Lunedì 22 novembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 novembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano - Pagina 2
Riforma al rush finale
Polemiche sulle risorse
 
ROMA La riforma dell'Università approda oggi alla Camera e insieme ad essa tornano alla ribalta le polemiche, anche politiche, che non l'hanno mai abbandonata. In particolare è la questione delle risorse che desta forti perplessità tra docenti e studenti, oltre che nelle file dell'opposizione e di esponenti di Fli.
Nei giorni scorsi la commissione Bilancio della Camera ha messo lo stop ad una serie di norme di spesa previste nel ddl università, tra le altre il comma 5 bis che prevedeva un piano di concorsi per l'assunzione dei ricercatori. La V commissione, pur dando parere favorevole al ddl, ha posto come condizione che vengano stralciate alcune norme e venga specificato che le misure di spesa previste non comportino oneri aggiuntivi per lo Stato.
Una decisione questa, che, oltre a far sollevare studenti e docenti, ha fatto registrare anche le critiche di alcuni rettori. «A costo zero sono venute meno le condizioni per varare la riforma», fanno notare i rettori delle università di Trieste Francesco Peroni e di Udine Cristiana Compagno.
Nella legge di stabilità che ha ricevuto venerdì il via libera dell'aula della Camera e che dalla prossima settimana approderà in Senato sono stati trovati circa 800 milioni per l'università che servono a garantirne il funzionamento mentre sono stati cancellati il ripristino degli scatti di anzianità, le borse di studio, l'aumento degli assegni di ricerca e la norma che prometteva appunto ai ricercatori che sarebbero diventati associati. E anche se nel passaggio al Senato della Legge di Stabilità si dovessero trovare nuove risorse per i ricercatori, se si prevedeva inizialmente che in 6 anni 9 mila ricercatori potessero diventare associati, con le risorse a disposizione riuscirebbero a farcela 1.500 l'anno, che in tre anni fa la metà del previsto.
A porre problemi sono anche i finiani e non solo per motivi finanziari: a loro non è piaciuta, tra le altre cose, una modifica introdotto all'articolo 25 che di fatto si traduce in un commissariamento del ministero dell'Istruzione da parte di quello dell'Economia. I finiani sono pronti a presentare emendamenti alla Camera e a dare battaglia: senza i nostri voti - ha fatto notare Granata - la riforma non passa».
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 13
Intervento. Reumatologia
Un nuovo reparto oltre il Policlinico per ridurre le attese
 
Da Ivo Picciau, responsabile dell'Asmar, l'Associazione che tutela i malati reumatici, riceviamo e pubblichiamo.
Come responsabile dell'Asmar, l'Associazione che tutela i malati reumatici, ho letto con molta attenzione l'articolo “Reumatologia, il ruolo importante del Policlinico” apparso i giorni scorsi su l'Unione Sarda a firma di Alessandro Mathieu, direttore della Struttura complessa di reumatologia del Policlinico di Monserrato. Anch'io sono convinto che il Policlinico universitario rivesta, nell'ambito della reumatologia, un ruolo di primaria importanza. È anche indubbio che con l'arrivo dei nuovi medici specialisti ci sia stato un miglioramento sensibile dell'attività assistenziale e del rapporto con i pazienti. È migliorata anche la collaborazione con i reumatologi “territoriali”, i quali possono affidare i casi più complicati e difficili alle competenze di alta specializzazione dei loro colleghi del Policlinico. D'altronde è quanto richiesto a una struttura di eccellenza (tecnicamente di Terzo livello) qual è il Policlinico universitario: ricerca, didattica e presa in carico dei casi difficili. Lo fa bene e gli va riconosciuto.
Ma è sufficiente in una realtà dove le patologie reumatiche sono notevolmente più frequenti che in altre parti della Penisola? Noi pensiamo di no. Perciò azzardo alcune integrazioni alle dichiarazioni di Alessandro Mathieu.
Premettendo che i numeri nascondono disagio (a volte profondo), utilizzo anch'io (mio malgrado) alcuni dati. L'Asmar ha fatto nei giorni scorsi un'indagine sui tempi d'attesa per una visita reumatologica (lo studio è pubblicato integralmente su www.reumaonline.it). Al Policlinico bisogna aspettare 183 giorni. Se si considera che per evitare l'evoluzione disabilitante di varie patologie reumatiche è indispensabile diagnosticarle precocemente (l'artrite reumatoide entro 3 mesi dai primi sintomi) va da sé che il paziente arriva all'appuntamento con la patologia (e conseguente invalidità) in fase avanzata, con tutte le implicazioni sociali ed economiche. Nella Asl di Carbonia già da alcuni mesi hanno chiuso le prenotazioni per “overbooking”. Stesso discorso per l'azienda sanitaria di Lanusei: non è stata rinnovata la convenzione con l'unica reumatologa presente. Paradossalmente nei piccoli centri i tempi sono brevi o addirittura brevissimi.
L'apparente contraddizione si spiega con il fatto che la persona cui è diagnosticata una patologia cronica e potenzialmente invalidante sente il bisogno di esorcizzare la paura e lo sconforto facendosi visitare dai “migliori”, molti sono perfino disposti ad andare in Continente (chi se lo può permettere). Oppure, per evitare i tempi d'attesa imposti dal Cup, sono “costretti” all'ambulatorio privato del luminare (sempre chi se lo può permettere).
Ma la vera spiegazione sta nell'anomalia del sistema assistenziale reumatologico sardo: l'assenza totale di reumatologia ospedaliera. Quella inserita dentro gli ospedali, quella che deve coordinare lo screening e il “follow-up” degli ambulatoriali, che può dedicarsi all'assistenza relazionandosi verso le strutture di terzo livello. Quella che può collaborare attivamente con altre specialità. Quella che deve evitare l'ospedalizzazione inutile (ancora troppo alto il numero di ricoveri: nel 2009 sono 4161 con durata media di 10 giorni, la maggior parte inappropriati ed evitabili). Manca insomma la cosiddetta assistenza di secondo livello: in Sardegna non esiste, salvo che nei policlinici universitari di Cagliari e Sassari, un solo ospedale con un reparto di reumatologia. Ancora peggio: al Brotzu di Cagliari (giorni di attesa 193) e al Zonchello di Nuoro, che sono gli unici ospedali dove c'è un servizio ambulatoriale di reumatologia (?), non sono presenti reumatologi. Come andare dal ginecologo per una frattura. Anche i dati concernenti l'ospedalizzazione forniti dall'assessorato regionale della Sanità (sempre sul sito www.reumaonline.it) parlano chiaro: a fronte di una riduzione di ricoveri ospedalieri, dovuti alle nuove terapie, non corrisponde una riduzione, in percentuale, di chi è costretto ad andare a ricoverarsi in strutture extra regionali. Sono certo che Mathieu non ha toccato l'argomento solo per questioni di spazio giornalistico.
IVO PICCIAU
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro - Pagina 53
«Azione comune sull'Università»
Nuoro. Messaggio dei socialisti al centrosinistra
 
«Iniziative collegiali e condivise nella maggioranza, evitando in ogni caso azioni estemporanee o comunque di singoli amministratori che possano compromettere un sereno e proficuo rapporto fra gli stessi partiti». Sull'Università di Nuoro arriva un messaggio preciso dalla segreteria provinciale del Psi particolarmente impegnata su questo fronte dopo la nomina ad assessore comunale di Paolo Demuro con delega proprio sull'Università. Nel documento firmato da Francesco Cosseddu, Mario Giannasi e Lelio Petrazzini, i socialisti sostengono di «non avere pregiudiziali sulla forma organizzativa dell'Università, partendo da quanto tutti hanno sempre affermato nel centrosinistra, che deve essere pubblica, anche se non necessariamente statale, ma di qualità e in prospettiva autonoma, nell'ambito di un sistema di istruzione superiore di livello regionale. Resta il problema del Consorzio in liquidazione e di un progetto credibile da affrontare - dicono i socialisti - «in un tavolo di confronto del centrosinistra, unitamente alle stesse amministrazioni». Chiaro il timore di “azioni estemporanee” della Provincia, mascherato anche dalla richiesta al Pd, «partito di maggioranza relativa».
               
Provincia di Nuoro - Pagina 53
Nuoro
Mensa università, bando dell'Ersu
 
L'Ersu di Sassari per sede staccata dell'università nuorese intende avviare il servizio mensa. Per questo ha diramato un «avviso esplorativo per la ricerca di operatori economici interessati a presentare offerte». Secondo un calcolo presunto si tratterebbe di undicimila pasti per una media giornaliera di cento studenti e un importo valutato in circa centomila euro. Gli interessati dovranno entro il prossimo 29 novembre contattare l'Ersu di Sassari telefonando ai numeri 079/9940021-99400013 o 079/272118 (fax).
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 58
Saggi L'analisi di Gervasoni
Gli anni Ottanta: quando in tv esplose la “politica pop”
 
“La tv privata, in questo Paese che ignora i deboli, è diventata un servizio pubblico: che offre gratis emozioni, favole, sorrisi e anche qualche lacrima”. Con queste parole un'anziana spiegava ad un quotidiano la sua rabbia per l'oscuramento delle reti Fininvest nell'ottobre 1984. Una frase da tenere a mente quando si voglia interpretare lo scenario politico di questi ultimi anni e che viene citata nel volume di Marco Gervasoni Storia d'Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni (Marsilio, pp. 256, € 20). Docente di storia contemporanea all'Università del Molise, autore di lavori significativi su Gobetti, Mitterand e la storia del socialismo italiano, l'autore ci conduce in un lungo viaggio in quello che per troppo tempo è stato definito un periodo da esecrare ma che invece oggi deve essere studiato scientificamente. Un decennio grandioso secondo Umberto Eco, che fu uno dei primi intellettuali a rivalutarlo e che sancì anche la sua ascesa come scrittore di livello internazionale grazie a Il Nome della Rosa , pubblicato proprio nel 1980, e Il Pendolo di Foucault, edito nel 1988.
Un decennio in cui il Paese visse un'intensa modernizzazione sul piano economico e sociale con l'affermazione, soprattutto al Nord, del sistema dei distretti e di un nuovo tessuto di piccole e medie aziende, a cui si accompagnò il lento declinare di un impegno politico di tipo ideologico, a favore di mobilitazioni su singoli temi, come quello della pace o dell'ambiente, che evidenziavano l'emergere di una dimensione più individuale e personale. Nuovi leader politici come Reagan e la Thatcher si affermavano nel mondo, mentre il collasso del sistema comunista diveniva sempre più forte sino alla caduta del Muro nel 1989.
Gervasoni sottolinea come il passaggio a questo nuovo italiano individualista, tra paninari, yuppies e culto della forma fisica alla Rambo e Rocky, avvenne in maniera repentina e quasi vorticosa. In politica cresceva la personalizzazione e la ricerca del leader carismatico, un “decisore” in grado di governare il cambiamento come invece non potevano più fare i partiti storici che avevano costruito la Repubblica sulle rovine del fascismo. Dalla marcia dei quarantamila a Torino del 1980, passando per il protagonismo presidenziale e mediatico di Pertini, sino alla morte di Berlinguer e all'affermazione della leadership di Craxi, scorre una lunga carrellata di fatti e momenti.
Cruciale è il ruolo esercitato dalle tv nell'esplosione dei consumi di massa facilitati proprio dal gran numero di spot che inondano film e spettacoli di intrattenimento, modificando le abitudini di acquisto degli italiani ed introducendo anche un lessico nuovo, fatto di slogan e messaggi di ottimismo, se non di vero e proprio sogno di un nuovo benessere, che non a caso avrebbero trovato spazio politico negli anni Novanta nel linguaggio dell'uomo che aveva inventato il sistema tv privato, Silvio Berlusconi. Ed è negli anni Ottanta che la lotta fra partiti sarebbe divenuta sempre più spettacolarizzata, con l'affermazione della “politica pop” e con i suoi protagonisti che iniziavano a partecipare alle prime trasmissioni popolari, da quelle di Tortora, Costanzo e Carrà sino al Funari di “A bocca aperta”. Da qui anche la candidatura alle elezioni di personaggi dello spettacolo e dello sport, sino ad arrivare all'elezione a Montecitorio della pornostar Cicciolina.
GIANLUCA SCROCCU

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Convegno sull’housing sociale in città
Questa mattina in Provincia saranno presenti Fedele Sanciu e Bastianino Sannitu
 
 OLBIA. Si chiama housing sociale, è la nuova ricetta della Regione per affrontare l’emergenza casa. Appartamenti venduti a prezzi politici. Non case popolari, ma edifici costruiti in collaborazione con enti e privati messi sul mercato a prezzi calmierati per chi ha un reddito troppo alto per aspirare a una casa popolare e troppo basso per potersi permettere un’abitazione al costo corrente. Questa mattina per spiegare l’iniziativa dalle 10,30 nel palazzo della Provincia si confronteranno l’assessore regionale ai Lavori pubblici Bastianino Sannitu, e il presidente Fedele Sanciu. Apriranno il workshop sui progetti pilota di housing sociale. Le relazioni sono affidate a Riccardo De Lisa, università di Cagliari, e a Patrizia Becca, direttore del servizio edilizia residenziale dell’assessorato dei Lavori pubblici. L’incontro rientra nell’attività di informazione portata avanti in tutto il territorio regionale sui programmi di housing sociale, iniziative di finanza etica per realizzare alloggi per l’edilizia residenziale. Si costituisce un fondo immobiliare di cui fanno parte lo Stato e la Regione e possono partecipare altri soggetti istituzionali e privati, Comuni, Azienda regionale per l’edilizia abitativa, cooperative edilizie, imprese di costruzione. L’obiettivo è realizzare una parte di case a costi accessibili, alloggi sociali, per famiglie della fascia intermedia e un’altra parte di abitazioni a prezzo di mercato. (l.roj)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Cultura e Spettacoli
Roma intitola una strada a Severino Delogu
Studioso e giornalista, fu tra i relatori della legge sul servizio sanitario nazionale
 
Il comune di Roma celebra un sardo: una via del quartiere dell’Eur è stata dedicata a Severino Delogu medico e grande divulgatore.
 Severino Delogu è nato ad Alghero nel 1925, ha studiato a Sassari dove si è laureato in Medicina e Chirurgia. Specializzato in medicina del lavoro e igiene ospedaliera, ha iniziato una prestigiosa carriera di studioso e di giornalista specializzato che gli consentì di realizzare e condurre la prima trasmissione della Rai-tv intitolata «La medicina malata». Titolo ripreso nel volume, realizzato in collaborazione con Giovanni Berlinguer (Laterza). Fra i numerosi saggi e articoli, spicca il libro «La salute dietro l’angolo», (Napoleone editore).
 Tre le numerose cariche e impegni ha insegnato medicina e igiene ospedaliera nella facoltà di architettura di Firenze ed è stato fra i redattori della legge del Servizio sanitario nazionale e del piano sanitario regionale della Sardegna. Morì nel 1965 nella sede sassarese dell’Istituto regionale zooprofilattico di cui era presidente.
 
 

Questionario e social

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