Sabato 4 dicembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 dicembre 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
      
L’UNIONE SARDA
1 - Ricercatori, seminari informativi
2 - Gli studenti bloccano i treni «Solidali con dipendenti Geas»
3 - Olbia. Borse di studio per studenti universitari
     
LA NUOVA SARDEGNA
4 - Rapporto Censis. Un’Italia senza speranza
5 - Le manifestazioni di studenti, operai e ambulanti paralizzano il centro
6 - Olbia. Trenta borse di studio per studenti universitari
7 - Gli universitari attori del Consorzio Uno
8 - Furio Pirozzi Farina al vertice della Società di andrologia 
   
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 30
Ricercatori, seminari informativi
Lunedì alle 9 nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza, viale Fra Ignazio si aprono i lavori della giornata informativa sulle opportunità offerte dal programma comunitario People per la mobilità dei ricercatori. L’evento è curato dalla direzione Relazioni internazionali dell’ateneo e dall’Agenzia per la promozione della ricerca europea. Info: (tcubeddu@amm.unica.it 070/675 8442).
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Gli studenti bloccano i treni
«Siamo solidali con i dipendenti della Geas»
Quando si dice esser di parola. L’avano annunciato nei giorni scorsi e ieri hanno mantenuto la promessa. A loro modo. Gli studenti mobilitati contro la riforma Gelmini dell’Università, hanno espresso la loro solidarietà ai lavoratori della Geas, che protestano sul tetto della stazione di piazza Matteotti, bloccando la partenza dei treni per oltre due ore. Ma non è bastato. L’azione è proseguita con un volantinaggio all’Arst, un corteo e blocchi stradali in via Roma, dove hanno solidarizzato con gli ambulanti che manifestavano all’entrata di Palazzo Bacaredda, in piazza Yenne, al Palazzo delle Scienze e in piazza d’Armi.
I TRENI Alle 14,15 circa 60 studenti si posizionano nel binario 8. Striscione in prima fila e tutti dietro, a bloccare il treno regionale per Carbonia. Che dovrebbe partire cinque minuti dopo. Alcuni ragazzi cercano di distribuire volantini nelle carrozze ma l’accoglienza dei pendolari, di cui moltissimi studenti medi, non è delle migliori. Una decina si piazza di fronte ai manifestanti per esprimere vivacemente il proprio disappunto. Dopo mezz’ora esatta il blocco si trasferisce nel vicino binario 6, dove sta per partire il convoglio per San Gavino. Il regionale alla volta del Sulcis può così iniziare la sua corsa alle 14,50.
LA POLIZIA Qualche minuto dopo il primo sit-in, arrivano gli agenti di Polfer e Digos. Il clima si accalora dopo circa un’ora e mezza, quando gli universitari decidono di bloccare ad oltranza il treno per San Gavino. I viaggiatori si lamentano tra loro: «Perché dobbiamo pagare sempre noi?». L’ispettore della Digos Nicola Murtas spiega ai ragazzi che se non lasciano i binari rischiano una denuncia penale per interruzione di pubblico servizio. I più ragionevoli quindi si spostano verso il convoglio in partenza per Sassari. Ma il fronte duro della protesta persiste nel blocco del binario 6. La beffa quindi è evidente: i convogli bloccati contemporaneamente così sono due. Quello per San Gavino subisce un ritardo di 90 minuti. Molto meglio va ai viaggiatori per Porto Torres, che partono mezz’ora dopo l’orario in tabella.
GEAS Accanto agli studenti, i lavoratori della Geas. Quando il clima rischia di arroventarsi intervengono in loro supporto e parlamentano con la polizia. Davide Fenu, segretario regionale di Salpas-Orsa e operaio della ditta di pulizie, spiega: «Se non ci diamo una mano a vicenda non ne usciamo». Poco dopo le 16, la protesta decide di cambiare obiettivo: stazione Arst. Prima di abbandonare i binari il saluto e l’applauso agli operai Geas. Ma sarà solo un arrivederci.
