attende di essere esaminata al Senato.
L’unica speranza - fanno sapere gli studenti - è il voto di sfiducia al governo previsto per il 14 dicembre. Nell’attesa gli studenti non demordono, anzi continuano a mettersi in gioco e a proporre iniziative sempre nuove sulla scia delle proteste studentesche che stanno avvenendo in tutta Italia. E le regole del gioco nel «flash mob», si sa, sono poche: individuare un luogo affollato, muoversi con estrema velocità e improvvisare. Poche ma non facili, eppure loro si sono fatti sentire, senza devastare la città o rompere le vetrine. Dal punto più alto di via Manno gli studenti hanno liberato centocinquanta palline colorate tra la folla intenta a fare shopping che per un po’ ha distolto gli occhi dalle vetrine e incuriosita e divertita ha raccolto le palline e letto i messaggi. Anche questa volta l’obiettivo è stato raggiunto: informare. Ogni pallina aveva un messaggio contro la riforma. Un gesto simbolico, quello degli studenti, perché in Italia l’università «va a rotoli così come la cultura». Tra le tante palline risuona il loro grido di protesta che si imprime poi su uno striscione: «Ci stanno girando. No al ddl Gelmini. Università in protesta». Chiari, diretti, concisi. Durante il «flash mob» gli studenti hanno provveduto a distribuire ai passanti dei volantini sui motivi della protesta che sta invadendo l’intero Paese. Perché un Paese che non investe in cultura e ricerca, ma che preferisce tagliare, di certo non si prospetta un futuro colorato. Resta solo il colore di una protesta a ricordare le difficoltà a cui l’università andrà incontro con l’approvazione della riforma «anti-baroni». Da via Manno poi subito al Palazzo delle Scienze, sede dell’occupazione permanente degli universitari, e in serata la protesta si riaccende. Sempre più intensa, sempre più solidale con le problematiche che investono il Bel Paese del «bunga bunga».
Centinaia di studenti, uniti in corteo, hanno raggiunto il Teatro Lirico, da giorni occupato dai dipendenti. Anche loro dormono sul tetto, anche loro chiedono di essere ascoltati. Invano.
Tutti insieme hanno trascorso la notte in una lunga veglia funebre. Accanto a loro una bara perché il lutto continua. È la commemorazione di una cultura che si sente morire, lentamente e per vie trasverse. Un lungo sospiro, poi la protesta riprende a oltranza. Affinché l’università non si sgretoli così, come una vecchia casa diroccata o come le mura di Pompei.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Fatto del giorno
ECONOMIA IN UN VICOLO CIECO 
Il sistema Italia portato al dissesto dagli egoismi senza più limiti e da politiche industriali sbagliate 
Ha ragione De Rita: siamo sempre più una società piatta, in cui l’assenza di spessore si propaga con estrema facilità 
Fa una certa impressione, dopo il lungo periodo in cui il Censis aveva sottolineato - nei suoi annuali rapporti - gli aspetti positivi del sistema Italia, trovare un sostanziale pessimismo in quello presentato ieri. Ed è un pessimismo fondato, come sempre, su intelligenti analisi empiriche che mettono in luce fatti e comportamenti. Tra i fatti quello che emerge con maggior risalto è il declino nel numero delle imprese attive. Tra la fine del 2008 e la metà del 2010 sono uscite dal mercato ben 93.000 imprese manifatturiere. Ancora più impressionante è che, sempre nel settore manifatturiero, il valore aggiunto sia ridotto di quasi il 12% tra il 1999 ed il 2009. Il Censis sottolinea che, oltre all’insufficienza delle innovazioni di prodotto, un fattore di debolezza è l’ancora carente integrazione tra le attività produttive e quelle terziarie. E qui correttamente richiama come la politica industriale non sia stata nella sostanza avara di incentivi alle imprese. Tra il 2000 ed il 2008 sono stati concessi incentivi per ben 88 miliardi. Soldi che sono stati concentrati sul sostegno all’acquisto di capitale tecnico, mentre l’elevazione dei livelli di efficienza richiederebbe nuove forme di organizzazione, basti pensare all’utilizzo delle tlc e dell’informatica, nuove tecnologie, una maggiore internazionalizzazione, una logistica più snella. Già la Banca d’Italia aveva, più di un anno addietro, richiamato l’attenzione sulla dubbia efficacia degli incentivi in essere nel senso che una ricerca aveva mostrato che nella maggior parte dei casi, prescindendo dalle vere e proprie operazioni truffaldine, gli investimenti delle imprese incentivate non differivano molto da quelli di quelle che non lo erano. Sarebbe forse ora di ripensare da cima a fondo la politica degli incentivi e concentrarla sul tema che il Censis sembra trascurare, vale a dire quello dell’eccessivo frazionamento della nostra struttura produttiva.
E qui veniamo ai comportamenti rilevati dal Censis. Gli stessi sembrano caratterizzati da un individualismo che si manifesta in «comportamenti puramente pulsionali, senza telos, incardinati in un egoismo autoreferenziale e narcisistico». De Rita, nella conclusione orale, ha citato il caso dei 500 iscritti alla Facoltà di Antropologia dell’Università di Bologna e si è correttamente chiesto cosa vorranno fare in futuro questi studenti. Questo in buona parte dipende dalla circostanza che «siamo una società in cui gli individui vengono sempre più lasciati a se stessi, liberi di perseguire ciò che più aggrada loro senza più il quotidiano controllo di norme di tipo generale o dettate dalle diverse appartenenze a sistemi intermedi». Ne consegue che siamo sempre più una società piatta, in cui l’assenza di spessore si propaga con estrema facilità.
Il Censis si domanda se all’origine di tutto questo non ci sia un capitalismo basato sulla continua offerta che non giova alla gente comune. Certo fa impressione constatare che in Italia solo il 2% delle imprese tra i 10 e 49 addetti abbia schemi di ripartizione degli utili con i lavoratori, rispetto al 13% della media Ue, e che detta incidenza salga al 10% in quelle tra 50 e 199 addetti ed al 17% in quelle maggiori contro medie Ue rispettivamente del 22% e del 28%. Non ci si deve meravigliare se manca quella collaborazione indispensabile nella competizione globale. La recente crisi ha chiaramente mostrato che nel mondo occidentale capitalista occorrerebbero regole nuove. Ma nessuno le ha ancora identificate. Denunce come quelle del Censis possono aiutarci a cercarle.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
Sei immigrato? I tuoi diritti in una guida 
Un vademecum nato dalla collaborazione tra Caritas e facoltà di Giurisprudenza 
MARIO GIRAU 
CAGLIARI.Da oggi i 35 mila cittadini stranieri residenti in Sardegna hanno anche la guida all’orientamento legale. Una sorta di «bussola» da seguire per muoversi nella giungla delle disposizioni e delle norme che regolano soggiorno, integrazione, protezione internazionale, cittadinanza comunitaria ed espulsione. Il «vademecum», aggiornato con le disposizioni contenute nel «Pacchetto Sicurezza», è stato presentato ieri nell’aula «Lai» della Facoltà di Giurisprudenza da Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas, il braccio caritativo dei vescovi italiani che ha messo a punto lo strumento di divulgazione normativa.
Il microcosmo migratorio sardo, poco meno dello 0,8 per cento della popolazione sarda, costituisce - per don Marco Lai, direttore diocesano Caritas - «il laboratorio ideale per testare misure di integrazione tra italiani ed extracomunitari». Nel territorio cagliaritano, infatti, sono numerose le iniziative per facilitare l’inserimento degli stranieri a tutti i livelli, tutelandoli soprattutto sul fronte del lavoro. Si è mossa anche l’Università. «Con un protocollo d’intesa con la Caritas ed altri enti impegnati nel sociale abbiamo tradotto - ha detto Massimo Deiana, preside della facoltà di Giurisprudenza - in crediti formativi l’impegno degli studenti che si dedicano al sociale nelle grandi associazioni di solidarietà». Tra le novità trattate nella Guida il reato di immigrazione clandestina, l’aumento della pena detentiva per coloro che si avvalgono di manodopera irregolare, previsione di ulteriori costi collegati al rilascio del permesso di soggiorno, accordo di integrazione, la modifica di alcuni requisiti per il rilascio dei permessi di soggiorno. Al convegno sono intervenuti l’assessore provinciale Angela Quaquero, Andrea Leo in rappresentanza del prefetto, Roberto Cherchi ricercatore di diritto costituzionale e l’assessore del Lavoro, Franco Manca.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Nuoro
L’ANALISI DELL’ECONOMISTA 
«Dobbiamo puntare tutto sulla qualità» 
NUORO. Quarantenne, nuorese, Luca Deidda insegna Economia politica all’università di Sassari. In Sardegna è ritornato dopo aver studiato ed essersi specializzato alla Scuola superiore di studi universitari e perfezionamento Sant’Anna di Pisa e alla London school of Economics. È tra i ricercatori del Crenos degli atenei di Cagliari e Sassari.
Come si può uscire dalla crisi nel Nuorese, vista anche la crescita zero registrata negli ultimi dieci anni? «Bisogna puntare sulle nostre potenzialità: il turismo e l’agroalimentare. Bisogna produrre valore, e quindi prodotti e servizi di qualità. L’esempio viene dal formaggio: è un prodotto di qualità ma i pastori devono imparare a venderlo e quindi a commercializzarlo. Dunque ben vengano i soldi dalla Regione se servono ad aiutare i pastori a diventare imprenditori. Ma per fare questo è necessario investire in conoscenza. E se le competenze non si trovano in Sardegna bisogna farle venire da fuori, come è stato fatto per gli enologi che poi hanno saputo valorizzare i nostri vini».
Stesso discorso per il turismo: «Solo in pochi casi si può investire sul turismo di massa. Sarebbe meglio puntare a un numero contenuto di visitatori disposti a pagare un caro prezzo, ovviamente se c’è un adeguato standard di qualità: con i servizi di alta qualità, la spiaggia incontaminata diventa un bene di lusso per il quale la disponibilità a pagare è alta anche in tempo di crisi». (m.s.)
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 5 - Nuoro
IL TACCUINO 
NUORO. Corsi di Histudentes
L’associazione culturale Histudentes comunica che sono aperte le iscrizioni ai corsi di preparazione per i test d’ammissione alle facoltà scientifiche a numero programmato di studenti. I corsi si svolgeranno febbraio 2011 e fino al 3 giugno, nella sede di Nuoro. L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Nuoro e dall’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Nuoro e dell’Ogliastra. Per maggiori informazioni e/o iscrizioni, si consiglia di consultare il sito internet www.histudentes.com. Gli interessati possono anche inviare una mail all’indirizzo: info@histudentes.com oppure chiamare al numero 338 8540630 (dott. Francesco Deledda). L’associazione Histudentes ha sede in via Ugo Foscolo 20 (previo appuntamento da concordare via mail e/o telefono). (g.c.)
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 23 - Sassari
Procedura contro gli incarichi «irregolari» 
Bufera all’Aou per le nomine di alcuni dirigenti amministrativi 
GABRIELLA GRIMALDI 
SASSARI. Che bisogno c’era di nominare un consulente quando all’interno dell’azienda esistono persone che svolgono lo stesso compito? Come mai il compenso stabilito supera più del doppio quello medio previsto e manca l’ok della Regione?
Su questi presupposti il Collegio sindacale, l’organo di controllo dell’Azienda ospedaliero universitaria, chiede al commissario Gianni Cavalieri di annullare due delibere emesse nei primi giorni di ottobre. Sulla scia della segnalazione si è già sollevato un polverone. Nomine che fanno urlare all’«inciucio», e c’è qualcuno che parla addirittura di illecito penale. Al centro della tormenta amministrativa c’è in primo luogo l’incarico trimestrale (delibera n.411 del 6-10-2010) attribuito alla dottoressa Barbara Mineo che fino a settembre prestava servizio in azienda come dirigente amministrativo. «Il Collegio rileva che - si legge nel verbale della seduta del 9 novembre 2010 - l’azienda non ha chiesto alla Regione l’autorizzazione preventiva di cui alla Direttiva n.601 del 9-03-2009. Inoltre non risulta posta in essere la procedura comparativa per il conferimento degli incarichi di collaborazione». In più il collegio, il cui compito è di controllare periodicamente la legittimità e la regolarità degli atti amministrativi, esprime perplessità sul compenso (19.800 euro) «in quanto gli importi per tali incarichi risultano superiori rispetto a quelli stabiliti per altri incarichi, rilevabili dai siti internet di altre aziende sanitarie della Regione».
L’altra delibera presa di mira dal collegio è la n.423 del 18-10-2010 e riguarda l’incarico affidato alla dottoressa Rosa Maria Bellu relativo alla definizione di pratiche inerenti gli adempimenti fiscali, contributivi e previdenziali (16.500 euro lordi per due mesi e mezzo di consulenza). Su questo atto dell’Aou valgono gli stessi rilievi: anche in questo caso la professionista prestava servizio all’interno dell’azienda fino a pochi giorni prima.
Il Collegio chiede dunque al commissario dell’Aou l’immediato annullamento delle delibere come anche la sospensione di procedimenti concorsuali in atto per l’assunzione di un dirigente amministrativo e di un analista. I verbali delle sedute vengono trasmessi d’ufficio alla Corte dei Conti e comunque è prevista una nuova seduta per il 9 dicembre nella quale potrebbero arrivare risposte dai vertici aziendali.

 

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie