UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 25 novembre 2010

Giovedì 25 novembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 novembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 24
L’ambasciatore dell’Uruguay in città
 
Siglato ieri dall’Università di Cagliari un accordo di collaborazione con l’Università della Repubblica Orientale dell’Uruguay. Il rettore Giovanni Melis ha incontrato l’ambasciatore dell’Uruguay, Gustavo Anibal Alvarez Goyoaga e il console generale, Jorge Antonio Serè. Oggi, si terrà un convegno, con inizio alle 9 in Camera di commercio, sulle possibilità di collaborazione economica.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Guerra di Anatomia patologica, un rinvio
Tribunale. L'ex direttore Santa Cruz sotto accusa per rifiuto di atti d'ufficio e interruzione di servizio
 
L'ex direttore di Anatomia patologica al policlinico universitario Giuseppe Santa Cruz soffre di depressione ma è in grado di difendersi nel processo: queste le conclusioni che il perito ha illustrato ieri al gup Cristina Ornano che ha poi rinviato l'udienza preliminare al 16 dicembre. In quella data il giudice deciderà se rinviare a giudizio Santa Cruz per rifiuto di atti d'ufficio, interruzione di pubblico servizio, calunnia, abuso d'ufficio, violazione di domicilio. Sotto accusa, per violazione di domicilio, ci sono anche i medici Davide Matta e Stefano Angius e il tecnico Antioco Angelo Casula.
La vicenda si inquadra nella battaglia interna ad Anatomia patologica: Santa Cruz avrebbe costretto i chirurghi a correre in un altro ospedale per l'analisi dei pezzi anatomici, calunniato i dirigenti del Policlinico universitario di Monserrato, fatto irruzione in un laboratorio armato di telecamera, assunto la figlia. Matta e Angius, invece, si sarebbero introdotti clandestinamente nel laboratorio di Tossicologia forense per effettuare riprese con una telecamera.
Secondo l'accusa Santa Cruz (difeso da Francesco Onnis e Raffaello Spano) fra il 2002 e il 2005 non ha attivato il servizio assistenziale di Anatomia patologica.
Gli atti dell'inchiesta penale sono stati trasmessi alla Corte dei conti che ora chiede il risarcimento dei danni causati all'erario: un milione e 95.000 euro a Santa Cruz e all'ex rettore dell'Università Pasquale Mistretta, 1 milione e 253.000 al direttore generale Rosa Cristina Coppola, al direttore sanitario Ennio Filigheddu e al direttore amministrativo Andrea Corrias. Nell'invito a dedurre il pm Mauro Murtas sostiene che il rettore, «costantemente edotto della totale paralisi in cui versava il servizio e delle gravissime sofferenze che l'arrogante inoperosità del professor Santa Cruz progressivamente generava in danno del policlinico universitario sul piano assistenziale, organizzativo e patrimoniale, rimase inattivo, tollerando scientemente quella degenerazione gestionale».
Ma il professor Costantino Murgia, nella memoria con cui chiede l'archiviazione, sottolinea che «nessuna inerzia può essere contestata al rettore Mistretta che aveva a cuore soprattutto l'obbiettivo di promuovere in breve tempo il trasferimento del complesso di Monserrato di tutte le attività diffuse nell'azienda 8, impegnando nel contempo tutte le risorse disponibili di personale docente e tecnico-amministrativo per garantire l'efficacia delle prestazioni e la qualità della ricerca finalizzata». E ancora: «La linea adottata da Mistretta nell'affrontare la complicata vicenda del professor Santa Cruz e dell'Anatomia patologica nell'ambito del policlinico e della facoltà di Medicina era l'unica possibile e la più equilibrata per garantire l'attività dei servizi chirurgici senza provocare diseconomie di sorta che, infatti, non si sono prodotte».
 
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano - Pagina 5
Carica degli studenti contro il Senato
Scontri con la polizia, 2 arresti. Assalto fallito a Palazzo Grazioli
Gli studenti hanno preso di mira il Senato dove c'è all'esame la riforma dell'Università della Gelmini.
 
ROMA Un uovo lanciato contro l'ingresso del Senato annuncia il blitz. Dopo qualche secondo un fiume di studenti neutralizza il tentativo di chiusura del portone di palazzo Madama. L'atrio è del Senato è occupato, gli agenti cercano di contenere a mani nude i manifestanti. I giovani sbattono i pugni contro i vetri del secondo ingresso, imbrattati dal lancio di uova. Dentro, gli uscieri impietriti. Sono i minuti cruciali del blitz di una giornata di tensione e scontri a Roma nel corso della manifestazione di universitari e liceali per protestare contro il governo e i tagli all'istruzione.
SCONTRI E FERITI Il bilancio finale è di due manifestanti arrestati, 27 denunciati, almeno nove feriti tra le forze dell'ordine, una decina di contusi tra gli studenti. E per oggi - hanno annunciato i manifestanti - è stato indetto un nuovo sit-in non autorizzato in piazza Montecitorio. Al grido di «Bloccheremo questa riforma», medi e universitari hanno paralizzato le strade del centro della Capitale con un corteo di oltre duemila persone, nel quale erano confluiti diversi istituti. Davanti gli universitari, i veterani del movimento dell'Onda, dietro i fratelli minori, gli studenti medi, che quest'anno hanno dato il via alla mobilitazione e alle occupazioni.
MOBILITAZIONE La protesta è partita da piazza Montecitorio. Qui alcuni gruppi di ragazzi si sono legati le mani con una corda o simbolicamente si sono impiccati. «Il governo ci sta stringendo con una corda, ma noi ci libereremo», hanno spiegato. Altri hanno già elevato il mito della nuova generazione di ribelli.
Lo scrittore Roberto Saviano è la nuova «guida» per i liceali che davanti al Parlamento hanno improvvisato elenchi-monologo nello stile della trasmissione Vieni via con me, enumerando i motivi per cui sono fieri di essere italiani e i motivi per cui non lo sono.
ROMA BLOCCATA Poi la paralisi della città. Mentre un corteo di studenti medi si è diretto al ministero dell'Istruzione, altri si sono spostati da Montecitorio e assieme agli universitari hanno cinto d'assedio il Parlamento sfilando nelle stradine limitrofe. Fino a spuntare a sorpresa in piazza Madama: un gruppo di studenti ha varcato in corsa il portone del Senato, lanciando uova contro le vetrate. Dopo momenti di tensione e un “braccio di ferro” con le forze dell'ordine che cercavano di respingerli. Durante l'invasione una persona ha accusato un malore e subito dopo i ragazzi sono stati trascinati e respinti all'esterno dagli agenti. Fuori da Palazzo Madama lanci di fumogeni e uova contro il portone e le grida «dimissioni, dimissioni».
LA RABBIA DEGLI STUDENTI Poi il corteo, che alla testa aveva manifestanti con scudi di gommapiuma, caschi e passamontagna, si è rimesso in marcia verso Palazzo Grazioli, “blindato” da uno schieramento di forze dell'ordine. Da lì la nuova rotta è stata Palazzo Chigi. Ma in via di San Marcello, a pochi passi da via del Corso, i manifestanti hanno tentato di forzare un cordone delle forze dell'ordine e sono stati respinti con i manganelli.
NUOVA PROTESTA La protesta non è finita. Studenti medi e universitari oggi tenteranno di arriveranno direttamente in piazza Montecitorio per un nuovo sit-in, rilanciando la sfida dell'assalto al «palazzo d'inverno tricolore». «Ancora una volta - dicono - invocheremo le dimissioni dello zar di casa nostra».
CENTRI SOCIALI Fanno discutere le dichiarazioni del dirigente di polizia, Francesco Capelli, a causa di un trauma da schiacciamento. «Ho sentito accenti del nord fra i facinorosi che hanno tentato di forzare il cordone di sicurezza» Poi sottolinea: «Devo dire che vengono dal mondo dei Centri sociali? Che sono vicini a Casarini e a un universo che ho conosciuto da vicino durante lunghi anni di servizio? Posso affermarlo, allora. È il mio n sospetto».
 
Primo Piano - Pagina 5
la sardegna
I cagliaritani sul tetto del Palazzo delle scienze
 
La protesta contro il ddl Gelmini dilaga anche in Sardegna. A Sassari gli studenti hanno creato un presidio nell'aula Eleonora d'Arborea, nella sede centrale dell'Università. A Cagliari, invece, attraverso il tam tam di Facebook, una cinquantina di universitari si sono autoconvocati e sono saliti nel tetto del Palazzo delle scienze. «Un gesto, per il momento, simbolico», spiega Marco Meloni, uno dei capi della protesta, «visto che abbiamo deciso di agire soltanto in serata».
Non a caso, per raggiungere il tetto sono stati costretti a seguire un percorso tortuoso, passando addirittura per la finestra interna di un bagno. «Non potevamo non allinearci alle proteste di tutti i nostri colleghi italiani», aggiunge Alice Marras, recentemente eletta nel cda dell'Ersu. Insieme a lei, gli studenti di Unica 2.0. «Dovevamo protestare anche noi», sostiene Mauro Deiana, «perché il ddl Gelmini crea problemi alle regioni del sud e, in particolare, la Sardegna, fortemente penalizzata dai tagli di corsi». La protesta proseguirà anche oggi. «E certamente», conclude Meloni, «arriveranno tanti ragazzi. Lottare è diventato un obbligo per noi». ( mar.co. )
 
Primo Piano - Pagina 5
La Gelmini: «Vogliono difendere i baroni»
Bersani sul tetto di Architettura a Roma: la riforma? Un disastro. E il ministro accusa: in un'ora non si cancellano i danni fatti dalla sinistra
 
ROMA Studenti e ricercatori sono rimasti sui tetti degli atenei a protestare - con i politici dell'opposizione, da Bersani a Di Pietro, in visita di solidarietà agli studenti - mentre in Aula alla Camera è andata ieri in scena la battaglia degli emendamenti.
SUI TETTI Bersani è salito sul tetto della Facoltà di Architettura a Roma. Il segretario del Pd ha espresso solidarietà nei confronti degli studenti e dei precari in protesta raggiungendoli sul tetto della facoltà di Architettura a largo Borghese a Roma e dichiarando: «Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l'università pezzo a pezzo». Ma pronta è arrivata la risposta del ministro Gelmini: «Bersani in questo modo dimostra poco rispettoso nei confronti dell'Aula che in queste ore sta discutendo una riforma che rivoluziona l'università italiana. Ai leader della sinistra dico che non basta salire un'ora sul tetto per far dimenticare come la sinistra ha ridotto l'università pubblica in Italia».
FLI PUNTA I PIEDI I parlamentari di Fli, che martedì avevano incassato l'ok alle loro richieste, ieri hanno registrato una retromarcia dal parte del Governo e sono tornati a puntare i piedi minacciando di bloccare il disegno di legge per rispedirlo in commissione in attesa delle necessarie coperture finanziarie. L'ipotesi dell'impasse è rientrata dopo che il ministro Gelmini ha comunicato la riscrittura dei due emendamenti ritenuti cruciali da Futuro e Libertà: il primo riguarda la possibilità di assumere 1.500 professori associati dal 2011 al 2013 trovando una piena copertura finanziaria, il secondo punta a premiare il merito dei migliori ricercatori. Ma su altri due emendamenti il governo è andato sotto in serata.
LA PIAZZA La partita Università ha avuto una eco anche in piazza. E non solo per il presidio, previsto e attuato, davanti a Montecitorio. Studenti - soprattutto delle superiori, che hanno saldato il loro dissenso a quello degli universitari - hanno deviato verso il Senato, entrando nel portone di Palazzo Madama e lanciando uova contro le vetrate; e poi, nelle vie del centro, un altro drappello di manifestanti si è scontrato con le forze dell'ordine: bilancio degli scontri due arrestati e ventisette denunciati.
LE INIZIATIVE Studenti e docenti che non hanno intenzione di arrendersi, inventando ogni giorno nuove forme di protesta. Un migliaio di universitari ha occupato i cinque principali ponti sull'Arno, situati nei pressi del centro storico di Pisa, paralizzando il traffico in tutta la città. E il Politecnico di Milano ha comprato una pagina di quotidiano (con il contributo volontario di tutto il personale dell'ateneo) per spiegare le ragioni del no alla riforma targata Gelmini.
Il ministro dell'Istruzione però continua a parlare di strumentalizzazioni.
IL MINISTRO «Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo», ha detto Gelmini aggiungendo che «i ragazzi vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che hanno deciso di inscenare una sceneggiata sui tetti delle università». La riforma è efficace - ha insistito e con lei il presidente del Consiglio: «Con questa riforma - ha detto Berlusconi - abbiamo cercato di fare un'università dove cerchiamo di sostituire la burocrazia, le amicizie e le parentele visto che la sinistra ha fatto della scuola un ammortizzatore sociale per molti anni».
GOVERNO BATTUTO Intanto, alla Camera il Governo è stato battuto due volte: su un emendamento dell'Udc relativo ai corsi di laurea di area sanitaria e sulla proposta avanzata dalla Lega di tenere una seduta notturna per proseguire l'esame della riforma.
I lavori dunque proseguono oggi. E andranno avanti anche le proteste: «Se il ddl Gelmini sarà approvato alla Camera, tutti gli atenei saranno occupati hanno annunciato le associazioni studentesche».
 
Provincia di Sassari - Pagina 27
Studenti e professori sulle barricate
Insieme occupano il tetto dell'ateneo per dire no ai tagli
Sassari. Mentre l'autogestione del liceo Scientifico Marconi si estende ad altre scuole
 
S'infiamma la rivolta di ricercatori e studenti contro la riforma Gelmini. Occupata la sede centrale dell'Ateneo e scuole in autogestione
Una notte sul tetto del rettorato per protestare contro la riforma-Gelmini. I ricercatori e gli studenti da ieri pomeriggio assediano la sede centrale dell'Ateneo e presidiano l'aula Eleonora d'Arborea in assemblea permanente.
Il rettore, Attilio Mastino, si è schierato dalla loro parte: «Condivido la preoccupazione di ricercatori e studenti, e sostengo la loro protesta», ha dichiarato.
IL DRAPPELLO Il blitz scatta poco dopo le 17. Un drappello di ricercatori si infila sulle per le scale che si diramano alle spalle della segreteria del rettore e sbucano sul tetto dell'università, armati solo di camici ed esasperazione. In pochi minuti il passaparola raggiunge anche gli studenti dell'ateneo, che non ci pensano due volte prima di unirsi alla protesta. La mobilitazione riesce; sulla balaustra della facciata dell'università viene steso uno striscione con la scritta «Occupata», mentre nell'aula Eleonora d'Arborea, al piano terra, gli oppositori della Gelmini si organizzano per trascorrere la nottata e preparare altre forme di protesta per l'indomani.
SALA PIENA Alla spicciolata la sala si riempie: c'è chi porta i termos con caffè caldo, chi confezioni di acqua minerale, chi salatini per spezzare l'appetito e l'attesa. In pochi istanti le poltroncine sono tutte occupate e il grande tavolo si trasforma nella centrale operativa della protesta, con decine di computer portatili che scandagliano la rete per captare i messaggi del dissenso universitario e rilanciare la testimonianza sassarese.
Sul tetto, nonostante il freddo, i ricercatori si preparano a trascorrere la nottata: «Abbiamo costituito questo presidio a difesa dell'università pubblica», spiega Daniele Dessì, avvolto da giaccone e sciarpa di lana. «La riforma che si discute in parlamento si traduce in un drammatico passo indietro per il sistema universitario, con l'aggravante che le piccole università, come Sassari, rischiano seriamente la chiusura in virtù di uno scellerato piano di ridimensionamento».
Sugli stessi toni Andrea Cereatti, anche lui ricercatore in rivolta: «Se questa riforma passerà, peggiorerà la qualità dell'offerta didattica e scientifica di tutte le università». Roberto Santoru, rappresentante degli studenti nel Senato accademico, punta dritto contro i contenuti della riforma: «Dicono di voler abolire il baronato ma nella riforma non c'è traccia di tutto ciò», spiega, «la riforma ostacola l'ingresso nell'università degli studenti, di nuovi docenti e ricercatori».
LICEO IN RIVOLTA Rivolta anche al liceo scientifico Marconi. Alla scuola al collasso hanno risposto proclamando l'autogestione. È una protesta, dal basso, per protestare contro la riforma Gelmini, che «toglie risorse alla nostra scuola», dice Rossella, rappresentante di classe al liceo Scientifico Marconi. Il Marconi ha fatto da apripista il 18 novembre, il giorno dopo la grande manifestazione in piazza d'Italia per il diritto allo studio. Seicento studenti, bandiere e striscioni, sono venuti persino da Alghero, in treno. Una settimana dopo l'autogestione ha contagiato il liceo Scientifico Spano, ieri l'istituto magistrale.
DOCENTI Qualche critica c'è, nei confronti di pochi insegnanti. «Non c'è unità, non c'è fiducia - continua Rossella - l'unica forma di protesta da parte del corpo docente è diventata quella di rinunciare alle gite di istruzione. Ma che protesta è questa?». Qua i problemi sono altri, sono le borse di studio che scompaiono, sono le tasse che lievitano sempre, sono i laboratori chiusi, come in una scuola media del Monte, perché non ci sono bidelli per pulirli. Sono i computer lasciati a marcire nelle stanzette umide di una scuola elementare. Sono un tetto riparato d'estate che perde alle prime piogge. L'autogestione continua.
VINCENZO GAROFALO
 
4 – L’Unione Sarda
Iglesias - Pagina 25
cultura
Tesi di laurea: studi su miniere e ecomusei
 
Nuovo appuntamento con la presentazione delle tesi di laurea, domani alle 17.30, nella sede dell'Associazione mineraria sarda. La Consulta delle associazioni per il Parco geominerario, storico e ambientale della Sardegna, propone i lavori di Elena Bellu (Itinerario del liberty ad Iglesias: un percorso ecomuseale), Michele Silenu (Il giacimento di caolino di Serrenti Furtei Segariu: un contributo alla storia della ceramica industriale in Italia) e Maura Succu (Memoria storica e recupero ambientale degli insediamenti del Guspinese, il caso Montevecchio).
All'incontro di venerdì, coordinato dalla scrittrice Iride Peis Concas, interverranno oltre agli autori delle tesi di laurea, la docente Anna Maria Colavitti (Università di Cagliari), l'ingegnere ambientale Mariella Amisani, il geologo Enrico Pintus. È prevista anche la partecipazione di Antonello Ghiani, commissario comunale, Sandro Tocco, presidente dell'Associazione mineraria sarda, Luciano Ottelli, direttore del Consorzio, Franco Saba, coordinatore della Consulta delle associazioni. ( c. s. )
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Libro, Palestina terra cancellata
 
Domani, alle 17, nell'aula magna della facoltà di Scienze politiche (viale Fra Ignazio 78) il Dipartimento storico politico internazionale dell'Età moderna e contemporanea dell'università di Cagliari presenta il libro "Palestina: una terra cancellata dalle mappe" ottenuto dagli atti del convegno di Roma sul sionismo del novembre 2009 organizzato dal Forum Palestina "10 domande sul sionismo".
 
6 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 17
Manovra
 
La manovra di bilancio, all'esame della Camera, stanzia per il 2011 5,7 miliardi di euro provenienti dalla vendita delle frequenze e dalla lotta al gioco d'azzardo illecito. Tra le altre novità: le modifiche al trattamento tributario del contratto di leasing applicato al settore immobiliare; la concessione di un credito d'imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca, l'incremento della dotazione al Fondo per il finanziamento ordinario delle università per l'anno 2011. Infine, per velocizzare i pagamenti dei Comuni nei confronti delle imprese, viene istituito un Fondo al ministero dell'Interno, con 60 milioni di euro per il 2011, per il pagamento degli interessi passivi maturati dai Comuni per il ritardato pagamento.

 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Accordo culturale con la Repubblica orientale dell’Uruguay
 
CAGLIARI. L’università di Cagliari ha siglato un accordo di collaborazione con quella della Repubblica Orientale dell’Uruguay, ieri durante un incontro in rettorato fra il rettore Giovanni Melis, l’ambasciatore dell’Uruguay, Gustavo Anibal Alvarez Goyoaga, il console generale della Repubblica dell’Uruguay, Jorge Antonio Serè e il cancelliere del Consolato, Luca Maria Sanna. «L’accordo si inserisce nell’ampliamento della rete internazionale dell’Ateneo - ha spiegato Melis». «È un accordo per noi importante - ha commentato l’ambasciatore -. Quasi il 50% della popolazione dell’Uruguay ha origini italiane, moltissimi provengono dalla Sardegna».
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Birra Ichnusa, premio di marketing
Terza edizione della competizione riservata agli studenti universitari per un progetto
 
CAGLIARI. Dalla teoria alla pratica: all’università si studia come si fa il marketing, col premio Ichnusa alla sua terza edizione alcuni studenti degli atenei di Cagliari e di Sassari dovranno elaborare un progetto per un piano di marketing per Ichnusa. Dopo l’incontro con gli studenti di Sassari per assegnare il lavoro, ieri si è tenuto anche a Cagliari, all’università, con oltre 300 ragazzi che hanno ascoltato la presentazione dell’idea che dovranno sviluppare. Il gruppo che ha parlato del premio era composto da Valentina Simonetta, brand manager di Ichnusa, Patrick Simoni, brand manager di Ichnusa, Ombretta Dettori, recruting specialist, Sara Filippetti, la vincitrice del premio dello scorso anno, Ernestina Giudici, preside della facoltà di Economia, e Roberta Pinna, docente di organizzazione aziendale. Dopo aver fornito agli studenti alcune informazioni sul mercato della birra in Sardegna, sul suo posizionamento e sulle principali azioni di marketing sviluppate dall’azienda negli ultimi anni, è stato chiesto ai ragazzi di presentare un progetto che valorizzi il marchio Ichnusa nel contesto sociale e territoriale sardo, con particolare riferimento allo storico traguardo del marchio, nato in Sardegna nel 1912, che sarà il tema della competizione di quest’anno. Il progetto vincitore sarà individuato ad aprile e scelto sulla base di diversi criteri: originalità, coerenza e fattibilità tecnica della proposta, chiarezza espositiva e brillantezza comunicativa del gruppo di lavoro e capacità di lavorare in team. In particolare, gli studenti appartenenti ai primi due gruppi classificati avranno l’opportunità di partecipare a un corso di formazione, mentre, tra quelli del gruppo vincitore, ne sarà selezionato uno che potrà svolgere uno stage retribuito di 6 mesi all’interno del team Ichnusa presso gli uffici milanesi. Così Valentina Simonetta: «... crediamo molto in questa iniziativa, i giovani sono la vera fonte delle idee più innovative e rappresentano la risorsa più importante per il territorio e il suo sviluppo».
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Attualità
Bersani sul tetto della Sapienza
Occupazioni in tutto il Paese. Scontri a Padova
 
 ROMA. La protesta sui tetti delle università dilaga, le manifestazioni si moltiplicano con tensione e anche scontri tra studenti e forze dell’ordine, come è accaduto a Padova. Intanto ieri il segretario del Pd Pierluigi Bersani, durante una pausa delle votazioni in aula sulla riforma dell’università, ha raggiunto la protesta di studenti e ricercatori sul tetto della facoltà di architettura dell’università La Sapienza di Roma. «Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l’università pezzo a pezzo» ha detto Bersani.
 La capitale è presidiata da un numero impressionante di poliziotti e carabinieri, ma dopo gli scontri di ieri anche quella di oggi si preannuncia una giornata campale. «Ripartiremo in corteo dall’università La Sapienza diretti a Montecitorio» hanno annunciato gli studenti che protestano contro la riforma Gelmini. E da ieri sera studenti e docenti di Roma Tre, uno degli atenei capitale, in tutto un centinaio, sono sul tetto della struttura per protesta.
 A Padova circa 500 tra studenti e ricercatori hanno manifestato contro il Ddl Gelmini, e un gruppo di universitari ed esponenti del centro sociale Pedro si sono scontrati con la polizia su un cavalcavia. Le forze dell’ordine sostengono di avere caricato per evitare l’occupazione della ferrovia. A Pisa gli studenti hanno bloccato i ponti della città, per poi occupare temporaneamente le piste dell’aeroporto Galilei. Successivamente hanno invaso la stazione ferroviaria bloccando due binari per circa mezz’ora. A Bologna un corteo ha attraversato le strade del centro con la pacifica occupazione del Rettorato. Uova sono state lanciate contro una filiale Unicredit, ed è stato bloccato il traffico nel centro cittadino, ma non ci sono stati «contatti» con la polizia. A Firenze da ieri pomeriggio è stata occupata la facoltà di Scienze della formazione dal collettivo Nosmet, ma non sono mancate le polemiche con gli studenti di Lista Aperta che hanno criticato l’azione che impedisce il regolare svolgimento delle lezioni.
 A Torino è stato occupato anche il Politecnico, mentre un corteo è entrato nella metropolitana bloccando un treno per alcuni minuti. Durante la manifestazione c’è stato un lancio di uova contro la sede del Pdl. A Sassari studenti e ricercatori sono sul tetto dell’Ateneo a oltranza, con cartelli in dieci lingue, dall’inglese all’arabo, per dire «Io sono contrario». Anche a Messina studenti e ricercatori protestano sul tetto dell’università, mentre a Trento - come già accaduto lo scorso anno - è stata interrotta con una protesta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. (p.ca.)
 
Pagina 8 - Sardegna
Sassari, i ricercatori sui tetti: «Non ci faremo scippare il futuro»
 
SASSARI. Sul tetto della segreteria centrale dell’università per urlare al cielo gelido la protesta contro un provvedimento che ritengono aberrante. Nelle stesse ore, al caldo dell’aula parlamentare, si discute il disegno di legge targato Maria Stella Gelmini. L’orologio del rettorato ha appena battuto le cinque quando una ventina di persone, tra ricercatori e studenti, in camice bianco, si arrampicano sul tetto della sede centrale di piazza Università. Restano giusto il tempo per dire che Sassari c’è e risponde alle notizie che arrivano dalle città universitarie della penisola.
 Radio e giornali, ma anche tv, web e sms, la rete universitaria del terzo millennio si mobilita, contatti in tempo reale, tutta la protesta minuto per minuto. Un atto dimostrativo con il quale i ricercatori turritani hanno voluto affiancare i colleghi d’oltre Tirreno nel giorno più lungo, che rischia di essere anche il più dolente.
 La protesta ha il volto contratto di Daniele Dessì, 37 anni, ricercatore da quattro, facoltà di Scienze. «Dovevamo esserci - dice ancora infreddolito - non soltanto perché siamo nemici acerrimi di questo disegno di legge, ma anche per dare voce alle università periferiche, quelle che più di altre rischiano di soccombere sotto i colpi di scure di questo provvedimento che della riforma ha solo la parvenza». Più giù, a piano terra, nell’aula Eleonora d’Arborea, è stata allestita una specie di sala operativa dove ricercatori e studenti tengono i contatti con i colleghi delle altre città italiane. Occhi e orecchi incollati per seguire i lavori parlamentari tentando di intuire dove andrà a parere la discussione. Da lì mettono a punto anche le strategie per le prossime mosse, mentre un gruppo si prepara a fare il primo turno di un presidio che passerà la notte all’università. Alberto Alberti, 42 anni, ricercatore da dieci, facoltà di Veterinaria, spiega la situazione: «Domani (oggi per chi legge ndc) ci sarà un’azione clamorosa - annuncia - non mancate, date spazio alle nostre proteste».
 Si parla di un atto dimostrativo compiuto da due ricercatori che si caleranno, imbragati, dalla parete di una palazzina vicino all’università. Scendendo srotoleranno uno striscione con la scritta «L’università è appesa a un filo». Il rettore Attilio Mastino, fuori sede per questioni di servizio, oggi sarà a Roma per partecipare alla conferenza nazionale dei rettori. «Sosterrà con forza le ragioni dell’ateneo sassarese - prosegue Daniele Dessì - abbiamo il suo pieno appoggio per questa e altre iniziative che promuoveremo nei prossimi giorni».
 In serata l’ufficio stampa dell’università diffonde un comunicato con una dichiarazione del Magnifico: «È inaccettabile che si sia parlato per mesi di emendamenti, poi cancellati con un colpo di spugna. Il disegno di legge è pericoloso per l’Università pubblica, la Sardegna potrebbe pagarne le conseguenze peggiori, gli atenei di Sassari e Cagliari rischiano di scomparire». Al termine di questo pomeriggio convulso, compare uno striscione con la scritta «Occupata», che rievoca le proteste studentesche degli anni Sessanta. Che i ricercatori avrebbero promosso un’azione forte si era intuito nei giorni scorsi, ma la sensazione che si respira oggi è che quello di ieri sia solo l’avvio di una stagione critica.
 
Pagina 9 - Attualità
IL DIBATTITO ALLA CAMERA
Accordo fragile con Fli, governo battuto due volte
I finiani dettano le condizioni e dopo un’ora di sospensione ottengono l’assunzione di 1.500 ricercatori
 
 ROMA. La riforma dell’Università viaggia sul filo del rasoio anche se il ministro Gelmini ostenta ottimismo e nel pomeriggio, in una giornata carica di tensione, annuncia un accordo fatto con Futuro e Libertà. Sarà la pattuglia di Fini, infatti, a decidere le sorti del disegno di legge. E un brutto segnale per il ministro dell’Istruzione è arrivato in serata, quando il governo è stato battuto due volte su un emendamento dell’Udc, passato con i voti di Fli, col quale «si riconosce il valore dei medici impegnati nei policlinici universitari in attività di formazione». Ed è stato anche bocciato un emendamento della Lega con cui si proponeva di tenere la seduta notturna sulla riforma. Già nelle ore precedenti Fli aveva minacciato lo stop e il ritorno in commissione del provvedimento, dopo che il Pdl aveva risposto picche agli emendamenti sull’assunzione dei professori associati vincitori di concorso e i premi per i docenti migliori. Dopo un’ora di sospensione del dibattito alla Camera il ministro Gelmini ha annunciato l’accordo: «C’è la copertura per l’assunzione di 1.500 professori associati e sulla premialità, fermo restando il blocco degli scatti di anzianità, c’è una misura volta a premiare i prof migliori». Ma il clima resta incerto e Fli prevede un percorso accidentato della riforma. Il deputato Della Vedova ha detto che «c’è un’aleatorietà perché il ddl di stabilità è ancora in itinere. Spero che dopo ci sia una formulazione precisa che non possa destare alcun dubbio». (p.ca.)
 
REAZIONI E POLEMICHE
Schifani: «Qui ci scappa il morto»
 
«Qui ci scappa il morto» dice il presidente del Senato Renato Schifani dopo l’irruzione degli studenti al Senato. Per aggiungere che «le istituzioni hanno vissuto un momento amaro, a causa della aggressione inaudita di giovani che hanno pensato di poter manifestare con un atto di teppismo». Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato un messaggio di solidarietà a Schifani parlando «inaccettabile episodio di violenza e di intolleranza». Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri se la prende con «quei segretari di partito che salgono su un tetto e finiscono per dare un esempio a coloro che poi sfondano i portoni delle istituzioni democratiche». Chiaro il riferimento a Bersani, e pronta la replica del presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro: «Il tentativo di mettere insieme l’attacco di un gruppo di violenti nei confronti del Senato, che abbiamo condannato, con l’iniziativa di solidarietà del segretario del Pd Bersani è da irresponsabili».
 
Pagina 9 - Attualità
Gli studenti assediano il Senato
Contro la riforma Gelmini scontri con la polizia e lanci di uova
PAOLO CARLETTI
 
 ROMA. Dagli Atenei la protesta degli studenti contro la legge Gelmini è andata a sbattere direttamente sui portoni di Palazzo Madama, sede del Senato. Un gruppo di giovani ha sfondato le barriere di sicurezza tentando di entrare all’interno del Palazzo, e solo per poco l’irruzione non è riuscita. I commessi e gli agenti della sicurezza sono riusciti a chiudere la porta a vetri dell’ingresso, ma non il portone di legno. Gli studenti hanno fatto irruzione nell’androne scontrandosi con gli agenti, venendo alla fine respinti. E’ iniziato allora un fitto lancio di uova e di fumogeni al grido «dimissioni dimissioni», e «vergogna, vergogna».
 Fallito il blitz al Senato, il corteo di studenti - alcune centinaia - “armati” di scudi di gommapiuma a forma di grandi libri, qualcuno con i caschi da moto in testa, ha cercato di raggiungere Palazzo Grazioli, residenza del premier Berlusconi. Il corteo è transitato per il Pantheon, poi per via del Plebiscito. Ma anche in questo caso l’azione di forza non è riuscita, e in via di San Marcello c’è stato un duro scontro tra le forze di polizia in tenuta antisommossa e un gruppo di manifestanti che tentava di aggirare il cordone di sicurezza. Sono volate manganellate, alcuni studenti sono rimasti contusi, un blindato delle forze dell’ordine ha cercato di sbarrare l’uscita della strada per bloccare il corteo. Momenti di forte tensione, la rete degli studenti sostiene che sarebbero più di dieci i ragazzi feriti negli scontri. La polizia, chiamata in forze a presidiare i punti strategici della capitale dopo quanto accaduto a Palazzo Madama, ha formato un cordone tra piazza Venezia, via del Plebiscito, presidiando anche le strade alle spalle di palazzo Grazioli. Gli studenti hanno continuato a manifestare urlando «quando passano le veline per Berlusconi le fate entrare, gli studenti con i loro problemi no».
 Il bilancio del tentativo di sfondamento al Senato è di un poliziotto ferito - un funzionario che ha accusato un malore da schiacciamento -, otto carabinieri contusi, mentre sarebbero due gli studenti arrestati e 27 i denunciati. Ma le indagini della Digos sono in corso e potrebbero scattare altri arresti.
 Più tranquilla la situazione davanti a Montecitorio - massicciamente protetto dalle forze dell’ordine - dove era in discussione il disegno di legge Gelmini. Alcune centinaia di studenti e ricercatori hanno organizzato un sit-in, un «assedio» protrattosi per l’intera giornata. «Il futuro è qui e si decide adesso» lo slogan della manifestazione. Un altro corteo di studenti delle scuole superiori nella mattinata aveva attraversato Prati fino a via Giulia dove c’è stato un concentramento dei licei romani.
 E le organizzazioni degli studenti minacciano di procedere fin da oggi con manifestazioni ancora più dure se il ministro Gelmini continuerà a non ascoltare le loro richieste. Un atteggiamento, quello del ministro, che gli studenti giudicano provocatorio: «Inammissibile che dopo mesi di mobilitazione, cortei, occupazioni, la Gelmini non abbia mai risposto alle nostre richieste» dicono dalla Rete della conoscenza. Mentre l’Unione degli universitari avverte che «se il Ddl supererà l’esame della Camera bloccheremo il Paese partendo dalle Università». Sono oltre 50 gli Atenei in mobilitazione contro i tagli dei fondi all’Università, la cancellazione del ripristino degli scatti di anzianità, le borse di studio, l’aumento degli assegni di ricerca e la norma che permetteva ai ricercatori di diventare associati. Rispetto ai 9mila ricercatori che inizialmente si prevedeva di stabilizzare, con le risorse a disposizione sarebbero solo in 1.500. E l’ingresso di privati nei Cda degli Atenei per gli studenti «è insopportabile». Ma il ministro insiste: «Gli studenti sono strumentalizzati dalla sinistra. Contestando le riforme rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo». Altra benzina sul fuoco.
 
Pagina 8 - Sardegna
A Cagliari sul palazzo delle Scienze
 
CAGLIARI. Sul tetto del palazzo delle Scienze, a Cagliari, per protestare contro il ddl Gelmini, i tagli agli atenei, il futuro che si annuncia incerto per migliaia di ricercatori. L’iniziativa è di Unica 2.0, un gruppo di studenti universitari ha dato il via alla protesta ieri sera. L’occupazione del tetto andrà avanti a oltranza.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Gallura
Una speranza per i malati di sclerosi multipla
In città un convegno per spiegare il protocollo Zamboni, in sala anche l’assessore regionale Liori
Sabato al teatro del Carmine convegno organizzato dal comitato per Ccsvi Gallura e dalla Provincia per confrontarsi con nuove terapie
LUCA ROJCH
 
TEMPIO. La rivoluzione è semplice come un palloncino. La Sclerosi multipla spegne giorno dopo giorno le sue vittime, ma i suoi effetti possono essere in parte cancellati grazie a una terapia innovativa. Almeno ne sono certissimi i sostenitori del metodo Zamboni. Hanno organizzato con la Provincia un convegno per illustrare tecnica e risultato di questo approccio alla Sclerosi.
 Ma una parte del mondo scientifico contesta l’efficacia del protocollo Zamboni. La sclerosi multipla è una malattia degenerativa. Attacca in modo progressivo e distrugge la mielina, la guaina che riveste parte del corpo dei neuroni e permette la trasmissione rapida degli impulsi nervosi. Come se qualcuno spezzasse il cavo che trasporta il segnale telefonico. Per anni la ricerca si è concentrata sull’aspetto neurologico. Sui danni che la malattia provoca al cervello. Paolo Zamboni, direttore del centro di malattie vascolari dell’università di Ferrara, ha tentato un approccio differente. Impossibile per ora curare le cause. Si è concentrato sugli effetti. Secondo il medico esiste una relazione stretta tra Sclerosi multipla e Ccsvi, insufficienza cronica cerebrospinale, una patologia in cui le vene cervicali e toraciche non sono in grado di trasportare il sangue in modo ideale per una occlusione o una malformazione. Secondo Zamboni queste strozzature creano nel tempo un accumulo di ferro di nelle vene cerebrali, all’origine delle infiammazioni che creano le placche sclerotiche. La causa della sclerosi. Lui affronta la patologia prima con un Ecocolordoppler transcranico. Poi interviene con un banale intervento di angioplastica. Una sonda viene fatta scorrere dalla Femorale fino alle vene bloccate che vengono dilatate, quasi stappate. Secondo Zamboni questo intervento stoppa gli effetti della malattia. Ma il mondo scientifico è ancora diviso sull’efficacia. Per far conoscere questo sistema e attuare il protocollo anche in Sardegna, già viene utilizzato in altre regioni, è stato organizzato a Tempio al teatro del Carmine sabato dalle 9,30 un convegno da Provincia, Comune e dal comitato Ccsvi e Sm Gallura. Interverranno, l’assessore regionale alla sanità Antonello Liori, Fabrizio Salvi, neurologo che collabora con Zamboni, Eugenia Tognotti, docente di storia della Medicina all’università di Sassari, Antonio Galassi, direttore dipartimento di radiologia a Civitanova Marche, Stefano Chiamparini, direttore chirurgia Toracica al Brotzu di Cagliari, Pier Giorgio Massidda, senatore, Stefania Calledda, portavoce Ccsvi Sardegna. «Abbiamo da subito puntato su questo convegno - dice l’assessore alle politiche sociali della Provincia Zelindo Pucci -, Sono convinto che questa patologia vada conosciuta e questa cura dia speranza ai malati». Anche il sindaco di Tempio Romeo Frediani è entusiasta. «Sono convinto che le amministrazioni debbano essere in prima linea - dice Frediani - in modo particolare davanti a queste malattie che hanno forte incidenza in Gallura e colpiscono i nostri concittadini». Nella conferenza anche la portavoce del Ccsvi Sm Gallura, Marianna Bulciolu. «Abbiamo invitato i maggiori esperti che collaborano con Zamboni - dice -. Perché siamo convinti che la conoscenza sia la chiave della cura di ogni malattia. Ci sono tantissimi malati di Sclerosi in Sardegna è giusto che sappiano che esiste anche questa cura e che la Regione attivi anche qui un protocollo di intervento e di studio. Serve anche un macchinario adeguato, un ecocolordoppler specifica che costa 50mila euro e so che l’Asl di Sassari si è già attivata per acquistarla».
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
«La governance della mobilità locale»
In un libro i frutti di una lunga ricerca promossa dall’Atp
 
 SASSARI. «La governance della mobilità locale» è il titolo di un libro che verrà presentato domani, venerdì 26 novembre, alle ore 10 nella sala Sassu del Conservatorio in piazzale Cappuccini 1, in un incontro promosso dall’Azienda trasporti pubblici. Il volume è frutto di un pluriennale lavoro di ricerca promosso dall’Azienda e finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna. L’indagine analizza il sistema di governance della mobilità locale con particolare riferimento al contesto della Sardegna nord occidentale. L’illustrazione dei dati potrà fornire spunti di riflessione per rispondere alle esigenze di mobilità dei cittadini. Relatori Michele Comenale Pinto, docente di Diritto della Navigazione all’Università di Sassari, Mauro Tebaldi, titolare di Scienza della politica nell’ateneo cittadino, curatore del libro e responsabile della ricerca, Marco Calaresu, coordinatore dell’indagine. Interverrà Marcello Panettoni, presidente di AssTra, l’Associazione che raggruppa le aziende di trasporto pubblico locale.
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
OK DEL CONSIGLIO
Veterinaria può costruire l’ospedale
 
 SASSARI. Il primo passo per la salvezza della Facoltà di Veterinaria è fatto. Infatti il Consiglio comunale ha dato l’ok alla pratica che consente la costruzione dell’Ospedale e del Pronto soccorso veterinario, ovvero le due strutture necessarie per ottenere l’accreditamento della Comunità europea. Gli altri passaggi per avere le carte in regole, saranno la realizzazione del mattatoio e dell’azienda zootecnica. Il progetto dell’ospedale e del pronto soccorso è già appaltato (importo 8 milioni) e verrà ultimato entro il 2012. Dato che sulla carta erano previste anche la demolizione, l’ampliamento e la riqualificazione di alcuni edifici esistenti, l’Università di Sassari aveva chiesto a Palazzo Ducale una deroga alla concessione edilizia. Dunque i fabbricati sono in tutto cinque, i tra preesistenti saranno ubicati diversamente e le volumetrie saranno ridotte. In più saranno però realizzate una nuova stalla e una centrale tecnologica interrata e saranno ampliati gli spazi destinati ad ospitare gli animali. Infine è prevista un’area parcheggio più ampia di quella inizialmente descritta nelle carte. I tempi che Veterinaria ha per regolarizzare le proprie dotazioni tecniche sono abbastanza stretti: i lavori devono essere ultimati entro il 2013, data della valutazione dell’Ue.
 
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
LICEO AZUNI
Convegno con Biggio
 
Il 30 novembre alle 16.30, nell’aula magna del liceo Azuni, il professor Giovanni Biggio, docente di Neuropsicofarmacologia all’università di Cagliari, terrà una conferenza sul tema “L’uomo è il suo cervello, stili di vita, infanzia, adolescenza, psicopatologia”. Il convegno è organizzato dall’Associazione sassarese di Filosofia e Scienza. Interverranno numerosi esperti.
 
 
 

Questionario e social

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