ARST L’azione nella stazione degli autobus non sortisce l’effetto sperato. Infatti i pullman non partono prima di un’ora e mezza. La distribuzione di volantini però è capillare. E i presenti, questa volta, sembrano gradire.
CORTEO Per non attendere invano, al grido di «un po’ qua, un po’ là, noi blocchiamo la città», gli studenti formano un serpentone di oltre cento ragazzi e ragazze, che parte alla volta della vicina sede del Comune. Solidarietà anche agli ambulanti e un ultimo saluto agli operai della Geas nella vicina stazione. Uno di loro si avvicina per ringraziare gli studenti e commosso grida al megafono: «Non mollate mai, così come noi non molleremo mai». Parte l’applauso.
BLOCCHI Il corteo si snoda per via Sassari, il corso Vittorio Emanuele, piazza Yenne, dove avviene il primo blocco stradale, sotto l’occhio attento degli agenti di polizia che non perdono di vista un minuto i manifestanti. Studenti per terra per pochi minuti e si riparte per il Palazzo delle Scienze, occupato da una settimana, dove, di fronte all’entrata, paralizzano le vetture per la seconda volta. Gli automobilisti suonano il clacson al ritmo degli slogan. Si riparte per piazza d’Armi dove, prima di entrare al Magistero, l’altra facoltà occupata, avviene il terzo e ultimo blocco.
Oltre la solidarietà ai lavoratori Geas, gli studenti avevano promesso l’appoggio anche a quelli del Teatro lirico. Dopo le azioni di ieri ci sarà da credergli.
MARIO GOTTARDI
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Olbia - Pagina 24
Comune
Borse di studio per studenti universitari
Sono state pubblicate le graduatorie relative all’assegnazione di trenta borse di studio per l’anno accademico 2009/2010. Il bando è riservato agli studenti universitari, cittadini italiani e residenti a Olbia da almeno tre anni. Le graduatorie si possono consultare online sul sito ufficiale del Comune (www.comune.olbia.ot.it), oppure presso gli uffici del Servizio provveditorato. Info: 0789-52104 e 0789-52098.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Fatto del giorno
SEGUE DALLA PRIMA 
Un’Italia senza speranza Siamo diventati anime morte 
Il rapporto Censis parla chiaro: è l’impoverimento spirituale che c’impedisce di combattere davvero le difficoltà economiche 
(FERCAMON@ALICE.IT) 
Ma stiamo meglio o peggio, come spirito e voglia di vivere? Certamente peggio. Oggi ci manca la speranza, per noi e per i nostri figli. Il grande handicap della vita nostra e dei nostri figli è che non abbiamo futuro, non lo vediamo, non lo stiamo preparando.
Guardiamo i ragazzi che nei giorni scorsi hanno occupato le piazze, le facoltà, le stazioni di molte città italiane. Sono vestiti bene, meglio di noi alla loro età. Non hanno il problema di comprarsi i libri, mangiar fuori in qualche ristorante-bar, viaggiare sui treni, telefonare: hanno tutti il telefonino, noi andavamo a gettoni. Non hanno il problema di parlare con i docenti, fare ricerche extra, su fonti non presenti nelle biblioteche degli istituti. Hanno a disposizione, gratis, l’immenso materiale di Internet, enormemente più di tutto il materiale librario raccolto nelle biblioteche del mondo intero. Quasi tutti hanno il computer, piccolo o grande. Ma noi avanzavamo verso la vita, questi regrediscono.
Noi avevamo la sfida immensa di trovare un lavoro, e sapevamo che, presto o tardi, qualcosa avremmo trovato. Nella scuola si aprivano concorsi striminziti: assegnavano poche decine di cattedre, concorrevano migliaia di laureati. Ma adesso non ne assegnano nessuna. I giornali pubblicavano offerte di lavoro, scomode, malpagate, ma adesso non le hanno. Avere una ragazza a vent’anni era un traguardo esistenziale, adesso le hanno a quindici-sedici anni, le cambiano spesso, e son sempre scontenti. Una volta sposati, filavamo dritti fino alla fine della vita, adesso dopo tre-quattro anni di matrimonio si separano. Il bullismo ci era sconosciuto, adesso è diffuso e, come spiega il rapporto annuale del Censis, uscito ieri, è spesso gratuito. Il sesso era un tabù, adesso è merce in vendita. Eravamo vestiti male, adesso anche i jeans sono di gran marca. Vivevamo nel terrore degli incidenti, adesso li cercano, sfidando la morte. Apprendevamo che ci sono filosofie e stili di vita che cercano il nirvana, ma non capivano bene cosa fosse. Adesso il Censis dice che oggi siamo in piena «nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti».
La nostra Italia era quella del neorealismo, povera ma in formazione, dove tutto era lotta e gara. Adesso è «un’ameba», dice il Censis, un’entità senza anima e senza forma. I nostri capi era giusto che fossero capi, Alcide De Gasperi in testa. Adesso, è giusto che questi capi siano capi? Quando si votava, tutti i candidati tremavano: ognuno temeva di non farcela. Adesso, festeggiano prima, perché quelli che saranno eletti lo sanno già. Noi avevamo l’«emulazione», puntavamo in alto. Adesso la nuova generazione, ma tutti gli italiani in genere, soffrono di «calo del desiderio»: hanno troppo, ma gli manca l’essenziale. Eravamo nati in Italia, studiavamo in Italia, e ci sembrava fuori discussione che saremmo rimasti in Italia. Adesso la grande domanda che agita i cervelli, a partire dai ventenni, è: andare all’estero sì o no? Quando i figli vogliono andare all’estero, la patria ha fallito. Noi avevamo (magari sbagliata) la sensazione che lo Stato c’era e vigilava sulla malavita e sull’evasione: chi sgarrava pagava. Adesso c’è la sensazione (probabilmente vera, purtroppo) che lo Stato non ce la fa. Allora c’erano la mafia e la camorra. Adesso ci sono anche ’ndrangheta calabrese e la Sacra Corona Unita pugliese.
Stiamo soffrendo un impoverimento economico e finanziario, come molti paesi dell’Occidente, ma soprattutto, noi italiani, un impoverimento spirituale: ed è l’impoverimento spirituale che c’impedisce di combattere l’impoverimento economico. Allora eravamo anime in pena e in lotta, cariche di futuro. Adesso siamo anime morte.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Cagliari
LA CITTÀ BLOCCATA DALLA PROTESTA 
Le manifestazioni di studenti, operai e ambulanti paralizzano il centro 
LA RIVOLTA Gli universitari fermano treni, bus e auto e occupano piazza Yenne e piazza D’Armi 
CAGLIARI. «Blocchiamo il presente per liberare il futuro» si legge nello striscione che un gruppo di studenti universitari tiene in mano. Le ragazze e i ragazzi presidiano i binari della stazione. Davanti a loro c’è un treno diretto a San Gavino, bloccato dalle 14,30.
Ogni tanto il treno lancia un suono-urlo, come quando si trova davanti a un incrocio non custodito, ma gli studenti non si muovono. Solo un’ora doppo gli universitari abbandoneranno i binari per recarsi all’Arst dove per un’altra ora fermeranno i pullman. L’obiettivo è quello di far sapere che «l’università non si tocca: se l’università non funziona, si conpromette il futuro». Poco prima, davanti al treno, avevano portato la loro solidarietà ai lavoratori dell’ex Geas, gli operai della ditta d’appalto per le manuntenzioni e le pulizie: persone che non ricevono lo stipendio da agosto. «Studenti e lavoratori uniti nella lotta» avevano urlato gli universitari riportando le lancette del tempo indietro di oltre 40 anni, al Sessantotto che aveva fatto di quello slogan una concezione del mondo. E anche all’Arst, di fronte a piazza Matteotti, hanno ribadito la loro protesta contro la riforma del ministro Mariastella Gelmini e i tagli della Finanziaria. Il giudizio è tagliente: «Il governo ha intenzione di trasformare le università da luoghi di libera ciricolazione del sapere e delle conoscenze a mere fabbriche di eterni precari», recita uno dei volantini (Ci bloccano il futuro, blocchiamo la città) che gli studenti distribuiscono ai passanti.
Dopo un’ora (verso le 16,30) gli universitari si sposteranno davanti al Comune, in via Roma. E la strada viene bloccata. All’amministrazione viene rimproverato di non avere una «politica adeguata per gli studenti». Poi un gruppo andrà verso piazza Yenne e una cinquantina si sdraiano per terra per bloccare il traffico. Nella mattinata la città era stata divisa in due dalla protesta degli ambulanti, che avevano presidiato via Roma per diverse ore. «Liberando» la strada solo verso le 14,30.
Sullo sfondo degli universitari c’è il ministro Gelmini «che consegna le università nelle mani dei baroni anziché cacciarli», si legge un un altro volantino: «Parla di meritocazia e taglia le borse di studio. Parla dei giovani e diffonde precariato scacciando i ricercatori». Intanto l’obiettivo di «bloccare il presente per liberare il futuro» continua con l’avvicinamento al palazzo delle Scienze e alle facoltà di Lettere e Filosofia e della Formazione. In piazza d’Armi un cordone umano di studenti, poco prima delle 19 bloca l’ingresso a viale Merello. Alcuni automobilistici non gradiscono e nasce un violento battibecco che solo l’intervento della Digos impedirà che diventi scontro fisico. Poi, infine, in assemblea.
BETTINA CAMEDDDA e ROBERTO PARACCHINI 
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Gallura
UNIVERSITÀ
Trenta borse di studio
Olbia. L’assessore alla Pubblica istruzione informa che sono pubblicate le graduatorie relative al bando per l’assegnazione di 30 borse di studio (anno accademico 2009-2010) per studenti universitari, cittadini italiani e residenti a Olbia da almeno tre anni. Le graduatorie sono pubblicate nell’albo pretorio sino al 30 dicembre, nel sito del Comune (www.comune.olbia.ot.it), negli uffici del provveditorato e nell’ufficio polifunzionale per il cittadino.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Oristano
Gli universitari attori del Consorzio Uno
Tra i 150 universitari oristanesi che l’altro giorno hanno partecipato tra piazza Eleonora e via del Carmine alla registrazione di un “Lip dub” per la loro università cresce l’attesa per vedere il risultato finale. Come mostra la foto, loro, comunque ce l’hanno messa tutta e, soprattutto, ci hanno messo la faccia. Il video sarà presentato in anteprima il 17 dicembre alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Sassarese al vertice della Società di andrologia 
Furio Pirozzi Farina, urologo e docente universitario, presiederà l’organizzazione nazionale per il prossimo triennio 
SASSARI. Un sassarese al vertice della Società italiana di andrologia. Furio Pirozzi Farina nei giorni scorsi è stato eletto presidente della organizzazione che riunisce gli specialisti di tutta Italia. Il direttore dell’unità operativa di Urologia andrologica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, professore associato della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo, è stato scelto per guidare l’associazione nel corso del congresso nazionale che si è concluso il 28 novembre.
Laureato all’Università di Milano nel 1976 e specializzato in Urologia e Andrologia nell’ateneo cittadino, Furio Pirozzi Farina ha compiuto a Sassari tutto il suo brillante percorso professionale. Ricercatore universitario dal 1980, professore associato dal 2003, Pirozzi Farina insegna Andrologia Urologica dal 2004 e dal luglio del 2007 dirige l’unità operativa dipartimentale di Urologia andrologica. Innumerevoli le docenze universitarie inanellate negli anni dal neo presidente della Società italiana di andrologia. Furio Pirozzi Farina è primo autore di 54 pubblicazioni e coautore di 280 lavori a stampa su riviste nazionali e internazionali.
      

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie